LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

GIOVEDÌ 1o AGOSTO 1996


25a Seduta

Presidenza del Presidente
SMURAGLIA

Intervengono i sottosegretari di Stato per il lavoro e la previdenza sociale MONTECCHI e PIZZINATO.

La seduta inizia alle ore 15,10.

PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazione

In apertura di seduta il senatore DE LUCA Michele dichiara di aggiungere la propria firma all'interrogazione n. 3-00159, del senatore Guerzoni, riguardante l'incidente sul lavoro del 23 luglio sulla linea ferroviaria Bologna-Piacenza, nei pressi di Modena, in cui hanno perso la vita tre operai.

Il sottosegretario PIZZINATO risponde quindi all'interrogazione n. 3-00159, facendo presente che dai primi accertamenti effettuati dall'Ispettorato del lavoro non è emerso che la ditta appaltatrice, la Strukton Spoorweg Bouw B.V., Italian Branch, con sede a Milano, abbia suppaltato parte dei lavori. È risultato invece, che la predetta azienda per l'esecuzione dei lavori si avvaleva di propri dipendenti e soprattutto di personale distaccato da altre aziende del medesimo settore (armamento ferroviario), previa applicazione della procedura prevista dall'articolo 8, comma 3, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito nella legge 19 luglio 1993, n. 236. Tale disposizione prevede che gli accordi sindacali, al fine di evitare riduzione di personale, possano regolare il comando o il distacco temporaneo di uno o più lavoratori da un'impresa ad altre. Gli accertamenti in corso sono anche diretti a verificare la liceità dei predetti distacchi, in rapporto, tra l'altro, alle condizioni dettate dalla legge n. 1369 del 1960. Dalle dichiarazioni acquisite è emerso che una squadra di operai si recava sul cantiere in anticipo, rispetto alla fascia oraria di interruzione della circolazione, per eseguire lavori preparatori. Risulta inoltre che a seguito di un incontro dei dirigenti delle Ferrovie dello Stato con la Rappresentanza sindacale unitaria, avvenuto il 25 giugno 1996, le Ferrovie dello Stato medesime provvedevano a prolungare di ulteriori 28 minuti la fascia di interruzione della circolazione ferroviaria per consentire l'esecuzione dei lavori preparatori. Di fatto però la ditta ha utilizzato i 28 minuti per la attività di produzione e non per quella di preparazione e ha fatto svolgere ugualmente le attività preparatorie in regime di circolazione dei treni anticipando l'inizio dei lavori. È da supporre che l'impresa appaltatrice tendesse ad intensificare l'attività per ultimare i lavori nei termini previsti nel contratto d'appalto al fine di non incorrere nelle penalità previste per eventuali ritardi. La FILT-CGIL in data 8 luglio segnalava all'organo di vigilanza che nel cantiere in questione venivano eseguiti lavori preparatori prima dell'interruzione del traffico ferroviario, con una illuminazione insufficiente ed in assenza di altre misure di sicurezza. L'Ispettorato del lavoro programmava la visita ispettiva, che non veniva eseguita a causa dell'assenza per malattia del funzionario incaricato. Al riguardo si rappresenta che negli ultimi anni l'Ispettorato di Modena ha subìto un notevole ridimensionamento del personale, già carente. Attualmente infatti sono in servizio 21 unità, di cui 5 ispettori impiegati a tempo pieno, compresi i 2 ispettori tecnici, a fronte di un organico di 76 unità previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 maggio 1996, concernente la rideterminazione delle dotazioni organiche. Più in generale, nel richiamare l'attenzione sull'inadeguatezza di organico (3.100 unità in servizio a fronte delle previste 6.000 e quindi con una carenza complessiva di 2.900 unità) e di mezzi finanziari e strumentali della struttura ministeriale di vigilanza nel suo complesso, il Ministero ritiene che è quanto mai doveroso intervenire sul potenziamento dell'attività ispettiva, se non altro perchè la deregolazione in atto e la maggior flessibilità dei rapporti di lavoro - accompagnata da significative misure dirette ad incentivare l'occupazione sotto forma di contributi statali, fiscalizzazione degli oneri sociali ed agevolazioni fiscali - pone, come naturale contraltare, la funzione dell'ispezione del lavoro in posizione di centralità nel mondo del lavoro a presidio della legalità dei comportamenti e della effettività delle norme lavoristiche. Tanto più, ove si consideri che unitamente alle prospettate esigenze si aggiunge quella della sicurezza dei luoghi di lavoro che vede ancora una specifica funzione degli