AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3
a
)
MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2002
72
a
Seduta
Presidenza del Vice Presidente
CASTAGNETTI
Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento Ventucci.
La seduta inizia alle ore 15,35.
IN SEDE REFERENTE
(1442)
Ratifica ed esecuzione del Trattato tra la Repubblica italiana, la Repubblica francese, la Repubblica portoghese ed il Regno di Spagna recante lo Statuto di "EUROFOR", fatto a Roma il 5 luglio 2000
(Esame)
Riferisce alla Commissione il senatore PELLICINI, il quale rileva come il Trattato in titolo rappresenti l'esito di una iniziativa politico-militare avviata sin dal 1995 nel quadro dell'Unione Europea Occidentale (UEO), allo scopo di offrire un contributo al processo di costituzione di una forza militare europea. In particolare, i quattro Stati
partner
hanno previsto di organizzare una forza terrestre multinazionale, a spiegamento rapido, che abbia la consistenza di una divisione e che viene quindi denominata Euroforza operativa rapida (EUROFOR). Quest'ultima avrà in primo luogo l'obiettivo di svolgere le missioni di cui alla Dichiarazione di Petersberg, vale a dire missioni umanitarie o di evacuazione e di mantenimento della pace, nonché missioni di forze di combattimento per la gestione delle crisi, ivi incluse operazioni per il ristabilimento della pace.
La Forza - la quale è aperta anche agli altri Stati membri della UEO - non avrà una dimensione definita in via permanente, ma verrà costituita di volta in volta sulla base della specifica missione nella quale dovrà essere impiegata. Permanente è invece la struttura di comando ubicata a Firenze e di fatto costituita sin dal 1997. È altresì previsto quale foro decisionale per l'impiego delle forze e per il coordinamento politico-militare, un Comitato interministeriale composto dai rappresentanti dei Dicasteri degli esteri e della difesa di ciascun Paese.
Il relatore rimarca altresì che l'adesione ad EUROFOR è coerente con gli impegni assunti dall'Italia nel contesto internazionale, in particolare con la sua qualità di Stato membro dell'Unione europea (UE) e con la sua appartenenza all'Alleanza atlantica. Dà quindi conto analiticamente del contenuto degli articoli del disegno di legge e del Trattato, il quale ultimo disciplina in maniera particolareggiata il funzionamento di EUROFOR.
Egli sottolinea da ultimo come il Trattato in oggetto consenta di adottare uno strumento militare moderno e in linea con l'orientamento diretto ad assicurare all'UE i mezzi opportuni per intraprendere una politica estera e militare comune, che la renda protagonista nello scacchiere internazionale.
Si apre la discussione generale.
Il senatore SCALFARO si domanda quali dimensioni potrà raggiungere questa Forza operativa rapida, anche in vista di eventuali adesioni da parte di altri Paesi. Chiede inoltre di quale tipo di armamento sarà dotata EUROFOR.
La senatrice BONFIETTI chiede a sua volta se la partecipazione italiana ad EUROFOR venga determinata, dal punto di vista quantitativo, di volta in volta.
La senatrice DE ZULUETA esprime perplessità sul ritardo con il quale si perviene all'autorizzazione alla ratifica di un trattato stipulato nel luglio 2000, che ella non ritiene possa essere attribuito a difficoltà politiche insorte durante l'
iter
parlamentare. Chiede inoltre come si rapporti EUROFOR con la Forza di reazione rapida dell'UE di prossima costituzione.
Il senatore PIANETTA chiede invece se gli altri Stati
partner
abbiano già ratificato l'Accordo.
Chiusa la discussione generale, agli intervenuti replica il senatore PELLICINI, il quale precisa che EUROFOR potrà avere una consistenza massima di 10.000 uomini. Si tratta infatti di un primo passo lungo il percorso che, secondo le previsioni condivise dagli Stati membri dell'UE, dovrà condurre l'Unione a costituire una forza militare comune, la cui consistenza complessiva oscillerà fra i 40.000 e i 60.000 uomini. Egli fa peraltro presente che è prevista la realizzazione di una base nel Nord Italia da destinare a una forza operativa rapida che possa compiere operazioni nei Balcani.
