COMMISSIONE PARLAMENTARE

di controllo sull’attività degli enti gestori
di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

GIOVEDÌ 25 Gennaio 2001

131ª Seduta

Presidenza del Presidente

Michele DE LUCA


        Intervengono il dottor Rocco Familiari, Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP), il dottor Andrea Simi, Direttore generale e la dottoressa Giuseppina Santiapichi, Dirigente del patrimonio.
        La seduta inizia alle ore 14,15.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

        Il PRESIDENTE propone che sia attivato il collegamento audiovisivo interno con la sala stampa. La Commissione concorda e il collegamento è attivato.

        Il Presidente avverte inoltre che della seduta odierna è redatto anche il resoconto stenografico.

Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP) sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza

        Il Presidente avverte che, con l’audizione odierna, si conclude la tornata di incontri che la Commissione ha inteso sviluppare con i vertici dei maggiori enti pubblici di previdenza allo scopo di verificare quale sia stato, al 31 dicembre 2000, l’effettivo introito realizzato dalle dismissioni immobiliari.

        La Commissione ha seguito con costante attenzione l’operazione di alienazione immobiliare fin da quando il Ministro del lavoro dispose, nell’agosto 1999, una procedura ordinaria di vendita. Nel corso di ripetuti incontri con gli enti coinvolti e con il Coordinatore dell’Osservatorio, la Commissione ha acquisito informazioni sull’andamento delle procedure e sulle previsioni di entrata, con particolare riferimento a quanto disposto dalla legge finanziaria per il 2000.
        Nell’ottobre scorso e, per quanto riguarda in modo specifico l’Inpdap, anche in una successiva audizione del 9 novembre, allorché si è discusso sulle risultanze del bilancio consuntivo per il 1999, alla Commissione è risultato che si potessero effettivamente realizzare le stime di cassa attorno ai 3.000 miliardi, così da conseguire il livello di entrata pari a quello indicato dalla legge finanziaria.
        In particolare, nel corso dell’audizione dell’11 ottobre, dall’Inpdap si è stimata un’entrata di 2.400 miliardi entro l’anno 2000: 900 miliardi conferiti al fondo immobiliare e 1.500 provenienti dalle dismissioni del programma ordinario. Si è rilevato, in quella stessa occasione, che la vendita dell’intera quota, pari al 25 per cento del patrimonio immobiliare dell’Istituto, costituiva, in partenza, un obiettivo impossibile da raggiungere entro le scadenze previste. Si è aggiunto altresì che entro il primo trimestre del 2001 poteva ritenersi prevedibile la dismissione dell’intera quota di competenza dell’Inpdap, per un valore di 3.000 miliardi.
        Successivamente, con nota del 20 dicembre 2000, la Commissione ha sollecitato agli enti pubblici di previdenza informazioni sui ritardi, da più parti segnalati, della procedura di vendita delle unità immobiliari a uso residenziale, originariamente ricomprese nel programma straordinario di dismissioni e poi inserite nel programma ordinario a seguito del decreto interministeriale adottato il 27 settembre 2000 dal Ministro del lavoro di concerto con il Ministro del tesoro. Al riguardo, l’Inpdap si è riservato di trasmettere le informazioni richieste dalla Commissione in occasione dell’audizione odierna che deve dunque fare il punto della situazione con un raffronto delle previsioni e delle entrate effettivamente realizzate dall’Istituto. Il Presidente De Luca invita quindi il Presidente dell’Inpdap ad indicare le concrete prospettive di attuazione del programma di alienazione immobiliare regolato dalla procedura e secondo i tempi stabiliti dal ricordato decreto interministeriale del 27 settembre 2000.
        Infine – conclude il Presidente – la Commissione sollecita all’Inpdap una stima della consistenza delle minusvalenze che dovrebbero determinarsi per effetto dello scarto tra il valore degli immobili iscritto in bilancio e le entrate effettive, anche a seguito dell’innalzamento della soglia di valore che definisce gli immobili di pregio. Le minusvalenze – va notato – non sono compensabili con l’Irpef per la natura giuridica dell’Istituto, ente pubblico non economico.
