COMMISSIONE PARLAMENTARE
per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Mercoledì 12 maggio 2010

49ª Seduta

Presidenza del Presidente
ZAVOLI

La seduta inizia alle ore 13.50.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Intervengono per la RAI il vice direttore delle Relazioni Istituzionali, dottor Stefano Luppi, e il dottor Daniele Mattaccini.


Il PRESIDENTE avverte che, ai sensi dell’articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità della seduta sarà assicurata per mezzo della trasmissione con il sistema audiovisivo a circuito chiuso.


PARERE PARLAMENTARE SU ATTI DEL GOVERNO

Seguito dell'esame dello schema di contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI Radiotelevisione italiana S.p.a per il triennio 2010-2012 (Doc. n. 191)
(Seguito dell'esame e rinvio)


Il PRESIDENTE riprende la discussione generale, avviata nella seduta di ieri.

Il senatore BUTTI (PdL) ritiene che lo schema di contratto di servizio in esame - un documento che non ha e non deve avere valenza politica - rappresenta un buon testo, accogliendo anche le segnalazioni dell'Agcom sulle questioni della coesione sociale, della promozione culturale e dell'innovazione tecnologica. Risponde quindi ad alcune osservazioni critiche del relatore ed evidenzia l'atteggiamento responsabile assunto dalla sua parte politica. Si sofferma poi sul product placement, che costituisce un'entità che può essere sicuramente misurata e gestita, sull'obiettivo di contemperare la qualità con le esigenze dell'audience, sulla questione tecnologica e, in particolare, sull'utilizzo e sulla riscossione del canone, un tema di cui potrebbe farsi carico il Parlamento. Ritiene, in conclusione, inopportuno procedere a uno stravolgimento del contratto di servizio e auspica che il relatore riesca a trovare una soluzione soddisfacente per la Commissione e per la RAI.

Sottolineando come il ruolo del relatore sia quello di portare avanti un discorso complessivo, soprattutto nel contesto di un accordo tra Governo e RAI che prevede un'esagerata autonomia decisionale ed operativa da parte della concessionaria nella fornitura del servizio pubblico, il senatore MORRI (PD) ritiene che quanto prima si debba intervenire sul piano legislativo affinché il contraente con la RAI sia il Parlamento, e per esso la Commissione di Vigilanza, anche considerando l’attuale situazione di palese conflitto di interessi a causa del quale oggi la RAI gioca un ruolo di secondo piano nel panorama del sistema delle telecomunicazioni. Alla Commissione spetta invece il diritto e il dovere di adeguare il contratto di servizio ai tempi e alle problematiche attuali. A fronte della riscossione del canone è giusto chiedere alla RAI un servizio di qualità, anche considerando il confronto con le altre televisioni pubbliche in Europa. Gli emendamenti predisposti dal PD mirano a garantire sufficiente spazio all'informazione sull'attività comunitaria, alla qualità, alle politiche sociali e alla tutela delle pari opportunità. È dunque auspicabile che si possano individuare le opportune convergenze sulle tematiche più importanti.

Il senatore VIMERCATI (PD) evidenzia come il contratto di servizio abbia tenuto in scarsa considerazione l’esigenza - sottolineata nei seminari svolti dalla Commissione - di definire la qualità, soprattutto dell'informazione, in relazione alla crescita della società. Il Governo dovrebbe altresì impegnarsi a garantire che le trasmissioni finanziate attraverso il canone siano programmate su tutte le piattaforme. Il contratto di servizio attuale registra un evidente arretramento rispetto al precedente, secondo il quale il comitato scientifico preposto al controllo della qualità dell'offerta rispondeva ai necessari requisiti di capacità gestionale, autorevolezza e terzietà. Nell'ottica di innalzare il livello qualitativo, che garantirebbe anche maggiori strumenti nella lotta all'evasione del canone, sarebbe infine necessario valorizzare i nuovi strumenti (come ad esempio il social network), investire in cultura e, contemporaneamente, garantire da parte della concessionaria una sana gestione anche attraverso il taglio degli sprechi.

Secondo il senatore PARDI (IdV) una valutazione sul contratto di servizio deve tener conto dell’assenza di normalità democratica nel Paese. Esistono forti dubbi sulla reale capacità cogente delle indicazioni fornite dalla Commissione e sulla concreta applicazione delle stesse da parte della RAI. Nel nostro Paese si sconta infatti l'anomalia originaria esistente nel rapporto tra politica e comunicazione, tale da arrivare ad inficiare la stessa libertà nell'esercizio del voto. Sarebbe quanto meno importante riuscire ad approfondire adeguatamente il discorso sulla qualità.

Auspicando che la funzione di indirizzo svolta dalla Commissione nei confronti della RAI possa tener conto del fatto che la giurisdizione e i luoghi della responsabilità si stanno spostando in Europa, il PRESIDENTE sottolinea come in Italia manchi la capacità di definire in modo preciso i ruoli, a cominciare da quello della stessa Commissione. Evidenzia poi il contrasto fra il rilievo delle questioni affrontate in questa sede e la difficoltà di svolgere un confronto politico adeguato, anche a causa del ruolo sempre più marginale della Commissione.

Il deputato SARDELLI (Misto-NS/LS Ausonia) ritiene necessaria una riflessione sul ruolo della Commissione così come la definizione di nuove regole in merito ai rapporti tra i vari soggetti e la Commissione stessa nell'esercizio della sua funzione.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Intervenendo in replica, il relatore, deputato RAO (UdC), manifesta una certa frustrazione rispetto al ruolo svolto dalla Commissione nel processo di predisposizione del nuovo contratto di servizio, anche tenendo conto del probabile non accoglimento da parte della RAI di tutte le proposte di carattere innovativo. Si deve constatare l'esistenza di una sorta di "Aventino istituzionalizzato", con una maggioranza che si sottrae al dibattito, rimettendosi comunque all’azione del Governo. In tale contesto è preferibile individuare le proposte su cui registrare l'unanimità dei consensi, fermi restando i dubbi sull'esito persino degli emendamenti che saranno accolti. In ogni caso, i lavori della Commissione risultano condizionati dalla soggezione che la stessa subisce rispetto al panorama istituzionale attuale.

Nel corso della Prima Repubblica - conclude il PRESIDENTE - la qualità del servizio pubblico della Rai era diretta conseguenza degli indirizzi dati dai vertici societari. Oggi invece l’azienda non è più il soggetto referente, ma è diventata una fucina di strategie commerciali, della quale i politici si servono per amplificare la voce di una parte sola. Ciò accade per il ruolo marginale di questo organismo, di cui il Parlamento deve prendere atto affinché il lavoro della Commissione sia più efficace.
Rinvia il seguito dell'esame alla prossima seduta, che avrà luogo martedì 18 maggio 2010, alle ore 13,30.

La seduta termina alle ore 15.10