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CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA

SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'

ILLECITE AD ESSO CONNESSE

41.

SEDUTA DI MERCOLEDI' 13 MAGGIO 1998

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori. *

Audizione dei rappresentati dell'ENEL, dell'ENEA e dell'ANPA. *

Comunicazioni del presidente. *

 

La seduta comincia alle 13,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

 

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

 

Audizione dei rappresentati dell'ENEL, dell'ENEA e dell'ANPA.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti dell'ENEL, dell'ENEA e dell'ANPA.

Chiedendo anzitutto scusa per il ritardo con cui hanno inizio i nostri lavori, desidero esporre brevemente il motivo dell'audizione odierna.

Premesso che la Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse ha costituito un gruppo di lavoro sulla tematica generale delle scorie radioattive, ricordo che da tale tematica è emersa chiaramente, anche perché ci rifacevamo ad un lavoro già iniziato nella precedente legislatura, non tanto la questione del back end del ciclo del combustibile nucleare, quanto quella, soprattutto per l'Italia, della "chiusura" del nucleare, che, per la maggior parte delle persone, pone problemi di tempo e di collocazione nello spazio di difficile percezione. Riferirsi al sito provvisorio significa parlare di cose che durano da decenni, mentre se si parla di sito definitivo ci si riferisce a cose che durano da centinaia di anni. E' quindi questo il contesto in cui porre la questione.

Il gruppo di lavoro della Commissione è pervenuto alla stesura di un documento e dell'articolato di una proposta di legge intesa a definire l'operatore, cioè un'agenzia pubblica incaricata di gestire la chiusura del nucleare, nonché, segnatamente, le azioni per attivare il sito definitivo; è prevista una figura di mediatore, desunta da un'analoga figura istituita in Francia, che riteniamo utile e fondamentale per il rapporto con le popolazioni interessate dalle scelte da assumere; vieni quindi affrontata la questione del sito definitivo.

Ai nostri ospiti è stato inviato questo documento nella settimana scorsa per acquisire un primo parere degli enti direttamente coinvolti nella vicenda in questione. Mi si consenta soltanto un'aggiunta personale: chi come me ha combattuto, in questo caso con successo, la scelta nucleare, ha un impegno morale, avverte una sorta di sfida per il poco nucleare che si è fatto in questo paese, che presenta, come sappiamo, problemi tutt'altro che lievi da affrontare per quanto riguarda il decommissioning e tutte le altre fasi successive. La sfida, quindi, è quella di porre il paese nelle condizioni di chiudere davvero questo capitolo.

La Commissione procederà anche all'audizione dei ministri dell'industria e dell'ambiente, ma da voi, con cui abbiamo già avuto contatti informali precedentemente alla stesura del documento che vi abbiamo inviato, gradiremmo acquisire una prima impressione di carattere più tecnico che politico. Dopo che la Commissione si sarà recata in Francia ed in Spagna per visitare i rispettivi impianti a l'Aube e al El Cabril, sulla base del lavoro svolto, delle vostre osservazioni, di quanto ci diranno i ministri dell'industria e dell'ambiente e di ciò che potremmo vedere con i nostri occhi, perverremmo alla discussione e all'approvazione del documento suddetto.

Do la parola al presidente dell'ENEL, dottor Enrico Testa, anche perché credo che abbia il carico maggiore da gestire.

ENRICO TESTA, Presidente dell'ENEL. Avendo esaminato il testo da voi predisposto, svolgerò alcune considerazioni abbastanza veloci e sintetiche, tenendo conto della necessità della Commissione di acquisire un parere di fondo sulle ipotesi da voi avanzate più che un'analisi particolareggiata, che è possibile anche in una fase successiva.

