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COMMISSIONE PARLAMENTARE
per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Mercoledì 19 gennaio 2011
Presidenza del Presidente
ZAVOLI


La seduta inizia alle ore 14,50.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).


Il PRESIDENTE avverte che, ai sensi dell’articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità della seduta sarà assicurata per mezzo della trasmissione con il sistema audiovisivo a circuito chiuso.


ATTIVITA' DI INDIRIZZO E VIGILANZA

Seguito della discussione sul pluralismo nell'informazione e nei programmi di approfondimento, ed esame di eventuali risoluzioni

(Seguito della discussione e rinvio)


Il PRESIDENTE introduce i lavori.

I relatori BUTTI (PdL) e MORRI (PD) dichiarano di rinunciare ad illustrare le rispettive bozze di risoluzione predisposte e distribuite.

Si apre il dibattito.

Interviene il deputato BELTRANDI (PD) il quale, ritenendo possibile la predisposizione di un unico testo da utilizzare come base per la discussione futura, rileva alcune incongruenze nelle proposte avanzate dal senatore Butti, come ad esempio l'ipotesi di una valutazione del consenso ottenuto negli anni precedenti per determinare gli spazi nei programmi di approfondimento; nelle proposte suggerite invece dal senatore Morri non sembra profilarsi un opportuno confronto con quanto previsto in altri Paesi in tema di regolamentazione dei talk show.

Premettendo come sia in discussione un tema estremamente importante, data la raggiunta complessità del mondo della comunicazione e del sistema dei media, il senatore CERUTI (PD) rileva alcune obiezioni con riferimento alle proposte del senatore Butti, ritenendo poco consone agli obiettivi da raggiungere alcune definizioni utilizzate. In particolare, segnala la necessità di evitare riferimenti contraddittori tra loro in tema di necessità di garantire il rispetto delle norme in materia di informazione, mentre risulta evidente la difficoltà del tentativo di declinare insieme concetti come il pluralismo, il ricorso costante al contraddittorio e la completezza ed oggettività dell'informazione. Inoltre, appare poco opportuno il riferimento al ricorso a conduttori di diversa estrazione culturale. Analogamente, non è condivisibile il concetto di pluralismo inteso come necessità di aggiungere voci, peraltro in modo indefinito, così come affidarsi al buon senso di conduttori e giornalisti. E' altresì del tutto contrario alla proposta di sperimentare trasmissioni con il doppio conduttore. Ritiene inoltre contraddittorio il desiderio di invitare la RAI ad evitare manipolazioni riconoscibili dell'informazione con l'obiettivo poi di razionalizzare la trattazione di alcuni temi, che non dovrebbero essere ripetuti in più programmi, il che si configura più come un'omologazione che non come una garanzia di pluralismo. All'idea di una ricerca di imparzialità assoluta nell'informazione sarebbe forse meglio sostituire l'obiettivo di garantire la trasparenza delle premesse. Riferendosi invece alle proposte del senatore Morri, rileva come sarebbe necessario, nell'informazione, far emergere i punti di vista diversi, piuttosto che rischiare di appiattirli.

Il senatore VIMERCATI (PD) sottolinea l'esigenza prioritaria di riuscire a limitare il tasso di faziosità del giornalismo esistente, che entrambi i relatori sicuramente si prefiggono. Inoltre, è necessario garantire l'obiettivo di rappresentare, nell'ambito dell'informazione e dell'approfondimento, anche posizioni diverse rispetto a quelle dei partiti, ad esempio quelle dei cittadini che non votano. Nel definire le condizioni da garantire nei programmi televisivi è necessario avere lo scopo di costruire una possibilità di confronto, piuttosto che quello di organizzare una sorta di campo di battaglia. Premesso poi che i programmi di informazione devono appunto provvedere ad informare e non a persuadere gli ascoltatori, occorre creare un sistema in cui non si esageri soltanto sul fronte dei divieti, mentre suscita grandi perplessità l'ipotesi di un doppio conduttore dei programmi di approfondimento. Se poi da un lato appare percorribile la proposta di impedire la gestione di programmi di informazione a soggetti che hanno cessato di svolgere ruoli politici di una certa rilevanza, dall'altro resta un problema da affrontare a parte quello del pluralismo nell'ambito delle testate regionali, così come emerge la necessità di tener conto del pluralismo territoriale e della notevole diversificazione sociale esistenti nel Paese.

Il deputato MERLO (PD) ritiene indispensabile dare risposta all'interrogativo di come sia possibile finalmente impedire la continua violazione di quanto previsto in tema di rispetto del pluralismo dalle risoluzioni precedentemente approvate dalla Commissione cui si assiste quotidianamente. Il problema reale, piuttosto che quello di elaborare una descrizione filosofica del pluralismo, è infatti quello di regolamentare i format, evitando il proliferare di comizi, editoriali ed esposizioni di punti di vista personali, così come l'usanza di vere e proprie "tifoserie" che acclamano ai singoli interventi nelle trasmissioni, o dei conduttori che predeterminano in modo strumentali le reazioni dei telespettatori. In particolare, non è poi indispensabile impedire che differenti programmi trattino gli stessi temi, così come non necessariamente il ritorno di un politico al suo mestiere di giornalista deve essere letto come possibile comportamento fazioso.

Proponendo di rinviare la presentazione di emendamenti al momento in cui si disporrà di un unico testo base, il senatore PROCACCI (PD) rileva comunque la contraddizione tra il voler evitare una lottizzazione degli spazi, che si prefigge il senatore Butti, e il voler fare riferimento al consenso ottenuto negli anni precedenti da parte delle forze politiche. In una rappresentazione della verità che non può essere parcellizzabile, l'informazione deve evitarne visioni eccessivamente statiche, ma al tempo stesso anche evitare accanimenti morbosi nel trattare vicende scabrose, come purtroppo avviene sempre più spesso. Infine, desta perplessità la proposta di inibire l'esercizio della professione di giornalista a chi ha avuto cariche politiche, mentre è da respingere la possibilità di consentire in modo organico il ricorso agli editoriali.

Invitando i commissari intervenuti a far pervenire ai due relatori una sintesi delle proprie osservazioni critiche, il PRESIDENTE rinvia il seguito della discussione alla prossima seduta, che avrà luogo martedì 25 gennaio 2011, alle ore 14.

La seduta termina alle ore 16.