COMMISSIONE PARLAMENTARE

di controllo sull’attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

MERCOLEDÌ 17 Gennaio 2001

128ª Seduta

Presidenza del Presidente

Michele DE LUCA


        Intervengono il Presidente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), professor Gianni Billia, il Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, dottor Paolo Lucchesi, il direttore generale, dottor Alberigo Ricciotti, accompagnati dalla signora Daniela Vanni, assistente del Presidente.
        
La seduta inizia alle ore 14,15.

Seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

        La Commissione prosegue nell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
        Il presidente DE LUCA ricorda che le tavole contenenti i dati richiamati dai relatori sull’attività dei singoli enti e rilevati sulla base del modello unico di analisi, elaborato dalla Commissione, sono pubblicate in allegato al Resoconto sommario della seduta del 16 novembre 2000.
        La senatrice SILIQUINI, relatore per la Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti (INARCASSA) nonché per l’Ente nazionale di previdenza ed assistenza biologi (ENPAB), si rimette alle relazioni scritte da allegare al Resoconto della seduta
(Allegato 1 e Allegato 2).
        Il deputato GASPERONI, relatore per la Cassa nazionale di previdenza ed assistenza infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici di infanzia (IPASVI), si rimette anch’egli alla relazione scritta da allegare al Resoconto della seduta
(Allegato 3)

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

        Il Presidente propone che sia attivato il collegamento audiovisivo interno con la sala stampa. La Commissione concorda e il collegamento è attivato.
        Il Presidente avverte inoltre che della seduta odierna è redatto anche il resoconto stenografico.

Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza

        Il Presidente esprime, a nome della Commissione, vivo compiacimento al presidente dell’Inail, professor Billia, per la recuperata salute e per il fatto che egli ha così potuto pienamente riprendere la preziosa attività alla guida dell’Istituto.
        Il Presidente rileva che, con puntualità, secondo un metodo di lavoro che la Commissione ha rigorosamente osservato, si rinnova, con le audizioni dei Presidenti dei maggiori enti pubblici di previdenza, programmate per questa e per la prossima settimana, il confronto sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti.
        Ricorda che, nelle sedute dell’11 e del 18 ottobre 2000, la Commissione ha ascoltato i responsabili dell’Inpdap, dell’Inps, dell’Inpdai e dell’Inail, aggiornando, a poche settimane dalla scadenza del 31 dicembre, la situazione delle vendite degli immobili, anche alla luce delle previsioni contenute nella legge finanziaria per il 2000.
        La Commissione apprese allora che si prevedeva dall’Inail un introito di 450 miliardi entro l’anno e di 1.300 miliardi entro il 2001, dall’Inps un’entrata di qualche decina di miliardi dei 400 previsti, dall’Inpdap 2.400 miliardi – 900 conferiti al fondo immobiliare e 1.500 dalle dismissioni del programma ordinario – sostanzialmente, dunque, l’intera quota di competenza, e dall’Inpdai 150 miliardi. Complessivamente si sarebbe raggiunto un livello di vendite attorno ai 3.000 miliardi, in coerenza con la previsione della legge finanziaria per il 2000.
        Successivamente la Commissione ha richiesto, con nota del 20 dicembre scorso, notizie sui ritardi che si sono da più parte lamentati con riferimento alle procedure di vendita delle unità immobiliari a destinazione residenziale, originariamente ricomprese nel programma straordinario di dismissioni e poi inserite nel programma ordinario con il decreto interministeriale, adottato il 27 settembre 2000, dal Ministro del lavoro di concerto con il Ministro del tesoro. Per questa parte del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza, il comma 4 dell’articolo 1 del decreto prevede che le unità immobiliari siano restituite all’ente proprietario, secondo i criteri e le modalità del decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, integrato dall’articolo 2 della legge finanziaria per il 2000. L’ente si avvale, previa assunzione dei relativi oneri, del preliminare lavoro di ricognizione, analisi e documentazione già posto in essere dal «Consorzio G6» incaricato, con il contratto stipulato il 25 gennaio 2000, anche al fine di pervenire all’alienazione dei beni con tempestività e comunque entro e non oltre il 1º marzo 2001. Per effetto delle modificazioni apportate alla lista degli immobili compresi nel programma straordinario di cessione, sarà effettuata, dispone il decreto, una rimodulazione delle clausole dedotte nel contratto sottoscritto con l’
advisor.
        Alla nota della Commissione – prosegue il Presidente – gli enti hanno risposto indicando talune difficoltà intervenute sul piano interpretativo e operativo. Le audizioni programmate in questa fase dovranno dunque sostanzialmente chiarire alla Commissione se il dato di cassa per il 2001 corrisponda a quello previsto – 3.000 miliardi – e, inoltre, quale sia lo stato della procedura di dismissioni degli immobili stralciati dal piano straordinario.
        Dopo aver ricordato che l’Inail ha fatto pervenire una esauriente risposta sui temi ora toccati, il Presidente invita il professor Billia a illustrare e integrare il documento.
        Il professor BILLIA ricorda che, sul totale di 11.200 di unità immobiliari stimate, oggetto della dismissione ordinaria, per le quali sono già state inviate tutte le lettere di intenti, sono stati conclusi contratti di vendita per un incasso di circa 50 miliardi. Quanto alle procedure previste dal programma straordinario, rammentato che per gli immobili con quotazione fino al 50 per cento del valore medio di mercato, era prevista la vendita agli inquilini a un prezzo ridotto, per effetto di benefici modulati dal 30 al 45 per cento, mentre per gli immobili con valore superiore era necessaria l’asta pubblica, fa presente che, con la legge finanziaria per il 2000, la soglia per individuare gli immobili di pregio è passata al 70 per cento oltre il valore medio di mercato, così riducendosi sensibilmente il numero degli immobili da dismettere secondo le procedure previste dal programma straordinario. Sostanzialmente si sono sottratti alla procedura d’asta tutti gli immobili a uso abitativo e si è determinata una significativa riduzione delle entrate preventivate. L’Inail ha, di fatto, raggiunto il 40 per cento delle dismissioni immobiliari, superando così, in larga misura, la quota del 25 per cento prevista.

