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COMMISSIONE PARLAMENTARE
PER L’INDIRIZZO GENERALE E LA VIGILANZA
DEI SERVIZI RADIOTELEVISIVI

MERCOLEDI' 23 FEBBRAIO 2005
189a Seduta
Presidenza del Presidente
PETRUCCIOLI

La seduta inizia alle ore 14,30.
SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI
Il presidente, senatore PETRUCCIOLI, avverte che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità della seduta sarà assicurata per mezzo della trasmissione con il sistema audiovisivo a circuito chiuso.
Avverto altresì che sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

PROCEDURE INFORMATIVE

Audizione del Direttore generale della RAI.

(Svolgimento dell'audizione e rinvio)

Il Presidente PETRUCCIOLI informa in primo luogo la Commissione che, qualora nella seduta di oggi non sia possibile terminare l'audizione, questa proseguirà fra due settimane, dal momento che la prossima settimana il direttore generale Cattaneo sarà fuori Roma per importanti impegni di lavoro.
Il Presidente, dopo aver riepilogato le principali questioni che saranno oggetto dell'audizione, comunica che gli è appena giunta una lettera del Comitato dei precari della RAI, fortemente critico nei confronti dell'intesa che l'azienda si appresta a firmare con l'Usigrai sul problema del precariato.

Il direttore generale CATTANEO si sofferma in primo luogo sullo schema di separazione contabile approvato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, e assicura che è già in fase avanzata di realizzazione il progetto di separazione che sarà poi trasmesso all'Autorità per il parere.
Egli avrebbe preferito uno schema parzialmente diverso da quello proposto dall'Autorità - fondato su tre distinti aggregati contabili, relativi il primo alle attività di produzione e programmazione di servizio pubblico, il secondo alle attività dello stesso tipo ma con finalità commerciali, e il terzo ai servizi tecnici - e tuttavia non ritiene che, stante il fatto che qualsiasi schema di contabilità separata presenta margini di discrezionalità, vi siano difficoltà a dare seguito alle prescrizioni dell'Autorità; in questo senso la ristrutturazione organizzativa in corso non rappresenta certamente un problema, dal momento che il modulo organizzativo proposto ha finora dimostrato di possedere notevoli margini di adattabilità.
Il Direttore generale, nel riservarsi di dare elementi più completi alla Commissione quando sarà definita la firma dell'accordo sul precariato, osserva che l'attuale gestione della RAI sta cercando di avviare ad una soluzione un problema annoso, e che nessuna delle precedenti gestioni è riuscita a risolvere.
Per quanto riguarda poi la questione relativa a Michele Santoro, egli sottolinea in primo luogo che la lettera inviatagli dal giornalista, di cui la Commissione è a conoscenza, testimonia un costruttivo atteggiamento di disponibilità che induce a sperare in un accordo soddisfacente.
Tuttavia egli ritiene che sia necessario in primo luogo conoscere e riflettere sulle motivazioni della sentenza che ha dato ragione a Santoro, e questo per ragioni che superano il caso di specie, e investono la stessa autonomia editoriale della RAI e delle sue articolazioni.
Rispondendo ad una sollecitazione del senatore Falomi, il Direttore generale comunica quindi che sulla vicenda dello sciopero che ha determinato l'annullamento della gara di slalom gigante ai Campionati mondiali di sci di Bormio, è stata svolta una approfondita inchiesta a conclusione della quale sono state irrogate le sanzioni previste dal contratto ad alcuni dirigenti ritenuti responsabili, di cui peraltro egli non ritiene di dover fare il nome in questa sede, e ciò a tutela della privacy e dell'immagine degli incolpati.
Peraltro egli fa presente che, senza voler in alcun modo sminuire la gravità dell'episodio, è però anche vero che nelle sedi sportive e televisive internazionali c'è una indubbia tendenza a tenere nei confronti dell'Italia un atteggiamento molto più severo ed esigente di quanto non si faccia verso altri paesi. Nel caso di specie, ad esempio, non c'è stata alcuna disponibilità da parte della Federazione internazionale dello sci a concedere un breve rinvio dell'inizio della manifestazione, come si è fatto invece in altre circostanze.

