Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi

XIII legislatura

Doc. XXIII n. 8

Terza relazione semestrale sullo stato dei lavori

presentata dal Presidente della Commissione

(PELLEGRINO)

ai sensi dell'articolo 2, comma 4, della legge 17 maggio 1988, n.172, richiamata dall'articolo 1 della legge 23 dicembre 1992, n.499 e successive modificazioni

Comunicata alle Presidenze il 10 giugno 1998

_____________

 

I N D I C E

  1. Il seguito del programma di audizioni: i responsabili politico-istituzionali, gli indagatori, i terroristi. la mancata audizione dell'onorevole Craxi.

  2. Il questionario sul terrorismo e l'eversione. Le risposte dei consulenti. Gli incontri seminariali fra consulenti e componenti della Commissione. La costituzione di un comitato di redazione.

  3. Il dissequestro degli archivi del Ministero dell'interno presso la circonvallazione Appia. L'audizione del Ministro dell'interno e la messa a disposizione della Commissione stragi di tutti i compendi archivistici di quel dicastero. L'incarico al senatore Gualtieri di redigere un documento sulla questione degli archivi.

  4. La chiusura delle istruttorie dei procedimenti penali condotti con il vecchio rito processuale.

  5. Il Comitato di lavoro per il disastro aereo di Ustica

  6. Caso Moro: il ventennale della tragedia, le polemiche e le indagini.

  7. La pubblicazione immediata dei resoconti stenografici delle sedute. La modifica del Regolamento interno.

 

1. Il seguito del programma di audizioni: i responsabili politico-istituzionali, gli indagatori, i terroristi. La mancata audizione dell'onorevole Craxi.

Nel primo semestre 1997 la Commissione aveva intrapreso un ciclo di audizioni di responsabili politico-istituzionali che ricoprirono i principali incarichi di Governo e di partito nel periodo dell'eversione e del terrorismo, con l'obiettivo di acquisire ogni elemento utile a fondare su basi di certezza il suo giudizio sulle eventuali responsabilità della classe politica e dirigente di quel periodo della storia nazionale.

Alle audizioni già svolte in tale prospettiva, e delle quali si è dato conto nella precedente relazione semestrale, si deve aggiungere ora quella dell'onorevole Marco Pannella, la cui deposizione si è articolata in due sedute (28 gennaio e 18 febbraio 1998). Oltre agli esponenti politici ed istituzionali, peraltro, la Commissione non ha mancato di ascoltare quei personaggi che hanno comunque svolto un ruolo significativo nella esperienza del contrasto o della pratica del terrorismo in Italia e le cui dichiarazioni potevano assumere una rilevanza qualificata ai fini dello svolgimento della inchiesta parlamentare. Sotto questo profilo si è ritenuto necessario acquisire, da un lato, la deposizione del Generale dei Carabinieri a riposo Nicolò Bozzo (assunta il 21 gennaio 1998) e, dall'altro, della signora Adriana Faranda, ascoltata l'11 febbraio 1998 con riferimento al terrorismo di sinistra e al caso Moro.

La Commissione ha inoltre ascoltato, nella seduta dell'11 marzo 1998, il ministro dell'interno, onorevole Giorgio Napolitano (di tale audizione si riferisce al successivo par. 3).

La Commissione non ha ancora potuto procedere all'audizione dell'onorevole Bettino Craxi in Tunisia, un obiettivo il cui raggiungimento aveva incontrato diversi ostacoli e difficoltà di cui si è già dato conto altrove (cfr. Seconda relazione semestrale, doc. XXIII, n. 4). Da ultimo, in data 5 marzo 1998, è pervenuta una comunicazione del legale di Craxi, avvocato Guiso, con la quale si informa che le condizioni di salute dell'onorevole non gli consentono ancora di affrontare l'impegno costituito dall'audizione dinnanzi alla Commissione stragi.

 

2. Il questionario sul terrorismo e l'eversione. Le risposte dei consulenti. Gli incontri seminariali fra consulenti e componenti della Commissione. La costituzione di un Comitato di redazione.