        Rilevato poi che l’Inail è l’unico ente con una redditività positiva del patrimonio immobiliare, il professor Billia avverte che occorre capire quale dovrà essere l’utilizzazione dei ricavi ottenuti dalle vendite – l’Istituto completerà entro il 2001 la dismissione dell’intero patrimonio immobiliare – attualmente destinati alla Tesoreria a tasso zero. A conclusione dell’intervento, il professor Billia consegna alla Commissione un documento che il presidente De Luca dispone che sia pubblicato in allegato al Resoconto della seduta (Allegato 4).

        Interviene successivamente il dottor LUCCHESI, Presidente del Consiglio di indirizzo e di vigilanza. Confermato che l’Inail, venduta la quota pari, sostanzialmente, al 40 per cento del patrimonio immobiliare, è in grado di procedere alla dismissione completa entro il 2001, fa presente che dei 690 miliardi di valore degli immobili compresi nel programma straordinario, 556 sono riferiti a immobili a uso commerciale e 134 a immobili a uso abitativo. Per i primi, l’Istituto non deve compiere alcun ulteriore atto, mentre, per i secondi, restituiti al programma ordinario dal decreto interministeriale del 27 settembre 2000, l’Istituto ha ieri rifiutato la funzione di coordinamento, proposta dal Ministero del lavoro e dall’Osservatorio, nella convinzione di poter procedere direttamente, in modo più rapido e a costi inferiori, come peraltro si è dimostrato nel corso della procedura in atto. Chiarito che è tecnicamente impossibile giungere alla dismissione degli immobili stralciati dal piano straordinario entro il 1º marzo 2001, solo che si pensi che agli inquilini è riconosciuto un termine di 60 giorni dall’invio delle lettere di proposta di vendita, il dottor Lucchesi avverte che l’Inail dovrà procedere alla valutazione delle unità immobiliari, essendo i valori forniti dall’Osservatorio riferiti ai singoli immobili considerati in blocco.