        Premesso che a conclusione dell’audizione sarà consegnato un documento, ieri esaminato dal Consiglio di amministrazione dell’Istituto, che, oltre a dare analitico conto della situazione, reca un esame delle cause che hanno rallentato l’operazione di dismissioni, il dottor Familiari, presidente dell’Inpdap, si sofferma a illustrare le diverse procedure di vendita che hanno impegnato l’Istituto.
        In primo luogo avverte che il conferimento al fondo immobiliare Alpha – esperienza specifica dell’Inpdap – riguarda un valore stimato di 600 miliardi, da intendersi come valore virtuale per il collocamento dei titoli, rispetto ai 900 miliardi originariamente previsti. Chiarisce che al termine dell’operazione di collocamento sul mercato, prevista per il prossimo mese di marzo, l’entità dell’entrata realizzata dall’Istituto potrà essere superiore ai 600 miliardi, circostanza ipotizzabile atteso il livello allettante del rendimento, il 6 per cento.
        A seguito di una richiesta di precisazione del presidente De Luca che osserva come emerga una differenza tra il valore in bilancio che esprime il valore degli acquisti in passato effettuati, e il valore attuale di mercato, inferiore del 25 – 30 per cento, il dottor Familiari fa presente che tale scarto deve, tra l’altro, attribuirsi all’andamento del mercato immobiliare negli anni passati. Dopo aver chiarito che l’operazione di conferimento sarà annullata qualora non si dovesse raggiungere la sottoscrizione di almeno il 60 per cento delle quote o, in alternativa, fosse realizzata una cifra inferiore ai 478 miliardi, nota che l’Istituto ha concluso gli adempimenti di propria competenza e ora procede la società che dovrà essere prossimamente quotata in borsa.
        Rilevato, quindi, che per gli immobili restituiti all’Istituto, originariamente inseriti nel programma straordinario, dovrà procedersi a un lavoro aggiuntivo consistente in una nuova valutazione, il dottor Familiari comunica che, per quanto riguarda il piano ordinario, l’Inpdap ha venduto, ad oggi, 1.706 appartamenti per un valore di 390 miliardi e, al 31 dicembre 2000, 1.054 unità immobiliari per un valore di 159 miliardi.
        Osservato, in linea generale, come le oggettive difficoltà dell’operazione di dismissioni siano state forse sottovalutate, indica nelle incertezze normative – si pensi da ultimo alla ipotizzata variazione dell’imposta di registro –, nella disomogeneità dei criteri di valutazione adottati dai diversi enti, nella complessità delle lunghe istruttorie bancarie per la concessione dei mutui e nei ritardi nella stesura dei rogiti – esiste una convenzione col notariato, ma l’acquirente ha diritto alla scelta del notaio – taluni ostacoli che hanno impedito una scorrevole attuazione del programma di alienazione immobiliare. È tuttavia importante – prosegue il dottor Familiari – che vi sia una volontà politica di concertazione tra Ministero, Osservatorio e enti al fine di rilanciare l’operazione di vendita che – ricorda – è stata avviata concretamente grazie alla decisione dell’Inpdap di vendere, anche forzando i tempi e le interpretazioni normative, il primo immobile a Roma. Se non si fosse proceduto in quel modo, l’operazione complessiva sarebbe ancora ferma; ora occorre inventare nuovi strumenti allo scopo di accelerare il processo avviato.
        Sottolineato poi come non vi siano alternative alla vendita gestita direttamente dagli enti le cui strutture organizzative sono in grado di operare adeguatamente, mentre devono attribuirsi a difficoltà esterne i ritardi registrati – si pensi ai frequenti cambiamenti nelle intenzioni degli acquirenti che spesso costringono a passare dalla vendita in blocco alla vendita frazionata – il dottor Familiari si dichiara in disaccordo con il Coordinatore dell’Osservatorio secondo il quale si sarebbe dovuto affidare l’incarico di vendere a operatori professionisti.
