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CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA

SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'

ILLECITE AD ESSO CONNESSE

17.

SEDUTA DI GIOVEDI' 30 OTTOBRE 1997

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori. *

Audizione del presidente e del vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti e del presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. *

Comunicazioni del presidente. *

 

La seduta comincia alle 12,30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

 

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

 

Audizione del presidente e del vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti e del presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente e del vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti, dottori Giovanni Squitieri e Attilio Fossati, e del presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti, dottor Maurizio Pernice, ai quali rivolgo i nostri auguri di buon lavoro in relazione all'avvio dell'attività dei nuovi organismi costituiti in attuazione del decreto legislativo n. 22 del 1997.

Invito i nostri ospiti, che credo siano informati sull'attività della Commissione, sui compiti ad essa affidati dalla legge e sugli obiettivi che intendiamo perseguire, a svolgere un intervento introduttivo, con particolare riferimento al campo di azione ricondotto dal decreto legislativo n. 22 in capo all'attività dei nuovi organismi da essi diretti.

GIOVANNI SQUITIERI, Presidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti. I compiti assegnati all'Osservatorio nazionale sui rifiuti sono previsti dall'articolo 26 del decreto legislativo n. 22 del 1997. Sostanzialmente, l'Osservatorio svolge una funzione generale di vigilanza sulla gestione dei rifiuti e, in particolare, sull'applicazione del decreto stesso. Tale obiettivo generale si concretizza in quattro filoni. Il primo è legato alla creazione di un sistema informativo, che dovrebbe preludere alla predisposizione di un rapporto annuale sullo stato della gestione dei rifiuti nel nostro paese.

Il secondo filone è invece connesso all'aggiornamento ed all'adeguamento del quadro di riferimento delle politiche per la riduzione e per la prevenzione delle quantità di rifiuti; si tratta di una delle priorità individuate dal decreto Ronchi, sulla cui filosofia non mi dilungo perché credo che della stessa siate perfettamente a conoscenza.

Un terzo ambito riguarda la gestione del settore degli imballaggi. Per la verità, la prima proposta relativa alla costituzione dell'Osservatorio era stata stimolata dall'esigenza - di cui l'onorevole Gerardini è perfettamente a conoscenza - manifestata dalle Commissioni parlamentari di prevedere un organismo che si occupasse specificamente del controllo sull'attività di imballaggio; successivamente, tale funzione è stata estesa ai rifiuti in generale.

La vigilanza sulla gestione degli imballaggi si esplicherà, in particolare, in un parere che l'Osservatorio dovrà trasmettere ai Ministeri dell'ambiente e dell'industria sul programma generale che il costituendo CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) dovrà elaborare, nonché in un parere sui programmi specifici delle singole filiere; infine in una sorta di parere-controllo sui programmi che le aziende che non aderiranno al Consorzio nazionale imballaggi dovranno predisporre per dimostrare di aver attivato tutte le azioni necessarie per ridurre gli imballaggi e gestirli secondo i principi previsti dal decreto legislativo.

Un quarto ed ultimo aspetto è legato all'elaborazione del metodo normalizzato della tariffa; come sapete, uno degli elementi portanti della nuova normativa è rappresentato dalla trasformazione della tassa in tariffa. Spetta all'Osservatorio proporre la concretizzazione di tale metodo.

La riunione di insediamento dell'Osservatorio si è svolta il 15 ottobre scorso e proprio oggi pomeriggio si terrà una seconda riunione. Ovviamente, ci stiamo attivando sui quattro filoni ai quali ho fatto riferimento. Una particolare attenzione, ovviamente, l'abbiamo prestata al primo aspetto, quello legato all'obiettivo di realizzare un sistema informativo capace non tanto e non soltanto di creare una banca dati generalizzata ma anche di monitorare costantemente l'evoluzione della gestione dei rifiuti nel nostro paese. Sicuramente, in questo quadro, attore determinante e nostro collaboratore sarà l'Agenzia nazionale per l'ambiente, alla quale, peraltro, è stata da poco attribuita la competenza del sistema informativo nazionale per l'ambiente (SINA); in tale direzione è già stato avviato un lavoro estremamente complesso, con riferimento al quale ci ripromettiamo addirittura di coordinare tutte quelle attività e quei soggetti che nel nostro paese stanno tentando finalmente, in particolare negli ultimi anni, di avere un quadro di riferimento costante, aggiornato e credibile nel settore dei rifiuti. In questo quadro va considerato che l'ANPA è anche competente per i dati catastali.

