Legislatura 13º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 880 del 06/07/2000

SENATO DELLA REPUBBLICA
—————— XIII LEGISLATURA ——————

880a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 6 LUGLIO 2000

(Pomeridiana)

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Presidenza del presidente MANCINO

RESOCONTO SOMMARIO

Presidenza del presidente MANCINO

La seduta inizia alle ore 16,32.

Il Senato approva il processo verbale della seduta pomeridiana di ieri.

Comunicazioni all'Assemblea

PRESIDENTE. Dà comunicazione dei senatori che risultano in congedo o assenti per incarico avuto dal Senato. (v. Resoconto stenografico).

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 16,37 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Sul rinvenimento di due bottiglie incendiarie presso una sede della CISL a Milano

PRESIDENTE. Esprime la solidarietà del Senato alla CISL, oggetto di un episodio di violenza terroristica rivendicato con un documento firmato "Nucleo proletario rivoluzionario". I nuovi conati del terrorismo non troveranno impreparato lo Stato e la sanguinosa stagione della violenza terroristica non potrà essere riproposta.

Seguito della discussione e approvazione, con modificazioni, del disegno di legge:

(4375) Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione dei procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999 (Relazione orale)

PRESIDENTE. Ricorda che nel corso della seduta antimeridiana è stato votato l'articolo 3, nel testo proposto dalla Commissione. Passa all'esame dell'articolo 4 e dell'emendamento ad esso riferito, che si intende illustrato.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Anche il Governo è favorevole.

Il Senato approva l'emendamento 4.500 e l'articolo 4, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 5 e degli emendamenti ad esso riferiti.

LUBRANO di RICCO (Verdi). Illustra i suoi emendamenti, in particolare il 5.500, che amplia l'oggetto delle verifiche periodiche della pubblica amministrazione sui tempi di attesa e sulle modalità di accesso agli sportelli.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere favorevole sul 5.500 e sul 5.0.500 del Governo e contrario al 5.501.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda con il relatore, invitando il presentatore dell'emendamento 5.501 a non individuare traguardi di miglioramento troppo avanzati per le attuali possibilità delle amministrazioni.

LUBRANO di RICCO (Verdi). Ritira l'emendamento 5.501.

Il Senato approva l'emendamento 5.500 e l'articolo 5, nel testo emendato. Risulta quindi approvato l'emendamento 5.0. 500.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 6 e degli emendamenti ad esso riferiti.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. La proposta del Governo di sopprimere il comma 2 dell'articolo 6 licenziato dalla Commissione trae origine dall'approvazione da parte del Consiglio dei ministri di una modifica dell'articolo 3 del regolamento n. 383 del 1984, attualmente al vaglio della Consiglio di Stato, che recepisce il contenuto del comma.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere favorevole sugli emendamenti del Governo, invitando il senatore Besostri a ritirare gli emendamenti 6.500, 6.501 e 6.502. Qualora venisse approvata la soppressione del comma 2 i restanti emendamenti del senatore Besostri sarebbero preclusi.

BESOSTRI (DS). Accoglie l'invito del relatore.

Il Senato approva gli emendamenti 6.600, 6.503 e 6.504. Risultano pertanto preclusi i restanti emendamenti. Viene quindi approvato l'articolo 6, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 7 e dell'emendamento ad esso riferito, che si intende illustrato.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda con il relatore.

Il Senato approva l' emendamento 7.500 e l'articolo 7, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 8 e degli emendamenti ad esso riferiti.

STIFFONI (LFNP). L'emendamento 8.501 prevede che i lavori della conferenza di servizi debbano sempre concludersi entro 90 giorni, salvo i casi in cui sia richiesta la valutazione di impatto ambientale.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere favorevole sugli emendamenti 8. 500, 8.502, 8.503, 8.504, 8.505, 8.506, 8.507, 8.510 e 8.511. Si rimette al Governo sull'8.1000, esprimendo parere contrario sugli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Stante l'assenza del presentatore, l'emendamento 8.1000 si intende decaduto.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Esprime parere conforme a quello del relatore.

Il Senato approva l'emendamento 8.500 e respinge l'8.501. Vengono successivamente approvati gli identici 8.502, 8.503, 8.504 e 8.505, nonché i successivi 8506 ed 8.507. Il Senato respinge gli emendamenti 8.508 e 8.509, mentre risultano approvati gli emendamenti 8.510 e 8.511, nonché l'articolo 8, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 9 e degli emendamenti ad esso riferiti.

STIFFONI (LFNP). Illustra gli emendamenti 9.514 e 9.517, tendenti a valorizzare il ruolo della regione come indiscussa autorità competente per la pianificazione territoriale.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Ritira il 9.500a. Esprime parere favorevole sugli emendamenti 9.500, 9.501, 9.502 e 9.503, tra loro identici. Favorevole è anche il parere sugli identici 9.503a, 9.504, 9.505 e 9.506, così come sugli emendamenti 9.511 e 9.513. Invita al ritiro i presentatori degli emendamenti 9.510 e 9.1000, tra loro identici, mentre si rimette al parere del Governo sugli emendamenti 9.1001 e 9.512.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda con il relatore, esprimendo parere favorevole sul 9.1001 (che se approvato precluderebbe il 9.511 del Governo) e sul 9.512.

MAGNALBO' (AN). Sottoscrive gli emendamenti 9.501 e 9.504.

A seguito dell'approvazione degli emendamenti 9.500, 9.501, 9.502 e 9.503, tra loro identici, risultano preclusi il 9.501a ed il 9.502a. Il Senato approva poi gli identici 9.503a, 9.504, 9.505 e 9.506, con conseguente preclusione dei successivi 9.507, 9.508 e 9.509.

LUBRANO di RICCO (Verdi). Ritira l'emendamento 9.510.

PRESIDENTE. Stante l'assenza del presentatore, l'emendamento 9.1000 decade. Avverte che il senatore Micele ha sottoscritto il 9.1001.

LUBRANO di RICCO (Verdi). Aggiunge la firma al 9.1001 e ritira il 9.512.

Il Senato approva l'emendamento 9.1001, con conseguente preclusione del 9.511. Risulta quindi approvato l'emendamento 9.513, con conseguente preclusione dei restanti emendamenti. Il Senato approva l'articolo 9, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 10 e degli emendamenti ad esso riferiti, che si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere favorevole sul 10.500, la cui approvazione precluderebbe il 10.501. L'emendamento 10.502 troverebbe più opportuna collocazione come comma aggiuntivo dell'articolo 14.

Il Senato approva l'emendamento 10.500, con conseguente preclusione del 10.501. L'emendamento 10.502 viene approvato, con l'intesa che, in sede di coordinamento, sarà inserito come comma aggiuntivo all'articolo 14. Vengono quindi approvati gli articoli 10, nel testo emendato, 11, 12 e 13.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 14 e degli emendamenti ad esso riferiti.

PASTORE (FI). Chiede di esaminare l'emendamento 14.501 assieme al 24.0.505 proposto dal Governo, che ne recepisce gran parte del contenuto.

PRESIDENTE. L'emendamento 14.500 si intende illustrato.

ANDREOLLI, f.f.relatore. Esprime parere favorevole sul 14.500 e sulla proposta del senatore Pastore.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda con il relatore, giudicando più opportuno valutare in unica sede emendamenti di contenuto simile in materia di semplificazione delle procedure per la costituzione di nuove società e per altre attività che intervengono nella vita societaria, ricordando che il Governo ha avanzato le sue proposte su sollecitazione dello stesso senatore Pastore.

PRESIDENTE. Pertanto l'emendamento 14.501 sarà esaminato assieme al 24.0.505.

MAGNALBO' (AN). Sottoscrive l'emendamento 14.501.

Il Senato approva l'emendamento 14.500 e l'articolo 14, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 15 e degli emendamenti ad esso riferiti.

LUBRANO di RICCO (Verdi). Illustra l'emendamento 15.504, che esclude dalla delegificazione la disciplina degli interventi per il sostegno finanziario dei processi di internazionalizzazione delle imprese.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprime parere contrario sull'emendamento 15.504, mentre ritiene che i restanti emendamenti siano assorbiti dal 24.0.505 del Governo.

PRESIDENTE. Se non si fanno osservazioni, gli emendamenti 15.500, 15.501, 15.502 e 15.503 si intendono ritirati.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Esprime parere contrario sul 15.504, che non appare coerente con la natura interpretativa del provvedimento.

Il Senato respinge l'emendamento 15.504 ed approva l'articolo 15.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 16 e degli emendamenti ad esso riferiti.

STIFFONI (LFNP). Illustra i propri emendamenti, tendenti ad evitare decisioni dal centro e senza l'accordo delle regioni in materia di costruzione di strade e autostrade.

PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È contrario agli emendamenti 16.500 e 16.501, è favorevole al 16.505, mentre si rimette al Governo sul 16.502, sul 16.503 e sul 16.504.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Gli emendamenti dei senatori Tirelli e Stiffoni sono forse determinati da un equivoco, in quanto la norma intende rendere più semplice la classificazione delle strade attraverso l'intesa con la Conferenza Stato-regioni. Il Governo è invece favorevole al 16.503 e contrario agli altri emendamenti.

Il Senato respinge il 16.500 e il 16.501, mentre approva il 16.502 e il 16.503.

LUBRANO di RICCO (Verdi). Ritira il 16.504.

PRESIDENTE. Stante l'assenza del presentatore, il 16.505 decade.

Il Senato approva quindi l'articolo 16, nel testo emendato, nonché l'articolo 17.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 18 e degli emendamenti ad esso riferiti, che si intendono illustrati.

COVIELLO (PPI). In qualità di Presidente della 5a Commissione permanente, poiché la Commissione non ha avuto il tempo di esprimere un parere sul 18.100 (Nuovo testo), che suscita non poche perplessità, chiede un eventuale accantonamento dell'articolo affinché la Commissione lo possa esaminare.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Comprendendo le perplessità avanzate, ritira il 18.100 (Nuovo testo), confermando il precedente emendamento soppressivo dell'articolo, onde presentare eventualmente presso l'altro ramo del Parlamento una migliore formulazione dell'articolo 18.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole al 18.100, che precluderebbe il 18.500.

Il Senato approva il 18.100, soppressivo dell'intero articolo; è pertanto precluso il 18.500.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 19 e degli emendamenti ad esso riferiti.

PASTORE (FI). Illustra i propri emendamenti.