Anzitutto esprimiamo apprezzamento per la vostra iniziativa, che è contestuale alla riflessione in corso presso i Ministeri dell'industria e dell'ambiente e presso l'ANPA, di cui, come ENEL, avvertiamo la necessità, perché dopo il referendum che lei ha ricordato e la chiusura degli impianti nucleari gestiti dall'ENEL, sostanzialmente quest'ultimo si è trovato da solo a gestire il problema, la cui soluzione, come ben sapete, è resa difficile proprio dall'assenza di una prospettiva temporale e spaziale chiara sul modo in cui affrontare le operazioni successive alla messa in custodia di protezione passiva, in assenza di un sito e di una struttura abilitati al trattamento dei rifiuti nucleari nella loro accezione più larga. Inoltre, come lei sa, signor presidente, vi è anche un problema per quanto riguarda il combustibile irraggiato, una parte del quale si trova all'estero in impianti di trattamento - ma dovrà prima o poi rientrare in Italia - mentre un'altra parte è ancora nel nostro paese, principalmente all'interno del reattore di Caorso.

A nostro parere, l'individuazione del sito su cui realizzare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi incontrerà difficoltà molto forti che, come la Commissione potrà constatare nel corso del viaggio da lei prima annunciato, signor presidente, non dipendono tanto da ragioni tecniche, perché da questo punto di vista le soluzioni per il trattamento dei rifiuti vi sono e risultano facilmente identificabili (in alcuni casi sono situate in zone addirittura con presenze urbane diffuse), quanto dalle difficoltà note che vi sono nel nostro paese in termini di accettabilità. Da questo punto di vista, è probabile che l'istituzione della figura super partes del negoziatore o del mediatore da voi individuata possa rivelarsi utile. Ci sembra comunque abbastanza importante che, almeno nella prima fase, queste operazioni siano affrontate da una struttura pubblica in grado di offrire, a tutti i soggetti istituzionali e non, garanzie superiori rispetto ad una struttura privata.

Per quanto riguarda il lavoro dell'ENEL, sarebbe bene, a nostro avviso, che l'intervento dell'ipotizzata agenzia o di altre strutture avvenisse una volta che gli impianti siano stati da noi posti in condizioni di custodia protettiva passiva, per il semplice motivo che si tratta, ormai, di un lavoro impostato e programmato che viene portato avanti dal nostro personale; quindi, temiamo o potremmo temere che la ridiscussione di nuovi programmi e di nuove strutture possa interrompere un lavoro attivamente e positivamente in corso.

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, ma vorrei capire meglio la questione. Forse ho inteso male, ma non vedo sovrapposizioni per ciò che attiene all'iniziativa. Molto tempo fa ho scritto al ministro dell'industria sollecitandolo, garbatamente, ad interessarsi del cosiddetto piano globale dell'ENEL perché, pur essendo stato presentato nel luglio del 1997, ancora attende una sua risposta. A voi risulta che stia arrivando, trattandosi di una valutazione di merito da parte del ministero, in modo da dare poi l'autorizzazione alle diverse fasi?

RAFFAELLO DE FELICE, Direttore della gestione degli impianti nucleari dell'ENEL. Come ricordava lei, presidente Scalia, il nostro progetto è stato presentato nel luglio del 1997 e da quel momento ha avuto inizio l'iter autorizzativo. Quest'ultimo prevede che anche la regione Emilia-Romagna, nel caso specifico, dia il suo parere, per cui essa ha costituito una commissione di esperti incaricata di valutare il progetto dell'ENEL. Siamo stati convocati a Bologna per lunedì prossimo per essere informati, unitamente al Ministero dell'industria e agli altri enti interessati, delle conclusioni a cui la commissione regionale è giunta. Quindi, dovremmo essere nel momento in cui l'iter si avvia alla fase conclusiva, che ci auguriamo sia anche positiva.

ENRICO TESTA, Presidente dell'ENEL. L'osservazione principale riguarda, invece, la struttura e i compiti di questa agenzia, almeno per come noi li vediamo in relazione allo "sviluppo" della questione nucleare all'interno dell'ENEL. Stiamo ragionando circa la possibilità di avere a disposizione un'unica struttura che assuma in carico tutto il ciclo rimanente del nucleare nel nostro paese, vale a dire: smantellamento delle centrali, con i tempi necessari, e collocazione, in qualche sito, dei rifiuti. Stiamo addirittura pensando alla possibilità di costituire una società separata all'interno dell'ENEL; ciò anche in relazione ai processi di privatizzazione, perché questa incognita pesa sul valore e sulle prospettive dell'azienda in modo importante; pensiamo, quindi, ad una segregazione di tutte le attività connesse al nucleare in una struttura separata, che non necessariamente deve essere gestita da ENEL: come lei sa, signor presidente, siamo disponibili a che essa abbia organismi di gestione o configurazioni societarie discusse con i ministeri competenti, con la Commissione, con gli altri organismi (può esservi il coinvolgimento dell'ENEA e di altre istituzioni); però ciò che temiamo è che la nascita di un altro organismo non sia risolutiva del problema, magari perché, occupandosi solo di un segmento, a noi ne resterebbe un altro, all'ENEA un altro ancora, all'AMPA compiti di controllo, al ministero competente altri compiti di controllo.

