COMMISSIONE PARLAMENTARE
per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Martedì 23 febbraio 2010

35ª Seduta

Presidenza del Presidente
ZAVOLI

La seduta inizia alle ore 20,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Interviene per la RAI il dottor Daniele Mattaccini.

Il PRESIDENTE avverte che, ai sensi dell’articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità della seduta sarà assicurata per mezzo della trasmissione con il sistema audiovisivo a circuito chiuso.

ATTIVITA' DI INDIRIZZO E DI VIGILANZA

Proposta di modifica delle disposizioni in materia di comunicazione politica, messaggi autogestiti, informazione e tribune della concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico relative alle campagne per le elezioni regionali, provinciali e comunali previste per i giorni 28 e 29 marzo 2010
(Non passaggio all'esame)

Dopo aver ricordato le ragioni della convocazione odierna, il PRESIDENTE dà la parola al senatore Butti per verificare l'eventuale disponibilità della maggioranza a modificare il provvedimento approvato il 9 febbraio scorso.

Il senatore BUTTI (PdL) ritiene non vi siano le condizioni per interventi correttivi al regolamento, discusso e votato con attenzione dalla sua parte politica. Il documento è utile per dare la massima informazione, non cancella alcuna trasmissione di approfondimento ed è rispettoso sia della legge n. 28 del 2000 sia delle pronunce della Corte Costituzionale in materia.

Ritenendo che in questi giorni i conduttori abbiano cercato di esercitare un potere personale, acquisito anche grazie a lottizzazioni precedenti, il deputato BELTRANDI (PD) concorda con il senatore Butti e ritiene necessario applicare immediatamente le norme approvate.

Dopo aver ringraziato il Presidente per il generoso tentativo di mediazione, il senatore MORRI (PD) evidenzia che l'intero vertice RAI ha segnalato lo stravolgimento dei palinsesti, il danno economico e la violazione dell'autonomia editoriale determinati dal nuovo regolamento elettorale. Il centrodestra si assume una grave responsabilità ed egli auspica che la società concessionaria sia in grado di resistere a disposizioni che presentano palesi profili di incostituzionalità. Il Gruppo PD si dissocia nettamente dal segnale di profonda debolezza della politica cui si è dato vita al solo scopo di vanificare la par condicio.

Secondo il deputato CARRA (UdC) esistevano margini per evitare l’attuale situazione di stallo, ma la maggioranza non ha collaborato. La Commissione sarà utilizzata per una vendetta nei riguardi dei conduttori televisivi scomodi e la politica rischierà di scomparire nei giorni finali della campagna elettorale. Occorrerà compiere una valutazione delle conseguenze di una rigida applicazione della par condicio, nonché del possibile comportamento dell'Agcom a seguito delle decisioni della Commissione.

Il deputato CAPARINI (LNP) è soddisfatto per lo scatto d'orgoglio della Commissione in occasione dell'approvazione del regolamento, grazie alla coerenza del relatore. È auspicabile che l'Agcom non crei disparità nel disciplinare la comunicazione politica delle televisioni private. Il regolamento approvato ha semplicemente stabilito che il prime time sia appannaggio delle tribune politiche affinché il servizio pubblico nel periodo elettorale sia dedicato all'informazione dei cittadini.

Più che una vendetta contro i conduttori, ha vinto il timore del confronto, osserva il deputato RAO (UdC), che cita i dati di ascolto della tribuna elettorale andata in onda ieri pomeriggio su RAIDUE per dare un'idea della perdita per l'azienda. È necessario ora che l'Agcom si uniformi alla Commissione.

Il deputato LAINATI (PdL) ribadisce che il regolamento non inciderà sull'autonomia dei conduttori, imponendo loro soltanto di adeguarsi alle regole della par condicio. Contesta altresì che i soggetti da invitare alle tribune possano essere tanto numerosi come paventato.

Il senatore VITA (PD), dopo aver ringraziato il presidente Zavoli per la mediazione svolta, sottolineare il rischio di ridicolizzare la legge n. 28 del 2000, che aveva ed ha scopi tuttora validi. Ritiene altresì che nell'occasione si sia persa la possibilità di garantire autorevolezza al ruolo della Commissione.

È opinione del deputato MERLO (PD) che la seduta in corso rappresenti l'occasione di una precisa assunzione di responsabilità da parte di ciascuno, laddove, nonostante il ruolo alto di mediazione svolto dal Presidente, con una sola votazione si sono determinati danni notevoli, soprattutto al servizio pubblico. Con un voto si spengono i talk show e si ridicolizza la par condicio, aiutando la concorrenza a fare il pieno di ascolti.

Nel ringraziare il Presidente, ma anche il relatore Beltrandi, che ha dato la giusta interpretazione al ruolo della Commissione, il deputato MOTTOLA (PdL) sottolinea come per troppo tempo, nonostante il regime di par condicio, si siano lasciati sopravvivere comportamenti faziosi. Considera altresì scandalosa la partecipazione di politici ad eventi come il Festival di Sanremo.

Premettendo che una parziale limitazione alle trasmissioni di informazione era stata proposta anche da alcuni membri dell'opposizione, il deputato SARDELLI (Misto-NS/LS Ausonia) ritiene che, rispetto a quanto si vede in TV, le funzioni di vigilanza e di sanzione dovrebbero essere svolte molto più rigidamente.

Secondo la deputata SANTELLI (PdL) per la prima volta la Commissione, nell'approvare un regolamento elettorale, ha esercitato le proprie funzioni anziché limitarsi soltanto a reiterare testi approvati in precedenza.

Il senatore VIMERCATI (PD) evidenzia che il principio della maggioranza in ogni caso non dovrebbe, come invece è avvenuto in questa occasione, dar vita a una sorta di dittatura della maggioranza.

In conclusione, il PRESIDENTE osserva che la convocazione della Commissione era necessaria per affrontare le questioni irrisolte, nell'ambito di un tentativo di mediazione da lui svolto. Gli stessi ringraziamenti ricevuti dimostrano l'opportunità della seduta, atto formale necessario per constatare il fallimento della mediazione, che era stata alimentata dall’incertezza delle posizioni via via assunte in questi giorni. Ha destato meraviglia l'improvviso irrigidimento di tali posizioni, allorquando un percorso lungo e tortuoso non ha portato alla soluzione sperata, segno evidente che la mediazione è fallita al di fuori della Commissione. In ogni caso, non ha mai pensato di portare la mediazione all'interno del Quirinale, come è stato ipotizzato da qualcuno. Prendendo infine atto della delusione cui occorre rassegnarsi, evidenzia come dalla vicenda sia uscita indebolita la politica.
Di conseguenza, constatando l'impossibilità di procedere ad una modifica del regolamento, poiché non si fanno ulteriori osservazioni, comunica che non si passerà all'esame della proposta di modifica.
Rimandando la successiva convocazione della Commissione alla fase di esame del contratto di servizio, dichiara quindi chiusa la seduta.

La seduta termina alle ore 21,25.