COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
sul terrorismo in Italia e sulle cause
della mancata individuazione dei responsabili delle stragi

MARTEDÌ 27 MAGGIO 1997


20a Seduta

Presidenza del Presidente
PELLEGRINO

La seduta inizia alle ore 20.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
(A008 000, B55a, 0017o)

Il presidente PELLEGRINO comunica che, dopo l'ultima seduta, sono pervenuti alcuni documenti, il cui elenco è in distribuzione, che la Commissione acquisisce formalmente agli atti dell'inchiesta.

SEGUITO DELLA DISCUSSIONE SULLO STATO DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE: DECISIONI SULLE INIZIATIVE DA ASSUMERE A RIGUARDO
(A010 000, B55a, 0001o)

Il presidente PELLEGRINO rileva che, dal dibattito fin qui svoltosi, appare la possibilità concreta di redigere un ordine del giorno che racchiuda e concili le diverse opinioni. In esso dovrebbe essere espresso il desiderio diffuso che il Parlamento si orienti a favore di una proroga dei lavori della Commissione. Dovrebbe inoltre prevedersi che la Commissione rediga, entro la data del 31 ottobre 1997, una relazione di sintesi che contenga anche valutazioni politiche ben precise: ciò sulla base di quanto sinora acquisito e di quanto emergerà dalle attività di inchiesta che la Commissione si ripromette di continuare a svolgere fino a tutto il mese di luglio 1997. La base del documento di sintesi predetto dovrebbe comunque essere costituita dalla prerelazione da lui stesso a suo tempo predisposta e che, con una nuova e più concisa formulazione, dovrà tenere conto di eventuali emendamenti e che potrà essere accompagnata da documenti alternativi rispetto a parti del suo contenuto.

Interviene il deputato LEONE, il quale conviene con quanto affermato dal Presidente, constatando che il dibattito svolto ha evidenziato posizioni più ravvicinate da parte dei diversi Gruppi politici. Sono emersi l'importanza del lavoro sin qui compiuto ed i progressi realizzati nelle indagini. Sono anche emerse attese e aspettative per le novità da più parti annunciate su alcuni filoni di inchiesta: sulla base di questo, l'onorevole Leone non ritiene condivisibile perchè prematura la posizione espressa nell'ordine del giorno dell'onorevole Corsini, favorevole alla stesura di una relazione provvisoria in tempi molto brevi. Egli fa presente che è largamente condivisa invece la preferenza per un prosieguo dei lavori che consenta valutazioni più compiute e complete. Perchè, egli si chiede, accontentarsi di un risultato parziale e ridotto se vi sono le premesse per un giudizio più avanzato, arricchito da nuovi dati ed aggiornato a fronte delle acquisizioni più recenti? Egli conclude auspicando che il Parlamento, opportunamente sensibilizzato dai componenti della Commissione, proroghi, per il periodo che giudicherà più adeguato, l'attività di questa.

Il presidente PELLEGRINO replica brevemente all'intervento del deputato Leone e sottolinea che, personalmente, egli avverte il dovere di rispettare la scadenza prevista dalla legge, ed avverte altresì la necessità che il lavoro sin qui compiuto venga trasfuso in una relazione nella quale la Commissione esprima le proprie valutazioni su eventi oramai sufficientemente chiariti sul piano storico-politico e delle indagini giudiziarie. Ritiene inoltre opportuno sottolineare che la sua stessa nomina a presidente fu a suo tempo collegata ad un'intesa, della quale furono partecipi i Gruppi di opposizione, secondo cui i lavori dell'organo bicamerale avrebbero dovuto concludersi in un arco di tempo ben delimitato.