        Precisato inoltre che le risorse di liquidità dell’Istituto devono essere diversamente considerate, sottolinea come le disponibilità provenienti dalle dismissioni immobiliari determinino una trasformazione sostanziale della qualità della riserva tecnica – che da immobiliare diventa mobiliare – comportando, in presenza del meccanismo di versamento in Tesoreria, già ricordato dal professor Billia, difficoltà tali da compromettere la gestione dell’Istituto.

        A seguito di una specifica richiesta di precisazione del presidente De Luca, il dottor RICCIOTTI chiarisce che l’Inail ha provveduto, senza contenzioso, a pagare gli oneri dovuti all’advisor a fronte della cessione della documentazione formata dal Consorzio G6 che peraltro riguarda la valutazione in blocco dei singoli edifici.
        Prende quindi la parola il senatore Roberto NAPOLI che sollecita informazioni in ordine a taluni aspetti della operazione di dismissioni. In particolare chiede di conoscere se la concreta risposta all’iniziativa corrisponda alle stime dell’Istituto, quanti immobili rimarrebbero all’Inail al termine delle dismissioni e, infine, se vi sia un apprezzabile contenzioso.
        Il professor BILLIA, richiamati i dati quantitativi, peraltro analiticamente illustrati nel documento consegnato alla Commissione, riferiti allo stato della operazione di alienazione, sottolinea il pieno accordo con le aziende sulle stime compiute dall’Istituto che ha svolto un intenso lavoro di
marketing e a realizzato altresì un accordo positivo con i sindacati.
        Il dottor RICCIOTTI, ribadito che la fascia degli immobili di pregio tende a ridursi a seguito dell’innalzamento della soglia al 70 per cento oltre il valore medio di mercato, fa presente che il contenzioso è fenomeno del tutto marginale, riducendosi a piccole divergenze di valutazione, limitate a talune zone del Paese.
        Il deputato ARACU, osservato preliminarmente come la politica immobiliare dell’Inail abbia conseguito soddisfacenti risultati, si domanda, anche alla luce di recenti scelte verso il mercato immobiliare compiute da importanti gestori di capitali finanziari, quale possa essere il quadro di riferimento e di programma degli investimenti che l’Istituto, attualmente vincolato al meccanismo di versamento a tasso zero, deve effettuare nel breve e nel medio periodo.
        Il professor BILLIA, premesso che l’Inail è l’unico ente a capitalizzazione, rileva che, una volta dismesso l’intero patrimonio immobiliare, l’Istituto si trasforma in un ente a ripartizione: a tale dato dovranno necessariamente riferirsi le scelte politiche.
        Il dottor LUCCHESI, nel dichiararsi d’accordo con l’osservazione del professor Billia, ribadisce che la semplice attuazione della vigente normativa comporta, di per sé, la scelta di trasformare l’Inail in un ente a ripartizione. L’Istituto chiede invece autonomia nella gestione dei proventi ricavati dalle dismissioni immobiliari, al fine di poter scegliere gli investimenti con maggiore redditività, funzionali ai fini istituzionali.
        Dato atto ai vertici dell’Istituto di aver condotto con efficacia l’operazione di alienazione immobiliare, peraltro necessaria al fine di evitare il rischio di uno snaturamento dei compiti degli enti, il deputato GASPERONI chiede se sia stata sviluppata una stima in ordine a una revisione dei livelli contributivi, possibile a seguito dell’operazione condotta.
        Il presidente DE LUCA rileva la difficile conciliabilità, alla radice dell’attuale situazione di disagio lamentata dai vertici dell’Istituto, tra l’obiettivo di realizzare entrate dalle dismissioni immobiliari – l’unica quota attiva, rileva, della manovra finanziaria per il 2000 – e l’esigenza di assicurare le funzioni dell’Inail imponendo un utile pari a zero sulle disponibilità finanziarie realizzate dalla alienazione degli immobili.
        Il professor BILLIA ribadisce l’esigenza di chiarire se l’Istituto debba rimanere come ente a capitalizzazione, peraltro in grado di fronteggiare possibili crisi economiche transitorie con misure, circoscritte nel tempo, relative alle contribuzioni, o se il quadro di riferimento debba considerarsi radicalmente modificato anche in una ravvicinata prospettiva temporale.
        Ringraziati gli odierni interlocutori della Commissione, il PRESIDENTE dichiara conclusa l’audizione e ricorda che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 18 gennaio, alle ore 14, con il seguente ordine del giorno: I. Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) e del Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza dirigenti aziende industriali (Inpdai) sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza; II. Seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
        
