AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3
a
)
GIOVEDI' 14 MAGGIO 1998
128
a
Seduta
Presidenza del Presidente
MIGONE
Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Toia.
La seduta inizia alle ore 15,15.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C03
a
, 0017°)
Il presidente MIGONE sottolinea il ben diverso risalto dato dai giornali italiani e stranieri in questi giorni agli esperimenti atomici in India. Chiede la disponibilità del Governo a fornire un quadro della situazione in tempi brevissimi, investendo nelle medesime comunicazioni tutta la questione della proliferazione delle armi nucleari.
Il senatore SERVELLO si dichiara d’accordo, ma ritiene che simili problemi rivestano un’urgenza tale da non doversi arrestare di fronte alla sospensione dei lavori del Senato prevista per la prossima settimana.
Il senatore ANDREOTTI segnala anche la presenza a Roma nella medesima settimana del vice primo ministro iracheno Tarek Aziz, che sarebbe interessante poter incontrare.
Il senatore PORCARI concorda sull’importanza ma non sull’urgenza dell’argomento, ritenendo che la posizione italiana non determinerà alcuno scossone sulla scena internazionale: inoltre, teme che simili convocazioni in periodi di aggiornamento risultino concretamente disertate dai senatori assenti da Roma. Ciò ovviamente non significa indulgenza verso i test nucleari, su cui rimane ferma la posizione di condanna non essendo mai sufficienti le parole spese in proposito.
La senatrice DE ZULUETA, al contrario, considera urgente una presa di posizione del Parlamento italiano, anche in assenza di una posizione univoca in campo europeo. Tanto più che è imminente la visita del Primo Ministro del Pakistan e occorre che il Governo italiano prenda una chiara posizione per sottolineare il pericolo di riarmo a catena in tutta l’Asia: va inviato un messaggio chiaro di rifiuto della proliferazione nucleare.
Il senatore VOLCIC concorda con l’urgenza ma precisa che l’assenza di molti senatori è motivata anche da assise internazionali convocate per la prossima settimana. Richiama all’attenzione il fatto che, parallelamente alla discussione sui pericoli di una catena di riarmo, occorrerebbe anche allora affrontare nello stesso contesto il problema del futuro ruolo della NATO e del mantenimento delle sue basi.
Il senatore PIANETTA ritiene viva l’urgenza prospettata e suggerisce di prendere iniziative sin dalla prossima settimana per inviare un forte segnale di attenzione da parte del Parlamento italiano.
Il presidente MIGONE rassicura che si adoprerà per prendere gli opportuni contatti con l’altro ramo del Parlamento al fine di convocare una seduta congiunta delle due Commissioni esteri; ove ciò non fosse possibile l’argomento sarà iscritto all’ordine del giorno della settimana successiva.
Il sottosegretario TOIA fa presente che il Governo italiano sia sul piano bilaterale che europeo ha preso una serie di iniziative concrete. A Roma è stato convocato per chiarimenti e informazioni l’ambasciatore indiano insistendo sul rispetto degli impegni internazionali riguardanti il disarmo nucleare. A livello europeo si è chiesto l’inserimento di questo problema all’ordine del giorno del prossimo vertice e altrettanto si farà per il prossimo G 8, e si chiederà anche l’invio di una
troika
in India; si sono intensificati i colloqui degli ambasciatori a Islamabad per svolgere un'azione diplomatica anche verso il governo pakistano.
Dopo che il senatore VOLCIC ha segnalato che sui giornali italiani l’informazione di queste iniziative del Governo è mancata del tutto, il presidente MIGONE sottolinea che sarebbe il caso di applicare al più presto le norme del Trattato di Amsterdam con l’istituzione dell’Alto rappresentante per la politica estera comune.
In seguito il senatore PORCARI attira l’attenzione della Commissione su articoli di stampa che riguardano le dimissioni dell’ambasciatore a Bucarest De Michelis di Slonghello per l’episodio collegato a un grave incidente automobilistico, seguitao dall’omissione di soccorso, causato dal consigliere di legazione Inserra in servizio presso la medesima ambasciata. In tutta questa vicenda colpisce la mancanza di reazioni della Farnesina, che non solo non ha richiamato in patria il diplomatico, come propose l'ambasciatore, ma è apparsa indifferente su tutta la vicenda, conclusasi con un incidente diplomatico. In proposito ritiene doveroso che almeno al Parlamento siano forniti chiarimenti.
