ISTRUZIONE (7
a
)
MARTEDÌ 17 GIUGNO 1997
108
a
Seduta
Presidenza del Vice Presidente
MANIS
Interviene il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Rocchi.
La seduta inizia alle ore 15,20.
IN SEDE CONSULTIVA
(
Doc.
LVII, n. 2)
Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 1998-2000
(Parere alla 5
a
Commissione, ai sensi dell'articolo 125-
bis
del Regolamento. Esame e rinvio)
(R125 B00, C05
a
, 0003°)
Riferisce alla Commissione il relatore BISCARDI, il quale illustra anzitutto i due obiettivi principali che il Documento si prefigge, vale a dire l'unione economica e monetaria con gli altri Paesi europei e il risanamento della finanza pubblica. Al fine di raggiungere tali obiettivi, il Documento indica un percorso preciso costituito da una crescita progressiva del prodotto interno lordo nel corso del triennio di riferimento 1998-2000, una riduzione dell'indebitamento netto, e, infine, una ulteriore flessione del tasso di inflazione. Tutto ciò comporta l'esigenza di una manovra complessiva pari a 25.000 miliardi, suddivisi per due quinti in manovre sulle entrate e per i restanti tre quinti in manovre di risparmio. In particolare, il contenimento delle spese dovrà essere realizzato attraverso una razionalizzazione dell'intervento pubblico in alcuni settori specifici (tra cui in primo luogo la sanità e la pubblica amministrazione), un riordino dei finanziamenti statali alle aziende di servizio pubblico e la riforma dello Stato sociale, con particolare attenzione al mercato del lavoro, all'assistenza e all'ordinamento pensionistico.
Per quanto riguarda poi i settori di competenza della Commissione, prosegue il relatore, il Documento - oltre a sottolineare l'importanza di una più ampia scolarizzazione ai fini della efficacia delle politiche di sviluppo a favore del Mezzogiorno - a livello più generale sancisce in primo luogo la crucialità dei settori della ricerca e dell'innovazione. A tale proposito, si richiama l'esigenza di una sempre più stretta connessione tra ricerca pubblica e ricerca privata, cui seguono indicazioni specifiche che tuttavia attengono maggiormente al campo della ricerca applicata, che esula dalla competenza della Commissione istruzione.
Il Documento contiene poi un intero paragrafo relativo alle politiche per lo sviluppo della cultura. Al riguardo, il relatore osserva che alcuni importanti risultati nel campo della promozione e valorizzazione dei beni culturali sono stati già raggiunti attraverso l'approvazione di significativi atti legislativi di tutela. Altri saranno invece conseguiti nei prossimi mesi, non appena giungerà a compimento l'esame di ulteriori provvedimenti attualmente all'attenzione dei due rami del Parlamento.
Nel capitolo relativo alle riforme strutturali, il Documento richiama poi le misure di decentramento e di delegificazione adottate sulla scorta di quanto previsto dalle leggi nn. 59, 94 e 127 di quest'anno. Nell'ambito di queste, si richiama tra l'altro l'attribuzione dell'autonomia alle istituzioni scolastiche, alla quale il Documento assegna potenzialità assai significative anche ai fini della costruzione del sistema pubblico integrato e della riforma dei cicli scolastici.
Il Documento riconosce infine, nell'ambito delle considerazioni di sintesi, un ruolo centrale al sistema dell'istruzione e della formazione. A tale ultimo proposito, il relatore osserva tuttavia che il problema della formazione non ha ancora conosciuto una soluzione adeguata, anche a causa della pluralità di soggetti istituzionali competenti (Ministero della pubblica istruzione, Ministero del lavoro e Regioni).
Tutto ciò considerato, il relatore osserva conclusivamente che il Documento non contiene alcun indicazione di priorità di spesa, se non un riferimento ad ulteriori interventi di razionalizzazione della rete scolastica, che tuttavia potrebbe anche essere giudicato contraddittorio rispetto agli obiettivi annunciati di rafforzamento delle politiche formative. Egli dichiara quindi di ritenere indispensabile un richiamo al Governo in questo senso, riservandosi peraltro di presentare una proposta di parere sulla base delle osservazioni che emergeranno dal dibattito.
Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.
Il senatore CAMPUS critica la laconicità del Documento sui numerosi settori di competenza della Commissione, osservando che l'unico richiamo sostanziale è quello alla esigenza di ulteriori interventi alla razionalizzazione della rete scolastica. Ciò induce a ritenere che per il prossimo futuro il Governo intenda apportare solo nuovi tagli al sistema scolastico, senza neanche prevedere che le risorse così recuperate siano obbligatoriamente reinvestite nel settore scolastico. Sulla base di tali considerazioni, preannuncia un giudizio contrario al Documento in esame.
Il senatore MELE esprime apprezzamento per i passaggi del Documento in cui si fa riferimento all'importanza della ricerca e dell'innovazione e alla opportunità di adottare adeguate politiche di sviluppo della cultura. Premesso quindi un giudizio sostanzialmente positivo, egli giudica indispensabile richiamare l'attenzione del Governo sull'esigenza di compiere significativi passi avanti rispetto all'ottica limitata della mera razionalizzazione che, da sola, non è certo in grado di fare fronte alle esigenze conseguenti alla riforma dei cicli scolastici. Analogamente, suscita a suo giudizio preoccupazione il riferimento contenuto nel Documento alla creazione del sistema scolastico pubblico integrato che, nell'attuale situazione di crisi economica, può comportare un inaccettabile storno di risorse finanziarie altrimenti più utilmente concentrate a favore della scuola pubblica.
