COMMISSIONE PARLAMENTARE
di controllo sull'attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 1998

42a Seduta
Presidenza del Presidente
Michele DE LUCA

La seduta inizia alle ore 8,50.

SUL PIANO DI INVESTIMENTI PER IL GIUBILEO PREDISPOSTO DALL'INAIL
(A008 000, B68a, 0006°)

Il presidente Michele DE LUCA comunica che il Presidente dell'Inail gli ha fatto pervenire una dettagliata lettera nella quale riferisce sulla situazione di blocco in cui si trova il piano di investimenti per il Giubileo, predisposto dall'Inail stesso ai sensi della legge 7 agosto 1997 n. 270.
Questa situazione deriva da una divergente interpretazione dell'articolo 1, comma 7, della citata legge n. 270, secondo cui i fondi disponibili degli enti previdenziali relativi all'anno 1996, non impegnati per le quote di cui alla legge 549/1995 e al decreto legislativo 104/1996, sono destinati ad investimenti.
L'Inail ha quantificato in 651 miliardi i fondi disponibili in questione, predisponendo un apposito piano di investimenti, trasmesso ai Ministri del lavoro e del tesoro.
Il Ministro del lavoro non ha approvato il piano ritenendo che i fondi disponibili ammontino a 279 miliardi. Il Governo, però, previo parere della Conferenza Stato-Regioni, ha ritenuto il piano coerente con la normativa di cui alla citata legge 270/97, pubblicandolo nella Gazzetta ufficiale. Resta la mancata specifica approvazione del piano da parte dei due Ministeri vigilanti (Lavoro e Tesoro); cosa che blocca l'attuazione degli investimenti previsti.
Ieri stesso egli ha provveduto a scrivere al Ministro Treu, invitandolo ad un intervento chiarificatore.

Seguito dell'esame dell'attività svolta dagli enti di previdenza ed assistenza sociale dal 1994 al 1997
(Seguito dell'esame e rinvio)
(R050 001, B68a, 0004°)

Riprende l'esame rinviato nella seduta del 16 luglio.

Il presidente Michele DE LUCA preliminarmente ricorda che le tavole ed i relativi dati richiamati dai relatori sull'attività dei vari enti sono riscontrabili nel documento pubblicato in allegato al resoconto della seduta della Commissione del 24 giugno 1998 (gli atti citati sono riportati anche in apposito sito Internet, Banca dati del Senato della Repubblica).

Interviene quindi il deputato PAGLIUCA che riferisce alla Commissione sull'attività della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (CNPADC), rimettendosi ai dati espressi nella relazione scritta - che consegna per la pubblicazione in allegato al resoconto (allegato n. 1) - e soffermandosi ad illustrare alcuni punti della relazione stessa facendo riferimento anche a dati della Corte dei conti.
Premesso che si tratta di un ente «nuovo» in condizioni di stabilità, senza problemi di carattere strutturale e con un numero di iscritti in continuo aumento, il relatore evidenzia in particolare le condizioni di equilibrio della gestione immobiliare (nel periodo 1994-1996 la redditività aumenta leggermente, in quanto il trend di crescita dei proventi è più dinamico di quello registrato dal patrimonio, che aumenta in seguito di acquisizione di nuovi immobili) e passa a soffermarsi sull'efficienza dell'ente. L'indice di costo amministrativo risulta superiore a quello calcolato per il complesso degli enti previdenziali, con un divario positivo che aumenta nel periodo esaminato: nel 1994 l'incidenza dei costi di gestione sulla spesa per prestazioni si attesta al 15% passando al 19%, nel 1996, a fronte di un valore che si colloca, per il complesso degli enti e nella media, al 13%.
Posto, successivamente, in evidenza l'elevato indice d'occupazione dell'ente e dopo avere sottolineato che l'indice di produttività (numero di prestazioni di ciascun dipendente) ha valori relativamente contenuti rispetto a quello medio del complesso degli enti, il relatore Pagliuca si avvia alla conclusione osservando che la Cassa ha tutti i requisiti per non creare problemi agli assicurati, ferma restando la necessità di mantenere sotto controllo l'efficienza operativa e di recuperare i residui.
Consegna quindi degli appunti (avuti direttamente dalla Cassa, che dovrebbe averli inviati anche a questa Commissione parlamentare di controllo) contenenti dati del consuntivo 1997, che vanno ad integrare il Modello unico d'analisi.

Il senatore Roberto NAPOLI riferisce quindi sull'attività dell'Istituto postelegrafonici (IPOST), soffermandosi ad illustrare in particolare, talune parti della relazione scritta (allegato n. 2).
Premesso che l'ente provvede alla copertura di prestazioni previdenziali ed ha provveduto anche a svolgere attività sociali (dal 1o gennaio 1998 passate alla gestione dell'Epi : attività da esaminare), il relatore sottolinea i dati della gestione finanziaria, che evidenziano, per la parte di competenza, il passaggio da un disavanzo di 28 miliardi nel 1994 ad un avanzo di 1220 miliardi nel 1997, ed un andamento altalenante nella gestione di cassa. Il saldo fra entrate contributive e spese per prestazioni risulta negativo nel 1994 (-15 mld) e positivo nei tre anni successivi (299 miliardi nel 1997). Il rapporto numero assicurati/numero prestazioni ha un decremento costante (passa da 3,32 nel 1994 a 1,91 nel 1997).
Soffermatosi, poi, sui dati relativi alla contribuzione e alla retribuzione ed evidenziato il saldo positivo di 299 miliardi nel 1997 fra entrate contributive e spese previdenziali, il relatore Roberto Napoli pone l'accento sul rendimento lordo del periodo 1994-1997 del patrimonio immobiliare (superiore al 6%) e delle attività finanziarie (in crescita; 6,80% nel 1996) e sull'efficienza dell'ente. A quest'ultimo riguardo, richiama l'attenzione sulla gestione del personale in servizio: a fronte di un organico aumentato a 370 unità nel 1995, le unità operative si sono ridotte a 354 nel 1997, con un indice di occupazione leggermente superiore ai valori medi degli altri enti.
Avviandosi alla conclusione, rilevato che la situazione delle riserve dell'ente rappresenta un aspetto statistico non di grande rilievo, il relatore considera complessivamente positiva l'attività svolta dall'ente e consegna un appunto con dati riassuntivi per una valutazione in sede tecnica.
Successivamente riferisce sull'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione Pubblica (INPDAP) facendo riferimento alla relazione scritta (allegato n. 3).
Premesso che l'Inpdap - che raggruppa ben dieci gestioni con diverse tipologie di prestazioni previdenziali ed assistenziali - riporta al problema dell'opportunità o meno di accorpare gli enti previdenziali, discusso recentemente dalla Commissione - si sofferma sulla gestione finanziaria di competenza che presenta un saldo entrate-spese negativo nel 1994 e 1995, positivo nel 1996 e nuovamente negativo nel 1997 (nonostante l'intervento normativo sulla aliquota di contribuzione a carico degli enti locali, l'aumento delle entrate contributive non riesce a compensare il dinamico incremento delle spese per prestazioni). In particolare nella Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato - istituita dal 1996 presso l'Inpap (legge 335/97) - il saldo fra entrate contributive e spese per prestazioni passa da - 9.000 miliardi nel 1996 a - 10.500 miliardi nel 1997: tale disavanzo comunque non concorre al risultato complessivo dell'ente, essendo coperto con trasferimenti dallo Stato.
Accennato poi ai dati relativi all'analisi della contribuzione e delle prestazioni, anche in riferimento agli effetti della legge n. 335 del 1995, il relatore Roberto Napoli si sofferma ad evidenziare le condizioni critiche della gestione immobiliare (l'Istituto possiede oltre 50 mila immobili): i proventi lordi derivanti dal patrimonio passano da 515 miliardi nel 1994 a 532 mld nel 1997, mentre i proventi netti registrano una flessione passando da 241 mld nel 1994 a 194 mld nel 1997. I rendimenti nel 1997 registrano una flessione rispetto ai valori del 1994, collocandosi sotto i valori medi del complesso degli altri enti.
Posta quindi la necessità di spiegare e valutare i motivi di questi ultimi dati, il relatore auspica una riflessione anche in ordine all'aumento dei costi di gestione (specie per beni di consumo e servizio) e conclude ribadendo - anche in relazione alle osservazioni mosse dalla Corte dei Conti - l'opportunità di porre attenzione sul disavanzo di cassa, sulla gestione del patrimonio e sulla predetta crescita dei costi di gestione, che ha registrato nel 1997 un tasso del 14%. Una riflessione finale, egli aggiunge, riguarda l'ipotesi di accorpare o meno in macrostrutture enti che sono già validi.