PRESIDENTE. La volontà dell'ENEL è ben chiara, anche perché mi sembra che ENEA non abbia compiti specifici in merito, se non nella fase...

ENRICO TESTA, Presidente dell'ENEL. Possiamo farcene carico anche noi, non è un problema. Credo, anzi, che oggi l'ENEL abbia a disposizione personale, competenze e capacità che, sicuramente, dovranno essere investiti in questa nuova struttura. E' importante, però, che essa abbia un perimetro chiaro - per così dire - rispetto a tutti i problemi che oggi dobbiamo ancora affrontare nel nostro paese.

Anche la questione del finanziamento di queste operazioni deve essere affrontata in modo chiaro. Abbiamo già cominciato a farlo con l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas sia per quanto riguarda sia i soldi che l'ENEL ha ricevuto dal rimborso degli oneri nucleari - per la verità, riguarda soprattutto i danni patrimoniali che ENEL ha avuto dalla chiusura degli impianti e solo in minima parte le operazioni di messa in sicurezza - sia eventuali capitoli appostati nei nostri bilanci, sia una quota consistente che deve essere ancora finanziata e rispetto alla quale l'Autorità ha mostrato attenzione e sensibilità. Aggiungo, al riguardo, che può nascere un problema particolare, perché il nostro paese dovrebbe chiedere - cosa che sta facendo adesso il Ministero dell'industria - che i costi dello smantellamento del nucleare siano riconosciuti, nell'ottica della direttiva europea, come stranded cost effettivi, altrimenti l'Autorità non potrebbe prevedere voci tariffarie destinate a sostenere questo tipo di impegno e di lavoro. Mi permetto quindi di suggerire, a meno che non lo abbiate già fatto, che la Commissione acquisisca anche il parere dell'Autorità, soprattutto in relazione a questi aspetti economici, perché credo che ciò sarebbe molto importante.

PRESIDENTE. Mi scusi, ma vorrei che chiarisse questo punto.

ENRICO TESTA, Presidente dell'ENEL. La direttiva richiede un sistema tariffario chiaro e concorrenziale, per cui i diversi paesi non possono aggiungervi componenti sociali o ambientali che la modifichino, a meno che gli stati membri non ne facciano esplicita richiesta entro aprile con la motivazione, per esempio, che il processo di privatizzazione e liberalizzazione scarica su di loro la cosiddetta categoria degli stranded cost; in questo caso, avendo dei costi da pagare, tipici del nucleare, avrebbero necessità di metterli sul sistema tariffario, perché non potrebbero mai essere ripagati nell'ambito di un mercato privato e concorrenziale.

PRESIDENTE. La ringrazio, ma credo che si tratti di una questione da chiarire, probabilmente, con l'Autorità. Mi risulta che nella legge istitutiva dell'authority furono inseriti, all'articolo 1 e in altri punti, salvaguardia e finalità di tipo ambientale. Inoltre, nella formula del price cap che regola la tariffa vi è una variabile in cui altri articoli della legge configurano la possibilità di condensare le cosiddette externalities; in questo caso l'onere della gestione finale per chiudere il nucleare si può considerare come una externalities che riguarda tutto il paese. Raccoglieremo il suo suggerimento di sentire l'Autorità, ma credo che a legge vigente queste cose possano essere messe in tariffa.

CHICCO TESTA, Presidente dell'ENEL. L'Autorità è di un altro parere. Forse mi sono espresso in maniera imprecisa. Quello che lei ha detto è sicuramente vero per quanto riguarda interessi ambientali di ordine generale, ma il caso specifico relativo al nucleare riguarda la categoria dei cosiddetti stranded cost, cioè quei costi per investimento sostenuti dal paese che vengono cancellati dal mercato concorrenziale e per i quali è necessario chiedere una procedura particolare. Per vari motivi ciò non è avvenuto, ma siamo ancora in tempo a farlo. E' necessario che lo si faccia ed il ministro Bersani credo si trovi attualmente a Bruxelles anche per discutere di questi argomenti.

