Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06272
Azioni disponibili
Ai sensi del comma 3 del testo coordinato delle delibere n. 31 del 18 dicembre e n. 62 del 7 maggio 2015 sul diritto all'oblio il presente atto è integrato con la seguente documentazione.
Con Sentenza della Corte d'Appello di Napoli, III Sez. Penale, del 14 maggio 2015 è stata dichiarata la prescrizione del reato per i Sigg.ri Corrado e Paolo NEGRI in relazione ai fatti indicati nell'interrogazione.
Pubblicato il 3 marzo 2004
Seduta n. 553
FLORINO. - Ai Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze. -
Premesso:
che la compromissione tra soggetti deviati inseriti in importanti centri decisionali dello Stato e la criminalità organizzata ha raggiunto, sul territorio della provincia di Napoli, secondo quanto risulta all’interrogante, livelli oramai preoccupanti, denotati dalla cristallizzazione di simbiosi aventi finalità occulte che, attraverso la forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo tra poteri dello Stato deviati e poteri criminali, indirizza le finalità pubbliche, cui deve conformarsi l’azione della pubblica amministrazione, verso interessi di singoli gruppi dediti alle più variegate attività affaristiche criminali;
che rappresentativa di tale deleterio connubio è la vicenda della realizzazione sul territorio di Afragola della grande struttura commerciale IKEA, affidata alla società NAC costruzioni s.r.l., i cui lavori sono in corso di esecuzione, che si estende per una superficie complessiva di mq 32.000 e sarà destinata al commercio di mobili, con annessi un centro con bar, ristorazione con prodotti tipici svedesi più bancomat;
che la definizione della lucrosa operazione affaristico-criminale è supportata da un patto scellerato che vede da un lato la partecipazione attiva di vari soggetti introdotti in importanti centri decisionali della pubblica amministrazione e dall’altro di personaggi già noti alle cronache giudiziarie in quanto prestanomi di esponenti apicali di pericolose organizzazioni criminali con le quali non esitano ad instaurare rapporti societari di affari e di contiguità;
che l’operazione ha avuto inizio grazie ai provvedimenti adottati a favore della ditta NAC costruzioni, s.r.l. (C.F. 12306470159), riconducibile alla criminalità organizzata, dal Vice Prefetto dott. Caccia Perugini, durante la sua gestione commissariale al Comune di Afragola e confermati nella concreta applicazione dalle complici omissioni dell’attuale amministrazione del suddetto Comune che, nonostante le palesi illegalità caratterizzanti gli atti adottati dal Commissario prefettizio, non ha ritenuto di attivare alcuna autotutela, dando il via ai lavori del megacentro commerciale;
che un ulteriore momento di complicità nella realizzazione del delineato disegno si riscontra nell’inquietante decisione dell’Agenzia del Demanio di Napoli di vendere alla menzionata società N.A.C. costruzioni, con sede in Milano, il terreno sito in Afragola, località Cantariello, distinto al catasto terreni al foglio 15. Il terreno in questione, utilizzato dalla menzionata N.A.C. per la realizzazione del centro IKEA, risulta già confiscato, ai sensi della legge antimafia n. 575/65, al capocamorra Magliulo Vincenzo, esponente apicale dell’omonimo clan attivo su Afragola che a seguito di una sanguinaria faida ha ceduto il controllo del territorio al clan Moccia; cioè lo Stato (rectius i soggetti deviati dello Stato), anziché destinare il bene confiscato tolto alla camorra per finalità sociali, così come prescrive la legge (per strutture sanitarie o comunque per finalità istituzionali), lo cede alla N.A.C. per renderlo funzionale alle finalità ed agli interessi della stessa camorra;