(La seduta, sospesa alle ore 9,50, riprende alle ore 10,15).

Prende la parola il relatore deputato GASPERONI per riferire alla Commissione sull'attività della Cassa ragionieri e periti commerciali: si rimette alla relazione scritta (allegato n. 4), manifesta una valutazione positiva sulla gestione della Cassa e prospetta l'opportunità di approfondire successivamente alcuni aspetti.

Il PRESIDENTE ringrazia i relatori intervenuti e rinvia il seguito dell'esame.

La seduta termina alle ore 10,25.


Allegato n. 1
Relazione del deputato PAGLIUCA
su
Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti (CNPADC)

Come emerge dalla tavola 1, la Cassa dei dottori commercialisti provvede alla copertura delle prestazioni IVS e di altre tipologie di prestazioni a carattere assistenziale, quali le indennità di maternità (legge 379/90) e altri benefici per interventi assistenziali (legge 21/86). La Cassa eroga anche altri trattamenti, che assumono la forma di liquidazione di capitali in seguito a ricongiunzioni ad altri Enti (legge 45/90) e di indennità di liquidazione in seguito al rimborso di contributi, nei casi in cui non vengano raggiunti i requisiti per il diritto alla pensione (legge 21/86); tuttavia, tali prestazioni sono considerate nell'ambito dell'assicurazione IVS in quanto connesse al collocamento a riposo.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Nella tavola 2 vengono evidenziate le risultanze della gestione finanziaria (di competenza e di cassa), attraverso i saldi di parte corrente e in conto capitale che concorrono alla determinazione del saldo complessivo di gestione.
Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza, il saldo complessivo evidenzia nel periodo esaminato un miglioramento (passando da un disavanzo di 163 miliardi nel 1994 a un avanzo di 18 miliardi nel 1996), che risulta imputabile sia al saldo di parte corrente sia a quello in conto capitale. Il saldo positivo di parte corrente migliora in seguito ad un aumento delle entrate (sia di quelle contributive sia dei proventi derivanti dal patrimonio immobiliare e mobiliare) che riesce a compensare l'aumento delle spese correnti, fra cui la voce più dinamica di spesa è rappresentata dalle prestazioni istituzionali.
Con riferimento alla gestione finanziaria di cassa, negli anni 1995 e 1996 si evidenzia un saldo negativo fra riscossioni e pagamenti; nel 1997 invece, a causa del consistente aumento del saldo positivo di parte corrente e della diminuzione del saldo negativo in conto capitale, viene registrato un avanzo di 36 miliardi.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, nella tavola 3 (relativa al complesso delle prestazioni erogate) e nella tavola 4 (relativa alle prestazioni IVS) vengono esaminati i diversi fattori (demografici e normativo-istituzionali) che, agendo sull'andamento del gettito contributivo e dell'onere per prestazioni, consentono di esprimere valutazioni sulla sostenibilità finanziaria della gestione.
Dall'esame della tavola 3, che si riferisce al complesso delle prestazioni erogate (la voce «prestazioni previdenziali» comprende le pensioni IVS e le indennità per rimborso dei contributi, mentre la voce «altre prestazioni» include le indennità di maternità e altri interventi assistenziali), emerge per il 1994 un saldo positivo fra entrate contributive e onere per prestazioni pari a 96 miliardi, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle uscite pari a 2,64: nel periodo successivo il saldo positivo aumenta, passando a 105 miliardi nel 1995 e a 129 miliardi nel 1996, come pure il coefficiente di copertura (che si attesta a 2,83 nel 1996).
La tavola 4, relativa alle gestioni dei trattamenti pensionistici IVS, si compone di due parti, dedicate rispettivamente all'analisi della contribuzione e all'esame delle prestazioni.
In relazione alla contribuzione (tavola 4, sezione A), l'aumento delle entrate contributive è connesso esclusivamente ad un incremento del monte dei redditi ai fini imponibili, in quanto l'entità dell'aliquota legale di contribuzione rimane invariata nel 1994 e nel 1995 per diminuire di 1 punto percentuale a partire dal 1996. L'aumento della base imponibile ai fini contributivi è ascrivibile al consistente aumento del numero degli assicurati (il flusso netto annuo di nuovi assicurati passa dalle 2.265 unità nel 1994 alle 3.244 unità nel 1996), mentre non dipende dall'andamento del reddito medio annuo imponibile ai fini contributivi, che nel periodo esaminato registra una flessione (anche in seguito all'iscrizione alla cassa di soggetti a più basso reddito). L'aumento del numero degli assicurati nel 1996 è dovuto anche al fatto che una parte dei soggetti per i quali non sussiste l'obbligo della partecipazione alla Cassa (legge 23/86)1[ 1 I soggetti per i quali l'iscrizione è facoltativa sono gli intestatari di altre posizioni previdenziali obbligatorie e i beneficiari di altro trattamento di pensione per diversa attività svolta.], hanno optato per l'iscrizione alla Cassa, in luogo dell'iscrizione all'Inps, in seguito alle nuove disposizioni che hanno istituito a partire dal 1996 il contributo del 10% (legge 335/95).
In relazione alle prestazioni (tavola 4, sezione B), l'aumento della spesa è dovuto sia ad un aumento del numero di pensioni sia ad un aumento dell'importo medio della pensione, che passa da 16 milioni circa nel 1994 a 19 milioni nel 1996.
L'effetto combinato dell'andamento delle entrate contributive e della spesa per pensioni determina un saldo positivo pari a 134 miliardi nel 1996, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese pari a 3. L'aliquota di equilibrio previdenziale

Spese per pensioni Numero pensioni Pensione Media
Monte reddittuale imponibile = Numero assicurati . Retribuzione media

risulta pertanto inferiore all'aliquota contributiva legale, evidenziando nel periodo esaminato una tendenza alla diminuzione: la riduzione del rapporto numero pensionati/numero assicurati (la differenza fra il flusso netto delle nuove pensioni e il flusso netto dei nuovi assicurati è negativo e decrescente) riesce a più che compensare l'aumento del rapporto normativo-istituzionale pensione media/retribuzione media.