La deputata BUFFO si sofferma in primo luogo sul grave episodio denunciato dall'Usigrai, relativo ad un comunicato della Direzione generale dello scorso 19 febbraio, con il quale si chiedeva a tutti i telegiornali della RAI di assicurare una particolare copertura informativa, preferibilmente nelle edizioni di maggior ascolto della fascia pomeridiana, del comunicato relativo alla nascita del "Comitato scienza e vita per la legge 40/2004", che sostiene la posizione astensionista sui prossimi referendum in materia di procreazione medicalmente assistita.
Ella osserva come da un lato sia veramente spiacevole la sfiducia che si mostra con tale comunicato nella capacità dei Direttori di testata di valutare le notizie e la loro importanza, e dall'altra come si esercitino una volta di più indebite forme di pressione nei confronti dell'autonomia giornalistica, mentre si coltiva un atteggiamento di parzialità nei confronti delle diverse opzioni referendarie.
Chiede quindi al Direttore generale quali siano le ragioni della perdurante inerzia dei vertici aziendali nei confronti della crisi della radiofonia e, in particolare, dell'informazione radiofonica, il cui stato disastroso è stato messo in luce nell'audizione informale svolta ieri dall'Ufficio di Presidenza dai rappresentati del Comitato di redazione del Giornale Radio, Comitato che, come è noto, ha recentemente votato a grande maggioranza una mozione di sfiducia nei confronti dello stesso direttore Socillo al quale, all'atto dell'insediamento, i giornalisti avevano assicurato un amplissimo voto di sostegno.

Il deputato GIULIETTI pur esprimendo apprezzamento per la sensibilità con cui il Direttore generale ha voluto evitare di rendere noti i nomi dei dirigenti cui sono state irrogate sanzioni per la vicenda di Bormio, si rammarica però del fatto che in passato non è stata assicurata la stessa protezione ad altri giornalisti colpiti da sanzioni, come Oliviero Beha e Paolo Francia.
Nell'associarsi alle richieste di chiarimenti in ordine allo stato dell'informazione sui referendum in materia di procreazione medicalmente assistita, egli osserva come la questione segnalata dalla deputata Buffo sia stata oggetto di proteste anche da parte di parlamentari di centro-destra, come il senatore Del Pennino.
Si sofferma quindi sulla vicenda di Michele Santoro, osservando come il richiamo del Direttore generale all'autonomia editoriale della RAI appaia quanto meno singolare, dal momento che è proprio dando immediata esecuzione all'ordine pubblicamente dato dal Presidente del Consiglio di emarginare Biagi e Santoro che la RAI rinunciò alla sua autonomia editoriale.
E' proprio da allora, infatti, che data la progressiva acquiescenza dell'azienda nei confronti di un modello subalterno alla politica, i cui esempi più recenti sono la vergognosa censura a Paolo Rossi o la destituzione al Giornale Radio, senza alcuna contestazione preventiva, di un valente vice capo redattore come il dottor Mancini, di orientamento politico di centro-destra, ma reo di ritenere la deontologia professionale del giornalista prevalente rispetto a logiche di appartenenza e di disciplina.
Che questo sistema peraltro non regga, è dimostrato non solo dal voto di sfiducia al direttore approvato dal Comitato di redazione del GR, ma anche dalla sfiducia appena votata dalla Redazione regionale della Lombardia nei confronti di un capo redattore che era stato imposto sulla base di logiche sicuramente non editoriali.

