COMMISSIONE PARLAMENTARE
di controllo sull'attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
GIOVEDÌ 9 LUGLIO 1998

39a Seduta
Presidenza del Presidente
Michele DE LUCA

La seduta ha inizio alle ore 8,40.

Seguito dell'esame dell'attività svolta dagli enti di previdenza ed assistenza sociale dal 1994 al 1997
(Seguito dell'esame e rinvio)
(R050 001, B68a, 0004o)

Riprende l'esame rinviato nella seduta del 7 luglio 1998.

Il presidente Michele DE LUCA ricorda preliminarmente che le tavole ed i relativi dati richiamati dai relatori sull'attività dei vari enti sono riscontrabili nel documento pubblicato in allegato al resoconto della seduta della Commissione del 24 giugno 1998.

Interviene quindi il senatore DONDEYNAZ: riferisce sulla Cassa nazionale del notariato rimettendosi alla relazione scritta, che consegna per la pubblicazione in allegato (n.1) al resoconto della seduta, e sottolineando, in particolare, sia la condizione di equilibrio della gestione finanziaria e del conto economico della Cassa stessa, dovuta all'aumento dell'aliquota retributiva, sia il permanere di elementi di instabilità e il valore contenuto del rapporto numero assicurati/numero pensionati. Auspica la riconsiderazione dei meccanismi che stanno alla base del funzionamento del sistema previdenziale dell'ente per consentire il mantenimento dell'equilibrio finanziario.

Il senatore Roberto NAPOLI riferisce sulla Cassa di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti, illustrando i dati riportati nella relazione scritta (allegato n. 2).
Posto l'accento sugli elementi positivi dell'attività complessiva dell'ente, evidenzia - con riferimento agli indicatori di equilibrio finanziario (tavola 4, sezione c) - come il rapporto numero assicurati atti/numero pensioni, nonostante presenti valori elevati, mostri una tendenza alla diminuzione, passando dal 6,7 nel 1994 al 6,1 nel 1996: il flusso netto annuo delle nuove pensioni risulta infatti maggiore di quello dei nuovi assicurati.
Successivamente il relatore pone l'esigenza di approfondire la conoscenza dei motivi della consistente flessione dei rendimenti netti del patrimonio immobiliare, correlata all'aumento delle spese di gestione del patrimonio stesso (tav. 7); evidenzia la necessità, per quanto attiene al patrimonio mobiliare, di porre attenzione sugli investimenti in titoli (occorre precisare quanto è destinato agli immobili e quanto va ai titoli) e giudica positivamente (anche rispetto ad altri enti) l'ammontare delle riserve obbligatorie che copre 9 annualità delle pensioni in corso.
Avviandosi alla conclusione, il relatore Roberto Napoli - evidenziata la necessità di chiarire l'anomalia data dai costi crescenti del personale in servizio, nonostante la riduzione delle unità di personale (una spiegazione potrebbe venire dall'eventuale ricorso a figure professionali esterne, quali i consulenti) e dopo aver considerato molto positivo il grado di evasione delle pratiche - ribadisce il giudizio complessivamente positivo sulla gestione finanziaria della Cassa (il rapporto numero assicurati/numero prestazioni, pari a 6, risulta uno fra i più elevati rispetto agli altri enti) e la necessità di approfondire i rilievi avanzati.

Prende successivamente la parola il senatore MACONI che riferisce (allegato n. 3) sull'attività svolta dalla Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi (SPORTASS).
Premesso che l'ente svolge non funzioni di previdenza e di assistenza obbligatoria, bensì attività assicurativa in regime di libera concorrenza con compagnie private e secondo contratti stipulati col CONI, con le federazioni e altre organizzazioni sportive, il relatore sottolinea il pareggio conseguito nella gestione finanziaria dell'ente sia nel 1997, sia nel 1998 (sulla base dei dati del bilancio di previsione); evidenzia le entrate contributive e le spese per prestazioni, sottolineando in particolare che, per il 1998, l'ammontare degli indennizzi e delle prestazioni integrative è costituito per 6,7 miliardi dell'importo delle prestazioni istituzionali e per 36,1 miliardi dalle riserve tecniche.