che per delineare l'ambito affaristico criminale nel quale si sta sviluppando la vicenda è necessario premettere che sul territorio di Afragola la quasi totalità delle iniziative nel campo delle attività economiche e delle costruzioni in genere, per poter avere concreta realizzazione, deve inderogabilmente sottostare ai voleri della potente famiglia camorristica dei Moccia, che, come è noto agli organi inquirenti, per la concretizzazione delle proprie attività delittuose può contare sulla penetrante forza di intimidazione che gli deriva anche da forme di devianze istituzionali garantite da personaggi politici del posto e da amministratori comunali e regionali. La famiglia Moccia ha ottenuto il predominio su una vasta zona al Nord di Napoli dopo efferate e sanguinarie guerre con i clan riconducibili alle famiglie Giugliano e ai Magliulo sempre di Afragola. I Moccia poterono far affidamento sul clan Alfieri con il quale hanno stretto un forte ed indelebile patto di alleanza. Con l’Alfieri, capo indiscusso della camorra campana negli anni '90, i Moccia ottennero il predominio sull'intera area. Questa posizione è stata anche sostenuta nelle sedi giudiziarie dallo stesso Alfieri il quale, per sua stessa ammissione, designò Angelo Moccia suo successore al vertice della organizzazione criminale "Nuova Famiglia";
che l'eredità nella gestione degli affari e degli interessi della camorra della "Nuova famiglia", capeggiata dai Moccia, trova nella vicenda IKEA di Afragola un ulteriore momento di riscontro, poiché proprio attraverso le figure dei soggetti celati dietro alla società NAC costruzioni s.r.l. è possibile comprendere che ad Afragola con l'operazione IKEA si sta realizzando lo stesso affare criminale che venne condotto dalla Nuova Famiglia dal boss Carmine Alfieri agli inizi degli anni '90 per la realizzazione della grande struttura commerciale "Città Mercato" sul territorio di Pompei, proprio con gli stessi personaggi che si celano nella NAC costruzioni. Infatti quest'ultima società, con sede legale in Milano e con capitale sociale di 10.200,00 euro, ha come amministratore unico tale Sicignano Sebastiano, nato a Castellammare di Stabia e residente a Gragnano. Il Sicignano viene citato nella proposta di applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e di sequestro beni ai sensi della legge antimafia n. 575/1965 a carico di Barbato Domenico. Il Sicignano compare in una delle società monitorizzate, l'Orchidea s.r.l. di cui è amministratrice la moglie del Barbato, tale Imparato Paola. Inoltre lo stesso Sicignano Sebastiano, inserito in una fitta rete di società composta da ben ventiquattro ditte di cui è dubbia la titolarità, risulta collegato attraverso le società GEN.IM (partita Iva 0131619210), SOGEST con sede in Roma (C.F. 01477020562) alla Adroma Costruzioni s.r.l. (P.I. 015228631219), alla Adroma Immobiliare (P.I. 01528621210), alla Adroma Impianti s.p.a. (P.I. 01542501216), alla Promhotel s.r.l. (P.I. 01474701214) e nella C.E.G. s.r.l. (C.F. 06642406635), ai fratelli Negri Bruno, Corrado, Paolo e ai menzionati Barbato Domenico e Imparato Paola. Le strette cointeressenze economiche, affaristiche e societarie tra il Sicignano Sebastiano della N.A.C. costruzioni con il Barbato Domenico e con i fratelli Negri è quindi oltremodo evidente;
che a carico di Barbato Domenico e di Negri Paolo e Corrado risulta che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nell’ambito della vicenda dell’ingerenza della criminalità organizzata nella realizzazione della struttura commerciale “Città Mercato” di Pompei abbia disposto l’incriminazione degli stessi per i reati di cui agli artt. 110 e 629 del codice penale, II comma, in relazione all’art. 628, III comma, del codice penale poiché con i boss della camorra Carmine Alfieri e Cesarano Ferdinando, come materiale esecutore della condotta delittuosa posta in essere su richiesta del Barbato Domenico e dei fratelli Negri, consentivano alle strutture societarie facenti capo ai medesimi, e segnatamente alla società GEN.IM s.r.l. di cui erano soci, di conquistare affari vantaggiosissimi a danno di altri soggetti. A carico del Barbato Domenico per tali fatti pende tuttora il procedimento penale n. 01/99 per i reati di cui agli artt. 110 e 629 del codice penale, II comma, in relazione all’art. 628, III comma, del codice penale nonché richiesta di applicazione di misura di prevenzione;
che gli organi inquirenti hanno osservato che gli ingenti profitti conseguiti dal Barbato in occasione della vicenda “Città Mercato” sono stati reinvestiti dal medesimo, direttamente o mediatamente, nell’acquisizione di partecipazioni sociali e nella realizzazione di successivi investimenti immobiliari. Nel corso dell’interrogatorio reso il 17.7.1998 dal boss della camorra Carmine Alfieri, quest’ultimo, nel riferire le modalità di realizzazione del centro commerciale denominato “Città Mercato”, ha fornito elementi dai quali sono desumibili organici rapporti tra il Barbato e l’organizzazione criminale;