Come si ricorderà, la Presidenza aveva predisposto un capitolato di domande sui principali fatti di eversione e di terrorismo che sono oggetto di indagine presso la Commissione stessa. Il capitolato era stato inviato, per decisione dell'Ufficio di Presidenza, ai consulenti della Commissione affinché costoro vi rispondessero sulla base delle acquisizioni istruttorie e documentali operate dalla Commissione.

I consulenti hanno fatto pervenire le loro risposte sotto forma di elaborati scritti che, in numero di dieci, sono stati raccolti in un fascicolo messo a disposizione di tutti i membri della Commissione:

Le differenti risposte ai quesiti hanno dato vita ad una sorta di compendio ragionato delle acquisizioni documentali e istruttorie della Commissione, filtrato dalle più varie esperienze culturali e professionali. Ne è emerso un quadro di estremo interesse, tanto per i profili di consonanza delle varie risposte, quanto per gli aspetti di diversità. Gli uni e gli altri hanno formato oggetto di una approfondita discussione seminariale, che ha impegnato la Commissione - riunitasi in una sede informale - in un fecondo e stimolante contraddittorio con i consulenti: nel corso di quattro lunghe riunioni (svoltesi il 22 e il 29 aprile ed il 6 ed il 13 maggio 1998) membri della Commissione e consulenti hanno infatti discusso tutti i punti del questionario, che abbracciava un arco temporale assai ampio (dal dopoguerra al caso Moro incluso).

Le discussioni seminariali hanno evidenziato - a giudizio di chi scrive - un quadro di concordanze assai ampio, con particolare riferimento alle grandi stragi insolute (piazza Fontana, piazza della Loggia e Italicus) e all'arco temporale di riferimento 1969-74. L'Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei Gruppi, nella sua riunione del 26 maggio 1998, ha condiviso dal canto suo la valutazione della Presidenza in ordine alla proficuità degli incontri seminariali, in particolare per quanto concerne la possibilità di utilizzarne le conclusioni al fine di redigere un primo documento di sintesi. In quella stessa riunione è stata perciò deliberata la costituzione di un comitato di redazione, composto dai senatori Co', Follieri e Mantica e dai deputati Corsini, Taradash e Tassone e coadiuvato dai consulenti, professori De Lutiis e Ilari. Il documento - destinato all'esame del plenum - dovrà rappresentare l'ossatura di una relazione nella quale verrano opportunamente inserite le valutazioni critiche ed i giudizi politici della Commissione.

Da quanto detto, appare chiaro come si sia giunti così ad una svolta importante nel cammino della Commissione. Esaurita la fase essenziale della raccolta di elementi e delle acquisizioni testimoniali (almeno con riferimento agli anni fino al 1974), è sembrato maturo il passaggio alla redazione degli orientamenti conclusivi e dei giudizi. Per facilitare e per rendere più razionale questa nuova fase dell'impegno della Commissione - in costanza di indagini sui periodi successivi - ci si è orientati a dividere fra tre momenti storici (1969-'74; 1975-'78; 1979-'84) l'interpretazione di tutti i fatti di violenza politica, terrorismo ed eversione con l'intendimento anche di individuarne i diversi collegamenti e le diverse strategie succedutesi nel tempo, nel mutare degli scenari politici.

 

3. Il dissequestro degli archivi del Ministero dell'interno presso la Circonvallazione Appia. L'audizione del ministro dell'interno e la messa a disposizione della Commissione stragi di tutti i compendi archivistici di quel dicastero. L'incarico al senatore Gualtieri di redigere un documento sulla questione degli archivi.

Come è noto, la Commissione ha sviluppato un rilevante interesse per il rinvenimento dei compendi archivistici individuati da personale del Ministero dell'interno presso un archivio-deposito di Via della Circonvallazione Appia, in Roma. Al ritrovamento si era pervenuti a seguito di ricerche disposte dall'autorità giudiziaria - originariamente la procura di Roma e, successivamente, altre autorità giudiziarie - nell'ambito di procedimenti concernenti gravi fatti eversivi e le attività informative ad essi connesse. Le ricerche avevano condotto al reperimento di documentazione in parte inedita, oltre che di alcuni campioni di reperto giudiziario.