Un ulteriore flusso molto importante sarà quello che proverrà dalle dichiarazioni che le aziende aderenti alle procedure semplificate dovranno presentare. Non vanno poi dimenticate le agenzie regionali ed altri soggetti, quali l'Unioncamere e la stessa ENEA, con i quali l'ANPA sta predisponendo una serie di accordi di programma. In sostanza vi è tutta una serie di elaborazioni in corso, che vanno dalla transcodifica dei codici del catalogo europeo dei rifiuti all'elaborazione di metodologie tese a costruire un sistema di contabilità. Recentemente, inoltre, l'ANPA ha stipulato un accordo di programma con l'ISTAT. Insomma, vi è tutto un sistema che abbiamo già riscontrato essere in fase di definizione, in particolare dall'ANPA, con il quale ci stiamo raccordando.

Quanto alla tariffa, l'elaborazione del metodo e l'avvio della stessa costringeranno finalmente il nostro paese a disporre di dati certi: passando dalla tassa, calcolata in base ai metri quadrati, alla tariffa, funzionale alle quantità di rifiuti prodotti, la conoscenza di dati certi rappresenterà infatti un aspetto essenziale. Anche sotto questo profilo, l'ANPA ha la competenza per l'acquisizione dei dati.

Abbiamo svolto una serie di incontri con l'ENEA, con cui intrecceremo la nostra attività, e pensiamo di poter elaborare una proposta definitiva nel giro di poche settimane.

PRESIDENTE. Con riferimento al passaggio da tassa a tariffa, la descrizione che lei sta facendo della rete di rapporti con ENEA ed altri enti configura in qualche modo - si tratta più di una battuta che di una vera e propria analogia - una sorta di authority per la fissazione della regolazione tariffaria. Chi formulerà la proposta finale in questo settore?

GIOVANNI SQUITIERI, Presidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti. E' previsto dalla legge. Peraltro vi è anche un accordo con i ministri dell'ambiente e dell'industria perché sia l'Osservatorio a formulare... A tal fine, proprio oggi pomeriggio costituiremo un gruppo di lavoro del quale faranno parte tutti i soggetti istituzionalmente interessati alla vicenda, non soltanto i ministeri. Nel gruppo di lavoro coinvolgeremo i soggetti direttamente interessati (ANCI, Federambiente, Assoambiente) e le associazioni di categoria. Da questo gruppo nascerà la proposta che, come Osservatorio, sottoporremo ai ministeri competenti. L'ENEA dovrebbe fornire un supporto di analisi e di definizione di modelli matematici da applicare con riferimento alla definizione della tariffa.

Finora ho parlato dell'ambito italiano. Vorrei ricordare che stiamo avviando rapporti anche sul piano europeo perché è evidente che l'insieme del decreto legislativo ma anche lo strumento dell'Osservatorio potrà permettere di integrare fino in fondo il sistema informativo italiano sui rifiuti con quello europeo. Di qui, l'avviamente di un primo contatto con l'Agenzia europea dell'ambiente e l'impegno, non appena saremo pronti, a fare altrettanto con le istituzioni europee interessate.

Attualmente stiamo definendo il regolamento e la segreteria tecnica; in direzione dell'obiettivo indicato dalla legge, profonderemo ogni sforzo per diventare punto di riferimento e di elaborazione in direzione della costituzione di un sistema informativo sulla gestione dei rifiuti intorno al quale possano ruotare tutti gli enti preposti ai quali ho fatto dianzi riferimento.

PRESIDENTE. Al dottor Fossati, appellandomi all'esperienza accumulata in molti anni di "militanza" presso il Ministero dell'industria, chiedo se intenda integrare l'intervento del dottor Squitieri, con particolare riferimento al ruolo dell'Osservatorio rispetto ad una serie di problematiche riconducibili al mondo industriale.