La seduta termina alle ore 15,15.

 


Allegato 1
Relazione della senatrice Siliquini

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CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA
PER GLI INGEGNERI ED ARCHITETTI
LIBERI PROFESSIONISTI (INARCASSA)


        Come si rileva dalla tavola 1, la Cassa nazionale di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti provvede all’erogazione delle prestazioni previdenziali IVS nonché alla copertura di altri trattamenti.

        Le prestazioni previdenziali sono rappresentate dalla pensione di vecchiaia, di anzianità, di inabilità e di superstiti (di assicurato e pensionato). La Cassa provvede altresì, a favore degli assicurati, ai trattamenti di malattia, di maternità e antitubercolari.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali
        Il bilancio per l’anno 1999 suggerisce una valutazione positiva, in considerazione del saldo attivo di 161 miliardi fra entrate contributive e spese per prestazioni istituzionali. Il dato, messo a confronto con il saldo registrato nel 1998 (132 miliardi), rappresenta un incremento di 29 miliardi dovuto principalmente all’aumento del numero dei nuovi iscritti che, nell’anno 1998, erano 9.290 e nel 1999 9.711. Il totale del numero degli assicurati al 31 dicembre 1999 è di 81.070 rispetto ai 74.190 del 1998.

        Passando ad analizzare gli indicatori finanziari, il dato positivo appare più significativo in quanto il rapporto tra numero assicurati attivi e numero totale delle prestazioni si è ulteriormente incrementato passando da 4,87 volte per l’anno 1997 a 5,48 per l’anno 1998 e 5,89 per l’anno 1999.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare
        Per quanto riguarda la gestione degli immobili si osserva un decremento sui redditi netti dei valori in bilancio pari a 1,38 rispetto a 1,49 per il 1998. In termini di rendimento lordo, si nota invece un incremento rispetto al 1998 (da 5,85 a 6,85).

        Dai dati relativi alla gestione immobiliare si rileva inoltre un leggero aumento dei costi di gestione che passano da circa 36 miliardi nel 1998 a oltre 42 nel 1999.
        La gestione mobiliare presenta un incremento del portafoglio attività finanziarie: 2.234 miliardi contro 1.971 miliardi del 1998. La composizione del portafoglio è variata rispetto al 1998 a favore del comparto azionario e risulta composta da 35 miliardi e 522 milioni di attività liquide, 1.947 miliardi di titoli, 251 miliardi di azioni e partecipazioni.
        Da notare come a un incremento del portafoglio finanziario corrisponda un incremento della redditività netta che passa da 10,8 (1998) a 12,2 (1999). Va peraltro osservato che nel 1998 non risultavano investimenti in azioni e partecipazioni che sono invece presenti nella composizione del portafoglio nel 1999.

Sezione III

Situazione patrimoniale – Riserve.
        Dai dati della tavola 9 è interessante notare il
trend di crescita del risultato economico che passa da 188 miliardi nel 1997 a 230 nel 1998 e a 265 miliardi nel 1999. Dunque si registra anche per la situazione patrimoniale lo stesso trend di crescita della situazione economica registrato per l’anno in esame.