La Commissione ha ritenuto suo interesse e suo precipuo compito approfondire il caso attraverso un ciclo di audizioni, parallelamente ed in raccordo con lo svolgimento delle indagini delle diverse magistrature interessate, le quali avevano posto sotto sequestro l'intero corpus documentale rinvenuto. Di tutto ciò si era dato conto nelle precedenti relazioni semestrali. La Commissione ha ora acquisito le risultanze degli accertamenti peritali definitivi disposti dalla procura della Repubblica di Roma e dell'Ufficio istruzione del tribunale di Milano. Si è quindi ritenuto necessario procedere ad una nuova audizione del Ministro dell'interno, che si è svolta l'11 marzo 1998 (la precedente aveva avuto luogo il 29 novembre 1996).

Nel corso della sua ultima audizione il ministro Napolitano ha confermato la piena ed incondizionata disponibilità ad accessi della Commissione a qualsivoglia archivio o compendio documentale di pertinenza del Dicastero da lui diretto; ciò all'indomani del dissequestro delle carte della Circonvallazione Appia, disposto dall'autorità giudiziaria all'esito delle attività di indagine preliminare.

L'Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 1° aprile 1998, ha conferito al senatore Gualtieri l'incarico di redigere una proposta di relazione sul tema degli archivi, questione invero cruciale in un sistema democratico compiuto e che condiziona significativamente la possibilità di esercitare - attraverso la ricostruzione della verità storica - la funzione di controllo e di sindacato sull'operato del Governo e dell'Amministrazione.

 

4. La chiusura delle istruttorie dei procedimenti penali condotti con il vecchio rito processuale.

Si ricorderà che il legislatore, nel corso del 1997, aveva nuovamente dovuto affrontare il problema dei procedimenti istruttori penali ancora in corso secondo il rito anteriore a quello introdotto nel 1989 e che avevano beneficiato, nel corso degli ultimi anni, di numerose e successive proroghe tutte giustificate con la opportunità di non vanificare le indagini, condotte sulla base delle norme abrogate e che non erano ancora giunte, per la loro complessità, a conclusione.

Il legislatore ritenne ormai esaurita la fase di adattamento e di passaggio alla nuova procedura e decise quindi di non concedere una ulteriore proroga a carattere generalizzato; volle però prevedere alcune specifiche eccezioni per i procedimenti più importanti e relativi a reati gravissimi (strage, devastazione, naufragio, disastro aviatorio, saccheggio e guerra civile). Per questi, con la legge n. 183 del 1997, si è prevista una breve proroga di soli sei mesi, fino al 31 dicembre 1997, al fine della conclusione definitiva del lavoro istruttorio e del conseguente deposito degli atti. Hanno così potuto usufruire di un lasso di tempo supplementare i procedimenti penali relativi: alle indagini sul terrorismo di estrema destra e sugli attentati degli anni 1969 e successivi; sull'attentato del 1973 alla Questura di Milano; sul disastro aereo di Ustica; sulla caduta dell'aereo Argo 16. Alla data prevista le istruttorie innanzi indicate si sono peraltro regolarmente esaurite: per alcune di esse sono a tuttoggi già intervenute le decisioni conclusive del giudice istruttore (decreto di archiviazione ovvero rinvio a giudizio); per altre, tali decisioni sono attese per le prossime settimane o, al più, nei prossimi mesi.

Si avvicina quindi finalmente, per quasi tutte le grandi inchieste concernenti fatti di terrorismo, quella fase dibattimentale che auspicabilmente servirà a giungere - almeno sul piano delle responsabilità dei singoli - alle certezze giudiziarie da lungo tempo attese.