Il senatore LORENZI esprime una posizione critica, richiamando in particolare - per quanto concerne l'istruzione - il profilo problematico della razionalizzazione, i cui contorni sono a suo giudizio individuati senza tener conto degli effetti in termini di funzionalità nel servizio scolastico e, al contempo, con una ingiustificabile remissività nei confronti delle pretese del personale. Dopo aver auspicato che il riordino dei cicli scolastici non avvenga nei limiti delle risorse conseguibili attraverso gli interventi di razionalizzazione (che a suo giudizio non potrebbero certamente essere neanche lontanamente sufficienti), si sofferma quindi sullo scioglimento delle unità alpine, anch'esso realizzato nell'ambito di una pretesa razionalizzazione della spesa pubblica. Egli segnala a tale proposito il fortissimo disagio sociale suscitato nelle regioni ove le unità alpine sono profondamente radicate, suscettibile di dar luogo a manifestazioni difficilmente controllabili di protesta.
La senatrice PAGANO ritiene che il Documento in esame confermi l'impegno del Governo ad investire risorse per lo sviluppo della cultura. Ritiene pertanto che la Commissione dovrebbe esprimere un parere favorevole, non sottraendosi nel contempo al dovere di dettare precise condizioni con riferimento in particolare: all'esigenza che gli interventi di razionalizzazione rimangano nei termini stabiliti dalla legge n. 662 dello scorso anno e che i risparmi conseguenti siano reinvestiti nella scuola; all'opportunità che i fondi per la cultura siano accresciuti; alla necessità che l'autonomia scolastica sia sollecitamente realizzata nell'ambito del concreto avvio della complessiva riforma della scuola; alla esigenza di conferire un ruolo più unitario alla ricerca e all'università. Altresì, dovrebbe a suo giudizio essere inserito nel parere un richiamo all'Accordo sul lavoro dello scorso settembre, nella parte in cui prevede una stretta connessione tra politica del lavoro e politica dell'istruzione.
Il senatore BEVILACQUA, premesso di riconoscersi nelle considerazioni del senatore Campus, manifesta perplessità in ordine alla concreta realizzazione delle previsioni contabili contenute nel Documento, dal momento che a suo giudizio i provvedimenti di contenimento della spesa sono spesso solo teorici. Nè d'altra parte appare coerente auspicare una più ampia scolarizzazione e, allo stesso tempo, prefigurare nuovi interventi di razionalizzazione, i cui proventi non sarebbero neanche reinvestiti nel settore scolastico. Nonostante la grande attenzione invero dimostrata dal Governo in carica ai problemi della scuola, egli ritiene pertanto che gli strumenti posti in essere non siano in linea con gli obiettivi prefigurati.
Il senatore MASULLO osserva che il Documento in esame riveste principalmente i connotati di un manifesto programmatico di intenti, senza purtroppo offrire alcuno strumento di raffronto fra gli investimenti prefigurati nei diversi settori di spesa. Pur condividendo le importanti considerazioni relative alla centralità dell'istruzione, egli esprime quindi meraviglia per la assoluta mancanza di qualunque riferimento al livello universitario di formazione. A suo giudizio, nella società contemporanea, l'istruzione dovrebbe invece assumere un carattere di sempre più alta specializzazione e professionalità, allontanando con cura il pericolo di un livellamento verso il basso. D'altronde, sia pure in una situazione di crisi profonda quale quella che l'Italia sta vivendo negli ultimi anni, gli interventi di contenimento della spesa non dovrebbero mai andare a danno degli investimenti nel settore formativo, pena un progressivo impoverimento del livello culturale complessivo del Paese.
Il senatore RESCAGLIO esprime apprezzamento in particolare per la connessione individuata dal Documento tra formazione e cultura, pur lamentando l'assenza di indicazioni più precise sulle modalità degli investimenti nella ricerca culturale. Dopo aver giudicato positivamente i paragrafi relativi alla riforma delle procedure amministrative e all'abolizione degli sprechi, esprime l'opinione che la prospettiva di un sistema scolastico integrato non rappresenti un pericolo per la scuola pubblica ma, al contrario, la soluzione ad un problema avvertito ormai da molto tempo.
Il senatore BERGONZI osserva che quest'anno per la prima volta il Governo ha presentato al Parlamento il Documento di programmazione economico-finanziaria in presenza di un sostanzioso progetto riformatore del sistema scolastico. Ciò nonostante, esso non prevede alcun incremento di investimenti nel triennio di riferimento, rischiando così di compromettere l'intero progetto di riforma. Nè può ritenersi realistico che la riforma prescinda da adeguati investimenti. L'Italia è d'altronde il Paese che spende di meno in Europa per la formazione, come dimostra la grave arretratezza in cui essa versa, soprattutto nel Mezzogiorno.
Egli lamenta poi l'accenno, contenuto nel Documento, alla costruzione di un sistema scolastico pubblico integrato che anticipa, al di fuori di un adeguato dibattito parlamentare, una scelta che non è ancora maturata nelle diverse forze politiche del Paese.
Dopo essersi associato alle considerazioni del senatore Masullo sulla mancanza di qualunque riferimento alla politica universitaria, pur in presenza di un preoccupante fenomeno di contrazione delle immatricolazioni, auspica che le osservazioni da lui svolte siano accolte dal relatore e inserite nello schema di parere che quest'ultimo sottoporrà all'esame della Commissione.
In considerazione dell'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea, il PRESIDENTE rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani alle ore 15.
La seduta termina alle ore 16,30.