Sezione II

Gestione immobliare e mobiliare

Nella tavola 7 vengono indicate le risultanze della gestione immobiliare: sulla base dei dati relativi all'entità dei valori immobiliari e ai proventi derivanti dal patrimonio medesimo, è stata calcolata la redditività in termini lordi e netti.
Nel 1996, a fronte di un rendimento lordo pari al 5,7% calcolato sul valore storico (8% se riferito al prezzo di acquisto), il rendimento netto si riduce al 2,1% (3% sul prezzo di acquisto). Nel periodo esaminato 1994-96, la redditività aumenta leggermente, in quanto il trend di crescita dei proventi è più dinamico di quello registrato dal patrimonio, che aumenta in seguito all'acquisizioni di nuovi immobili.
Dal punto di vista amministrativo e dell'efficienza dell'Ente, di particolare importanza risulta l'incidenza dei costi imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare sui proventi complessivi, che rappresentano il vincolo alla loro espansione: nel periodo esaminato essi rappresentano una quota delle entrate totali pari a circa il 64% nel 1994, il 65,7% nel 1995 e il 63% nel 1996. Se consideriamo i costi al netto delle imposte e della quota di ammortamento dell'anno, al fine di evidenziare quella parte di spese direttamente riconducibile all'attività gestionale dell'Ente, emerge che essi si mantengono pressochè costanti sia in valore assoluto sia in relazione alle entrate complessive.
Nella tavola 8 viene esaminato l'andamento della gestione mobiliare, tramite l'evidenziazione delle attività finanziarie e della relativa composizione e dei proventi realizzati (e/o maturati) su tali investimenti. Le attività finanziarie detenute dall'Ente sono costituite da attività liquide, da titoli e da crediti a breve e a medio-lungo termine; ai fini della determinazione della redditività annua del patrimonio mobiliare sono stati considerati sia i redditi di capitale sia i guadagni in conto capitale realizzati o anche solo maturati.
Nel periodo considerato (1994-96), il rendimento riferito al complesso delle attività detenute diminuisce leggermente, attestandosi nel 1996 ad un valore pari all'8,65 in termini lordi e al 7,47% in termini netti (ovvero al netto delle imposte). Con riferimento ai valori mobiliari in senso proprio, costituiti per l'Ente in esame dai titoli obbligazionari pubblici e privati, il rendimento (lordo e netto) è leggermente superiore a quello calcolato per il complesso del patrimonio mobiliare e risulta in linea con i rendimenti medi registrati nel periodo in esame sui valori mobiliari corrispondenti.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Nella tavola 9 vengono evidenziate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale, con particolare attenzione all'entità delle riserve obbligatorie e alle assegnazioni delle quote dell'esercizio alle riserve medesime, determinate in base alle specifiche disposizioni di legge.
Con riferimento al conto economico, viene evidenziato il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica. Il miglioramento dell'avanzo economico osservabile nel periodo 1994-96 è imputabile ad un trend di crescita delle entrate più sostenuto di quello registrato dalle uscite; nel 1997 si evidenzia una flessione del saldo positivo dovuto ad un'inversione del trend di crescita delle entrate rispetto alle uscite.
Il risultato economico di esercizio viene destinato interamente ad alimentare le riserve obbligatorie, che nel 1994 risentono anche della rivalutazione degli immobili.
La situazione patrimoniale generale presenta un avanzo patrimoniale netto (costituito dalla somma algebrica delle riserve obbligatorie e delle rivalutazioni straordinarie degli immobili effettuate nel 1994 e nel 1995), che nel periodo esaminato passa da 1.150 miliardi nel 1994 a 1.610 miliardi nel 1997. Il miglioramento è dovuto ad un aumento delle attività, a fronte delle quali le passività diminuiscono: fra le attività le voci più dinamiche sono rappresentate dagli investimenti mobiliari e immobiliari e dai crediti bancari e finanziari; fra le passività le diminuzioni più consistenti vengono registrate dalla voce residui da spese per movimenti di capitale.
Le riserve obbligatorie passano da 1.032 miliardi nel 1994 a 1.494 miliardi nel 1997, con una copertura pari ad oltre 20 annualità delle rate di pensione in pagamento nel relativo anno.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell'efficienza operativa e produttiva dell'Ente.
Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), è stato calcolato l'indice di costo amministrativo determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali. Per l'Ente esaminato, l'indice di costo amministrativo risulta superiore a quello calcolato per il complesso degli Enti monitorati, con un divario positivo che aumenta nel periodo esaminato: nel 1994 l'incidenza dei costi di gestione sulla spesa per prestazioni si attesta al 15%, per salire al 18% nel 1995 e al 19% nel 1996, a fronte di un valore che si colloca, per il complesso degli Enti e nella media del periodo esaminato, al 13%. Le componenti di spesa più dinamiche sono rappresentate dalla voce «acquisto di beni di consumo e servizi» e dalla voce «personale in servizio» (a causa di un incremento registrato tanto dalle componenti fisse del salario quanto da quelle variabili).
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 78 unità, operano in effetti 74 unità nel 1994 che si riducono a 69 unità nel 1995 e nel 1996, con un indice di occupazione che risulta uno dei più elevati se confrontato con quelli registrati dagli altri Enti esaminati (tavola 11).
L'indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori relativamente contenuti se confrontati con il valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11). Tuttavia, nel periodo esaminato, la produttività aumenta (passando dal 41,4% nel 1994 al 46% nel 1996), in seguito ad una lieve diminuzione del numero di unità in servizio e ad un aumento delle prestazioni erogate.
Come emerge dalla tavola 14, i tempi di liquidazione delle prestazioni sono pari in media a 120 giorni in ciascun anno del periodo considerato e per ciascuna tipologia di trattamento: dal confronto con i valori medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati, la Cassa registra valori elevati in relazione alle pensioni di vecchiaia e reversibilità, mentre per le pensioni di invalidità i valori sono in linea con quelli medi. Tuttavia, questo indicatore andrebbe letto unitamente ad altre informazioni, quali quelle relative al grado di evasione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazioni (tavola 12), che non risultano disponibile per l'Ente in questione.

Osservazioni conclusive

Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni, la Cassa presenta un rapporto demografico numero assicurati/numero iscritti pari a 7, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alla spesa che si avvicina a 3. In relazione allo stato patrimoniale generale, emerge che le riserve obbligatorie, in coerenza con le disposizioni legislative (decreto legislativo 509/94 e legge 449/97), provvedono alla copertura di almeno 5 annualità delle pensioni in pagamento nel 1994.
In conformità alle disposizioni legislative, l'Ente ha predisposto il bilancio tecnico ai fini degli equilibri tecnico-finanziari della gestione su un arco temporale di 15 anni. Le proiezioni riguardano, in entrata, il gettito contributivo e gli interessi su patrimonio e, in uscita, le spese per prestazioni e le spese di gestione. Sulla base delle ipotesi relative al quadro macroeconomico e demografico e al quadro normativo, risultano stimate le giacenze patrimoniali, che alla fine del periodo di previsione (2010) risultano dell'ordine di 12 annualità delle pensioni in corso di pagamento nel relativo anno, in luogo delle 20 annualità all'inizio del periodo di simulazione. A fronte di un aumento annuo delle entrate contributive dell'ordine del 7%, l'onere per pensioni cresce ad un tasso medio annuo pari all'11%: ciò è in parte dovuto a modifiche intervenute nel quadro normativo, che a partire dal 1996 hanno stabilito una riduzione dell'aliquota contributiva (dal 7 al 6% per i redditi fino a 79,7 milioni e dal 2,1 al 2% sulla quota eccedente) e regole più favorevoli di calcolo della prestazione (il coefficiente di rendimento di calcolo della pensione passa dall'1,75 al 2% e dallo 0,5 allo 0,6% per retribuzioni pensionabili superiori a 79,7 milioni).
Con riferimento all'evoluzione dei fattori demografici e al quadro normativo-istituzionale, si possono avanzare le seguenti osservazioni in relazione alla sostenibilità finanziaria della gestione e all'equilibrio di lungo periodo.
Dal punto di vista dei fattori demografici (base assicurativa e stock di pensioni), la Cassa si configura ancora come una gestione «giovane», caratterizzata da un numero elevato di iscritti che presentano combinazioni di età anagrafica e anzianità contributiva relativamente basse e lontane dai requisiti necessari per il conseguimento dell'importo massimo della pensione; pertanto, il periodo di previsione preso in esame, pur coprendo un arco temporale quindicennale, non risulta sufficientemente ampio ad esaminare gli effetti connessi alla fase della «maturità» della gestione, in cui buona parte degli iscritti, maturando i requisiti per il collocamento a riposo, incrementerà la massa dei beneficiari, impoverendo la base assicurativa.
In relazione al quadro normativo-istituzionale, si segnala il forte incremento dell'importo medio delle pensioni di nuova liquidazione, che solo in parte è imputabile a regole più favorevoli di calcolo della pensione. Ciò sembra infatti ascrivibile ad un'impennata dei redditi che concorrono a determinare la retribuzione pensionabile, che in base alle disposizioni legislative risulta calcolata sulla media degli ultimi 10 anni, elevati gradualmente a 15 anni dalla legge 335/95. Per le categorie dei lavoratori autonomi rispetto a quelle del lavoro dipendente, la lievitazione dei redditi dichiarati in prossimità del pensionamento utili al calcolo della pensione sembra un fenomeno difficilmente controllabile. Da qui sorge l'esigenza di pensare a meccanismi correttivi prevedendo l'estensione del periodo di calcolo della pensione all'intera carriera lavorativa oppure ponendo dei tetti ai redditi percepiti negli anni antecedenti il pensionamento, magari «agganciandoli» ai redditi medi della categoria.


Allegato n. 2
Relazione del senatore Roberto NAPOLI
su
Istituto Postelegrafonici (IPOST)