Per concludere, ribadisco che il punto fondamentale per noi rigaurda la necessità di arrivare, sia dal punto di vista organizzativo, sia in relazione ai valori dell'azienda, ai processi di privatizzazione e agli oneri che dovranno essere sostenuti per questo impegno, alla creazione di una struttura unitaria alla quale l'ENEL possa conferire quanto è ancora nelle sue competenze.

PRESIDENTE. Lei ha detto, in altra occasione, che sarebbe disponibile ad una qualche forma di partecipazione in termini societari, immaginando anche degli oneri per l'ente per attivare questa agenzia pubblica.

CHICCO TESTA, Presidente dell'ENEL. Gli oneri per l'ente sono quelli già iscritti in bilancio. Comunque noi siamo disposti a partecipare sia in termini finanziari sia organizzativi. La cosa importante è fare il punto e poi valutare quali finanziamenti saranno necessari e da quali settori prelevarli.

PRESIDENTE. Prego ora il presidente dell'ENEA di svolgere la sua relazione.

NICOLA CABIBBO, Presidente dell'ENEA. Ringrazio il presidente Scalia per questo invito ed entro subito in argomento ricordando che le soluzioni tecniche per la conservazione delle scorie nucleari sono ormai mature e sperimentate: si tratta ora di applicarle al meglio. E' importante che questo programma venga gestito nella massima trasparenza, con finanziamenti certi e con una visione di medio-lungo termine, data la natura del problema, e garantendo una continuità nell'impegno e nelle soluzioni, nonché una chiara responsabilità dei diversi soggetti.

In questo quadro, le possibili soluzioni, sul piano istituzionale ed organizzativo, non sono scontate. Infatti va tenuta presente la specificità della situazione italiana rispetto a quella di altri paesi che hanno utilizzato e continuano ad utilizzare il nucleare per la produzione di energia: per noi si tratta di un problema circoscritto, viste le decisioni prese in materia.

Ricordo che il quadro istituzionale, anche per quanto riguarda l'ENEA, è in rapida evoluzione: alla luce di questa situazione vorrei esprimere un convinto apprezzamento per l'iniziativa dell'onorevole Scalia che pone al centro dell'attenzione l'esigenza di un impegno a livello governativo e istituzionale sul problema dei rifiuti radioattivi e, in particolare, sull'aspetto prioritario del sito nazionale.

La costituzione di un soggetto istituzionale specificatamente dedicato alla gestione dei rifiuti radioattivi, comunque prodotti e presenti nel nostro paese (già auspicata nella conferenza indetta dall'ANPA nel novembre 1997), risponde certamente ad un'esigenza generalmente riconosciuta ed è in linea con quanto già realizzato nei paesi comunitari dotati di impianti nucleari, che dispongono da anni di specifiche agenzie operanti, sia pure con modalità diverse, nel settore dei rifiuti radioattivi. Tale iniziativa, comunque, deve essere vista nel quadro di una strategia nazionale per la successiva disattivazione dei corrispondenti impianti nucleari.

In questo quadro devono essere ridefiniti ruolo e compiti degli enti gestori esistenti (ENEA ed ENEL) e dell'ANPA, per quanto riguarda i tre obiettivi essenziali di tale strategia: la realizzazione e la gestione del sito del deposito; il condizionamento dei rifiuti e la gestione del combustibile; infine, la disattivazione degli impianti.

Resta fermo il ruolo dell'ANPA alla quale va demandato il compito della definizione dei requisiti generali di sicurezza e di radioprotezione e la connessa attività di autorizzazione e vigilanza.

Presso l'ENEL e l'ENEA, gestore da oltre trent'anni rispettivamente di centrali nucleari di potenza e di impianti pilota del ciclo del combustibile e reattori di ricerca, esistono competenze ed esperienze qualificate, relative alla gestione di impianti nucleari ed ai connessi problemi operativi di sicurezza e radioprotezione.

