DIFESA (4ª)
MERCOLEDÌ 16 APRILE 2014
58ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
LATORRE
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.
La seduta inizia alle ore 9.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
In apertura di seduta il senatore MARTON (
M5S
) pone l’accento sull’esigenza di acquisire i verbali delle riunioni del Consiglio supremo di difesa, nelle parti dedicate all’acquisizione degli F-35. Ciò al fine di avere notizie dettagliate sui criteri di indirizzo relativi a quel programma.
Preannuncia, al riguardo, anche la presentazione di un atto di sindacato ispettivo.
Il presidente LATORRE osserva che, sulla base delle informazioni raccolte, non risulta esistere una disciplina normativa sul tema sollevato. Tuttavia, tenuto conto che alle riunioni del predetto organo partecipa stabilmente anche il Ministro della difesa, si potrebbe da tale fonte ricevere gli elementi informativi richiesti.
Il sottosegretario ALFANO condivide l’impostazione e si riserva di verificare la disponibilità del Ministro a riferire sul tema.
IN SEDE CONSULTIVA
(
Doc.
LXXXVII-
bis
, n. 2)
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, per l'anno 2014
(Parere alla 14
a
Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazioni)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il relatore Luciano ROSSI (
NCD
) illustra brevemente un ulteriore schema di parere, che conferisce maggiore risalto -collocandole al primo punto tra le priorità- alle tematiche connesse alla strategia di sicurezza marittima ed alla gestione dei flussi migratori (
pubblicato in allegato
).
Il senatore VATTUONE (
PD
), nell’esprimere una valutazione più che positiva sull’operato del relatore, preannuncia il voto favorevole della propria parte politica.
Conseguentemente, l’avviso sarà di tenore contrario sulla proposta alternativa presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle (
pubblicata in allegato al resoconto della seduta dell’8 aprile
).
Ad avviso del senatore ALICATA (
FI-PdL XVII
), la maggiore enfasi conferita dal relatore alle problematiche relative ai flussi migratori ed alla strategia di sicurezza marittima è da accogliere positivamente in quanto in linea con gli orientamenti più volte espressi dalla sua parte politica nel corso del dibattito.
Preannuncia quindi il voto favorevole.
Il senatore DI BIAGIO (
PI
) preannuncia, del pari ed a nome del Gruppo di appartenenza, il voto favorevole sul nuovo schema di parere poc’anzi illustrato dal relatore.
Esprime quindi avviso contrario sulla proposta alternativa presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle.
Il senatore GUALDANI (
NCD
), richiamandosi alle considerazioni da lui svolte nella seduta antimeridiana del 9 aprile, esprime, a nome della propria parte politica, avviso favorevole sullo schema di parere del relatore.
Il senatore DIVINA (
LN-Aut
), pur riconoscendo ed apprezzando gli sforzi profusi dal relatore per giungere ad una soluzione ampiamente condivisa, conferma invece l’avviso contrario già espresso nella seduta pomeridiana del 9 aprile scorso.
Poiché nessun altro chiede di intervenire, il presidente LATORRE, previa verifica del numero legale, pone in votazione lo schema di parere poc’anzi presentato dal relatore, che risulta approvato a maggioranza con il voto contrario dei Gruppi Lega Nord e Autonomie e Movimento 5 Stelle.
Risulta pertanto preclusa la votazione della proposta di parere alternativa presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle.
(
Doc.
LVII, n. 2)
Documento di economia e finanza 2014 e connessi allegati
(Parere alla 5
a
Commissione. Esame e rinvio)
Il relatore GUALDANI (
NCD
), dopo aver brevemente illustrato le direttrici politiche alla base del documento e rilevato, altresì, che esso si compone di tre sezioni e sei allegati, procede alla disamina degli aspetti di competenza della Commissione.