Quanto all'armamento di EUROFOR, esso non è stato definito nel dettaglio, ma la Forza dovrebbe avere le dotazioni tipiche di una divisione di truppe di terra. In merito poi all'aspetto quantitativo, sarà il Comitato interministeriale a stabilire di quante forze necessiterà EUROFOR alla luce delle operazioni in cui verrà concretamente impegnata. Del resto, con il Trattato si è inteso dare vita a uno strumento duttile di intervento militare e in ogni caso le operazioni nelle quali potrà essere utilizzata la Forza dovranno avere caratteristiche tali da non richiedere un numero di unità superiore a 10.000.
Interviene quindi in replica il sottosegretario VENTUCCI, il quale rileva l'importanza di un accordo internazionale - sinora ratificato da Spagna e Portogallo - che consente agli Stati rappresentanti la parte sud-occidentale dell'UE di dotarsi di una forza di intervento rapido, che possa agire nell'ambito sia di operazioni decise dall'UE, che di azioni militari della NATO. Auspica peraltro che il processo di realizzazione del secondo pilastro dell'UE, concernente la politica estera e di difesa, possa conoscere quanto prima ulteriori sviluppi.
Il PRESIDENTE dà conto dei pareri pervenuti.
Si passa alla votazione finale.
Il senatore BUDIN svolge una dichiarazione di voto favorevole sul provvedimento in esame, rilevando come il Trattato rivesta una particolare importanza ai fini della sicurezza nell'area occidentale del Mediterraneo. D'altra parte la collaborazione con gli altri tre Stati
partner
ha già fornito fruttuosi risultati, dal momento che il comando di EUROFOR è attualmente impegnato nella sua prima missione operativa a capo dell'operazione COMMZWEST in Albania, che a sua volta è parte della missione KFOR, a guida NATO, in Kosovo. È peraltro opportuno che gli Stati firmatari si propongano di dotarsi di uno strumento strategico e di supporto logistico-militare restando pienamente nell'ambito della politica perseguita dall'UE e dalla NATO; ciò assume un rilevante significato in previsione dell'allargamento dei due organismi internazionali e anche alla luce dei perduranti problemi di stabilità nell'area dei Balcani.
Dopo che è stata verificata la presenza del numero legale, la Commissione conferisce mandato al relatore di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in titolo.
(1528)
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, per conto dell'Autorità nazionale palestinese, con nota esplicativa, fatto a Roma il 7 giugno 2000
, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame)
Riferisce alla Commissione il senatore Calogero SODANO, il quale ricorda che l'Accordo in oggetto risale al giugno 2000 e rientra nell'ottica della tradizionale politica estera nazionale diretta a sviluppare proficui processi di collaborazione nell'area del Mediterraneo. In considerazione peraltro della particolarità del
partner
dell'Atto internazionale di cui ci si accinge ad autorizzare la ratifica, vale a dire l'Autorità nazionale palestinese (ANP), l'Accordo mira non solamente alla creazione di solidi rapporti culturali e scientifici, ma può costituire anche il presupposto per un generale rilancio delle relazioni economico-commerciali bilaterali che favoriscano il processo di pace in Palestina e preludano alla creazione di un futuro Stato palestinese. La rilevanza dell'Accordo non può sfuggire poi se si tiene conto delle vicende drammatiche che sta vivendo in questo momento l'ANP.
Il relatore si sofferma poi in maniera dettagliata sul contenuto del disegno di legge e dell'Accordo, richiamando le forme attraverso le quali si prevede di sviluppare la collaborazione tra i due Paesi nei settori dell'università, dell'istruzione, degli archivi e delle biblioteche, dei beni culturali e ambientali, dell'editoria, del patrimonio archeologico e artistico, dello sport, della radiotelevisione, dell'informazione scientifica e tecnologica e infine della tele-medicina. Una innovazione rispetto alla prassi dei trattati di collaborazione culturale e scientifica viene poi introdotta tramite l'articolo 19 dell'Accordo, che prevede l'impegno dell'Italia, in coordinamento con l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, a fornire formazione e assistenza nel campo della riabilitazione, con riguardo specifico alla costruzione e alla applicazione delle protesi.