Per quanto riguarda in particolare l'ENEA, vorrei ricordare che nell'attuale panorama nucleare italiano esso è l'unico ente di diritto pubblico in grado di assicurare, nello stesso tempo, la funzione di ente gestore, quindi responsabile della sitemazione dei propri rifiuti radioattivi, e la funzione di ente "esperto", cioè capace di svolgere le attività tecnico-scientifiche necessarie nel settore e pronto a mettere a disposizione del "sistema Italia" competenze ed infrastrutture sviluppate, a partire dagli anni sessanta, con un'importante attività sperimentale di R&D sul ciclo del combustibile nucleare. Queste competenze ed infrastrutture dell'ENEA risultanto di rilevanza essenziale per la realizzazione del piano nazionale e di dismissione delle attività nucleari.

Vorrei citare, a questo proposito, alcune importanti strutture del nostro ente. In primo luogo l'istituto di radioprotezione, che assicura tra l'altro, secondo il più elevato standard europeo certificato, il servizio di dosimetria nazionale. Vi è poi il laboratorio nazionale per la caratterizzazione dei rifiuti radioattivi e dei materiali nucleari, membro dell'omonimo network promosso dalla Commissione europea. Tale laboratorio rappresenta il riferimento nazionale per le analisi di ogni tipo sui rifiuti radioattivi, condizionati e non, e sui materiali nucleari, anche a supporto e a servizio dell'ANPA e dell'amministrazione pubblica. La terza struttura è rappresentata dal nucleo di competenze tipicamente nucleari sui sistemi energetici a fissione, ivi compresi gli aspetti di sicurezza. Tale nucleo partecipa attivamente al programma europeo di ricerca nel settore, ed è impegnata in attività di supporto a paesi dell'est europeo. Vi è infine la task force che sta mettendo a punto le metodologie di scelta e qualificazione dei siti. Essa è anche impegnata in alcune indagini preliminari condotte nell'ambito di un gruppo di lavoro della Commissione grandi rischi, istituiti presso il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Vorrei inoltre far presente che l'ENEA sta fornendo al ministro Bersani il necessario supporto tecnico-scientifico per l'avvio di un confronto con le regioni che permetta di arrivare, secondo la metodologia scelta dal ministro, alla scelta del sito su base consensuale, nella convinzione che il sito stesso rappresenti, per la regione che lo ospita, un'occasione importante di sviluppo economico e sociale.

Vorrei a questo punto fornire sinteticamente alcuni spunti di riflessione sul tema posto dal progetto di legge dell'onorevole Scalia. Non vi è dubbio che il compito primario dell'agenzia (ente terzo rispetto ai due enti gestori ed all'ANPA) sia quello relativo alla realizzazione e alla gestione del sito. L'ENEA può svolgere, su mandato del ministro dell'industria, un ruolo di supporto tecnico-scientifico ai fini della scelta e della qualificazione del sito nazionale.

Le competenze tecnico-scientifiche presenti in ENEA, anche nel campo della radioprotezione, che non dovrebbero essere scorporate dall'ente, potrebbero essere utilizzate, ad esempio, mediante accordi di programma, per garantire una capacità di analisi e supporto sperimentale all'istituzione che avrà il compito di gestire il sito.

Un eventuale conferimento a tale soggetto degli impianti dell'ENEA da smantellare e del necessario personale non dovrebbe mettere in discussione il ruolo di ricerca e supporto tecnico-scientifico sia nel campo della radioprotezione sia in quello della caratterizzazione dei rifiuti radioattivi, anche perché tali funzioni vengono svolte nell'ambito di un ruolo di servizio più ampio (ad esempio, macchine radiogene e uso di traccianti in medicina, supporto a indagini della magistratura ed a diverse amministrazioni pubbliche). Quindi tale conferimento, in analogia a quanto dovrebbe avvenire per l'ENEL, dovrebbe riferirsi esclusivamente agli aspetti di gestione.