Ispettorati per alcuni particolari aspetti - fra essi quello relativo agli impianti ferroviari - pur essendo la competenza in materia, in via generale, rimessa alle unità sanitarie locali. Il ricorso poi, nelle aree a più intenso tasso di sviluppo, all'utilizzo massiccio di prestazioni straordinarie e al decentramento in forma anomala di attività produttiva nonchè l'intreccio divenuto ormai strutturale - per non essere più limitato alle sole aree sottosviluppate - fra forme di organizzazione del lavoro non consentite - subappalti, caporalato, utilizzo fraudolento di risorse della Unione europea - e gruppi malavitosi hanno portato alla ribalta l'esigenza di perseguire la tutela del lavoratore con interventi globali, attraverso un tipo di ispezione interdisciplinare, estesa alla gestione dei rapporti in ogni loro manifestazione. È di tutta evidenza pertanto l'improcrastinabilità del rafforzamento e della ulteriore qualificazione dell'organo ispettivo anche al fine di impostare una programmazione dell'attività di vigilanza più mirata ed incisiva finalizzata ad obiettivi preventivamente individuati che si discosti dalla attuale necessitata metodologia legata alla richiesta d'intervento da parte dell'utenza. Quanto alle concrete misure da intraprendere per realizzare il predetto potenziamento, vero è che con il suddetto decreto del 7 maggio 1996 si è dato luogo alla rideterminazione delle dotazioni organiche delle qualifiche dirigenziali e funzionali del personale del Ministero del lavoro, ma è da ritenere che il passaggio da una situazione virtuale ad una effettiva non è realizzabile in tempi brevi, attese le procedure da seguire, e i tempi occorrenti che, fra l'altro, sembrano, allo stato, condizionati dalla prospettata regionalizzazione dei servizi per l'impiego, ferma restando la funzione centrale dell'Ispettorato del lavoro. Pertanto, nell'immediato una misura praticabile per far fronte all'emergenza sarebbe individuabile nell'attuazione di un programma di «distacchi possibili» di personale con qualifiche medio-alte attualmente in servizio presso gli Uffici del lavoro - in tal senso si è definita l'unificazione dei ruoli rimessa alla valutazione del Ministro per la funzione pubblica e del Ministero del tesoro - previa la necessaria attività di formazione per la riqualificazione e riconversione professionale. L'esigenza di formazione ed aggiornamento del personale non si esaurisce peraltro solo nell'attuazione del predetto processo di riconversione ma si pone come necessità e momento essenziale per il rilancio qualitativo del personale ispettivo già in servizio, ciò anche al fine di potenziare le attività di consulenza ed informazione e comunque le iniziative di «prevenzione» degli illeciti ed abusi nel mondo del lavoro. Quanto poi alle risorse strumentali appare non più rinviabile l'informatizzazione dell'attività dell'Ispettorato e ciò non solo per le esigenze di snellimento e di ammodernamento delle procedure ma soprattutto per mettere l'organo ispettivo in condizione di comunicare adeguatamente ed in tempo reale con altri soggetti istituzionali che operano nel mondo del lavoro (Istituti previdenziali, Camere di commercio, Organizzazioni datoriali e sindacali, Servizi per l'impiego) o la cui azione comunque si intreccia con quella dell'organo medesimo (Guardie di finanza, Uffici finanziari, Forze di polizia). Necessita infine affrontare in modo decisivo le problematiche legate alle scarse disponibilità finanziarie assegnate all'Ufficio, che spesso incidono significativamente sull'attività istituzionale rallentandola o a volte persino impedendola. Si fa menzione, da ultimo, del recentissimo provvedimento legislativo che decurta pesantemente gli accreditamenti per missioni, particolarmente utili per far fronte a esigenze particolari che insorgono nella stagione estiva; ciò com'è facile immaginare, ove non intervengano apposite deroghe, condizionerà fortemente l'azione di vigilanza degli Ispettorati o in taluni casi la paralizzerà del tutto. Questa situazione è stata peraltro rappresentata ai Ministri del tesoro e per la funzione pubblica. Per realizzare gli obiettivi sopra illustrati, oltre ai corsi già effettuati per i carabinieri da adibire ai servizi ispettivi, la struttura amministrativa del Ministero opererà per realizzare una sinergia fra le diverse funzioni di vigilanza e controllo; per il potenziamento degli organici; per la formazione del personale; per un ridisegno dell'Ispettorato nel quadro del riassetto del Ministero del lavoro.

