SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVI LEGISLATURA --------------------

6a Commissione permanente
(FINANZE E TESORO)



65ª seduta: martedì 3 marzo 2009, ore 15
66ª seduta: mercoledì 4 marzo 2009, ore 15
67ª seduta: giovedì 5 marzo 2009, ore 15



ORDINE DEL GIORNO

PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO


Esame, ai sensi dell'articolo 139-bis del Regolamento, dell'atto:

Schema di decreto legislativo recante: "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 22 giugno 2007, n. 109, recante attuazione della direttiva 2005/60/CE, concernente misure per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l'attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale". - Relatore alla Commissione COSTA.
(Previe osservazioni della 1a, della 2a e della 14a Commissione)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi degli articoli 1, commi 3, 4 e 5, e 22 della legge 25 gennaio 2006, n. 29)
Esame e rinvio
(n. 62)


ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, degli atti comunitari:

1. Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 94/19/CE relativa ai sistemi di garanzia dei depositi per quanto riguarda il livello di copertura e il termine di rimborso (COM (2008) 661 def.). - Relatore alla Commissione GERMONTANI.
(Pareri della 3ae della 14ª Commissione)
(n. 18)
2. Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le aliquote ridotte dell'imposta sul valore aggiunto (COM (2008) 428 def.). - Relatore alla Commissione SCIASCIA.
(Pareri della 3ae della 14ª Commissione)Seguito dell'esame e rinvio
(n. 20)


IN SEDE REFERENTE

I. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. COSTA. - Creazione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo e dei pagamenti dilazionati o differiti.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 10a, della 11a e della 14ª Commissione)
(414)
2. BARBOLINI. - Disposizioni in materia di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo, dei pagamenti dilazionati o differiti e del settore assicurativo.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 10a, della 11a e della 14ª Commissione)
(507)
- Relatore alla Commissione GERMONTANI.


II. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge: 1. COSTA. - Garanzia sovrana dello Stato per le aziende creditrici della Libia.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a, della 10a e della 11a Commissione)
(413)
2. GIOVANARDI. - Disposizioni in materia di garanzia sovrana dello Stato sui crediti vantati dai cittadini, enti ed imprese italiane per i beni, lavori e servizi effettuati in Libia dal 1° gennaio 1970 al 28 ottobre 2002.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a e della 10a Commissione)
(465)
3. BARBOLINI ed altri. - Garanzia sovrana dello Stato per le aziende creditrici della Libia.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a, della 10a e della 11a Commissione)
(508)
- Relatore alla Commissione VACCARI.


III. Esame congiunto dei disegni di legge:

1. COSTA. - Disposizioni in materia di banche popolari cooperative.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a e della 10a Commissione)
(437)

2. BARBOLINI e PEGORER. - Modifiche al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di revisione della disciplina delle banche popolari.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a e della 14a Commissione)
(709)
3. COSTA. - Modifiche agli articoli 30 e 31 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di banche popolari cooperative.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 10a, della 11a e della 14a Commissione)
(799)
4. LANNUTTI ed altri. - Trasformazione delle banche popolari quotate in società per azioni di diritto speciale (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento).
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(926)
5. GERMONTANI ed altri. - Disposizioni in materia di banche popolari cooperative.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(940)

6. Paolo FRANCO ed altri. - Modifiche al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di banche popolari.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(1084)
- Relatore alla Commissione BONFRISCO. INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