Egli fa inoltre propria la preoccupazione già espressa dall'onorevole Spini nel corso dell'esame del provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento, invitando il Governo a completare la costruzione dell'ospedale italiano di Betlemme, che fa onore all'Italia. Sottolinea infine il ruolo positivo che in questo contesto possono svolgere anche gli enti locali e in proposito rende note alcune iniziative avviate dal comune di Agrigento per quanto concerne la concessione di borse di studio a studenti palestinesi e israeliani.
Si apre la discussione generale.
Il senatore ANDREOTTI, rileva come la discussione del provvedimento possa costituire un'utile opportunità per svolgere un più ampio dibattito sulla questione della Palestina complessivamente intesa. Il problema del Medio Oriente infatti sconta un approccio eccessivamente schematico da parte della stampa e più in generale dei mezzi di comunicazione, che tendono troppo spesso a travisare i termini reali del confronto politico, riconducendo le singole posizioni ad un aprioristico appoggio all'una o all'altra parte del conflitto. È pertanto auspicabile, anche in vista delle future singole iniziative culturali che potranno essere adottate grazie all'Accordo in ratifica, che la riflessione sulla questione palestinese possa essere adeguatamente approfondita dal Parlamento, a cominciare dalla fase della discussione in Assemblea del disegno di legge in esame. È infatti evidente che l'iniziativa politica statunitense non è sufficiente, da sola, a consentire di individuare una soluzione dei problemi del Medio Oriente.
Il PRESIDENTE prende atto della proposta del senatore Andreotti.
Avverte inoltre che, a causa di concomitanti impegni presso la Camera dei deputati, il sottosegretario Ventucci non potrà prendere parte ai lavori della Commissione per il prosieguo dell'odierna seduta.
La senatrice DE ZULUETA esprime rammarico per la sopravvenuta assenza del rappresentante del Governo. Del resto, ritiene si debba registrare più in generale il silenzio del Governo italiano sui recenti episodi drammatici avvenuti in Palestina. L'assedio del Quartier generale di Arafat ha infatti causato la reazione di altri Stati occidentali, ma non dell'Italia. Questo atteggiamento contrasta con la tradizionale politica italiana di attenzione nei confronti del popolo palestinese e di sostegno al progetto politico che mira alla creazione di uno Stato di Palestina entro confini chiari e predeterminati, senza con ciò venire meno alla lealtà e all'amicizia riguardo a Israele.
Dichiara poi di concordare sull'opportunità di prevedere un dibattito più ampio sulla questione palestinese. Infatti, le difficoltà che presumibilmente incontrerà l'attuazione dell'Accordo di collaborazione culturale e scientifica dimostrano quanto sia peggiorata la situazione nel corso dei due anni susseguenti la firma del trattato. La ratifica dell'Accordo può essere tuttavia un segnale positivo, nel tentativo anche di mantenere in vita un tenue filo di speranza circa la ripresa del dialogo.
Osserva poi come i mezzi di comunicazione non abbiano dato il necessario risalto alle dichiarazioni di Blair, volte ad affermare il sostegno della Gran Bretagna a una conferenza di pace a livello regionale in Medio Oriente, che potesse avere come punto di partenza il documento della Lega araba che propone il riconoscimento reciproco degli Stati di Israele e Palestina. L'iniziativa di Blair - come è noto - è caduta nel vuoto non avendo ricevuto il consenso degli Stati Uniti, che intendono privilegiare la soluzione della crisi irachena, così lasciando alla totale responsabilità delle forze armate israeliane il mantenimento della sicurezza nell'area mediorientale. Tale linea politica non è peraltro condivisa da buona parte della comunità internazionale, nella quale è prevalente invece l'opinione che sia prioritaria la questione palestinese, ma il fallimento dell'iniziativa è forse addebitabile anche all'atteggiamento prescelto da Blair, che ha preferito agire individualmente. Se viceversa la proposta venisse fatta propria dall'UE potrebbe acquisire la forza sufficiente a garantire che la crisi mediorientale venga affrontata parallelamente alla strategia che il mondo occidentale sta mettendo in campo nei confronti dell'Iraq.