Il presidente Michele DE LUCA ringrazia i relatori per il compito svolto e rinnova l'auspicio che nella prossima settimana possano svolgersi le rimanenti relazioni.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,15.



Allegato n. 1
Relazione del senatore DONDEYNAZ
sulla
Cassa nazionale del notariato

La Cassa nazionale del notariato eroga prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia e anzianità e pensioni ai superstiti), nonchè altri trattamenti connessi al collocamento a riposo, quali le indennità di liquidazione e gli assegni di integrazione. Inoltre, fra i compiti istituzionali della Cassa rientra anche la copertura di altre tipologie di prestazioni a carattere assistenziale, quali le indennità di maternità (legge 379/90) e altri benefici riconducibili ai sussidi ordinari e straordinari (assegni per assistenza infermieristica, sussidi di impianto studio, ecc.) e ai sussidi scolastici (scuola secondaria, maturità, premi laurea, corsi universitari, scuole notariato).

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Con riferimento alla situazione finanziaria di competenza e di cassa, si evidenzia un disavanzo nel 1994, mentre negli anni successivi il saldo fra entrate e uscite è positivo: il miglioramento del saldo complessivo osservabile nel periodo esaminato è dovuto per gli anni 1995 e 1996 al saldo positivo in conto capitale che riesce a compensare il peggioramento del saldo di parte corrente, mentre nel 1997 la flessione del saldo in conto capitale risulta compensata dal saldo positivo di parte corrente.
Il peggioramento del saldo di parte corrente osservabile nel periodo 1994-96 è dovuto all'assenza di crescita del gettito contributivo (che rimane costante in valore assoluto) a fronte del quale le spese, in particolar modo quelle per prestazioni istituzionali, crescono a ritmi sostenuti. Nel 1997 la ripresa economica, unitamente ad un elevamento dell'aliquota contributiva legale (di 5 punti percentuale), produce un aumento delle entrate contributive tale da determinare un saldo positivo fra le entrate e le uscite di parte corrente.
La situazione relativa alle entrate contributive e alla spesa per prestazioni istituzionali, la cui gestione condiziona gli equilibri di bilancio, risulta illustrata nelle tavole 3 e 4. La tavola 3 si riferisce al complesso delle prestazioni istituzionali coperte dalla Cassa: la voce «prestazioni previdenziali» include, oltre alle pensioni di vecchiaia ed anzianità e quelle ai superstiti, le indennità di liquidazione e gli assegni di integrazione; la voce «altre prestazioni» comprende le indennità di maternità, i sussidi ordinari e straordinari e i sussidi scolastici. La tavola 4 contiene informazioni più dettagliate sul finanziamento e sulla spesa delle sole prestazioni IVS, considerate al netto delle indennità di liquidazione e degli assegni di integrazione.
Come emerge dalla tavola 3, il saldo complessivo fra entrate contributive e spesa per prestazioni risulta negativo su tutto il periodo considerato, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle uscite che peggiora fino al 1996 (passando dallo 0,85 nel 1994 allo 0,73 nel 1996) per riportarsi nel 1997 sui livelli del 1994.
Passando a considerare la tavola 4 (sezione A), si osserva che le entrate contributive si mantengono pressochè costanti in valore assoluto nel periodo 1994-96 (passando da 162 miliardi nel 1994 a 160 miliardi nel 1996): ciò è da imputare all'andamento del numero degli iscritti che si mantiene costante e al periodo di sfavorevole congiuntura economico-finanziaria che si riflette sull'andamento dei ricavi dell'attività notarile, tramite la flessione delle contrattazioni in campo societario e in quello della compravendita di immobili. In riferimento al 1997, sulla base delle previsioni definitive, il gettito dei contributi notarili registra un forte incremento (dell'ordine del 26% circa), attestandosi a circa 200 miliardi: ciò è imputabile solo in parte alla ripresa economica (che determina un incremento dell'1,3% garantendo almeno il recupero dell'inflazione), mentre risulta in gran parte dovuto all'aumento dell'aliquota contributiva legale che a partire dal 1o gennaio 1997 è stata elevata dal 20 al 25% (delibera n.61 del 30 maggio 1996).
Dal lato delle uscite (tavola 4, sezione B), la spesa per pensioni evidenzia una crescita che sconta sia l'adeguamento al costo della vita sia un trend abbastanza dinamico delle pensioni di nuova liquidazione, con importi sostenuti e fortemente crescenti.
Con riferimento agli indicatori di equilibrio finanziario (tavola 4, sezione C), il rapporto demografico numero assicurati/numero prestazioni evidenzia un peggioramento nel 1995 per riportarsi nel 1996 ai livelli del 1994, mentre il rapporto normativo-istituzionale pensione media/retribuzione media è in costante aumento: ciò si riflette sull'aliquota contributiva di equilibrio che risulta crescente, attestandosi nel 1995 e 1996 ad un valore superiore a quello dell'aliquota legale. In termini di saldo fra entrate e uscite, si produce un disavanzo che, nonostante l'intervento correttivo volto ad elevare pesantemente l'aliquota contributiva legale, persiste anche nel 1997.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

