N. 1174
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge di "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione"
premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge in esame incrementa di 20 milioni di euro per l'anno 2013 il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (comma 1) ed istituisce (comma 2) un Fondo immigrazione con una dotazione di 190 milioni di euro per l'anno 2013 - da ripartire, tenendo conto anche delle esigenze di accoglienza delle donne immigrate in stato di gravidanza e di quelle dei comuni maggiormente esposti all'afflusso di stranieri - per il quale viene prevista una apposita relazione al Parlamento entro il 31 marzo 2014;
il comma 4-bis, introdotto nel corso dell'esame presso la Camera, ha per oggetto i fondi destinati all'adeguamento dei centri di identificazione ed espulsione previsti dall'articolo 5, del decreto-legge 23 giugno 2011, n. 129. Il citato comma 4-bis dispone che, per le medesime esigenze di cui al comma 2 - vale a dire per gli interventi necessari a fronteggiare le esigenze connesse all'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale - i fondi destinati all'adeguamento dei centri di identificazione ed espulsione (CIE), previsti dall'articolo 5 del decreto-legge n. 89 del 2011 (e che in tale norma possono essere destinati all'adeguamento medesimo anche "attraverso la ristrutturazione di immobili demaniali", come ripetuto anche nel comma 4-bis in commento) non sono soggetti ad esecuzione forzata;
considerato che:
i Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), istituiti dalla Legge 6 marzo 1998, n. 40, e previsti dal Testo unico sull'immigrazione (decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286), sono strutture di trattenimento degli stranieri in condizione di irregolarità, destinati all'espulsione;
l'articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, così come modificato dalla legge 30 luglio 2002, n. 189, cosiddetta legge "Bossi-Fini", prevede che "quando non sia possibile eseguire con immediatezza l'espulsione mediante accompagnamento", "il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso" il Centro di identificazione e di espulsione, e che quindi tali strutture siano destinate al trattenimento, convalidato dal Giudice di Pace, dei cittadini stranieri extracomunitari irregolari e destinati all'espulsione;
a decorrere dall'8 agosto 2009, con l'entrata in vigore della legge 15 luglio 2009, n. 94, il termine massimo di permanenza degli stranieri in tali centri è passato da 60 giorni a 180 giorni complessivi, rafforzando così la loro natura di luoghi di permanenza obbligatoria e, nei fatti, luoghi di detenzione amministrativa dei migranti;
il citato articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, al comma 2, dispone che in tali centri lo straniero è trattenuto "con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza e il pieno rispetto della sua dignità";
l'articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 specifica che le modalità del trattamento nei Centri di identificazione e di espulsione "devono garantire, nel rispetto del regolare svolgimento della vita in comune, la libertà di colloquio all'interno del centro e con visitatore proveniente dall'esterno, in particolare con il difensore che assiste lo straniero, e con i ministri di culto, la libertà di corrispondenza, anche telefonica, ed i diritti fondamentali della persona" e che in tali centri devono essere presenti "i servizi sanitari essenziali, gli interventi di socializzazione e la libertà di culto" e i "servizi predisposti per le esigenze fondamentali di cura, assistenza, promozione umana e sociale";
l'articolo 13 della Costituzione recita che "la libertà personale è inviolabile (...) non è ammessa forma alcuna di detenzione, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge"; a fronte del dettato costituzionale, tuttavia, nei Centri di identificazione e di espulsione, a giudizio degli interroganti, viene messa in atto una vera e propria detenzione regolata da provvedimenti amministrativi, caratterizzata peraltro da pratiche disomogenee sul territorio e sostanziali disparità di condizioni di trattenimento, in violazione del principio di uguaglianza;
di fatto, le situazioni che nella normativa vigente legittimano il trattenimento dei richiedenti asilo nei CIE sono troppo ampie e ispirate ad una logica punitiva che opera come deterrente all'emersione di situazioni meritevoli di tutela e di riconoscimento degli stranieri giunti alla frontiera o irregolarmente presenti nel territorio italiano;
la peculiare natura dei C.I.E., che da un lato sono "centri di trattenimento" in cui sono ospitate persone sottoposte a limitazioni alla libertà personale, ma, dall'altro, e diversamente dagli istituti penitenziari, non hanno quelle caratteristiche sia tecniche che giuridiche stabilite dalla legge e che sono tali da scoraggiare eventuali tentativi di fuga, rende estremamente difficile la concreta ed efficace attuazione del trattenimento degli stranieri da parte delle Forze di Polizia;
altro dato preoccupante è costituito dalla forte eterogeneità e promiscuità delle persone presenti all'interno dei Centri di identificazione e di espulsione con un'altissima compressione dei diritti fondamentali. Questi centri sono luoghi dove convivono e s'intrecciano, negli stessi ambienti, in condizioni di detenzione, storie di fragilità estremamente eterogenee tra loro da un punto di vista sanitario, giuridico, sociale e umano, a cui corrispondono esigenze molto diversificate;
all'interno dei Centri di identificazione e di espulsione si sono verificate gravi violazioni dei diritti umani, come denunciato sia da inchieste ed articoli di stampa, sia dalle associazioni di volontariato e dalle associazioni per la tutela dei diritti umani tra le quali anche Amnesty International e Medici senza Frontiere nonché dal rapporto dell'indagine interministeriale depositato il 31 gennaio 2007 dall'ambasciatore De Mistura;
nel giugno 2012 il Ministro dell'interno ha istituito una Commissione interna al Dicastero per l'analisi della situazione dei C.I.E. italiani. I risultati riportati nel documento programmatico sono molto diversi rispetto a quelli oggetto del rapporto della precedente indagine svolta dalla Commissione De Mistura. Quest'ultima infatti si espresse per il superamento attraverso lo svuotamento degli allora C.P.T.A, mentre, come riportato dall'Associazione Studi Giuridici sull' Immigrazione (ASGI), il documento programmatico è volto ad incrementare i centri di detenzione amministrativa in nome dell'efficienza e del risparmio di spesa, individuando le criticità nella sola (o prevalente) condotta delle persone trattenute;
