COMMISSIONE PARLAMENTARE
di controllo sull'attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
GIOVEDÌ 2 LUGLIO 1998

37a Seduta
Presidenza del Presidente
Michele DE LUCA

La seduta ha inizio alle ore 8,30.

Esame dell'attività svolta dagli enti di previdenza ed assistenza sociale dal 1994 al 1997
(Seguito dell'esame e rinvio)
(R050 001, B68a, 0004°)

Riprende l'esame rinviato nella seduta del 30 giugno 1998.

Il presidente Michele DE LUCA preliminarmente ricorda che le tavole ed i relativi dati richiamati dai relatori sono riscontrabili nel documento pubblicato in allegato al resoconto della seduta della Commissione del 24 giugno 1998.

Prende quindi la parola il senatore AGOSTINI che riferisce sull'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari (ENPAV) rimettendosi alla relazione scritta che consegna per la pubblicazione in allegato (n. 1) al resoconto della seduta.

Il senatore GRUOSSO riferisce (allegato n. 2) sull'Ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura (ENPAIA) soffermandosi in particolare ad evidenziarne la solida situazione economico-finanziaria.

Il senatore MANFROI riferisce sull'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI) ponendo l'accento sull'andamento sostanzialmente positivo della gestione economico-finanziaria dell'ente; rileva quindi come il coefficiente di copertura delle entrate contributive rispetto alla spesa per prestazione sia pari all'1,2 nel 1994 e scenda all'1,1 nel 1997, con un progressivo avvicinamento delle entrate alle uscite. Successivamente sottolinea l'aumento dell'aliquota contributiva legale di 0,7 punti percentuali nel 1996, nonchè il crescente peso della spesa assistenziale (svincolata da contributi). Accennato, quindi, alla gestione immobiliare e mobiliare ed alla situazione patrimoniale, conclude rimettendosi al testo della relazione scritta (allegato n. 3).

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, B68a, 0013°)


Il PRESIDENTE richiama l'attenzione sulla necessità che nelle sedute della prossima settimana si svolgano almeno le relazioni dei restanti enti privatizzati, sostituendosi eventualmente i relatori non presenti.

Il deputato DUILIO richiama l'attenzione sull'opportunità che la Commissione affronti, eventualmente anche con sopralluoghi, i problemi di come ridurre il fenomeno infortunistico e della verifica dell'attualità della stessa legislazione sull'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Altra tematica da esaminare, egli aggiunge, è quella delle locazioni degli immobili degli enti previdenziali.

Il presidente Michele DE LUCA conviene sull'importanza delle problematiche evidenziate dal deputato Duilio e rileva che la Commissione potrà programmare tali lavori alla ripresa autunnale.

La seduta termina alle ore 9,05.



Allegato n. 1
Relazione del senatore AGOSTINI
su
Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari (ENPAV)

Come si rileva dalla tavola 1, l'Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Veterinari provvede alla copertura delle prestazioni previdenziali IVS e di altre prestazioni, come la liquidazione di capitali per ricongiunzione ad altri Enti e le indennità di restituzioni, che rientrano nell'ambito delle «prestazioni previdenziali», gestisce, inoltre, i trattamenti di malattia e maternità (legge 379/90).
Fra i compiti istituzionali della Cassa rientrano anche altre prestazioni di carattere sociale riconducibili a erogazioni benefico assistenziali.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Nella tavola 2 vengono evidenziate le risultanze della gestione finanziaria (di competenza e di cassa), attraverso i saldi di parte corrente e in conto capitale che concorrono alla determinazione del saldo complessivo di gestione.
Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza, disponibile soltanto per gli anni 1994 e 1995 il saldo complessivo evidenzia nel periodo esaminato un netto miglioramento (passando da un disavanzo di 3.4 miliardi nel 1994 e un avanzo di 11.9 miliardi nel 1995), che risulta imputabile soprattutto al saldo di parte corrente che da 12 miliardi del 1994 si porta a 42.8 miliardi nel 1995, mentre peggiora il saldo negativo in conto capitale.
Con riferimento alla gestione finanziaria di cassa, negli anni 1994-97 si rileva il passaggio da un saldo negativo di 3.2 miliardi nel 1994 ad un saldo positivo di 9,8 nel 1997 per la contenuta diminuzione delle entrate di parte corrente rispetto al 1994, che passano da 12.1 a 11.3 miliardi e il consistente apporto delle entrate in conto capitale che nello stesso periodo di riferimento passano da meno 15.5 a meno 1.5 miliardi, mentre i saldi di parte corrente per gli anni 1995 e1996 sono rispettivamente pari a 30.2 e 26.4 miliardi. Anche il consistente ridursi del passivo in conto capitale che da meno 43 miliardi del 1996 si porta a meno 1.5 miliardi influisce in modo consistente sul saldo positivo per l'anno 1997. Per gli anni 1996-97 la redazione del bilancio è stata effettuata secondo fini privatistici e i saldi sono stati determinati sulla base della rilevazione dei flussi di cassa.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, nella tavola 3 (relativa al complesso delle prestazioni erogate) e nella tavola 4 (relativa alle prestazioni IVS) vengono esaminati i diversi fattori (demografici e normativo-istituzionali) che, agendo sull'andamento del gettito contributivo e dell'onere per prestazioni, consentono di esprimere valutazioni sull'equilibrio finanziario della gestione.
Dall'esame della tavola 3, si rileva che nel periodo considerato il saldo fra entrate contributive e spesa per prestazioni assume sempre valori positivi: risulta di 15 miliardi nel 1994, aumenta a 43 miliardi nel 1995 per scendere a 11 miliardi nel 1996. Il coefficiente di copertura delle entrate contributive rispetto alla spesa per prestazioni è pari a 1.62 nel 1994 per salire a 2.49 nel 1995 per il consistente incremento del monte retributivo imponibile che rispetto all'anno precedente passa da 226 a ben 480 miliardi per attestarsi a 1.66 nel 1996.
Anche il rapporto numero assicurati/numero delle prestazioni si presenta costante nel triennio nella misura di 2.5 cioè di un numero di assicurati maggiore di 2.5 volte il numero di pensionati
La tavola 4, relativa alle gestioni dei trattamenti pensionistici IVS, si compone di due parti, dedicate rispettivamente all'analisi della contribuzione e all'esame delle prestazioni.
In relazione alla contribuzione (tavola 4, sezione A), si rileva un rilevante aumento delle entrate contributive nel periodo (1994-96) connesso ad un incremento del monte retributivo imponibile in particolare nel 1995, pur in costanza sia del numero degli assicurati che della retribuzione media annua.
In relazione alle prestazioni (tavola 4, sezione B), l'aumento della spesa è dovuto esclusivamente ad un aumento del numero di pensioni, in quanto sia l'importo medio delle pensioni già corrisposte che le nuove liquidate risultano nel triennio piuttosto ferme sui 10 milioni annui.
L'effetto combinato dell'andamento delle entrate contributive e della spesa per pensioni complessivamente considerate determina un saldo positivo pari a 43 miliardi nel 1996, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese pari a 1.66. L'aliquota di equilibrio previdenziale