Prende la parola il senatore CIRAMI il quale fa presente che sarebbe singolare, se non arbitrario, pretendere di aver raggiunto un sufficiente grado di conoscenza sugli episodi oggetto di indagine. In realtà si è ancora di fronte a congetture ed ipotesi, non a verità incontrovertibili e sempre più opportuni appaiono approfondimenti e revisioni di giudizio che evitino schematismi e semplicismi. I problemi non ancora risolti sono numerosi e necessaria appare una proroga che chiarisca, anche agli occhi di un'opinione pubblica sempre più preoccupata, un quadro complessivo di avvenimenti gravi e sconcertanti, senza escludere i collegamenti dei fatti di terrorismo accaduti, oltre che con i Servizi deviati e con le potenze straniere, anche con la delinquenza comune e con i potentati economici: a riguardo egli invita alla vigilanza ed all'attenzione su episodi molto sospetti venuti alla luce anche di recente. Prosegue facendo presente che la stessa prerelazione del presidente Pellegrino, come riconosciuto anche da questi, postula aggiornamenti e ridefinizioni ed afferma che il mandato vincolato, al quale il Presidente si è più volte richiamato, non può essere di ostacolo all'accrescimento delle conoscenze, le quali devono essere perseguite senza subire pressioni o prevaricazioni da parte di istanze politiche.

Interviene il senatore PALOMBO che sottolinea innanzitutto il clima di concordia, di serenità e di lavoro ad alto livello che ha contrassegnato l'attività della Commissione. Con riferimento poi a nuove conoscenze e a nuovi scenari, sia interni che internazionali, egli afferma che si è prossimi a passaggi delicati ed importanti i quali dovrebbero indurre ad escludere a suo avviso l'ipotesi di una conclusione dei lavori; al contrario, egli sottolinea, vi sono concrete possibilità di far luce su episodi del passato e di allargare il campo delle conoscenze e delle valutazioni. Sarebbero fonte di sospetti e di polemiche sia una frettolosa chiusura dei lavori sia una relazione che peccasse di incompletezza e provvisorietà.

Prende la parola il deputato NAN il quale ritiene che nella proposta avanzata dal presidente Pellegrino vi sia una contraddizione: infatti, a suo avviso, la richiesta di una proroga, manifestata attraverso un ordine del giorno approvato dalla Commissione, mal si concilia con la decisione della Commissione stessa di presentare comunque alle Camere una relazione, definita provvisoria o parziale, su avvenimenti e situazioni politiche del passato. Ancora più problematico a suo avviso sarebbe, nel caso di specie, un documento interlocutorio che fosse basato su una proposta di relazione, quale quella predisposta a suo tempo dal senatore Pellegrino, che contiene giudizi politici discutibili e derivanti da una visione non imparziale. Affermato che è dovere della Commissione insistere per una proroga dei lavori diretta ad acquisire una migliore comprensione dei fatti, egli conclude esprimendo l'opinione che un documento redatto in via provvisoria nuocerebbe all'immagine stessa della Commissione e apparirebbe ingiustificato ed incongruo.

Interviene il deputato COLA il quale, preliminarmente, dichiara di associarsi a coloro, fra i colleghi della Commissione, che hanno indicato come giornate preferibili per i lavori quelle del martedì e del mercoledì. Prende poi atto dell'orientamento diffuso (rispetto al quale sembrano dissentire solo gli onorevoli Corsini e Zani) verso una proroga dei lavori. Nei confronti del contenuto nell'ordine del giorno a firma Corsini ed altri, egli fa presente che è incomprensibile che si voglia chiudere una Commissione di inchiesta su fatti di terrorismo proprio quando, con la caduta dei bastioni ideologici contrapposti, vengono ad aprirsi nuove prospettive di verità. Numerosi sono ancora, a suo avviso, i testi e le personalità da interrogare ed audire. Per quanto riguarda l'ipotesi di un documento provvisorio da redigersi sulla base della prerelazione del senatore Pellegrino, egli afferma che tale documento, allo stato delle conoscenze, o dovrebbe limitarsi ad essere meramente espositivo e del tutto asettico, oppure, contenendo giudizi ed affermazioni ancora da verificare, creerebbe vive polemiche e contrasti nella Commissione.

