COMMISSIONE PARLAMENTARE
per il parere al Governo
sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belìce

MERCOLEDÌ 23 OTTOBRE 1996


4a Seduta

Presidenza del Presidente
LAURICELLA

La seduta inizia alle ore 10,20.

PROCEDURE INFORMATIVE
AUDIZIONE DEL MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI, DOTT. ANTONIO DI PIETRO
(Il Ministro è assistito dal dott. Marcello Arredi, direttore generale dell'edilizia statale e dei servizi speciali)
(R046 001 B81a, 0001°)
Il presidente LAURICELLA ringrazia il Ministro per aver voluto accogliere l'invito della Commissione a riferire in Parlamento. Il ringraziamento è tanto più sentito e convinto, in quanto intende riconoscere un comportamento nuovo del Governo, che in passato non aveva ritenuto di farsi rappresentare alle sedute dal Ministro dei lavori pubblici che pure costituisce il naturale interlocutore della commissione parlamentare.

Ricorda per sommi capi la situazione in cui versano i comuni della valle terremotata e così pure il fatto che, dei 3100 miliardi di somme autorizzate con le diverse leggi per il periodo 1968-1995, i pagamenti effettivamenti disposti a valere sulle autorizzazioni di spesa risultano pari a 2272 miliardi. Le cifre evidenziano come (tra somme andate in economia e residui ancora da pagare) una grossa parte degli stanziamenti autorizzati sono stati sottratti ai comuni, i quali per contro sono stracolmi di progetti presentati da privati. Tutti questi fatti sono indice di mancanza di volontà politica che è compito della Commissione e del Governo correggere in positivo.

Il ministro DI PIETRO vuole mettere in chiaro quali siano i livelli di responsabilità che competono al Ministro, al Governo nel suo complesso ed al Parlamento.

Il Ministro dei lavori pubblici in quanto tale adempie ad una funzione attuativa di opere, per eseguire le quali è del tutto ovvio che sono necessari finanziamenti. Questi ultimi sono stati quantificati dai comuni interessati alla ricostruzione in circa 2400 miliardi: 1600 miliardi destinati ad abitazioni ed 800 miliardi per opere di urbanizzazione.

Ricorda come gli stanziamenti previsti nei passati esercizi finanziari sono stati successivamente rimodulati, al punto che le somme spendibili oggi ammontano ad appena 33 miliardi.

Il ministro DI PIETRO termina la sua breve introduzione sostenendo che il suo ministero non è affatto contrario a che i comuni assumano un ruolo più ampio nella definizione ed esecuzione delle opere pubbliche, purchè sia garantito un adeguato controllo che assicuri che le somme spese vadano a beneficio di chi effettivamente ne ha bisogno.

Intervengono i deputati LUCCHESE, ACIERNO, GERARDINI ed i senatori CORRAO, MARINI, BARRILE e RAGNO.

In particolare il vicepresidente LUCCHESE fa rilevare come non sia esatto sostenere che al Ministero non compete la responsabilità di reperire i finanziamenti, dal momento che non si può negare ad esso una funzione di proposta. Ad ogni buon conto egli ricorda di aver presentato alla Camera un apposito disegno parlamentare, per il rifinanziamento dei lavori di ricostruzione (atto Camera n. 610).

Il senatore CORRAO sostiene che non è propriamente condivisibile il punto di vista del Ministro, secondo il quale bisogna prima accertare l'esatto fabbisogno e poi provvedere. Resta infatti poco chiaro se il fabbisogno debba essere calcolato in base alla normativa vigente ovvero collocato nella prospettiva di una nuova normativa, per l'approvazione della quale al Ministro compete indubbiamente una responsabilità non secondaria. Ritiene inoltre che il Governo possa e debba sensibilizzare con atti politici la Regione siciliana affinchè destini alla valle del Belice parte dei soldi stanziati per l'edilizia residenziale.