Il senatore GUERZONI ringrazia il rappresentante del Governo per la sollecitudine con la quale si è provveduto a dare risposta alla sua interrogazione che, peraltro, riguarda un episodio assai grave e preoccupante. Peraltro, esprime soddisfazione per il fatto che l'interrogazione stessa ha offerto l'occasione di porre in evidenza la grave situazione nella quale versano i servizi ispettivi del Ministero del lavoro. Si dichiara però solo parzialmente soddisfatto per la risposta, relativamente allo specifico quesito posto. Infatti, non si può non rilevare che le carenze di personale dell'Ispettorato del lavoro di Modena devono essere valutate alla luce della realtà di tale area, una delle più industrializzate del Paese, che vanta un triste primato per il numero di incidenti sul lavoro, stando ai dati forniti dagli enti pubblici. L'Ispettorato provinciale del lavoro è in grado di operare per meno della metà delle segnalazioni di violazione di norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro, che oscillano tra le 1600 e le 2000 all'anno. Una di esse, peraltro, come ha ricordato il Sottosegretario, aveva per oggetto proprio le condizioni di sicurezza dei cantieri sulla linea ferroviaria Bologna-Piacenza, e recenti notizie apparse sulla stampa concorrono a far ritenere che vi siano vistose responsabilità delle Ferrovie dello Stato e della ditta appaltatrice e le stesse notizie danno adito a forti dubbi sulla legittimità dell'appalto. Nell'osservare che un ufficio ispettivo caratterizzato dalle carenze strutturali alle quali ha fatto riferimento il rappresentante del Governo non può certo offrire all'opinione pubblica un'immagine rassicurante sulle attività poste in essere dalla pubblica amministrazione per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, il senatore Guerzoni auspica che l'organico dell'Ispettorato del lavoro di Modena possa essere incrementato almeno con l'invio di un ingegnere, tenendo conto che tale figura professionale vi manca da otto anni.

Il presidente SMURAGLIA dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C11a, 0011o)

Il PRESIDENTE avverte che il ministro Treu si è dichiarato disposto a svolgere alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva le comunicazioni, richieste ieri dal senatore Tapparo, relativamente all'esito degli incontri in corso con le parti sociali sulle misure da adottare in materia di occupazione e lavoro e alla preparazione della Conferenza nazionale di settembre. La Commissione pertanto tornerà a riunirsi giovedì 12 settembre 1996 alle ore 15 per ascoltare il Ministro su tali temi. Nella stessa giornata si terranno le audizioni già programmate presso l'Ufficio di Presidenza integrato con i rappresentanti dei Gruppi parlamentari sul disegno di legge n. 82, riguardante la riforma del mercato del lavoro.
Avverte altresì che presso l'Assemblea della Camera dei deputati è in corso la discussione del disegno di legge recante proroga dei termini per l'emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 8 agosto 1995, n. 335 e che la votazione finale di tale provvedimento è prevista nel pomeriggio. Poichè il suddetto disegno di legge è già iscritto all'ordine del giorno del Senato, ove esso sia trasmesso in tempo dalla Camera dei deputati, la Commissione dovà procedere all'esame in sede referente al termine della seduta dell'Assemblea, prevista per le ore 20, per essere in grado di riferire all'Assemblea stessa nella seduta già convocata per domani mattina. Propone pertanto di sospendere la seduta in attesa dell'assegnazione del citato disegno di legge.