Il presidente MIGONE si dichiara ugualmente colpito dal caso e dalla risposta reticente dell’ufficio stampa del Ministero, che non ha nemmeno contestato l’affermazione della mancanza di provvedimenti punitivi reclamati dalla Romania.
La senatrice DE ZULUETA si associa alle perplessità espresse che saranno oggetto di un’interrogazione in proposito.
Il sottosegretario TOIA s’impegna a fornire tempestivamente i chiarimenti richiesti.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
(n. 244) Schema di decreto ministeriale di ripartizione dello stanziamento previsto a favore degli Enti, Istituti, Associazioni e Fondazioni di cui alla tabella A allegata alla legge 28 dicembre 1995, n.549
(Parere al Ministro degli affari esteri, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n.549: parere contrario)
(R139 b00, C03
a
, 0004°)
(n. 247) Schema di decreto ministeriale per la revisione della tabella dei contributi agli Enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli affari esteri, per il triennio 1998-2000
(Parere al Ministro degli affari esteri, ai sensi dell'articolo 1, secondo comma, della legge 28 dicembre 1982, n.948: parere contrario)
(R139 b00, C03
a
, 0005°)
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione con esiti separati)
Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 30 aprile scorso.
La relatrice DE ZULUETA riprende le argomentazioni espresse nella precedente relazione e, presa visione della documentazione inviata dal Governo, riassume i motivi di insoddisfazione che ancora permangono, anche se registra il tentativo di fornire alcune giustificazioni richieste. In primo luogo per il potenziamento delle scuole italiane all’estero e degli istituti culturali viene addotto il criterio di sostenere la diffusione della lingua italiana ma il metodo utilizzato di finanziamenti a pioggia non appare per niente selettivo. In secondo luogo, i criteri di inclusione ed esclusione dei singoli enti non sembrano affatto chiari né atti a fornire una griglia utile di valutazione, in quanto le parole usate come “chiara rappresentatività”, “utilità a indirizzi generali”, “sana gestione” appaiono mere dichiarazioni per le quali mancano gli strumenti di valutazione proprio da parte del Ministero, in specie sicuramente per la differenza di impostazione dei bilanci dei vari enti, laddove spesso i costi del personale sono celati in quelli delle iniziative. Ricorda le critiche formulate dal Parlamento negli anni passati, a fronte delle quali non si è soddisfatta la richiesta di razionalizzazione tant’è che si continua a finanziare a pioggia, presentando una situazione frammentata, incontrollabile soprattutto per la quantità degli enti assistenziali beneficiari. Gli enti internazionalistici non sono per nulla valutati sul mercato per l’aspetto della produttività e si fanno proposte di accorpamento che non risalgono a vere complementarietà. L’esistenza di situazioni debitorie, inoltre, viene sempre affrontata con maggiori finanziamenti invece di incentivare una diversa gestione finanziaria di ciascun ente.
Si auspicherebbe per contro da parte di questi istituti un’attività più incisiva di studio, di documentazione e di supporto anche dell’attività parlamentare, per avvicinarsi ai modelli esistenti nei paesi europei di istituti di alto livello culturale e professionale completamente svincolati dalla dipendenza governativa. Colpisce il criterio indicato dalla relazione ministeriale come "sinergia con le finalità del Ministero", mentre dovrebbe richiedersi a questi istituti la complementarietà, in modo da non confondere compiti istituzionali ed altro.
Propone alla Commissione o un parere contrario su ambedue i decreti, accompagnato da una motivata richiesta di impegno di cambiamento sostanziale nei metodi, oppure un parere favorevole ma condizionato seriamente a novità sostanziali per il prossimo anno. Nel parere si richiederà innanzitutto che gli enti siano obbligati a stilare i bilanci secondo le regole della Comunità europea, soprattutto per quegli istituti che proprio in campo europeo dichiarano di svolgere programmi. Inoltre il contributo straordinario previsto dovrà essere indirizzato non verso gli stessi enti, ma per finanziare effettivamente progetti
ad hoc
e potrebbe anche essere utilizzato come incentivo per accorpamenti.
Infine precisa che non intende entrare nel merito della ripartizione dei fondi, dato che si è giunti alla fine di maggio e ciò rischierebbe di far saltare anche quei pochi programmi già in corso.
