10ª Commissione permanente (INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO)
343ª seduta: mercoledì 25 ottobre 2000, ore 15,30
ORDINE DEL GIORNO
che il decreto del Ministero dell’industria indica tra gli oneri generali afferenti al sistema elettrico anche gli oneri per le attività di ricerca; che il decreto del Ministero dell’industria del 26 gennaio 2000 definisce la natura delle attività di ricerca e sviluppo, per il sistema elettrico, ed istituisce un Fondo finalizzato per tale ricerca alimentato da una componente (A5) della tariffa elettrica; che il regolamento attuativo stabilisce che il Ministero dell’industria, entro il 30 giugno 2000, deve definire le modalità per la selezione ed il controllo delle attività di ricerca ammesse al finanziamento con le risorse versate al Fondo, nonchè i criteri per l’organizzazione strutturale della ricerca; che il decreto del Ministro dell’industria del 26 gennaio 2000 stabilisce altresì che le risorse del Fondo siano interamente assegnate al CESI per il periodo relativo al primo semestre 2000; che, conseguentemente vi è l’esplicito riconoscimento che le strutture operanti nel campo della ricerca è sviluppo finalizzate all’innovazione tecnica e tecnologica di interesse generale per il sistema elettrico sono nella sostanza collocate presso il CESI il quale attualmente ha un organico di 1.050 addetti; che l’Enel ha deciso, non considerando di suo interesse le attività di ricerca, di conferire al CESI le proprie strutture di ricerca; considerato: che quanto stabilito dal decreto del Ministero dell’industria 26 gennaio 2000, a tutt’oggi, non è stato definito nè relativamente agli aspetti di breve periodo (sono previsti i versamenti solo da parte degli utenti vincolati per l’anno 2000), nè sul piano strutturale; che per quanto concerne il Governo il Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica nel programma nazionale di ricerca (PNR), definito per l’utilizzo dei Fondi strutturali e approvato recentemente anche in sede CEE, individua, tra le azioni strategiche di natura strutturale, lo sviluppo di centri di eccellenza nelle aree tematiche che si prevedono di maggiore prospettiva per il futuro, fra cui viene esplicitamente richiamata l’area delle tecnologie legate all’energia; che da quanto sopra esposto deriva l’urgenza di definire risorse e regole che consentano di realizzare attività di ricerca che affrontino i problemi di interesse generale nel settore elettroenergetico, anche prevedendo una fase di transizione (prima, nel bene e nel male, tale attività veniva svolta dall’Enel mentre oggi il CESI è un ibrido, di cui va prevista l’evoluzione anche sul piano societario poichè a tutt’oggi è ancora di proprietà dell’Enel per il 55 per cento), gli interroganti chiedono di sapere: quali iniziative il Ministro dell’industria intenda assumere per dare rapida attuazione a quando previsto dal decreto del Ministero dell’industria del 26 gennaio 2000; quando e con quali modalità il Governo intenda procedere all’assegnazione dei finanziamenti del Fondo di ricerca al CESI in quanto trattasi dell’unica struttura di rilievo esistente, la quale va traguardata in termini diversi rispetto alla passata esperienza dell’Enel.
che questo Ministero è stato ripetutamente chiamato in causa e si è conseguentemente occupato della difficile e per molti aspetti scandalosa vicenda della Galileo Industrie Ottiche spa di Porto Marghera; che oggi, dopo anni di lotte dei lavoratori supportate dall’azione delle istituzioni e dei parlamentari locali e dopo che la proprietà (Sviluppo Italia e Holding Galileo) ha abbandonato il campo mettendo in liquidazione la società e licenziando i 120 lavoratori, sembra profilarsi una soluzione con l’intervento di una società, l’Ital Lenti; che la conduzione di tutta la vicenda Galileo, anche dopo l’entrata in società di Sviluppo Italia, è stata piena di errori e contraddizioni che hanno condotto al fallimento; si tratta di responsabilità dalle quali non risulta estraneo, visto il ruolo ricoperto in passato, il dottor Carlo Maria Colombo, attuale liquidatore; che il dottor Colombo ha chiesto a titolo di risarcimento 1.469.500.000 di lire a tre operai, delegati sindacali, per i presidi che hanno effettuato presso lo stabilimento al solo fine di difendere il sito produttivo e l’occupazione dei lavoratori; che venerdì 30 giugno presso il tribunale di Venezia si è tenuta la prima udienza conseguente al ricorso e alla richiesta del dottor Colombo; che soprattutto per merito della tenacia dei lavoratori e dei loro dirigenti sindacali, oggi si può parlare di rilancio produttivo della Galileo e della conferma, almeno in parte, dei posti di lavoro, l’interrogante chiede di sapere: se non si ritenga di chiedere conto anche ai dirigenti di Sviluppo Italia (socio al 49 per cento di Galileo) delle scelte compiute dal liquidatore, scelte che sembrano andare ben oltre gli atti dovuti dall’incarico attuale per sconfinare invece in una logica di inutile accanimento contro i lavoratori e i loro rappresentanti; se il Ministro in indirizzo e i rappresentanti della parte pubblica della Galileo in liquidazione non ritengano di doversi chiaramente dissociare dal comportamento inutilmente astioso e punitivo del liquidatore in un momento delicato in cui la nuova attività sembra poter decollare, forse proprio perchè finalmente libera da dirigenti come il signor Colombo.
che il decreto-legge n. 547 del 1994 aveva autorizzato la GEPI spa ad impiegare fino a 350 miliardi di lire per finanziare specifici programmi di interventi finalizzati alla ricostruzione ed allo sviluppo dell’apparato produttivo esistente nelle zone colpite dall’alluvione del novembre 1994, secondo criteri da definirsi ad opera del Ministero dell’industria; che si tratta di somme iscritte in apposita contabilità separata della ex GEPI, ora ITAINVEST, che per la parte non utilizzata sono produttive di interessi; considerato che tali contributi, essendo in conto interessi, se utilizzati potrebbero attivare una non trascurabile massa di investimenti, l’interrogante chiede di sapere quanto di questa somma sia stato effettivamente speso e, di conseguenza, quanto sia oggi disponibile a titolo di somma residua più interesse, per essere eventualmente utilizzato per interventi a seguito dell’alluvione dei giorni scorsi.