Sezione IV

Efficienza dell’Ente
        Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell’efficienza operativa e produttiva dell’Ente.

        Quanto ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell’attività dell’Ente (tav. 10), è stato calcolato l’indice di costo amministrativo determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali. Per l’Ente in esame, l’indice di costo amministrativo risulta leggermente superiore a quello calcolato per il complesso degli enti monitorati, In particolare nel 1998-99 l’incidenza dei costi di gestione sulla spesa per prestazioni si attesta al 10 per cento.
        Con riferimento alla gestione del personale in servizio (tav. 11), rispetto ad un organico di 199 unità, operano in effetti, nel 1999, 202 unità, con un indice di occupazione che risulta superiore al dato medio espresso dagli altri enti monitorati.
        L’indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, assume valori relativamente bassi rispetto ai dati medi calcolati per gli altri enti in esame (tav. 11).
        In riferimento alla gestione crediti contributivi (tav. 13), dai dati disponibili risulta che l’entità dei crediti, al 31 dicembre 1999, è di 180 miliardi e 674 milioni e quella dei contributi evasi è di 50 miliardi e 903 milioni.
        Come si desume dalla tavola 14, i tempi di liquidazione delle prestazioni sono costantemente di 60 giorni per ogni tipologia di trattamento, un dato che, inferiore a quello di altri enti monitorati, dimostra l’efficienza operativa dell’Ente verso i suoi assistiti.

Osservazioni conclusive

        Con riferimento all’equilibrio finanziario della gestione entrate contributive e spesa per prestazioni emerge per l’anno in esame un saldo positivo di 161 miliardi con un indice di copertura delle entrate rispetto alle uscite pari a 1,61 e un rapporto demografico numero assicurati-numero prestazioni pari a 5,89.

        Sussiste un costante equilibrio finanziario nel quadro di un rapporto demografico medio, stabile nel tempo.
        Tuttavia si auspica il continuo controllo dei fattori demografici e dei meccanismi di funzionamento del sistema, che agiscono sulla dinamica delle spese e delle entrate contributive, in modo tale da poter intervenire al fine di assicurare il mantenimento dell’equilibrio di medio e lungo periodo.

 


Allegato 2
Relazione della senatrice Siliquini

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ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA
A FAVORE DEI BIOLOGI (ENPAB)


        L’Enpab, istituito ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 335 del 1995, assicura la tutela previdenziale obbligatoria ai biologi che svolgono attività autonoma di libera professione. L’Ente ha iniziato l’attività a seguito dell’approvazione dello Statuto e del Regolamento, avvenuta nel 1997.

        La Cassa di previdenza Enpab provvede ad erogare le prestazioni previdenziali (IVS) e l’indennità di maternità.
        Gli iscritti sono tenuti al versamento di un contributo soggettivo obbligatorio del 10 per cento del reddito professionale netto da lavoro autonomo, con un minimo dovuto pari a 1,5 milioni. Agli iscritti spetta anche il versamento di un contributo integrativo del 2 per cento dei corrispettivi lordi incassati, per un minimo pari a 120.000 lire, ripetibile nei confronti del cliente, destinato alle spese di gestione dell’Ente e alla copertura delle componenti solidaristiche.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali
        L’Enpab, come gli altri enti previdenziali di più recente costituzione, non eroga ancora prestazioni – con l’esclusione delle indennità di maternità a favore delle aventi diritto – e pertanto ha potuto fornire solo parzialmente i dati richiesti dal modello unico di analisi. L’Ente provvederà ad erogare prestazioni a partire dal 2001, al compimento del periodo di contribuzione minimo di 5 anni.