ATTILIO FOSSATI, Vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti. La forza dell'Osservatorio, quella che gli conferisce autorità - dico questo per sgombrare il campo da un equivoco che ha anche provocato un ricorso da parte di due regioni - sta nel fatto che tale organismo ha funzione non normativa ma propositiva. Noi facciamo le proposte; proprio perché l'Osservatorio è stato istituito dal Parlamento - si tratta di un dato che va tenuto sempre presente - esso presenta caratteristiche precise. Come ricordava il presidente Squitieri, le funzioni dell'Osservatorio, originariamente limitate ai soli imballaggi, sono state estese a tutti i rifiuti. E' chiaro che, quando si parla di imballaggi, non si può prescindere dalla politica generale sui rifiuti. La nostra intenzione sarebbe di portare avanti un discorso di supporto rispetto a tutte le autorità, non solo ai ministeri, ma anche alle Commissioni parlamentari. Credo sarebbe estremamente opportuno - ma su questo siete voi a dovervi pronunciare - prevedere una forma di collaborazione permanente con la vostra Commissione d'inchiesta.

Il discorso sulle industrie rivela aspetti emergenti molto importanti. Richiamo a tale proposito l'audizione del ministro Bersani, il quale ha già descritto questi fenomeni. Sulla base della mia breve esperienza, posso dire che i problemi si vanno continuamente riproducendo. Farò riferimento ad uno di essi, del quale sono venuto a conoscenza di recente; mi riferisco all'introduzione nel nostro paese di metalli radioattivi provenienti dall'est. Recentemente mi sono recato a Bologna, dove abbiamo raccolto appelli disperati, proprio perché si tratta di un problema enorme. La Lombardia, cioè la regione che si trova più di tutte con l'acqua alla gola, visto che il 70 per cento di questi materiali passa attraverso il suo territorio, ha emanato un'ordinanza. Abbiamo scoperto che si sarebbe dovuto predisporre un decreto interministeriale finalizzato a regolamentare questo settore, ma da anni non se ne è fatto nulla. Non possiamo risolvere alcuni problemi soltanto con le ordinanze, ma occorre intervenire a livello interministeriale.

PRESIDENTE. La ringrazio per la segnalazione, ma debbo dirle che il problema è già all'attenzione della Commissione. Informati qualche settimana fa dal rapporto di Greenpeace International, ho personalmente sollecitato l'attenzione dei ministri dell'interno e delle finanze affinché ai valichi di frontiera sia posta in essere un'attività di vigilanza e di controllo, anche avvalendosi di apparecchiature adeguate, apparecchiature che oggi mancano pressoché dappertutto, ad eccezione che al valico di frontiera di Gorizia. Ho dato incarico ad uno dei nostri consulenti di verificare determinate situazioni e di contattare alcune imprese della Lombardia interessate dalla vicenda dei rottami contaminati.

ATTILIO FOSSATI, Vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti. Purtroppo, presidente, credo che i meccanismi di controllo non siano sufficienti.

PRESIDENTE. Penso di aver capito. Credo che lei stia accennando ad un problema con il quale ci siamo confrontati anche noi. Il decreto ministeriale del 1994 non consente la rilevazione della radioattività se non dall'esterno; ciò rende molto difficoltoso il controllo, a meno che all'interno di un vagone o di un container non vi sia un quantitativo "mostruoso" di radioattività.

ATTILIO FOSSATI, Vicepresidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti. Esiste un problema giuridico ancor più grave, presidente. Quando i materiali arrivano dall'est, ai valichi di frontiera può essere esercitato il controllo. Il problema, originato da alcune norme del trattato di Schengen, si pone al momento in cui tali materiali provengano dai paesi comunitari. A quel punto sorgono numerose difficoltà di carattere giuridico in ordine ai controlli. Quindi, con molta probabilità - in questo senso si esprimeva l'ordinanza della regione Lombardia - questi macchinari dovranno essere collocati, oltre che ai posti di frontiera, anche all'ingresso dei vari stabilimenti. Il problema, come è evidente, è enorme.

L'Osservatorio è una filiazione del rapporto di collaborazione tra Ministero dell'ambiente e Ministero dell'industria. A tale riguardo posso dire che le imprese manifestano l'esigenza di una normativa il più possibile certa, perché solo in questo modo sarebbero impediti abusi da parte di chi voglia realizzarli e chi rispetta le norme avrebbe la garanzia di non essere soggetto ad applicazioni distorte della norma.