la Commissione De Mistura, composta sia da membri ministeriali sia da appartenenti all'associazionismo a differenza della Commissione istituita nel 2012 che ha visto, quali componenti, esclusivamente funzionari del Ministero dell'interno, operò visitando tutti i centri, incontrando le prefetture, le questure, ascoltando le associazioni dei vari territori, gli enti locali e le persone trattenute;
le conclusioni della Commissione De Mistura non hanno trovato alcuna attuazione, né sembrano essere state considerate nell'impostazione dell'indagine del 2012;
valutato altresì che:
sono numerosissimi gli atti di autolesionismo e tentativi di suicidio da parte di immigrati presenti nei Centri che sono stati denunciati anche da autorevoli organizzazioni impegnate nel campo dei diritti;
secondo quanto riportato nel rapporto "Costi disumani. Spesa pubblica per il contrasto all'immigrazione irregolare", redatto a cura dell'associazione Lunaria e, recentemente, presentato in sede di audizione dalla Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani del Senato, dal 2005 al 2011 sono stati impegnati 143,8 milioni di euro in media all'anno per allestire, gestire, mantenere e ristrutturare il sistema dei centri (CDA- Centri Di Accoglienza, CPSA- Centri di Primo Soccorso ed Accoglienza, CARA - Centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo, CIE). "In particolare per i CIE i dati identificabili negli avvisi pubblici per l'affidamento della loro gestione in base al capitolato unico di appalto di gara del novembre 2008, portano a stimare i soli costi di funzionamento in almeno 25,1 milioni di euro l'anno, cui aggiungere i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria (non quantificabili con solo riferimento ai CIE), i costi per la sorveglianza dei Centri (non inferiori a 26,3 milioni l'anno), i costi di missione del personale di scorta che procede all'esecuzione dei rimpatri coatti (il cui costo medio annuale può essere stimato in 3,6 milioni di euro). I costi minimi sicuramente riconducibili al sistema di detenzione amministrativa nei CIE sono dunque pari ad almeno 55 milioni di euro l'anno",
impegna il governo:
ad adottare, nell'immediato, misure urgenti sotto il profilo del miglioramento della vivibilità e delle generali condizioni di permanenza dei migranti all'interno dei CIE;
ad adottare ogni iniziativa utile al superamento dei Centri di identificazione nel quadro di una riforma radicale delle politiche di contrasto dell'immigrazione clandestina evitando la loro riduzione alla semplice repressione "carceraria";
a rivedere l'intera disciplina dell'ingresso, del soggiorno e dell'allontanamento dei cittadini stranieri ed adottare politiche migratorie che possano garantire l'effettivo inserimento sociale degli immigrati.
G/1174/2/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
il decreto-legge in conversione, n. 120/2013 all'articolo 1 comma 2 istituisce un fondo con una dotazione di 190 milioni di euro per l'anno 2013 per «far fronte alle problematiche derivanti dall'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale».
A fronte dei 190 milioni stanziati per gli immigrati, solo 20 milioni sono stati stanziati per aiutare i comuni di tutta Italia che sono obbligati per legge a farsi carico integralmente dei minori non accompagnati presenti sul territorio comunale;
i fondi per i minori non accompagnati sono stati sempre riassegnati ai comuni in ritardo, in maniera insufficiente ed assolutamente aleatoria, aumentando anche su questo fronte l'incertezza di bilancio e la confusione finanziaria in cui si trovano ad operare le amministrazioni comunali;
tutti i fondi stanziati dall'articolo 1 del decreto in conversione possono essere mantenuti in Bilancio anche per l'annualità 2014, qualora non impiegati;
impegna il Governo
a destinare per l'anno 2014 ai comuni ai sensi di quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 1 del decreto in conversione le eventuali rimanenze del fondo di cui al comma 2 del medesimo articolo (fondo afflusso immigrati).
G/1174/3/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
La definizione delle azioni che possano essere svolte a valere sugli stanziamenti del predetto fondo sono del tutto vaghe, lasciate alla totale discrezionalità del Ministero dell'interno, anche dopo gli emendamenti inseriti durante l'esame presso la Camera dei Deputati che si sono limitati ad inserire una mera relazione successiva all'impiego dei fondi, senza alcun indirizzo preventivo;
è necessario fornire precisi atti di indirizzo al Governo per l'impiego di fondi pubblici così significativi;
contestualmente, per finanziare il fondo istituito dall'articolo 2 comma 2 del decreto in conversione, è stato svuotato il fondo destinato al rimpatrio dei clandestini presenti sul territorio nazionale, in accordo con i paesi di origine;
ad utilizzare il Fondo di cui al comma 2 dell'articolo 1 del decreto in esame anche per le attività di identificazione e rimpatrio degli immigrati presenti sul territorio nazionale.
G/1174/4/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
Tale fondo è alimentato per 20 milioni di euro mediante il versamento all'entrata del Bilancio dello Stato da parte dell'INPS delle somme incassate in attuazione dell'articolo 5 del decreto legislativo del 16 luglio 2012, n. 109, la "sanatoria" per extracomunitari clandestini attuata dall'allora Governo Monti per volontà del Ministro Riccardi in piena crisi economica nell'autunno del 2012.
II cosiddetto Governo tecnico aveva previsto il pagamento di una somma significativa da parte del datore di lavoro per sanare la posizione di ogni clandestino, per tentare di convincere i cittadini che la sanatoria sarebbe stata una fonte di entrate certe per il bilancio dello Stato che il Governo dei tecnici avrebbe dovuto risanare, e allo stesso tempo che la regolarizzazione non avrebbe avuto effetti negativi sul bilancio nazionale degli istituti di previdenza;
attingendo a tali versamenti per il fondo immigrati istituito dal presente decreto potrebbe crearsi un squilibrio nei conti dell'INPS, destinato a lasciare in eredità problemi finanziari destinati a gravare sulle future pensioni;
a chiarire al Parlamento quale effetto abbia sul bilancio dell'INPS questo prelievo a favore del Fondo immigrati e quale sia stato complessivamente l'effetto in termini contributivi della sanatoria per gli immigrati attuata nel 2012.
