ISTRUZIONE (7a)

GIOVEDI' 20 GIUGNO 2002
91a Seduta

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, l'architetto Giancarlo Goretti, il dottor Massimo Ghiloni, la dottoressa Silvia Valeri e la dottoressa Stefania Di Vecchio dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE).

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Caldoro.

La seduta inizia alle ore 15,20.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Nuovo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di autonomia statutaria e regolamentare delle istituzioni di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508 (n. 106)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, della legge 21 dicembre 1999, n. 508. Seguito dell'esame e rinvio)


Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 12 giugno scorso.

Il presidente relatore ASCIUTTI dà preliminarmente atto all'opposizione di aver contribuito in misura determinante al raggiungimento del numero legale indispensabile per l'esame dell'atto in titolo. Dichiara quindi aperta la discussione generale.

Il senatore VALDITARA valuta positivamente lo schema di regolamento in esame, che rappresenta una premessa indispensabile per la piena attuazione della legge n. 508 del 1999.
Già in sede di Commissione affari costituzionali, egli ha tuttavia avuto modo di osservare che l'introduzione della figura del presidente del consiglio di amministrazione accanto a quella del direttore - se è condivisibile, non foss'altro che per le considerazioni del Consiglio di Stato, al fine di una più chiara distinzione dei compiti e di una maggiore trasparenza amministrativa - può risultare lesiva dell'articolo 33, sesto comma, della Costituzione nel caso in cui venga mantenuta la previsione della nomina ministeriale. Sembrerebbe invece assai più opportuno valorizzare l'autonomia decisionale del consiglio di amministrazione prevedendo l'elettività del presidente.
Egli svolge poi considerazioni più di dettaglio.
Anzitutto, pur considerando fondamentale l'acquisizione periodica delle opinioni degli studenti sulle attività didattiche da parte del Nucleo di valutazione di cui all'articolo 10, ritiene improprio che ciò avvenga mantenendo l'anonimato.
Inoltre, giudica importante che fra gli organi necessari delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale sia inserito anche un collegio dei professori, composto da tutti i docenti, con il compito di eleggere i propri rappresentanti nel consiglio accademico e nel consiglio di amministrazione, nonché di ratificare le linee programmatiche stabilite dal consiglio accademico sulle attività didattiche e scientifiche.
Con riferimento poi all'articolo 7, auspica: un chiarimento al comma 3, lettera a), laddove si stabilisce che "almeno uno" degli esperti che fanno parte del consiglio di amministrazione sia nominato dal Ministro; l'attribuzione di "funzioni consultive" al direttore amministrativo di cui al comma 4, anziché del "voto consultivo"; l'attribuzione al consiglio di amministrazione del compito di definire, nei limiti della disponibilità di bilancio, l'organico del personale docente e non docente, senza la limitazione prevista dal comma 5, lettera d), riferita al personale docente per le attività didattiche e di ricerca.
Ritiene infine che l'incarico del direttore amministrativo, di cui all'articolo 12, comma 3, debba essere conferito solo a personale in possesso di laurea specifica.

La senatrice ACCIARINI conviene che la previsione della nomina ministeriale del presidente del consiglio di amministrazione contrasti con i principi di autonomia delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale sancita dalla Costituzione. Ritiene peraltro che lo schema di regolamento in esame sconti un quadro complessivo di riferimento assai confuso, privo da un lato della piena autonomia dell'alta formazione artistica e musicale e, dall'altro, di una compiuta riforma scolastica.
Come evidenziato del resto dal presidente-relatore nella sua esposizione introduttiva, la mancata definizione della formazione musicale di base rende difficile il collegamento con le istituzioni di alta formazione. Lamenta pertanto il blocco immotivato della riforma Berlinguer da parte del centro-destra, che ha vanificato fra l'altro le premesse dell'alta formazione artistica e musicale.
Ella critica altresì che la nuova autonomia statutaria sia attribuita prima della piena trasformazione degli istituti.
Si sofferma poi sulla previsione del parere degli studenti sulle attività didattiche, che ritiene di rilevanza strategica. Quanto all'opportunità di mantenerne l'anonimato, osserva che esso presenta profili positivi così come negativi; si tratta in ogni modo di individuare modalità che garantiscano la riservatezza delle opinioni espresse.

