COMMISSIONE PARLAMENTARE

di controllo sull’attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

GIOVEDÌ 18 Gennaio 2001

129ª Seduta

Presidenza del Presidente

Michele DE LUCA


        Intervengono il professor Massimo Paci, Presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), il dottor Fabrio Trizzino, direttore generale ed il dottor Francesco Varì, dirigente della gestione del patrimonio dell’Inps e l’ingegner Maurizio Bufalini, Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza dirigenti aziende industriali (INPDAI)
        La seduta inizia alle ore 14.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

        Il Presidente propone che sia attivato il collegamento audiovisivo interno con la sala stampa. La Commissione concorda e il collegamento è attivato.
        Il Presidente avverte inoltre che della seduta odierna è redatto anche il resoconto stenografico.

Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e del Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza dirigenti aziende industriali (INPDAI) sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza

        
        Il PRESIDENTE avverte che, come già premesso all’audizione dei vertici dell’INAIL, svoltasi nella seduta di ieri, la Commissione intende verificare l’effettivo introito realizzato dagli enti pubblici di previdenza con l’operazione di dismissioni immobiliari. Ricorda che, nel corso dell’ultima tornata di audizioni sull’argomento, sono state complessivamente formulate stime di cassa attorno ai 3000 miliardi, in coerenza con quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2000. In particolare, dall’INPS si è prospettata un’entrata di qualche decina di miliardi e dall’INPDAI di 150 miliardi.
        Successivamente la Commissione, con nota del 20 dicembre 2000, ha sollecitato agli enti pubblici di previdenza informazioni sui ritardi, da più parti lamentati, della procedura di vendita delle unità immobiliari a uso residenziale, originariamente ricomprese nel programma straordinario di dismissioni e poi inserite nel programma ordinario a seguito del decreto interministeriale adottato il 27 settembre 2000 dal Ministro del lavoro di concerto con il Ministro del tesoro. Alla richiesta della Commissione hanno risposto il professor Paci e l’ingegner Bufalini indicando talune difficoltà, dovute a incertezze interpretative delle norme, nonché ritardi di carattere operativo, in particolare nei rapporti con l’Osservatorio e con
l’advisor.
        L’odierna audizione deve dunque servire a fare il punto della situazione con un opportuno raffronto tra le previsioni e le entrate effettivamente realizzate e con una indicazione delle concrete prospettive di attuazione del programma di alienazione immobiliare secondo la procedura e i tempi stabiliti dal ricordato decreto interministeriale del 27 settembre 2000.

        Il professor PACI, rammentato che, per effetto del decreto interministeriale, sono state restituite all’INPS circa 285 unità immobiliari a uso residenziale, per un valore di 229 miliardi, fa presente che nella riunione tenutasi il 16 gennaio scorso al Ministero del lavoro, si è concordato che l’Osservatorio lasci ai singoli enti il compito di procedere autonomamente alle vendite, anche per lotti, una volta completate le relative informazioni elaborate dall’Osservatorio.

        Quanto al programma ordinario, si sono risolti i problemi riferibili al rapporto con le società di assistenza e consulenza e con le banche, per quanto attiene all’erogazione dei mutui, mentre è ancora da definire una più efficiente relazione con il notariato, essendo per altro già stata approvata la bozza di convenzione. Si sono registrati, prosegue il professor Paci, indubbi ritardi rispetto ai tempi previsti, anche dovuti al ricorso promosso al TAR del Lazio avverso l’aggiudicazione del contratto alla società di assistenza e consulenza nonché all’orientamento del CIV, originariamente più favorevole al processo di vendita senza l’intervento dell’advisor. Entro il febbraio 2001 saranno perfezionati i primi duecento contratti per un valore di 30 miliardi e per la fine dell’anno è previsto il completamento dell’operazione di dismissioni che riguarda il 40 per cento del patrimonio complessivo, per un valore di 350 miliardi.
        L’INPS provvederà altresì alla vendita del cosiddetto patrimonio residuo (immobili a uso non abitativo e terreni). È infine prevedibile che entro il 2002 possa essere dismesso l’intero patrimonio immobiliare dell’Istituto.
        Il presidente DE LUCA chiede di conoscere lo stato dei rapporti con l’
advisor previsto dal piano straordinario, alla luce di quanto dispone il decreto interministeriale del 27 settembre 2000, in particolare se sia stata consegnata all’Inps la documentazione e se l’Istituto abbia pagato il relativo onere.