G/1174/5/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
Di questi fondi la grande maggioranza sono stati reperiti svuotando di fatto il fondo istituito dall'allora Ministro Maroni per il rimpatrio dei clandestini, in accordo con i Paesi di provenienza;
svuotare il fondo rimpatri equivale da parte del Governo ad adottare una modifica sostanziale dell'ordinamento senza passaggi legislativi e senza consultare il Parlamento, rendendo di fatto impossibile per mancanza di fondi qualunque azione di rimpatrio ed interrompendo forse irrimediabilmente il lungo lavoro diplomatico che in questi anni aveva permesso di costruire una profìcua ancorché faticosa collaborazione con i paesi di origine e di transito dei flussi di clandestini;
a spiegare al Parlamento le ragioni che hanno condotto all'azzeramento del fondo rimpatri illustrando contestualmente quali siano le nuove linee guida governative in materia di contrasto all'immigrazione clandestina.
G/1174/6/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
la copertura dei 190 milioni è ottenuta in parte anche attingendo al fondo unificato per le vittime di reati mafiosi, di fenomeni estorsivi e dell'usura, che è a sua volta alimentato con un prelievo erariale su tutte le assicurazioni (incendi, auto, responsabilità civile) stipulati in Italia, pagato cioè da tutti i cittadini in virtù del nobile fine cui dovrebbe essere dedicato;
in un momento di crisi economica come quello che sta vivendo il nostro Paese, il fenomeno dell'usura cresce in modo esponenziale, stando ai dati del Ministero dell'interno dal 2010 al 2012 sono 245 mila i commercianti coinvolti in rapporti usurai e 600 mila le posizioni debitorie;
in un articolo pubblicato su «Il Sole 24 Ore» del 18 ottobre 2013, le Associazioni antiusura criticano il taglio al fondo antiusura definendolo una scelta poco rassicurante sul fronte della sicurezza sociale;
in un altro articolo pubblicato sempre su «Il Sole 24 Ore» in data 14 novembre si illustra il contenuto della conferenza stampa di presentazione della relazione annuale sulla lotta al racket e usura. Nell'incontro presieduto dal prefetto Betty Belgiorno e dallo stesso Ministro sono stati rappresentati i dati relativi ai fenomeno dell'usura dai quali è emerso che negli ultimi anni si è registrata una crescita allarmante. In ultima analisi il prefetto si è soffermata ad analizzare un altro aspetto che merita di essere adeguatamente approfondito, se da un lato infatti le risorse del Fondo antiusura sono cospicue, dall'altro lato non si riesce a dare il giusto ristoro alle vittime a causa di una non meglio specificata lentezza burocratica e una cronica lentezza dei procedimenti giudiziari;
a non attingere in futuro al fondo per le vittime dell'usura per scopi diversi a quelli per i quali è destinato, prevedendo, qualora i fondi fossero fortemente superiori agli impieghi, ad un loro maggiore impiego per gli scopi previsti o ad una revisione al ribasso dei prelievi fiscali che lo alimentano.
G/1174/7/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
in un momento di crisi economica come quello che sta vivendo il nostro Paese, il fenomeno dell'usura cresce in modo esponenziale, stando ai dati dei Ministero dell'interno dal 2010 al 2012 sono 245 mila i commercianti coinvolti in rapporti usurai e 600 mila le posizioni debitorie;
in un altro articolo pubblicato sempre su «Il Sole 24 Ore» in data 14 novembre si illustra il contenuto della conferenza stampa di presentazione della relazione annuale sulla lotta al racket e usura. Nell'incontro presieduto dal prefetto Betty Belgiorno e dallo stesso Ministro sono stati rappresentati i dati relativi al fenomeno dell'usura dai quali è emerso che negli ultimi anni si è registrata una crescita allarmante. In ultima analisi il prefetto si è soffermata ad analizzare un altro aspetto che merita di essere adeguatamente approfondito, se da un lato infatti le risorse del Fondo antiusura sono cospicue, dall'altro lato non si riesce a dare il giusto ristoro alle vittime a causa di una non meglio specificata lentezza burocratica e una cronica lentezza dei procedimenti giudiziari;
a rendere più efficace l'impiego dei fondi anti usura individuando le rigidità e le inadeguatezze che ne hanno impedito fino ad ora l'utilizzo lasciando giacere inutilizzati un'ingente quantità di fondi poi distolti per altri e diversi impieghi.
G/1174/8/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
La somma stanziata è destinata in realtà ad essere spesa in soli 2 mesi e mezzo, dalla approvazione del decreto a fine anno, ed appare dunque particolarmente significativa per un così breve lasso di tempo;
La relazione tecnica del Governo rivela inoltre che, benché non vi sia alcuna traccia di ciò nell'articolato, la metà di questi fondi sono destinati ad oneri per il personale, e dunque, a pagare stipendi;
Né durante l'esame parlamentare né in altra sede il Governo ha chiarito a quali stipendi siano destinati questi fondi, per quali soggetti, secondo quale inquadramento contrattuale;
Nell'attuale situazione di sofferenza del bilancio dello Stato è assolutamente necessario chiarire se e con quali modalità verranno fatte con soldi pubblici assunzioni, e se ciò avverrà in deroga alle normative sulla trasparenza, la pubblicità, ed il blocco delle assunzioni nella P.A.
In ogni caso, si ritiene che i fondi pubblici possano essere destinati solo ad enti pubblici per garantire, in breve tempo e vista l'entità delle emergenze, che non ci siano indebiti impieghi o dubbie finalità;
a valutare l'opportunità di provvedere, riguardo ai fondi di cui all'articolo 1 comma 2 del decreto in conversione, a coprire oneri solo per il personale impiegato da enti locali.