        Ricordato con soddisfazione che, a seguito di un suggerimento formulato dall’Inpdap, la legge finanziaria per il 2001 ha previsto il ricorso alla transazione in caso di morosità, avverte che occorre facilitare il processo d’acquisto definendo un aggiornato quadro di riferimento normativo e operativo. Al riguardo propone una corretta informazione agli inquilini, a seguito di una opportuna concertazione tra Ministero, Osservatorio, enti di previdenza e associazioni di inquilini, alcune misure in grado di eliminare la concorrenza fra cooperative – un fenomeno che oggi determina incertezze tra gli inquilini – con la formulazione di criteri più precisi e vincolanti, ad esempio in tema di vendita prima della scadenza decennale, la fissazione di termini perentori per l’adesione degli inquilini ai soggetti collettivi, una semplificazione delle pratiche per la concessione dei mutui che si faccia anche carico delle condizioni di inquilini a basso reddito e anziani, il coinvolgimento di un maggior numero di istituti bancari e una sistemazione della condizione dei portieri stabilendo il rapporto di lavoro al quale dovrà farsi riferimento.
        Il presidente De Luca, rilevato che è emerso dalle audizioni il dato di un valore di mercato inferiore al valore di acquisto degli immobili e inoltre che si determinano minusvalenze anche per effetto dello scarto tra valore di stima e valore realizzato con la vendita, a seguito degli sconti previsti dalla vigente normativa, chiede se si siano verificati ostacoli nel passaggio degli immobili stralciati dal piano straordinario, quali siano i rapporti con l’
advisor originariamente previsto dal programma straordinario, e se il termine del 1º marzo, fissato dal decreto interministeriale, possa essere rispettato.
        Dopo che il dottor Familiari ha chiarito che le minusvalenze in senso tecnico non rivestono particolare rilievo per l’Inpdap, a differenza di quanto avviene per l’Inpdai, fa presente che la differenza, da attribuirsi agli sconti previsti dalla normativa vigente, fra il valore di mercato degli immobili e il valore realizzato con la vendita si stima attorno al 40 per cento, il dottor Simi, direttore generale dell’Istituto, ribadito che il fenomeno delle minusvalenze è concentrato nel fondo immobiliare prevalentemente interessato a edifici non abitativi, conferma che lo scarto di valore al quale ha fatto riferimento il presidente De Luca va attribuito anche al critico andamento del mercato immobiliare negli anni. Nota poi che l’attività dell’
advisor, previsto dal piano straordinario, è stata impostata secondo logica e finalità diverse da quelle che ispirano il programma ordinario e pertanto gli atti compiuti dall’advisor sono inutilizzabili dagli enti che devono procedere a una nuova valutazione degli immobili oggetto di vendita agli inquilini.
        Rammentato dal presidente De Luca il vantaggio, per gli acquirenti di immobili ricompresi nel programma straordinario, costituito dal basso livello della base d’asta, che peraltro determina un ulteriore calo del valore degli immobili, il dottor Simi ribadisce che l’operazione di dismissioni immobiliari costituisce un pessimo affare per gli enti e un ottimo affare per gli acquirenti.
        Il dottor Familiari, osservato come siano venuti meno i presupposti della straordinarietà, mancando ora l’obiettivo di realizzare, in breve tempo, quella entrata di 3.000 miliardi che avrebbe dovuto assicurare il programma di vendite, che è penalizzante per gli enti, a seguito di una richiesta del presidente De Luca, fa presente che gli inquilini degli immobili di proprietà dell’Inpdap generalmente appartengono a categorie a reddito modesto. Suggerita l’opportunità di ricorrere allo strumento del riscatto dell’alloggio, riconoscendo, all’inquilino che dimostri una permanenza nell’abitazione di alcuni anni, una riduzione del 30 per cento del prezzo d’acquisto, sottolinea le difficoltà dell’Ente di non procedere alla cessione in locazione di immobili, seguendo un indirizzo, pur opportuno, riferito alle unità oggetto di vendita: nella situazione attuale, contrassegnata dalle lentezze prima ricordate nell’attuazione delle dismissioni, l’Inpdap non può continuare a tenere sfitte numerose unità immobiliari.
        Il presidente De Luca, dopo aver disposto che il documento consegnato dal dottor Familiari sia pubblicato in allegato al Resoconto della seduta
(Allegato 1), ringrazia gli odierni interlocutori della Commissione e dichiara conclusa l’audizione.

Seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

        La Commissione prosegue nell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
        Il presidente DE LUCA ricorda che le tavole contenenti i dati richiamati dai relatori sull’attività dei singoli enti e rilevati sulla base del modello unico di analisi, elaborato dalla Commissione, sono pubblicate in allegato al Resoconto sommario della seduta del 16 novembre 2000.
        Il deputato LO PRESTI, relatore per l’Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (Enpap) e per l’Ente nazionale assistenza magistrale (Enam), si rimette alle relazioni scritte da allegare al Resoconto della seduta
(Allegato 2 e Allegato 3).
        Il deputato DUILIO, relatore per l’Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema), rinvia anch’egli alla relazione scritta da allegare al Resoconto della seduta.
(Allegato 4).

CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

        Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì, 31 gennaio 2001, alle ore 14, con il seguente ordine del giorno: I. Audizione del Coordinatore dell’Osservatorio sul patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, professor Gualtiero Tamburini, sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza; II. Seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e giovedì, 1º febbraio 2001, alle ore 14, con all’ordine del giorno il seguito dell’esame dei risultati dell’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
        
La seduta termina alle ore 15,30.

 


Allegato n. 1


Le tavole riassuntive sono consultabili
in formato PDF;

 
 


Allegato n. 2

Relazione del deputato Lo Presti

su

Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (Enpap)


        L’Enpap, istituita ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 335 del 1995, assicura la tutela previdenziale obbligatoria agli psicologi che svolgono attività autonoma di libera professione. L’Ente ha iniziato l’attività a seguito dell’approvazione dello Statuto e del Regolamento, avvenuta alla fine del 1997.

        La Cassa di previdenza Enpap provvede per i suoi iscritti ad erogare le prestazioni previdenziali (IVS) e l’indennità di maternità.
        Gli iscritti sono tenuti al versamento di un contributo soggettivo obbligatorio, del 10 per cento o del 14 per cento del reddito professionale netto da lavoro autonomo, in base alla scelta del singolo iscritto, espressa annualmente. Agli iscritti spetta anche il versamento di un contributo integrativo del 2 per cento dei corrispettivi lordi incassati, ripetibile nei confronti del cliente, destinato alle spese di gestione dell’Ente e alla copertura delle componenti solidaristiche.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

        L’Enpap, come gli altri enti previdenziali di più recente costituzione, non eroga ancora prestazioni – con l’esclusione delle indennità di maternità a favore delle aventi diritto – e pertanto ha potuto fornire solo parzialmente i dati richiesti dal modello unico di analisi. L’Ente provvederà ad erogare prestazioni a partire dal 2001, al compimento del periodo di contribuzione minimo di 5 anni.

        Con riferimento alla gestione finanziaria, il saldo complessivo fra le entrate e le uscite, misurato secondo lo schema della rilevazione dei flussi di cassa, risulta positivo per un totale di 45,3 miliardi; tale risultato è da attribuire totalmente alla parte in conto corrente, in attivo per 47,7 miliardi, mentre il saldo in conto capitale (- 2,4 miliardi) presenta pagamenti (in massima parte acquisto di valori mobiliari) per poco meno di 71 miliardi, a fronte di incassi pari a 68 miliardi.
        Quanto alla gestione tipica entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, come si è già detto, l’Ente provvederà ad erogare le prime prestazioni pensionistiche a partire dal 2001. Per il 1999 si rilevano entrate contributive per 31,4 miliardi a fronte di una spesa per prestazioni ancora pari a zero. Gli assicurati nel 1999 sono 13.042, con un incremento su base annua dell’11 per cento circa, doppio rispetto a quello dei nuovi iscritti all’Ordine. Le stesse entrate contributive mostrano un incremento su base annua pari a circa il 18 per cento.
        In riferimento alle indennità di maternità, uniche prestazioni che vengono già erogate, si registrano 234 prestazioni nel 1999, per una spesa pari a circa 2 miliardi a fronte di entrate per 1,6 miliardi, con un coefficiente di copertura delle entrate sulla spesa, specifico della gestione maternità, negativo e pari a 0,83. A tale proposito va segnalato l’alto tasso di femminilizzazione della professione, con circa i due terzi degli iscritti di sesso femminile.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

        L’Enpap non possiede, al momento, un patrimonio immobiliare, ma gli organi statutari si sono orientati verso l’acquisto di un immobile da adibire a sede, al fine di risparmiare sulla voce di spesa, destinata al canone di locazione, attualmente sostenuta, e di realizzare un opportuno investimento.