In particolare, per quanto attiene alla sezione I (programma di stabilità dell’Italia), vanno rilevati innanzitutto gli effetti sulle Forze armate del decreto-legge n. 4 del 2014, che dispone, in generale ed a saldi sostanzialmente invariati, una ricomposizione del bilancio con una riduzione delle entrate per 0,5 miliardi nel 2014, 0,8 miliardi nel 2015 e 0,6 miliardi nel 2016, con corrispondente riduzione di spese. Nel paragrafo relativo agli effetti della legge di stabilità 2014, invece, rilevano le misure per la riduzione dell’indebitamento netto: viene infatti precisato che ulteriori risorse a tal fine derivano dal programma straordinario di dismissioni degli immobili pubblici, compresi quelli del Ministero della difesa. Per quanto attiene, infine, ai profili di revisione della spesa pubblica, viene sottolineata la necessità di operare una revisione anche all’esito della predisposizione di un apposito libro bianco, tenendo conto che l’ampio debito pubblico comporta investimenti più limitati anche in questo settore. Inoltre, sempre in tale ambito particolare accento viene posto alla riorganizzazione delle Forze di polizia e -soprattutto- al fatto che la predetta opera di revisione non comporterà modificazioni all’attuale collocazione istituzionale dell’Arma dei carabinieri.
La seconda sezione (analisi e tendenze della Finanza pubblica) considera le tematiche della Difesa in primo luogo nella riduzione della spesa corrente. Viene infatti dato conto delle riduzioni subite dal comparto per 819 milioni di euro, a fronte di aumenti in altri settori della spesa pubblica. Il
trend
riduttivo, è confermato anche dalle tabelle di dettaglio dei pagamenti effettuati nel triennio 2011-2013 per quanto attiene, in particolare, ai redditi da lavoro dipendente ed ai consumi intermedi. Un quadro invece stabile, con lieve tendenza al rialzo si registra sotto la voce degli investimenti fissi lordi per quanto riguarda l’ammodernamento ed il potenziamento della Difesa.
La sezione è corredata, inoltre, di una nota metodologica sui criteri di formulazione delle previsioni tendenziali, nella quale viene rilevata, in relazione ai criteri di formulazione delle previsioni tendenziali del conto delle Amministrazioni pubbliche, l’importanza delle spese per le forniture militari nell’ambito dei consumi intermedi. Queste ultime, infatti, anche quando i relativi stanziamenti sono iscritti in bilancio tra le spese in conto capitale, sono contabilizzate (secondo il SEC 95-Sistema europeo dei conti nazionali e regionali), tra i consumi intermedi (negli investimenti fissi rimane la componente relativa a mezzi e attrezzature militari che possono avere anche uso civile). Il documento prosegue specificando che per tutte le forniture militari relative ad armamenti complessi si iscrive, sul conto, il valore dei beni che si prevedano vengano effettivamente consegnati, a prescindere dai pagamenti stimati sulla base dell’avanzamento dei lavori.
L’oratore prosegue la sua esposizione ponendo l’accento sui contenuti del programma nazionale di riforma di cui alla terza sezione, che si divide in due parti. Nel dettaglio, la prima parte vede sottolineate, nell’ambito delle direttrici di riforma, la necessità di rideterminare la spesa e gli investimenti in modelli innovativi per sostenere la strategicità e l’innovatività dell’intero comparto sicurezza/difesa, la necessità di rivedere le spese per la Difesa anche considerando le eventuali conclusioni di un apposito “libro bianco” (al fine di conciliare un apparato moderno ed efficace con la sostenibilità del debito pubblico) e l’opportunità di sdemanializzare ed alienare il patrimonio immobiliare della Difesa non più utile a fini istituzionali.
Il documento prevede, nell’ambito delle azioni di valorizzazione del mercato immobiliare, anche iniziative volte all’introduzione di una disciplina più snella per quanto attiene al cambio di destinazione d’uso degli immobili, specificando che tale regime potrebbe essere esteso anche al cambio di destinazione d’uso delle aree edificabili libere con destinazione non residenziale nell’ambito di piani e programmi attuativi di iniziativa pubblica o privata destinati per almeno il 70 per cento della volumetria complessiva ad
housing
sociale ovvero ad alloggi per il personale delle Forze armate e di polizia e dei Vigili del fuoco.
Viene infine menzionata, tra i provvedimenti rilevanti, la revisione dello strumento militare, prevista dalla legge n. 244 del 2012 e recentemente implementata dai connessi decreti delegati, che dovrà portare, entro il 2024, ad un modello basato su 150.000 militari e 20.000 civili.