        Con riferimento alla gestione finanziaria, il saldo complessivo fra le entrate e le uscite, misurato secondo lo schema della rilevazione dei flussi di cassa, risulta positivo per un totale di 4,3 miliardi; tale risultato è da attribuire totalmente alla parte in conto corrente in attivo per 20,7 miliardi, mentre il saldo in conto capitale (-16,4 miliardi) presenta pagamenti (in massima parte acquisto di valori mobiliari) per poco meno di 90 miliardi, a fronte di incassi pari a 73 miliardi.
        Quanto alla gestione tipica entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, come si è già osservato, l’Ente provvederà ad erogare le prime prestazioni pensionistiche a partire dal 2001. Pertanto per il 1999 si registrano entrate contributive per poco meno di 16 miliardi di lire, a fronte di una spesa per prestazioni ancora pari a zero. Gli assicurati, nel 1999, sono 8.221, con un incremento su base annua del 18 per cento circa. Le entrate contributive, invece, mostrano, rispetto al 1998, un decremento pari a circa 3 punti percentuali. Tale decremento delle entrate è dovuto al più basso valore delle retribuzioni medie rilevato nel 1999 (18 milioni medi annui) rispetto al 1998 (24 milioni medi annui), che ha determinato, di conseguenza, una diminuzione del monte retributivo imponibile.
        In riferimento alle indennità di maternità, si rilevano 177 prestazioni erogate nel 1999, per una spesa pari a circa 1 miliardo a fronte di entrate per 1,7 miliardi, con un coefficiente di copertura delle entrate sulla spesa specifico della gestione maternità pari a 1,5.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare
        L’Enpab non possiede patrimonio immobiliare, come gran parte degli enti privatizzati di più recente costituzione, mentre detiene valori mobiliari per circa 84 miliardi di lire. La composizione del patrimonio mobiliare, oltre alle necessarie attività liquide e ai crediti verso gli iscritti, è distribuita tra numerose tipologie di investimento: titoli a lungo e breve termine (28 per cento), un variegato portafoglio azionario (2 per cento), quote di fondi comuni e altri investimenti (17 per cento).

        Il rendimento complessivo del patrimonio mobiliare è stato pari a 980 milioni circa nel 1999, al di sotto del rendimento realizzato nel periodo precedente. Lo stesso risultato di gestione finanziaria, pari nel 1999 a circa lo 0,41 per cento sul valore in portafoglio, risulta in calo rispetto al 1998 (2 per cento circa).

Sezione III

Situazione patrimoniale – Riserve
        Il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica, evidenzia un avanzo di 19,5 miliardi nel 1999.

        La situazione patrimoniale generale presenta un avanzo patrimoniale netto pari nel 1999 a circa 75 miliardi, di cui 44 destinati al Fondo per la previdenza, 10 al Fondo per le spese di amministrazione e gli interventi di solidarietà e 1,3 al Fondo per l’indennità di maternità.

Sezione IV

Efficienza dell’Ente
        Non si possono formulare ancora che poche considerazioni circa l’efficienza della gestione per la «giovane età» dell’Ente. I costi di gestione risultano fortemente incrementati rispetto al 1998, passando da circa 414 miliardi a 2,8 miliardi nel 1999. In particolare è da segnalare il consistente incremento della spesa per il personale in servizio, quello della spesa per beni, servizi e immobilizzazioni tecniche, nonché degli altri oneri di funzionamento, quali spese per Organi e Commissioni dell’Ente, spese legali, consulenze amministrative eccetera. Un simile andamento dei costi è il risultato dell’attività fondativa che caratterizza questi primi anni e della conseguente espansione del numero degli iscritti e dell’attività dell’Ente.

        Il personale in servizio è pari a 5 unità nel 1999.
        L’Ente, al 31 dicembre 1999, vanta crediti contributivi per 38 miliardi di lire, di cui il 31 per cento circa in contenzioso e il 18 per cento recuperati nel corso dell’anno in via amministrativa. Tale attività di recupero dei crediti ha comportato un importante incremento dei costi ad essa relativi che sono passati da circa 16 milioni nel 1998 a oltre 236 nel 1999.
        Infine è da rilevare che, per quanto riguarda i tempi medi di liquidazione delle indennità di maternità, le uniche prestazioni fino ad ora erogate, vengono indicati poco meno di 7 mesi, valore decisamente superiore a quello della media degli Enti monitorati.