        L’Ente detiene valori mobiliari per poco meno di 111 miliardi, con un elevata quota di liquidità (64 per cento) dovuta alla dismissione di attività finanziarie, effettuata alla fine del 1999, allo scopo di realizzare nuovi investimenti all’inizio dell’anno 2000. Il rendimento complessivo del patrimonio mobiliare è stato pari a 2,3 miliardi nel 1999, al di sotto della rivalutazione fissata per i montanti contributivi nello stesso anno. Per l’anno 2000 l’Ente ha provveduto ad affidare in gestione a una Società d’intermediazione il proprio patrimonio mobiliare.

Sezione III

Situazione patrimoniale - Riserve

        Il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica, evidenzia un avanzo di 1,5 miliardi nel 1999.

        La situazione patrimoniale generale presenta, per il 1999, un avanzo di 15 miliardi destinato a patrimonio netto.

Sezione IV

Efficienza dell’Ente

        Poche considerazioni si possono ancora trarre circa l’efficienza della gestione a causa della «giovane età» dell’Ente. I costi di gestione risultano fortemente incrementati rispetto al 1998, passando da 1,4 miliardi a 2,9 miliardi nel 1999. In particolare è da segnalare il consistente incremento della spesa per il personale in servizio, che dalle 4 unità del 1998 è passato a 9 nel 1999, e quello a carico della spesa per beni, servizi e immobilizzazioni tecniche dovuta principalmente alla decisione di dotarsi di un proprio sistema informatico autonomo, con la conseguente necessità di investimenti. Un simile andamento dei costi è il risultato dell’attività fondativa. Tali costi rappresentano, nel 1999, il 40 per cento dell’introito derivante dalla contribuzione integrativa, risultando in linea con l’obiettivo indicato di contenimento delle spese di gestione entro la percentuale del 50 per cento di tale contribuzione.

Osservazioni conclusive

        L’Ente, come osservato più volte, erogherà prestazioni a partire dal 2001. Al momento non è pertanto possibile sviluppare alcuna considerazione né sugli equilibri della gestione tipica entrate contributive-prestazioni istituzionali, né tantomeno sulla efficienza della gestione. A tal proposito va segnalata la necessità che si proceda, da parte dell’Ente, alla predisposizione del primo bilancio tecnico, secondo quanto previsto dalla legislazione in materia (decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996).

        Si può solo osservare che la gestione maternità presenta, nel 1999, un coefficiente di copertura delle entrate sulle spese inferiore all’unità (0,83) e che pertanto, dato l’alto tasso di femminilizzazione della professione, potrebbe richiedere nel breve periodo un adeguamento del contributo richiesto.
        Come si è già osservato, agli iscritti è data la possibilità di modulare l’entità del contributo soggettivo in relazione all’andamento della propria attività professionale (al 10 per cento o al 14 per cento); mentre il contributo integrativo resta pari al 2 per cento dei corrispettivi lordi incassati. La pensione di vecchiaia viene erogata agli iscritti al raggiungimento dei 65 anni di età. L’importo di tale pensione è determinato moltiplicando il montante individuale dei contributi versati per il coefficiente di trasformazione relativo all’età. Il montante contributivo individuale è annualmente incrementato a un tasso di capitalizzazione pari alla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo nominale.
        È istituito infine un Fondo di riserva, cui sono imputate le differenze tra i rendimenti netti annui effettivamente conseguiti dagli investimenti finanziari e la capitalizzazione accreditata sui conti individuali.
        Qualora il rendimento annuo degli investimenti risulti inferiore al tasso di capitalizzazione fissato, il Consiglio di amministrazione provvederà ad adottare i provvedimenti necessari a riequilibrare la gestione, anche con l’elevamento dell’aliquota contributiva.