G/1174/9/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
il provvedimento in esame prevede una parziale integrazione della quota spettante a ciascun comune del Fondo di solidarietà comunale ed alimentato con una quota dell'imposta municipale propria (IMU), di spettanza dei comuni;
il Fondo di solidarietà comunale (FSC) è stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2013, contestualmente alla previsione di attribuire interamente ai Comuni il gettito dell'IMU, salvo il gettito sugli immobili a destinazione produttiva appartenenti alla categoria catastale D, spettante allo Stato in misura pari all'aliquota base dello 0,76%.
A livello nazionale il FSC 2013 ammonta a 6,97 miliardi di euro, e che ai Comuni del Veneto spettano 470,6 milioni di euro, pari a il 6,75% del totale, e che il FSC 2013 è alimentato da una quota del gettito IMU 2013 ad aliquota base pari ai 30,745%;
Il decreto-legge 102/2013 stabilisce che per l'anno 2013 non è dovuta la prima rata dell'imposta municipale propria di cui all'articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, relativa agli immobili di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 luglio 2013, n. 85, e che al fine di assicurare ai Comuni il ristoro del minor gettito dell'imposta municipale propria è attribuito ai medesimi Comuni un contributo di circa 2,3 miliardi di euro per l'anno 2013;
gli enti locali si sono trovati, in numerosi casi, in grande difficoltà nella costruzione del bilancio di previsione 2013, proprio a causa delle incertezze riguardanti la corretta quantificazione del gettito dell'imposta municipale unica, e che di recente è stato emanato un ulteriore decreto-legge n. 133/2013, finalizzato a sopprimere anche la seconda rata dell'imposta municipale propria gravante sulle abitazioni principali;
alcuni Comuni, in particolar modo del Veneto, nonostante le difficoltà nel recuperare le risorse necessarie, sono riusciti ad evitare un aumento della tassazione immobiliare IMU sulla prima casa, riuscendo così a sgravare i propri cittadini dall'onere di un aggravio fiscale, particolarmente oneroso in una situazione economica tanto complessa come quella attuale;
a valutare l'opportunità di integrare la dotazione complessiva del Fondo di Solidarietà Comunale 2013 con risorse erariali, destinando tale maggiorazione, anche a valere sull'esercizio finanziario 2014, ad integrazione delle risorse spettanti sul Fondo di Solidarietà Comunale dei Comuni che, rispetto all'esercizio finanziario 2012, nell'esercizio 2013 non hanno adottato variazioni in aumento rispetto alle aliquote di base dell'imposta municipale propria.
G/1174/10/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
Le modalità di alimentazione del FSC, nonché i criteri di riparto delle risorse, sono determinate con DPCM e che a seguito della determina della Conferenza Stato-Città del 25 settembre 2013 che ha sancito l'accordo sui criteri di alimentazione e riparto del FSC 2013, sono state diffuse le risorse di spettanza per ciascun Comune, tramite il sito del Ministero dell'Interno;
a livello nazionale il FSC 2013 ammonta a 6,97 miliardi di euro, e che ai Comuni del Veneto spettano 470,6 milioni di euro, pari a il 6,75% del totale, e che il FSC 2013 è alimentato da una quota del gettito IMU 2013 ad aliquota base pari al 30,745%;
i Comuni del Veneto contribuiscono al FSC 2013 per un totale di 424,9 milioni di euro, pari al 90,3% del FSC 2013 spettante, e che su 581 sono ben 139 i Comuni veneti per i quali il contributo al FSC 2013 supera l'importo di spettanza, così che per questi Comuni il contributo al FSC 2013 supera di 116 milioni di euro l'importo del FSC loro spettante;
a valutare l'opportunità di verificare la correttezza delle quantificazioni del Fondo di Solidarietà-Comunale 2013 per i Comuni del Veneto che hanno contribuito in modo maggiore rispetto a quanto loro spettante sul FSC, confrontando tali dati anche con quanto accertato dall'Ente Locale sul gettito incassato dall'IMU nel 2012 nonché da quanto incassato dal medesimo ente locale nel 2010 con l'ICI, come risultante dal rendiconto del medesimo ente.
G/1174/11/5 COMAROLI, BITONCI, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, CENTINAIO, CONSIGLIO, CROSIO, DAVICO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, VOLPI
La situazione della finanza locale è sempre più complessa, sia alla luce della pesante riduzione di risorse operata negli ultimi anni, sia per il fatto che gli amministratori locali si stanno muovendo in un quadro normativo estremamente incerto ed instabile il quale ha portato più volte al differimento dei termini per l'approvazione dei bilanci preventivi 2013, e che tale situazione è aggravata dal fatto che i Comuni devono altresì far fronte alle difficoltà legate al rispetto dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità Interno il quale impone agli enti medesimi il raggiungimento di un obbiettivo di saldo finanziario per il concorso dell'ente stesso al contenimento dei saldi di finanza pubblica;
il procedimento per la determinazione dell'obbiettivo del Patto, definito attualmente dalla Legge di Stabilità 2012 (Legge n.183/2011), oltre che particolarmente complesso dal punto di vista metodologico risulta in numerosi casi assolutamente gravoso, anche per il fatto che in taluni casi la causa è da rintracciarsi in investimenti pregressi rispetto all'esercizio in corso, determinando così un aumento costante negli ultimi anni degli enti inadempienti al rispetto del Patto;
il comma 5 dell'articolo 2 del provvedimento in esame apporta alcune modifiche all'articolo 31 della legge n. 183/2011 (legge di stabilità 2012) relativo ai vincoli del patto di stabilità interno, aumentando il contributo finanziario richiesto, nell'ambito del patto, a ciascun ente, sospendendo, al contempo, l'applicazione del sistema di virtuosità, ai fini della ripartizione degli obiettivi finanziari del patto tra gli enti medesimi, e che l'inasprimento dei vincoli del patto per gli enti locali determina un miglioramento dell'indebitamento netto e del fabbisogno di un importo pari a 450 milioni di euro per l'anno 2013;
il provvedimento sospende per l'anno 2013 l'applicazione de! meccanismo di virtuosità recato dall'articolo 20, commi 2, 2-bis e 3 del D.L. n. 98/2011, ai fini della determinazione degli obiettivi finanziari del patto per gli enti di ciascun livello di governo sulla base della virtuosità;
Le attuali modalità di applicazione del PSI hanno negative ricadute soprattutto sulle spese di investimento, dal momento che queste subiscono, a causa dei limiti oggi imposti, gravi ritardi nei tempi di finalizzazione, in quanto l'utilizzo del principio di competenza mista obbliga gli enti a posticipare queste spese;
i vincoli del Patto di Stabilità, infatti, così come attualmente previsti, aggravano ulteriormente la difficilissima situazione economica e mettendo in difficoltà soprattutto le PMI, ovvero quella classe imprenditoriale che gestisce un'attività ma che non è garantita dagli ammortizzatori sociali, pur intrattenendo quotidianamente rapporti di lavoro con gli enti locali, eseguendo lavori di manutenzione, ovvero piccole forniture, partecipando a gare per lavori pubblici di piccolo importo ma comunque diffuse su tutto il territorio italiano;
a valutare l'opportunità di rivedere i criteri di calcolo del Patto di Stabilità Interno per gli enti locali, allo scopo di prevedere un allentamento degli stessi vincoli in chiave dì rilancio degli investimenti favorendo al contempo gli enti locali virtuosi.