<INIZIO PARTE TABELLARE NON VISUALIZZABILE CORRETTAMENTE>
Monte reddituale imponibile
Spesa per pensioni
= Numero assicurati
Numero pensioni
Retribuzione media
Pensione media


<FINE PARTE TABELLARE>


risulta inferiore all'aliquota contributiva legale, per tutto il periodo considerato e segnatamente nel 1995 dove a fronte di un'aliquota di equilibrio previdenziale pari a 5.9% fa riscontro un'aliquota contributiva legale del 10%. Anche il rapporto normativo istituzionale pensione media/ retribuzione media risulta costante nella misura dello 0.50, come pure il rapporto demografico numero assicurati attivi/numero pensioni, che si mantiene tra i valori del 2.5 e del 2.6.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

Nella tavola 7 vengono indicate le risultanze della gestione immobiliare: sulla base dei dati relativi all'entità dei valori immobiliari e ai proventi derivanti dal patrimonio medesimo, è stata calcolata la redditività in termini lordi e netti.
Nel triennio 1994-96, il rendimento lordo è risultato costantemente pari al 2.7%, come pure il rendimento netto calcolato sul valore storico, il rendimento è riferito ai soli immobili locati a terzi costituiti da immobili ad uso abitativo e commerciale per un valore complessivo limitato di 3.7 miliardi a valore di bilancio e con valore catastale pari a 100 milioni.
Dal punto di vista amministrativo c'è da rilevare la insussistenza di costi imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare per la concordanza dei rendimenti lordi e netti.
Nella tavola 8 viene esaminato l'andamento della gestione mobiliare, tramite l'evidenziazione delle attività finanziarie e della relativa composizione e dei proventi realizzati (e/o maturati) su tali investimenti. Le attività finanziarie detenute dall'Ente sono costituite in prevalenza da titoli (20.5 miliardi nel 1994; 76.8 miliardi nel 1996 su un totale attività pari a 117 miliardi).
Nel periodo considerato (1994-96), il rendimento riferito al complesso delle attività detenute si riduce, attestandosi nel 1996 ad un valore pari al 4.55% in termini netti. inferiore ai rendimenti medi registrati nel periodo in esame sui valori mobiliari corrispondenti.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Nella tavola 9 vengono evidenziate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale, con particolare attenzione all'entità delle riserve obbligatorie e alle assegnazioni delle quote dell'esercizio alle riserve medesime, determinate in base alle specifiche disposizioni di legge.
Con riferimento al conto economico, viene evidenziato il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica. La progressiva riduzione dell'avanzo economico osservabile nel periodo 1994-97, con la sola eccezione dell'anno 1995 che ha fatto registrare un forte incremento delle entrate contributive, è imputabile ad un aumento delle entrate inferiore all'aumento per le spese per prestazioni.
Il risultato economico di esercizio sempre positivo nel triennio considerato, decrescente con l'eccezione summenzionata, è stato interamente portato nel periodo considerato ad incrementare il patrimonio netto, il quale ha raggiunto al 31 dicembre 1997 l'importo di 161 miliardi.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell'efficienza operativa e produttiva dell'Ente.
Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), è stato calcolato l'indice di costo amministrativo determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali. Per l'Ente esaminato, l'indice di costo amministrativo risulta maggiore per l'anno 1994 a quello calcolato per il complesso degli Enti monitorati, mentre si colloca nella media del periodo esaminato, al 12% negli anni successivi. Le componenti di spesa più dinamiche nell'incrementarsi sono rappresentate dalla voce «personale in servizio» mentre la voce «altri oneri» si dimezza.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 48 unità, operano in effetti 22 unità nel 1994 che si riducono a 21 unità nel 1995 e che si attestano a 19 unità nel 1996, con un indice di occupazione che risulta non elevato se confrontato con quelli registrati dagli altri Enti esaminati.
L'indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori relativamente elevati se confrontati con il valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11). Nel periodo esaminato la produttività aumenta (passando dal 283% nel 1994 al 345% nel 1996) pur in presenza di una riduzione del personale.
In riferimento alla gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazione (tavola 12) il grado di evasione delle pratiche è inferiore a quelle presentate in tutto il periodo in esame, mentre il grado di evasione dei ricorsi pari a 1 nel 1995 si riduce a 0.44 nell'anno successivo. Entrambi gli indici si pongono al di sotto dei valori medi determinati sul complesso degli Enti.
In riferimento alla gestione dei crediti contributivi (tavola 13) essa non risulta rilevante per l'Ente in esame.
Come emerge dalla tavola 14, i tempi di liquidazione delle prestazioni sono pari in media a 60/80 giorni in ciascun anno del periodo considerato e per ciascuna tipologia di trattamento con la sola eccezione delle pensioni di invalidità che abbisognano in media di 90 giorni e con tendenza alla riduzione dei tempi per tutte le prestazioni, che , comunque, risultano tutti inferiori ai valori medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati.

