AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

MARTEDI' 31 LUGLIO 2001
19ª Seduta

Presidenza del Presidente
PASTORE

Interviene il ministro per i rapporti con il Parlamento Giovanardi.

La seduta inizia alle ore 15,10.


IN SEDE REFERENTE

(77) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE - BUCCIERO ed altri -Integrazione della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
(277) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE - PEDRIZZI ed altri - Abrogazione dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
(401) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - SCHIFANI e PASTORE - Abrogazione dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
(417) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - GRECO. - Abrogazione dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
(431) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - EUFEMI ed altri - Abrogazione del primo e secondo comma della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
(507) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - ROLLANDIN ed altri - Abrogazione dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
(Esame congiunto e rinvio)

Il presidente PASTORE, relatore alla Commissione, ricorda la complessa vicenda sottesa ai disegni di legge in esame, con i ripetuti tentativi di soluzione normativa e gli ostacoli finora incontrati. Egli ritiene che la preoccupazione di abrogare i primi due commi della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione in ragione di possibili rischi per l'ordinamento democratico e repubblicano rende un pessimo servizio proprio a quest'ultimo: essa postula, infatti, un implicito senso di fallimento dello scopo fondamentale della Costituzione repubblicana, quello di radicare non solo nelle istituzioni ma soprattutto nella coscienza dei cittadini i valori della democrazia liberale nella forma istituzionale della rappresentanza elettiva e non dinastica. Quella preoccupazione è invece evidentemente infondata e resta invece la ferita inferta, a tanti anni di distanza, ai diritti fondamentali di persone che non portano alcuna responsabilità propria nei tragici eventi che storicamente sono all'origine della disposizione transitoria. Altri paesi democratici, d'altra parte, hanno risolto da tempo, in un modo o nell'altro, l'analogo dilemma, come è accaduto ad esempio in Francia e in Austria. L'Italia, dunque, resta il solo paese della comunità democratica e liberale europea, di ordinamento repubblicano, che ancora non ha trovato una soluzione appropriata.
Già nella XIII legislatura si tentò di intervenire in materia, anche per iniziativa del Governo Prodi e con tecniche normative simili a quelle assunte dai disegni di legge in esame, in ogni caso limitati ai primi due commi della disposizione transitoria. Le soluzioni si sono articolate in due modalità, quella direttamente abrogativa, che egli dichiara di preferire, e quella della cessazione degli effetti a decorrere da una certa data, che pure ha una sua validità da verificare tuttavia quanto al possibile effetto diacronico riguardo all'iter della legge di revisione.
Quanto alle diverse questioni insorte durante le discussioni svolte in proposito nella legislatura appena trascorsa, ricorda la proposta, invero assai impropria, di subordinare il rientro in Italia a un giuramento di fedeltà alla Repubblica, che sarebbe, a suo avviso una condizione probabilmente illegittima, nonché la dibattuta vicenda dell'archivio di Casa Savoia. Ricorda, inoltre, il tentativo estremo del Governo Amato, non produttivo di risultati, di risolvere la questione in via amministrativa e, infine, le ripetute pronunce, non sempre tra loro coerenti, del Parlamento europeo.
Una volta compiuta la discussione generale si dovrebbe a suo parere assumere come base di esame un testo unificato coincidente con i disegni di legge che propongono l'abrogazione, fissando un termine per emendamenti alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva e assumendo lo scopo di formulare una proposta all'Assemblea del Senato in tempo celeri. Auspica, al riguardo, una soluzione largamente condivisa.