Esprimo inoltre qualche perplessità sull'opportunità di gravare nella fase iniziale una nuova struttura, il cui compito primario - come ho appena detto - dovrebbe essere quello di realizzare e gestire il deposito nazionale, anche dei compiti di esercente di impianti con il conseguente onere del condizionamento dei rifiuti radioattivi. Aggiungo che, almeno per quanto riguarda il programma di risistemazione dei rifiuti radioattivi dell'ENEA (che ho avuto modo di illustrare in questa sede in altra occasione e che è in pieno svolgimento), vedo un ulteriore rischio costituito da possibili ritardi inevitabilmente connessi a tale eventuale passaggio di competenza ad altra struttura operativa. Ciò si tradurrebbe, in definitiva, in un danno per il paese.

La soluzione ideale sarebbe, quindi, almeno nel breve-medio periodo, quello di lasciare agli enti gestori la responsabilità del condizionamento dei propri rifiuti e dello stoccaggio temporaneo sui propri siti dei manufatti condizionati, salvo per i rifiuti provenienti dal comparto medico-diagnostico e di ricerca, per i quali l'agenzia, evenutalmente tramite apposita società operativa, dovrebbe assicurare il condizionamento e lo stoccaggio temporaneo in vista del loro smaltimento.

A conclusione del mio intervento, desidero ringraziare la Commissione alla quale, mentre auguro un proficuo lavoro per avviare a soluzione i rilevanti problemi di cui è istituzionalmente investita, confermo il pieno sostegno dell'ENEA.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai colleghi che intendano porre domande ai nostri ospiti, pregherei il dottor Onufrio, rappresentante dell'ANPA, di svolgere le sue considerazioni.

GIUSEPPE ONUFRIO, Consigliere di amministrazione dell'ANPA. Porgendo innanzitutto alla Commissione le scuse del presidente Ganapini, il quale non è potuto intervenire a questa audizione, ringrazio il presidente Scalia per l'invito che ci ha rivolto.

L'Agenzia nazionale per l'ambiente è una costola recente del settore sicurezza e protezione nucleare dell'ENEA e quindi la gran parte del personale attualmente presente in ANPA ha avuto esperienze nel campo della radioprotezione e della sicurezza nucleare.

La scelta del consiglio di amministrazione, oltre alle attività che attengono ai compiti istituzionale che l'Agenzia deve avere, è quella di mantenere un presidio nel campo della sicurezza nucleare. In proposito desidero ricordare che l'ANPA ha da poco sottoscritto un accordo di cooperazione con l'autorità nucleare ucraina: si tratta di un accordo a vasto raggio di supporto alla nascita di un'autorità nucleare di controllo, in particolare per aiutare l'ente ucraino alla selezione dei progetti per il secondo sarcofago di Chernobyl oltre che per tutta un'altra serie di aspetti che riguardano il miglioramento delle centrali nucleari in corso di costruzioni. L'ANPA, quindi, mantiene e vuole mantenere questo presidio, però vede con grande favore la nascita dell'agenzia, come qui è delineata, perché ritiene, come sottolineava il presidente dell'ENEL, che vi sia bisogno, con la gradualità necessaria in questi casi, di arrivare ad una regia unica per quanto riguarda tutta la questione dei rifiuti nucleari in Italia. Come sappiamo, la quantità delle scorie non è molto grande, mentre è invece molto diversificata la loro qualità; si tratta, quindi, di un piccolo supermarket delle scorie nucleari, a proposito del quale ciò che possiamo dire dal punto di vista della sicurezza è che non deve succedere che i depositi dove sono collocate diventino da temporanei a quasi definitivi. La nascita di un soggetto unico porta ad una pianificazione di più lungo periodo che aumenta senz'altro le condizioni di sicurezza, in merito alle quali sappiamo che in alcuni casi, soprattutto per siti che non erano progettati per ospitare scorie o barre di combustibile irraggiato per così lungo tempo, sono ormai invecchiate; quindi, le condizioni di sicurezza, che non migliorano con il tempo, per cui vanno senz'altro monitorate.