STIFFONI (LFNP). Illustra il 19.501.

IULIANO (DS). Dà conto delle proprie proposte emendative, avanzando perplessità circa la copertura del comma 3 dell'articolo 19.

PRESIDENTE. Il 19.506 (Nuovo testo) si intende illustrato.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole agli emendamenti 19.500, 19.502, 19.503, 19.504 e 19.506 (Nuovo testo), mentre è contrario agli altri emendamenti.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda con il relatore, sottolineando la notevole diffusione ormai esistente degli strumenti informatici. Ritiene peraltro infondata la preoccupazione sulla copertura della norma di cui al comma 3, data la competenza della Presidenza del Consiglio.

PIREDDA (CCD). Occorrerebbe però che il processo di innovazione mediante l'adozione degli strumenti informatici avvenisse in maniera più graduale, in particolare per i piccoli comuni.

Il Senato approva l'emendamento 19.500; respinge invece il 19.501, mentre sono approvati gli emendamenti 19.502, 19.503 e 19.504; risulta quindi precluso il 19.505. È poi approvato il 19.506 (Nuovo testo), mentre viene respinto il 19.507. È infine approvato l'articolo 19, nel testo emendato, nonché l'articolo 20.

PRESIDENTE. Passa all'esame dell'articolo 21 e dell'emendamento ad esso riferito, che si intende illustrato.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole all'emendamento.

Il Senato approva l'emendamento 21.500, nonché l'articolo 21, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo 22 e degli emendamenti ad esso riferiti, che si intendono illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole al 22.1000.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. È favorevole al 22.500.

Il Senato approva il 22.500 e il 22.1000, nonché l'articolo 22, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa all'esame dell'articolo 23 e degli emendamenti ad esso riferiti.

STIFFONI (LFNP). Illustra il 23.500.

IULIANO (DS). Dà conto del 23.501, precisando che esso mira a velocizzare le spese necessarie.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È contrario al 23.500 e favorevole al 23.501.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda.

Il Senato respinge il 23.500; approva poi il 23.501, nonché l'articolo 23, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Il 23.0.500 è stato ritirato dal Governo. Passa quindi all’esame dell’articolo 24 e degli emendamenti ad esso riferiti.

STIFFONI (LFNP). Sottoscrive gli emendamenti 24.500 e 24.501, che considera illustrati.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È contrario ai due emendamenti.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda.

Il Senato respinge i due emendamenti ed approva l'articolo 24.

PRESIDENTE. Passa all'esame degli emendamenti aggiuntivi dopo l'articolo 24, che si considerano tutti illustrati.

PARDINI (DS). Ritira il 24.0.515 (Nuovo testo).

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole al 24.0.502, al 24.0.503, al 24.0.504 e al 24.0.505. Ritiene poi che il 24.0.506 (Nuovo testo) sia assorbito dal 24.0.502. È contrario al 24.0.508, al 24.0.509, al 24.0.510 e al 24.0.511 (Nuovo testo), si rimette al Governo sul 24.0.512 (Nuovo testo), mentre è favorevole al 24.0.513 e al 24.0.514. È invece contrario al 24.0.516 e al 24.0.1000.

PASTORE (FI). Concordando con il relatore, ritira il 24.0.506 (Nuovo testo).

PRESIDENTE. Il 24.0.516 è stato trasformato nell'ordine del giorno n. 950. (v. Allegato A).

ANDREOLLI, f.f. relatore. È contrario anche all'ordine del giorno.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Esprime parere conforme a quello del relatore, dichiarandosi favorevole al 24.0.500 (Nuovo testo) e al 24.0.512 (Nuovo testo), mentre ritiene da modificare il 24.0.514.

Il Senato approva il 24.0.500 (Nuovo testo).

PASTORE (FI). È perplesso sulla formulazione del 24.0.501, che prevede una norma generale in materia di interpretazione della legge. Invita pertanto ad una riflessione sull'eventualità di uno spostamento della collocazione di tale norma.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Accogliendo le osservazioni del senatore Pastore, invita il relatore a ritirarlo.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Lo ritira.

Il Senato approva il 24.0.502 ed il 24.0.503.

PASTORE (FI). Suggerisce una correzione da apportare al 24.0.504.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Accoglie il suggerimento e modifica l'emendamento. (v. Allegato A).

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole alla proposta.

Il Senato approva quindi il 24.0.504 (Nuovo testo) e il 24.0.505; di conseguenza risulta assorbito l'emendamento 14.501.

PASTORE (FI). Ritira gli emendamenti 24.0.506 (Nuovo testo) e 24.0.510.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 24.0.508 e 24.0.509, su cui la 5a Commissione permanente ha espresso parere contrario ex articolo 81 della Costituzione, sono improcedibili.

Il Senato respinge il 24.0.511 (Nuovo testo), mentre approva il 24.0.512 (Nuovo testo) ed il 24.0.513.

BESOSTRI (DS). Apporta una modifica al 24.0.514. (v. Resoconto stenografico).

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concorda.

PASTORE (FI). In quanto contrario ad ogni forma di delega, il Gruppo FI voterà contro l'emendamento.

BESOSTRI (DS). Poiché è stato già approvato l'1.Tab.A.502, trasforma l'emendamento 24.0.514 nell'ordine del giorno n. 900. (v. Allegato A).

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Conferma il parere favorevole.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno n. 900, accolto dal Governo, non viene posto in votazione.

BESOSTRI (DS). Dato il parere contrario espresso sull'ordine del giorno n. 950, ne chiede l'accoglimento come raccomandazione.

ANDREOLLI, f.f. relatore. È favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno n. 950, accolto come raccomandazione dal Governo, non viene posto in votazione.

Il Senato respinge infine il 24.0.1000.

PRESIDENTE. Passa alla votazione finale.

PASTORE (FI). Pur confermando il giudizio di progressivo miglioramento del disegno di legge, annuncia l'astensione del suo Gruppo.

PIREDDA (CCD). Bisogna dare atto al ministro Bassanini del forte impulso impresso al processo di riorganizzazione amministrativa dello Stato basato sulla semplificazione burocratica. Nel dichiarare il voto favorevole del CCD, sollecita il Governo a vigilare sugli effetti dell'introduzione delle nuove leggi e soprattutto sull'emanazione dei regolamenti, in particolare da parte delle regioni, che talvolta vanificano le innovazioni legislative. (Applausi dal Gruppo CCD).

MAGNALBO' (AN). Il suo Gruppo si asterrà.

STIFFONI (LFNP). Annuncia il voto contrario della Lega Nord al provvedimento.

PRESIDENTE. Passa all'esame della proposta di coordinamento n. 1 (v. Allegato A); trattandosi di una modifica meramente formale, non facendosi osservazioni, si intenda accolta.

Il Senato approva nel suo complesso il disegno di legge, nel testo emendato, autorizzando la Presidenza a procedere all'ulteriore coordinamento eventualmente necessario.

BOSI, segretario. Dà annunzio della mozione e delle interrogazioni con richiesta di risposta scritta pervenute alla Presidenza. (v. Allegato B).

PRESIDENTE. Rinvia l'esame del disegno di legge n. 4336-bis ad altra seduta e comunica l’ordine del giorno della seduta del 7 luglio. (v. Resoconto stenografico).

La seduta termina alle ore 18,10.

 

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente MANCINO

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,32).

Si dia lettura del processo verbale.

BOSI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi e missioni

PRESIDENTE. Sono in congedo i senatori: Agnelli, Barbieri, Barrile, Bernasconi, Bertoni, Bo, Bobbio, Borroni, Brutti, Cabras, Carpinelli, Cecchi Gori, Cossiga, D'Alessandro Prisco, De Martino Francesco, Fassone, Fumagalli Carulli, Fusillo, Lauria Michele, Lavagnini, Leone, Manconi, Monticone, Occhipinti, Parola, Passigli, Pellegrino, Petrucci, Piloni, Rognoni, Ronchi, Taviani, Vedovato, Volcic, Zilio.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: De Carolis, Dolazza, Lauricella, Martelli, Provera, Squarcialupi e Turini, per attività dell'Assemblea dell'Unione dell'Europa Occidentale; Bonatesta, Bucci, Conte, De Zulueta e Duva, per attività dell'Assemblea dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa; Migone, per partecipare alla Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo; Di Benedetto, Gubert, Manca, Murineddu e Nieddu, per l'attività della Commissione difesa; Lorenzi, per partecipare ai lavori dell'Associazione Euroscience; De Luca Athos, per partecipare, come osservatore, alle varie fasi del procedimento elettorale in Messico.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. Le comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 16,37).

Sul rinvenimento di due bottiglie incendiarie presso una sede della CISL a Milano

PRESIDENTE. Onorevoli senatori, all'alba di stamani due bottiglie incendiarie sono state rinvenute dinanzi all'entrata della sede della CISL a Milano in via Tadino.

In mattinata il fatto è stato rivendicato con un lungo documento firmato "Nucleo proletario rivoluzionario" recante la stella a cinque punte delle Brigate rosse.

In esso si teorizza l'attacco alla CISL in quanto promotrice del Patto per il lavoro di Milano, collocandosi così in una linea di logica consequenzialità con altri recenti documenti legati alla cosiddetta "offensiva D'Antona" a poco più di un anno dal vile assassinio di Massimo D'Antona stesso.

Sono certo di interpretare il sentimento di tutti nell'esprimere la solidarietà del Senato, e mia personale, alla CISL, oggetto di questo episodio di violenza terroristica.

I nuovi conati del terrorismo non troveranno impreparate le forze dell'ordine e gli apparati di sicurezza dello Stato, che sapranno reagire con fermezza e decisione per stroncare sul nascere qualsiasi ulteriore tentativo di destabilizzare le istituzioni democratiche.

La democrazia repubblicana ha già consegnato all'archivio della storia la stagione del terrorismo, pagando un alto prezzo di vite umane.

Quella stagione, sono certo, non ritornerà più.

Seguito della discussione e approvazione, con modificazioni, del disegno di legge:

(4375) Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999 (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n.4375.

Riprendiamo l'esame degli articoli nel testo proposto dalla Commissione.

Ricordo che nel corso della seduta antimeridiana di oggi è stato approvato l'articolo 3.

Passiamo pertanto all'esame dell'articolo 4, su cui è stato presentato un emendamento che invito i presentatori ad illustrare.