Come si rileva dalla tavola 1, l'Istituto Postelegrafonici provvede alla copertura delle prestazioni previdenziali IVS, ivi inclusi i trattamenti per carichi familiari su pensioni, nonchè alla gestione delle indennità di liquidazione, attività che svolge, nell'ambito delle altre prestazioni previdenziali.
Fra le altre prestazioni ha svolto anche attività sociali tramite la gestione di mense aziendali, bar, asili nido, case albergo e dormitori a favore dei dipendenti del Ministero Poste e Telecomunicazioni; tale gestione tuttavia è stata trasferita all'Epi dal 1o Gennaio 1998.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Nella tavola 2 vengono evidenziate le risultanze della gestione finanziaria (di competenza e di cassa), attraverso i saldi di parte corrente e in conto capitale che concorrono alla determinazione del saldo complessivo di gestione.
Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza, disponibile per il periodo 1994-97 il daldo complessivo evidenzia, nel periodo esaminato, un netto miglioramento (passando da un disavanzo di 28 milardi nel 1994 a un avanzo di 473 miliardi nel 1995 e da un avanzo di 860 miliardi nel1996 ad un avanzo di 1.220 miliardi nel 1997), che risulta imputabile, durante tutto il periodo in esame, soprattutto al miglioramento del saldo di parte corrente e soltanto nel periodo 1996-97 in prevalenza al saldo in conto capitale che da negativo per 57 miliardi diventa positivo per 260 miliardi nel 1997.
Con riferimento alla gestione finaziaria di cassa, negli anni 1994-97 si rileva un andamento altalenante del saldo fra riscossioni e pagamento che registra un saldo positivo di 442 miliardi nel 1994, un saldo negativo di 237 nel 1995, quindi nuovamente un saldo positivo di 292 miliardi nel 1996 ed ancora positivo di 715 miliardi nel 1997. Tale andamento è imputabile in grande misura alle variazioni intervenute nei movimenti in conto capitale cohe contribuiscono al risultato finanziario di cassa con un saldo negativo di 52 miliardi nel 1994 contro un saldo positivo 256 miliardi nel 1997.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, nella tavola 4 (relativa alle prestazioni IVS) vengono esaminati i diversi fattori (demografici e normativo-istituzionali) che, agendo sull'andamento del gettito contributivo e dell'onere per prestazioni, consentono di esprimere valutazioni sull'equilibrio finanziario della gestione.
Dall'esame della tavola 3, si rileva che nel periodo considerato il saldo fra entrate contributive e spesa per prestazioni assume i seguenti valori: risulta negativo di 15 miliardi nel 1994, registra un valore positivo di 85 miliardi nel 1995 per salire a 185 miliardi nel 1996 per aumentare ancora a 299 miliardi nel 1997. Il coefficiente di copertura delle entrate contributive rispetto alla spesa per prestazioni è pari a 0.99 nel 1994 per attestarsi a 1.14 nel 1997.
Il rapporto numero assicurati/numero delle prestazioni si presenta con un dcremento costanto nel periodo considerato passando da un valore di 3.32 del 1994 ad un valore di 1.91 nel 1997 cioè di un numero di assicurati magiore di appena 1.91 volte il numero di pensionati. Decisamente migliore il rapporto numero assicurati/numero delle prestazioni riferito alla corresponsione delle indennità di liquidazione che si attesta a 9.84 nell'anno 1997.
La tavola 4, raltiva alle gestioni dei trattamenti persionistici IVS, si compone di due parti, dedicate rispettivamente all'analisi della contribuzione e all'esame delle prestazioni.
In relazione alla contribuzione (tavola 4, sezione A), si rileva un progressivo aumento delle entrate contributive nel periodo (1994-97) in un contesto che vede ridursi ogni anno il numero degli assicurati, mentre non sono disponibili i dati riferiti alla retribuzione media annua, al monte retributivo imponibile e all'aliquota contributiva legale.
In relazione alle prestazioni (tavola 4, sezione B), l'aumento della spesa è determinato sia dall'aumento del numero di pensioni, che nel periodo in esame aumentano di oltre il 50% passando da 59.529 pensioni nel 1994 a 92.346 nel 1997, sia, inoltre, dall'aumento dell'importo medio delle pensioni già corrisposte oltre che delle nuove pesioni liquidate che lievitano da oltre 18 milioni del 1994 a 22 milioni del 1997.
L'effetto combinato dell'andamento delle entrate contributive e della spesa per pensioni complessivamente considerate determina un saldo positivo pari a 299 miliardi nel 1997, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese pari a 1.14. L'aliquota di equilibrio previdenziale, per tutto il periodo considerato, non è stata determinata in quanto non sono risultati disponibili i dati relativi al monte retributivo imponibile.
Anche il rapporto normativo istituzionale pensione media/retribuzione media risulta non dispobile per l'assenza dei dti riguradanti la retribuzione media annua del periodo in esame. Per quanto concerne, invece, gli indicatori di equilibrio finanziario concernenti la gestione delle indennità di liquidazione, si rileva una crescita dell'importo medio annuo delle liquidazioni che da 29 milioni del 1994 diviene di oltre 50 milioni nel 1997 e un rapporto di equilibrio entrate/spesa per liquidazioni che passa da 1.42 del 1994 all'1.65 del 1997 toccando il minimo di copertura della spesa nel 1995 con un indice di appena lo 0.39.

Sezione II

Gestione immoniliare e mobiliare

Nella tavola 7 vengono indicate le risultanze della gestione immobiliare: sulla base dei dati relativi all'entità dei valori immobiliari e ai proventi derivanti dal patrimonio medesimo, è stata calcolata la redditività in termini lordi e netti.
Nel periodo 1994-7, il rendimento lordo è risultato costantemente superiore al 6%, attestandosi al 6.38% nel 1997, mentre il rendimento netto calcolato sul valore storico è risultato sempre negativo nel periodo in esame passando da un meno di 2.64% del 1994 ad un meno 0.63% del 1997. L'Ente possiede sia immobili adibiti ad uso abitativo che immobili adibiti ad usi commerciali che rappresentanto circa i 4/5 di tutti gli immobili locati e comprendono anche gli immobili adibiti a bar ed alberghi. Gli immobili sono classificati anche in base all'impiego e la «gestione buonuscita» rappresenta la voce prevalente rispetto alle altre voce, come ad esempio la «gestione mutualità».
Per quanto riguarda i costi direttamente imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare, essi rappresentano un valore superiore ai proventi complessivi pari a oltre il 143% nel 1994, al 126% nel 1995, al 101% nel 1996 e al 109% nel 1997, perchè i rendimenti netti del periodo sono stati tutti negativi anche se sono migliorati.
Nella tavola 8 viene esaminato l'andamento della gestione mobiliare, tramite l'evidenziazione delle attività finanziarie e della relativa composizione e dei proventi realizzati (e/o maturati) su tali investimenti. Le attività finanziarie detenute dall'Ente sono costituite in prevalenza da attività liquide, da titoli e da crediti. La voce titoli è costituita da titoli di stato e da obbligazioni delle banche.
Nel periodo considerato (1994-97), il rendimento lordo riferito al complesso delle attività detenute si incrementa, attestandosi nel 1996 ad un valore pari al 6.80% e al 5.98% in termini netti, valori entrambi inferiori ai rendimenti medi registrati nel periodo in esame per l'insieme degli Enti esaminati. Il rendimento netto riferito ai soli titoli in portafoglio migliora attestandosi al 7.10%, ma rimanendo comunque inferiore ai valori medi registrati dall'insieme degli Enti esaminati.

Sezione III

Situazione patrimoniale - Riserve

Nella tavola 9 vengono evidenziate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale, con particolare attenzione all'entità delle riserve obbligatorie e alle assegnazioni delle quote dell'esercizio alle riserve medesime, determinate in base alle specifiche disposizioni di legge.
Con riferimento al conto economico, viene evidenziato il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e delsaldo delle partite di natura strettamente economica. Si rileva il progressivo aumento del risultato economico osservabile nel periodo 1994-97,con la sola eccezione dell'anno 1997 rispetto al 1996 che ha fatto registrare un decremento passando da un saldo positivo di 995 miliardi ad un saldo sempre positivo di 958 miliardi.
Il risultato economico di esercizio sempre positivo nel periodo considerato è risultato pari a 33 miliardi nel 1994, pari a 456 miliardi nel 1995 e rispettivamente di 995 e 958 miliardi negli anni successivi.
L'entità del patrimonio netto al 31 dicembre di ciascun anno cresce in modo molto superiore ai risultati economici registrati dall'Ente e nel caso specifico il patrimonio netto da un saldo negativo di 858 miliardi nel 1994, si porta ad un saldo positivo di 2 mila 487 miliardi nel 1995, quindi ad un saldo di 2 mila 424 miliardi nel 1996 per scendere ad un saldo, al 31 dicembre 1997, di mille 493 miliardi per il consistente incremento delle passività di bilancio che passano a mille 551 miliardi contro un valore di bilancio, al 31 dicembre 1996, di soli 593 miliardi. Non risultano disponibili i dati relativi sia alla consistenza che alle assegnazioni delle riserve obbligatorie.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell'efficienza operativa e produttiva dell'Ente.
Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), si evidenzia il costante incremento sia degli impegni finanziari per il personale (incremento del 50.49% del 1997 rispetto al 1994), sia degli impegni finanziari per acquisto di beni di consumo, servizi ed immobilizzazioni tecniche (incremento del 30.07% del 1997 rispetto al 1994) sia, infine, degli impegni finanziari per altri oneri (con particolare riferimento agli «interessi legali su prestazioni istituzionali»). L'indice di costo amministrativo, determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali, ha un andamento altalenante con un picco minimo nel 1995 (0.018), determinato da un notevole incremento delle spese per prestazioni, ed un valore compreso tra lo 0.038 nel 1994 e lo 0.029 nel 1997.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un Organico di 332 unità, operano in effetti 294 unità nel 1994. L'organico è aumentato a 370 unità nel 1995 mentre operano in
effetti 362 unità che si riducono a 355 unità nel 1996 e che si attestano a 354 unità nel 1997, con un indice di occupazione che risulta leggermente superiore, per tutto il periodo in esame, con i valori medi registrati dagli altri Enti esaminati.
L'indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori superiori al valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11). Tuttavia, nel periodo esaminato, la produttività aumenta (passsando dal 219.6% nel 1994 al 311.4% nel 1997), come pure il numero dei dipendenti che nello stesso periodo passano da 294 a 354 unità effettivamente in servizio.
In riferimento alla gestione dei crediti contributivi (tavola 13) i dati non sono disponibili e, comunque, non sono significativi in quanto tale Ente provvede alla copertura dei deipendenti del settore pubblico.