Per quanto attiene alla seconda parte della sezione (riforme in dettaglio), sono invece sottolineati il censimento ed il monitoraggio delle auto della pubblica Amministrazione (che coinvolge anche il Ministero della difesa), le misure previste dal decreto legislativo n. 7 del 2014 in ordine alla riorganizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro della difesa (soppressione dell’incarico di Consigliere militare), le modalità con cui gli ufficiali in congedo potranno svolgere funzioni di alta consulenza presso gli Stati maggiori ed i Comandi generali, l’estensione, entro il 1° gennaio 2016 -secondo quanto previsto dalla legge di stabilità 2014 e per tenere sotto controllo la spesa corrente per il pubblico impiego- al comparto sicurezza-difesa delle procedure informatiche del dipartimento dell’amministrazione generale del personale e dei servizi del Ministero dell’economia per il pagamento al personale delle competenze fisse ed accessorie, nonché la revisione globale dello strumento militare disposta dai citati decreti legislativi nn. 7 e 8 del 2014 (in attuazione della delega di cui alla legge n. 244 del 2012).
Particolare rilevanza assume quindi il già citato programma straordinario di cessioni di immobili pubblici, che comprende anche quelli della Difesa e che vede l’istituzione di fondi di investimento chiuso immobiliari a comparti (tra cui uno specifico “fondo Difesa”), gestiti da una società interamente pubblica: la INVIMIT, operativa dal 14 ottobre 2013. Per quanto concerne, poi, il cosiddetto “federalismo demaniale”, il documento pone l’accento anche sulle semplificazioni delle procedure di trasferimento dei beni in uso alla Difesa. Spicca altresì -sempre nell’ambito delle procedure di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico- la possibilità, introdotta dal decreto legislativo n. 7 del 2014, per i soggetti privati di acquisire, mediante concessione decennale a titolo gratuito, gli immobili posti in dismissione dal Ministero della difesa e che non siano stati richiesti in proprietà dagli enti locali. I concessionari, selezionati preventivamente sulla base dei loro requisiti economici ed imprenditoriali, hanno l’unico onere di valorizzare il bene e di utilizzarlo effettivamente entro tre anni all’acquisizione, pena la retrocessione del bene stesso in favore dell’Agenzia del Demanio.
La sezione prende in considerazione, da ultimo, sia la normativa relativa ai poteri speciali riconosciuti al Governo in materia di difesa e di sicurezza nazionale di cui al decreto-legge n. 21 del 2012, sia le misure di sostegno all’industria ad alta tecnologia nel settore della Difesa nell’ambito delle quali spiccano i contributi recentemente decisi nella legge di stabilità 2014.
Per quanto concerne, infine, gli allegati, l’oratore rileva che i principali profili di competenza della Commissione si rinvengono innanzitutto nel Rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica. Viene dato conto, infatti, della partecipazione del Ministero della difesa alla sperimentazione del bilancio di cassa 2011-2012 (ai sensi dell’articolo 42, comma 2, della legge n. 196 del 2009) e degli esiti della stessa.
Nella Relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica Amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip, invece, si osserva che il Ministero della difesa risulta avere (assieme a quelli della giustizia e dell’interno), uno tra i fabbisogni più elevati per quanto concerne la spesa per beni e servizi (circa il 25 per cento della spesa totale per i ministeri).