Osservazioni conclusive

Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni, l'Ente presenta un rapporto demografico numero assicurati/numero iscritti stabile nel periodo in esame pari a 2.5 con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alla spesa per prestazioni del 1.66.
Le riserve obbligatorie alimentate dai risultati economici positivi anche se decrescenti ammontano a 161 miliardi con un livello di spesa per prestazioni di 33 miliardi nel 1996 ed entrate contributive per 54 miliardi nello stesso anno.
Con riferimento all'evoluzione dei fattori demografici e al quadro normativo-istituzionale, si possono avanzare le seguenti osservazioni in relazione alla sostenibilità finanziaria della gestione e all'equilibrio di lungo periodo.
Dal punto di vista dei fattori demografici (base assicurativa e stock di pensioni), l'Ente si configura ancora come una gestione «dinamica», caratterizzata da un numero elevato di nuovi iscritti alquanto superiore alle nuove prestazioni di pensione dell'anno, rilevato dal rapporto 2.39 per l'anno 1996. Anche il rapporto numero assicurati/numero prestazioni pari a 2.50 comporterà la maturazione dei requisiti per il collocamento a riposo con relativo impoverimento della base assicurativa piuttosto lentamente nel tempo.
In relazione al quadro normativo-istituzionale, si segnala il lieve decremento dell'importo medio delle pensioni di nuova liquidazione in un contesto di spesa per prestazioni in aumento scaturito dall'incremento, anche se modesto, dell'importo medio delle prestazioni dello stock di pensioni
Si consiglia il costante controllo dei fattori demografici e dei meccanismi di funzionamento del sistema, che agiscono sulla dinamica della spesa e delle entrate contributive, in modo tale da poter intervenire al fine del mantenimento dell'equilibrio di lungo periodo.


Allegato n. 2
Relazione del senatore GRUOSSO
su
Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati
in agricoltura (ENPAIA)

Come emerge dalla tavola 1 l'Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura non opera nell'ambito delle prestazioni pensionistiche IVS, ma provvede all'erogazione di Pensioni integrative e Pensioni consorziali ,nonchè altre prestazioni previdenziali, quali la Liquidazione di capitali e le Indennità di liquidazione. Svolge, inoltre, altre prestazioni sociali, come la corresponsione di Assegni temporanei di invalidità e altri trattamenti quali le Rendite vitalizie.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Nella tavola 2 vengono evidenziate le risultanze della gestione finanziaria di competenza, attraverso i saldi di parte corrente e in conto capitale che concorrono alla determinazione del saldo complessivo di gestione.
Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza, il saldo complessivo evidenzia nel triennio 1994-1996 un consistente miglioramento del saldo attivo tra gli anni 1994 e 1996 che si eleva da 13 a 26 miliardi per l'aumento del saldo positivo di parte corrente, mentre nel 1995 il saldo risulta passivo di -8 miliardi con un peggioramento rispetto al 1995 di 21 miliardi scaturito in particolare dalla forte diminuzione del saldo negativo in conto capitale che passa da -29 a -48 miliardi
Il saldo positivo di parte corrente, nell'anno 1996, s'incrementa di 45 miliardi rispetto all'anno precedente in seguito ad un aumento delle entrate contributive, ma in particolare per la riduzione delle spese per prestazioni che diminuiscono di ben 36 miliardi
Non sono disponibili i dati relativi alla gestione finanziaria di cassa.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, la tavola 3 contiene informazioni sul complesso delle prestazioni erogate: la voce «prestazioni previdenziali» riguarda solo l'erogazione di Pensioni integrative e Pensioni consorziali, mentre nella voce «altre prestazioni previdenziali» confluiscono la liquidazione di capitali e le indennità di liquidazione ed, infine, nella voce «altre prestazioni» confluiscono le prestazioni per attività sociali, come la corresponsione di assegni temporanei di invalidità e le rendite vitalizie.
Dall'esame della tavola 3 emerge che nel periodo considerato per tutte le prestazioni svolte dall'Ente si manifesta un saldo positivo fra entrate contributive e onere per prestazioni che risulta pari a 99 miliardi nel 1996 suddiviso come segue: 33 miliardi per «prestazioni previdenziali», 61 miliardi per «altre prestazioni previdenziali» che rappresentano circa l'80% delle spese e 5 miliardi per «altre prestazioni» con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle uscite rispettivamente pari al 3.86, 1.61 e 1.61 tutti in crescita rispetto agli anni precedenti.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