        COSTA, LANNUTTI, GALLO. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            già nel corso della XIV e della XV legislatura il primo degli interroganti è più volte intervenuto sulla delicata ed annosa questione relativa alle sezioni staccate della Commissione tributaria regionale della Puglia;
            in particolare si è più volte segnalato come la sede di Lecce dalla Commissione tributaria regionale sia a rischio di paralisi, considerati i 12.000 processi in attesa di definizione, a fronte delle sole tre sezioni operanti
            tutte le competenti autorità pugliesi sono consapevoli del fatto che la sede di Lecce della Commissione tributaria regionale, che comprende anche l’ambito territoriale della provincia di Brindisi, assorbendo il 60 per cento del contenzioso di tutta la regione, necessiterebbe di un aumento del numero delle sezioni giudicanti da tre a cinque attraverso la traslazione di due sezioni da Bari, dove peraltro il numero dei ricorsi pendenti è pari a meno della metà rispetto a Lecce;
            l’inspiegabile ed esasperante immobilismo dell’amministrazione di fronte a questo problema ha persino costretto il Presidente della Commissione tributaria regionale della Puglia a presentare formale esposto per danno erariale al Procuratore generale della Corte dei conti;
            appare assurdo e paradossale che un Presidente di una Commissione tributaria regionale, per poter espletare al meglio il proprio lavoro nel superiore interesse della collettività, sia obbligato a dover ricorrere ad esposti e denunce formali,
        si chiede di sapere se non si ritenga opportuno intervenire urgentemente per aumentare almeno a cinque il numero delle sezioni della Commissione tributaria regionale con sede a Lecce, affinché la giustizia tributaria funzioni finalmente nel pieno rispetto ed in applicazione delle leggi ordinarie e costituzionali vigenti.

        BERTUZZI, MONGIELLO, PERTOLDI, RUSCONI, DE CASTRO, PIGNEDOLI, ANTEZZA, DI GIOVAN PAOLO, ANDRIA, GARAVAGLIA Mariapia, RANDAZZO, DI GIROLAMO Leopoldo. – #F2#Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            nel corso dell’ultimo anno vi sono state numerose pronunce della Corte di Cassazione che hanno, con motivazioni pressoché identiche, introdotto nell’ordinamento italiano un principio di diritto comportante diverse conseguenze di natura dirompente, quale l’assoggettabilità di tutti i fabbricati rurali al pagamento dell’imposta comunale sugli immobili (ICI);
            tale previsione, a parere dei giudici della Suprema corte, si applica tanto agli immobili già iscritti che a quelli ancora da iscrivere al catasto fabbricati;
            tale interpretazione normativa ha determinato l’insorgere di un grave e diffuso problema in capo a tutti gli agricoltori possessori di fabbricati rurali che, in ossequio alla normativa attualmente vigente in merito al pagamento dell’imposta comunale sugli immobili, hanno corrisposto il dovuto in relazione al valore del terreno, comprensivo di quello degli eventuali fabbricati;
            a seguito delle citate sentenze, moltissimi Comuni si sono attivati per il recupero dell’ICI relativamente alle annualità in decadenza al 31 dicembre 2008, attivando una procedura che avrà come prefigurabile esito l’insorgere di un’enorme mole di contenzioso giudiziario tra gli agricoltori e gli stessi Comuni,
        si chiede di sapere se alla luce dei fatti esposti in premessa il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno chiarire attraverso atti di propria competenza l’eventuale assoggettabilità dei fabbricati rurali al pagamento dell’imposta comunale sugli immobili, allo scopo di evitare inutili e costosi contenziosi e salvaguardare un comparto economico già gravato dagli effetti di una perdurante crisi strutturale.