        Dopo che il dottor TRIZZINO ha ricordato che nella riunione del 16 gennaio si è concordato che l’Osservatorio completi la fase istruttoria, relativa alla valutazione degli immobili, al fine di evitare che sia l’ente a dover procedere, assistito dall’advisor, alle stime, il dottor VARÌ chiarisce che è l’Osservatorio e non già il singolo ente ad avere un rapporto diretto con l’advisor. Concluso il lavoro istruttorio da parte dell’Osservatorio, si procederà a verificare, per ciascun ente, la documentazione in possesso dell’advisor e si provvederà conseguentemente al relativo pagamento.
        Sottolineata dal presidente DE LUCA l’esigenza della Commissione di verificare se siano state vischiosità di natura burocratica a determinare rallentamenti nelle dismissioni immobiliari e a provocare dunque delusione tra coloro che attendono da tempo di poter accedere alla proprietà degli immobili, interviene l’ingegner BUFALINI.
        Ripercorse le diverse fasi della procedura prevista dal programma ordinario di dismissioni che, al 30 dicembre 2000, ha registrato la conclusione delle proposte di acquisto – circa 5.400 – rivolte all’inquilinato, ricorda che l’Inpdai ha già provveduto a sottoscrivere la convenzione per i mutui agevolati con gli Istituti bancari, individuati a seguito di gara pubblica europea, e a stipulare la convenzione con il Consiglio nazionale del notariato. L’ingegner Bufalini precisa inoltre che sono state vendute, a oggi, dall’Inpdai, 300 unità immobiliari per un importo complessivo di 36 miliardi a fronte di un valore in bilancio di 44 miliardi. Entro il 15 febbraio 2001 saranno venduti immobili per altri 50 miliardi a valore di mercato. Dopo aver rilevato che i ritardi nell’attuazione del programma sono riconducibili alla lentezza nell’emanazione delle normative, alle difficoltà di concessione dei mutui e al contenzioso sugli affitti, indica le previsioni di entrata per il primo e il secondo semestre del 2001 che dovrebbero ammontare, complessivamente, a 1.400 miliardi. Si tratta di previsioni condizionate da taluni fattori, ad esempio il permanere della disponibilità all’acquisto da parte degli inquilini, la tempestiva erogazione dei mutui e il superamento delle problematiche sindacali.

        L’ingegner Bufalini segnala quindi che l’alienazione del patrimonio immobiliare comporterà una minusvalenza, pari a circa 400 miliardi, che inciderà negativamente sul bilancio dell’Inpdai, determinando un disavanzo, tanto più sensibile dopo l’innalzamento della soglia per la definizione di immobile di pregio, non compensabile con l’Irpef per la natura giuridica dell’Istituto, ente pubblico non economico. Fatto presente che l’interesse sui depositi è, per l’Inpdai, pari al 3,5 per cento e che sono a carico dell’Istituto taluni oneri derivanti dall’erogazione dei mutui a tasso agevolato, l’ingegner Bufalini avverte che si è provveduto a bloccare le cessioni in locazione al fine di non ridurre ulteriormente il valore ricavabile dalla vendita degli immobili. Dichiarato quindi che l’Istituto non è in grado di assorbire il portierato – 361 addetti in 16 città – ricorda che, per effetto del decreto interministeriale del 27 settembre 2000, l’Inpdai dovrà provvedere alla vendita di 21 immobili residenziali, mentre per 57 immobili a uso commerciale si procederà con aste a base – sottolinea – eccessivamente ridotta. In carenza della documentazione dell’advisor, l’Inpdai non è in grado – conclude l’ingegner Bufalini – di rispettare la scadenza del 1º marzo indicata dal decreto.

        Il deputato ARACU sollecita una valutazione sulla convenienza della operazione di dismissioni immobiliari, tenuto conto che anche gli enti previdenziali, nell’operare, almeno entro certi limiti, come aziende, hanno condotto una politica, anche nel settore immobiliare, con l’obiettivo di conseguire il massimo profitto.
        L’ingegner BUFALINI fa presente che l’Inpdai è stato sottoposto a una serie di vincoli, relativi, ad esempio, alla destinazione degli immobili a talune categorie e ai canoni di locazione, che hanno determinato la pratica impossibilità di attuare una politica di tipo aziendale e hanno causato una redditività negativa del patrimonio immobiliare: è in tale contesto che è stata valutata con favore l’operazione di alienazione.
        Il professor PACI, rilevato che il tema proposto dal deputato Aracu è questione storico-politica, riconducibile alle scelte che per molti decenni si sono operate nel settore della casa, previlegiando lo strumento degli enti previdenziali al fine di attuare scelte di politica sociale tali da favorire l’accesso alla proprietà da parte dei ceti meno abbienti, nota che lo scarso rendimento del patrimonio immobiliare ha indotto l’Inps ad accogliere con favore l’operazione di dismissione.
        Dopo che il dottor TRIZZINO ha rammentato che l’Inps, intervenuta la trasformazione in gestione a ripartizione, non ha più la possibilità di acquistare immobili a scopo di reddito dalla fine degli anni Cinquanta, e che le disponibilità ricavate dalle vendite sono depositate in un conto infruttifero di Tesoreria, il presidente DE LUCA sottolinea come la Commissione abbia da tempo riscontrato lo scarso rendimento del patrimonio immobiliare degli enti e abbia conseguentemente valutato con favore la scelta delle dismissioni, anche per restituire gli enti alle funzioni istituzionali. Si pone – osserva il Presidente – il problema dell’utilizzazione dei proventi ricavati dalle vendite che dovrebbero essere lasciati alla disponibilità degli enti, così da contribuire a finanziarne le attività istituzionali.

        Ringraziati gli odierni interlocutori della Commissione, il Presidente dichiara conclusa l’audizione e dispone che i documenti consegnati dal professor Paci e dall’ingegner Bufalini siano pubblicati in allegato al Resoconto (Allegato 1 e Allegato 2).
        Il Presidente rinvia il secondo punto all’ordine del giorno alla prossima seduta.

CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

        Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì, 24 gennaio 2001, alle ore 14, con all’ordine del giorno il seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e giovedì, 25 gennaio 2001, alle ore 14, con il seguente ordine del giorno: I. Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP) sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza; II. Seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
        
La seduta termina alle ore 14,50.

 Allegati nn. 1 e 2