G/1174/12/5 URAS
in sede di esame del disegno di legge n. 1174, impegna il Governo a valutare l'opportunità di dare attuazione al contenuto normativo dell'emendamento 2.25.
1.1 URAS, DE CRISTOFARO, DE PETRIS, PETRAGLIA
Al comma 1, sostituire le parole: " 20 milioni di euro" con le seguenti: "80 milioni di euro"
ed alla fine del comma aggiungere il seguente periodo: "Il decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali di cui al medesimo articolo 23, comma 11, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, provvede ad individuare le modalità di erogazione del Fondo nell'ambito di un sistema nazionale, assicurando assistenza e consulenza ai Comuni beneficiari del predetto Fondo tramite apposita convenzione con l'ANCI."
Conseguentemente al comma 4 sostituire la parola:"210" con la parola:"270" ed aggiungere la seguente lettera:
"c-bis) quanto a 60 milioni di euro parzialmente utilizzando i risparmi conseguiti mediante la disposizione di cui al successivo articolo 3, comma 1."
quindi sostituire il comma 1 dell'articolo 3, con il seguente:
"1. Al fine di consentire il finanziamento parziale del Fondo di cui all'articolo 1, comma 1, ed il rientro dallo scostamento dagli obiettivi di contenimento dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni entro il limite definito in sede europea, per fanno 2013 le disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese del bilancio dello Stato sono accantonate e rese indisponibili per ciascun Ministero secondo quanto indicato nell'allegata tabella B tali da assicurare complessivamente un miglioramento dell'indebitamento netto delle Pubbliche Amministrazioni di 655 milioni di euro per il medesimo anno."
e, nell'allegata tabella B, alla voce "ministero dell'economia e delle finanze" sostituire le parole: "2013: 704,8" con le seguenti: "2013: 764,8".
1.2 COMAROLI
Al comma 1, sostituire le parole "20 milioni" con le seguenti: "210 milioni";
conseguentemente sopprimere il comma 2, e sostituire il comma 3 con il seguente:
3) le somme di cui al comma 1 possono essere utilizzate dai comuni anche per attività ed opere connesse all'emergenza sociale derivante dalla crisi economica a favore di minori non stranieri;
conseguentemente al comma 4) sostituire le parole "dai commi 1 e 2" con le seguenti: "dal comma 1"
1.3 COMAROLI
Al comma 1, sostituire le parole: "20 milioni" con le seguenti: "50 milioni";
conseguentemente al comma 2 sostituire le parole: "190 milioni" con le seguenti: "160 milioni";
1.4 COMAROLI
Sopprimere il comma 2
Conseguentemente
al comma 3 sopprimere le parole: "e 2";
e sostituire il comma 4 con il seguente:
«4. All'onere derivante dal comma 1, pari a 20 milioni di euro per l'anno 2013, si provvede mediante il versamento all'entrata del Bilancio dello Stato da parte dell'INPS delle somme incassate in attuazione dell'articolo 5 del decreto legislativo del 16 luglio 2012, n. 109, per un ammontare pari a 20 milioni di euro»
1.5 COMAROLI
Al comma 2 sostituire le parole "190 milioni" con le seguenti: "50 milioni";
conseguentemente al comma 4 sostituire le parole "210 milioni" con le seguenti: "70 milioni"
e sopprimere le lettere a) e c).
1.6 COMAROLI
Al comma 2 sostituire le parole "190 milioni" con le seguenti: "100 milioni";
conseguentemente al comma 4 sostituire le parole "210 milioni" con le seguenti: "120 milioni"
e sopprimere la lettera a).
1.7 BIGNAMI, SANTANGELO, CATALFO, BLUNDO, CASTALDI, SERRA, CASALETTO, GAETTI, BOCCHINO, MONTEVECCHI
Al comma 2, sostituire le parole: "190 milioni" con le seguenti: "170 milioni"
Conseguentemente, al comma 4, alinea, sostituire le parole: "210 milioni" con le seguenti: "190 milioni", nonché, apportare le seguenti modifiche:
alla lettera a), sostituire le parole: "90 milioni" con le seguenti: "100 milioni";
alla lettera b), sostituire le parole: "70 milioni" con le seguenti: "90 milioni";
3) sopprimere la lettera c).
1.8 COMAROLI
Al comma 2, dopo le parole "la cui ripartizione" aggiungere le parole "tra gli enti locali".