Il senatore SERVELLO chiede chiarimenti sui termini previsti dal Regolamento per l’espressione del parere. Leggendo i resoconti del dibattito svolto alla Camera ci si rende conto delle molte perplessità emerse soprattutto per la mancanza di informazioni, lamentata anche nella precedente seduta della Commissione del Senato. In questo contesto i contributi previsti potrebbero essere tutti giudicati congrui ed utili, oppure del tutto ingiustificati: pur in mancanza di documentazioni precise si possono infatti rilevare una serie di sovrapposizioni fra le attività degli istituti beneficiari, rendendo impossibile valutarne singolarmente gli interventi. La situazione si presenta delicata in ogni caso e non si può in un solo colpo mutare tutto il sistema. Suggerisce pertanto che i responsabili del Ministero per questo settore vengano prossimamente ascoltati dalla Commissione ed espongano le valutazioni su ciascun istituto, corredate dai programmi e dalle verifiche dei preventivi e dei consuntivi.
Il senatore PORCARI, pur concordando con molti rilievi della relatrice, esprime un netto dissenso circa gli accorpamenti degli enti internazionalistici che vanno in direzione di una egemonia politico-culturale da respingere, nel nome di un pluralismo sempre più minacciato. Peraltro le critiche che la Commissione ha espresso negli scorsi anni non sono state tenute in alcuna considerazione dal Ministero, che sottopone lo schema di decreto alle Commissioni esteri solo per ottemperare a una norma di legge, ma non ha affatto intenzione di modificarli in conformità ai loro pareri.
Nel merito della tabella degli enti internazionalistici, giudica negativamente la soppressione del contributo a un'istituzione seria e attiva come il Centro di studi diplomatici - che non merita di essere mortificato divenendo un'appendice dello IAI - e ritiene che la riduzione di alcuni milioni apportata ai già esigui contributi per la Fondazione De Gasperi e il Comitato Atlantico costituisca una misura inutile e odiosa. In particolare, la Fondazione Alcide De Gasperi meriterebbe per la sua attività un contributo ben più elevato di 130 milioni, ma è forse penalizzata per ragioni politiche.
Passando agli enti della suddetta tabella che percepiscono i maggiori contributi, trova comprensibile l'incremento a favore dello IAI e dell'IPALMO, in considerazione dell'attività svolta, mentre non comprende le ragioni per cui l'ISPI debba percepire 850 milioni di lire all'anno, cioè il più alto contributo corrisposto a un ente internazionalistico. La modesta attività di tale istituto non spiega un contributo così elevato, che probabilmente serve a coprire le spese per il personale e per gli amministratori. A tal riguardo rileva che nell'esercizio 1996 il costo per il personale è stato pari a 800 milioni di lire; non si conoscono invece gli emolumenti del presidente e dell'amministratore delegato, poichè l'ISPI ha fornito su tale punto una risposta reticente agli uffici della Commissione.
Peraltro, secondo informazioni che non è stato possibile controllare, gli risulta che il presidente dell'ISPI percepisce uno stipendio che si aggira sugli 8 milioni al mese e, pur conoscendo il grande valore professionale e la serietà della persona che da alcuni mesi è preposta a tale istituto, osserva che si tratta di un emolumento ingiustificato per un'attività che non viene esercitata a tempo pieno. Si deve inoltre considerare che quasi tutti gli altri enti non corrispondono emolumenti ai propri amministratori.
Infine il senatore Porcari si dichiara favorevole a esprimere un parere contrario, per le ragioni indicate dalla relatrice, nella convinzione che anche le prediche inutili siano talvolta necessarie.
Il presidente MIGONE, con riferimento alle affermazioni del senatore Porcari, osserva che non è opportuno riferire cifre non controllate, soprattutto se si riferiscono a emolumenti di persone ben individuate.
Il senatore PORCARI precisa che non gli è stato possibile verificare l'informazione relativa agli emolumenti del presidente dell'ISPI, solo perchè tale istituto ha eluso la precisa domanda postagli dalla Commissione nel questionario inviato a tutti gli enti. Ribadisce comunque la sua ammirazione per la serietà, la correttezza e la competenza dell'ambasciatore Boris Biancheri, attuale presidente dell'ISPI.
