N. 2465
La 1a Commissione permanente del Senato,
in sede di esame del disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013, in riferimento allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011, limitatamente alle parti di competenza,
premesso che:
dieci anni fa venne approvata la legge n. 482/1999, dando esecuzione dopo più di cinquant'anni all'articolo 6 della Costituzione, con il riconoscimento dell'importanza delle lingue storiche dello Stato italiano e la garanzia delle risorse necessarie per l'applicazione di queste norme in diversi settori ed in particolare nelle pubbliche amministrazioni;
nelle prime fasi di applicazione della legge la Regione Friuli Venezia Giulia ha sempre avuto un ottimo riscontro sia a livello di progetti approvati che di risorse a disposizione; purtroppo da allora i finanziamenti si sono sempre più ridotti fino alla cifra di 5.629.242 euro per i progetti presentati dalle amministrazioni territoriali e locali per il 2010;
con nota del 15 marzo 2010, il Dipartimento per gli affari regionali della Presidenza del Consiglio dei ministri ha comunicato una metodologia di ripartizione delle risorse, che non tiene conto della popolazione residente nel territorio in cui una lingua è ammessa a tutela, ma solamente del numero di comuni in cui tale lingua è presente;
con tale sistema le minoranze più numerose, proprio come quella friulana e quella sarda, vengono molto penalizzate a vantaggio delle comunità non molto numerose, ma con un alto numero di comuni,
impegna il Governo
a stanziare le risorse necessarie a rifinanziare la legge in questione modificando il sistema di calcolo ed eliminando gli effetti distorsivi segnalati.
G/2465/2/1/Tab.2 ADAMO, INCOSTANTE, BASTICO
la condizione della donna nel nostro Paese attraversa un momento di estrema e particolare difficoltà, sia sul piano dell'occupazione che della gestione della vita quotidiana: fra tutti basti il dato che addirittura il 51 per cento delle donne italiane non ha un lavoro o ha rinunciato a cercarlo;
sussistono gravi e documentate differenze salariali che penalizzano le donne, come pure accertate discriminazioni nell'accesso al lavoro per le giovani donne e di percorso di carriera nelle posizioni apicali;
questo fenomeno, a nostro avviso del tutto sottovalutato, rischia anche di essere ulteriore elemento di ostacolo allo sviluppo economico del Paese, di portare al collasso il sistema del welfare, di riconsegnare le donne all'antico ruolo di «supplenza» dello stato sociale, e di confinare l'Italia a fanalino di coda rispetto agli obiettivi europei di Lisbona;
è altresì allarmante l'attacco alla dignità femminile, che passa da rappresentazioni culturali e da modelli lontani anni luce dalla vita vera delle donne italiane, a partire dal sistema dei media, nonché l'impressionante crescita della violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia;
continua a crescere il numero di donne vittime di omicidi, violenze e forme persecutorie diverse;
a fronte di tutto questo gli interventi pubblici del Governo appaiono del tutto marginali quando non aggravanti;
l'articolo 51 della Costituzione parla di pari opportunità per gli uomini e per le donne nell'accesso alla vita pubblica, ed è questa la prima ed irriducibile finalità a cui è urgente che l'azione politica dei Governo si conformi,
a riferire al Parlamento in modo completo e dettagliato la finalizzazione del Fondo per le pari opportunità e il coordinamento con le altre azioni di Governo.