Per quanto concerne il patrimonio immobiliare, la Cassa possiede sia immobili da reddito locati a terzi (adibiti ad usi abitativi, commerciali e uffici) sia immobili strumentali adibiti ad usi diretti (tavola 7).
In riferimento alle rendite derivanti dai beni immobiliari, esse evidenziano una tendenza alla crescita, in particolar modo nel 1996 in cui viene realizzata la trasformazione dei contratti uso abitativo da «equo canone» a «canone di mercato» (tavola 7). Nel 1997 la crescita subisce un rallentamento in quanto tale operazione risulta in gran parte effettuata nel 1996, per cui nel 1997 solo alcuni contratti hanno scontato l'ultima rateizzazione prevista dagli accordi.
Nel 1995 la valutazione del patrimonio ha subito una rivalutazione in seguito al processo di privatizzazione della Cassa, per cui il valore iscritto in bilancio passa da 332 miliardi nel 1994 a 946 miliardi nel 1995, per mantenersi pressochè costante nel 1996.
Con riferimento agli indicatori di redditività, determinati in base al rapporto fra proventi (lordi e netti) e consistenza del patrimonio immobiliare, si osserva che il rendimento calcolato sul valore del patrimonio iscrittto in bilancio registra una flessione nel 1995 (che è però imputabile al processo di rivalutazione straordinaria del patrimonio immobiliare), mentre il rendimento determinato in base al patrimonio ai prezzi di acquisto e al valore di mercato evidenzia un trend crescente su tutto il periodo considerato.
Con riferimento alle spese direttamente imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare (considerate al netto della componente imposte e tasse), emerge che esse si mantengono in valore assoluto pressochè costanti nel periodo esaminato (nel 1996 si segnala la diminuzione degli oneri relativi alla manutenzione a seguito della modifica del regime dei contratti di locazione), con una incidenza sui proventi complessivi in diminuzione.
Con riferimento al patrimonio mobiliare (tavola 8), la voce «titoli» risulta costituita dai titoli di Stato (Cct, Btp e Cto), dalle obbligazioni delle banche, dai titoli degli Enti pubblici, dai titoli esteri e dalle obbligazioni convertibili, mentre la voce «altri investimenti» si riferisce alle quote di fondi comuni.
In relazione all'evoluzione del patrimonio mobiliare, si osserva che nel 1995, in seguito alla rivalutazione del portafoglio titoli (effettuata in occasione della privatizzazione della Cassa), il valore delle partecipazioni azionarie è stato elevato da 29,5 miliardi nel 1994 a 244 miliardi nel 1995, con effetti rilevanti sull'entità del patrimonio netto. Per quanto concerne gli altri valori mobiliari, la consistenza della voce «titoli» diminuisce per disinvestimenti effettuati ai fini di una ricomposizione del portafoglio mobiliare.
In riferimento ai proventi derivanti dal patrimonio mobiliare, si osserva che gli interessi su titoli a reddito fisso registrano una progressiva flessione, dovuta in primo luogo ad un processo di disinvestimento che ha interessato questa categoria di valori mobiliari e, più recentemente, anche a tassi di rendimento in costante calo; tuttavia, la diminuzione della voce interessi risulta compensata dai proventi realizzati sotto forma di guadagno in conto capitale in seguito alla vendita dei titoli, che risultano in crescente aumento. I dividendi su titoli azionari e partecipazioni registrano una crescita nel 1996.