Il senatore ANDREOTTI ritiene che non sussistano le condizioni per esprimere un parere motivato sugli schemi di decreto, dal momento che anche la documentazione trasmessa dal Ministero non spiega adeguatamente le ragioni della cancellazione di alcuni enti e dell'inserimento di altri nella tabella triennale. La Commissione ha poi sollevato questioni di merito e di principio a cui non è stata data ancora risposta.
Il sottosegretario TOIA sottolinea l'opportunità di evitare ulteriori ritardi nell'emanazione dei due decreti ministeriali, poichè il tempo che trascorre incide negativamente sui bilanci degli enti, costretti a indebitarsi con le banche. Si dichiara comunque disposta a un confronto approfondito sui due atti in esame, nei tempi consentiti dall'organizzazione dei lavori del Senato.
Il presidente MIGONE prende atto della dichiarazione testè resa dal rappresentante del Governo e ricorda che il termine per l'espressione del parere scadrà il prossimo 21 maggio. Tuttavia, dal momento che la prossima settimana coincide con un periodo di aggiornamento dei lavori parlamentari, è necessario concludere l'esame congiunto dei due schemi di decreto entro domani.
In considerazione della concomitanza con i lavori dell'Assemblea, sospende la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16.35, è ripresa alle ore 18.00).
Il senatore ANDREOTTI formula alcuni rilievi sulla tabella triennale degli enti internazionalistici, osservando in primo luogo che l'esclusione dell'Istituto italiano per l'Asia è motivata in maniera poco convincente nella relazione ministeriale, poichè tale ente non si limita certo alla promozione commerciale, ma organizza frequentemente contatti politici ad alto livello: si pensi all'imminente visita di Tarek Aziz, che sarà a Roma nei prossimi giorni. Propone quindi che sia reinserito in tabella con lo stesso contributo del triennio trascorso.
Per quanto riguarda il Comitato Atlantico e la Fondazione De Gasperi, sembra addirittura offensivo arrotondare verso il basso il contributo, con un decremento di qualche milione: non vi è infatti nessuna motivazione che possa spiegare una modifica di questo tipo. Quanto agli accorpamenti, non si capisce la ragione per cui debba essere il Ministero a decidere sulla sorte di enti privati e, in alcuni casi, le fusioni proposte sono alquanto fantasiose, come l'assorbimento della AISPE nell'ISPI.
Infine ribadisce il giudizio positivo espresso nella scorsa seduta sul Centro di studi strategici della Luiss, che svolge un'attività interessante in un settore assai rilevante per la politica estera. Meriterebbe pertanto un contributo almeno simbolico, che sarebbe anche un segnale di incoraggiamento per le facoltà universitarie che vogliono occuparsi di politica estera.
Il senatore VOLCIC esprime perplessità sul metodo seguito nella discussione, poichè in questa sede i senatori non sono in grado di esprimere, in relazione ai singoli enti, giudizi più motivati di quelli desumibili dalla relazione ministeriale. Propone pertanto di seguire l'impostazione che la senatrice De Zulueta ha dato alla sua relazione, formulando critiche generali verso i due schemi di decreto e invitando il Governo a una decisa inversione di tendenza.
Il presidente MIGONE in primo luogo dichiara di concordare con il senatore Servello circa la mancanza di strumenti di controllo sull'attività degli enti e l'inadeguatezza della vigilanza che, secondo la legge, il Ministero degli affari esteri dovrebbe esercitare. La documentazione tardivamente presentata dal Ministero è poi un assemblaggio affrettato di informazioni varie, con una relazione in cui vi sono evidenti incongruenze.
Ad esempio, per poter esercitare davvero un potere consultivo la Commissione dovrebbe essere informata su come funziona la società Dante Alighieri, sui risultati conseguiti dalle scuole non governative all'estero - che il Governo sembra mettere tutte sullo stesso piano - e soprattutto vi dovrebbe essere una presa di posizione sulla validità degli interventi nel settore scolastico, che rappresentano forse un retaggio del passato. Più volte la Commissione si è espressa su questa materia, invitando il Governo a privilegiare il finanziamento dei corsi di lingua italiana nelle scuole straniere.
In generale, la
ratio
delle leggi che prevedono i contributi in esame è una sorta di pluralismo garantito, che mette forse al riparo dai pericoli egemonici paventati dal senatore Porcari, ma non evita che il denaro pubblico sia disperso in innumerevoli rivoli. Non deve invece spaventare la creazione, magari attraverso l'accorpamento di enti già esistenti, di un grande ente comparabile a quelli esistenti nei maggiori paesi occidentali, come ad esempio il Council for foreign relations.