L'ultimo aspetto sul quale vorrei richiamare l'attenzione attiene al discorso dei dati. A tale riguardo vorrei lanciare un appello, richiamandomi ad un'esperienza che avete vissuto in Parlamento due anni fa. Oggi, purtroppo, si registra una enorme carenza di dati. Cito, a titolo di esempio, la famosa tassa sulle discariche, che fu determinata sulla base di dati ricavati avendo riguardo non ai materiali che finivano in discarica bensì alle presunte produzioni di rifiuti calcolate sulla base delle ore lavorative. Purtroppo, i dati hanno confermato che, rispetto alle previsione di incasso, si sono determinate situazioni tali per cui, ad esempio, rispetto alle 100 lire preventivate, se ne sono incassate soltanto 25-30.

Ho voluto richiamare questo esempio per sottolineare come sia importantissimo disporre di dati che possano consentire al Parlamento di varare norme certe.

Infine, come imprese, siamo molto preoccupati di quello che sta accadendo in Europa. Mi riferisco, in particolare, alla direttiva imballaggi che - lo ricordo - è stata emanata ai sensi dell'articolo 100; ci giungono segnalazioni in base alle quali in vari paesi si stanno introducendo norme non armonizzate, la cui attuazione potrebbe produrre, oltre che danni ambientali, distorsioni nel mercato. Alcuni paesi, come l'Olanda, per aggirare la procedura di standstill, hanno adottato il sistema di notificarci 200-220 regolamenti, tutti insieme. Su questo punto richiamo l'attenzione della Commissione ed assumo l'impegno a farvi pervenire segnalazioni, perché riteniamo sia giusto preoccuparsi anche della stabilità del mercato.

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. Il Comitato nazionale, insediatosi il 15 ottobre scorso, è una struttura nuova nelle sue linee organizzative, anche se risalente nel tempo al 1987. L'albo, infatti, fu costituito con una legge del 1987, per far fronte alle esigenze connesse all'espletamento del trasporto dei rifiuti. A partire da quell'epoca, la normativa si è andata gradualmente perfezionando e calibrando sulle reali esigenze della gestione del rifiuto, nel senso che, mentre per l'autotrasporto l'iscrizione sostituiva completamente l'autorizzazione, per altre attività rappresentava un duplicato dell'autorizzazione stessa: in sostanza, bisognava prima procedere all'iscrizione all'albo e quest'ultima costituiva poi il presupposto per l'autorizzazione all'esercizio delle attività.

Con decreti successivi si è tentato di modificare la disciplina. Da ultimo, il decreto legislativo ha definitivamente individuato il nuovo assetto organizzativo dell'albo nazionale delle imprese che effettuano gestione di rifiuti e degli organi di questo albo, sia del Comitato nazionale sia delle sezioni regionali.

Anzitutto, è stata introdotta una riduzione del numero dei componenti e si è tentato di rendere le sezioni regionali più adeguate allo svolgimento delle attività. Le componenti delle sezioni regionali erano piuttosto pletoriche e ciò determinava molto spesso il mancato raggiungimento del numero legale; oggi ci sono molte sezioni regionali - in particolare, mi risultano quelle delle Campania, della Puglia, del Lazio e dell'Abruzzo - che sono un po' in ritardo nelle iscrizioni. Ciò significa, ovviamente, che molte imprese non possono stare sul mercato, non possono partecipare agli appalti, e questa è naturalmente una grande limitazione dell'attività in questo settore.

Un altro punto delicato emerso in questo periodo è legato al problema delle garanzie finanziarie, segnatamente delle garanzie fideiussorie da parte delle assicurazioni. In realtà, vi sono stati due successivi decreti, uno del 1996, che ha preceduto di poco l'adozione dell'ultimo decreto legislativo, che disciplinano le modalità di prestazione delle garanzie finanziarie da parte di soggetti che intendono effettuare attività di trasporto di rifiuti. Gli interessati, le imprese, hanno rilevato notevoli difficoltà in ordine alle polizze assicurative, soprattutto a causa delle assicurazioni, nel senso che queste ultime, per prestare la fideiussione, chiedono cinque anni più due di garanzia anticipata...

PRESIDENTE. Sono le assicurazioni a rivolgere questo tipo di richiesta?

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. Sì.

PRESIDENTE. Non le banche?

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. No.

Presso il Ministero dell'ambiente, abbiamo svolto una serie di riunioni...