Con riferimento agli indicatori di redditività (tavola 8, sezione B), il rendimento (al lordo e al netto delle imposte) registra una flessione nel 1995 - dovuta sostanzialmente al processo di rivalutazione della componente azioni e partecipazioni - per risalire nel 1996. Rispetto ai rendimenti medi calcolati per il complesso Enti esaminati, la Cassa del notariato registra valori di redditività più contenuti soprattutto se riferiti ai prezzi di mercato, aumentando il divario nel periodo esaminato. Considerando il risultato lordo di gestione finanziaria, determinato sottraendo dai proventi finanziari gli oneri di gestione, si ottiene un rendimento che risulta in linea con quelli medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Con riferimento alla situazione patrimoniale, emerge che l'entità del patrimonio netto, determinato in base al saldo fra elementi attivi e passivi oppure in base alla somma delle riserve obbligatorie e di quelle «straordinarie», risulta positivo evidenziando anche una tendenza alla crescita: il forte incremento nel 1995 è dovuto sostanzialmente al processo di rivalutazione del patrimonio immobiliare e mobiliare (in seguito al processo di privatizzazione della Cassa), che si riflette sull'entità del patrimonio netto.
Per quanto concerne le risultanze del conto economico, nel 1994 e 1995 si evidenzia un saldo positivo fra entrate e uscite: il forte incremento osservabile nel 1995 è riconducibile sostanzialmente ai saldi positivi per rivalutazione degli investimenti immobiliari e mobiliari. Nel 1996 il negativo risultato economico di esercizio è dovuto alla stazionarietà in valore assoluto delle entrate contributive, a fronte delle quali la spesa per prestazioni registra un aumento superiore a quello del 1995; nel 1997 il consistente incremento del gettito contributivo (in seguito all'aumento dell'aliquota contributiva legale e alla ripresa economica) determina un saldo positivo fra ricavi e costi.
L'entità delle riserve obbligatorie passa da 600 miliardi nel 1994 a 1.437 miliardi nel 1997, coprendo in ciascun anno del periodo considerato 13 annualità delle pensioni in corso di pagamento.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), essi registrano un incremento dell'ordine del 10% nel 1995 e del 20% nel 1996. Ciò è dovuto in gran parte al consistente aumento degli oneri per il personale in attività di servizio in seguito all'applicazione, a partire dal 1o gennaio 1996, del nuovo contratto di comparto «1o C.C.N.L. degli Enti privatizzati», che ha sostituito il contratto degli Enti parastatali (art. 5 del decreto legislativo 509/94).
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 74 unità, operano in effetti 49 unità nel 1994 che si riducono a 42 unità nel 1995 e a 38 unità nel 1996, con un indice di occupazione pari allo 0,66 nel 1994 e allo 0,57 nel 1996. La riduzione del personale in servizio è ascrivibile, da un lato, a defezioni dovute alla mobilità di cui al decreto legislativo 509/94 e, dall'altro, al collocamento in pensione.
Nel 1997 i costi per il personale in servizio si mantengono sui livelli del 1996, mentre nel 1998 è previsto un incremento di questa voce di spesa, imputabile al programma di assunzioni per il recupero della carenza di organico e all'applicazione del nuovo contratto per il personale dirigenziale.
L'indice di costo amministrativo (determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali) risulta inferiore a quello calcolato per il complesso degli Enti esaminati (tavola 10): esso si mantiene costante nel 1994 e 1995, per aumentare nel 1996 in seguito al consistente incremento delle spese di gestione, che si evolvono in base ad una dinamica più sostenuta rispetto a quella osservabile per la spesa per prestazioni.
L'indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori relativamente contenuti se confrontati con il valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11): la produttività aumenta nel periodo considerato in seguito alla diminuzione del personale in servizio.