 


Allegato n. 3

Relazione del deputato Lo Presti

su

Ente Nazionale Assistenza Magistrale (ENAM)


        L’Ente Nazionale Assistenza Magistrale opera esclusivamente nel settore delle prestazioni per attività sociali con erogazione di credito e sovvenzioni straordinarie, con l’assegnazione ai propri assistiti di borse e assegni di studio e la fruizione di soggiorni, case di riposo, convitti. Alle prestazioni dell’Enam hanno diritto i docenti e i direttori didattici delle scuole elementari e materne statali che sono iscritti d’ufficio.
Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

        Nella tavola 2 sono indicate le risultanze della gestione finanziaria (di competenza e di cassa), attraverso i saldi di parte corrente e in conto capitale che concorrono alla determinazione del saldo complessivo di gestione.

        Con riferimento alla gestione finanziaria di competenza, si registra un saldo complessivo, nell’esercizio 1999, di 90 miliardi, mentre non è stato fornito alcun dato in ordine alla gestione finanziaria di cassa.
        Alla tavola 3 sono riportati gli indicatori di equilibrio finanziario desumibili dal rapporto tra entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali. Osservato che l’analisi si riferisce alla sola voce complessiva «Altre prestazioni» per attività sociali, data la natura e l’oggetto dell’attività dell’Ente, si registra, per il 1999, un saldo positivo tra entrate contributive e oneri per prestazioni pari a 17 miliardi, con un coefficiente di copertura delle entrate, rispetto alle uscite, pari a 1,36. Rispetto alla gestione precedente si è in presenza di un decremento del saldo attivo, e dell’indice di copertura finanziaria: infatti, i valori nel 1998 erano, rispettivamente, 26 miliardi (saldo) e 1,79 (indice di copertura).

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

        Nella tavola 7 vengono indicate esclusivamente le risultanze del valore catastale degli immobili strumentali adibiti ad usi diretti per un valore complessivo di 60 miliardi e 335 milioni.

        Dalla tavola 8 si rileva che l’Ente non possiede valori mobiliari.

Sezione III

Situazione patrimoniale - Riserve

        Nella tavola 9 si analizzano le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale, con particolare attenzione all’entità delle riserve obbligatorie determinate in base alle specifiche disposizioni di legge.

        Il risultato economico di esercizio, determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica, presenta un andamento crescente. Infatti, per gli anni 1997-1999, il risultato passa dai 6 miliardi nel 1997, ai 18 miliardi nel 1998 e ai 29 miliardi nel 1999.
        La situazione patrimoniale generale registra un avanzo patrimoniale netto di 145 miliardi per il 1999, con un incremento di 11 miliardi rispetto al 1998.

Sezione IV

Efficienza dell’Ente

        Le tavole 10-14 contengono informazioni utili ai fini di una valutazione dell’efficienza operativa e produttiva dell’Ente.

        Con riferimento ai costi di gestione direttamente imputabili allo svolgimento dell’attività dell’Ente (tav. 10), l’unico dato disponibile è quello del costo del personale in servizio che, per l’anno 1999, ammonta a 6 miliardi e 385 milioni, con una flessione, rispetto al 1998, di 1 miliardo e 520 milioni.
        Quanto alla gestione del personale in servizio (tav. 11), si nota che, rispetto ad un organico di 130 unità, hanno operato in effetti, nel 1999, 64 unità, con un indice di occupazione pari allo 0,49, ai valori medi degli altri enti monitorati.
        L’Enam non ha compilato né il prospetto relativo alla gestione delle pratiche e dei ricorsi né quello relativo alla gestione dei crediti contributivi (tavv. 12 e 13) dal momento che l’Ente eroga esclusivamente prestazioni per attività sociali.

Osservazioni conclusive

        Con riferimento all’equilibrio finanziario della gestione entrate contributive-spesa per prestazioni emerge, per il periodo in esame, un saldo positivo, con un coefficiente di copertura delle entrate rispetto alle spese superiore all’unità.