1.9 URAS, DE PETRIS, PETRAGLIA, DE CRISTOFARO
Al comma 2, sostituire le parole: "anche tenendo conto" con le seguenti: "tenendo conto prioritariamente"
1.10 COMAROLI
Al comma 2), dopo le parole: "sul territorio nazionale" aggiungere le seguenti: "e le connesse operazioni di identificazione e rimpatrio"
1.11 BIGNAMI, BLUNDO, CASTALDI, SERRA, CASALETTO, BOCCHINO, MONTEVECCHI
Al comma 2, dopo le parole: "donne straniere in stato di gravidanza", aggiungere le seguenti: "sole e di madri straniere sole che abbiano con loro esclusivamente figli minorenni almeno uno dei quali di età inferiore a tre anni."
1.12 BERTOROTTA, MANGILI
Al comma 2, aggiungere in fine le seguenti parole: "nonché ai comuni della provincia di Ragusa."
1.13 COMAROLI
Al comma 2), aggiungere in fine il seguente periodo:
"Le finalità di utilizzo delle disponibilità del Fondo di cui al presente comma sono definite con una risoluzione dalle competenti commissioni parlamentari trasmessa al Ministero dell'interno entro 15 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto."
1.14 COMAROLI
Al comma 4, lettera a), aggiungere in fine le seguenti parole: "la medesima somma è riversata al fondo di cui al citato articolo 14-bis; alla copertura dell'onere si provvede ai sensi della successiva lettera a-bis)";
e dopo la lettera a) aggiungere la seguente:
"a-bis) In considerazione della eccezionalità della situazione economica internazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, per l'anno 2013 i trattamenti pensionistici complessivi corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, sono assoggettati ad un contributo di perequazione, applicato a conguaglio nei mese di novembre 2013, e le minori spese degli enti previdenziali così determinate sono riversate al fondo di cui alla lettera a), ultimo periodo del presente comma; il contributo di perequazione è pari a :
al 10% della parte eccedente l'importo di 90.000 euro lordi annui fino a 120.000 euro lordi annui;
al 15% della parte eccedente l'importo di 120.000 euro lordi annui fino a 150.000 euro lordi annui;
al 20% della parte eccedente l'importo di 150.000 euro lordi annui fino a 200.000 euro lordi annui;
al 25% della parte eccedente l'importo di 200.000 euro lordi annui fino a 260.000 euro lordi annui;
al 30% della parte eccedente l'importo di 260.000 euro lordi annui fino a 300.000 euro lordi annui;
al 35% della parte eccedente l'importo dì 300.000 euro lordi annui fino a 350.000 euro lordi annui;
al 40% della parte eccedente l'importo di 350.000 euro lordi annui fino a 390.000 euro lordi annui;
al 50% della parte eccedente l'importo di 390.000 euro lordi annui."
1.15 URAS, DE CRISTOFARO, DE PETRIS, PETRAGLIA
Al comma 4, sostituire la lettera c) con la seguente:
"c) quanto a 50 milioni di euro mediante quota parte delle riduzioni delle spese di bilancio dello Stato di cui all'articolo 3, comma l."
e, all'articolo 3, sostituire il comma 1 con il seguente;
"1. Al fine di consentire il finanziamento di cui all' articolo 1, comma 4, lettera c), ed il rientro dallo scostamento dagli obiettivi di contenimento dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni entro il limite definito in sede europea, per l'anno 2013 le disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese del bilancio dello Stato sono accantonate e rese indisponibili per ciascun Ministero secondo quanto indicato nell'allegata tabella B tali da assicurare complessivamente un miglioramento dell'indebitamento netto delle Pubbliche Amministrazioni di 640 milioni di euro per il medesimo anno."
e, nell'allegata tabella B, alla voce "Ministero dell'economia e delle finanze" sostituire le parole: "2013: 704,8" con le seguenti: "2013: 754,8".
2.1 BITONCI, COMAROLI
All'articolo 2, dopo il comma 1, aggiungere infine i seguenti commi:
«1-bis. E' aumentata la dotazione del Fondo di Solidarietà Comunale 2013 di cui al comma 1 per 10 milioni di euro.
1-ter. L'integrazione di cui al comma 1-bis è destinata esclusivamente ai Comuni che nel corso dell'esercizio finanziario 2013 non hanno deliberato variazioni in aumento rispetto alle aliquote di base 2012 dell'imposta municipale propria (IMU) sulla prima abitazione, così come definita dal decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
1-quater. Con decreto di natura non regolamentare del Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze da emanarsi entro il 31 Gennaio 2014 previa intesa presso la Conferenza Stato-città e autonomie locali, è determinato il riparto dell' integrazione di cui al comma 1-bis.
1-quinquies. All'onere di cui al comma 1-bis si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa al fondo per gli interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»
2.2 COMAROLI
Conseguentemente sostituire il comma 3 con il seguente
«3) Alla copertura dell'onere derivante dal comma 1, pari a 120 milioni di euro per il 2013, si provvede in quota parte a valere sulle disponibilità del Fondo di cui all'articolo 1, comma 2 del presente decreto.»
2.3 BERTOROTTA, MANGILI
Sopprimere il comma 2.
2.4 COMAROLI
Al comma 2 dopo le parole "del comma 1" aggiungere le parole: "e le relative spese"; e aggiungere in fine le parole: "alla copertura delle eventuali maggiori spese derivanti dal presente comma si provvede a valere sul fondo di cui all'articolo 1, comma 2, del presente decreto;"
2.5 URAS, DE PETRIS
Al comma 2, sopprimere la parola "non".
2.6 BERTOROTTA, MANGILI
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis. Per i Comuni che hanno presentato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all'articolo 243-bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il contributo di cui al comma 1 è commisurato al gettito dell'imposta municipale conseguente all'applicazione delle aliquote deliberate per la realizzazione del suddetto piano di riequilibrio.»
2.7 BERTOROTTA, MANGILI
«2-bis. Per i Comuni che hanno deliberato il dissesto finanziario ai sensi dell'articolo 246 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il contributo di cui al comma 1 è commisurato al gettito conseguente all'applicazione delle aliquote deliberate ai sensi dell'articolo 251, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.»