Per quanto concerne la gestione dei crediti contributivi (tavola 13), la Cassa non esercita alcuna azione di recupero nei confronti degli iscritti, in quanto la riscossione è demandata per legge agli Archivi Notarili e avviene direttamente al momento del deposito degli atti presso l'Archivio.

I tempi di liquidazione delle prestazioni (tavola 14), pari in media a 1 mese, risultano molto inferiori ai valori medi calcolati per il complesso degli Enti considerati. Tuttavia, questo indicatore andrebbe letto unitamente ad altre informazioni, quali quelle relative al grado di evasione delle pratiche e dei ricorsi connessi a domande di prestazioni (tavola 12), che non risultano disponibili per l'Ente in questione.

Osservazioni conclusive

Come emerge dalle risultanze della gestione finanziaria e del conto economico, nel 1997 la Cassa del notariato presenta una condizione di equilibrio, dovuta sostanzialmente all'intervento sul quadro normativo tramite l'elevamento dell'aliquota contributiva legale di ben 5 punti percentuali. Tuttavia, la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, il cui andamento influisce in misura rilevante ai fini della determinazione degli equilibri di bilancio, continua a registrare nel 1997 un saldo negativo, nonostante la revisione dell'aliquota legale.
Con riferimento al perseguimento e al mantenimento nel tempo dell'equilibrio finanziario della gestione, si osserva che anche in presenza di una ripresa economica e, dunque, dell'attività notarile (in seguito alla ripresa delle contrattazioni), permangono degli elementi di instabilità.
Dal punto di vista dei fattori demografici, il rapporto numero assicurati/numero pensionati, nonostante sia superiore all'unità, presenta valori contenuti (se confrontati con i livelli osservabili per gli altri Enti esaminati) che si mantengono stazionari nel periodo considerato.
Dal punto di vista dei fattori normativo-istituzionali, il rapporto pensione media/retribuzione media tende a crescere a ritmi sostenuti, anche in seguito ai consistenti incrementi registrati dagli importi medi delle pensioni di nuova liquidazione.
Alla luce di quanto detto, pare dunque auspicabile riconsiderare i meccanismi alla base del funzionamento del sistema previdenziale dell'Ente e intervenire con ulteriori correttivi (volti a modificare le modalità di calcolo della pensione e/o a contrastare il fenomeno della «lievitazione» dei redditi in prossimità del pensionamento), al fine di consentire il perseguimento e il mantenimento dell'equilibrio finanziario della Cassa.


Allegato n. 2
Relazione del senatore Roberto NAPOLI
su
Cassa di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti

Come emerge dalla tavola 1, la Cassa dei geometri liberi professionisti provvede alla copertura delle prestazioni IVS (indicate sotto la voce «prestazioni previdenziali») e di altre tipologie di trattamenti a carattere assistenziale (indennità di maternità e provvidenze straordinarie).