        BARBOLINI. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            in data 5 dicembre 2008, il Ministero dell’economia e delle finanze ha reso noto il primo gettito finanziario dei cosiddetti «conti dormienti», costituito da oltre un milione e settantamila conti correnti inattivi da più di un decennio alla data del 17 agosto 2007, che ammonta ad oltre 798 milioni di euro;
            lo stesso Ministero ha comunicato, inoltre, che entro il 31 maggio di ciascun anno verranno rese note le ulteriori risorse provenienti dai conti correnti divenuti nel frattempo «dormienti»;
        tenuto conto che:
            la legge finanziaria per il 2006 ha previsto l’assegnazione delle risorse provenienti dai conti correnti «dormienti» ad un apposito fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia;
            le risorse del predetto fondo erano inizialmente destinate all’indennizzo di centinaia di migliaia di cittadini che, investendo i propri risparmi sul mercato finanziario, erano rimasti vittime di frodi finanziarie non altrimenti risarcite, tra cui si ricordano in particolare le vittime delle vicende Cirio e Parmalat, nonché i portatori dei bond argentini;
            la stessa legge finanziaria aveva previsto che le modalità di rilevazione delle risorse derivanti da i conti correnti dormienti, nonché le modalità di attribuzione di tali risorse erano demandate ad un apposito regolamento del Ministero dell’economia
            nei primi passi attuativi delle disposizioni in oggetto, il precedente Governo aveva deciso, con il consenso del Consiglio di Stato, di includere fra i soggetti indennizzabili i risparmiatori danneggiati dalla sottoposizione a procedure concorsuali delle imprese emittenti degli strumenti finanziari, tenendo conto delle decisioni definitive adottate dagli organi della procedura;
            con successivi provvedimenti adottati nel corso del 2008, l’attuale Governo ha profondamente modificato la portata delle norme relative ai conti dormienti introdotte dalla legge finanziaria per il 2006, prevedendo nello specifico che le risorse del fondo potessero essere utilizzate anche per finanziare la social card, per le iniziative di ricerca scientifica e per la copertura di taluni oneri conseguenti alla vicenda del fallimento di Alitalia;
            le nuove modalità di utilizzo delle risorse derivanti dai conti correnti «dormienti» sono state, inoltre, demandate ad appositi decreti ministeriali per l’adozione dei quali non sono stati previsti limiti temporali;
            la già insediata Commissione di gestione del fondo indennizzi, nella quale erano fra l’altro presenti la autorità di vigilanza sul mercato finanziario e le associazioni dei risparmiatori, è stata inopinatamente soppressa,
        si chiede di sapere:
            quali siano le motivazioni che hanno portato alla soppressione della Commissione di gestione del fondo indennizzi prevista dall’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2007, n. 116, che, va significativamente rilevato, includeva le autorità di vigilanza e le rappresentanze dei risparmiatori;
            in quali tempi verranno adottati i decreti attuativi previsti dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266;
            quanta parte del gettito dei «conti dormienti» verrà riservata alla scopo primigenio dell’indennizzo dei risparmiatori frodati;
            se non si intenda riconsiderare l’opportunità di tornare ad includere fra gli indennizzabili i risparmiatori danneggiati dalle procedure concorsuali delle imprese emittenti dei titoli acquistati, o quali altre misure a parziale tutela di questi soggetti danneggiati si ritenga di poter doverosamente adottare.