Osservazioni conclusive

        L’Ente, come osservato più volte nel testo, erogherà prestazioni a partire dal 2001. Al momento non è pertanto possibile sviluppare alcuna considerazione né sugli equilibri della gestione tipica entrate contributive-prestazioni istituzionali, né tantomeno sulla efficienza della gestione. A tal proposito va segnalata la necessità che si proceda, da parte dell’Enpab, alla predisposizione del primo bilancio tecnico, secondo quanto previsto dalla legislazione in materia (decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996).

        Si può solo osservare che la gestione maternità presenta, nel 1999, un coefficiente di copertura delle entrate sulle spese in equilibrio e pari a 1,5.
        Come si è già segnalato, gli iscritti versano un contributo soggettivo pari al 10 per cento del reddito professionale netto e uno integrativo pari al 2 per cento dei corrispettivi lordi incassati. In cambio beneficeranno delle prestazioni IVS e, nel caso delle iscritte, dell’indennità di maternità. La pensione di vecchiaia viene erogata agli iscritti al raggiungimento dei 65 anni di età, oppure dei 57 a condizione che risultino versati almeno cinque anni di contributi e che l’importo della pensione risulti non inferiore a 1,2 volte l’importo dell’assegno sociale. L’importo di tale pensione è determinato moltiplicando il montante individuale dei contributi versati per il coefficiente di trasformazione relativo all’età dell’assicurato al momento del pensionamento. Il montante contributivo individuale viene annualmente incrementato a un tasso di capitalizzazione pari alla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo nominale.

 


Allegato 3
Relazione del deputato Gasperoni

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CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA
IN FAVORE DEGLI INFERMIERI PROFESSIONALI ASSISTENTI SANITARI E VIGILATRICI DI INFANZIA (IPASVI)


        L’Ipasvi, costituita ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 335 del 1995, assicura la tutela previdenziale obbligatoria ai soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione nel campo delle attività infermieristiche. Tali soggetti devono obbligatoriamente essere iscritti all’albo professionale delle attività infermieristiche.

        La Cassa di previdenza Ipasvi provvede ad erogare le prestazioni previdenziali (IVS) e l’indennità di maternità.
        Gli iscritti sono tenuti al versamento di un contributo soggettivo obbligatorio, pari al 10 per cento del reddito professionale netto da lavoro autonomo, con un contributo minimo di 1 milione. Agli iscritti spetta anche il versamento di un contributo integrativo del 2 per cento dei corrispettivi lordi incassati, ripetibile nei confronti del cliente, con un minimo definito pari a 200.000 lire, destinato alle spese di gestione della Cassa e alla copertura delle componenti solidaristiche.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali
        L’Ipasvi, come gli altri enti previdenziali di più recente costituzione, non eroga ancora prestazioni e ha potuto fornire solo parzialmente, e in relazione al solo anno 1999, i dati richiesti dal modello unico di analisi. Lo statuto della Cassa è stato approvato nel marzo del 1998. La Cassa provvederà ad erogare prestazioni a partire dal 2001, al compimento del periodo di contribuzione minimo di 5 anni.