che anche nella circostanza, come dichiarato da Carmine Alfieri, il Barbato si è avvalso di una società avente sede in Milano, così come sta avvenendo con il centro IKEA, le cui operazioni affaristiche criminali sono condotte dalla società di Milano N.A.C. costruzioni nella quale figura Sicignano Sebastiano;
che di particolare importanza per comprendere il contesto criminale in cui operano il Barbato ed i fratelli Negri (collegati alla N.A.C. attraverso Sicignano) sono le dichiarazioni del boss Carmine Alfieri, contenute nel rapporto della questura di Napoli sulle misure di prevenzione nei confronti del Barbato: “Il Barbato operava nella qualità di rappresentante della società milanese. Egli avrebbe dovuto fare tutto il necessario per porre l’opera in condizioni di funzionare effettivamente e fino ad interessarsi delle stesse assunzioni di personale. Mi sono personalmente incontrato con il Barbato. Durante gli incontri si discusse essenzialmente con il Barbato ed i Negri dei posti di lavoro che chiedeva Cesarano e che il Barbato non poteva garantire perché altrettanto doveva fare per i componenti della Giunta comunale di Pompei. Il Barbato mi disse che a seguito del buon esito dell’operazione Città Mercato a Pompei, di cui si stava ultimando l’insediamento, aveva l’intenzione di ripetere l’operazione anche nella mia zona, cominciando con l’acquisto del terreno”. E’ evidente come la volontà esternata al capocamorra Carmine Alfieri sia stata dal Barbato, seppur con l’utilizzo di prestanomi a causa delle vicende giudiziarie in corso a carico dello stesso, posta in essere sul territorio di Afragola e che in tale circostanza le complicità camorristiche non possono che essere individuate nel clan Moccia, erede degli interessi del boss Alfieri;
che le indagini condotte sul Barbato hanno evidenziato come i vantaggi ottenuti dal gruppo criminale Alfieri - Cesarano sono stati strettamente connessi al fatto che il sodalizio criminale ha reso possibili alla GEN.IMM di Milano l’acquisizione dell’area per realizzare Città Mercato, ed in via mediata di consentire al clan vari vantaggi economici: 1) ottenimento di una rilevante somma di danaro di molte centinaia di milioni; 2) la disponibilità della gestione del bar e del parcheggio; 3) utilità per forniture di beni e servizi all’ipermercato ed all’assunzione di dipendenti;
che parte di questi vantaggi, è stato accertato dagli organi inquirenti, sono stati riversati su soggetti inseriti nell’Amministrazione comunale di Pompei per la pronta disponibilità degli organi comunali ad adeguare i provvedimenti sulla destinazione dell’area. Tale disponibilità è il frutto di rapporti anomali tra esponenti politici locali e la camorra dominante sul territorio. Anche tale connubio criminale appare del tutto simile a quello cristallizzatosi nella vicenda del costruendo centro IKEA sul territorio di Afragola dove le complicità dell’Amministrazione Comunale nel rilasciare disinvolti quanto illegittimi provvedimenti amministrativi a favore della N.A.C. Costruzioni è oltremodo evidente. Come di estrema evidenza è l’illegittima cessione operata dall’Agenzia del Territorio di Napoli alla medesima società N.A.C. di un terreno confiscato alla camorra e ceduto per finalità che non rientrano tra quelle volute dalla legge antimafia che, come è noto, prevede l’obbligo di destinare i beni confiscati esclusivamente per finalità sociali ed istituzionali;
che gli organi inquirenti hanno evidenziato come la vicenda di “Città Mercato” sveli un quadro fosco, nell’ambito del quale interessi camorristici si combinano e si sovrappongono in maniera così intima da divenire quasi inestricabili: un gruppo camorristico che, con la compiacenza delle amministrazioni locali, previa riqualificazione giuridica dei luoghi interessati, realizza un imponente investimento finanziario. Il protagonista attivo di tutta l’operazione economica, hanno accertato gli organi investigativi, é senz’altro il Barbato; con le proprie strutture societarie egli ha fattivamente contribuito alla tecnica realizzazione del turpe affare, conseguendo rilevanti guadagni. Gli inquirenti, nel lumeggiare la personalità del Barbato, hanno giustamente affermato come le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia rilevino l’attitudine del medesimo verso questo sistema organizzativo, svelando il suo intento programmatico teso alla realizzazione di un nuovo investimento, similare, in altra zona, alla stregua del buon esito dell’operazione in esame. Le profetiche previsioni degli organi inquirenti hanno trovato puntuale riscontro proprio nella vicenda del centro commerciale IKEA di Afragola, dove è di estrema evidenza la realizzazione delle stesse tecniche criminali spiegate per concludere l’affare “Città Mercato” di Pompei;
