COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
sul terrorismo in Italia e sulle cause
della mancata individuazione dei responsabili delle stragi

MERCOLEDÌ 23 OTTOBRE 1996


2a Seduta

Presidenza del Presidente
PELLEGRINO

La seduta inizia alle ore 20,20.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Il presidente PELLEGRINO comunica che è in distribuzione l'elenco dei documenti pervenuti dopo la ricostituzione della Commissione.
Comunica altresì che, in data 23 ottobre 1996, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione il senatore Angelo Staniscia, in sostituzione della senatrice Silvia Barbieri dimissionaria.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che, d'intesa con i membri dell'Ufficio di Presidenza, da lui consultati telefonicamente, tenendo nel debito conto gli impegni parlamentari degli onorevoli deputati, è stata assunta la decisione che la seduta odierna abbia una durata più contenuta del previsto e che in essa abbia luogo soltanto l'illustrazione del progetto di relazione a suo tempo predisposto e già distribuito a tutti i membri.
Della esposizione orale del Presidente verrà redatto e distribuito quanto prima il resoconto stenografico, sulla base del quale avrà inizio, in sede plenaria, il dibattito, in una seduta da stabilirsi della prossima settimana.

DIBATTITO DULLO STATO DELLE INCHIESTE, CON RIFERIMENTO ALL'IPOTESI DI RELAZIONE CONCLUSIVA

Il presidente PELLEGRINO esordisce richiamando l'attenzione sulla necessità che i Gruppi politici adottino un orientamento sulle prospettive che si aprono all'attività della Commissione. Mentre alcuni temi di inchiesta appaiono pervenuti ad un sufficiente grado di maturazione - sì da potere essere conclusi con l'approvazione di relazioni definitive entro il termine fissato del 31 dicembre - per altri potrebbe giustificarsi la necessità di approfondimenti ulteriori, eventualmente sulla base di una nuova e diversa legge istitutiva. In alternativa, non c'è che da ipotizzare una breve ulteriore proroga - modulata semmai sulla scadenza di legge del 30 giugno 1997 prevista per tutti i processi di strage ancora in corso con il vecchio rito - proroga che lasci inalterato l'oggetto dell'inchiesta della Commissione.
Passando alla impostazione da lui data alla proposta di relazione, il presidente Pellegrino fa presente che - dopo il criterio delle indagini separate sui diversi temi dell'inchiesta, che ha contraddistinto l'attività della Commissione nella X e XI legislatura - alla Commissione stessa è apparso che fosse giunto il momento per un esame complessivo ed una visione d'assieme, perlomeno per tutti gli avvenimenti accaduti nell'arco temporale che va dal 1969 al 1984. Nel secondo dopoguerra infatti lo scenario che caratterizza il contesto internazionale e la politica interna del nostro paese si presenta omogeneo ed all'interno esso è attraversato dal nascere e dall'affermarsi di una serie di strutture a vertice militare e a base civile, accomunate dalla finalità di opporre resistenza ad un eventuale esercito invasore proveniente dall'Est e all'espansionismo comunista. Le predette strutture si sono limitate fino agli anni sessanta a sviluppare una potenzialità operativa, anche se la loro presenza ha finito per influire ed incidere sulla vita delle istituzioni e quindi sulla politica interna: è in questo contesto che si collocano e prendono consistenza le tesi della sovranità limitata e del doppio Stato ed è allora che i servizi segreti hanno allargato ed intensificato la loro attività con margini di autonomia sempre crescente. Si è trattato di un fenomeno che, a paragone con altri paesi, nel nostro ha assunto un'ampiezza affatto peculiare.
Dopo il sessantotto la situazione obiettiva muta, le tensioni sociali si fanno più forti e crescenti e le strutture coperte o semiclandestine si innervano di elementi della destra radicale di allora. Fatto allarmante e significativo di quell'epoca è rappresentato dal convegno Pollio dal quale prese corpo e giustificazione il concetto di struttura parallela collegata alla logica del contrasto al movimento comunista.
Su questo scenario si innestano e si spiegano i fatti di terrorismo, di violenza e di strage che hanno tristemente contrassegnato la vita della nazione negli ultimi anni sessanta e poi nel decennio successivo, in particolare fino al 1974: periodo entro il quale è chiaramente leggibile un contesto eversivo unico che va dai conati di pronunciamento militare del 1970 agli attentati dinamitardi condotti con diverse motivazioni.
Nella seconda metà degli anni settanta lo scenario internazionale tende a mutare e all'interno mutano i sistemi e le ragioni della violenza politica e della eversione, che non mirano più ad un rovesciamento complessivo della situazione esistente ma agiscono su piani più articolati. Al terrorismo di destra si aggiunge un terrorismo la cui matrice di sinistra appare chiara ed al quale lo Stato si dimostra incapace o comunque non preparato a rispondere con un'adeguata azione di contrasto, dimostrando esitazioni o debolezze che raggiungono il loro culmine in occasione della tragedia del rapimento dell'onorevole Moro.
Il Presidente rileva quindi che per quanto riguarda il periodo fino alla fine degli anni settanta la Commissione è in grado di consegnare una relazione d'assieme abbastanza chiara e più che convincente.
A partirte dagli anni ottanta è invece più difficile formulare un giudizio soddisfacente degli eventi succedutisi: si delinea, piuttosto, in quel periodo una zona grigia caratterizzata dall'insorgenza di forti componenti affaristiche e dall'azione di una criminalità comune violenta che non è esente da connessioni con l'eversione politica. La difficoltà di valutazione critica di quella fase investe anche la strage alla stazione di Bologna, per la quale restano dubbi quanto meno sulle reali finalità dei terroristi, sulle complicità e sul significato dei depistaggi.
Con riferimento poi alla strage di Ustica, il Presidente rileva che un giudizio più completo di quello finora espresso dalla Commissione sarà possibile solo a seguito di nuove acquisizioni giudiziarie che appaiono abbastanza probabili.
Per quanto concerne il capitolo delle responsabilità politiche, il Presidente ricorda che esso non viene ignorato nella sua proposta di relazione, la quale lascia aperte al giudizio del plenum della Commissione le diverse opzioni possibili. Responsabilità politiche indubbiamente vi furono e possono essere affermate; a distanza di anni, tuttavia, non è più proponibile l'ipotesi di una sanzione politica, e questa considerazione in parte stempera e sottrae significato al giudizio su condotte individuali e collettive che ricadono più propriamente nell'apprezzamento degli storici.
Il Presidente conclude il suo intervento richiamando l'attenzione sul fatto che, pur nel succedersi turbinoso di eventi drammatici e di fronte alle trame antidemocratiche alla violenza ed agli attentati, il paese ha saputo reggere e proseguire sul cammino di una democrazia che dagli anni del terrore è uscita in definitiva vincente e rafforzata.

Prende la parola il senatore GUALTIERI ritiene doveroso decidere tempestivamente del destino della Commissione a fronte, da un lato, dei tempi particolarmente ristretti previsti per la sua attività e, dall'altro, delle novità di notevole peso che su alcuni temi, quali Ustica, Piazza Fontana e Gladio, sono affiorati negli ultimi mesi.

Il PRESIDENTE sottolinea, in risposta al senatore Gualtieri, che sarebbe improprio e scarsamente riguardoso, nei confronti dei colleghi che non hanno potuto partecipare alla seduta odierna, affrontare in questa sede un dibattito che era stato già concordato per una successiva seduta da programmarsi per la settimana prossima.

La seduta termina alle ore 21,25.