Osservazioni conclusive

Dal punto di vista dell'equilibrio finanziario della gestione, si evidenzia la tendenza ad un progressivo anche se contenuto miglioramento che, in base ai dati previsionali, si riscontra anche nel 1997.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni, si rileva per l'Ente un aumento delle entrate contributive leggermente superiore all'aumento delle spese contributive che comporta sostanzialmente un lieve e costante miglioramento del coefficiente di copertura dell'equilibrio finanziario che per il complesso delle prestazioni istituzionali si colloca a 1.14 nel 1997 rispetto allo 0.99 del 1994.
Dal lato del finanziamento, si registra un inconsistente afflusso di nuovi iscritti, che ha fatto scendere drasticamente il rapporto no assicurati / no prestazioni che da un valore pari a 3.32 nel 1994 si porta ad un valore pari a 1.91 nel 1997. Ancora più drastica è la discesa del rapporto di equilibrio finanziario numero nuovi assicurati/numero nuove prestazioni che da un indice pari a 16.33 del 1994 scende ad un valore dello 0.03 del 1997 (384 nuovi assicurati contro 11.462 nuove prestazioni).
Dal lato delle uscite, la spesa per pensioni aumenta a ritmi superiori al 12% annuo, ma con una dinamica di crescita più contenuta rispetto a quella registrata dalle entrate contributive, che, invece, crescono in misura superiore al 17% annuo nell'ultimo periodo.
Il rapporto normativo-istituzionale (pensione media / retribuzione media) non risulta disponibile per l'assenza del dato riferito alla retribuzione media, ma l'onere per le prestazioni pensionistiche aumenta di circa il 50% nel periodo in esame passando da 1.106 miliardi del 1994 a 2.102 miliardi del 1997.
Per quanto riguarda le riserve obbligatorie, non risultano soddisfatte le disposizioni di legge in base alle quali le riserve devono essere pari in ciascun anno a 5 annualità delle pensioni in pagamento nel 1994; per l'Ente in esame la copertura, in relazione al valore del Capitale netto del 31 dicembre 1997, raggiunge appena 1.35 annualità.
Si consiglia il costante controllo dei fattori demografici e dei meccanismi di funzionamento del sistema, che agiscono sulla dinamica della spesa e delle entrate contributive, in modo tale da poter intervenire al fine del mantenimento dell'equilibrio di lungo periodo.


Allegato n. 3
Relazione del sen. Roberto NAPOLI
su
Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione Pubblica (INPDAP)

Come emerge dalla tavola 1, l'Inpdap, tramite le dieci gestioni amministrate, provvede all'erogazione di tipologie diverse di prestazioni, tutte volte alla copertura dei lavoratori del comparto del pubblico impiego.
Le prestazioni pensionistiche IVS di base, fra le quali rientrano anche i trattamenti per carichi familiari su pensioni, risultano coperte dalle gesioni previdenziali, quali la Cassa pensioni dipendenti enti locali (Cpdel), la Cassa pensioni sanitari (Cps), la Cassa pensioni insegnanti d'asilo (Cpi), la Cassa pensioni ufficiali giudiziari (Cpug) e la Cassa trattamenti pensionistici dipendenti dello Stato (Ctps) istituita dal 1996. Oltre ai trattamenti IVS di base, l'Istituto provvede anche all'erogazione di pensioni integrative.
Oltre alle prestazioni previdenziali, l'Inpdap provvede all'erogazione di altre tipologie di trattamenti che risultano classificati sotto la voce «altre prestazioni previdenziali» e «altre prestazioni». Si tratta delle indennità di liquidazione a favore dei dipendenti civili e militari dello Stato (ex Enpas) e dei dipendenti degli Enti locali (ex Inadel) e di altre prestazioni a carattere assistenziale, quali le prestazioni crediti e sovvenzioni straordinarie e quelle per attività sociali (borse e assegni di studio e soggiorni, case di riposo, attività climatiche, ecc.).