Interviene quindi il ministro GIOVANARDI affermando anzitutto che il Governo non intende assumere una propria iniziativa legislativa in materia, come il Governo Prodi, e nondimeno non è affatto neutrale al riguardo poiché condivide nel merito la proposta sostenuta nei disegni di legge in esame, quale che sia, infine, la soluzione tecnica prescelta. Sostiene, infatti, che dagli eventi della prima metà del secolo scorso non si possono far derivare ancora conseguenze così incongrue, per la tutela dei diritti individuali fondamentali, come quelli che risultano, anacronisticamente, dai primi due commi della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Quegli effetti colpiscono persone incolpevoli e confliggono con i princìpi della Convenzione per i diritti dell'uomo ma anche con i valori inviolabili della coscienza civile.

Si apre la discussione generale.

Il senatore BUCCIERO condivide la relazione del Presidente e ricorda il tentativo compiuto nella parte finale della XIII legislatura, di ammettere con legge apposita, da lui proposta, il transito temporaneo di Emanuele Filiberto di Savoia in territorio italiano in occasione delle celebrazioni giubilari.
Quel tentativo suscitò, con sua soddisfazione, anche l'adesione di autorevoli esponenti della sinistra ma incontrò la tenace resistenza del presidente pro-tempore della Commissione affari costituzionali del Senato, Villone, perché fosse esaminato tempestivamente.
Quanto alla soluzione normativa più appropriata in sede di revisione costituzionale egli ha ripreso, con il disegno di legge n. 77, quella prescelta nella precedente legislatura e sino a un certo punto largamente condivisa, cioè di integrare il testo costituzionale con una disposizione che limita gli effetti delle altre (primo e secondo comma) a una data fissa, da lui indicata nel 2 giugno 2001 il cui valore simbolico è anche nel cambiamento complessivo introdotto con la XIV legislatura.

Il senatore ROLLANDIN conviene con la proposta avanzata dal relatore e ricorda le recenti pronunce del Parlamento europeo che rendono ancor più anacronistiche le disposizioni di cui si propone l'abrogazione.

Interviene quindi il senatore BATTISTI che si sofferma preliminarmente sul carattere della disposizione oggetto di revisione che, a suo avviso, non può essere considerata transitoria nascendo, similmente alla XII, come perfettamente armonica e coerente con lo spirito della Costituzione. Si rende tuttavia conto del superamento pratico delle ragioni che ne determinarono l'adozione e, tuttavia, non condivide le motivazioni che sono state addotte a sostegno della sua revisione. Occorre infatti a suo avviso che emerga con chiarezza che il legislatore non intende in alcun modo toccare i valori essenziali che motivarono, nel 1948, l'adozione della disposizione in esame.

Il senatore PASSIGLI, nel rinnovare il suo giudizio negativo sul comportamento di Casa Savoia nella parte finale della vita della monarchia e in particolare durante la seconda guerra mondiale, ritiene che occorra interrogarsi sul carattere della disposizione in esame che, a suo avviso, non fu adottata con un intento punitivo, ma per una ragione eminentemente politica: l'esigenza di eliminare una fonte di pericolo per le nascenti istituzioni repubblicane. Ciò induce a ritenere evidentemente transitoria la portata di questa previsione e oggi, non sussistendo più le ragioni che ne motivarono l'adozione, appare comprensibile l'iniziativa volta a limitarne gli effetti. Preannuncia pertanto, a titolo personale, un voto di astensione.

Il senatore MARINO non crede sia questa la sede per ripercorrrere momenti salienti della storia nazionale e le pesanti responsabilità avute da Casa Savoia. Circa il valore della disposizione in esame crede che si tratti di una disposizione finale e non meramente transitoria. Segnala quindi la diversa portata del disegno di legge n. 77 rispetto alle altre iniziative presentate che propongono una mera abrogazione dei primi due commi della XIII disposizione transitoria, mentre la proposta del senatore Bucciero prevede un semplice esaurimento degli effetti delle norme in essi contenute. Manifesta quindi la profonda contrarietà della sua parte politica sulle iniziative in esame riservandosi di sviluppare la questione in una successiva occasione.