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Con riferimento alle risultanze della gestione finanziaria di competenza e di cassa, nella tavola 2 risulta illustrato l'andamento sia del saldo di parte corrente sia di quello in conto capitale. Il saldo fra entrate ed uscite correnti assume un valore positivo su tutto il periodo considerato: esso aumenta considerevolmente nel 1995 per poi registrare una flessione nel 1996 e 1997, imputabile sostanzialmente al saldo entrate contributive e spesa per prestazioni istituzionali, che registra un peggioramento. Il saldo in conto capitale si attesta su valori negativi fino al 1996, mentre nel 1997 registra un valore positivo (la flessione delle spese nel 1997 è tale da compensare la corrispondente diminuzione delle entrate).
L'andamento dei due saldi si riflette sull'andamento del saldo complessivo che risulta negativo nel 1996, per attestarsi nel 1997 ad un valore positivo, in seguito al miglioramento del saldo in conto capitale che riesce a più che compensare la flessione del saldo positivo di parte corrente.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, dall'esame della tavola 3, che si riferisce al complesso delle prestazioni erogate (pensioni IVS sotto la voce «prestazioni previdenziali» e indennità di maternità e provvidenze straordinarie sotto la voce «altre prestazioni»), emerge che il saldo entrate-uscite risulta positivo, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese che aumenta nel 1995 (1,49 contro 1,35 del 1994) per tornare nel 1996 sui livelli del 1994.
In relazione alle sole prestazioni IVS, la tavola 4 contiene informazioni relative all'andamento dei fattori demografici e dei fattori normativo-istituzionali, al fine di esaminarne gli effetti sulla stabilità finanziaria e macroeconomica della gestione.
Dal lato della contribuzione (tavola 4, sezione A), il gettito registra un incremento imputabile all'elevamento dell'aliquota contributiva legale (che passa dal 5 al 7% nel 1995) e, limitatamente al 1996, all'aumento del monte dei redditi ai fini imponibili. Quest'ultimo presenta un andamento non troppo dinamico, nonostante il numero degli assicurati «attivi» registri un consistente incremento nel periodo considerato: ciò dipende dunque dall'andamento del reddito medio che si mantiene su livelli pressochè costanti.
Dal lato della spesa per pensioni (tavola 4, sezione B), l'aumento del numero e dell'importo medio delle pensioni (in particolar modo di quelle di nuova liquidazione) determina una spesa in progressiva crescita: nel 1995 l'incremento appare più contenuto a causa di una flessione del numero delle pensioni di nuova liquidazione (da 1.135 a 815 in seguito all'applicazione di provvedimenti di «blocco»), che nel 1996 si colloca di nuovo su livelli elevati (1.437 soggetti).
Con riferimento agli indicatori di equilibrio finanziario (tavola 4, sezione C), il rapporto numero assicurati «attivi»/numero pensioni, nonostante presenti valori elevati, mostra una tendenza alla diminuzione, passando dal 6,7 nel 1994 al 6,1 nel 1996: il flusso netto annuo delle nuove pensioni (nuove pensioni - cessazioni di pensioni) risulta infatti maggiore del flusso netto annuo dei nuovi assicurati (nuovi assicurati - cessazione di assicurati). Il rapporto normativo-istituzionale pensione media/reddito medio aumenta a causa dell'incremento della grandezza posta a denominatore, a fronte della quale il reddito medio si mantiene su valori pressochè costanti.
L'effetto combinato di questi fattori si riflette sull'aliquota contributiva di equilibrio e sul saldo entrate-uscite. Con riferimento alla prima, essa tende ad aumentare nel periodo considerato, ponendosi però su livelli inferiori all'aliquota contributiva effettiva (entrate contributive/monte reddituale imponibile): il fatto che essa risulti superiore all'aliquota legale si spiega con l'esistenza di altre fonte di finanziamento (quali ad esempio i contributi integrativi sul volume d'affari). Il rapporto entrate/spesa registra un incremento nel 1995 (in seguito all'elevamento dell'aliquota contributiva legale e al calo delle pensioni di nuova liquidazione), mentre nel 1996 il rapporto torna sui livelli del 1994.