PRESIDENTE. Vorrei chiederle, anche interpretando un dubbio interrogativo del quale mi ha portato informalmente a conoscenza il collega Gerardini, se questo potrebbe essere uno dei motivi del ritardo accumulato da alcune regioni.

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. Per quel che mi risulta, i ritardi sono dovuti essenzialmente alla difficoltà incontrata dalle sezioni regionali a garantire il numero legale per deliberare.

PRESIDENTE. Il problema, quindi, è legato alla pletoricità di questi organismi, non ad altre disfunzioni.

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. Esatto. Quello dell'assicurazione è un problema delicato e centrale nella gestione e nel controllo di tutte le attività connesse al ciclo dei rifiuti. Se le assicurazioni svolgessero un ruolo più attivo e non si limitassero esclusivamente a condizioni contrattuali che garantiscono la loro fideiussione, se si rendessero più attive nel verificare effettivamente le condizioni, l'efficienza e l'efficacia delle aziende, potrebbero offrire un contributo molto importante in questo settore. In fondo, è proprio questa la ragione per la quale nel DPR n. 175 del 1988 fu previsto l'obbligo di prestare garanzie fideiussorie o finanziare, proprio perché, nel momento in cui un soggetto è obbligato a chiedere una garanzia e un altro soggetto a prestarla, è chiaro che chi deve prestare la garanzia svolge, nel suo interesse, un'indagine di natura privatistica, ma che può comunque avere un'enorme efficacia ai fini del controllo, sulla reale natura della garanzia offerta dall'impresa.

Da questo punto di vista, forse, fino ad oggi, il mondo assicurativo ha collaborato poco.

PRESIDENTE. Se ho ben compreso, l'organismo da lei presieduto è intenzionato a rivolgersi alle assicurazioni...

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. Esatto. L'intenzione è di verificare tutte le possibilità per facilitare gli operatori ed ottenere un contributo maggiore delle assicurazioni.

PRESIDENTE. Trattandosi di un settore delicatissimo, vorrei sapere di quali strumenti di verifica della qualità tecnica dei diversi operatori e dei diversi tratti del segmento del ciclo intendiate dotarvi. Sappiamo dell'esistenza di numerosissime forme di evasione e di illegalità, con aggiramenti delle norme; appare quindi urgente e necessario definire una sorta di qualificazione tecnica degli operatori e dei vari segmenti del ciclo.

FRANCO GERARDINI. Vorrei sapere se il meccanismo fideiussorio finisca per rappresentare un elemento di selezione per le imprese.

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. Attualmente finisce per essere un elemento di selezione nel senso che, ovviamente, solo chi ha risorse patrimoniali migliori può sopportare quest'onere. Va considerato, tuttavia, che non si tratta di una selezione sulla qualità e sull'affidabilità del soggetto. Ci può essere, ad esempio, un piccolo operatore onestissimo ed affidabilissimo il quale tuttavia sarebbe chiamato a sostenere garanzie finanziarie tanto onerose da non consentirgli di entrare nel mercato. Mi risulta, addirittura, che gli operatori che intendono iniziare l'attività debbano pagare 300-400 milioni cash. Non c'è nessuna attività economica, a meno che non si tratti di un ambito di grandezza molto elevato, che imponga investimenti immediati di questo genere, oltretutto anche cash.

Ovviamente, non tutte le imprese debbono essere sottoposte ad iscrizione: l'iscrizione è limitata a quelle imprese che svolgono un'attività su tutto il territorio nazionale e, quindi, non hanno un radicamento stabile con il territorio. Se si tratta di un impianto di gestione dei rifiuti, è evidente che la competenza è della regione. L'iscrizione è prevista soltanto per chi raccoglie e trasporta rifiuti, per i soggetti che intendono effettuare operazioni di bonifica di siti inquinati, per coloro i quali gestiscono impianti di smaltimento mobili. L'obiettivo, innanzitutto, è quello di selezionare questi soggetti. Quindi, è necessario, direi fondamentale, determinare criteri piuttosto stringenti, senza che siano vessatori, per selezionare sotto il profilo soggettivo e qualificare gli operatori del settore. Ripeto che questo è uno dei primi obiettivi, un obiettivo indispensabile.