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza (tavola 2), il saldo complessivo fra entrate e uscite risulta negativo nel 1994 e 1995, per assumere un valore positivo nel 1996, in seguito al consistente miglioramento del saldo di parte corrente; tuttavia, nel 1997 il risultato complessivo di gestione finanziaria registra di nuovo un disavanzo, dovuto al peggioramento tanto del saldo di parte corrente quanto di quello in conto capitale.
Il saldo di parte corrente evidenzia un miglioramento nel 1996 per peggiorare nel 1997. Il miglioramento registrato nel 1996 è riconducibile sostanzialmente al maggior gettito contributivo, derivante dall'ampliamento della base imponibile ai fini dell'applicazione dell'aliquota contributiva previdenziale dei dipendenti degli Enti locali, al fine di ricomprendere all'interno della retribuzione imponibile anche gli emolumenti accessori precedentemente esclusi. Nel 1997, invece, nonostante l'intervento normativo sull'aliquota di contribuzione legale a carico degli Enti locali, l'aumento delle entrate contributive non riesce a compensare l'incremento della spesa per prestazioni che si evolve sulla base di un trend piuttosto dinamico.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, la tavola 3 si riferisce al complesso delle prestazioni erogate: la voce «prestazioni previdenziali» comprende i trattamenti IVS di base e le pensioni integrative, la voce «altre prestazioni previdenziali» include le indennità di liquidazione e la voce «altre prestazioni» si riferisce alla gestione prestazioni crediti e alla gestione prestazioni per attività sociali.
Dall'esame della tavola 3, senza considerare i risultati della Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato istituita presso l'Inpdap a partire dal 1996, emerge che nel periodo esaminato il saldo fra entrate e uscite si attesta su valori negativi nel 1994 e 1995; nel 1996 si evidenzia un consistente miglioramento, che consente di passare da un disavanzo di 3.400 miliardi nel 1995 ad un avanzo di 500 nel 1996; nel 1997 il saldo registra di nuovo un valore negativo collocandosi a -1.100 miliardi. Il coefficiente di copertura della spesa da parte delle entrate risulta inferiore all'unità nel 1994 e 1995 (pari rispettivamente a 0,89 e a 0,87), sale a 1,02 nel 1996, per collocarsi a 0,96 nel 1997.
In relazione alla Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato (Ctps), istituita a partire dal 1996 presso l'Inpdap (legge 335/95), il saldo fra entrate contributive e spesa per prestazioni si attesta a -9.000 miliardi nel 1996 per salire a -10.500 miliardi nel 1997; tuttavia, tale disavanzo non concorre alla determinazione del risultato complessivo di gestione dell'Inpdap in quanto risulta coperto con trasferimenti da parte dello Stato.
Prima del 1996 per i dipendenti statali non esisteva una specifica gestione previdenziale: lo Stato nella qualità di datore di lavoro non era dunque soggetto al versamento di contributi previdenziali per l'assicurazione IVS dei propri dipendenti, ma era tenuto al pagamento dei trattamenti pensionistici sostenendo un onere pari all'ammontare delle pensioni in essere (al netto della quota finanziata dai i contributi del lavoratore).
Con l'istituzione della Cassa dei dipendenti statali presso l'Inpdap, lo Stato nella qualità di datore di lavoro è tenuto al versamento di contributi effettivi in base ad una aliquota che è stata fissata al 24,2%; tuttavia, lo Stato è tenuto ad effettuare all'Inpdap trasferimenti fino all'esatta copertura della spesa sostenuta dalla nuova gestione, assicurandone in tal modo l'equilibrio.
La tavola 4, relativa ai soli trattamenti pensionistici IVS di base (sono pertanto escluse le pensioni integrative), si compone di due parti; l'una relativa all'analisi della contribuzione e l'altra riferita all'analisi delle prestazioni. Al fine di esaminare le tendenze, l'analisi si riferisce in primo luogo alle quattro Casse gestite dall'Inpdap, senza considerare la Cassa dei trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato (Ctps) istituita a partire dal 1996.
In relazione al finanziamento (tavola 4, sezione A), il gettito contributivo complessivo si mantiene pressochè costante nel 1995 rispetto al 1994, per crescere nel 1996 e nel 1997, con un tasso di crescita medio annuo pari al 12% nel periodo considerato.
Le entrate contributive si incrementano in seguito all'aumento del monte retributivo imponibile e al progressivo aumento dell'aliquota legale di contribuzione.
Il monte retributivo aumenta in seguito all'incremento della retribuzione media, in quanto il numero degli assicurati registra una flessione (con un flusso netto annuo di nuovi assicurati negativo). Particolarmente consistente risulta l'incremento del monte retributivo nel 1996; ciò è dovuto alle disposizioni legislative contenute nella legge 335/95 (riforma Dini) che hanno stabilito l'ampliamento della base di calcolo dei contributi, allo scopo di ricomprendervi gli emolumenti accessori.
L'aliquota contributiva legale è stata oggetto di numerose revisioni: essa risulta elevata di 0,25 e di 0,7 punti percentuali rispettivamente nel 1995 e 1996; nel 1997 in base alle disposizioni contenute nella legge finanziaria risulta omogeneizzata al 32,35% per tutte le quattro Casse gestite, con un aumento di circa 3 punti percentuali per le due principali Casse, quali la Cassa dipendenti enti locali (Cpdel) e la Cassa sanitari (Cps).
In relazione alle prestazioni (tavola 4, sezione B), emerge che la spesa complessiva si evolve in base ad un trend di crescita piuttosto dinamico, registrando nel periodo esaminato un tasso di crescita medio annuo del 9,5%. L'aumento dell'onere per pensioni è riconducibile all'andamento degli importi medi delle pensioni e, in particolar modo, al maggior numero di prestazioni in pagamento, che passa da 787.000 nel 1994 a 869.000 nel 1997 (+80.000 trattamenti). Nel periodo considerato il flusso annuo di pensioni di nuova liquidazione risulta infatti elevato rispetto alle normali leve di pensionamento: i numerosi e ripetuti interventi legislativi hanno innescato una rincorsa al pensionamento; inoltre, l'andamento delle nuove liquidate risente dei provvedimenti di «blocco» delle pensioni di anzianità. In particolare, il numero delle nuove pensioni risulta elevato nel 1994; nel 1995 il numero si riduce in seguito all'introduzione della sospensione del pagamento delle pensioni di anzianità; nel 1996 e 1997, nonostante gli interventi legislativi volti ad elevare i requisiti per l'accesso al pensionamento, le leve di pensionamento risultano elevate perchè vanno in pensione gran parte dei soggetti interessati negli anni immediatamente precedenti dai provvedimenti di «blocco».
L'effetto combinato degli andamenti delle entrate contributive e della spesa per pensioni determina un saldo negativo nel 1994 e 1995 (pari a rispettivamente -2.000 e -3.200 miliardi), che migliora nel 1996 trasformandosi in un avanzo (+940 miliardi) per peggiorare a -1.100 miliardi nel 1997.
In relazione alla Cassa dipendenti enti locali il coefficiente di copertura della spesa da parte delle entrate (inferiore all'unità) passa da 0,83 nel 1994 a 0,89 nel 1997; l'aliquota di equilibrio previdenziale risulta superiore all'aliquota contributiva legale, evidenziando una tendenza all'aumento: il rapporto normativo-istituzionale pensione media-retribuzione media tende a diminuire, ma il rapporto demografico numero pensioni/numero assicurati registra un progressivo peggioramento.
La Cassa sanitari presenta un avanzo, con un coefficiente di copertura della spesa da parte delle entrate che passa dall'1,45 nel 1994 all'1,58 nel 1997; l'aliquota di equilibrio previdenziale risulta inferiore a quella legale e in diminuzione.
La Cassa insegnanti d'asilo (Cpi) risulta in disequilibrio finanziario, la Cassa ufficiali giudiziari risulta in pareggio nel 1997.
Con riferimento alla gestione indennità di liquidazione a favore dei dipendenti dello Stato (Ex Enpas) e degli Enti locali (Ex Inadel), dall'esame della tavola 5 emerge che il saldo fra entrate contributive e spesa per prestazioni risulta positivo, con un coefficiente di copertura in aumento nel periodo considerato. Nel periodo 1994-97 è stata inoltre sostenuta una spesa per la riliquidazioni dei trattamenti, in seguito all'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale 243/93, che ha stabilito l'inclusione nella base di calcolo del trattamento dell'Indennità Integrativa Speciale (IIS) a favore dei dipendenti statali cessati dal servizio in data successiva al 1983.

Sezione II

Gestione immobliare e mobiliare

Con riferimento al patrimonio immobiliare (tavola 7), l'Inpdap ha indicato gli immobili da reddito locati a terzi classificati in base all'impiego.
La consistenza del patrimonio aumenta in seguito all'acquisizione di valori immobiliari. I proventi lordi derivanti dal patrimonio passano da 515.000 milioni nel 1994 a 532.000 milioni nel 1997; mentre i proventi netti registrano una flessione passando da 241.000 milioni nel 1994 a 194.000 milioni nel 1997.
Le spese direttamente riconducibili alla gestione del patrimonio immobiliare rappresentano una quota dei proventi lordi che passa dal 53% nel 1994 al 67,6% nel 1995 e al 74,6% nel 1996, per scendere al 63,5% nel 1997. Se consideriamo i costi al netto delle imposte e della quota di ammortamento dell'anno, al fine di evidenziare quella parte di spese direttamente riconducibile all'attività gestionale dell'Ente, emerge che la loro incidenza sulle entrate complessive risulta inferiore, evidenziando una tendenza alla crescita nel 1997 rispetto al 1994 (dal 13,4% nel 1994 si passa al 24% nel 1995, per scendere al 23% e al 19,4% rispettivamente nel 1996 e 1997).
In relazione agli indicatori di redditività, nel 1997 i rendimenti registrano una flessione rispetto ai valori del 1994 (che risulta più consistente in relazione ai rendimenti netti), collocandosi al di sotto dei valori medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati.
Nella tavola 8 viene illustrato l'andamento della gestione mobiliare, tramite l'evidenziazione delle attività finanziarie (e della relativa composizione) e dei proventi realizzati (e/o maturati) su tali investimenti. Le attività finanziarie detenute dall'Ente sono costituite da attività liquide, titoli, azioni e partecipazioni e crediti.
La consistenza di valori mobiliari aumenta in seguito alla maggior consistenza delle attività liquide nel 1995 e dei crediti nel 1996, mentre la «voce» titoli e azioni registra una lieve flessione.
I proventi realizzati sul patrimonio mobiliare riconducibili ai redditi da interessi, utili e partecipazioni registrano una flessione; se consideriamo anche i guadagni maturati in conto capitale, la flessione dei proventi complessivi risulta più contenuta.
I rendimenti calcolati in riferimento al complesso delle attività finanziarie passano dal 7,8% nel 1994 al 4,5% nel 1996. I rendimenti calcolati sui valori mobiliari in senso proprio (costituiti per l'Ente in esame dai titoli e dalle azioni), registrano valori più elevati che si avvicinano ai valori medi medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Nella tavola 9 vengono evidenziate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale.
Il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica, evidenzia un miglioramento nel 1996, passando da -2.400 miliardi nel 1995 a 3.200 miliardi nel 1996; nel 1997 l'avanzo economico si riduce a 1.500 miliardi. L'andamento del risultato economico di esercizio è influenzato dall'andamento del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e all'interno di questi, in particolar modo dal saldo della gestione entrate contributive e spesa per prestazioni.
La situazione patrimoniale generale presenta un avanzo patrimoniale netto che nel periodo esaminato passa da 29.300 miliardi nel 1994 a 29.500 miliardi nel 1996.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

I costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente risultano in flessione nel 1995 e 1996, per aumentare in modo consistente nel 1997, registrando un tasso di crescita medio annuo pari al 14% nel periodo considerato (tavola 10). L'incremento interessa tutte le componenti di spesa e, in particolar modo, quella sostenuta per l'acquisto di beni di consumo e servizi.
I costi netti di gestione risultano inferiori a quelli lordi a causa del recupero dei costi, che avviene tramite il recupero di spese per l'acquisto di beni di consumo e servizi e l'eliminazione di residui passivi di spese correnti insussistenti.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 6.400 unità nel 1997, operano in effetti 4.219 unità (con un indice di occupazione pari allo 0,66 nel 1997), in lieve flessione rispetto al dato 1994.
Come emerge dalla tavola 10, l'indice di costo amministrativo (determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali) presenta valori inferiori a quelli medi calcolati per il complesso degli Enti, evidenziando nel periodo esaminato una tendenza alla diminuzione (le spese di gestione aumentano, ma la spesa per prestazioni aumenta in base a ritmi più dinamici).
L'indice di produttività, determinato in base al rapporto fra il numero di prestazioni totali e il personale in servizio, assume valori superiori a quelli medi calcolati per il complesso degli Enti monitorati e in forte crescita nel periodo considerato (tavola 11): ciò è però dovuto all'istituzione nel 1996 della Cassa dei dipendenti statali che determina un forte incremento delle prestazioni totali erogate.
Con riferimento alla gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazioni (tavola 12), emerge che il grado di evasione registra valori in linea con quelli medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati e in crescita nel periodo esaminato, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni IVS, per le quali il grado di evasione delle pratiche passa da 0,03 nel 1995 a 2,18 nel 1997.
I dati relativi ai tempi medi di liquidazione delle prestazioni non risultano disponibili per l'Ente in esame.