Nella tavola 7 vengono indicate le risultanze della gestione immobiliare: sulla base dei dati relativi all'entità dei valori immobiliari e ai proventi derivanti dal patrimonio medesimo, è stata calcolata la redditività in termini lordi e netti.
Nel 1996, a fronte di un rendimento lordo pari al 3.81% calcolato sul valore storico, il rendimento netto si riduce allo 0.73% con una incidenza di costi direttamente imputabile alla gestione immobiliare dell'80%. Nel periodo esaminato 1994-96, la redditività lorda risulta quasi invariata, mentre quella netta si incrementa passando dallo 0.11% del 1994 allo 0.73 % del 1996. Anche gli investimenti patrimoniali si raddoppiano nel periodo raggiungendo gli 800 miliardi tra immobili da reddito locati a terzi per usi abitativi oltre 497 miliardi e quelli adibiti ad usi commerciali oltre 284 miliardi. L'importo residuo è costituito da immobili strumentali adibiti ad usi diretti per oltre 20 miliardi.
Nella tavola 8 viene esaminato l'andamento della gestione mobiliare, tramite l'evidenziazione delle attività finanziarie, della relativa composizione e dei proventi realizzati (e/o maturati) su tali investimenti. Le attività finanziarie detenute dall'Ente sono costituite da attività liquide, da titoli di Stato (Cct e Btp), obbligazioni INCE e altri titoli esteri e inoltre da crediti a breve e medio termine.
Nel periodo considerato (1994-96), il rendimento riferito al complesso delle attività detenute diminuisce, attestandosi nel 1996 ad un valore pari all'8,55% in termini lordi e al 6.45% in termini netti (ovvero al netto delle imposte).
Con riferimento ai valori mobiliari in senso proprio, costituiti per l'Ente in esame dai titoli obbligazionari pubblici e privati il rendimento risulta in linea con i rendimenti medi registrati nel periodo in esame sui valori mobiliari corrispondenti.
Il rendimento calcolato sul risultato lordo di gestione finanziaria (che si ottiene sottraendo ai proventi complessivi - al lordo e al netto delle imposte - gli oneri di gestione) registra valori nel 1996 del 7.20% e del 5.10% leggermente inferiori alla media degli Enti presi in esame.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Nella tavola 9 vengono evidenziate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale, con particolare attenzione all'entità delle riserve obbligatorie determinate in base alle specifiche disposizioni di legge.
Con riferimento al conto economico, viene evidenziato il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica. Il risultato economico di esercizio assume sempre un valore economico positivo anche se lievemente decrescente attestandosi a 4 miliardi nel 1996.
La situazione patrimoniale generale presenta un avanzo patrimoniale netto che nel periodo esaminato passa da 56 miliardi nel 1994 a 63 miliardi nel 1996. Il miglioramento è determinato da un aumento delle attività che crescono in misura superiore alle passività; fra le attività la voce che si è maggiormente incrementata è rappresentata dagli investimenti immobiliari, come già evidenziato in precedenza.
Le riserve obbligatorie passano da 52 miliardi nel 1994 a 59 miliardi nel 1996, con assegnazioni negli anni, a Riserve obbligatorie, di importi corrispondenti ai risultati economici dei singoli esercizi.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell'efficienza operativa e produttiva dell'Ente.
Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), è stato calcolato l'indice di costo amministrativo determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali. Per l'Ente esaminato, l'indice di costo amministrativo oscilla tra il 15 e il 19% nel periodo considerato (1994-96).
La componente di spesa che risulta aumentata maggiormente in valore assoluto è la voce «personale in quiescenza» che dall'anno 1994 al 1996 aumenta di oltre 500 milioni passando da un miliardo di spesa a un miliardo 555 milioni.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 192 unità, hanno operato in effetti 129 unità nel 1994 e 121 nel 1995. Nel 1996 l'organico è stato rivisto e portato a 128 unità con effettivi in servizio pari a 119 unità e a 121 unità per l'anno 1997.
L'indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori inferiori al valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11). Tuttavia, nel periodo esaminato, la produttività aumenta (passando dal 73,7% nel 1994 al 83.5% nel 1997), anche a seguito alla diminuzione del numero di unità in servizio.
In riferimento alla gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazione (tavola 12) l'Enpaia non ha compilato il prospetto, ma ha indicato il grado di evasione delle pratiche pari ai 1.01 nel 1994 e nel 1995, a 0.96 nel 1996 e a 1 nel 1997, praticamente il grado di evasione delle pratiche è superiore o pari a quelle presentate fatta eccezione per l'anno 1996.
In riferimento alla gestione di crediti contributivi (tavola 13) si possono esaminare i dati relativi alla gestione del contenzioso e al recupero crediti per attività diretta dell'Ente, al fine di valutarne l'efficienza operativa. L'ammontare dei crediti contributivi del periodo considerato (1994/96) è aumentata da 38.7 miliardi a 48.9 miliardi del 1996 unitamente al numero delle posizioni debitorie. L'entità del recupero dei crediti cresce progressivamente e passa da 10.3 miliardi nel 1994 a 11.5 miliardi nel 1996, il recupero avviene per attività diretta dell'Ente in via amministrativa e in misura sempre più elevata per via legale che, nel solo anno 1996 ha toccato i 4.6 miliardi.
I costi sostenuti in relazione all'attività di recupero dei crediti (solo per attività di vigilanza in quanto non sono disponibili i dati riferiti ai costi relativi a spese legali), rappresentano una quota decrescente dei crediti recuperati per attività diretta dell'Ente, passando dal 4.57% nel 1994 al 4.06% nel 1996