Interviene il senatore CASTELLI il quale ricorda innanzitutto come, fin dallo scorso anno, egli aveva segnalato la ristrettezza del termine dell'ottobre 1997 per una conclusione di lavori. Passando poi ad esaminare i compiti assegnati alla Commissione dalla legge istitutiva, egli afferma che nella formulazione di questa non sono previsti la ricerca e l'acclaramento delle verità: per intraprendere questa strada, che sarebbe del resto troppo lunga ed ambiziosa, bisognerebbe cambiare la stessa dizione della norma. Pur dando atto al senatore Pellegrino di aver compiuto uno sforzo apprezzabile volto a tracciare un quadro di assieme degli eventi gravi e complessi degli ultimi decenni, egli dichiara che nella prerelazione si riscontrano alcune carenze di carattere storico, qual è il mancato approfondimento delle responsabilità addebitabili alle potenze o ai servizi segreti del mondo comunista di allora, che di certo ha svolto un ruolo non irrilevante in quanto è accaduto in Italia e altrove nel periodo della guerra fredda e della contrapposizione dei blocchi. Prosegue affermando che è innegabile che si stiano profilando delle novità, non solo sugli eventi di piazza Fontana e di Ustica, ma anche per quanto riguarda una rinnovata attività, oscura quanto deprecabile, dei servizi segreti deviati. Egli conclude puntualizzando alcune sue opinioni: è contrario a trasformare la Commissione in un organo stabile di controllo e di monitoraggio, anche perchè ciò rappresenterebbe una pretesa di affiancarsi, se non addirittura a sovrapporsi o a sostituirsi, alle attività dell'autorità giudiziaria; non esclude che alcuni dei filoni dell'inchiesta, fra quelli contenuti nella prerelazione del senatore Pellegrino, possano considerarsi esauriti e quindi possano essere oggetto di valutazioni compiute e complessive; per altri aspetti della stessa prerelazione appare invece consigliabile procedere nelle indagini, assegnandosi però un tempo ulteriore ben definito.

Il presidente PELLEGRINO interviene brevemente per sottolineare come il coinvolgimento dei servizi segreti dei paesi del blocco ex-sovietico nelle vicende terroristiche nazionali non appaia provato in modo certo sulla base degli atti di istruzione compiuti dalla Commissione. Egli ricorda, a tale specifico riguardo, di aver rivolto una puntuale domanda in tal senso al generale Maletti. Sarebbe peraltro espressione di un atteggiamento culturalmente recessivo affermare che oggi la Commissione non sia in grado di formulare alcun giudizio storico-politico, sostenendo che i temi oggetto dell'inchiesta parlamentare sono ancora del tutto indecifrati. Si tratta di un orientamento che finisce per procrastinare all'infinito l'adempimento di un preciso dovere, stabilito dalla legge istitutiva, di riferire al Parlamento sulla stagione del terrorismo e sulla eversione in Italia: un dovere che può essere adempiuto anche solo parzialmente, con riferimento cioè ai dati certi o altamente probabili. Ogni forza politica, prosegue il Presidente, è posta dinanzi alla necessità di fare i conti con la storia del proprio passato; solo chi rifiuta di misurarsi con il proprio passato può negare oggi il carattere a lungo incompiuto della democrazia in Italia, sulla base della emarginazione politica - intesa come oggettiva impossibilità di pervenire al Governo - delle formazioni partitiche di estrema destra e di estrema sinistra.
Il Presidente avverte che il deputato Grimaldi ha presentato il seguente ordine del giorno:

La Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e sulle stragi,

tenuto conto della riapertura di diverse inchieste giudiziarie, le cui istruttorie stanno giungendo a conclusione, su episodi ancora oscuri avvenuti in Italia dal dopoguerra ad oggi, quali ad esempio «la morte di Enrico Mattei», «la bomba a Piazza Fontana», «la bomba alla questura di Milano», «la bomba a Brescia», «la bomba su l'Italicus», «Gladio», i «Nuclei di difesa dello stato - Gladio parallela», «Argo 16», il «DC9 Itavia precipitato nel mare di Ustica»; «La morte di Giorgiana Masi»;
considerato che sono stati rinvenuti recentemente negli archivi del Ministero degli interni numerosi fondi non regolari sui quali è in corso un'inchiesta della Procura della Repubblica di Roma, mentre viene segnalata un'allarmante situazione anche in altri importanti archivi istituzionali, e che tutti i suddetti archivi non sono stati ad oggi sufficientemente esaminati;
rilevato, quindi, che è ancor più indispensabile per il futuro la prosecuzione dei lavori di questa Commissione e che si ritiene opportuna una proroga per la stessa oltre il termine del 31 ottobre del '97;