Osservazioni conclusive

Con riferimento all'equilibrio finanziario delle gestioni previdenziali, si evidenzia per il 1997 un disavanzo, con un rapporto demografico numero assicurati/numero prestazioni che registra un progressivo peggioramento a causa sia della forte diminuzione del numero di assicurati sia del consistente aumento del numero delle prestazioni.
Dal lato della spesa, i provvedimenti collegati alla legge finanziaria per il 1998, tramite l'introduzione di requisiti più stringenti per il collocamento a riposo in relazione alle pensioni di anzianità (equiparandoli a quelli del settore privato), detremineranno risparmi sul fronte sia della spesa per pensioni sia di quella per liquidazioni.
Dal lato delle entrate, l'aliquota di contribuzione legale prevista per le gestioni previdenziali, che è stata omogeneizzata al 32,35%, potrebbe essere allineata al medesimo livello previsto per il Fpld pari al 32,7%.
Per quanto concerne il comparto dei dipendenti statali, l'istituzione a partire dal 1996 della Cassa dei trattamenti pensionistici degli statali presso l'Inpdap risulta al momento solo formale, in quanto le Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato continuano tuttora a svolgere le attività connesse alla liquidazione dei trattamenti e quelle di finanziamento. Lo Stato infatti provvede con trasferimenti alla completa copertura dell'onere per pensioni sostenuto dalla Cassa medesima, che risulta in forte disavanzo se consideriamo le entrate contributive ordinarie derivanti dall'applicazione dell'aliquota legale di base fissata al 32,7%.


Allegato n. 4
Relazione del deputato GASPERONI
su
Cassa dei ragionieri e periti commerciali

Come emerge dalla tavola 1, la Cassa dei ragionieri e periti commerciali provvede alla copertura delle prestazioni IVS e di altre tipologie di prestazioni a carattere assistenziale, quali le indennità di maternità (legge 379/90) e altri benefici per interventi assistenziali (legge 21/86). La Cassa eroga anche altri trattamenti, che assumono la forma di liquidazione di capitali in seguito a ricongiunzioni ad altri Enti (legge 45/90) e di indennità di liquidazione in seguito al rimborso di contributi, nei casi in cui non vengano raggiunti i requisiti per il diritto alla pensione (legge 21/86); tuttavia, tali prestazioni sono considerate nell'ambito dell'assicurazione IVS in quanto connesse al collocamento a riposo.
Inoltre, fra i compiti istituzionali della Cassa rientrano altre prestazioni di carattere sociale riconducibili a sussidi sia ordinari che straordinari (borse e assegni di studio, assegni funerari e per natalità).

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

Nella tavola 2 vengono evidenziate le risultanze della gestione finanziaria (di competenza e di cassa), attraverso i saldi di parte corrente e in conto capitale che concorrono alla determinazione del saldo complessivo di gestione.
Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza, il saldo complessivo evidenzia nel periodo esaminato un miglioramento (passando da un disavanzo di 22 miliardi nel 1994 a un avanzo di 2 miliardi nel 1997), che risulta imputabile sia al saldo di parte corrente sia a quello in conto capitale. Il saldo positivo di parte corrente migliora in seguito ad un aumento delle entrate (sia di quelle contributive sia in maniera più marcata dei proventi derivanti dal patrimonio immobiliare e mobiliare) che riesce a compensare l'aumento delle spese correnti, fra cui la voce più dinamica di spesa è rappresentata dalle prestazioni istituzionali.
Con riferimento alla gestione finanziaria di cassa, negli anni 1994 e 1995 si evidenzia un saldo negativo fra riscossioni e pagamenti; nel 1997 e in particolare nel 1996 invece, a causa del consistente aumento del saldo positivo di parte corrente e della diminuzione del saldo negativo in conto capitale, viene registrato un avanzo rispettivamente di 11 e di 45 miliardi.
Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, nella tavola 3 (relativa al complesso delle prestazioni erogate) e nella tavola 4 (relativa alle prestazioni IVS) vengono esaminati i diversi fattori (demografici e normativo-istituzionali) che, agendo sull'andamento del gettito contributivo e dell'onere per prestazioni, consentono di esprimere valutazioni sulla persistenza dell'equilibrio finanziario della gestione.
Dall'esame della tavola 3, che si riferisce al complesso delle prestazioni erogate (la voce «prestazioni previdenziali» comprende le pensioni IVS e le indennità per rimborso dei contributi, mentre la voce «altre prestazioni» include le indennità di maternità e altri interventi assistenziali), emerge per il 1994 un saldo positivo fra entrate contributive e onere per prestazioni pari a 104 miliardi, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle uscite pari a 3.31: nel periodo successivo il saldo positivo aumenta, passando a 110 miliardi e diminuisce a 97 miliardi nel 1996, come pure il coefficiente di copertura (che si attesta a 2,59 nel 1996).
La tavola 4, relativa alle gestioni dei trattamenti pensionistici IVS, si compone di due parti, dedicate rispettivamente all'analisi della contribuzione e all'esame delle prestazioni.
In relazione alla contribuzione (tavola 4, sezione A), si rileva un aumento delle entrate contributive nel 1995 rispetto al 1994 connesso esclusivamente ad un incremento del monte dei redditi ai fini imponibili, mentre nell'anno 1996 si riscontra una riduzione delle entrate contributive pur in presenza di un aumento di 100 miliardi di monte retributivo imponibile rispetto al 1995 e ciò a parità di aliquota contributiva legale. La riduzione di gettito è probabilmente connessa con l'applicazione ai redditi dei nuovi giovani assicurati di aliquote contributive ridotte per il primo periodo di attività.
L'aumento della base imponibile ai fini contributivi con ogni probabilità è ascrivibile al consistente aumento del numero degli assicurati (il flusso netto annuo di nuovi assicurati passa dalle 1373 unità nel 1994 alle 2675 unità nel 1995 per tornare alle 1506 unità nel 1996), mentre non dipende dall'andamento del reddito medio annuo imponibile ai fini contributivi, che nel periodo esaminato registra un valore costante.
L'aumento del numero degli assicurati nel 1996 è dovuto anche al fatto che una parte dei soggetti per i quali non sussiste l'obbligo della partecipazione alla Cassa (legge 23/86)2[ 2 I soggetti per i quali l'iscrizione è facoltativa sono gli intestatari di altre posizioni previdenziali obbligatorie e i beneficiari di altro trattamento di pensione per diversa attività svolta.], hanno optato per l'iscrizione alla Cassa, in luogo dell'iscrizione all'Inps, in seguito alle nuove disposizioni che hanno istituito a partire dal 1996 il contributo del 10% (legge 335/95).
In relazione alle prestazioni (tavola 4, sezione B), l'aumento della spesa è dovuto sia ad un aumento del numero di pensioni sia ad un aumento dell'importo medio della pensione, che passa da 19 milioni circa nel 1994 a 23 milioni nel 1996.
L'effetto combinato dell'andamento delle entrate contributive e della spesa per pensioni determina un saldo positivo pari a 97 miliardi nel 1996, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese pari a 2.78. L'aliquota di equilibrio previdenziale