A proposito della figura del mediatore, un punto molto delicato su cui sono intervenuto in altre occasioni, credo che la trasparenza del processo di decisione sia difficile da scrivere in un articolato perché gli aspetti tecnici e di selezione del sito hanno una natura di riservatezza. Il compito del mediatore è estremamente difficile se non adeguatamente supportato, perché, soprattutto nel caso in cui la decisione finale sia di natura politica, spiegare e comunicare i termini delle operazioni può anche comportare difficoltà di gestione. Bisogna quindi capire in che termini il mediatore può essere supportato e qual è il rapporto tra questa figura, che io considero molto interessante, e l'agenzia. Ciò vale soprattutto nella fase di passaggio di queste operazioni, che richiede comunque tempi lunghi, anche in considerazione del fatto, come già ho avuto modo di ricordare in altre occasioni, che i tempi tecnici rispetto a quelli della politica e della decisione sono assolutamente diversi: quello che per un ingegnere nucleare o per un fisico è un tempo di transizione, per un politico equivale a tre mandati parlamentari. La figura del mediatore, quindi, probabilmente deve avere una funzione di collante tra gli apparati tecnici ed il decisore politico.

Per quanto riguarda le questioni relative alla certezza dei tempi e dei ruoli delle operazioni di decommissioning, cederei la parola al dottor Mezzanotte.

ROBERTO MEZZANOTTE, rappresentante dell'AMPA. E' noto, signor presidente, che in Italia da qualche anno esiste una procedura piuttosto complessa per quanto attiene a tutta l'operazione di decommissioning degli impianti nucleari. Ciò in relazione al numero di istituzioni competenti interessate a questa procedura sia a livello centrale, sia a livello locale.

Alla luce di questa considerazione, viene spontaneo chiedersi come debba essere disciplinato l'intervento di un ulteriore attore in una procedura così complessa come quella del decommissioning. Sotto questo aspetto, mentre appare molto chiaro il ruolo nell'ambito della gestione dei rifiuti, al di là della complessità del testo, che certamente richiederà una rilettura attenta e, come sottolineava il consigliere Onufrio, qualche ulteriore elemento scritto da parte nostra, ci sembra invece necessaria una scelta forse più netta, più decisa, a proposito della quale non ci esprimiamo nel senso in cui debba essere fatta, circa la presenza di questa agenzia nella fase di decommissioning. Non appare infatti ben delineata una figura che intervenga in una fase ben precisa; sembra, anzi, che questa possa essere anche differenziata, a seconda dell'interlocutore, del diverso esercente con il quale interagisce. L'unica cosa certa è che in ogni caso deve essere concordato il progetto di decommissioning con la nuova agenzia. Vi è quindi il timore, in merito a questa materia, che da una indecisione, da una indeterminatezza di ruolo possa nascere un soggetto che, anziché svolgere un'azione in senso semplificativo del processo di decommissioning, quindi utile ai fini di un necessario restringimento dei tempi dell'operazione (in Italia vi sono impianti spenti da vent'anni che non sono ancora giunti alla prima fase di decommissioning), possa invece giocare in senso opposto, cioè apportando un elemento di confusione che non favorirebbe la definizione dei tempi e lo snellimento della procedura. Sotto questo profilo, quindi, un'ulteriore attenzione potrebbe essere utile.

PRESIDENTE. Ringraziando gli intervenuti, avanzo una richiesta specifica: nel corso dell'audizione sono stati espressi con sufficiente chiarezza i punti di vista degli enti coinvolti in questa vicenda e abbiamo ascoltato anche alcuni suggerimenti; poiché nell'iter che prima configuravo vi è anche la necessità, da parte nostra, di definire in maniera completa un documento da sottoporre all'esame della Commissione, credo che alla prossima riunione del gruppo di lavoro, cioè in una sede sufficientemente informale da poter consentire un dibattito tecnico di merito, possa partecipare anche un esperto per ciascun ente, di modo che siano rappresentatele capacità e le competenze tecniche necessarie per mettere a punto una vicenda così complessa, al tempo stesso rispecchiando le posizioni che sono state qui espresse, in modo autorevole, dai presidenti degli enti. Nel contempo, invito gli intervenuti a far pervenire i contributi che riterranno opportuni.

Concludo ribadendo la necessità di un confronto più approfondito su punti specifici anche con il Ministero dell'industria e dell'ambiente.

 

Comunicazioni del presidente.

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 14 maggio 1998, alle ore 14, per iniziare l'esame della relazione relativa alla regione Campania, di cui sono relatore. Avverto, inoltre, che al termine della seduta di domani è prevista la riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 14,30.

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