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 9,30.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
SUL DOCUMENTO LXXXVII-
bis
, n. 2
La Commissione difesa,
esaminata, per le parti di competenza, la Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, per l’anno 2014,
sottolineata la particolare rilevanza del documento in titolo nella prospettiva dell'assunzione della responsabilità dell'esercizio della presidenza del Consiglio dell'Unione, nel secondo semestre 2014, nonché in vista della stesura del Programma di lavoro di 18 mesi del Consiglio per il periodo successivo al 30 giugno 2014;
rilevato che è ormai un fattore fermo e ineludibile che gli obiettivi della politica estera e di sicurezza dell'Unione europea debbano basarsi sui principi che hanno ispirato la stessa istituzione dell'Unione europea, ovvero l'obiettivo di contribuire alla pace, prevenire i conflitti e promuovere i diritti umani, la democrazia e il diritto internazionale;
considerate le Conclusioni del Consiglio europeo per il settore della Difesa, svoltosi nel mese di dicembre 2013;
valutata, in particolare, la Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio del 6 marzo 2014, relativa alla strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea, secondo cui, gli Stati membri dell'UE devono definire ed adottare una strategia comune europea per la sicurezza marittima "entro giugno 2014", mentre, per la fine del 2014, vanno elaborati e attuati piani di azione per tradurre in pratica la strategia comune di difesa e sicurezza dei mari;
considerato che gli esiti del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2013 hanno evidenziato, da un lato, la necessità di proseguire l'azione sistemica volta a dare maggiore concretezza alla dimensione europea della sicurezza e difesa, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo di una base industriale e tecnologica comune; dall'altro lato, che sussiste anche l'esigenza più a breve termine di aumentare l'efficacia, la visibilità e l'impatto della PSDC, tramite gli strumenti che consentono già nell'immediato la condivisione e l'uso comune delle capacità militari dell'Unione europea;
valutati positivamente i contenuti, gli obiettivi e le priorità definite nel documento in titolo, relative alla politica estera e di sicurezza comune,
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole, considerando anche le seguenti, aggiuntive, priorità:
aumentare la capacità di risposta nei confronti delle sfide che premono sui confini dell'Unione -ed in particolare sulle coste italiane- rafforzando nel dettaglio la sicurezza marittima in termini di interoperabilità delle forze e di capacità di risposta collettiva, con particolare riguardo alle operazioni di ricerca e soccorso dei migranti, di sorveglianza delle frontiere e delle attività di lotta contro la tratta ed il traffico di esseri umani;
contribuire, con partenariati strategici dell'Unione europea, eventualmente in collaborazione con le Nazioni Unite, la NATO, l'OCSE e l'Unione africana, ai cambiamenti democratici in atto nei paesi del vicinato mediterraneo e medio-orientale;
assumere, nel breve periodo, l'obiettivo di una strategia di integrazione e di convergenza delle politiche e degli investimenti in materia di sicurezza e di difesa e di miglioramento della complementarietà e interoperabilità delle Forze armate europee, anche mediante l'attivazione degli strumenti che consentono il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri dotati di maggiore capacità;
rafforzare la rapidità e l'efficacia delle operazione di gestione delle crisi, valutando la possibilità di affidare incarichi in tal senso ad un gruppo ristretto di Stati membri anche mediante iniziative di messa in comune e condivisione;
auspicando inoltre che ogni missione sotto l'egida dell'Unione europea possa prevedere la partecipazione di tutti gli Stati membri, sotto forma diretta (invio di contingenti) e/o indiretta (contributi economici) per la missione.
La Commissione invita altresì il Governo a perseguire efficacemente -in linea con gli obiettivi prefissati nel documento in titolo e le linee programmatiche illustrate dal Ministro della difesa- un'efficace politica di integrazione europea nel campo della Difesa e della sicurezza comune, ispirata ai seguenti principi:
promozione di un costruttivo dialogo sulle relazioni NATO-PSDC, al fine di conseguire un più efficace bilanciamento tra le due organizzazioni;
promozione dell'integrazione e della condivisione delle capacità operative in aree quali la logistica, la formazione, l'addestramento, il trasporto aereo, il rifornimento in volo, lo spazio e il supporto medico;
sviluppo di capacità comuni nel settore delle strutture mediche avanzate e dei velivoli a pilotaggio remoto al fine di migliorare le capacità europee di risposta alle crisi, puntando su tecnologie duali che permettano sinergie e apportino ricadute positive in campo civile;
armonizzazione della certificazione e della standardizzazione dei sistemi militari a livello comunitario;
valorizzazione della ricerca tecnologica -assieme e attraverso l'EDA- al fine di mettere a fattore comune i centri di ricerca, con meccanismi d'incentivazione per la cooperazione allargata tra Paesi membri e tra il settore militare e quello civile;
promozione di una cornice strategica di cooperazione sistematica e di lungo periodo che porti ad una convergenza delle esigenze e dei requisiti militari e ad una sincronizzazione dei cicli di pianificazione della difesa dei singoli Paesi;
al fine di aumentare la capacità di risposta nei confronti delle sfide che premono sui confini dell'Unione, promuovere e sostenere l'approvazione di una strategia di sicurezza marittima europea, tramite la stesura del relativo Action Plan, da concludersi entro il semestre di Presidenza italiana.