Il deputato PANATTONI osserva come dagli elementi forniti dal ministro Siniscalco nella sua recente audizione risulti evidente che l'effettivo avvio del processo di privatizzazione stabilito dall'articolo 21 della legge n. 112 del 2004, e in particolare la prima offerta pubblica di vendita, non potranno aver luogo prima del prossimo dicembre se non, come egli ritiene più credibile, nei primi mesi del 2006.
E' evidente dunque che l'attuale Consiglio di amministrazione non potrà gestire il processo di privatizzazione, il che fa venir meno qualsiasi motivazione a mantenere in vita un organismo direttivo profondamente indebolito e delegittimato.
Egli chiede quindi al direttore Cattaneo se non ritenga necessario accelerare al più presto, in particolare attraverso una sollecita presentazione del bilancio all'Assemblea, il passaggio delle consegne ai nuovi vertici aziendali.
Inoltre egli chiede al Direttore generale una sua opinione sulle reali prospettive di una privatizzazione caratterizzata da un lato da limiti così rigorosi all'acquisizione di quote di proprietà, e dall'altro dal fatto che la finalizzazione degli introiti della privatizzazione non permette di recuperare risorse per lo sviluppo dell'azienda.
Egli ritiene in realtà come tutto quello che sta avvenendo - compresi i problemi nella realizzazione di un sistema di separazione contabile del quale lo stesso dottor Cattaneo ha riconosciuto l'intrinseca arbitrarietà - contribuisca a dimostrare che sarebbe stato preferibile procedere a una divisione societaria e ad una privatizzazione per settori di attività.

Il deputato MERLO si richiama alle dure critiche formulate da deputati del centro-destra nel corso di una recente riunione svoltasi a Torino sullo stato del locale Centro di produzione, critiche che hanno messo in luce come non vi sia stato alcun seguito alle promesse, reiterate negli ultimi anni da parte dei dirigenti della RAI, di un impegno per favorire lo sviluppo industriale di un Centro di produzione così importante.
Non si tratta del resto solo di un problema dell'area torinese, basti pensare alla situazione del Centro di produzione di Napoli.
Il deputato Merlo chiede quindi al Direttore generale di dare conto alla Commissione delle ragioni di una politica industriale così miope, che disperde un ricchissimo patrimonio di inventiva e professionalità.

Il senatore MONTINO si sofferma sulla questione dello sciopero di Bormio.
Egli ricorda come immediatamente dopo l'incidente il Direttore generale avesse dichiarato che fino alle 10.20 di quella mattina non era a conoscenza dello stato di agitazione, e aveva promesso sanzioni esemplari.
L'oratore svolge in primo luogo una ricostruzione dei fatti sulla base della quale, a suo parere, è impensabile che i vertici dell'azienda non fossero consapevoli del rischio.
Oltretutto, come è noto, l'agitazione era promossa da una sigla sindacale di ridotta rappresentatività. Delle due l'una: o i problemi sollevati da tale sindacato a Milano non erano evidentemente secondari - tanto che l'agitazione ha avuto un seguito molto superiore rispetto al sindacato che l'ha promossa - ovvero è tanto più incredibile che la RAI non sia riuscita ad impedire a pochi scioperanti di bloccare un evento di così grande portata internazionale.
Sarebbe perciò opportuno capire realmente quali siano stati i provvedimenti adottati e a che livello di responsabilità abbiano colpito.
Non vi è dubbio ad esempio che il governo del Centro di produzione di Milano è in gravi difficoltà, affidato com'è ad un dirigente, il dottor Ferrario, che è al tempo stesso direttore di RAIDUE; si tratta di due responsabilità difficilmente conciliabili, e l'azienda non riesce a risolvere questo problema unicamente perché non vuole rischiare di compromettere gli equilibri politici fra la Lega Nord e il resto della maggioranza.
Allo stesso modo vanno chiarite le responsabilità del dottor Ciarnò, direttore di grandi eventi della RAI, che su questa vicenda è apparso singolarmente latitante; c'è da chiedersi se la nomina del dottor Ciarnò - arrivato da appena due anni da Mediaset, dove svolgeva mansioni certamente di tipo non dirigenziale - sia stata determinata da logiche industriali ed editoriali, e non piuttosto da ragioni di pura spartizione politica.