Il deputato ACIERNO, che parla a nome del gruppo Forza Italia, ritiene grave sentir dire da un Ministro in carica che dei problemi urgenti - che travagliano la Valle del Belice - se ne parlerà in un secondo momento, quando sarà accertato il fabbisogno esatto e saranno approntati relativi finanziamenti. Il ministro Di Pietro è componente di un organo collegiale, all'interno del quale ha il preciso dovere costituzionale di far valere le proprie convinzioni.

Il senatore BARRILE sostiene che il Ministro deve dire una parola chiara, dopo tanti anni di ignavia dei governi succedutisi finora. Nel ricordare come i terremoti che hanno colpito il Friuli e l'Irpinia hanno avuto ben altro trattamento, ricorda come il Ministro dovrebbe impegnarsi per far approvare in tempi rapidi lo stanziamento di 300 miliardi già previsto in sede di emendamenti alla legge di conversione del decreto legge n. 450 concernente le aree depresse.

Il deputato GERARDINI si complimenta con il Ministro per il linguaggio chiaro ed efficace. Ritiene che possa essere utilmente sperimentata la formula degli accordi di programma tra Ministero ed altri livelli istituzionali interessati alla esecuzione delle opere, fermo rimanendo che la responsabilità politica dell'attuazione del programma compete al Ministero. Ritiene infine che debba essere ricercato un migliore accordo tra le competenze del ministero dei lavori pubblici e quelle del bilancio e del tesoro.

Il senatore MARINI ritiene che la Commissione non debba occuparsi soltanto del reperimento e della destinazione dei finanziamenti, ma sforzarsi di inserire la questione della ricostruzione in un quadro istituzionale più ampio.

Il senatore RAGNO sostiene che le parole del Ministro sottendono la consapevolezza di non aver trovato nel Governo la necessaria disponibilà ad accogliere le richieste dei comuni terremotati. Siccome però è urgente provvedere ai finanziamenti e la Commissione è unanime nel richiedere l'adozione di provvedimenti rapidi, il Ministro dovrà farsi carico di interpretare la volontà politica del Parlamento presso il Governo collegialmente inteso. Diversamente la Commissione non avrebbe ragione di esistere.

Il ministro DI PIETRO, rispondendo brevemente, chiarisce come il suo intendimento fosse non certo quello di «lavarsene le mani» ma di rappresentare alla Commissione le difficoltà in cui è costretto ad operare.

Rivolto al rappresentante di Forza Italia, ricorda che è stato proprio il governo Berlusconi a stabilire il principio che i finanziamenti dovevano essere dilazionati in attesa di conoscere l'esatto fabbisogno.

Precisa che il suo intendimento è quello di essere leale fino in fondo rispetto al Governo di appartenza, anche se il suo ruolo è quello di Ministro tecnico, che non fa riferimento ad un gruppo parlamentare.

In definitiva il ministro DI PIETRO sostiene di essersi fatto già promotore, in sede di preparazione della legge finanziaria, di adeguati stanziamenti; così pure proseguirà il suo impegno sia nel senso di farsi promotore di emendamenti alla legge finanziaria sia nel senso di accogliere emendamenti che dovessero essere presentati dai parlamentari anche con riferimento ad altre leggi di spesa, come sono i provvedimenti che concernono le aree depresse. Ricorda che la questione del controllo non può essere agitata astrattamente, dal momento che essa presuppone l'esistenza di un flusso di finanziamenti e di interventi il quale non è ancora stato ripristinato.
Il Ministro prospetta inoltre di modificare la legge 120 del 1987 sulla ricostruzione del Belice, che prevede il concorso dello Stato nella ricostruzione di tutti i beni distrutti dal sisma. Egli si dice convinto dell'assoluta priorità di destinare i fondi a chi deve ancora ricostruire la prima casa, e non invece a chi la casa ce l'ha già, e deve magari costruire la seconda o la terza.

La seduta termina alle ore 11,15.