        BARBOLINI, STRADIOTTO. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            l’articolo 15 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2008, n. 2, ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali per le imprese che, seppure intervenute in un momento di crisi economica, pongono rilevanti problematiche di natura concorrenziale e di equilibrio nei conti pubblici;
            le nuove norme prevedono, in particolare, la possibilità per le società che hanno compiuto operazioni straordinarie, quali ad esempio le operazioni di fusione, di riallineare i valori fiscali e contabili dell’avviamento e dei beni immateriali, consentendo alle stesse di conseguire significativi vantaggi in termini fiscali e patrimoniali;
            il riallineamento dei predetti valori ha l’effetto immediato di elevare il valore degli attivi societari. Su tale maggior valore si applica un’aliquota del 16 per cento, che le società sono tenute a versare nel corso del 2009;
            il maggiore esborso dovuto nel corrente anno viene più che compensato negli anni successivi dal dimezzamento, da 18 a 9 anni, del periodo di ammortamento dell’avviamento, in conseguenza del quale le imprese beneficiano di un innalzamento del livello annuale della deducibilità fiscale, nonché di un aumento della propria base patrimoniale;
            sulla base di alcune stime effettuate, il settore bancario trae i maggiori benefici da tali disposizioni. Sulla base dei valori di avviamento e intangibili allocati sulla controllante, sono stati stimati guadagni, nei prossimi nove anni, a partire da 1,6 miliardi di euro per Intesa San Paolo, ad un miliardo per Monte dei Paschi di Siena e fino a 90 milioni di euro per UBI;
            nell’ambito del settore della telefonia, il gruppo telefonico Telecom è il maggiore beneficiario delle predette misure. Sulla base delle prime stime il gruppo telefonico potrebbe avere vantaggi pari a 6 miliardi di euro per i prossimi nove anni, avendo effettuato nel corso degli ultimi anni due importanti operazioni straordinarie con l’incorporazione di Olivetti e della Tim;
            gli altri settori produttivi, e in particolare le aziende industriali, al contrario, possono trarre da tali misure benefici di entità largamente inferiori a quelli previsti dal settore bancario e telefonico;
            considerato che il contenuto delle richiamate disposizioni del decreto-legge non è stato esaminato dalle competenti Commissioni parlamentari del Senato ed è stato approvato con voto di fiducia, con ciò impedendo ad un ramo del Parlamento di approfondire tematiche che meritano tempi congrui di approfondimento;
            la relazione tecnica allegata al decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, non riporta significativi effetti finanziari per tali misure ed in particolare non fornisce un chiaro prospetto degli effetti delle medesime sull’indebitamento netto;
        rilevato che
            le scelte di politica economica adottate dal Governo, pur non producendo rilevanti effetti sulla crescita del PIL, hanno provocato un vertiginoso aumento del deficit e del debito pubblico, di certo non imputabili interamente alla crisi economica in atto, ma in gran parte all’adozione di misure economiche e fiscali inadeguate ed ampiamente sottostimate, come insegnano ad esempio le vicende Alitalia e ICI per le quali sono state impegnate a bilancio risorse superiori ai 6 miliardi di euro;
            i predetti interventi di politica economica e fiscale evidenziano, inoltre, una visione non chiara delle scelte strutturali da adottare nel medio e lungo periodo. In tal senso, le misure di aggravio fiscale adottate nei confronti del settore bancario con il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, sono state ampiamente smentite e compensate dai successivi provvedimenti e da ultimo con il decreto legge 29 novembre 2008, n. 185;
            nel complesso a fronte di un forte peggioramento dei principali indici di finanza pubblica, le scarse risorse disponibili vengono utilizzate, a fronte della crisi economica in corso, senza l’adozione di un piano condiviso con le parti sociali nel quale vengano coinvolti e sostenuti tutti i settori strategici per l’economia del Paese;
        si chiede di sapere:
            se il Ministro in indirizzo intenda rendere noti gli effetti finanziari delle misure contenute all’articolo 15 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2008, n. 2, sull’indebitamento netto dello Stato;
            se l’utilizzo della leva fiscale, secondo le modalità previste dallo stesso articolo 15, comporti effetti distorsivi della concorrenza nell’ambito dei diversi settori produttivi coinvolti;
            se tali misure siano sufficienti ad affrontare le difficoltà in atto nel settore bancario e della telefonia e se intenda affiancarle con misure di pari entità a tutela della clientela bancaria e della telefonia che nel corso degli ultimi mesi hanno subito da un lato perdite di capitale in conseguenza della crisi dei mercati finanziari e dall’altro un forte aggravio dei canoni e dei costi della telefonia,
        si chiede di sapere se il Governo intenda adottare, entro brevi termini, interventi condivisi con le parti sociali per il sostegno di altri settori produttivi in palese difficoltà economica e finanziaria e quali risorse intenda impegnare a tal fine, in considerazione del fatto che, a giudizio degli interroganti l’Italia è l’unico Paese, tra quelli maggiormente industrializzati, che non ha ancora predisposto, a giudizio degli interroganti, adeguati interventi per contrastare gli effetti della crisi economica globale in atto.