Osservazioni conclusive

Con riferimento all'equilibrio finanziario della gestione entrate contributive-spesa per prestazioni emerge per tutto il periodo considerato un saldo positivo con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alla spesa superiore a 1.6 mediamente e un rapporto demografico numero assicurati/numero prestazioni elevato per la voce altre prestazioni, superiore alla media per la voce altre prestazioni previdenziali.
Sussiste un miglioramento dell'equilibrio finanziario con un saldo positivo fra entrate contributive e onere per prestazioni per tutto il periodo considerato e per tutte le prestazioni gestite dall'Ente nell'ambito di un rapporto demografico anch'esso positivo in quanto il rapporto numero nuovi assicurati/numero nuove prestazioni è superiore a 120 nel triennio, ciò significa che a fronte di una nuova prestazione ci sono 120 nuovi assicurati.
Si auspica, comunque, il continuo controllo dei fattori demografici e dei meccanismi di funzionamento del sistema, che agiscono sulla dinamica delle spese e delle entrate contributive, in modo tale da poter intervenire al fine di assicurare il mantenimento dell'equilibrio di lungo periodo.


Allegato n. 3
Relazione del senatore MANFROI
su
Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI)

L'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti provvede all'erogazione delle prestazioni pensionistiche IVS, ivi inclusi i prepensionamenti e le pensioni sociali, nonchè altre tipologie di trattamenti a carattere assistenziali, quali i trattamenti economici temporanei (assegni per il nucleo familiare, trattamenti di disoccupazione, trattamenti per cassa integrazione, trattamenti di malattia e maternità, indennità di mobilità e assegni temporanei di invalidità), le prestazioni sotto forma di crediti e sovvenzioni straordinarie, le prestazioni per attività sociali (borse e assegni di studio, soggiorni in case di riposo, convitti, ecc.) e altri trattamenti (assegno mensile per l'assistenza, assegno privilegiato di invalidità, onere per la prevenzione e la cura dell'invalidità e assegno matrimoniale).