Sezione II

Gestione immobliare e mobiliare

Per quanto concerne il patrimonio immobiliare, la Cassa possiede immobili da reddito locati a terzi (tavola 7).
In riferimento alle rendite derivanti dai beni immobiliari, i proventi lordi si mantengono pressochè costanti nel periodo considerato, mentre quelli netti evidenziano una tendenza alla diminuzione (tavola 7). In relazione alla consistenza del patrimonio immobiliare, nel 1995 l'entità del patrimonio iscritto in bilancio registra un consistente aumento, in seguito ad un processo di rivalutazione.
Per quanto riguarda la redditività del patrimonio immobiliare, i rendimenti lordi registrano una flessione se riferiti al valore in bilancio (a causa della rivalutazione del patrimonio nel 1995), mentre quelli riferiti al prezzo di acquisto si mantengono su livelli del 9%. I rendimenti netti, invece, registrano una consistente flessione a causa dell'aumento delle spese di gestione del suddetto patrimonio (tavola 7). Queste ultime infatti, oltre a crescere in valore assoluto, rappresentano una quota crescente dei proventi lordi complessivi (passando dal 76,4% nel 1994 all'88% nel 1996), che rappresentano il vincolo alla loro espansione. Se consideriamo i costi di gestione al netto delle imposte e tasse e della quota di ammortamento dell'anno, per isolare la componente direttamente riconducibile all'attività gestionale dell'Ente, emerge che in valore assoluto essi aumentano nel 1995 per tornare nel 1996 ai livelli del 1994 (con una incidenza sulle entrate complessive pari al 28,7% nel 1994, al 32% nel 1995 e al 27,8% nel 1996).
Con riferimento al patrimonio mobiliare (tavola 8), la voce «titoli» risulta costituita dai titoli di Stato (Cct e Btp), dalle obbligazioni delle banche, delle FS e dell'Enel e dalle cartelle mutui ipotecari.
In relazione all'evoluzione del patrimonio mobiliare, si osserva che le attività finanziarie in portafoglio tendono ad aumentare, con una composizione sbilanciata a favore dei titoli a breve e a medio-lungo termine rispetto alle attività liquide e ai crediti.
I proventi derivanti dal patrimonio mobiliare registrano una crescita progressiva, dovuta principalmente all'aumento degli interessi realizzati sui titoli a reddito fisso.
Con riferimento agli indicatori di redditività (tavola 8, sezione B), il rendimento (al lordo e al netto delle imposte) registra un aumento nel 1995, per tornare nel 1996 sui livelli del 1994 (il patrimonio mobiliare presenta un trend di crescita più dinamico dei proventi finanziari). Considerando il risultato lordo di gestione finanziaria, determinato sottraendo dai proventi finanziari gli oneri di gestione, si ottiene un rendimento che risulta in linea con quelli medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Con riferimento alla situazione patrimoniale, emerge che l'entità del patrimonio netto (determinato in base al saldo fra elementi attivi e passivi oppure in base alla somma delle riserve obbligatorie e di altre riserve previste dall'ordinamento della Cassa) passa da 1.560 miliardi nel 1994 a 2.000 miliardi nel 1996: il trend di crescita delle attività risulta più sostenuto di quello osservabile per le passività.
Il risultato economico di esercizio assume un valore positivo e crescente, passando da 89 miliardi nel 1994 a 131 miliardi nel 1996. L'entità delle riserve obbligatorie passa da 363 miliardi nel 1994 a 1.659 miliardi nel 1996, coprendo 9 annualità delle pensioni in corso di pagamento nel relativo anno.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), essi registrano un incremento dell'ordine del 10% nel 1995 e del 13% nel 1996. I costi per il personale in servizio tendono ad aumentare (a causa di una crescita delle componenti fisse del salario), nonostante il numero delle unità del personale si riduca.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 185 unità, operano in effetti 138 unità nel 1994 che si riducono a 135 unità nel 1995 e a 122 unità nel 1996, con un indice di occupazione pari allo 0,75 nel 1994 e allo 0,66 nel 1996.
L'indice di costo amministrativo (determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali) risulta superiore a quello calcolato per il complesso degli Enti esaminati (tavola 10): esso si mantiene costante nel 1994 e 1995, per scendere nel 1996 (in seguito al consistente incremento della spesa per prestazioni, che si evolvono in base ad una dinamica più sostenuta rispetto a quella osservabile per i costi di gestione).
L'indice di produttività, determinato in base al rapporto fra il numero di prestazioni totali e il personale in servizio, assume valori relativamente contenuti se confrontati con il valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11): la produttività aumenta nel periodo considerato in seguito alla diminuzione del personale in servizio e al contestuale aumento del numero delle prestazioni.
In riferimento alla gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazione (tavola 12), il grado di evasione delle pratiche è pari a 1 in ciascun anno del periodo considerato, per cui il numero delle pratiche definite è esattamente uguale al numero delle pratiche presentate nel medesimo anno. Tuttavia, i tempi di liquidazione delle prestazioni risultano superiori ai valori medi calcolati per il complesso degli Enti considerati (tavola 14).