Per quanto riguarda il trasporto, l'esperienza ormai pluriennale ci è di ausilio, e quindi possiamo correggere eventuali errori o carenze del passato, confermando invece tutti gli aspetti che si sono dimostrati efficaci, validi sotto il profilo operativo.

Per quanto attiene agli altri operatori, la situazione è un po' più complessa, trattandosi di nuove realtà imprenditoriali sottoposte all'iscrizione: si tratta quindi di verificare, anche in contraddittorio con le associazioni di categoria e professionali interessate, quali siano gli elementi in base ai quali selezionare i soggetti che meritano l'iscrizione all'albo, e quindi possano svolgere l'attività.

Una delle prime iniziative che intendiamo avviare fin dalla prossima riunione fissata per lunedì 3 novembre è quella di determinare i criteri per l'iscrizione all'albo dei soggetti che effettuano la raccolta e il trasporto di rifiuti avviati al recupero in base alle procedure semplificate. Questo è un elemento assai delicato, perché fino ad oggi si è verificato che, nel succedersi piuttosto disordinato dei vari decreti-legge e delle modifiche che, di volta in volta, li hanno accompagnati...

PRESIDENTE. Abbiamo purtroppo un'esperienza diretta di questi "inconvenienti"!

MAURIZIO PERNICE, Presidente del Comitato nazionale dell'albo delle imprese di smaltimento dei rifiuti. E' successo, quindi, che moltissime imprese hanno fatto una comunicazione - non si sa a chi: un po' alla provincia, un po' alla regione, un po' all'albo - e si sono determinate situazioni per cui l'imprenditore regolarmente iscritto per il trasporto dei rifiuti, che effettua a regola d'arte con il suo camion, si ritrova a fianco un altro soggetto che magari ha appena portato la frutta al mercato e, di ritorno, carica i rifiuti per portarli allo smaltimento, avendo fatto la comunicazione. Questa è una situazione che deve essere sicuramente regolarizzata, per controllare gli operatori del settore. Queste notizie ci sono state fornite dagli operatori economici interessati: vi sono cioè dei trasportatori che si lamentano proprio di questo. Si sono iscritti, hanno prestato la garanzia finanziaria e si trovano ad operare a fianco di soggetti che agiscono nell'anarchia più assoluta, che effettuano una notevole concorrenza senza alcuna regola, trasportando gli stessi rifiuti. Ripeto, questa situazione deve essere regolarizzata. Questi soggetti possono essere agevolati sotto il profilo delle garanzie finanziarie, come del resto è previsto, ma è chiaro che il camion deve avere gli stessi requisiti tecnici perché il rifiuto è sempre lo stesso.

Un altro aspetto molto importante, in funzione del controllo, è costituito dalla disponibilità dei dati. Sotto questo profilo, pertanto, è nostra intenzione avviare e promuovere una migliore interconnessione con il servizio informatico dell'Unioncamere. Teniamo conto del fatto che le camere di commercio ricevono i modelli 740 ambientali, e quindi dispongono di tutti i dati relativi al settore ambientale. Unire anche questi dati, cioè quelli relativi ai soggetti iscritti all'albo, può essere utile, perché può dare la disponibilità immediata di informazioni rendendo immediatamente efficaci i controlli. Proprio di recente, per esempio, è arrivata dalla regione Campania una segnalazione di un'iscrizione contraffatta: un soggetto operava con un'iscrizione all'albo falsa.

PRESIDENTE. Vi ringrazio. La Commissione ha voluto incontrarvi subito, pur ben consapevole della recente istituzione dell'organismo, proprio per segnalare il rapporto costante che vi sarà con le vostre attività.

Prego i colleghi Gerardini e Specchia, vicepresidenti della Commissione, che già si erano iscritti a parlare per rivolgere quesiti, di rinunciare ai loro interventi a causa dei concomitanti impegni di Assemblea alla Camera dei deputati.

 

Comunicazioni del presidente.

PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza, nella riunione di ieri, 29 ottobre, ha deliberato di avvalersi della collaborazione di un esperto, nella persona del dottor Fossati, che abbiamo testé ascoltato.

Avverto che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo, 5 novembre 1997, alle 13, per l'audizione del presidente del CNR, dei responsabili del "progetto LARA" del CNR, nonché dei responsabili dell'ENEA per il "progetto mediterraneo" e per l'elaborazione delle immagini telerilevate.

La seduta termina alle 13,30.

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