LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

MERCOLEDÌ 19 MARZO 1997


99a Seduta

Presidenza del Presidente
SMURAGLIA

Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale PIZZINATO.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE CONSULTIVA
Schema di deliberazione del CIPE in materia di disciplina della programmazione negoziata (n. 78)
(Osservazioni alla 5a Commissione)
(R139 b00, C05a, 0003°)

Introduce l'esame il relatore GRUOSSO, il quale ricorda preliminarmente che lo schema di delibera in titolo dà attuazione ai commi da 203 a 209 della legge n. 662 del 1996, collegata alla legge finanziaria, regolando la disciplina delle intese istituzionali di programma, dei patti territoriali, dei contratti d'area e dei contratti di programma. Si sofferma quindi sulla parte dello schema relativa all'intesa istituzionale di programma, definito come strumento ordinario del rapporto tra il Governo, le Regioni e le province autonome, coerente con la prospettiva di trasformazione dello Stato in senso federalista, finalizzato alla realizzazione di un piano pluriennale di interventi d'interesse comune e funzionalmente collegati da realizzarsi nel territorio della singola regione o provincia autonoma. Per quel che concerne le modalità attuative dell'intesa, sembra opportuno segnalare alla Commissione bilancio la necessità di indicare con maggiore precisione i tempi per la stipula e l'attuazione, nonchè il tipo di relazione che sussiste tra l'intesa e l'accordo di programma quadro, evitando comunque di configurare un rapporto di tipo gerarchico tra i due istituti.
Il patto territoriale - prosegue il relatore - è invece costituito in base all'accordo tra soggetti pubblici e privati finalizzato alla promozione dello sviluppo locale delle aree economicamente svantaggiate: di esso è opportuno sottolineare l'impostazione, volta a promuovere la crescita dal basso, a partire dalle realtà locali; la previsione di un soggetto responsabile, individuato nelle società miste costituite ai sensi della legge n. 140 del 1990 tra le parti stipulanti; le modalità di finanziamento, in base alle quali è previsto l'utilizzo di risorse destinate dal CIPE nel limite massimo di 100 miliardi, nonchè il concorso di ulteriori risorse comunitarie, statali, regionali e locali. Dopo essersi soffermato sulle disposizioni riguardanti gli investimenti in infrastrutture e i requisiti per l'attivazione dei patti, il relatore, precisato che il patto territoriale, come il contratto d'area, deve essere considerato espressione del principio del partenariato sociale, richiama l'attenzione sulla necessità di definire con maggiore dettaglio l'indicazione delle risorse ammissibili, e di includere i cosiddetti nuovi bacini di impiego, ritenuti ammissibili in sede comunitaria, nonchè gli interventi strutturali ad essi funzionali. Al punto 2.6, sul contenuto del patto territoriale, potrebbe essere inserito un riferimento al sostegno ai progetti di cooperazione tra Nord e Sud e alle iniziative adottate per la realizzazione di pari opportunità di accesso al mercato del lavoro per uomini e donne, mentre al punto 2.9.1, relativo all'attivazione del patto medesimo, alla lettera a) sembra opportuno sopprimere la frase «Ove le parti non intendano procedere diversamente». Per quanto riguarda le procedure di erogazione delle risorse, è auspicabile una maggiore precisione nella definizione dei criteri di selezione dei soggetti convenzionati con il Ministero del bilancio per l'istruttoria, nonchè nell'individuazione dell'ambito di attività, anche per quanto riguarda i progetti di natura non industriale. I princìpi ai quali deve essere ispirata la valutazione devono comunque essere ulteriormente articolati, affiancando alla disponibilità delle risorse anche il giudizio sull'impatto in termini occupazionali e sulla validità dell'iniziativa. Appare altresì opportuno porre un termine alle attività del Ministero del bilancio relative all'accertamento dei requisiti e all'acquisizione del parere della regione interessata.
Passando quindi ad esaminare la parte dello schema di delibera relativa ai contratti di area, il relatore si sofferma sulle finalità; sulle aree di crisi individuate ai sensi della normativa comunitaria e interna, nell'ambito delle quali il contratto può essere stipulato, nonchè sui soggetti promotori, ricordando che la Presidenza del Consiglio, attraverso il Comitato di coordinamento per le iniziative dell'occupazione, provvede al coordinamento e al coinvolgimento delle amministrazioni statali interessate alla stipula, nonchè all'assistenza dei soggetti promotori nella fase preparatoria del contratto. Per i contratti d'area appare necessario sottolineare nelle osservazioni alla Commissione bilancio il principio della priorità del Mezzogiorno, inserendo inoltre la regione Abruzzo tra le aree dove è possibile attivare tale strumento di intervento. Al punto 3.4, infine, è utile prevedere una scadenza per l'acquisizione del parere della regione da parte del Ministero.

Si apre il dibattito.

Il senatore TAPPARO, con riferimento alle osservazioni del relatore circa l'esigenza di ribadire la priorità del Mezzogiorno per quanto attiene alla parte relativa ai contratti d'area, esprime il timore, con riferimento alle aree di cui all'obiettivo 2, che gli strumenti di sostegno alle aree di declino industriale vengono a trovarsi fortemente depotenziati.