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Le risultanze della gestione finanziaria di competenza e di cassa vengono illustrate nella tavola 2. Il saldo positivo di parte corrente registra un peggioramento progressivo su tutto il periodo considerato: le spese (in particolar modo quella per prestazioni) presentano un trend di crescita più dinamico rispetto a quello registrato dalle entrate. Il saldo negativo in conto capitale passa da 120 miliardi nel 1994 (170 miliardi se riferito ai dati di cassa) a 78 miliardi nel 1997 (50 miliardi in base ai dati di cassa).
L'effetto combinato dell'andamento dei due saldi determina un risultato finanziario di esercizio che presenta valori oscillanti, per attestarsi nel 1997 su un valore negativo: il peggioramento rispetto al 1996 (in cui tale saldo assume valori positivi) è dovuto alla diminuzione del saldo positivo di parte corrente e all'aumento del saldo negativo in conto capitale.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, la tavola 3 contiene informazioni sul complesso delle prestazioni erogate: la voce «prestazioni previdenziali» si riferisce ai trattamenti pensionistici IVS e alle prestazioni erogate dal Fondo di garanzia, mentre nella voce «altre prestazioni» confluiscono i trattamenti economici temporanei, le prestazioni per attività sociali, e le prestazioni della gestione infortuni. Dall'esame della tavola 3 emerge che nel periodo considerato il differenziale fra entrate contributive e spesa per prestazioni assume valori positivi: il saldo, pari a 62 miliardi nel 1994, diminuisce a 44 miliardi nel 1995, per mantenersi pressochè costante nei due anni successivi (41 e 43 miliardi rispettivamente nel 1996 e 1997). Il coefficiente di copertura delle entrate contributive rispetto alla spesa per prestazioni è pari all'1,2 nel 1994 e scende all'1,1 nel 1997, evidenziando un progressivo avvicinamento delle entrate alle uscite.
La tavola 4 contiene informazioni relative alle sole prestazioni IVS (al netto dei trattamenti erogati dal Fondo di garanzia), ivi inclusi i trattamenti pensionistici di natura più propriamente assistenziale, quali le pensioni sociali e i prepensionamenti, che soprattutto negli anni più recenti hanno assunto un peso via via crescente in termini di numero di trattamenti e, dunque, di spesa.
Dal lato del finanziamento (tavola 4, sezione A), l'incremento registrato dalle entrate contributive (sulla base di un tasso di crescita medio annuo del 6,2%) non è riconducibile all'andamento del monte retributivo ai fini imponibili, che si mantiene pressochè costante in valore assoluto: la retribuzione media annua degli iscritti aumenta, ma il numero degli iscritti che finanziano effettivamente il sistema pensionistico (assicurati «attivi») si mantiene su livelli costanti (il numero degli assicurati totali registra un incremento, anche se pur lieve, sulla base di un flusso netto annuo positivo; tuttavia, la redistribuzione degli assicurati avviene a favore degli assicurati «silenti» rispetto a quelli «attivi»). L'aumento delle entrate contributive è dunque connesso, in parte, ad una revisione del quadro normativo (con l'elevamento dell'aliquota contributiva legale di 0,7 punti percentuali nel 1996) e, in parte, ad altre cause riconducibili alla prosecuzione volontaria, al riscatto dei periodi contributivi, al trasferimento di posizioni da altri Enti.
Dal lato della spesa (tavola 4, sezione B), l'aumento dell'onere per pensioni (sulla base di un tasso di crescita medio annuo del 9%) non è tanto dovuto all'andamento del numero delle pensioni (in lieve crescita nel 1995 e 1996 e stazionario nel 1997) quanto al forte incremento dell'importo medio delle pensioni.
Il saldo entrate contributive-spesa per pensioni risulta positivo, evidenziando una tendenza alla diminuzione, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese che passa dall'1,16 nel 1994 all'1,08 nel 1997 (tavola 4, sezione C). L'aliquota contributiva di equilibrio previdenziale risulta inferiore a quella effettiva (entrate contributive/monte retributivo imponibile), evidenziando una tendenza alla crescita: il rapporto demografico numero assicurati/numero prestazioni diminuisce, a fronte del quale il rapporto normativo-istituzionale aumenta. Il fatto che nel 1997 l'aliquota di equilibrio sia superiore all'aliquota legale dipende dal fatto che le entrate contributive indicate dall'Ente risultano costituite, oltre che dalla componente derivante dall'applicazione dell'aliquota legale, da altri versamenti (quota di partecipazione degli iscritti, trasferimenti da altri Enti, ecc.).
Isolando all'interno della spesa pensionistica la componente di natura più propriamente assistenziale (svincolata dal versamento dei contributi), rappresentata dalle pensioni sociali e dai prepensionamenti in caso di crisi aziendali (che non risultano finanziati con trasferimenti pubblici), emerge il crescente peso di questa voce di spesa. In termini di numero di trattamenti, la quota dei prepensionamenti passa dal 3,5% nel 1994 al 5,7% nel 1997, mentre in termini di spesa, la loro incidenza passa dal 3,5% nel 1994 al 7,5% nel 1997.
Per quanto concerne i trattamenti economici temporanei, la tavola 6 contiene informazioni sulle singole tipologie di prestazione erogata. Dall'esame dei dati emerge il progressivo peggioramento della gestione trattamenti di disoccupazione, indennità di mobilità e trattamenti per cassa integrazione guadagni: il saldo fra entrate e spesa, pari a 11 miliardi nel 1994, assume un valore negativo nel 1996, per riportarsi nel 1997 in una situazione di sostanziale pareggio (con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle uscite che passa da 1,9 nel 1994 a 1 nel 1997).