PASTORE. Do per illustrato l'emendamento 4.500.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Il parere del relatore è favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Anche il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.500, presentato dai senatori Pastore e Schifani.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 4, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 5, sul quale sono stati presentati alcuni emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

LUBRANO di RICCO. Signor Presidente, illustro brevemente gli emendamenti 5.500 e 5.501.

L'emendamento 5.500 è finalizzato ad ampliare l'oggetto delle verifiche che le amministrazioni sono tenute ad effettuare periodicamente, anche con la partecipazione delle associazioni degli utenti e degli uffici a diretto contatto con il pubblico. Oltre alla definizione e alla pubblicità dei tempi massimi di attesa degli utenti, le verifiche, se si approvasse l'emendamento 5.500, riguarderanno anche la pubblicità delle modalità di accesso e dei termini per la conclusione dei procedimenti, delle procedure di reclamo degli utenti e delle iniziative in materia organizzativa adottate al fine di permettere agli uffici di fornire informazioni, anche per via telematica o telefonica, e di recapitare atti e documenti al domicilio dell'utente, e così al fine di consentire agli utenti l'invio di documenti per posta, per fax o per via telematica.

Per quanto riguarda invece l'emendamento 5.501, in Commissione affari costituzionali avevo presentato un emendamento al comma 4, finalizzato a sostituire la parola "gradualmente" alle altre "ove possibile" e avevo anche previsto l'eventuale fissazione di un termine, pur sempre successivamente prorogabile, all'occorrenza, che vincolasse maggiormente le amministrazioni pubbliche ad adottare le misure organizzative e innovative indicate al citato comma 4, di così grande impatto semplificatorio per i cittadini utenti.

In Commissione è stata adottata una soluzione di compromesso rappresentata, appunto dalla semplice aggiunta al testo della parola "gradualmente". Ciò mi spinge a sottoporre all'Assemblea la valutazione circa l'opportunità di sopprimere le parole "ove possibile", in modo da lasciare soltanto la parola "gradualmente".

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Sull'emendamento 5.500 esprimo parere favorevole, mentre resta il parere contrario sull'emendamento 5.501, secondo quel che è stato detto in Commissione affari costituzionali.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

Il Governo condivide le intenzioni e i propositi del senatore Lubrano di Ricco, ma ritiene che si debba anche tener conto della situazione in cui si trovano le nostre amministrazioni.

Stiamo ponendo loro dei traguardi di miglioramento: non possiamo, però, fissarli a un livello così avanzato da rischiare poi che le amministrazioni non riescano a raggiungerli. Con gli ulteriori miglioramenti che derivano dall'emendamento 5.500, presentato dal collega Lubrano di Ricco, noi spingiamo tali traguardi assai avanti nel funzionamento al servizio dei cittadini.

La soppressione di quell'"ove possibile" del comma 4 dell'articolo 5, proposta con l'emendamento 5.501, mi sembra invece imporre in alcuni casi regole che le amministrazioni rischiano di non essere in grado di osservare.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.500, presentato dal senatore Lubrano di Ricco.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.501.

LUBRANO di RICCO. Signor Presidente, a seguito delle precisazioni del signor Ministro, e tenendo conto delle considerazioni da lui espresse circa le difficoltà che incontrerebbe l'approvazione dell'emendamento 5.501, lo ritiro.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'articolo 5, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all'esame dell'emendamento volto ad inserire un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 5, che si dà per illustrato.

Invito il relatore a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 5.0.500.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.0.500, presentato dal Governo.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 6, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

BESOSTRI. Signor Presidente, li do per illustrati.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, penso che sia utile illustrare l'emendamento 6.504.

Con esso, proponiamo di sopprimere il comma 2 dell'articolo 6, inserito nel corso dell'esame del provvedimento in Commissione, poiché in realtà introduce nel provvedimento una modifica dell'articolo 3 del regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 383.

In Commissione ci eravamo posti il problema che derivava, rispetto al nostro sistema delle fonti, da questa rilegificazione dovuta all'esigenza di modificare una norma regolamentare. Proponiamo dunque di abrogare questo comma perché nel frattempo il Consiglio dei ministri ha approvato una modifica del suddetto regolamento, esattamente nel senso del testo proposto dalla Commissione, che è già stata trasmessa al Consiglio di Stato per il prescritto parere. Sta per scadere il termine previsto dalla legge n. 127 del 1997 per l'espressione di tale parere.

Posso quindi affermare che entro la fine del mese il testo del comma 2 dell'articolo 6 diverrà regolamento, così otterremo il risultato prima, evitando di rilegificare ciò che oggi è disciplinato con regolamento.

Per questa ragione proponiamo di sopprimere il comma 2 dell'articolo 6 del provvedimento al nostro esame, avendo risolto il problema - credo - nel senso indicato dalla Commissione, ma in modo anche più corretto dal punto di vista del sistema delle fonti.

Do per illustrati i restanti emendamenti presentati all'articolo 6.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f. f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 6.500, 6.501 e 6.502, presentati dal collega Besostri, perché riteniamo preferibile mantenere le disposizioni previste dalla legge 7 agosto 1990, n. 241. In particolare, l'emendamento 6.502, che estende ulteriormente il periodo previsto da 15 a 30 giorni, non ci sembra opportuno.

Esprimo parere favorevole sugli emendamenti presentati dal Governo; conseguentemente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 6.505 e 6.506, che si riferiscono al comma 2, che invece riteniamo giusto venga soppresso, così come proposto dall'emendamento 6.504, presentato dal Governo.

Invito dunque il collega Besostri a considerare l'opportunità eventualmente di ritirarli, altrimenti il parere rimane contrario.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, concordo con i pareri espressi dal relatore.

BESOSTRI. Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 6.500, 6.501 e 6.502.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 6.600, presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 6.503, presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 6.504, presentato dal Governo.

È approvato.

A seguito della precedente votazione gli emendamenti 6.505 e 6.506 sono preclusi.

Metto ai voti l'articolo 6, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 7, sul quale è stato presentato un solo emendamento che invito il presentatore ad illustrare.

BESOSTRI. Signor Presidente, lo do per illustrato.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

ANDREOLLI, f.f relatore Signor Presidente, esprimo parere favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere favorevole.

PRESIDENTE Metto ai voti l'emendamento 7.500, presentato dal senatore Besostri.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 7, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 8, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

LUBRANO di RICCO. Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti 8.500, 8.508 e 8.509.

STIFFONI. Signor Presidente, l'emendamento 8.501 intende precisare che in ogni caso i lavori della conferenza devono concludersi in 90 giorni, fatti salvi i casi in cui sia richiesta la procedura di cui al comma 4; altrimenti, ai sensi del primo periodo del comma 3, le amministrazioni che vi partecipano potranno stabilire termini anche più lunghi per l'adozione della decisione conclusiva.

Riteniamo indispensabile l'approvazione di questo emendamento dal momento che, almeno da quanto sostiene il Governo, il presente disegno di legge ha proprio lo scopo di accelerare i tempi oggi richiesti per la conclusione del procedimento della conferenza dei servizi.

Do per illustrato l'emendamento 8.507.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 8.502, 8.503, 8.504 e 8.1000 si intendono illustrati.

GIARETTA Signor Presidente, do per illustrato l'emendamento 8.505.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, do per illustrato l'emendamento 8.506.

BESOSTRI Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti 8.510 e 8.511.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 8.500, sugli identici 8.502, 8.503, 8.504 e 8.505 nonché sugli emendamenti 8.506, 8.507, 8.510 e 8.511.

Esprimo invece parere contrario sugli emendamenti 8.501, 8.508, 8.509. Anche sull'emendamento 8.1000 il parere è contrario; comunque, mi rimetto al Governo.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, il Governo concorda con il relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 8.500, presentato dal senatore Lubrano di Ricco.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.501, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.502, presentato dai senatori Pardini e Rigo, identico agli emendamenti 8.503, presentato dai senatori Pastore e Schifani, 8.504, presentato dai senatori Napoli Roberto e Nava, e 8.505, presentato dal senatore Giaretta.

E' approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.506, presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.507, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.508, presentato dal senatore Lubrano di Ricco e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.509, presentato dal senatore Lubrano di Ricco e da altri senatori.

Non è approvato.

Stante l'assenza del proponente, l'emendamento 8.1000, presentato dal senatore Carcarino, è decaduto.

Metto ai voti l'emendamento 8.510, presentato dal senatore Besostri.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.511, presentato dal senatore Besostri.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 8, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 9, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

Gli emendamenti 9.500, 9.501, 9.503, 9.503a, 9.504, 9.1000 e 9.1001 si intendono illustrati.

GIARETTA. Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti 9.502 e 9.506.

ANDREOLLI, f.f. relatore Signor Presidente, do per illustrato l'emendamento 9.500a.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti 9.501a, 9.509, 9.511 e 9.513.

LUBRANO di RICCO. Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti 9.502a, 9.507, 9.508, 9.510 e 9.512.

STIFFONI. Signor Presidente, con l'emendamento 9.514 chiediamo la sostituzione del capoverso 5.

Relativamente alle opere di interesse statale, il capoverso 5 del comma 1 dell'articolo 9 prevede il superamento del dissenso espresso dalle regioni in sede di conferenza dei servizi con una deliberazione del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza Stato-regioni.

Riteniamo che la disposizione sia grave, tenuto conto che il dissenso espresso dalla regione nella conclusione di un procedimento in seno alla conferenza dei servizi è senz'altro frutto della totale impossibilità di trovare un accordo diverso nell'ambito della conferenza medesima.

Il nostro Gruppo non condivide assolutamente il capoverso 5 così come formulato. D'altra parte, non si può proporre la soppressione di tale capoverso, poiché l'applicazione del solo capoverso 2 del comma 1 dell'articolo 9 consentirebbe il superamento del dissenso della regione quale amministrazione pubblica attraverso la procedura del silenzio-assenso, trascorsi 30 giorni dall'avvio della determinazione positiva al Presidente del Consiglio dei ministri; ciò sarebbe ancor più grave in quanto si equiparerebbe la regione, quale indiscussa autorità competente per la pianificazione territoriale, a qualsiasi altra amministrazione pubblica.

In alternativa all'emendamento che ho appena illustrato, interamente sostitutivo del capoverso 5, l'emendamento 9.517 intende almeno precisare che l'eventuale determinazione positiva della conclusione del procedimento da parte del Consiglio dei ministri deve comunque tener conto delle richieste avanzate dalla regione, quale indiscussa autorità competente per la pianificazione territoriale. Tra l'altro, il capoverso 5 si applicherebbe indistintamente a tutte le opere, grandi e piccole, permettendo così di scavalcare le opposizioni delle regioni nella realizzazione delle opere di interesse statale.