Il deputato GENTILONI SILVERI chiede in primo luogo al Direttore generale quando intenda presentare il bilancio al Consiglio di amministrazione, dal momento che, come ha confermato il ministro Siniscalco, l'approvazione del bilancio da parte del Consiglio nella sua presentazione all'Assemblea rappresenterà il termine finale del mandato degli amministratori che, egli ricorda, a giudizio della maggioranza di questa Commissione è peraltro già da tempo scaduto.
In particolare poi per quanto riguarda gli andamenti economici della RAI, egli fa presente che da una lettura dei dati della Nielsen relativi al triennio 2002-2004 si evince che mentre per quanto riguarda l'andamento degli ascolti il rapporto fra la RAI e Mediaset ha avuto carattere altalenante, per quanto riguarda l'andamento degli introiti pubblicitari la divaricazione fra le due aziende è cresciuta in maniera costante a favore di Mediaset.
Egli chiede quindi al Direttore generale un suo giudizio sulle ragioni di questa apparente aporia, e cioè se siano da ricercare in una minore elasticità degli introiti commerciali della RAI rispetto ai suoi risultati editoriali, ovvero nella detenzione di una rendita di posizione monopolistica da parte di Mediaset sul mercato pubblicitario.
Per quanto riguarda la vicenda dello sciopero di Bormio, il deputato Gentiloni Silveri, pur ritenendo condivisibile ed apprezzabile il richiamo da parte del Direttore generale alla necessità di tutelare la privacy dei dirigenti incolpati, ritiene che la Direzione generale della RAI non possa essere reticente sulla ricostruzione dei fatti e sulle responsabilità accertate.
Oltretutto egli ritiene che quanto affermato dal dottor Cattaneo circa il fatto che la televisione italiana, nelle sedi internazionali, si trova in qualche modo sempre sotto esame e viene giudicata con criteri particolarmente severi, lungi dal costituire una giustificazione di quello che è avvenuto, appare un elemento inquietante. C'è infatti da chiedersi il perché di questa particolare severità e la RAI farebbe bene a fare un esame di coscienza per valutare se essa sia determinata da episodi in cui l'azienda è potuta apparire in difetto sul piano della professionalità e dell'autonomia.
L'oratore si sofferma poi sulla vicenda di Michele Santoro, osservando che il fatto stesso che tale vicenda si protragga da tre anni, nonostante ci fosse stato un direttore di rete che aveva dato un'ampia disponibilità a trovare un'adeguata collocazione in palinsesto per Michele Santoro e per la squadra di "Sciuscià", dimostra una volta di più che l'autonomia editoriale della RAI non è messa in questione dalle decisioni dei giudici, ma dal fatto che l'azienda si sia dovuta conformare alla volontà pubblicamente espressa in Bulgaria dal Presidente del Consiglio.
Il deputato Gentiloni Silveri sollecita infine il Direttore generale a mettere a disposizione della Commissione, come chiesto già dal Presidente da ultimo nella sua lettera dello scorso 10 gennaio, i pareri dell'Ufficio legale della RAI, sulla base dei quali per esplicita ammissione del consigliere anziano Alberoni, l'attuale Consiglio di amministrazione ha ritenuto di restare in carica anche dopo le dimissioni della Presidente e nonostante l'incompetenza dichiarata dai Presidenti delle Camere a reintegrare l'organo collegiale.