G/2465/1/1/Tab.8 INCOSTANTE, ADAMO, CECCANTI
in sede di esame del disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013, in riferimento allo stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011,
la legge 3 agosto 2004, n. 206 “Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice”, non ha, allo stato, trovato una vera e completa attuazione, come è dimostrato anche dai numerosi atti parlamentari presentati, volti a sollecitare il Governo ad agire per venire incontro ad almeno alcune delle legittime istanze dei familiari delle vittime e dei superstiti;
più e più volte il Governo si è impegnato a provvedere di fronte al Parlamento e all'opinione pubblica, ma, ad oggi, i problemi sono rimasti del tutto insoluti;
nelle disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010), la ripartizione del gettito dello scudo fiscale, disponeva 181 milioni nel 2010 (113 nel 2011 e 60 nel 2012) da dedicare a interventi di carattere sociale e socio-economico per alcune categorie tra cui le vittime del terrorismo;
l'ordine del giorno n. 9/2936-A/179 approvato dalla Camera il 16 dicembre 2009, l'ordine del giorno n. 9/1713/14 approvato dalla Camera il 13 novembre 2008 e l'ordine del giorno A.S. 1817 approvato dal Senato il 13 novembre 2007 avevano impegnato gli esecutivi in carica a dare soluzione alle problematiche indicate;
tali proposte erano il risultato di sintesi di numerosi incontri che le Associazioni delle vittime del terrorismo avevano avuto con rappresentanti del Governo Prodi e del Governo Berlusconi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri:
tali proposte riguardavano:
l'attuazione di norme pensionistiche agevolative, e corresponsioni di trattamenti di fine rapporto, per i già pensionati al 26 agosto 2004, con decorrenza dalla stessa data per tutte le categorie ancorché introdotte con norme successive alla legge n. 206/2004, che prevedevano anche congrui ed uniformi riadeguamenti delle basi di calcolo con criteri semplificati ed uniformi, nonché procedure accelerate di restituzioni fiscali su ogni imposta non dovuta;
l'adeguamento delle pensioni alle retribuzioni dei lavoratori in attività da applicarsi alla data del pensionamento ovvero alla data del 26 agosto 2004, per i già pensionati alla stessa data, stabilendo altresì per tutti i pensionati, a regime, congrui criteri di rivalutazione semplificati su base annuale;
la completa estensione dei diversi benefici pensionistici sui trattamenti diretti riconosciuti ai familiari delle vittime decedute ai familiari degli invalidi ancora in vita e l'equiparazione dei familiari delle vittime invalide dal punto di vista del riconoscimento dei diritti, a prescindere dalla data in cui si sono verificati gli eventi terroristici;
la completa estensione dei diversi benefici, fra cui gli assegni vitalizi, riconosciuti ai familiari delle vittime decedute ai familiari degli invalidi con inabilità non inferiore al 25 per cento;
la fruizione dei benefici pensionistici agli invalidi con inabilità pari o superiore all'80 per cento prescindendo dalla data di apertura della titolarità della posizione assicurativa;
il riconoscimento di uno speciale assegno integrativo di 500 euro mensili per le vittime, con invalidità oltre il 50 per cento e che non abbiano una posizione assicurativa obbligatoria diretta e il rimborso delle spese sanitarie private per le patologie invalidanti agli invalidi con percentuale pari o superiore al 25 per cento;
la riliquidazione delle provvidenze sulla base dei valori nominali previsti dalle nuove e vecchie norme parallelamente alla rivalutazione delle percentuali di invalidità in sede di aggravamento con la valutazione anche del danno biologico e morale con la determinazione di una percentuale onnicomprensiva pari al raddoppio della percentuale di invalidità riscontrata in sede di aggravamento fisico;
il patrocinio delle vittime a totale carico dello Stato con pagamento diretto al patrocinatore della singola causa e la soppressione di ogni termine per la costituzione in giudizio della vittima;
il congelamento dei requisiti in vigore al 31 dicembre 2007, per la pensione di anzianità e vecchiaia stabiliti dai singoli enti pensionistici;
la ritrascrizione delle norme riguardanti il collocamento preferenziale e delle borse di studio, riadeguandone importi e procedure, a favore dei familiari degli invalidi e dei caduti,
compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, nell'ambito delle sue proprie prerogative, ad adottare iniziative di natura interpretativa, anche legislative, volte a recepire tali proposte nel prossimo provvedimento utile al fine di rispettare gli impegni assunti con gli ordini del giorno citati in premessa e quelli con le Associazioni delle vittime del terrorismo e delle stragi per dare definitiva soluzione a situazioni decorrenti dal 1961 e definitiva attuazione alla legge 3 agosto 2004 n. 206 e successive modificazioni.