 

5. Il Comitato di lavoro per il disastro aereo di Ustica.

Intensa e dettagliata è stata l'attività della Commissione per quanto concerne l'approfondimento dei temi dell'inchiesta sul caso Ustica. Mentre il giudice istruttore del procedimento ha provveduto, come prima detto, a completare la fase delle indagini di sua competenza e si appresta a redigere le sue conclusioni, la Commissione, attraverso l'apposito Comitato di lavoro costituito a suo tempo (il 20 marzo 1997), ha proseguito nella valutazione dei dati tecnico-peritali disponibili, avvalendosi in ciò di tutte le indicazioni ed i chiarimenti opportuni forniti dal magistrato e dell'ausilio di appunti illustrativi e di sintesi di studio predisposti dal consulente incaricato per materia.

Dopo una riunione svoltasi il 29 gennaio 1998, su suggerimento dello stesso Comitato si è deciso di tenere una seduta del plenum della Commissione destinata all'incontro con il collegio peritale d'ufficio, presieduto dal professor Dalle Mese, incaricato delle analisi radaristiche. I periti - provvisti finalmente di quei dati di lettura dei tracciati radar che solo nel mese di ottobre 1997 la NATO ha deliberato di rendere disponibili a fini processuali - hanno svolto l'utile compito di illustrare, anche avvalendosi di una appropriata animazione luminosa proiettata su schermo, le tracce dei velivoli in volo, come rilevate nella contiguità del volo del DC9 dell'Itavia. La seduta della Commissione si è svolta il 10 febbraio 1998 e ad essa ha fatto seguito, in data 13 maggio 1998, un'altra riunione del Comitato di lavoro nel corso della quale è stata presentata dal consulente, ed è stata quindi ampiamente discussa, una sintesi degli aspetti più significativi dei vari tipi di perizie che si sono succedute nel tempo. Il consulente è stato incaricato di completare il suo rapporto di sintesi con riferimento anche ad ogni altro documento peritale, di ufficio o di parte, che risulti disponibile.

Con riferimento ai dati acquisiti dai periti radaristici è doveroso rilevare l'efficacia dell'azione che le autorità italiane hanno svolto con successo nei mesi recenti presso gli organi della NATO per ottenere la possibilità di utilizzare a fini processuali la lettura e le interpretazioni dei tracciati radar, conciliando così l'esigenza di giustizia perseguita dalla magistratura italiana con la tutela della riservatezza connessa al sistema difensivo dell'Alleanza.

 

6. Caso Moro: il ventennale della tragedia, le polemiche e le indagni.

In occasione della ricorrenza del ventesimo anniversario del rapimento e del successivo assassinio dell'onorevole Aldo Moro si è sviluppata un'ampia attività pubblicistica e giornalistica sull'argomento, sono state avanzate o riprese ipotesi e versioni circa l'effettivo svolgimento dei fatti e ci si è nuovamente interrogati sullo sfondo politico della tragedia.

La Commissione non ha mai cessato di dirigere la propria attenzione agli sviluppi, alle emergenze e, allorché è apparso utile, anche alle dichiarazioni rese da responsabili politico-istituzionali dell'epoca, oltre che dai protagonisti della lotta armata.

Va subito ricordato che, conclusosi con pesanti condanne il procedimento cosiddetto Moro-quinquies (che ha portato alla identificazione e alla condanna del quarto uomo di via Montalcini, Germano Maccari) è stato aperto, sulla base di nuove emergenze processuali, un procedimento, Moro-sexies, che ha come punti di riferimento la dinamica esatta dell'agguato di via Fani ed il numero dei partecipanti e le vicende che gravitano intorno all'identificazione e alla scoperta del covo di via Gradoli. La pubblicistica recente ha riportato alla ribalta tutta la problematica connessa alle finalità dell'azione delle Brigate rosse e all'esistenza di eventuali ispiratori. Nel dibattito sono intervenute anche personalità autorevoli e non è mancata una sollecitazione ad approfondire le indagini da parte dello stesso Capo dello Stato. La presa di posizione del presidente Scalfaro ha avuto ampia eco in tutti gli ambienti politici e, in particolare, nell'ambito della nostra Commissione d'inchiesta. Questa ha avvertito subito l'esigenza di una presa di contatto con il Presidente sia al fine di renderlo informato dello stato attuale dei lavori, sia per cogliere ogni suggerimento utile per la conduzione dell'inchiesta parlamentare.