2.8 BONFRISCO
Dopo il comma 4-quinquies, aggiungere il seguente:
« 4-sexies. È facoltà degli enti territoriali procedere alla rinegoziazione dei contratti derivati già in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione, qualora l'esecuzione di tali contratti abbia generato o generi una perdita rilevante per l'ente e la rinegoziazione abbia l'effetto di ridurre tale perdita. »
2.9 BERTOROTTA, MANGILI
Sopprimere il comma 5.
Conseguentemente, all'articolo 3, comma 1, sostituire le parole: "590 milioni" con le seguenti: "1040 milioni";
alla Tabella B, voce: Ministero dell'economia e finanze sostituire la cifra: 704,8 con la seguente: 904,8;
voce: Ministero dello sviluppo economico sostituire la cifra: 23,0 con la seguente: 273,0.
2.10 COMAROLI
Sopprimere il comma 5
Conseguentemente all'articolo 3, comma 1, sostituire le parole "595 milioni" con le parole: "1.045 milioni".
2.11 COMAROLI
Al comma 5, prima della lettera a) inserire la seguente:
Oa) Al comma 1 sostituire le parole "dall'anno 2013" con le parole "dall'anno 2015";
e dopo la lettera b) aggiungere la seguente:
«b-bis) Ai maggiori oneri derivanti dalla lettera Oa) del presente comma si provvede per l'anno 2013 a valere sulle disponibilità del Fondo di cui all'articolo 1, comma 2, del presente decreto per una quota pari a 70 milioni di euro e per l'anno 2014 tramite una riduzione lineare delle dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla Tabella C allegata alla legge di stabilità per l'anno 2014 per un importo pari a 500 milioni di euro».
2.12 COMAROLI
Oa) Al comma 1 sostituire le parole: "dall'anno 2013" con le parole: "dall'anno 2014";
conseguentemente
all'articolo 1, comma 2, aggiungere in fine le seguenti parole: "Una quota del Fondo pari a 70 milioni di euro per l'anno 2013 è destinata alla copertura delle maggiori spese derivanti dalle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 5, lettera Oa) del presente decreto;"
2.13 COMAROLI
Al comma 5, lettera a) dopo il capoverso 2-ter aggiungere il seguente:
«2-quater. Per l'anno 2013 sono escluse dal Patto di stabilità interno degli enti locali le spese sostenute per interventi di vigilanza e rafforzamento della sicurezza per un importo di 150 milioni.»
all'articolo 1, comma 2 sostituire le parole da: "Al fine di fronteggiare" fino a "territorio nazionale" con le parole "Per le finalità di cui all'articolo 2, comma 5, capoverso 2-quater del presente decreto".
2.14 URAS, DE PETRIS
Al comma 5, capoverso "2-ter", aggiungere il seguente:
"«2-quater. Ai fini della salvaguardia dell'assetto idrogeologico dei territori, in coerenza con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, agli enti locali potranno essere attribuiti nel 2014 spazi finanziari, a valere sul patto di stabilità interno, per incentivare gli investimenti in riqualificazione e messa in sicurezza dei territori.»
2.15 URAS, DE PETRIS
Al comma 6, sopprimere, ove ricorrano, le parole "e l'attuazione delle disposizioni di cui al decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64".
2.16 URAS, DE PETRIS
Al comma 6, sostituire, ove ricorrano, le parole da: "è consentita la riduzione delle predette maggiorazioni" fino alle parole: "Legge 6 giugno 2013, n. 64" con le seguenti: "le predette maggiorazioni sono ridotte"
2.17 URAS, DE PETRIS
Dopo il comma 6, aggiungere i seguenti:
«6-bis. L'articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 è così sostituito:
"3. A decorrere dal 2014 il provvedimento regionale che dispone misure che comportino una riduzione netta dell'IRAP non può trovare copertura finanziaria con una contestuale maggiorazione dell'aliquota dell'addizionale regionale IRPEF che, sommata a quella vigente, risulti superiore allo 0,5%."
6-ter. L'articolo 6, comma 3, primo periodo del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 è soppresso.»
2.18 URAS, DE PETRIS
Dopo il comma 6, aggiungere il seguente:
«6-bis. All'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, al comma 4 è aggiunto in fine il seguente periodo:
"Le Regioni possono stabilire una soglia di esenzione reddituale da intendersi come limite di reddito al di sotto del quale l'addizionale regionale all'IRPEF, o la sua maggiorazione, non è dovuta; nel caso di superamento del suddetto limite, la stessa si applica al reddito complessivo ai fini dell'addizionale IRPEF."»
2.19 MILO, D'ANNA
Dopo il comma 6 aggiungere il seguente:
«6-bis. All'articolo 15, comma 17-bis, quarto periodo del decreto-legge n. 95 del 2012 dopo la parola: "provvede" sopprimere le parole: "all'eventuale"».
2.20 URAS, DE PETRIS
Al comma 7, prima della lettera a), aggiungere la seguente:
«a) all'articolo 1, comma 7 del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito con modificazioni in legge 6 giugno 2013, n. 64, le parole "per l'anno 2013" sono sostitute dalle parole "per gli anni 2013 e 2014".»
e, contestualmente, dopo la lettera b) aggiungere la seguente:
«b-bis) all'articolo 1, dopo il comma 7, è aggiunto il seguente:
"7-bis. Per l'anno 2014, l'esclusione di cui al comma precedente trova applicazione anche per i trasferimenti effettuati in favore degli enti locali soggetti al patto di stabilità interno a valere sui residui passivi in conto capitale, purché a fronte di corrispondenti residui attivi degli enti locali".»
2.21 COMAROLI
Al comma 7, sopprimere la lettera b)
2.22 BULGARELLI, LEZZI, BERTOROTTA, MANGILI
Sopprimere il comma 8.
2.23 URAS, DE PETRIS
2.24 CARIDI, GUALDANI, TORRISI, MANCUSO, BIANCONI, GENTILE, AIELLO
Al comma 8, sostituire le parole:"4 novembre 2013" con le seguenti:"15 gennaio 2014" e inserire, in fine, il seguente periodo: "Altresì, il termine del 15 novembre 2013 è differito al 15 febbraio 2014".