G/2465/2/1/Tab.8 ADAMO, INCOSTANTE, CECCANTI
in relazione alla Tabella 8, Ministero dell'interno, lo Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011 prevede significative riduzioni degli stanziamenti in favore delle missioni e dei programmi riconducibili alla competenza di tale dicastero;
più nel dettaglio, rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2010, pari a 28.672 milioni di euro, gli stanziamenti complessivi per il Ministero dell'interno scendono a 25.207 milioni di euro, con un decremento del 12,1%. Rispetto al totale delle spese finali dell'intero bilancio dello Stato, gli stanziamenti del Ministero dell'interno rappresentano il 4,8% (erano il 5,4% secondo il bilancio assestato per il 2010);
nell'ambito della legge di bilancio, i tagli operati dal Governo alla missione "Ordine pubblico e sicurezza" ammontano a circa 147 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2011 e confermano un trend avviato sin dall'inizio della legislatura - con un imprimatur in questo senso già rinvenibile nel decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 - che non consente alle forze dell'ordine di svolgere i normali compiti di ordine pubblico. Ulteriori tagli vengono previsti per gli anni successivi con una progressiva diminuzione degli stanziamenti a questa missione di 35 milioni per 2012 e di 54 milioni per il 2013;
la riduzione delle risorse colpisce pesantemente sia il programma "Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica" che subisce tagli per 243,7 milioni di euro, sia per il programma "Servizio permanente dell'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica", con una riduzione pari a 124,88 milioni di euro che rappresenta ben il 40% in meno rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2010;
tra le altre variazioni deprecabili si segnala il taglio di 15,4 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate 2010 delle risorse destinate ai programmi di protezione dei collaboratori di giustizia e dei loro familiari (cap. 2840);
considerato inoltre che:
nonostante le dichiarazioni pubbliche dei membri del Governo, e in particolare di alcuni settori della maggioranza parlamentare, relativamente alla centralità delle politiche della sicurezza in Italia, il disegno di legge in esame non prevede misure specifiche per l'ordine pubblico, così come è del tutto carente dal punto di vista della programmazione di lungo periodo nel comparto "sicurezza";
da notizie a mezzo stampa si apprendeva qualche mese fa che gli operatori della Squadra Mobile di Palermo afferenti alla cd. "sezione catturandi", quotidianamente impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata e artefici degli arresti di boss mafiosi quali Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo, lamentavano una riduzione delle risorse destinate alla retribuzione delle missioni fuori sede e pare che gli stessi abbiano dovuto anticipare personalmente le spese e i costi di alcune operazioni, al fine di dare continuità alle indagini,
impegna il Governo a:
predisporre tutte le misure, anche normative, affinché la sicurezza dei cittadini, bene pubblico fondamentale, torni ad essere una delle priorità politiche ed istituzionali, incrementando l'efficacia della gestione dell'ordine pubblico e investendo nei comparti che più strettamente sono legati all'ambito della sicurezza urbana;
prevedere risorse aggiuntive destinate alla lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso, anche al fine di mettere gli operatori delle forze dell'ordine nelle condizioni di poter svolgere al meglio i compiti ai quali sono preposti;
prevedere altresì risorse aggiuntive destinate alla modernizzazione degli strumenti di lavoro e delle tecniche investigative ed operative.
G/2465/3/1/Tab.8 SALTAMARTINI
premesso che con l'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, è stato introdotto nel nostro ordinamento il riconoscimento della specificità del personale del comparto sicurezza e difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco,
ad assicurare, nelle forme più idonee, una interpretazione dell'articolo 9, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, nel senso che al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel triennio 2011-2013, sia assicurata, anche ai sensi della normativa vigente, la corresponsione integrale dei trattamenti economici connessi con l'impiego (indennità operative, indennità pensionabile, indennità di trasferimento e indennità di missione), con l'effettiva presenza in servizio (straordinario e presenza qualificata) e con la maturazione di requisiti di anzianità e di merito (omogeinizzazione retributiva, a segno funzionale, e incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni).