COMMISSIONE PARLAMENTARE

di controllo sull’attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

GIOVEDÌ 22 Febbraio 2001

135ª Seduta

Presidenza del Presidente

Michele DE LUCA


        La seduta inizia alle ore 14,20.

Seguito dell’esame della proposta di relazione sui risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e sulle prospettive di sviluppo del sistema pensionistico

        La Commissione prosegue nell’esame della proposta di relazione presentata dal Presidente.
        Il senatore MACONI, espresso apprezzamento per la stesura del testo conclusivo, si dichiara favorevole all’approvazione della proposta di relazione.
        Il senatore AGOSTINI manifesta anch’egli consenso al documento redatto dal Presidente.
        Il PRESIDENTE rinvia quindi il seguito dell’esame alla prossima seduta.

Discussione sulle comunicazioni del Presidente sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza

        Sulle proposte del Presidente, illustrate nella seduta di ieri, interviene il senatore MACONI che esprime consenso all’iniziativa articolata, volta a dar conto del lavoro svolto dalla Commissione con riferimento alle dismissioni immobiliari degli enti pubblici di previdenza.
        Il senatore AGOSTINI considera positivamente l’iniziativa proposta dal Presidente che consente di non disperdere l’attività di controllo e di verifica condotta dalla Commissione sulle dismissioni immobiliari.
        Il presidente DE LUCA comunica quindi che invierà al Ministro del lavoro la lettera del seguente tenore:

«Onorevole Ministro,
            la Commissione ha ritenuto condivisibile la scelta di dismettere il patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza entro scadenze ravvicinate, secondo l’indirizzo da Lei adottato nell’agosto 1999.

        Nel verificare i risultati di gestione dell’attività degli enti, la Commissione era da tempo giunta alla conclusione che il patrimonio immobiliare non costituisse una apprezzabile fonte di reddito, addirittura determinando, talora, un appesantimento dei bilanci e risultando, comunque, inadeguata a costituire un significativo apporto al finanziamento degli enti pubblici di previdenza. Non va dimenticato che l’investimento immobiliare è stato spesso il risultato di scelte esterne agli enti ai quali si è erroneamente assegnato, negli anni, un ruolo di supplenza nella politica sociale della casa.
        Gli enti pubblici di previdenza devono, al contrario, essere ricondotti ai loro compiti istituzionali e dunque, anche sotto questo importante profilo, le dismissioni immobiliari costituiscono un’opzione da considerarsi con favore.
        La Commissione ha tuttavia accertato, nell’attuazione delle procedure di alienazione, notevoli ritardi da attribuire, almeno inizialmente, all’adattamento delle strutture gestionali degli enti a esigenze, del tutto inedite, imposte dalle operazioni di vendita, nonché ai frequenti aggiustamenti, pur indispensabili, di carattere normativo intervenuti nel corso delle procedure. Inoltre, nella fase conclusiva delle vendite all’inquilinato, devono, tra l’altro, segnalarsi difficoltà nell’erogazione dei mutui da parte del sistema creditizio che, probabilmente anche per effetto della novità dell’operazione, sembra denunciare una insufficiente capacità di valutazione al riguardo. Né può essere trascurata l’esigenza di una particolare tutela di inquilini che, versando in condizioni particolarmente disagiate, sono esclusi dall’accesso ai mutui.
        I ritardi rispetto alle scadenze programmate hanno vanificato l’obiettivo di assicurare, al 31 dicembre 2000, un’entrata di cassa attorno ai 3.000 miliardi.
        Se le dismissioni immobiliari, anche a seguito della modifica dei criteri di definizione degli immobili di pregio, costituiscono una opportunità vantaggiosa per quella vasta platea di inquilini non appartenenti a fasce sociali particolarmente deboli, non altrettanto può dirsi per gli enti. I bilanci sono appesantiti da minusvalenze determinate dalla differenza fra i valori «storici» di acquisto degli immobili, i valori di mercato e le entrate realizzate – o realizzabili – per effetto delle agevolazioni previste dalla normativa vigente.
        A conclusione di un dialogo costante che ha caratterizzato i rapporti tra la Commissione e il Governo, segnalo alla Sua valutazione tali risultanze insieme alla esigenza, avvertita dagli enti e condivisa dalla Commissione, di scelte programmate in ordine alla disponibilità delle somme ricavate dalle dismissioni immobiliari.
        Il continuo colloquio con tutti i soggetti interessati e la pubblicazione degli atti che hanno registrato le diverse fasi dell’operazione di dismissioni costituiscono il contributo che la Commissione, nell’esercizio della funzione di controllo parlamentare, così come configurata dalla norma istitutiva, ha assicurato all’analisi e alla verifica dei diversi aspetti di una tematica complessa, anche sotto il profilo tecnico.
        A Lei, come Ministro vigilante, la Commissione prospetta, in sintesi, con la mia nota, alcune delle questioni più rilevanti sulle quali deve esercitarsi il potere di indirizzo del Governo.
        Al Parlamento è consegnato, con la pubblicazione degli atti, il compendio dei risultati dell’attività di controllo perché questa possa riprendere e proseguire non appena la Commissione sarà ricostituita nella prossima legislatura».

        Il PRESIDENTE avverte altresì che il testo della lettera sarà pubblicato a introduzione del compendio della documentazione acquisita e dei Resoconti stenografici delle audizioni svolte sul tema delle dismissioni immobiliari degli enti pubblici di previdenza.

CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

        Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi martedì 27 febbraio, alle ore 20, con il seguente ordine del giorno: Seguito dell’esame della proposta di relazione sui risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e sulle prospettive di sviluppo del sistema pensionistico.
        
La seduta termina alle ore 14,40.