rappresenta al Parlamento:

l'opportunità di prorogare la durata della Commissione. La Commissione si impegna a predisporre un piano di lavoro tendente, nel più breve tempo possibile, all'archiviazione informatizzata dei succitati materiali.
Grimaldi, Calvi, Cò, De Luca Athos
Il deputato GRIMALDI illustra brevemente l'ordine del giorno n.3 con il quale si afferma la necessità di prorogare la durata della Commissione e si esemplificano alcuni temi di inchiesta di particolare rilevanza che la Commissione stessa dovrebbe approfondire nel prosieguo delle sue attività: il ritrovamento di fondi documentali inediti presso il Ministero dell'interno; la strage di piazza Fontana; il caso Mattei, la strage di piazza della Loggia, il caso Ustica ed altre gravi episodi che hanno contrassegnato la storia nazionale. L'ordine del giorno fa altresì riferimento alla necessità di predisporre una informatizzazione organizzata dei materiali di archivio resi disponibili alla Commissione.

Il senatore CALVI osserva che sussiste un generale consenso intorno alla ipotesi di prorogare il lavoro della Commissione e di mantenerne inalterata la natura di organismo bicamerale di inchiesta. Ciò costituisce senza dubbio una necessità ed anche il riconoscimento positivo del lavoro fin qui svolto dalla Commissione stessa sotto la guida del suo presidente. Tale unanime riconoscimento non contrasta, peraltro, con la necessità che il Parlamento sia informato dei risultati ai quali l'attività d'indagine conduce. In particolare, sarebbe doveroso porre in discussione la proposta di relazione, a suo tempo depositata dal presidente Pellegrino, rispetto alla quale anch'egli coltiva alcuni spunti di dissenso ma che rappresenta, tuttavia, una base di discussione comune apprezzabile per contenuti e qualità del ragionamento storico-politico. Con riferimento, infine, al programma di attività che la Commissione dovrà elaborare per arricchire ed inverare le sue acquisizioni istruttorie, dovrebbero essere verificate le opportunità di consultare gli archivi, oggi resi disponibili al pubblico, dei servizi segreti ex-sovietici, ma soprattutto di quelli degli Stati Uniti d'America dei quali è nota la possibilità di accesso, garantita dal Freedom of Information Act. Oggetto delle ricerche dovrebbero essere le ipotesi di coinvolgimento o interferenza da parte straniera negli episodi di destabilizzazione verificatisi in Italia.

Il senatore GUALTIERI ritiene di dover fornire alcune precisazioni con riferimento all'interpretazione che, da alcune parti, è stata data del suo intervento svolto nella seduta precedente. In linea generale, a suo giudizio, il Parlamento dovrebbe essere dotato, di legislatura in legislatura, di un organismo munito dei poteri d'inchiesta ex articolo 82 della Costituzione, con compiti di tutela della sicurezza democratica e di indagine sugli episodi che ne costituiscono, a vario titolo, turbamento. Non può quindi essergli imputata la volontà di portare a termine l'esperienza della Commissione stragi. Del resto, il dibattito fin qui svolto ha fatto emergere un orientamento pressochè unanime nel senso di prorogare le attività della Commissione, il che rende necessaria un'iniziativa politico parlamentare dei gruppi qui rappresentati. La relazione che accompagna il disegno di legge di proroga potrebbe - se vi è il necessario consenso - fare anche specifica menzione di alcuni compiti d'inchiesta che si ritiene debbano essere prioritariamente approfonditi e sui quali appare doveroso riferire al Parlamento: tra questi, il tema degli archivi paralleli; la penetrazione, attraverso organi di intelligence di altri paesi, degli interessi stranieri nelle politiche nazionali; il caso Ustica, ed altre questioni di particolare spessore. Quanto al tema, di estrema rilevanza politica, della responsabilità per la mancata individuazione degli autori delle stragi, a giudizio del senatore Gualtieri è possibile e doveroso fornire da subito un'indicazione al Parlamento sul coinvolgimento di organi delle istituzioni che è accertato abbiano deviato le indagini della magistratura, allontanando così nel tempo ovvero vanificando l'accertamento la verità. La Commissione ben può riferire in merito a questi che sono dati certi, descrivibili nella loro oggettività. Rispetto a tali elementi, ormai acquisiti agli atti delle inchieste giudiziarie e di quella parlamentare, ogni commento appare superfluo e non necessario. L'ambizione, invece, di raggiungere oggi unanimità di consensi intorno a giudizi politici è destinata a scontrarsi con le asprezze della pressione ideologica che tuttora divide - e non potrebbe essere diversamente - le varie parti politiche.