La mancata approvazione dell'emendamento dimostrerebbe le forti contraddizioni che caratterizzano l'attuale maggioranza, se si pensa che pochi giorni fa, durante il dibattito alla Camera sulla proposta di legge Berlusconi-Bossi per la realizzazione delle infrastrutture strategiche (Atto Camera n. 6807), la stessa maggioranza ha accusato duramente la Lega e il Polo di voler scavalcare gli interessi degli enti locali in riferimento ad opere strategiche approvate dal Parlamento e considerate indispensabili per lo sviluppo economico del Paese, proposte dalle stesse regioni e promosse da precise esigenze locali.

BESOSTRI. Signor Presidente, l'emendamento 9.515 si illustra da sé.

PRESIDENTE. L'emendamento 9.516 si intende illustrato.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 9.500, identico agli emendamenti 9.501, 9.502 e 9.503.

Ritiro l'emendamento 9.500a ed esprimo parere favorevole sull'emendamento 9.501a, presentato dal Governo.

Esprimo parere contrario sull'emendamento 9.502a e parere favorevole sull'emendamento 9.503a, identico agli emendamenti 9.504, 9.505 e 9.506.

Il mio parere è contrario sugli emendamenti 9.507 e 9.508 e favorevole sull'emendamento 9.509.

Invito i presentatori a ritirare gli emendamenti 9.510 e 9.1000, di contenuto identico, altrimenti il mio parere è contrario.

Sull'emendamento 9.1001 mi rimetto al Governo, tenuto conto dell'emendamento 9.511, presentato dal Governo, sul quale esprimo parere favorevole. Il mio parere è favorevole anche sugli emendamenti 9.512 e 9.513. Esprimo infine parere contrario sugli emendamenti 9.514, 9.515, 9.516 e 9.517.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, il Governo concorda con il relatore.

Sull'emendamento 9.1001, presentato dal senatore Carcarino, sul quale il relatore si è rimesso al Governo, e sull'emendamento 9.512, presentato dai senatori Lubrano di Ricco e Ronchi, il Governo è favorevole al loro accoglimento.

MAGNALBO'. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNALBO'. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma agli emendamenti 9.501 e 9.504.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, mi sembra che vi sia qualche problema relativamente agli emendamenti 9.1001 e 9.511. Poiché approvando l'emendamento 9.1001 si sostituisce l'intero capoverso 4 del comma 1, emerge una difficoltà di raccordo con l'emendamento 9.511, presentato dal Governo, che propone una modifica del capoverso 4 nel testo originario.

Vorrei capire come il Governo intende conciliare i due emendamenti.

PRESIDENTE. Ministro Bassanini, come replica al senatore Andreolli?

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, è evidente che l'approvazione dell'emendamento 9.1001, presentato dal senatore Carcarino, precluderà l'emendamento 9.511, presentato dal Governo.

L'ordine delle votazioni comporta questo e nell'esprimere il mio parere sono stato consapevole di questi effetti.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 9.500, presentato dai senatori Pardini e Rigo, identico agli emendamenti 9.501, presentato dal senatore Pastore e da altri senatori, 9.502, presentato dal senatore Giaretta, e 9.503, presentato dai senatori Napoli Roberto e Nava.

È approvato.

Conseguentemente, risultano preclusi gli emendamenti 9.500a (già ritirato dal relatore), 9.501a e 9.502a.

Metto ai voti l'emendamento 9.503a, presentato dai senatori Pardini e Rigo, identico agli emendamenti 9.504, presentato dal senatore Pastore e da altri senatori, 9.505, presentato dai senatori Napoli Roberto e Nava, e 9.506, presentato dal senatore Giaretta.

È approvato.

Conseguentemente, sono preclusi gli emendamenti 9.507, 9.508 e 9.509.

Gli emendamenti 9.510 e 9.1000 sono identici nel contenuto.

Senatore Lubrano di Ricco, vorrei sapere se accoglie l'invito del Governo a ritirare l'emendamento 9.510.

LUBRANO di RICCO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento 9.1000, stante l'assenza del presentatore, si intende decaduto.

Comunico che il senatore Micele ha aggiunto la firma all'emendamento 9.1001.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, poiché l'emendamento presentato dai senatori Carcarino e Micele è di contenuto identico, salvo la diversa formulazione, all'emendamento 9.512, presentato dai senatori Lubrano di Ricco e Ronchi, ritengo più opportuno che le firme di questi ultimi confluissero nell'emendamento 9.1001.

I due emendamenti sono analoghi, salvo che l'emendamento 9.1001 è stato formulato come sostitutivo del capoverso 4 del comma 1, mentre l'emendamento 9.512 come parzialmente sostitutivo; in ogni caso, il contenuto di entrambi è identico.

Credo, quindi, sia meglio considerare l'emendamento 9.1001 firmato da tutti i senatori che hanno presentato l'emendamento 9.512.

PRESIDENTE. Senatore Lubrano di Ricco, aderisce alla richiesta avanzata dal Governo?

LUBRANO di RICCO. Sì, signor Presidente, aderisco, ma essendo il solo a essere presente, firmo solo io.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 9.1001, presentato dal senatore Carcarino e da altri senatori.

È approvato.

A seguito di tale votazione sono preclusi gli emendamenti 9.511 e 9.512.

Metto ai voti l'emendamento 9.513, presentato dal Governo.

È approvato.

A seguito di tale votazione sono preclusi gli emendamenti 9.514, 9.515, 9.516 e 9.517.

Metto ai voti l'articolo 9, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 10, sul quale sono stati presentati alcuni emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, l'emendamento 10.500 si dà per illustrato.

BESOSTRI. Gli emendamenti 10.501 e 10.502 si illustrano da sé.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 10.500 e contrario sull'emendamento 10.501, perché è di fatto precluso.

Per quanto riguarda l'emendamento 10.502, sebbene il parere è favorevole, ritengo la sua collocazione naturale nell'ambito dell'articolo 14.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 10.500, presentato dal Governo.

È approvato.

A seguito di tale votazione è precluso l'emendamento 10.501.

Se il relatore e il Governo esprimeranno parere favorevole, dopo la sua votazione, in sede di coordinamento, l'emendamento 10.502 potrebbe essere trasferito all'articolo 14.

Metto ai voti l'emendamento 10.502, presentato dal senatore Besostri.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 10, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all'esame e alla votazione degli articoli successivi.

Metto ai voti l'articolo 11.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 12.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 13.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 14, sul quale sono stati presentati due emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

LUBRANO di RICCO. L'emendamento 14.500 si illustra da sé.

PASTORE. Intervengo solo per dare atto che gran parte del contenuto dell'emendamento 14.501 è stata inserita nell'emendamento presentato dal Governo e formulato come articolo aggiuntivo, perchè entrambi perseguono la stessa finalità.

Poiché ritengo che l'emendamento presentato dal Governo sia più completo, sono disponibile a ritirare il mio emendamento. Tuttavia, per motivi procedurali forse è più opportuno che l'emendamento venga trasferito tra gli aggiuntivi e votato in quella sede per evitare che si possa incorrere in incidenti procedurali. Forse dal punto di vista procedurale è più corretto seguire questo metodo.

L'emendamento del Governo che tratta lo stesso argomento affrontato dal mio è il 24.0.505. Quindi, chiedo al Presidente di valutare la possibilità di spostare l'esame del mio emendamento in quella sede.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, il Governo è favorevole a questa proposta che consente di valutare in un'unica sede gli emendamenti che hanno un contenuto simile. Del resto, questo blocco di emendamenti, che riguardano la semplificazione tanto delle procedure di costituzione delle società, quanto di una serie di attività e di provvedimenti che intervengono nella vita della società, è stato presentato su proposta originaria del senatore Pastore che in Commissione sollecitò il Governo ad esaminare tale materia e a formulare emendamenti ad essa.

In quella sede io stesso suggerii al senatore Pastore di formulare anche suoi emendamenti perché ovviamente il Ministro per la funzione pubblica, dovendo rimettersi poi alla collegialità del Governo, non poteva certo sapere in quella sede che in Aula sarebbero stati presentati emendamenti da parte del Governo.

Effettuato questo lavoro e verificata in sede collegiale la disponibilità del Governo, abbiamo presentato una serie di emendamenti che recepiscono l'input del senatore Pastore e che in alcuni casi risultano quindi sovrapposti o simili a quelli da lui presentati.

Sotto questo profilo mi sembra opportuno trasferire le sue osservazioni nell'ambito dell'articolazione degli emendamenti presentati dal Governo che, come ho già detto, costituiscono una serie di nuove semplificazioni.

In ogni caso do atto del fatto che questo lavoro è stato portato a termine dal Governo su precisa sollecitazione di un esponente dell'opposizione, il quale fin dall'inizio ha dimostrato di poterci offrire un valido contributo in questo lavoro di semplificazione.

MAGNALBO'. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNALBO'. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere la mia firma sull'emendamento del senatore Pastore.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 14.500 e concordo su quanto è stato testé detto dal Ministro sull'emendamento 14.501 che risulta assorbito nell'emendamento 24.0.505.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 14.500, presentato dal senatore Lubrano di Ricco.

È approvato.

L'emendamento 14.501 verrà pertanto votato dopo l'emendamento 24.0.505.

Metto ai voti l'articolo 14, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 15, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

LUBRANO di RICCO. L'articolo 15 dispone la delegificazione delle leggi vigenti in materia di interventi pubblici a favore delle imprese con la possibilità di modificare anche la tipologia e la misura delle agevolazioni attualmente previste.

L'emendamento che ho presentato è finalizzato a precisare che sono escluse dalla delegificazione prevista le leggi di sostegno finanziario all'internazionalizzazione delle imprese in quanto, soprattutto in materia di commercio con l'estero, sono numerosi i casi in cui leggi vigenti rinviano ad un regime di aiuto disciplinato da accordi internazionali o rimettono a specifiche deliberazioni del CIPE l'individuazione delle tipologie e delle caratteristiche delle operazioni ammissibili a finanziamento.

Quindi, tali leggi non si prestano ad essere delegificate.