Conviene la Commissione.

La seduta, sospesa alle ore 15,40, è ripresa alle ore 20,05.

IN SEDE REFERENTE
(1168) Proroga dei termini per l'emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 8 agosto 1995, n. 335, recante riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame)

Introduce l'esame il presidente SMURAGLIA, il quale ricorda che la legge n. 335 del 1995 ha conferito numerose deleghe legislative al Governo assegnando per l'esercizio di esse il termine di 12 mesi, termine che viene a scadere il 17 agosto di quest'anno, con l'eccezione della delega prevista dall'articolo 3, comma 21 della suddetta legge, riguardante l'emanazione di un testo unico delle disposizioni in materia previdenziale, per l'esercizio della quale il termine previsto è di 20 mesi dall'entrata in vigore della legge stessa. Mentre alcune deleghe sono state esercitate entro il termine previsto dalla legge di riforma previdenziale, per altre, volte a regolare situazioni particolarmente complesse, si pone il problema di prevedere un termine più ampio, che consentirà anche alle Commissioni parlamentari di esprimere il loro parere in tempi congrui, diversamente da quanto è avvenuto recentemente in alcuni casi. Il disegno di legge in titolo, pertanto, recepisce l'esigenza di un differimento dei termini posti per l'emanazione dei decreti legislativi previsti dalla legge di riforma pensionistica: il comma 1, in particolare, è stato modificato dalla Camera dei deputati che ha fissato al 30 aprile 1997 il termine originariamente previsto, nel testo presentato dal Governo, al 30 giugno dello stesso anno. Si tratta di una modifica opportuna, in quanto consente di limitare il periodo di tempo nel quale persisterà una differenza di trattamento tra le varie categorie destinatarie dei provvedimenti di allineamento con il regime dell'assicurazione generale obbligatoria. In conclusione, dopo aver comunicato che la 5a Commissione ha espresso sul disegno di legge in titolo parere di nulla osta, il Presidente relatore propone alla Commissione di esprimersi in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge in titolo nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati, e dichiara aperta la discussione generale.

Si apre il dibattito.

Rispondendo a un quesito del senatore CORTELLONI, il sottosegretario MONTECCHI dà conto dettagliatamente delle deleghe già esercitate dal Governo e richiama l'attenzione sulla complessità delle deleghe non ancora esercitate, che affrontano materie assai delicate, e che comportano da un lato il confronto con i soggetti interessati e dall'altro tempi di elaborazione adeguati, comprensivi di quelli assegnati alle Camere per l'espressione del parere.

Il senatore CORTELLONI osserva che le Camere in sede di approvazione della legge n. 335 del 1995 non hanno evidentemente tenuto conto della complessità di alcune materie la cui disciplina è stata demandata ad appositi decreti legislativi, da emanare nel termine, rivelatosi eccessivamente ottimistico, di un anno. Egli si esprime in senso contrario al disegno di legge in titolo, poichè ritiene che esso, nel determinare uno squilibrio tra categorie per le quali si è già proceduto all'allineamento con il regime dell'assicurazione generale obbligatoria e categorie che si trovano tuttora, per quanto riguarda i regimi pensionistici, nella situazione precedente all'entrata in vigore della legge di riforma previdenziale, incida negativamente sulla certezza delle posizioni giuridiche soggettive.