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

Con riferimento al patrimonio immobiliare (tavola 7), l'Ente possiede immobili da reddito locati a terzi (adibiti ad usi abitativi e commerciali) e immobili strumentali (adibiti ad uso uffici).
Il valore del patrimonio iscritto in bilancio aumenta considerevolmente nel 1995 - in seguito, in primo luogo, ad un processo di rivalutazione e, in secondo luogo, per l'acquisizione di nuovi immobili - per attestarsi ai medesimi livelli della valutazione ai prezzi di mercato.
I proventi (lordi e netti) derivanti dal patrimonio immobiliare si mantengono pressochè costanti nel 1995, per aumentare nel 1996 e 1997, in conseguenza del rinnovo dei contratti da «equo canone» a «patti in deroga», che non risulta ancora completato per le numerose rateizzazioni richieste dagli inquilini e per il mancato rinnovo di una parte dei contratti. Il trend di crescita dei redditi netti risulta il medesimo di quello registrato dai redditi lordi, in quanto le spese imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare rappresentano una quota (circa il 39%) dei ricavi lordi che si mantiene costante. Se consideriamo i costi al netto della componente imposte e tasse, si osserva che la loro incidenza sui proventi lordi segue il medesimo andamento dei costi considerati nel loro complesso.
Con riferimento agli indicatori di redditività, il rendimento (lordo e netto) riferito al valore in bilancio diminuisce nel 1995 (in seguito alla rivalutazione del patrimonio, a fronte della quale i proventi presentano una lieve flessione), per crescere nel periodo successivo a causa dell'aumento dei proventi. I rendimenti calcolati sul valore ai prezzi di acquisto e ai prezzi di mercato registrano una lieve flessione nel 1995 (a causa sostanzialmente della stazionarietà dei redditi in valore assoluto), per crescere nel periodo successivo.
Dal confronto con i valori medi di redditività calcolati per il complesso degli Enti esaminati, emerge che i rendimenti ai prezzi di mercato sono in linea con i valori medi, mentre quelli riferiti al valore in bilancio e ai prezzi di acquisto risultano inferiori. Tuttavia, per questi ultimi non si tratta di un confronto corretto, in quanto si osserva che i criteri di contabilizzazione in bilancio adottati dagli Enti possono risultare differente e che gli immobili possono essere stati acquistati in periodi diversi.
Con riferimento al patrimonio mobiliare (tavola 8), la voce «titoli» comprende i titoli di Stato (Ctz) e le obbligazioni delle banche, mentre la voce «altri investimenti» si riferisce alle quote di fondi comuni.
In relazione alla composizione del portafoglio, esso risulta sbilanciato a favore delle attività liquide e dei crediti a breve e a medio-lungo termine; gli investimenti in titoli rappresentano una quota minima del patrimonio, mentre le quote di fondi comuni assumono un peso rilevante nel 1997, attestandosi al 15% degli investimenti complessivi.
I proventi finanziari (costituiti sia dagli interessi derivanti dai titoli a reddito fisso sia dalle plusvalenze maturate sulle quote dei fondi comuni e sui titoli) si mantengono pressochè costanti in valore assoluto.
In relazione agli indicatori di redditività (tavola 8, sezione B), i rendimenti calcolati sul complesso delle attività finanziarie assumono valori in linea con quelli medi determinati per l'insieme degli Enti esaminati.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Con riferimento alla situazione patrimoniale, emerge che l'entità del patrimonio netto (determinato in base al saldo fra elementi attivi e passivi oppure in base alla somma delle riserve obbligatorie e dell'avanzo patrimoniale), passa da 981 miliardi nel 1994 a 1.564 miliardi nel 1997.
Il risultato economico di esercizio assume un valore positivo, che si riduce nel periodo considerato, passando da 72 miliardi nel 1994 a 24 miliardi nel 1997.
L'entità delle riserve obbligatorie, che passa da 909 miliardi nel 1994 a 1.540 miliardi nel 1997, risente, oltre che dell'assegnazione annua, anche delle rivalutazione del patrimonio immobiliare effettuata nel 1995 pari a 495 miliardi.
Per quanto riguarda la copertura da parte delle riserve obbligatorie della spesa sostenuta per le pensioni, che in base alle nuove disposizioni introdotte dalla legge finanziaria per il 1998 (legge 449/97) deve essere pari a 5 annualità delle pensioni in pagamento nel 1994, si osserva che nel 1997 risulta soddisfatta tale condizione: la copertura si attesta su un valore (5,34) di poco superiore al livello richiesto. In base alla precedente normativa (decreto legislativo 509/94), la copertura delle riserve, determinata in relazione alle rate di pensione in corso di pagamento nel relativo anno, sarebbe stata dell'ordine di 3,4 annualità nel 1994 e di 4,8 nel 1995, per scendere a 4,4 nel 1996 e a 4,2 nel 1997, con un differenziale negativo di 0,8 annualità rispetto al valore richiesto.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), essi aumentano considerevolmente nel 1996 e nel 1997, a causa principalmente della spesa sostenuta per il personale in servizio, che aumenta nonostante il numero delle unità del personale si riduca nel 1996 (tavola 11). L'aumento è infatti riconducibile a cause diverse, quali il rinnovo contrattuale effettuato nel 1996 in seguito al processo di privatizzazione dell'Ente (con effetti anche nel 1997). I costi netti di gestione risultano molto inferiori a quelli lordi, a causa del consistente recupero dei costi che avviene tramite il rimborso delle spese per servizi svolti per conto di terzi.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 185 unità, operano in effetti 217 unità nel 1994 che si riducono a 197 unità nel 1996 e a 203 unità nel 1997, con un indice di occupazione pari allo 0,74 nel 1994 e 1995, allo 0,67 nel 1996 e allo 0,7 nel 1997.
L'indice di costo amministrativo (determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali) presenta valori molto bassi se confrontati con quelli medi calcolati per il complesso degli Enti, mantenendosi su valori pressochè costanti nel periodo esaminato (tavola 10).
L'indice di produttività, determinato in base al rapporto fra il numero di prestazioni totali e il personale in servizio, assume valori relativamente contenuti rispetto a quelli medi calcolati per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11): la produttività aumenta nel periodo considerato in seguito alla diminuzione del personale in servizio e all'aumento del numero delle prestazioni.
In riferimento alla gestione dei crediti contributivi (tavola 13), si possono esaminare i dati relativi all'attività di vigilanza, alla gestione del contenzioso e al recupero dei crediti per attività diretta dell'Ente, al fine di valutarne l'efficienza operativa.
In relazione all'attività di vigilanza, il numero delle aziende ispezionate, pari a 133 nel 1994, registra una flessione nel 1995 e 1996, per attestarsi a 100 nel 1997: l'incidenza delle aziende trovate in situazioni di irregolarità è pari, nella media del periodo considerato, a circa il 37%. L'andamento dei contributi evasi accertati segue quello delle aziende irregolari, passando da 8 miliardi nel 1994 a 5 miliardi nel 1997.
L'attività di recupero dei crediti contributivi si potenzia nel periodo considerato. L'entità del recupero passa da 20 miliardi nel 1994 a 60 miliardi nel 1997: essi risultano superiori all'ammontare dei crediti evasi accertati nell'anno e presentano un'incidenza sul totale dei crediti a fine anno pari a circa il 79% nella media del periodo esaminato. Nell'ambito dei crediti recuperati, la quota più consistente si riferisce ai recuperi per attività diretta dell'Ente (quasi essenzialmente in via legale) rispetto ad altre modalità, quali il condono.
I costi sostenuti in relazione all'attività di recupero dei crediti (spese per l'attività di vigilanza e spese legali) rappresentano una quota decrescente dei crediti recuperati per attività diretta dell'Ente, passando dal 6% nel 1994 al 2,9% nel 1997. Al loro interno, i costi sostenuti per la vigilanza (personale ispettivo, ecc.) rappresentano la quota più consistente (90%).
Per quanto concerne i tempi di liquidazione delle prestazioni (tavola 14), pari a 1 mesi per le pensioni di vecchiaia e di reversibilità e a 3 mesi per le pensioni di invalidità, essi risultano inferiori ai valori medi calcolati per il complesso degli Enti considerati.