Su tale questione gradirei un pronunciamento del rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda gli emendamenti 15.500, 15.501, 15.502 e 15.503, di identico contenuto, vorrei sottolineare che essi sono assorbiti dall’emendamento 24.0.505, di contenuto analogo all’emendamento 14.501, presentato dal senatore Pastore.

Invito, pertanto, i proponenti a considerare tali emendamenti assorbiti nell’emendamento governativo; è lo stesso ragionamento che ha fatto il signor Ministro.

Esprimo poi parere contrario sull’emendamento 15.504.

PRESIDENTE. Poiché non si fanno osservazioni, gli emendamenti 15.500, 15.501, 15.502 e 15.503 si intendono ritirati, in quanto assorbiti dall'emendamento 24.0.505.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull’emendamento 15.504, perché esso tende a limitare l’ambito di applicazione dell’articolo 15 agli interventi pubblici a favore delle imprese per lo sviluppo di attività produttive in ambito nazionale e non genericamente agli interventi pubblici a favore delle imprese. Quindi, esso non appare coerente con la natura di un testo che ha essenzialmente funzione interpretativa e che non intende introdurre una limitazione di questo genere ex novo, che lo porterebbe assai oltre le sue intenzioni originarie.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 15.504, presentato dal senatore Lubrano di Ricco.

Non è approvato.

Metto ai voti l’articolo 15.

E' approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 16, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

STIFFONI. Signor Presidente, abbiamo presentato tre emendamenti all’articolo 16, uno soppressivo, uno sostitutivo e uno chiaramente emendativo del testo proposto.

Per quanto riguarda la sostituzione dell’articolo, vorrei sottolineare che la disciplina per la realizzazione delle opere autostradali è contenuta nell’articolo 18 del disegno di legge sull’apertura e la regolazione dei mercati, approvato di recente dal Senato e attualmente in discussione alla Camera.

Il mantenimento del presente articolo non solo creerebbe confusione normativa ma sembrerebbe indirizzato a consentire la possibilità di modificare la rete stradale e autostradale di interesse nazionale, di recente individuata con il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461, attraverso decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Una tale procedura, a nostro avviso, non è condivisibile in quanto, se applicata, scavalcherebbe gli interessi di una sola regione.

Proponiamo pertanto la sostituzione dell’articolo 16 con l'emendamento 16.501 che abbiamo proposto. Le norme di cui si chiede l’abrogazione prevedono il divieto di costruire nuove autostrade. Il nostro Gruppo , come dicevo prima, ha già espresso la sua contrarietà al testo approvato da quest’Aula sulla disciplina per la realizzazione delle opere autostradali, contenuta appunto nell’articolo 18 del disegno di legge sulla regolamentazione dei mercati.

Il testo approvato dalla maggioranza, a causa di una serie di compromessi tra la sinistra e i Verdi, impedisce invece la costruzione di nuove autostrade, legandola all’inserimento delle varie opere nel programma triennale dell’ANAS, nonché nel Piano generale dei trasporti, che ancora ad oggi non è stato presentato alle Camere.

Il Gruppo della Lega Nord ritiene che per la costruzione di nuove autostrade occorra procedere ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 143 del 1994, che affidano al Ministro dei lavori pubblici, previa delibera CIPE, l'approvazione del programma triennale per la gestione e l'incremento della rete viaria e autostradale dello Stato e di quella data in concessione, previ accordi con le regioni interessate e nei limiti delle risorse stabilite dalla legge finanziaria.

In realtà, la legge che stabilisce la procedura esiste: occorre soltanto superare il divieto della costruzione di nuove autostrade abrogando le relative disposizioni, ossia l'articolo 11 della legge n. 287 del 1971 e l'articolo 18-bis della legge n. 492 del 1975, norme ormai anacronistiche introdotte in un'epoca di crisi economica, anche per limitare l'allora facile ricorso alla concessione senza procedure di gara.

L'emendamento 16.502, qualora siano respinte le precedenti proposte, intende attribuire il giusto peso alla volontà della regione nel caso in cui si ravvisasse la necessità di modificare la rete stradale e autostradale di interesse nazionale, ultimamente definita con il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461.

LUBRANO di RICCO. Do per illustrati gli emendamenti di cui sono primo firmatario.

PRESIDENTE. L'emendamento 16.505 è da intendersi illustrato.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f. f. relatore.. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 16.500 e 16.501. L'orientamento sugli emendamenti 16.502, 16.503 e 16.504 è favorevole, ma mi riservo di sentire il parere del Governo. Sull'emendamento 16.505 il parere è favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, avendo ascoltato i colleghi della Lega, penso che siano sorti alcuni equivoci.

Sulla base della legge n. 59 del 1997 si è provveduto ad una nuova e consistente classificazione, che ha demandato alla competenza delle regioni e delle provincie circa il 60 per cento della rete stradale nazionale.

L'articolo 16 in esame tende a rendere più fluide, rispetto all'attuale disciplina, ulteriori modificazioni della classificazione delle strade d'interesse nazionale in nazionali, regionali, provinciali e locali, prevedendo la possibilità di provvedere con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previa intesa in sede di Conferenza permanente Stato-regioni e sentite le Commissioni parlamentari competenti in materia.

Gli interessi nazionali sono per così dire garantiti dal Presidente del Consiglio dei ministri, mentre gli interessi delle regioni sono garantiti dalla necessità dell'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni; si prevede dunque che, una volta raggiunto l'accordo, il meccanismo sia semplice e rapido.

Il collega Lubrano di Ricco ha ragione, quando afferma che tutto ciò non può incidere sulle norme vigenti in materia di programmazione e realizzazione di opere autostradali; ciò è implicito ma, poiché quod abundat non vitiat, il Governo non è contrario all'inserimento di tale puntualizzazione. Esprimo pertanto parere favorevole sull'emendamento 16.503.

Per quanto riguarda i restanti emendamenti, la mia impressione è che siano stati formulati senza rendersi conto che gli interessi nazionali e quelli regionali sono già garantiti da questa procedura. Se poi si vuol prevedere che un tronco stradale nazionale, con gli oneri relativi, non possa essere trasferito alla competenza regionale senza la proposta o il consenso della regione, il Governo non è contrario. Tale esplicitazione richiederebbe tuttavia una diversa formulazione, prevedendo la necessità del consenso della regione per attribuire ad essa competenze, responsabilità e oneri.

Il Governo ritiene che la regione sia già garantita dal fatto che normalmente, nella Conferenza Stato-regioni si tiene conto anche dell'opinione della regione interessata e non solo di una valutazione generale del sistema delle regioni. Se però questa è la preoccupazione, il Governo non è contrario al fatto che ciò venga esplicitato, prevedendo che, laddove si tratta di trasferire alla regione una strada classificata di interesse nazionale, occorre il consenso della regione interessata.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 16.500, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 16.501, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 16.502, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 16.503, presentato dai senatori Lubrano di Ricco e Sarto.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.504.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, francamente penso che l'emendamento 16.504 sia in contrasto con la ratio del testo del disegno di legge presentato dal Governo.

Noi tutti abbiamo sostenuto in varie sedi di essere per un federalismo a geometria variabile. Ritengo sia errato pensare che si debbano applicare criteri omogenei al territorio nazionale - non è stato fatto finora nell'importante provvedimento di riclassificazione delle strade - anche quando vi è il convergente interesse del Governo della regione interessata alla riclassificazione o alla "sclassificazione" di un tronco stradale.

Abbiamo voluto introdurre una procedura più flessibile e più rapida, e prevedere che si debbano introdurre criteri tecnici omogenei vuol dire andare in senso contrario. Sulla base di criteri tecnici omogenei non sarebbe stata possibile l'operazione realizzata, che ha visto trasferire molte più strade alle regioni del Nord, perché le hanno volute, rispetto alle regioni del Sud, dal momento che queste ultime hanno ritenuto che ciò fosse più opportuno.

Pertanto, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento 16.504.

PRESIDENTE. Senatore Lubrano di Ricco, ha ascoltato le osservazioni del Ministro?

LUBRANO di RICCO. Sì, signor Presidente, e ritiro l'emendamento 16.504.

PRESIDENTE. Stante l'assenza del proponente, l'emendamento 16.505 è decaduto.

Metto ai voti l'articolo 16, nel testo emendato.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 17.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 18, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

STIFFONI. Signor Presidente, do per illustrato l'emendamento 18.500.

COVIELLO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COVIELLO. Signor Presidente, ho ricevuto solo pochi minuti fa il nuovo testo dell'emendamento 18.100, presentato dal Governo, e non potendo riunire la Commissione sul momento la prego di accantonarlo.

Tra l'altro, personalmente l'emendamento mi lascia perplesso. Infatti, esso presenta una procedura di soppressione di leggi vigenti da attuarsi tramite regolamento, da adottare su proposta del Ministro dei trasporti di concerto con i Ministri del tesoro, dei lavori pubblici e dell'ambiente, che definisce l'elenco delle autorizzazioni legislative di spesa.

Ritengo che questa procedura di soppressione comporti un'eccessiva semplificazione senza individuare le leggi e i capitoli - così come abbiamo spesso fatto nell'ambito della legge finanziaria - da cui attingere risorse per finanziare tale procedimento.

Personalmente - ripeto - questo emendamento mi lascia perplesso. Pertanto, vorrei riunire la Commissione per avere la possibilità di esprimere un pensiero compiuto. Tuttavia, non avendo la possibilità di convocare ad horas la Commissione, chiedo l'accantonamento dell'emendamento o il rinvio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro Bassanini. Ne ha facoltà.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Udito il presidente Coviello, se il presidente Mancino lo consente, il Governo manterrebbe il suo emendamento soppressivo originario, riservandosi di presentare eventualmente alla Camera una formulazione del testo dell'articolo 18 adeguatamente ponderata. Le esigenze prospettate dal presidente Coviello in questa sede sono ovviamente meritevoli di attenzione; il testo dell'emendamento sostitutivo è pervenuto al sottoscritto poche ore fa, e non penso che questo testo possa essere blindato alla Camera; sia pure, io spero, con un numero contenuto di modifiche, esso tornerà al Senato.

Ritengo pertanto che sia possibile per il Governo formulare un testo sostitutivo dell'articolo 18 con un'adeguata riflessione nel corso dell'esame alla Camera, e il Senato lo esaminerà in seconda lettura.

COVIELLO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COVIELLO. Signor Presidente, l'indicazione del Governo mi pare opportuna e di buon senso.