Il PRESIDENTE ribadisce che il rappresentante del Governo è stato costretto ad assentarsi per impegni precedentemente assunti presso l'altro ramo del Parlamento e che quindi il suo allontanamento in occasione del dibattito sul disegno di legge in titolo è del tutto insuscettibile di valutazioni politiche. Egli si dichiara peraltro fiducioso che il Governo vorrà rendersi disponibile ad una approfondita discussione in Assemblea sulla questione palestinese in occasione dell'esame del disegno di legge in titolo.
Il senatore MARTONE si associa alle riflessioni svolte dalla senatrice de Zulueta in merito al silenzio del Governo italiano dinanzi alla recente strage di Gaza, che ha invece fatto registrare forti reazioni da parte degli altri Stati
partner
dell'UE, oltre che in sede di Nazioni Unite. Ricorda inoltre le difficili condizioni in cui si sta svolgendo in Israele il processo al
leader
palestinese Barghouti e ritiene che la comunità internazionale debba richiedere con forza il rispetto delle norme più elementari riconosciute dal diritto internazionale.
Chiede infine delucidazioni sul cosiddetto Piano Marshall per la Palestina più volte promesso dal Governo e che però non si è mai concretizzato in atti specifici, né sono stati mai forniti concreti ragguagli in proposito.
Il senatore PIANETTA, nel preannunziare il suo voto favorevole all'approvazione del disegno di legge, concorda sull'opportunità di far sì che la sua discussione in Assemblea avvenga con modalità tali da consentire una adeguata ricognizione circa le prospettive per una ripresa del dialogo in Medio Oriente.
Rileva poi come gli strumenti operativi prefigurati dall'Accordo nel quadro della cooperazione culturale, scientifica e tecnologica con l'ANP siano per loro natura i più efficaci ai fini della promozione del dialogo fra le diverse culture, oltrechè dell'affermazione di una prospettiva di crescita economica e sociale in un'area tanto martoriata come quella dei Territori.
Il senatore FORLANI, nel preannunziare il voto favorevole della sua parte politica, concorda con il senatore Pianetta sulla particolare efficacia che, almeno potenzialmente, rivestono gli strumenti operativi contemplati dall'Accordo in ratifica ai fini dell'affermazione di una credibile prospettiva di dialogo e di sviluppo economico-sociale nei Territori.
La discussione parlamentare del provvedimento, per quanto questo abbia portata circoscritta, rappresenta un'occasione di verifica circa lo stato delle iniziative di pace poste in essere dalla comunità internazionale per l'area in questione. Al riguardo, il Governo italiano non può essere accusato di essere stato disattento, avendo al contrario assicurato un rilevante ed originale contributo di analisi e proposta, in particolare con l'ipotesi di dar vita ad una sorta di nuovo "Piano Marshall". Purtroppo la spirale involutiva innescatasi nei Territori, ove entrambe le parti sembrano prigioniere della logica delle ritorsioni, non è certo propizia ad uno sforzo ambizioso di pacificazione quale era insito nella formula del "Piano Marshall".
Pur con tali difficoltà, il Governo non deve desistere dal suo impegno di persuasione nei confronti di entrambe le parti.
Il presidente CASTAGNETTI chiede al relatore se la previsione di forme di cooperazione tecnologica con l'ANP possa alimentare preoccupazione in Israele, specie in relazione ad ipotizzabili ricadute in campo militare di tale tipo di iniziative. In questo caso, potrebbe essere opportuna una pausa di riflessione.
Dichiara quindi chiusa la discussione.
Il relatore SODANO, intervenendo in sede di replica, rileva come le iniziative di cooperazione tecnologica contemplate dall'articolo 18 dell'Accordo non siano in alcun modo suscettibili di ricadute in campo militare, e come l'Italia abbia concluso con Israele un analogo Accordo di cooperazione nel campo industriale, scientifico e tecnologico, la cui ratifica è stata autorizzata dal Parlamento con la recente legge n. 154 del 2002.
Si passa alla votazione finale.
Dopo che è stata verificata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione conferisce al relatore il mandato a riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge.
La seduta termina alle ore 16,30.