Presi gli opportuni contatti, è stata fissata la data di venerdì 19 giugno 1998 come quella dell'incontro di una delegazione della Commissione con il Presidente della Repubblica.

Per quanto concerne il programma delle attività, la Commissione ha deliberato un calendario di audizioni dirette ad approfondire sia le modalità operative dei considdetti Comitati di crisi, operativi durante i 55 giorni del sequestro, che i possibili risvolti della ben nota "seduta spiritica" durante la quale sarebbe emerso il nome "Gradoli".

 

7. La pubblicazione immediata dei resoconti stenografici delle sedute. La modifica del Regolamento interno.

Il Regolamento interno della Commissione, varato nel 1988, prevedeva, al suo articolo 13, la redazione di resoconti stenografici delle sedute ma, con l'articolo 22, ne rinviava la pubblicazione ad una decisione della Commissione da adottarsi a fine lavori, contestualmente alla presentazione della relazione conclusiva.

Nel corso degli anni di attività si è però venuta affermando la prassi, ampiamente apprezzata dagli organi di informazione, di trasmettere dal vivo tutte le fasi non segrete delle sedute alla sala stampa del palazzo di S. Macuto per il tramite del collegamento televisivo interno. Tale prassi ha tolto ragione e significato all'originario divieto di pubblicazione immediata degli stenografici; va aggiunto del resto che questi, redatti in bozze dattilografiche ed in attesa di stampa, sono stati, con larghezza di giudizio da parte della Presidenza, posti a disposizione anche di giornalisti e di studiosi, oltre che, naturalmente, dei membri della Commissione.

Si era però venuta a sostanziare nel corso degli anni una situazione di disparità fra chi (i giornalisti presenti nella sala stampa, alcuni studiosi ed uomini politici) poteva, a vario titolo e per diverse ragioni, venire in possesso o a conoscenza del contenuto delle sedute e coloro (operatori dell'informazione, giornalisti non accreditati, persone interessate alle inchieste, associazioni politiche o dei congiunti delle vittime degli atti di terrorismo) che non potevano utilizzare tale opportunità.

In nome della trasparenza e della completezza dell'informazione si sono anche levate voci critiche, soprattutto da parte dei parenti delle vittime, di enti culturali e di organizzazioni sociali e politiche, che a più riprese hanno chiesto di poter disporre con regolarità dei resoconti stenografici.

Del resto, è stato fatto notare che la pubblicazione non poneva in gioco la tutela dell'audito: questa, mentre sarebbe comunque contraddetta dalla prassi consolidata dell'attivazione del circuito televisivo interno, resterebbe in ogni caso assicurata con la possibilità riconosciuta dall'audito stesso di chiedere la secretazione della sua testimonianza e, quindi, la contestuale e conseguente disattivazione del collegamento video. Si è fatto anzi al riguardo rilevare come l'audito risulti più garantito dalla diffusione ufficiale, tempestiva e corretta delle sue dichiarazioni, piuttosto che dalle interpretazioni di queste, a volte incomplete o imprecise, quali risultanti dal tramite dei media o dei commenti dei politici.

Prendendo atto e valutando tutti gli aspetti del problema così come appena delineati, la Commissione, nella sua seduta del 21 gennaio 1998, ha adottato una modifica del vigente Regolamento prevedendo (al pari di quanto deciso da altre Commissioni d'inchiesta, come ad esempio l'Antimafia) un regime di circolazione e di diffusione ordinaria ed immediata degli stenografici, che pertanto vengono immessi fra gli Atti parlamentari in attesa di essere poi, a conclusione dei lavori, inseriti negli appositi volumi destinati a raccogliere tutti i documenti acquisiti o prodotti dalla Commissione e dei quali venga deliberata la pubblicazione.

PELLEGRINO, presidente

Home page Commissione stragi