PRESIDENTE. Noi mettiamo a verbale che, eventualmente soppresso l'articolo 18, il Governo valuterà le conseguenze.

COVIELLO. Il Governo comunque mantiene l'emendamento soppressivo: quello rimane valido.

PRESIDENTE. Certo, dobbiamo mettere in votazione l'emendamento 18.100, che è soppressivo dell'articolo.

Invito il relatore a pronunziarsi sulla proposta avanzata dal Governo.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Il relatore si conforma alla proposta del Governo.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 18.100, presentato dal Governo.

È approvato.

A seguito della precedente votazione, l'emendamento 18.500 è precluso.

Passiamo all’esame dell’articolo 19, sul quale sono stati presentati alcuni emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

PASTORE. Signor Presidente, l'emendamento 19.500 si dovrebbe illustrare da sé; però, siccome avevo presentato lo stesso emendamento in Commissione e forse non è stato compreso, lo illustro brevemente in questa sede.

A me sembra che quando si stabilisce un termine di decorrenza non si dica "entro il 31 dicembre 2000", ma "a decorrere dal 1° gennaio 2001". Non si tratta di un termine finale, ma di un termine iniziale, per cui mi pare opportuno che venga modificata l'indicazione testuale.

Secondo l'attuale testo, entro il 31 dicembre 2000 le amministrazioni pubbliche sono tenute a pubblicare determinati bandi e avvisi di gara; in effetti, sono tenute a pubblicare a decorrere da, non entro. E' chiaro che le amministrazioni devono attrezzarsi entro quella data per poter pubblicare, e probabilmente questa era l'intenzione dell'estensore della norma.

Per quanto riguarda gli emendamenti 19.502 e 19.503, fermo restando il mantenimento della disciplina della pubblicità legale solo per i bandi e gli avvisi di gara al di fuori della normativa europea, essi tendono a rendere obbligatoria la pubblicazione su apposito sito informatico anche di quelli previsti dalla normativa europea. Quindi, la pubblicità su sito informatico, secondo gli emendamenti in esame, viene fatta per tutti i bandi, ma naturalmente l'efficacia di pubblicità legale si ha soltanto per quelli non europei. Questo era lo scopo dei miei due emendamenti.

STIFFONI. Signor Presidente, con il nostro emendamento 19.501 intendiamo estendere la pubblicazione dei bandi di gara su sito informatico anche agli altri soggetti o concessionari interessati dagli appalti pubblici.

IULIANO. Intervengo molto brevemente, signor Presidente, anche perché ho ascoltato con attenzione quanto il ministro Bassanini ha dichiarato questa mattina sull'articolo 19 e sulla necessità di modernizzare il sistema dei bandi di gara.

Sono assolutamente d’accordo sul principio di modernizzazione che introduce la pubblicazione su sito informatico per tutti i bandi e gli avvisi di gara che non rientrano nella disciplina comunitaria, ma non riesco a capire l'eccezione che si fa per i quotidiani e i periodici. Le tariffe necessarie per tali periodici sono dell'ordine di svariati milioni per ogni modulo, e questa è un modo surrettizio di sostegno assistenziale obbligatorio alla carta stampata.

Il costo però non può gravare sugli enti locali, soprattutto su quelli di piccole dimensioni.

Per non parlare, poi, del malcostume ricorrente che induce la carta stampata ad essere, per così dire, più gentile e attenta nei confronti di quegli enti che utilizzano le loro testate per la pubblicazione degli avvisi di gara. In questo settore mi pare che si stia diffondendo un vero e proprio mercato immorale.

In merito all'emendamento 19.505, rilevo che il comma 2 dell'articolo 19, che di fatto abolisce uno storico ed efficace strumento dei comuni, cioè l'albo pretorio, lede i diritti di una miriade di fornitori e di piccole imprese artigiane, che dovrebbero utilizzare solo il sito informatico per conoscere i bandi di gara per forniture e lavori.

È vero che lo stesso albo pretorio sostituì la figura storica del banditore pubblico che con la campana o la tromba portava a conoscenza delle popolazioni le decisioni dell'autorità locale o, per l'appunto, i bandi, ma la sostituzione avvenne in maniera graduale e non con la violenza che un presunto spirito di furore modernizzatore vuole esercitare con questo provvedimento.

Immagino i piccoli fornitori, non solo del profondo Sud, ma anche delle valli alpine o dei piccoli centri italiani, alle prese con una precipitosa riconversione, entro il 1° luglio 2001, delle loro abitudini.

Ad esempio, un produttore o fornitore di scope artigianali (quelle che si fanno con le ginestre, che ci si procura nei boschi), per partecipare a una gara di fornitura di scope per un importo di due milioni non può più andare ad informarsi all'albo pretorio del suo comune, ma deve navigare su Internet: sinceramente questo mi sembra un po' sproporzionato rispetto all'intenzione pur lodevole del Governo.

Infine, sul comma 3 dell'articolo 19, che con l'emendamento 19.507 propongo di sopprimere (vedo presente in Aula il senatore Coviello), chiedo se non vi sia un'illegittimità nella copertura finanziaria di tale norma. In ogni caso rilevo una doppia illegittimità, perché non è prevista una copertura finanziaria; si finisce addirittura con lo scaricare la relativa spesa sui comuni senza alcun incremento dei trasferimenti, in barba alla sussidiarietà e all'autonomia dell'ente locale. Non è possibile, cioè, far gravare sugli enti locali, che hanno un'autonomia finanziaria (soprattutto quelli di piccole dimensioni: continuo a ripetere che i piccoli comuni devono essere difesi), il costo di tale provvedimento.

Va bene, allora, il sito informatico per la pubblicazione delle gare, perché si ottiene un risparmio, però manteniamo anche le altre forme di pubblicità, soprattutto per i piccoli importi, perché non è possibile indurre tutti i fornitori a divenire in breve tempo esperti di procedure informatiche.

PRESIDENTE. L'emendamento 19.506 (Nuovo testo) si intende illustrato.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 19.500 e parere contrario sull'emendamento 19.501.

Esprimo inoltre parere favorevole sugli emendamenti 19.502, 19.503 e 19.504, per quest'ultimo a seguito dell'illustrazione testé svolta dal senatore Iuliano.

Esprimo poi parere contrario sull'emendamento 19.505, perché la proposta pubblicazione sull'albo pretorio ci sembra eccessiva. Esprimo, infine, parere favorevole sull'emendamento 19.506 (Nuovo testo), presentato dal Governo, e parere contrario sull'emendamento 19.507.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, il Governo concorda con i pareri espressi dal relatore.

Vorrei però fare osservare al collega Iuliano, in primis per quanto riguarda l'emendamento 19.505, il fatto che ormai, e ancor più nel momento in cui questa legge entrerà in vigore, il computer tendono a possederlo tutti, anche gli artigiani, e tutti imparano le elementari nozioni che consentono di navigare in Internet, quando ciò serve al lavoro della propria azienda.

La preoccupazione espressa in relazione al comma 3 penso sia infondata per la seguente ragione. In realtà, la pubblicazione dei bandi su un sito Internet della Presidenza del Consiglio dei ministri costa assai meno della pubblicazione su giornali, quotidiani o periodici che, accogliendo l'emendamento 19.504, presentato dal medesimo senatore Iuliano, elimineremmo dagli obblighi degli enti locali.

Anzi, in un certo senso, non costa niente, perché l'unico costo (sostanzialmente pari a zero) è quello, inevitabile, della formulazione del bando di gara. Le spese per il servizio informatico di cui si parla sono relative al bilancio della Presidenza del Consiglio che deve organizzare il sito. Nel testo si prevede che questo dovrà essere organizzato nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio. D'altra parte, la Presidenza del Consiglio ha un bilancio, per così dire, flessibile e aggregato e può sopportare anche questo modesto onere.

PIREDDA. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIREDDA. Signor Presidente, signor Ministro, credo che nonostante l'orientamento del Governo di attivare un processo di modernizzazione generalizzato, non siano da sottovalutare le considerazioni fatte poco fa dal collega Iuliano. Mi riferisco naturalmente alla realtà da cui provengo, quella di piccolissimi comuni, dell'ordine di 400-500 abitanti, dispersi in un territorio enorme, con difficoltà di comunicazione e, si può anche dire, con un livello organizzativo piuttosto modesto.

E' giusto prevedere questo passaggio, ma non con questi tempi. Sarebbe preferibile una prospettiva più ampia così da poter adempiere a tale obbligo in un periodo più lungo. Se fosse così, per un certo periodo di tempo l'albo pretorio non dovrebbe essere sostituito. La previsione della possibilità della pubblicazione anche su sito Internet è opportuna, perché è vero che, come dice il Ministro, la tendenza generale è quella di dotarsi del computer, tuttavia navigare in Internet non è facile e soprattutto non è alla portata di un'azienda di minime dimensioni, nella quale l'imprenditore magari è avanti con l'età o è, per così dire, svogliato per le congiunture economiche non favorevoli.

Ribadisco che occorrerebbe attendere ancora un po’ e dare maggior respiro prima di proiettare tutto su Internet.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 19.500, presentato dai senatori Pastore e Schifani.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 19.501, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 19.502, presentato dai senatori Pastore e Schifani.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 19.503, presentato dai senatori Pastore e Schifani.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 19.504, presentato dal senatore Iuliano.

È approvato.

In conseguenza dell'approvazione dell'emendamento 19.504, l'emendamento 19.505 è precluso.

Metto ai voti l'emendamento 19.506 (Nuovo testo), presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 19.507, presentato dal senatore Iuliano.

Non è approvato.

Metto ai voti l'articolo 19, nel testo emendato.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 20.

È approvato.

Passiamo all'esame dell'articolo 21, sul quale è stato presentato un emendamento che invito il rappresentante del Governo ad illustrare.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, lo do per illustrato.

PRESIDENTE. Invito il relatore a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 21.500, presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 21, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 22, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, do per illustrato l'emendamento 22.500.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, anch'io do per illustrato l'emendamento 22.1000.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI f.f. relatore Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 22.1000.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 22.500.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 22.500, presentato dal relatore.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 22.1000, presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 22, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 23, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

STIFFONI. Signor Presidente, il Gruppo della Lega Nord ritiene che la verifica di congruità e funzionalità, anche economica, degli interventi sia indispensabile ai fini dell'autorizzazione dell'utilizzo delle risorse finanziarie assegnate alla ricostruzione delle zone della Campania, Basilicata, Puglia e Calabria colpite dal terremoto degli anni 1980, 1981 e 1982.