Il senatore BETTA si dichiara favorevole alla distinzione fra le responsabilità del direttore e quelle del presidente. Ritiene tuttavia che possano essere individuate modalità di nomina del presidente più coerenti con i principi di autonomia. Ritiene altresì preferibile fissare il limite di un rinnovo per il mandato del presidente, ed auspica che tale figura non abbia le stesse caratteristiche del direttore né si ponga in concorrenza con esso. In tal senso, sembrerebbe preferibile prevederne la scelta fra personalità esterne, eventualmente espressione del territorio.
Anche per quel che riguarda la figura del direttore, ritiene preferibile fissare un limite al rinnovo dell'incarico, eventualmente individuabile nel numero di due, anziché di uno come per il presidente.
Nell'osservare poi che lo schema di regolamento può rappresentare un utile stimolo verso un maggiore coinvolgimento con le realtà locali e le amministrazioni comunali, si dichiara conclusivamente d'accordo nel prevedere che nel consiglio di amministrazione vi siano rappresentanti di istituzioni culturali, pubbliche e private.

Il senatore MONTICONE dichiara di condividere le linee generali dell'esposizione introduttiva del presidente-relatore. Si esprime poi in senso nettamente favorevole all'attuazione dell'autonomia delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale, con la quale contrasta peraltro la previsione della nomina ministeriale del presidente del consiglio di amministrazione, sulla quale manifesta forte contrarietà. Auspica inoltre un significativo legame con il territorio, ai fini di un più stretto coinvolgimento della realtà produttiva locale con la vita delle istituzioni. Ritiene altresì indispensabile tutelare l'originalità didattica e di sperimentazione delle singole istituzioni.
Si dichiara conclusivamente concorde con le osservazioni emerse nel dibattito in ordine alla partecipazione degli studenti ai processi di valutazione e all'opportunità di istituire un consiglio di docenti.

Il senatore COMPAGNA conviene a sua volta con le considerazioni introduttive del presidente-relatore, con particolare riferimento alla dicotomia fra presidente e direttore. Peraltro, in considerazione dei numerosi spunti emersi nel dibattito, dichiara di attendere la replica del Governo con particolare interesse.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

La senatrice ACCIARINI richiama all'attenzione del rappresentante del Governo sulle difficoltà determinate dalla circolare ministeriale del 28 maggio scorso con la quale è stato negato ai laureati in scienze dell'informazione e informatica il diritto a sostenere l'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione e l'iscrizione all'albo degli ingegneri, settore dell'informazione. Ciò, anche in connessione all'esame in corso presso le Commissioni riunite 2ª e 7ª del decreto-legge n. 107 in materia di accesso alle professioni. Chiede conseguentemente che il Governo riferisca sollecitamente in Parlamento sulla questione.

Il sottosegretario CALDORO assicura che si farà interprete di tale richiesta presso il sottosegretario a ciò delegato, senatrice Siliquini. Manifesta comunque fin d'ora la piena disponibilità del Governo in tal senso.


PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali: audizione dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE).

Il presidente ASCIUTTI introduce l'audizione odierna, dando il benvenuto ai rappresentanti dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE).

Ha quindi la parola l'architetto GORETTI, vice presidente della commissione referente edilizia e territorio, il quale esprime, a nome dell'imprenditoria edile, piena condivisione per l'iniziativa assunta dalla Commissione istruzione del Senato, che apre prospettive di grande operatività. Emergono tuttavia preoccupazioni con riferimento ai vincoli e alle competenze da un lato e ai metodi e alle certezze dall'altro. I vincoli sui beni tutelati sono infatti spesso considerati, anziché come opportune linee guida di intervento, come deterrenti all'intervento di risanamento. Al contrario, l'ANCE ritiene che gli immobili di interesse storico-artistico possano, e anzi debbano, essere utilizzati in modo multifunzionale, secondo i concetti della più moderna urbanistica, senza violare il rispetto della tradizione culturale e storica di cui sono testimonianza. Senza prefigurare pericolose sperimentazioni, è infatti opportuno valorizzare gli immobili di pregio architettonico attraverso una loro attualizzazione. In tal senso, istituzioni storiche come quelle museali possono diventare al tempo stesso centri congressuali, sede di attività di spettacolo, urban point, senza compromettere il rispetto dell'ordinamento. Ciò incrementerebbe il loro tasso di redditività ed assicurerebbe un ritorno economico agli interventi di risanamento.
Fra gli strumenti per incentivare l'intervento privato, egli cita in primo luogo la concessione a tempo (non necessariamente la dismissione) dei beni pubblici vincolati. Gli imprenditori sono del resto pienamente consapevoli che gli interventi di risanamento non debbono essere ispirati esclusivamente a finalità di ritorno economico, bensì soprattutto a criteri di interesse più generale nel senso della valorizzazione del bene. Un immobile restaurato e ben gestito è infatti più proficuo ai fini della convenienza comune e, alla scadenza della concessione, l'amministrazione proprietaria si vede restituire un bene qualificato, di accresciuto valore patrimoniale.
Egli invoca poi significativi snellimenti procedurali, fra cui in particolare una razionalizzazione dei controlli e, in linea con la tendenza ad una sempre maggiore concertazione urbanistica, l'unificazione delle procedure seguite da sovraintendenze e regioni. Analogamente, auspica che le procedure seguite dalle sovrintendenze si pongano in linea con la legge-obiettivo e siano nel contempo posti tempi certi per l'espletamento dei singoli passaggi procedurali.
Egli dichiara conclusivamente la piena disponibilità dell'imprenditoria edile ad un significativo coinvolgimento attraverso il cofinanziamento degli interventi. Sollecita altresì una mappatura degli edifici su cui intervenire e dei vincoli entro cui operare, anche tenuto conto delle aree limitrofe agli immobili di interesse storico-artistico. La valorizzazione degli immobili di pregio passa infatti, oltre che per la destinazione d'uso, anche per la riqualificazione delle zone limitrofe.