Il senatore FISICHELLA, nell'apprezzare la relazione del Presidente e l'atteggiamento del Ministro, ricorda che la parte prevalente della dottrina è orientata ad attribuire un carattere transitorio alla XIII disposizione, la cui revisione è stata oggetto di un approfondito dibattito nel corso della precedente legislatura. Senza voler quindi riproporre le questioni allora dibattute, ritiene che le considerazioni svolte dal senatore Passigli siano tali, al di là e oltre le diverse interpretazioni delle vicende storiche di cui Casa Savoia fu protagonista, da superare ogni possibile obiezione alla rapida definizione delle iniziative in esame.

Il senatore BOSCETTO dichiara il proprio consenso alla proposta avanzata dal Presidente reputando ininfluente, ai fini dell'attuale discussione, il problema del carattere transitorio finale della disposizione in esame. Similmente, pur comprendendo le ragioni che motivano il testo del disegno di legge presentato dal senatore Bucciero, dichiara di preferire, per la maggiore chiarezza normativa, la formulazione delle altre iniziative in titolo, che prevedono la semplice abrogazione dei primi due commi della XIII disposizione transitoria. Non crede altresì producente riaprire in questa sede il dibattito circa il comportamento di Casa Savoia nella fase finale della vita della monarchia, un dibattito ancora aperto su cui non si è pervenuti a suo avviso a conclusione definitiva. La saldezza delle istituzioni repubblicane rende oggi superflue le disposizioni oggetto delle iniziative in esame che, correttamente, sono quindi le prime di revisione costituzionale della nuova legislatura.

Prende quindi la parola il senatore MAGNALBO' che ritiene l'approvazione dell'iniziativa in titolo un atto dovuto. Si tratta infatti della eliminazione di previsioni ingiustamente discriminatorie che contrastano, oggi in modo evidente, con lo spirito della Costituzione ed i suoi principi essenziali. Similmente ritiene non coerente con l'impianto costituzionale la previsione dell'articolo 139 della Costituzione. Reputa quindi giusto aprire la legislatura con questa significativa iniziativa di revisione costituzionale.

La senatrice DENTAMARO, ricordato il dibattito svoltosi nel corso della passata legislatura, rileva che l'iniziativa in titolo non sembra rivestire un carattere di urgenza, interessando un numero limitatissimo di cittadini. Questa iniziativa, la prima di revisione costituzionale della legislatura, ha un carattere simbolico, emerso chiaramente dai precedenti interventi, che la rende, a suo avviso, ancor più inopportuna. Non condivide infatti le riletture di decisivi eventi della storia nazionale proposte a sostegno della iniziativa in esame. E così, pur consapevole delle argomentazioni giuridiche che militano a favore della abrogazione dei primi due commi della XIII disposizione (di cui reputa evidente il carattere transitorio), ritiene assolutamente non condivisibile lo spirito con cui essa viene proposta. Seppur in modo sofferto preannuncia, quindi, un voto contrario ricordando infine i gravi comportamenti compiuti negli ultimi anni dai soggetti interessati dalla disposizioni che si intende abrogare.

Replica a questi rilievi il relatore PASTORE il quale ricorda che l'iniziativa in esame fu discussa, senza preconcette ostilità sin dall'inizio della legislatura, a partire dall'ottobre del 1996. Rileva quindi la strutturale differenza tra la XII disposizione transitoria (che riguarda puntuali comportamenti) e la XIII disposizione che addebita a soggetti incolpevoli responsabilità altrui. Occorre dunque a suo avviso prescindere dalle valutazioni storiche e sviluppare un sereno dibattito sulla opportunità di mantenere oggi la vigenza di queste previsioni.

Il PRESIDENTE avverte quindi che la discussione generale proseguirà alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva risultando iscritti a parlare i senatori Vitali e Del Pennino. Propone infine di fissare per il 18 settembre il termine di presentazione degli emendamenti da riferirsi a un testo unificato coincidente con i disegni di legge nn. 277, 401, 417, 431 e 507.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.