Per questo motivo proponiamo la soppressione dell'articolo 23.

IULIANO. Signor Presidente, illustrerò brevemente l'emendamento 23.501, soprattutto per far comprendere ai colleghi della Lega Nord che con questa proposta non si intende sottrarsi alla verifica delle spese che vengono effettuate nei comuni colpiti dal sisma del 1980, ma velocizzare la spesa abolendo di fatto un comitato tecnico istituito impropriamente presso il Ministero del bilancio e quindi mantenendo le competenze in capo al Ministero dei lavori pubblici.

Si tratta semplicemente, nell'ambito dei fondi giacenti, di velocizzare la spesa - che non aumenta - e di impedire che per costruire una fognatura o fare un intervento su una scuola si debbano aspettare moltissimi mesi perché questo comitato, che si riunisce molto sporadicamente presso il Ministero del bilancio - aggiungo, sempre impropriamente -, si possa esprimere su queste opere.

Quindi, non c'è una sottrazione di responsabilità, ma una velocizzazione della spesa.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo un parere contrario all'emendamento 23.500 e favorevole all'emendamento 23.501.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, concordo con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 23.500, presentato dai senatori Tirelli e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 23.501, presentato dal senatore Iuliano e da altri senatori.

È approvato.

Metto ai voti l'articolo 23, nel testo emendato.

È approvato.

Ricordo che l'emendamento 23.0.500, tendente ad inserire un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 23, è stato ritirato.

Passiamo all'esame dell'articolo 24, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

STIFFONI. Signor Presidente, gli emendamenti 24.500 e 24.501, ai quali appongo la mia firma, si illustrano da sé.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo un parere contrario su entrambi gli emendamenti.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Concordo con il parere espresso dal relatore, signor Presidente.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 24.500, presentato dai senatori Wilde e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 24.501, presentato dai senatori Wilde e Stiffoni.

Non è approvato.

Metto ai voti l'articolo 24.

È approvato.

Passiamo all'esame degli emendamenti volti a inserire articoli aggiuntivi dopo l'articolo 24, che si intendono illustrati.

Ricordo che sull'emendamento 24.0.500 la 5a Commissione ha espresso un parere di nulla osta a condizione che l'autorizzazione di spesa per il 2000 sia ridotta a 2 miliardi di lire.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, riformulo l'emendamento nel senso indicato dalla 5a Commissione.

PASTORE. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 24.0.506 (Nuovo testo), perché confluisce nell'emendamento 24.0.502, presentato dal Governo.

PARDINI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 24.0.515 (Nuovo testo).

PRESIDENTE. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunciarsi sugli emendamenti in esame.

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, esprimo un parere favorevole sugli emendamenti 24.0.502, 24.0.503, 24.0.504, 24.0.505, 24.0.513 e 24.0.514.

Esprimo un parere contrario sugli emendamenti 24.0.508, 24.0.509, 24.0.510, 24.0.511 (Nuovo testo), 24.0.512 (Nuovo testo), 24.0.516 e 24.0.1000.

PRESIDENTE. Senatore Andreolli, l'emendamento 24.0.516 è stato trasformato nell'ordine del giorno n. 950. Qual è il suo parere in proposito?

ANDREOLLI, f.f. relatore. Essendo l'ordine del giorno estraneo alla materia, signor Presidente, invito il collega Besostri a ritirarlo.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, innanzi tutto esprimo parere favorevole sugli emendamenti 24.0.500, nel testo riformulato, e 24.0.501, presentati dal relatore.

Per il resto, i pareri del Governo coincidono con quelli espressi dal relatore, salvo che per gli emendamenti 24.0.512 (Nuovo testo) e 24.0.513, sui quali il parere del Governo sarebbe in realtà favorevole.

Vorrei sapere se il relatore è fermamente convinto dei pareri espressi.

PRESIDENTE. Senatore Andreolli, intende replicare alla richiesta del ministro Bassanini?

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, ho espresso parere contrario sull'emendamento 24.0.512 (Nuovo testo) e parere favorevole sull'emendamento 24.0.513.

Comunque, visto l'invito del Governo, mi rimetto alle sue valutazioni.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, vista la nuova posizione del relatore, il Governo esprime parere favorevole sugli emendamenti 24.0.512 (Nuovo testo) e 24.0.513.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 24.0.500 (Nuovo testo), presentato dal relatore.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 24.0.501.

PASTORE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE. Signor Presidente, l'emendamento 24.0.501, nella sostanza, non mi trova contrario. Tuttavia, la collocazione della norma proposta mi fa arricciare il naso, trattandosi di una norma che forse riguarda più il legislatore stesso che l'interprete della legge.

A mio giudizio, la normativa proposta troverebbe una migliore collocazione nella legge n. 400 del 1988 piuttosto che nel codice civile. Essa sembra, infatti, più diretta all'interno nel senso che si indica che il legislatore opera in un certo modo e che quando richiama una legge sa che il richiamo vale per la legge in quel momento vigente, con tutte le relative modifiche eventualmente apportate.

Tra l'altro, l'inserimento di tale previsione normativa nel codice civile creerebbe problemi di interpretazione nella successione delle leggi nel tempo. Quindi, guarderei alla norma proposta con favore nella sostanza ma con una certa riserva per l'impatto che la stessa potrebbe avere soprattutto nel sistema codicistico che - come tutti sappiamo - è molto delicato e da trattare con i guanti.

Premesso ciò, invito il relatore a riflettere su quanto ho testè espresso oppure - se lo ritiene opportuno - a modificare la collocazione della norma proposta.

Ripeto, saranno forse i miei studi un po' antichi di diritto ma, quando si toccano le preleggi, è come se si toccasse la Costituzione.

PRESIDENTE. Senatore Andreolli, accoglie l'invito del senatore Pastore?

ANDREOLLI, f.f. relatore. Signor Presidente, il collega Pastore non ha tutti i torti; potrei eventualmente rimettermi all'Assemblea, ma vorrei prima ascoltare il parere del Governo. Ad ogni modo, non ho nulla in contrario a ritirare l'emendamento 24.0.501.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro Bassanini.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Signor Presidente, il Governo concorda con il relatore. Effettivamente possono emergere dubbi sull'opportunità di inserire una disposizione di questo genere in un disegno di legge che ha come oggetto norme di semplificazione; nel caso di specie, è riportata una norma generale sull'interpretazione delle leggi.

PRESIDENTE. L'emendamento 24.0.501 è pertanto ritirato.

Metto ai voti l'emendamento 24.0.502, presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 24.0.503, presentato dal Governo.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 24.0.504.

PASTORE. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'opportunità di una correzione da apportare alla formulazione del comma 5 dell'emendamento 24.0.504, della quale avevo parlato anche con il signor Ministro.

La correzione è la seguente: espungere dall'elenco previsto nel comma 5 gli atti costitutivi di società rispetto ai quali la richiesta di iscrizione, quando risultino inesistenti le condizioni prescritte, è già sanzionata dalla legge notarile in maniera più severa, attraverso la sospensione del notaio. Con tale comma si prevederebbe una sanzione riduttiva rispetto a quella ordinaria in vigore.

Mentre per i verbali delle deliberazioni delle società non è prevista una sanzione specifica, perchè si tratta di meri atti di accertamento, nei confronti dei quali il notaio assume puramente la figura di certificatore, gli atti costitutivi sono atti del notaio rispetto a cui egli ha il potere di intervenire per adeguarli all'ordinamento giuridico. Questa mancanza di adeguamento viene punita già dalla legge notarile con la sospensione - ripeto - ex articolo 28 della legge n. 89 del 1913.

Per questo motivo avevo proposto al Governo di espungere dal testo dell'emendamento 24.0.504 le seguenti parole: "degli atti costitutivi e" e poi le parole: "redatti e", in modo da mantenere la frase nel modo seguente: "chiede l'iscrizione nel registro delle imprese delle deliberazioni di società di capitali da esso verbalizzate" e via seguendo.

PRESIDENTE. Il ministro Bassanini accoglie il suggerimento avanzato dal senatore PAstore?

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Il Governo è favorevole alla riformulazione dell'emendamento.

PRESIDENTE. Invito il relatore a pronunziarsi sul nuovo testo dell'emendamento in esame.

ANDREOLLI, relatore. Signor Presidente, sono favorevole.

PRESIDENTE. Pertanto, il comma 5 dell'emendamento 24.0.504 è stato modificato nel seguente modo: "E' punito con l'ammenda da lire 1.000.000 a lire 30.000.000 il notaio che chiede l'iscrizione nel registro delle imprese delle deliberazioni di società di capitali da esso verbalizzate quando risultino manifestamente inesistenti le condizioni richieste dalla legge"".

Metto ai voti l'emendamento 24.0.504 (Nuovo testo), presentato dal Governo.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 24.0.505, presentato dal Governo.

È approvato.

Resta pertanto assorbito l'emendamento 14.501 presentato dai senatori Pastore e Schifani, che avevamo precedentemente accantonato.

Ricordo che gli emendamenti 24.0.506 (Nuovo testo) e 24.0.507 (Nuovo testo) sono stati ritirati, mentre gli emendamenti 24.0.508 e 24.0.509 sono improcedibili.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 24.0.510.

PASTORE. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE. Signor Presidente, poiché la materia è stata delegificata, l'emendamento diventa superfluo e, quindi, lo ritiro.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 24.0.511 (Nuovo testo), presentato dai senatori Pastore e Schifani.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 24.0.512 (Nuovo testo), presentato dai senatori Pastore e Schifani.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 24.0.513, presentato dai senatori Pastore e Schifani.

È approvato.

Passiamo all'emendamento 24.0.514.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Ribadisco il parere favorevole sull'emendamento. Ritengo tuttavia opportuno, ad evitare anche qualche interpretazione che vada oltre il segno, che alla lettera a) si inserisca un riferimento al rispetto dei princìpi costituzionali.

BESOSTRI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BESOSTRI. Signor Presidente, si potrebbero aggiungere, alla lettera a) dell'emendamento 24.0.514, le seguenti parole: "nel rispetto dei princìpi costituzionali e di quelli derivanti dai trattati internazionali che obbligano il nostro Paese".

PRESIDENTE. Chiedo al Governo e al relatore se concordano con la modifica apportata.

ANDREOLLI, f. f. relatore. Esprimo parere favorevole.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Anche il Governo concorda.