La deputata MELANDRI nell'associarsi alle considerazioni svolte dai colleghi si sofferma sul problema del pluralismo, con riferimento in particolare alle modalità di comunicazione adottate dall'informazione televisiva.
In particolare ella chiede al Direttore generale che cosa pensi di una linea editoriale, come quella che ha determinato la protesta del Comitato di redazione del TG1, diretta a negare autonomia concettuale alle posizioni politiche espresse dall'opposizione, e in particolare a negare lo status di leader riconosciuto dell'opposizione al professor Romano Prodi.
In particolare il TG1, infatti, ha ormai adottato in maniera sistematica ed esasperata il modulo editoriale cosiddetto del "panino" consistente, come è noto, nel dare su una determinata questione, nell'ordine, la voce prima alla maggioranza o al Governo, poi in replica all'opposizione e, infine, in contro replica di nuovo alla maggioranza.
Un simile modo di presentare il dibattito politico intorno ad una notizia - nel quale spesso viene assorbita la notizia stessa - ha certamente una sua legittimità quando il fatto di cui si discute è una iniziativa del Governo, che viene criticata dall'opposizione e difesa dalla maggioranza.
E' invece incredibile che ciò si faccia ormai anche quando la notizia è relativa ad una iniziativa dell'opposizione, che viene fatta conoscere attraverso il giudizio polemico che ne danno esponenti della maggioranza e del Governo, rispetto al quale all'opposizione stessa è riservata solo una replica immediatamente seguita da una ulteriore replica da parte di un esponente della maggioranza.
L'episodio che ha suscitato le proteste del Comitato di redazione del TG1 - quello cioè in cui l'annuncio della costituzione dell'Unione da parte di Romano Prodi è stato dato agli spettatori tramite un servizio di 1 minuto e 20 nel quale si parlava delle critiche del Presidente del Consiglio, seguito da una breve notizia sulla replica di Prodi e dalla contro replica di Schifani, quest'ultima data dal telegiornale circa un quarto d'ora prima che venisse battuta dalle agenzie di stampa - non è che il caso più vistoso di un metodo che stravolge completamente le regole della deontologia giornalistica.
Chiede infine al direttore generale Cattaneo se siano vere le notizie circa la partecipazione al Festival di Sanremo in qualità di ospite del pugile Mike Tyson, condannato per violenza alle donne.

Il senatore FALOMI si sofferma sulla questione dell'informazione in ordine ai temi oggetto dei referendum sulla legge della procreazione medicalmente assistita.
Egli fa presente come per ben due volte la Commissione abbia approvato risoluzioni nelle quali si chiedeva alla RAI di dare un'ampia informazione su queste tematiche sia nei notiziari sia con apposite trasmissioni di approfondimento.
Ebbene, per quanto riguarda i telegiornali, su 41 edizioni monitorate dal 21 dicembre fino al 31 gennaio, si è parlato dei referendum solo sei volte, di solito in maniera molto rapida e superficiale tranne nelle edizioni che si sono soffermate sulle decisioni della Corte costituzionale in ordine ai quesiti e sulla presa di posizione della Conferenza episcopale italiana in merito alla astensione.
Non solo dunque lo spazio dato dai telegiornali a queste questioni è stato minimo, non solo si è parlato unicamente delle posizioni politiche o giuridiche sui referendum e non della materia oggetto del referendum stesso, ma si è anche privilegiata un'ottica parziale a favore degli avversari dell'iniziativa referendaria.
Quanto poi alle trasmissioni di approfondimento, in tutto il periodo considerato, vi è stata unicamente una puntata di "Porta a Porta".
Egli chiede quindi al Direttore generale di chiarire quali ragioni ostino realmente al ritorno in video di Santoro, a fronte della disponibilità dimostrata dal direttore di RAITRE.

Il Presidente PETRUCCIOLI fa presente che, stante l'alto numero di iscritti a parlare, dopo l'intervento del deputato Giordano egli darà la parola al Direttore generale che desidera fare alcune precisazioni, dopo di che l'audizione continuerà fra due settimane.

Il senatore NOVI, nel fare presente di essersi iscritto già da molto tempo, ritiene che il Presidente avrebbe dovuto per correttezza alternare gli interventi di rappresentanti dell'opposizione con i rappresentanti della maggioranza.