Dopo che il presidente SMURAGLIA ha fatto presente al senatore Cortelloni che le Camere, nell'approvare le leggi di riforma previdenziale, non potevano evidentemente prevedere lo scioglimento anticipato della legislatura, che ha comportato un ritardo difficilmente colmabile, e certamente non imputabile a una qualche volontà soggettiva, nella predisposizione dei decreti legislativi, prende la parola il senatore DUVA, il quale si esprime in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge in titolo osservando che la proroga dei termini ivi recata si rende necessaria proprio per completare il quadro tracciato dalla legge di riforma previdenziale e quindi, contrariamente a quanto sostiene il senatore Cortelloni, per garantire la certezza del diritto a tutte le categorie interessate dalle misure di armonizzazione. Nell'approvare definitivamente il provvedimento all'esame, il Parlamento dovrebbe segnalare all'Esecutivo la necessità di operare attivamente affinchè il disegno normativo previsto dalla legge di riforma previdenziale venga comunque completato quanto prima con l'emanazione dei decreti legislativi da essa previsti.

Il senatore TAPPARO, nell'esprimersi in senso favorevole al disegno di legge n. 1168, rileva che con l'approvazione della legge n. 335 del 1995 il Parlamento è riuscito a ridisegnare il sistema previdenziale, affrontando così una questione sulla quale in questi anni si sono misurati, non sempre con successo, tutti i paesi dell'Unione europea. Purtroppo, la conclusione anticipata della XII legislatura non ha consentito di sfruttare al meglio il tempo a disposizione del Governo per l'esercizio delle deleghe legislative, anche se nella corrente legislatura sono stati compiuti significativi passi in avanti, come la Commissione stessa ha potuto constatare in sede di espressione del parere sugli schemi di decreti legislativi previsti dalla legge n. 335, già trasmessi dal Governo. Nel pronunciarsi a favore della modifica introdotta dalla Camera dei deputati, il senatore Tapparo invita il Governo ad accelerare quanto più possibile i tempi di predisposizione dei decreti legislativi non ancora emanati.

Il senatore MONTAGNINO ricorda che il Governo ha esercitato quattro delle nove deleghe previste dalla citata legge n. 335, emanando provvedimenti apprezzabili nel contenuto e che lasciano ben sperare quanto alla formulazione dei decreti legislativi ancora da emanare. Proprio per consentire tempi di elaborazione adeguati alla complessità delle situazioni da disciplinare, si rende pertanto indispensabile approvare il differimento dei termini previsto dal disegno di legge in titolo, a favore del quale voterà.

Il senatore BONATESTA osserva che il persistere di squilibri tra le varie categorie, aggravato dall'inerzia del Governo nell'emanazione dei decreti legislativi previsti dalla legge di riforma previdenziale, rende di fatto assai precario l'intento di procedere ad una armonizzazione dei diversi regimi pensionistici. In realtà, finora, sono state emanate norme in larga misura peggiorative delle condizioni di numerose categorie, come spesso hanno denunciato le forze dell'opposizione, e oggi il Governo richiede una proroga che, a giudicare da quanto è stato fatto finora, non sarà certamente l'ultima. Egli pertanto voterà contro il disegno di legge in titolo.

Il PRESIDENTE, nel prendere atto del prevalere di una posizione favorevole alla approvazione del disegno di legge in titolo, dichiara conclusa la discussione generale.

Dopo che il senatore NOVI, nel dichiararsi perplesso sulla possibilità che la proroga recata dal disegno di legge in titolo consenta al Governo di pervenire al riordino del sistema previdenziale nei termini previsti, ha annunciato che il Gruppo Forza Italia si asterrà sul disegno di legge all'esame, la Commissione, a maggioranza, conferisce al presidente Smuraglia il mandato di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge n. 1168 nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati e di richiedere l'autorizzazione a svolgere oralmente la relazione.

La seduta termina alle ore 20,30.