PASTORE. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE. Signor Presidente, avevo annunciato di essere particolarmente aperto verso il disegno di legge al nostro esame proprio perché non conteneva deleghe. Ora questa delega, del cui contenuto possiamo anche discutere, mi pone in una condizione di estrema difficoltà anche perché non so quanto attinente allo spirito del provvedimento. Mi sembra un emendamento fuori luogo che finirebbe per incidere negativamente sulla mia valutazione complessiva del disegno di legge.

PRESIDENTE. Senatore Besostri, ad adiuvandum, il senatore Pastore a nome del Gruppo Forza Italia sostiene che, se viene mantenuto questo emendamento che prevede la delega, è costretto a rivedere la sua posizione sull'intero impianto del provvedimento.

BESOSTRI. Signor Presidente, siccome abbiamo a che fare con un procedimento che è stato delegificato in seguito all'approvazione di uno degli emendamenti all'articolo 1, si potrebbe trasformare l'emendamento in un ordine del giorno specificando che, nell'attuazione dei princìpi di delegificazione e semplificazione, il Governo si attiene ai princìpi e ai criteri direttivi enunciati nell'ordine del giorno, limitandosi alla lettera g) perché non credo che con la delegificazione si possano introdurre le pene dell'arresto o dell'ammenda.

L'unica considerazione che faccio rispetto a quelle svolte dal senatore Pastore è che mi sorprende che dal suo Gruppo venga un'opposizione in ragione della presenza di una delega nei confronti di una norma che avrebbe adeguato l'Italia agli altri Paesi europei nel senso della libertà del cittadino a non essere soggetto alle angherie cui spesso è invece sottoposto. Evidentemente il principio della delega è più importante del principio di libertà!

Ne prendo atto e lo faremo sapere. Se invece avesse ritirato questa sua opposizione di principio, sarebbe stato possibile votare l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento 24.0.514 viene pertanto trasformato nell'ordine del giorno n. 900, su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Il Governo lo accoglie.

PRESIDENTE. Essendo stata accolto dal Governo, l'ordine del giorno n. 900 non verrà posto ai voti.

Ricordo che l'emendamento 24.0.515 (Nuovo testo) del senatore Pardini è stato ritirato.

Senatore Besostri, il relatore le aveva rivolto un invito a ritirare l'emendamento 24.0.516, perché estraneo alla materia in esame, e a trasformarlo in un ordine del giorno che lei ha presentato, ma sul quale permane il parere contrario.

BESOSTRI. Accogliendo l'invito del relatore, ho ritirato l'emendamento 24.0.516 e ho presentato un ordine del giorno. Voglio comunque invitare il Governo ad accoglierlo come raccomandazione, del resto, si voleva addirittura introdurre una modifica all'articolo 15 delle preleggi a mio parere ben più consistente di quella al decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382. E' un problema molto sentito, per cui accogliere tale raccomandazione si potrebbe paragonare ad una sigaretta che non fa male a nessuno tranne che a chi la fuma, ma che comunque si può offrire.

PRESIDENTE. Questo ovviamente fino a quando non verrà approvato il provvedimento "antifumo".

Il relatore e il Governo sono d'accordo ad accogliere l'ordine del giorno n. 950 del senatore Besostri come raccomandazione?

ANDREOLLI, f.f., relatore. Sì, signor Presidente.

BASSANINI, ministro per la funzione pubblica. Accolgo l'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 24.0.1000, presentato dal senatore Vegas e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione finale.

PASTORE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASTORE. Signor Presidente, intervengo soltanto per confermare quanto ho già avuto modo di dire in discussione generale. E' vero che il provvedimento è andato via via migliorando; però, siccome vogliamo lasciare spazio per ulteriori miglioramenti anche ai colleghi della Camera i quali, altrimenti, di fronte al nostro voto favorevole, potrebbero essere tentati di non rimboccarsi più le maniche, esprimiamo un voto di astensione sperando che quando questo provvedimento tornerà dalla Camera si possa esprimere un voto favorevole convinto, sempre che non vi siano tentativi di inserire deleghe o norme similari che ci fanno arricciare il naso solo a vederle.

PIREDDA. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIREDDA. Signor Presidente, signor Ministro, a nome del Gruppo del Centro Cristiano Democratico, credo che il provvedimento al nostro esame, che fa parte di una procedura iniziata nel 1990, sia al tempo stesso meritevole di attenzione positiva e degno anche di qualche critica per il ritardo con il quale la maggioranza provvede a questi adempimenti, i quali, ripeto, si inseriscono in un orientamento e in un filone di ammodernamento della situazione organizzativa e burocratica degli uffici italiani.

Tuttavia, si può dire certamente che, oltre ai problemi di tempo e quindi al ritardo che deve essere registrato, poteva anche essere fatto qualche passo in più, mostrando maggior coraggio nel venire incontro alle lamentele che provengono dai singoli cittadini e dalle imprese, che, a seguito di un eccesso di legificazione sovrapposta, spesso non coordinata, sono vittime della burocrazia. Una burocrazia che non consente al cittadino di cultura non elevata di districarsi tra le norme, per cui egli deve ricorrere, di volta in volta, al consulente aziendale, al commercialista e a una serie di strutture, per tutte le pratiche, comprese quelle per l'auto, che da solo non riesce a curare per un'impalcatura burocratica eccessiva.

Credo che debba essere dato atto al ministro Bassanini di aver impresso un impulso notevole a questi procedimenti che, iniziati nel 1990, riprendono vigore soltanto nel 1997. Ora, è evidente che se si attivano gli istituti di cui parlava il ministro Bassanini stamattina, e cioè l’Osservatorio delle procedure di delegificazione e di ammodernamento procedurale e il gruppo che si occuperà in maniera permanente dei provvedimenti che dovranno essere introdotti nell’ordinamento, dando suggerimenti al Governo e addirittura alle Commissioni parlamentari, credo che, anche con il meccanismo della legge annuale di ammodernamento di tale procedura, si potrà andare avanti abbastanza velocemente nel senso auspicato dai cittadini.

Sono però del parere che di volta in volta sarebbe necessario che il legislatore e, nel caso specifico, il Governo facessero una specie di valutazione di impatto sull’organizzazione di ciascuna legge che viene approvata. Mi riferisco, ad esempio, alle leggi tributarie; ogni volta che si aggiunge un provvedimento non si tiene conto di che cosa accade alle norme esistenti. Non dico che si dovrebbe prevedere un procedimento analogo a quello per la valutazione di impatto ambientale, ma non sarebbe male se il legislatore fosse più attento agli effetti che ogni introduzione di nuove norme comporta.

Voglio anche dire - e mi avvio alla conclusione - che sarebbe anche auspicabile che il Governo vigilasse maggiormente sull’emanazione di quei regolamenti che spesso hanno un effetto sospensivo sull’entrata in vigore delle leggi, i regolamenti che, qualche volta, rientrano nella competenza dell’Esecutivo, altre implicano l’azione delle regioni, ad esempio, per recepire il provvedimento; mi riferisco, in particolare, alla cosiddetta legge Bersani sul commercio.

Nella mia Sardegna sembra che la legge Bersani sul commercio non sia mai stata approvata, perché la regione non ha legiferato in materia. Ciò accade perché la regione gode della cosiddetta autonomia speciale, ma la specialità in questo caso, non consentendo al Governo di intervenire, sembra quasi essere un aspetto negativo. Credo comunque che una soluzione per problemi di questo genere potrebbe essere trovata.

Concludo con un'osservazione a proposito delle strade. Non tener conto degli interessi specifici delle regioni in nome del superiore interesse nazionale può essere in linea teorica un fatto positivo, ma sotto molti aspetti non lo è. In una regione insulare e marcatamente spopolata, come la mia, avente una dotazione infrastrutturale assolutamente indegna di un paese civile, l'ANAS assume tutte le decisioni che più le aggradano.

In quest'Aula, in sede di esame del disegno di legge costituzionale che ha modificato gli statuti delle regioni ad autonomia speciale, ho avuto occasione di criticare il Governo per il mancato accoglimento di un emendamento, presentato da un senatore della stessa maggioranza, che obbligava il Governo stesso ad operare d'intesa con la regione Sardegna. Nel testo è stata così conservata la dizione "sentita la Regione": il ministro Bassanini che è esperto di politica e di amministrazione sa benissimo che questa dizione è priva di significato, implicando l'espressione di un parere non vincolante, di cui, quindi, si può tranquillamente non tener conto.

Raccomando una maggiore attenzione al problema dei regolamenti e delle circolari dei Ministeri e delle Direzioni. Ad esempio, in Sardegna si fa ancora riferimento a circolari della Direzione generale dell'ANAS risalenti al 1960, quando il traffico era meno di un ventesimo di quello attuale.

Siamo stati tentati dall'ipotesi dell'astensione; però, quasi per simpatia nei confronti del ministro Bassanini e per invogliarlo a fare di più - e può farlo - dichiariamo il voto favorevole del Gruppo CCD alla legge di semplificazione. (Applausi dal Gruppo CCD).

PRESIDENTE. E' un voto di simpatia.

MAGNALBO'. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNALBO'. Signor Presidente, confermando quanto ho affermato in fase di discussione generale, dichiaro l'astensione del Gruppo di Alleanza Nazionale nella votazione finale della legge di semplificazione.

STIFFONI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STIFFONI. Signor Presidente, dichiaro il nostro voto contrario del Gruppo della Lega Nord al provvedimento di semplificazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Governo ha testé presentato la seguente proposta di coordinamento: "L'emendamento 10.502 deve essere inserito come comma aggiuntivo all'articolo 6."

Trattandosi di una proposta di coordinamento meramente formale, se non vi sono osservazioni, la proposta si intende accolta.

Metto ai voti il disegno di legge n. 4375, nel testo emendato, con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari.

È approvato.

Colleghi, mi rallegro del fatto che abbiamo lavorato più di quanto immaginassimo.

Il seguito del disegno di legge n. 4336-bis è pertanto rinviato ad altra seduta.

Mozioni e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dare annunzio della mozione e delle interrogazioni con richiesta di risposta scritta pervenute alla Presidenza.

BOSI, segretario, dà annunzio della mozione e delle interrogazioni con richiesta di risposta scritta pervenute alla Presidenza, che sono pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di venerdì 7 luglio 2000

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, venerdì 7 luglio, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:

(v. ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 18,10).