Il Presidente PETRUCCIOLI fa presente al senatore Novi che egli sta seguendo un ordine di iscrizione tenuto dagli Uffici, e che fino a quando il senatore Novi non ha chiesto di parlare risultavano iscritti unicamente 10 commissari di opposizione.

Il deputato GIORDANO e il senatore D'ANDREA si dichiarano disponibili ad intervenire nella prossima seduta in modo da consentire al senatore Novi di intervenire immediatamente.

Nel ringraziare i colleghi Giordano e D'Andrea, il senatore NOVI fa presente come il gran numero di interventi degli esponenti di opposizione appaia singolarmente coincidente con la strategia del rapporto dell'opposizione con l'azienda di servizio pubblico lanciata ieri da Romano Prodi, consistente in una sistematica e sostanziale denuncia di una presunta emergenza informativa.
In realtà egli ritiene che le critiche a quello che l'opposizione chiama "panino informativo" siano la comprensibile reazione al trauma vissuto da coloro che non si rassegnano a vedere un timido inizio di incrinatura della ferrea egemonia culturale della sinistra, che ha caratterizzato per decenni l'informazione dell'azienda di servizio pubblico e che peraltro continua ad essere largamente prevalente.
Si pensi al fatto che fino a solo un anno fa, dal TG1, Lilli Gruber catechizzava gli spettatori sulla guerra in Iraq difendendo le ragioni degli estremisti islamici e dei terroristi più fanatici e disumani; si pensi alla vera e propria "intifada mediatica" contro il Governo sistematicamente condotta dal TG3; si pensi alle cronache arruffate e arruffone con cui i corrispondenti della RAI dagli Stati Uniti hanno seguito le elezioni presidenziali americane; si pensi infine al terzomondismo deteriore che caratterizza la politica editoriale di RAINEWS 24, un canale oltretutto satellitare e quindi visto in tutto il mondo.
L'opposizione ha poi dato spazio in Commissione ad un documento del Comitato di redazione del Giornale Radio nel quale si denuncia come una insopportabile censura l'avvicendamento di un redattore che, in realtà, costituisce da sempre l'unico metodo efficace per evitare che si creino situazioni di egemonia.
Sarebbe a suo parere invero molto triste voler tornare a tempi in cui per lavorare nell'informazione del servizio pubblico bisognava essere graditi alla Democrazia Cristiana, ai Socialisti o all'Usigrai, tempi che peraltro non sembrano essere tramontati in talune realtà, come quella del Centro di produzione di Napoli, che vengono tuttora gestite nel rispetto di un rigoroso protocollo di lottizzazione tra le forze di centro-sinistra.

Il deputato LAINATI chiede la parola sui lavori della Commissione, ritenendo di dover replicare nel corso della seduta di oggi ad affermazioni infondate e gravemente infamanti fatte dal senatore Montino nei confronti del dottor Ciarnò.

Il PRESIDENTE fa presente al deputato Lainati che potrà replicare alle affermazioni del senatore Montino nel corso del suo intervento in discussione e che la richiesta da lui formulata non ha fondamento regolamentare.

Il direttore generale CATTANEO ritiene in primo luogo di dover precisare che la Direzione generale non ha in alcun modo fatto pressioni sulle testate giornalistiche perché dessero con particolare risalto la notizia della costituzione del Comitato "Scienza e vita per la legge 40/2004".
La Segreteria della Direzione si è semplicemente limitata a smistare tale notizia, insieme a molte altre, ai Direttori delle testate.
Dopo aver osservato che le critiche - uguali e contrarie - formulate dalla deputata Melandri e dal senatore Novi, sono la migliore dimostrazione del pluralismo dell'informazione radiotelevisiva, il Direttore generale annuncia che proprio ora ha avuto notizia dell'avvenuta sottoscrizione dell'accordo sui precari, sul quale darà più ampia informazione nel proseguo dell'audizione.

Il PRESIDENTE ringrazia il dottor Cattaneo e rinvia il seguito dell'audizione.


La seduta termina alle ore 16,15.