        Con riferimento alla gestione finanziaria, il saldo complessivo fra le entrate e le uscite, misurato secondo lo schema della rilevazione dei flussi di cassa, risulta negativo per un totale di 4,5 miliardi; tale risultato è da attribuire totalmente alla parte in conto capitale che presenta pagamenti (acquisto di valori mobiliari) per poco meno di 10 miliardi, a fronte di incassi di poco superiori al miliardo di lire. Il saldo di parte corrente mostra invece un attivo di circa 4 miliardi.
        Quanto alla gestione tipica entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, come si è già osservato, la Cassa provvederà ad erogare prestazioni a partire dal 2001. Per il 1999 si registrano entrate contributive per 9,4 miliardi a fronte di una spesa per prestazioni ancora pari a zero.
        Gli assicurati nel 1999 sono 4.136.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare
        L’Ipasvi non possiede un patrimonio immobiliare in quanto ha deliberato di investire le risorse esclusivamente in attività finanziarie e detiene pertanto valori mobiliari per oltre 9 miliardi. La composizione del patrimonio mobiliare oltre alle necessarie attività liquide, comprende una piccola quota di titoli a breve termine (pari al 5 per cento) mentre, per la restante quota, è costituita dalla voce «altri investimenti».

Sezione III

Situazione patrimoniale – Riserve
        La situazione patrimoniale generale presenta per il 1999 un pareggio, con un valore delle attività e delle passività di 41 miliardi circa. Per quanto riguarda l’ammontare della riserva legale essa risulta pari a 3,5 miliardi.

Sezione IV

Efficienza dell’Ente
        A causa della «giovane età» della Cassa non è possibile condurre osservazioni circa l’efficienza della gestione. Gli unici dati noti si riferiscono alla presenza di 4 dipendenti nel 1999, e di 31,5 miliardi di crediti contributivi.

Osservazioni conclusive

        L’Ipasvi, come già osservato, erogherà prestazioni a partire dal 2001. Al momento non è pertanto possibile sviluppare alcuna considerazione né sugli equilibri della gestione tipica entrate contributive-prestazioni istituzionali, né tantomeno sulla efficienza della gestione. A tal proposito va segnalata la necessità che la Cassa proceda alla predisposizione del primo bilancio tecnico, secondo quanto previsto dalla legislazione in materia (decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996).

        Si può invece ricordare che, secondo lo stesso regolamento istitutivo della Cassa gli iscritti versano un contributo soggettivo del 10 per cento e uno integrativo pari al 2 per cento dei corrispettivi lordi incassati; in cambio avranno diritto alle previste prestazioni previdenziali, tra cui, al raggiungimento dei 65 anni di età, o in presenza di 40 anni di contribuzione e 57 anni di età, la pensione di vecchiaia. L’importo di tale pensione è determinato moltiplicando il montante individuale dei contributi versati per il coefficiente di trasformazione relativo all’età. Il montante contributivo individuale viene annualmente incrementato a un tasso di capitalizzazione pari alla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo nominale.
        Dal punto di vista contabile sono costituiti, all’interno della Cassa degli specifici fondi: il Fondo per la previdenza, alimentato dai contributi soggettivi degli iscritti e dai proventi derivanti dagli investimenti finanziari, nei limiti del tasso annuo di capitalizzazione previsto; il Fondo per le spese di gestione e per la solidarietà, cui è imputato il gettito derivante dalla contribuzione integrativa del 2 per cento; il Fondo per l’indennità di maternità, alimentato da specifica contribuzione; il Fondo per le pensioni in cui viene iscritto il corrispondente montante individuale all’atto del pensionamento per ogni singolo iscritto e, il Fondo di riserva, cui sono imputate le differenze tra i rendimenti netti annui effettivamente conseguiti dagli investimenti finanziari e la capitalizzazione accreditata sui conti individuali.
        Qualora la consistenza del Fondo per le pensioni dovesse risultare inferiore a 5 annualità delle pensioni in essere al 31 dicembre dell’anno precedente, si provvederà a integrazione mediante il trasferimento del necessario importo dal Fondo di riserva.
        Da segnalare, infine che, come gran parte degli altri Enti istituiti dal decreto legislativo n. 103 del 1996, anche l’Ipasvi ha ritenuto opportuno non costituire un patrimonio immobiliare, preferendo investire la totalità delle risorse in attività finanziarie.

 


Allegato 4