E' necessario quanto meno accogliere le due indicazioni della relatrice relative ai criteri di bilancio previsti dalla Comunità europea e alla perspicuità dei dati riguardanti le spese per attività. Inoltre è importante incoraggiare la diffusione sul territorio degli enti a carattere internazionalistico, poichè sarebbe inaccettabile concentrare nella capitale tutti i maggiori centri di studio in tale materia.
Il Presidente condivide poi i rilievi metodologici del senatore Volcic circa l'impostazione del parere, ma fa presente che alcune esemplificazioni sono opportune nel corso della discussione. Ad esempio, dichiara di non condividere il giudizio del senatore Andreotti sull'Istituto italiano per l'Asia, poichè la sola volta in cui ha avuto modo di partecipare a una sua iniziativa ha assistito sconcertato a una discussione imprevista sui rapporti fra l'Italia e gli Stati Uniti, che ebbe come protagonisti - in presenza di quasi tutti gli ambasciatori dei paesi arabi - l'onorevole Fini, l'ex ambasciatore degli Usa Rabb e il signor De Chiara, successivamente divenuto famoso per il suo coinvolgimento in numerose e inquietanti inchieste giudiziarie.
Il senatore ANDREOTTI fa presente di aver preso parte personalmente a tre incontri organizzati dall'Istituto italiano per l'Asia - rispettivamente con esponenti governativi dell'Iran, della Siria e dell'Iraq - e di aver ricevuto un'ottima impressione sull'attività di tale istituto.
Il presidente MIGONE conclude prendendo atto di qualche passo avanti che il Ministero degli affari esteri ha compiuto rispetto ai precedenti esercizi, soprattutto per l'atteggiamento più collaborativo dimostrato dai due sottosegretari intervenuti nella discussione, e auspica che l'amministrazione non disattenda gli impegni da loro assunti.
La relatrice DE ZULUETA prende atto delle critiche di metodo e di merito che tutti i senatori intervenuti hanno rivolto verso i due atti presentati dal Governo; peraltro ritiene molto incoraggiante l'apertura dimostrata dai rappresentanti politici del Ministero. Permangono tuttavia le ragioni di un parere contrario su entrambi gli schemi di decreto, da lei già indicate nei due precedenti interventi. Fa inoltre presente che, se il Governo non si impegnerà ad accogliere i suoi suggerimenti sulla redazione dei bilanci degli enti, si riserva di presentare un disegno di legge che renda obbligatori tali criteri.
Il sottosegretario TOIA pone in risalto la difficoltà della svolta desiderata dalla Commissione in un settore reso assai complesso da una serie di disposizioni legislative che si sono sovrapposte negli anni: ad esempio l'unico capitolo di bilancio che si è istituito, in applicazione della legge n. 549 del 1995, ha fatto rifluire in un solo decreto ministeriale i contributi agli enti più disparati, tra cui in origine figuravano addirittura gli Istituti di cultura che sono articolazioni del Ministero all'estero. Anche tra gli enti a carattere internazionalistico le differenze sono notevolissime - ad esempio alcuni hanno cospicue entrate proprie, mentre altri vivono soltanto del contributo ministeriale - ed è quindi quasi impossibile adottare criteri uniformi per la determinazione dei contributi.
In ogni caso è innegabile che in questa occasione vi sia stato un passo verso una maggiore trasparenza, rispetto ai precedenti esercizi. Si impegna inoltre a promuovere una verifica della natura giuridica dei singoli enti, delle specifiche caratteristiche dell'attività svolta e della sua complementarietà con i compiti istituzionali del Ministero degli affari esteri. E' altresì necessario unificare i controlli, che sono svolti attualmente da differenti direzioni generali, e rafforzare l'attività di vigilanza anche in collaborazione con la Corte dei Conti.
Infine assicura che tutte le indicazioni emerse dalla discussione saranno tenute in considerazione dal Governo.
Il presidente MIGONE avverte che si passerà alle votazioni per conferire alla relatrice due distinti mandati di redigere i pareri sui due schemi di decreto ministeriale in esame.
Con separate votazioni, la Commissione dà mandato alla relatrice di redigere pareri contrari sui due schemi di decreto, con le motivazioni indicate nella sua relazione.
La seduta termina alle ore 18.45.