Il deputato FRAGALÀ registra con viva soddisfazione che la quasi totalità degli intervenuti condivide il significato ed il valore degli accertamenti in corso, e desidera altresì dare atto al senatore Calvi dell'opportunità di indagare a fondo gli archivi dei servizi segreti dei principali paesi stranieri. A suo giudizio, tuttavia, l'asserita incertezza in ordine alla possibilità di ottenere una proroga legislativa da parte del Parlamento rappresenta un falso problema poichè in seno alla Commissione sono a pieno titolo rappresentati tutti i gruppi che dovrebbero, nelle sedi opportune, farsi carico del disegno di legge di proroga. Dalla riunione odierna dovrà perciò emergere una precisa indicazione alle forze politiche nella direzione di fissare al termine della corrente legislatura la scadenza delle attività della Commissione stragi.

Il senatore DE LUCA Athos osserva che è proprio l'importanza del lavoro svolto e delle acquisizioni ottenute dalla Commissione sotto la guida del presidente Pellegrino, animato da grande passione civile e dal desiderio di promuovere la ricerca della verità, a postulare la necessità di continuare il lavoro della Commissione, reso più proficuo dal clima di distensione e dalla ripresa di iniziativa da parte di diverse autorità giudiziarie. Interrompere i lavori sarebbe un errore politicamente grave che darebbe adito a fraintendimenti e speculazioni politiche. Ritiene peraltro che lo stato delle acquisizioni giustifichi la possibilità di una prima relazione al Parlamento.

Il deputato TASSONE interviene brevemente per sottolineare il carattere irrituale di questo dibattito. Le iniziative parlamentari volte alla proroga della Commissione dovranno, a suo avviso, costituire l'occasione per un dibattito assembleare che affronti specificatamente i temi da affrontare e il relativo approccio metodologico.

Il deputato CORSINI ritiene possibile che, sulla base del dibattito svolto, sia raggiunta un'intesa di mediazione imperniata, da un lato, sulla possibilità di continuare le attività d'inchiesta; dall'altro lato, sull'opportunità che la Commissione trasmetta un primo rapporto al Parlamento nel termine del 31 ottobre.

Il presidente PELLEGRINO prospetta la possibilità che si voti per parti separate sui due termini dell'intesa testè sintetizzati dal deputato Corsini; in alternativa una breve sospensione potrebbe consentire la redazione di un nuovo ordine del giorno da mettere in votazione in luogo di quelli presentati.

Dopo una breve discussione sull'ordine dei lavori alla quale partecipano i senatori CALVI, FRAGALÀ, MANCA, CASTELLI, CÒ, GUALTIERI, DE LUCA Athos, e i deputati ZANI, GRIMALDI, DELBONO e COLA, il presidente Pellegrino da atto delle seguenti conclusioni: la Commissione concorda con la sostanza degli ordini del giorno Fragalà e Grimaldi, nel senso che dovranno essere adottate opportune iniziative parlamentari per consentire una proroga legislativa delle attività d'inchiesta; se la proroga non interverrà entro il 1o settembre, il Presidente si riserva di sottoporre al giudizio della Commissione un documento sintetico conclusivo; in caso di intervenuta proroga, potranno essere predisposte - sulla base delle acquisizioni istruttorie e senza la previsione di vincoli temporali - una o più ipotesi di relazione.
La Commissione concorda alla unanimità con la sintesi e le conclusioni del dibattito così come esposte dal presidente Pellegrino.
I presentatori, conseguentemente, non insistono per la messa in votazione degli ordini del giorno.

La seduta termina alle ore 23.