Dopo, il comma 8, inserire il seguente comma:
"8-bis. All'articolo 14 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, inserire il seguente comma: «2-quater. Le disposizioni di cui ai commi precedenti si applicano anche ai giudizi per i quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, pende giudizio di revocazione innanzi alle competenti sezioni giurisdizionali d'appello. In questo caso, il calcolo della somma per la definizione del giudizio è operato con riferimento al danno quantificato nella sentenza d'appello sottoposta a revocazione ed essa non può eccedere il venti per cento del danno liquidato in sentenza.»".
2.25 URAS
Dopo il comma 8-bis inserire il seguente:
"8-ter. Ai fini del mantenimento dei livelli occupazionali e della salvaguardia del tessuto economico e produttivo, in particolare nei territori più vulnerabili alle conseguenze della crisi economica, nei casi in cui non siano più disponibili, per qualsiasi motivo, le risorse destinate ed impegnate per il pagamento di opere pubbliche regolarmente aggiudicate con gara ad evidenza pubblica e con gli stati di avanzamento positivamente valutati dai provveditorati alle opere pubbliche, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nell'ambito dei fondi disponibili, provvede immediatamente al pagamento degli stati di avanzamento dei lavori approvati."
2bis.1 D'ALÌ, CHIAVAROLI, COLUCCI
L'articolo è soppresso.
2bis.2 CHIAVAROLI, D'ALÌ
Dopo le parole: "conversione del presente decreto" aggiungere le seguenti: "ove ne fosse riscontrato l'eccessivo onere rispetto alle condizioni di mercato".
2bis.3 CHIAVAROLI, D'ALÌ
Alla fine del comma 1, aggiungere il seguente periodo: "Il presente articolo non trova applicazione ai fondi comuni di investimento immobiliare già' costituiti ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, nonché agli aventi causa da detti fondi per il limite di durata del finanziamento degli stessi fondi."
2bis.4 SERRA, DONNO, GAETTI, CASALETTO, FATTORI
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. All'articolo 6 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, dopo il comma 4, è aggiunto il seguente:
"4-bis. Qualora alla scadenza di cui al comma precedente abbiano manifestato interesse all'affìtto o alla concessione amministrativa giovani imprenditori agricoli, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, nonché i disoccupati che, pur non essendo imprenditori agricoli, abbiano i requisiti di cui all'articolo 7, comma secondo della legge 3 maggio 1982, n. 203, l'assegnazione dei terreni avviene al canone base indicato nell'avviso pubblico o nel bando di gara, in caso di pluralità di richieste da parte dei predetti soggetti, fermo restando il canone base, si procede mediante sorteggio tra gli stessi."»
Conseguentemente, alla rubrica, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e norme per l'affitto o la concessione di terreni a giovani imprenditori agricoli.»
2bis.0.1 FRAVEZZI, ZELLER, BERGER
Dopo l'articolo 2-bis inserire il seguente:
«Art. 2.bis 1
1. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, all'articolo 4, comma 5, secondo periodo, prima delle parole: "nell'ambito di attività di pubblica autorità;" sono inserite le seguenti: "o dalle società a capitale interamente pubblico, di cui all'art. 13, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni nella legge 4 agosto 2006, n. 248;".
2. Le disposizioni di cui al primo comma hanno effetto a partire dalla data di entrata in vigore dell'art. 38, comma 2, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221.
3. All'onere di cui ai commi precedenti, valutato in 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 si provvede mediante corrispondente riduzione lineare delle dotazioni finanziarie disponibili, iscritte a legislazione vigente in termini di competenza e cassa, nell'ambito delle spese rimodulabili di parte corrente delle missioni di spesa di ciascun Ministero di cui all'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196».
3.1 URAS, DE PETRIS
Sostituire il comma 1 con il seguente:
" 1. Al fine di consentire il rientro dallo scostamento dagli obiettivi di contenimento dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni entro il limite definito in sede europea, per l'anno 2013 le disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese del bilancio dello Stato sono accantonate e rese indisponibili per ciascun Ministero secondo quanto indicato nell'allegata tabella B tali da assicurare complessivamente un miglioramento dell'indebitamento netto delle Pubbliche Amministrazioni di 640 milioni di euro per il medesimo anno."
Conseguentemente, nell'allegata tabella B, alla voce "Ministero dell'economia e delle finanze" sostituire le parole: " 2013: 704,8" con le seguenti: "2013: 754,8";
e, di conseguenza è soppresso il comma 5.
3.2 URAS, DE PETRIS
All'articolo 3, al comma 1 sostituire le parole: "595 milioni" con le seguenti: "640 milioni" e sopprimere il comma 5.
3.3 LEZZI, LUCIDI, BULGARELLI, BERTOROTTA, MANGILI
Al comma 2, secondo periodo, dopo le parole: "dei Ministeri" aggiungere le seguenti: "dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare".
Conseguentemente, al medesimo periodo, sopprimere le parole da: "ed alla realizzazione" fino alla fine del periodo.
3.4 BULGARELLI, LEZZI, LUCIDI, BERTOROTTA, MANGILI
Al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole: "della Missione «Ricerca e innovazione»" con le seguenti: "delle Missioni «Ricerca e innovazione» e «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente»".
3.5 BERTOROTTA, MANGILI, LUCIDI, BULGARELLI, LEZZI
Al comma 2, secondo periodo, sopprimere le parole: "ed alla realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento «Expo Milano 2015»".
3.6 PUGLIA
Dopo il comma 6 è inserito il seguente :
«6-bis. Le sanzioni di cui all'art. 15 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287, all'articolo 27 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, all'articolo 8 del decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145, sono uniformemente aumentate del cinquanta per cento a far data dal 1 gennaio 2014. Il maggior gettito derivante dall'aumento di cui al presente comma è destinato al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui alla Legge 9 agosto 2013 n. 98, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69.»