Il sottosegretario PIZZINATO precisa che gli istituti della programmazione negoziata sono validi per tutto il territorio nazionale, fermo restando che i finanziamenti sono distribuiti in relazione all'individuazione delle aree di crisi, sulla base della normativa comunitaria e interna. Fornisce quindi ulteriori precisazioni sulle procedure di accesso ai finanziamenti in base alle tipologie degli atti di programmazione negoziata previsti dallo schema di delibera all'esame.

Il senatore DUVA, nell'esprimere apprezzamento per i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, dichiara di condividere l'impostazione data dal relatore alla sua esposizione, soprattutto per quel che concerne la valorizzazione della componente meridionalistica e l'attenzione alla necessità di perseguire, attraverso gli strumenti indicati nello schema di delibera all'esame, l'obiettivo di una crescita economica equilibrata.

La Commissione conferisce al relatore il mandato di predisporre le osservazioni da trasmettere alla Commissione bilancio sullo schema di delibera in titolo, in base alla relazione da lui svolta.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo in materia di previdenza agricola (n. 65)
(Parere al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ai sensi dell'articolo 2, comma 24, della legge 8 agosto 1995, n. 335 e dell'articolo 1, comma 1, della legge 8 agosto 1996, n. 417. Seguito dell'esame e rinvio)
(R139 b00, C11a, 0009°)

Riprende l'esame del provvedimento in titolo, sospeso nella seduta di ieri.

Il senatore MANZI esprime a nome della sua parte politica un avviso favorevole allo schema di decreto legislativo in esame, ritenendo particolarmente apprezzabili le parti relative alla riclassificazione delle zone svantaggiate e alle agevolazioni finalizzate a incentivare l'occupazione nel settore agricolo.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LXXXVII, n. 2) Relazione sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario e sul programma di attività presentato dalla Presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell'Unione europea
(Parere alla Giunta per gli affari delle Comunità europee: favorevole con osservazioni)
(R142 003, C23a, 0003°)

Introduce l'esame il relatore Michele DE LUCA, il quale ricorda preliminarmente che la relazione semestrale del Governo al Parlamento sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario e sul programma di attività presentato dalla Presidenza di turno dell'Unione europea è previsto dall'articolo 7 della legge 9 marzo 1989, n. 86. Per quel che concerne le materie di competenza della Commissione, occorre rilevare che nel Documento all'esame viene sottolineata la priorità attribuita dal Governo al problema dell'occupazione ma, al tempo stesso, in esso si dà conto degli insuccessi registrati per questo aspetto nella realizzazione del Mercato unico: in particolare, la previsione di cinque milioni dei nuovi occupati e dell'aumento del 5 per cento del prodotto interno lordo, contenuta nel programma comunitario del 1985, non ha trovato riscontro nella realtà: per il 1997 il tasso prevedibile di crescita dell'occupazione potrebbe raggiungere lo 0,5 per cento, e quasi l'1 per cento nel 1998; ciò condurrà ad una riduzione trascurabile del tasso medio di disoccupazione dell'Unione. L'impegno posto in essere dalla Presidenza olandese su questi aspetti appare peraltro non del tutto soddisfacente e sembra limitarsi alla predisposizione di un rapporto per il Consiglio europeo di Amsterdam, nel quale, al di là dell'indicazioni di alcune misure di carattere organizzativo, verranno sostanzialmente riconfermate le strategie precedentemente adottate al vertice europeo di Essen. Ben più interessanti, ancorchè inattuate, appaiono le indicazioni fornite nel terzo rapporto del Gruppo Consultivo sulla competitività - il cosiddetto Gruppo Ciampi - che ha posto in rilievo l'assenza di una forte spinta alla competitività internazionale nel processo di realizzazione del Mercato unico.
Un altro punto di rilievo è quello relativo alla armonizzazione sociale che, anche se incompleta, si è rilevato uno strumento idoneo a far crescere i livelli di vita e di lavoro all'interno dell'Unione europea. È importante, a tale proposito, l'annotazione sull'assenza di una clausola sociale volta ad imporre regole omogenee sul costo e la disciplina del lavoro in modo da evitare episodi di concorrenza sleale da parte di paesi non rispettosi degli standard di tutela dei diritti dei lavoratori.
È stato anche opportunamente sottolineato come le disposizioni sulla sicurezza sociale che prevedono il riconoscimento dei diritti a pensione maturati in un altro Stato membro costituiscono una condizione essenziale per l'attuazione del principio della libera circolazione dei lavoratori: a tale proposito, va osservato che il principio della conservazione dei diritti previdenziali maturati dai lavoratori che si spostano da un paese all'altro dovrebbe essere esteso alle forme di previdenza integrativa, anche perchè una simile affermazione potrebbe costituire uno stimolo per l'Italia a operare con maggiore incisività in questo settore. Va infine rilevato, come elemento positivo di novità del semestre di presidenza olandese, l'impegno ad affrontare il problema degli agenti chimici sui luoghi di lavoro. In conclusione, il relatore propone di esprimere un parere positivo ma fortemente critico sulla capacità dell'Unione europea di porre in essere strategie efficaci contro la disoccupazione.

La Commissione conferisce quindi al relatore il mandato di predisporre per la Giunta per gli affari delle Comunità europee un parere favorevole integrato con le osservazioni critiche da lui esposte.

La seduta termina alle ore 15,45.