Il dottor GHILONI, dirigente dell'ANCE, pone l'accento sulla rinnovata attenzione alla qualità edilizia. Se nell'epoca della ricostruzione post-bellica si è infatti privilegiato l'aspetto quantitativo, tentando di soddisfare in poco tempo una domanda crescente, oggi si impone invece un approccio complessivo sul tessuto urbano che comprenda sia i beni vincolati che le aree limitrofe. Ciò, anche al fine di consentire a questo secolo di lasciare a sua volta una testimonianza nella storia dell'architettura.

Si apre il dibattito.

Il presidente ASCIUTTI ricorda che già nella XIII Legislatura era stata avviata una iniziativa a tutela dell'architettura contemporanea di qualità ed auspica che analoga iniziativa venga assunta anche nella Legislatura attuale.

Il senatore MONTICONE richiama l'attenzione sul rapporto degli interventi edilizi con la storia del tessuto urbano, sottolineando l'importanza di una approfondita conoscenza storica degli immobili e dei centri urbani su cui si interviene. Osserva poi che le testimonianze architettoniche lasciate in passato non erano solo l'effetto di un'attività volontaristica. S'interroga pertanto sul ruolo svolto e sui criteri seguiti, anche in rapporto alla conservazione dei beni culturali, dai rappresentanti della cultura moderna.

Il senatore BRIGNONE ricorda a sua volta il disegno di legge sull'architettura contemporanea di qualità, il cui esame era stato avviato nella scorsa Legislatura. Al riguardo, rammenta che l'articolato non era del tutto conforme al titolo e alle premesse ed auspica pertanto un rinnovato interesse sulla materia, più consono agli obiettivi prefissi.
Egli si sofferma quindi sui beni culturali di proprietà delle amministrazioni locali, che hanno già una destinazione d'uso ma necessitano di interventi di risanamento particolarmente costosi. Si tratta, in questo caso, di seguire una normativa molto puntuale ed onerosa, che spesso gli enti locali non sono in grado di sostenere. Al riguardo, ricorda il sopralluogo svolto da una delegazione della Commissione nell'astigiano, che ha consentito di prendere atto della difficoltà degli enti locali nel far fronte alla conservazione dei numerosi beni culturali di loro proprietà. In tal senso, auspica che accanto alle grandi manifestazioni culturali di interesse nazionale siano tutelate ed incentivate manifestazioni di carattere locale volte a valorizzare un patrimonio storico-artistico in pericolo.

La senatrice ACCIARINI sottolinea l'esigenza di una tutela attiva dei beni culturali, non disgiunta dagli intenti di valorizzazione. Osserva tuttavia che l'Italia presenta profili specifici rispetto ad altri paesi, stante l'immensa concentrazione di beni storico-artistici sul suo territorio che impone l'adozione di politiche particolari.
Auspica poi che gli interventi sulle vestigia del passato non ne snaturino il carattere, ponendosi eventualmente in parallelo piuttosto che in termini di sovrapposizione.

Il senatore FAVARO ritiene maturi i tempi per poter intervenire sui beni di interesse culturale senza i timori del passato e rivedere una normativa risalente all'anteguerra. Al contrario, la chiarezza dell'intervento di risanamento sull'opera antica può risultare di interesse e qualità, assicurando anche un maggiore ritorno.

Alle osservazioni dei senatori risponde l'architetto GORETTI, il quale sottolinea l'impressionante crescita culturale del mondo imprenditoriale negli ultimi vent'anni. La forte concentrazione di beni culturali nel nostro Paese impone del resto agli imprenditori conoscenze multisettoriali in continua evoluzione.
Conviene poi con il senatore Monticone sull'opportunità di un più stringente rapporto con il territorio, prospettiva verso la quale è del resto indirizzata la multifunzionalità del bene.

Il presidente ASCIUTTI ringrazia i rappresentanti dell'ANCE e dichiara chiusa l'audizione. Rinvia indi il seguito dell'indagine conoscitiva ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,40.