che la vicenda criminale di Pompei e quella di Afragola dimostrano il perseverare di una sintomatica condotta criminale di imprenditori pronti a scendere a patto con la camorra e con personaggi deviati delle istituzioni per concludere affari illegali; il tutto a scapito della libera concorrenza, comprimendo, anzi soffocando, le iniziative economiche convergenti, attraverso pratiche estorsive, realizzatesi nelle forme brutali dell’intimidazione camorristica. Senza considerare che la manovra affaristica criminale della N.A.C. costruzioni sottrae di fatto gran parte dei fondi disponibili per la realizzazione di opere pubbliche rilevanti tra cui l’ospedale, atteso da alcuni decenni della popolazione locale;
che per la realizzazione del costruendo centro commerciale IKEA da parte della società N.A.C. costruzioni sarebbero state impiegate somme provenienti sia dagli affari criminali del Barbato e di soggetti allo stesso collegato nonché somme di danaro provenienti dello Stato, incassate dal medesimo e dalla moglie Paola Imparato, attraverso la società Orchidea s.r.l. (P.I. 01413431212), essendo quest’ultima ditta proprietaria di uno stabile sito in Castellammare di Stabia, condotto in locazione da Forze di Polizia, circostanza questa che non può che confermare ulteriormente le inquietanti coperture istituzionali di cui gode il Barbato,
l’interrogante chiede di conoscere:
in relazione agli inconfutabili elementi di commistione affaristico-criminale forniti con il presente atto, quali urgentissime misure cautelari e di contrasto il Ministro dell’interno intenda adottare per impedire che sul territorio di Afragola venga a ripetersi e a definirsi, grazie ai complici silenzi delle istituzioni locali, il disegno criminoso delineato;
quali iniziative intendano adottare i Ministri in indirizzo nei confronti dei funzionari dello Stato che hanno avallato, ovvero consentito, la cessione di un bene confiscato alla criminalità organizzata a favore della N.A.C. costruzioni, riconducibile anch’essa alla criminalità organizzata, contribuendo in tal modo alla realizzazione di un vasto disegno criminoso che vede la partecipazione della camorra, sottraendo il bene stesso a finalità pubbliche;
quali provvedimenti sanzionatori, accertati i fatti, il Ministro dell’interno intenda adottare nei confronti del vice prefetto Caccia Perugini, che, nella qualità di Commissario prefettizio del Comune di Afragola, avrebbe rilasciato provvedimenti illegittimi all’evidente scopo di favorire la società N.A.C. costruzioni, contribuendo in tal modo alla realizzazione di un vasto disegno criminoso che vede la partecipazione della criminalità organizzata;
se il Ministro dell’interno non intenda attivare le procedure per lo scioglimento del Consiglio comunale di Afragola per condizionamenti camorristici da parte del clan Moccia, avendo quella Amministrazione comunale con le proprie complici omissioni avallato i voleri della camorra e consentito alla N.A.C. costruzioni di dare inizio ai lavori per la realizzazione del centro commerciale IKEA, nel quale troveranno impiego 500 unità le cui procedure di assunzione, essendo simili a quella di “Città Mercato” di Pompei, riguarderanno, in dispregio delle norme vigenti in materia, persone di volta in volta indicate dalla camorra e da pubblici Amministratori;
quali controlli intendano adottare i Ministri in indirizzo per verificare la provenienza e la titolarità dei capitali impiegati dalla N.A.C. costruzioni sul territorio di Afragola;
quali iniziative intenda adottare il Ministro dell’interno per evitare che immobili di proprietà della famiglia Barbato, i cui collegamenti con la criminalità organizzata trovano puntuali ed inconfutabili riscontri, siano condotti in locazione dallo Stato per destinarli ad uffici di Polizia.