        Non sono disponibili ulteriori informazioni circa il rapporto demografico numero assicurati-numero prestazioni.
        Si auspica, in conclusione, il continuo controllo dei fattori demografici unitamente ai meccanismi di funzionamento del sistema, che agiscono sulla dinamica delle spese e delle entrate contributive, in modo tale da poter intervenire al fine di assicurare il mantenimento dell’equilibrio di lungo periodo.

 


Allegato n. 4

Relazione del deputato Duilio

su

Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema)


        L’Ipsema provvede all’erogazione di prestazioni volte ad indennizzare il lavoratore in relazione ad una riduzione della capacità di lavoro in seguito ad infortuni sul lavoro e a malattie professionali nell’ambito del settore marittimo.

        L’Ente, istituito dal decreto legislativo n. 479 del 1994, a seguito della delega conferita al Governo dall’articolo 1 della legge n. 537 del 1993 per il riordino degli enti pubblici di previdenza e assistenza, opera in sostituzione delle preesistenti Casse marittime.
        Le prestazioni risultano costituite dalle rendite per inabilità permanente e ai superstiti e dalle indennità di inabilità temporanea.

Sezione I

Gestione economico-finanziaria: la gestione delle entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali

        Con riferimento alla gestione finanziaria (di competenza e di cassa), il risultato complessivo, determinato in base al saldo per entrate e uscite di parte corrente e in conto capitale, risulta negativo (- 39 miliardi).

        Tuttavia si segnala che, mentre il saldo di competenza presenta un dato negativo di 11 miliardi, il saldo complessivo di cassa è positivo per 50 miliardi.
        Quanto alla gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali, la tavola 3 indica, relativamente al 1999, un saldo per le prestazioni previdenziali pari a 22 miliardi, mentre, per le altre prestazioni, un saldo negativo di 15 miliardi, con un coefficiente di copertura delle prestazioni previdenziali pari a 1,13.
        Va altresì notato che, rispetto all’esercizio precedente, il numero di assicurati si è incrementato di 200 unità (sono 79.200 nel 1999) e il numero di prestazioni è rimasto pressoché invariato, pari a 5.359.
        Dal punto di vista delle variabili demografiche, risulta che nel biennio 1998-1999, il rapporto numero assicurati-numero prestazioni è invariato, pari a 14,8.

Sezione II

Gestione immobiliare e mobiliare

        L’Ente possiede immobili da reddito locati a terzi e immobili strumentali adibiti ad uso diretto.

        Il reddito derivante dagli immobili locati a terzi, per il 1999, è stato di 8 miliardi e 585 milioni (lordo) e di - 92 milioni (netto); i rendimenti sono del 7,11 per cento sul valore in bilancio al lordo e negativi (- 0,08 per cento) sul valore in bilancio al netto. Per gli immobili strumentali adibiti ad usi diretti il rendimento lordo sul valore in bilancio è pari al 6,96 per cento e quello netto è pari al 2,65 per cento.
        Complessivamente, nel periodo considerato, la redditività netta del patrimonio immobiliare risulta decrescente passando dall’1,16 per cento del valore in bilancio nel 1995 allo 0,67 nel 1999. La gestione del patrimonio immobiliare risulta particolarmente gravosa per l’Ente, dal momento che le spese di gestione che rappresentavano nel 1995 il 75 per cento delle entrate derivanti da tale patrimonio, salgono all’85 per cento nel 1998 e superano il 100 per cento nel 1999.
        L’Ente possiede valori di natura mobiliare costituiti principalmente da titoli di Stato e obbligazioni bancarie. L’entità di tale patrimonio appare, negli anni tra il 1995 e il 1997, in progressiva diminuzione, così come il rendimento. Per il biennio 1998-99 l’Ente non ha fornito dati aggiornati (tav. B).

Sezione III

Situazione patrimoniale - Riserve

        Nella tavola 9 sono esaminate le risultanze del conto economico e dello stato patrimoniale.

        Il risultato economico di esercizio (determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica) si annulla nel 1998 e nel 1999 (era pari a 4 miliardi nel 1997).
        Quanto alla situazione patrimoniale generale, si registra un avanzo netto che passa, tuttavia, da 286 miliardi nel 1998 a 263 miliardi nel 1999.
        Le riserve obbligatorie presentano un andamento oscillante (da 295 miliardi nel 1997 a 214 miliardi nel 1998 a 227 miliardi nel 1999).