Osservazioni conclusive

Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni, emerge che dal punto di vista dei fattori demografici la gestione risulta finanziariamente sostenibile, con un rapporto numero assicurati/numero prestazioni (pari a 6) che risulta uno fra i più elevati nel confronto con gli altri Enti esaminati. Tuttavia, la gestione prestazioni istituzionali, pur registrando un avanzo, presenta un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alla spesa che assume valori prossimi all'unità. Il coefficiente di copertura risulta determinato in base al prodotto dei seguenti fattori:

aliquota legale reddito-medio
pensione-media
numero-assicurati
numero-prestazioni


il rapporto demografico si pone su valori elevati, mentre le altre due grandezze registrano valori relativamente contenuti. Pare dunque auspicabile intervenire sull'aliquota di contribuzione legale (che si colloca su valori relativamente contenuti se confrontati con quelli previsti per gli altri Enti) e/o sulle modalità di calcolo delle prestazioni.


Allegato n. 3
Relazione del senatore MACONI
su
Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi (SPORTASS)

Nonostante l'inquadramento della Sportass fra gli Enti che gestiscono forme obbligatorie di protezione sociale, la medesima non esplica funzioni di previdenza e di assistenza obbligatoria.
Le attività svolte (assicurazione contro i danni derivanti da infortuni personali occorsi nell'esercizio dello sport e gestione di forme previdenziali a favore di sportivi professionisti) sono infatti gestite in un regime di libera concorrenza con le compagnie di assicurazione private e sulla base di modalità e condizioni previste dalle singole polizze assicurative stipulate con la SPORTASS dal CONI, dalle Federazioni Sportive e da altre Organizzazioni Sportive.
Per quanto concerne i risultati di gestione, emerge che la gestione finanziaria di competenza risulta in pareggio sia nel 1997 (sulla base dei dati di preventivo aggiornato) sia nel 1998 (sulla base dei dati del bilancio di previsione), mentre il risultato economico di esercizio (determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica) presenta un avanzo di 675 milioni nel 1998.
Con riferimento alla gestione tipica dell'Ente entrate contributive-spesa per prestazioni, sulla base dei dati del bilancio preventivo 1998, emerge che le entrate e le spese connesse all'attività istituzionale dell'Ente ammontano rispettivamente a 49,5 miliardi e a 42,8 miliardi.
Il gettito contributivo deriva dai contributi assicurativi e dalle quote di partecipazione degli iscritti. L'ammontare degli indennizzi e delle prestazioni integrative, risulta costituito per 6,7 miliardi dall'importo liquidabile nell'esercizio (indicato in bilancio sotto la voce prestazioni istituzionali) e per 36,1 miliardi dall'importo da accantonare nelle riserve tecniche patrimoniali per le liquidazioni da effettuare negli esercizi successivi.