Spese per pensioni Numero pensioni Pensione Media
Monte reddittuale imponibile = Numero assicurati . Retribuzione media

risulta pertanto inferiore all'aliquota contributiva legale di circa 2.78 volte nel 1996, ma con tendenza alla riduzione del divario nel periodo esaminato. Il rapporto numero assicurati attivi/numero pensioni, nonostante presenti valori elevati, mostra una lieve tendenza ad aumentare, passando dal 10.1 nel 1994 al 10.7 nel 1996: il flusso netto annuo delle nuove pensioni (nuove pensioni - cessazione di pensioni) risulta infatti minore del flusso netto annuo dei nuovi assicurati (nuovi assicurati - cessazione di assicurati). Il rapporto normativo-istituzionale pensione media/reddito medio aumenta a causa dell'incremento della voce posta al numeratore, a fronte della quale il reddito medio si mantiene su valori alquanto stabili.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

Nella tavola 7 vengono indicate le risultanze della gestione immobiliare: sulla base dei dati relativi all'entità dei valori immobiliari e ai proventi derivanti dal patrimonio medesimo, è stata calcolata la redditività in termini lordi e netti.
Nel 1996, a fronte di un rendimento lordo pari al 5.0% calcolato sul valore storico (5.3% se riferito al prezzo di acquisto), il rendimento netto, riferito ai soli immobili locati a terzi che costituiscono la quasi totalità, diventa negativo nella misura del !0.44% (-0.47% sul prezzo di acquisto) in quanto l'Ente ha applicato l'aliquota del 3% a titolo di ammortamento sugli immobili. Nel periodo esaminato 1994-96, la redditività aumenta leggermente, in quanto il trend di crescita dei proventi è più dinamico di quello registrato dal patrimonio, che aumenta in seguito all'acquisizioni di nuovi immobili.
Dal punto di vista amministrativo e dell'efficienza dell'Ente, di particolare importanza risulta l'incidenza dei costi imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare sui proventi complessivi, che rappresentano il vincolo alla loro espansione: nel periodo esaminato essi rappresentano, escludendo gli ammortamenti, una quota delle entrate totali pari a circa il 43% nel 1994, il 49% nel 1995 e il 50% nel 1996.
Nella tavola 8 viene esaminato l'andamento della gestione mobiliare, tramite l'evidenziazione delle attività finanziarie e della relativa composizione e dei proventi realizzati (e/o maturati) su tali investimenti. Le attività finanziarie detenute dall'Ente sono costituite da attività liquide, da titoli e azioni e partecipazioni; ai fini della determinazione della redditività annua del patrimonio mobiliare sono stati considerati sia i redditi di capitale sia i guadagni in conto capitale realizzati o anche solo maturati.
Nel periodo considerato (1994-96), il rendimento riferito al complesso delle attività detenute si incrementa, attestandosi nel 1996 ad un valore pari al 7.01 in termini lordi e al 5.34% in termini netti (ovvero al netto delle imposte). Con riferimento ai valori mobiliari in senso proprio, costituiti per l'Ente in esame dai titoli obbligazionari pubblici e privati, il rendimento (lordo e netto) dell'anno 1995 pari rispettivamente a 7.27 e 5.43 calcolato per il complesso del patrimonio mobiliare risulta decisamente inferiore ai rendimenti medi registrati nel periodo in esame sui valori mobiliari del complesso degli Enti monitorati, che sono risultati rispettivamente pari a 11.84 e 10.25.

Sezione III

Situazione patrimoniale-Riserve

Nella tavola 9 vengono evidenziate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale, con particolare attenzione all'entità delle riserve obbligatorie e alle assegnazioni delle quote dell'esercizio alle riserve medesime, determinate in base alle specifiche disposizioni di legge.
Con riferimento al conto economico, viene evidenziato il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica. Il peggioramento dell'avanzo economico osservabile nel periodo 1994-96 è imputabile ad una concomitante riduzione delle entrate contributive cui fa seguito un aumento delle spese per prestazioni soprattutto nel 1996.
Il risultato economico di esercizio sempre positivo nel triennio considerato viene attribuito per disposizioni statutarie dell'Ente interamente al fondo per la previdenza e al fondo per l'assistenza.

Sezione IV

Efficienza dell'Ente

Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell'efficienza operativa e produttiva dell'Ente.
Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell'attività dell'Ente (tavola 10), è stato calcolato l'indice di costo amministrativo determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali. Per l'Ente esaminato, l'indice di costo amministrativo risulta superiore a quello calcolato per il complesso degli Enti monitorati, con un divario che lievemente si riduce nel periodo esaminato: nel 1994 l'incidenza dei costi di gestione sulla spesa per prestazioni si attesta al 22%, per scendere al 16% nel 1995 e risalire al 20% nel 1996, a fronte di un valore che si colloca, per il complesso degli Enti e nella media del periodo esaminato, al 13%.
Le componenti di spesa più dinamiche nell'incrementarsi sono rappresentate dalla voce «personale in servizio» e «altri oneri», mentre il raggruppamento «acquisto di beni di consumo e servizi» si riduce nel 1995 rispetto al 1994 per risalire nel 1996 senza però superare il livello del 1994, che era stato di 5 miliardi.
Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tavola 11), rispetto ad un organico di 102 unità, operano in effetti 84 unità nel 1994 che si riducono a 82 unità nel 1995 e che si riportano a 90 unità nel 1996, con un indice di occupazione che risulta leggermente più elevato se confrontato con i valori medi registrati dal complesso degli Enti esaminati.
L'indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori relativamente uno tra i più contenuti se confrontati con il valore medio calcolato per il complesso degli Enti monitorati (tavola 11). Tuttavia, nel periodo esaminato, la produttività aumenta lievemente (passando dal 28.4% nel 1994 al 29.5% nel 1996.
In riferimento alla gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazione (tavola 12), il grado di evasione delle pratiche è pari a 1 in ciascun anno del periodo considerato, per cui il numero delle pratiche definite è esattamente uguale al numero delle pratiche presentate nel medesimo anno.
I crediti contributivi al 31 dicembre di ciascun anno includono le rate dei carichi dei ruoli in naturale scadenza nell'esercizio successivo; essi sono pari a 54.2 miliardi nel 1994, a 57.7 nel 1995 e a 42.1 nel 1996. Per quanto concerne l'attività di vigilanza, nell'anno 1997 l'Ente ha stipulato per la prima volta accordi per effettuare controlli incrociati tra i dati dichiarati dagli iscritti e i dati del Ministero delle Finanze a partire dal 1992. I recuperi dei crediti contributivi sono avvenuti in via amministrativa. I costi per recupero crediti sono inclusi nei costi del personale, come si rileva dalle note ed osservazioni alla tavola 13.
Come emerge dalla tavola 14, i tempi di liquidazione delle prestazioni sono pari in media a 60 giorni in ciascun anno del periodo considerato e per ciascuna tipologia di trattamento con la sola eccezione delle pensioni di invalidità che abbisognano in media di 150 giorni per essere definite: dal confronto con i valori medi calcolati per il complesso degli Enti esaminati, la Cassa registra valori dei tempi di evasione delle prestazioni inferiori.

Osservazioni conclusive

Con riferimento alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni, la Cassa presenta un rapporto demografico numero assicurati/numero prestazioni pari a 10.7, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alla spesa pari a 2.8.
Non sussiste per l'Ente l'obbligo di costituire riserve obbligatorie mentre il risultato economico di ogni esercizio viene, come già accennato, attribuito al fondo per la previdenza e al fondo per l'assistenza.
Con riferimento all'evoluzione dei fattori demografici e al quadro normativo-istituzionale, si possono avanzare le seguenti osservazioni in relazione alla sostenibilità finanziaria della gestione e all'equilibrio di lungo periodo.
Dal punto di vista dei fattori demografici (base assicurativa e stock di pensioni), la Cassa si configura ancora come una gestione «dinamica», caratterizzata da un numero elevato di iscritti, con la tendenza ad una riduzione del gettito delle entrate nel periodo considerato e con un flusso netto di nuovi assicurati che si riduce, mentre si rileva un aumento della spesa per prestazioni che scaturisce sia da un aumento del numero dei pensionati che dall'andamento dell'importo medio della pensione, tutto ciò probabilmente potrà influire sull'equilibrio di lungo periodo.
Sotto l'aspetto del finanziamento delle prestazioni della gestione previdenziale il saldo positivo, anche se decrescente, dato dalle entrate contributive meno la spesa per prestazioni riscontrato per tutto il triennio, con un coefficiente di copertura pari al 2.6 è in grado di segnalare un adeguato equilibrio nel medio periodo
Si auspica di conseguenza il costante controllo dei fattori demografici e dei meccanismi di funzionamento del sistema, che agiscono sulla dinamica della spesa e delle entrate contributive, in modo tale da poter intervenire al fine del mantenimento dell'equilibrio di lungo periodo.