Sezione IV

Efficienza dell’Ente

        L’efficienza operativa e produttiva dell’Ente si desume dalle informazioni contenute nelle tavole 10-14.

        I costi lordi di gestione, direttamente imputabili allo svolgimento dell’attività dell’Ente, subiscono, nel 1999, un decremento di 2 miliardi e 581 milioni. Si riducono i costi relativi al personale in quiescenza che, da 2 miliardi e 19 milioni del 1998, passano a 608 milioni nel 1999. Restano costanti tutti gli altri costi di gestione.
        Con riferimento agli indicatori di efficienza operativa e produttiva dell’Istituto, si considera l’andamento dell’indice di costo amministrativo (tav. 10) e dell’indice di produttività (tav. 11). Il primo indice, determinato in base al rapporto fra le spese di gestione complessive e la spesa per prestazioni istituzionali, è in diminuzione, rispetto al passato, anche se resta elevato, collocandosi su valori superiori a quelli registrati da tutti gli altri Enti esaminati.
        L’indice di produttività, che esprime il numero di prestazioni in capo a ciascun dipendente, sia pure su valori molto contenuti se confrontati con il valore medio calcolato per il complesso degli enti monitorati, presenta valori crescenti nel tempo.
        Per quanto concerne la gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazioni, dall’esame della tavola 12 risulta che il numero delle pratiche definite in ciascun anno del periodo è esattamente uguale al numero di quelle pervenute.
        Quanto ai ricorsi, si osserva che il grado di evasione è inferiore all’unità, infatti nel 1999 il dato è pari a 0,68, peraltro inferiore rispetto al 1998 (0,95). Tale valore è inoltre inferiore a quello medio calcolato per l’insieme degli Enti monitorati.
        Nel settore della gestione dei crediti (tav. 13), si registra una diminuzione dei contributi recuperati su base annua rispetto al dato del 1998. Da notare che la quota più consistente si riferisce ai recuperi per attività diretta dell’Ente (90 per cento). L’Ente evidenzia comunque un buon livello di crediti contributivi recuperati (66,5 per cento sui crediti in bilancio nel 1999), rispetto al valore medio del complesso degli enti (57 per cento).
        Infine, i tempi di liquidazione delle prestazioni risultano inferiori ai valori medi calcolati per il complesso degli enti esaminati, sia per quanto riguarda le pensioni IVS in termini di trattamenti per invalidità (90 giorni nel 1999), sia per quanto riguarda i trattamenti temporanei (30 giorni).

Osservazioni conclusive

        Se, in ragione dei dati degli anni precedenti si poteva pensare a un peggioramento della gestione, risulta invece un sostanziale equilibrio finanziario.

        In particolare, con riferimento alla gestione entrate contributive–spesa per prestazioni, si osserva un miglioramento del saldo tra entrate e uscite, con un coefficiente di copertura che passa da un valore negativo nel 1998 (pari a 0,86) ad un valore di poco superiore all’unità nel 1999 (1,13). Questo favorevole andamento è in parte da attribuire alla lieve ripresa del numero di assicurati che, dopo anni di costante diminuzione, riprende a crescere nel 1998 e nel 1999.
        In riferimento allo «stato di salute» dell’Ipsema vanno segnalati gli scarsi rendimenti del patrimonio immobiliare e la mancanza di informazioni circa quello mobiliare.
        Dal punto di vista della gestione, l’Istituto ha provveduto a migliorare e a rendere più efficiente la struttura, sia in termini di riduzione dei costi che in termini di recupero di entrate finanziarie, nonostante il settore marittimo versi in situazione di difficoltà.
        Resta tuttavia necessario, al di là degli sforzi compiuti dall’Ipsema, il continuo controllo di fattori che determinano il funzionamento del sistema, ovvero quello demografico e quello della dinamica tra entrate-uscite, al fine di assicurare efficienza e ottimizzazione della gestione finanziaria.