Osservazioni conclusive

Dal punto di vista dell'equilibrio finanziario della gestione, si evidenzia la tendenza ad un progressivo peggioramento che, in base ai dati previsionali, si evidenzia anche nel 1998. La riduzione dell'avanzo positivo comporta un progressivo avvicinamento delle entrate contributive alla spesa per prestazioni, con una copertura che per il complesso delle prestazioni istituzionali si colloca a 1,1 nel 1997.
Dal lato del finanziamento, la crisi occupazionale del settore sta portando ad una inversione di tendenza nell'afflusso di nuovi iscritti, già in diminuzione negli anni più recenti.
Dal lato delle uscite, la spesa per pensioni aumenta a ritmi sostenuti, con una dinamica di crescita più sostenuta di quella registrata dalle entrate contributive. La crisi occupazionale del settore si riflette anche sulle voci di spesa, attraverso l'istituto dei prepensionamenti in caso di crisi aziendali (legge 416/81), il cui onere (a totale carico della gestione) ammonta a circa 27 miliardi nel 1997, rappresentando una quota pari al 7% della spesa pensionistica complessiva (trattamenti IVS).
Per quanto riguarda le riserve obbligatorie, risultano soddisfatte le disposizioni di legge in base alle quali le riserve devono essere pari in ciascun anno a 5 annualità delle pensioni in pagamento nel 1994; tuttavia, la copertura diminuisce, collocandosi su livelli inferiori a 5 annualità, se consideriamo le pensioni in pagamento in corso di anno.
Nell'ambito della legge finanziaria per il 1998, alcuni problemi hanno trovato soluzione. In particolare, viene modificata la disciplina relativa ai prepensionamenti in caso di crisi aziendali (legge 416/81), che ha determinato un onere in continua espansione a totale carico della gestione (a fronte del quale si devono costituire riserve pari 5 volte). Le modifiche interessano l'abolizione per le aziende della possibilità di ricorrere all'istituto del prepensionamento in caso di ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali che non passino per una riconosciuta crisi aziendale (comprovata da un bilancio in deficit); l'abolizione della volontarietà dei prepensionamenti; l'elevazione dei requisiti per ottenere il prepensionamento (da 55 a 58 anni di età anagrafica e da 15 a18 anni di anzianità contributiva).
Si rendono auspicabili ulteriori misure di contenimento a carattere strutturale, al fine del perseguimento e del mantenimento della sostenibilità finanziaria della gestione, con effetti anche sull'entità delle riserve obbligatorie e sul loro andamento, che dovrebbe seguire quello della spesa per prestazioni.
La Cassa medesima ha avanzato un piano di contenimento della spesa, unitamente ad una parallela azione sulle entrate contributive che non passi necessariamente per un elevamento dell'aliquota contributiva legale (che potrebbe acuire la crisi occupazionale del settore), ma per un'azione di controllo dell'evasione contributiva e per un allargamento della base contributiva.