BILANCIO (5ª)

MARTEDÌ 31 OTTOBRE 2017
819ª Seduta

Presidenza del Presidente
TONINI
Interviene il vice ministro dell'economia e delle finanze Morando.

La seduta inizia alle ore 11,15.

IN SEDE CONSULTIVA

(2960) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020
(Parere al Presidente del Senato, ai sensi dell'articolo 126, commi 3 e 4, del Regolamento. Esame. Parere favorevole con osservazioni)

Il presidente TONINI (PD), in qualità di relatore, ricorda che la Commissione bilancio è chiamata a rendere al Presidente del Senato un parere preliminare ai sensi dell'articolo 126, comma 3, del Regolamento, al fine di accertare se il disegno di legge rechi disposizioni estranee al suo oggetto come definito dalla legislazione vigente, ovvero volte a modificare norme in vigore in materia di contabilità generale dello Stato, nonché ai sensi del comma 4, in ordine alla correttezza della copertura finanziaria della legge di stabilità in conformità alle norme di contabilità pubblica.
A tale proposito, occorre ricordare che la riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, introdotta dalla legge 4 agosto 2016, n. 163, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, ha apportato alcune innovazioni alla disciplina contabile, che hanno trovato per la prima volta attuazione nel corso della precedente sessione di bilancio. Per il disegno di legge di bilancio, peraltro, a differenza di quanto avveniva per la legge di stabilità, non si prevede alcun vincolo di copertura finanziaria, posto che il bilancio dello Stato, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 243 del 2012, soggiace ad una regola di equilibrio per effetto della quale il valore del saldo netto da finanziare o da impiegare si raccorda con il percorso programmatico stabilito per gli obiettivi di finanza pubblica. Di tale coerenza si deve dare conto sia nella relazione tecnica che nella nota tecnico-illustrativa, allegate al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 21, commi 12-bis, lettera c), e 12-quater, lettera a), della legge n. 196 del 2009. Alla luce di tali criteri, si segnala in premessa che la manovra, sia con riguardo al suo ammontare che alla composizione della stessa tra le diverse misure di entrata e di spesa, ivi comprese quelle destinate al reperimento delle risorse a copertura dell'intervento, è volta a mantenere il percorso di consolidamento fiscale, che prevede per l'Italia il conseguimento del proprio obiettivo di medio termine del pareggio strutturale di bilancio (Medium Term Objective, MTO) nel 2020. Si rammenta che nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza di settembre il livello di indebitamento netto programmatico per il 2018 è stato fissato al -1,6 per cento rispetto al dato tendenziale del -1,0 per cento. Il corrispondente valore in termini strutturali è stimato al -1 per cento nel 2018, -0,6 per cento nel 2019 e al -0,2 per cento nel 2020, con un percorso di riduzione più graduale di quanto stabilito nel DEF, garantendo comunque un miglioramento del saldo strutturale dello 0,3 per cento nel 2018. L'impatto netto della manovra in termini di indebitamento netto per il 2018 è negativo per poco meno di 11 miliardi (0,6 punti percentuali di Pil) coerentemente con quanto prospettato nella Nota di aggiornamento nel passaggio dal quadro tendenziale a quello programmatico. Per quanto concerne i profili finanziari programmatici, la relazione tecnica espone una tavola di raccordo tra il saldo netto da finanziare e il conto della pubblica amministrazione, che rappresenta la coerenza tra i saldi riferiti al bilancio dello Stato e l'obiettivo programmatico definito nella Nota di aggiornamento del DEF. Si tratta in sostanza del raccordo tra il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, quale risultante dal quadro generale riassuntivo del disegno di legge di bilancio, e l'indebitamento netto programmatico dello Stato, ossia comprensivo degli effetti della manovra di finanza pubblica sul comparto dello Stato, e del raccordo tra il predetto indebitamento netto e quello programmatico delle amministrazioni pubbliche nel loro complesso. In definitiva emerge che i valori del saldo netto da finanziare risultante dal disegno di legge di bilancio sono pari a circa: 45 miliardi nel 2018, 25 miliardi nel 2019 e 13 miliardi nel 2020, quelli dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni ammontano invece a circa: 28 miliardi nel 2018, 16 miliardi nel 2019 e 4 miliardi nel 2020. Tali valori sono coerenti con quelli approvati con le risoluzioni parlamentari dello scorso 4 ottobre. Propone pertanto di sottoporre all'attenzione del Presidente del Senato un parere di nulla osta in relazione ai profili di cui all'articolo 126, comma 4, del Regolamento. Per quanto concerne la verifica del contenuto proprio, ricorda che l'articolo 21 della legge n. 196 del 2009, in attuazione dell'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio. Pertanto, ai fini delle determinazioni presidenziali di cui all'articolo 126, comma 3, del Regolamento del Senato, si formulano le seguenti osservazioni. Nel testo non si ravvisano norme di delegazione esplicita ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione. Per quanto concerne le norme di carattere ordinamentale e peraltro prive di effetti finanziari si segnalano: l'articolo 15, in tema di velocizzazione delle procedure esecutive e limitazione dei motivi di opposizione decreto ingiuntivo dove si prevedono modifiche al codice di procedura civile. Si tratta di norme di carattere ordinamentale e comunque prive di effetti finanziari apprezzabili, come peraltro da esplicita indicazione in relazione tecnica; l'articolo 35, recante misure nel campo della protezione cibernetica e della sicurezza. La norma contempla la possibilità per il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza di costituire una fondazione di diritto privato con la partecipazione di enti ed amministrazioni pubbliche e soggetti privati. La norma di cui al comma 2 ha lo scopo di accrescere la qualificazione del settore formativo del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica. Anche in questo caso appaiono norme di carattere ordinamentale ed alle quali non sono annessi effetti finanziari; l'articolo 99, relativo all'equità del compenso degli avvocati iscritti all'albo nei rapporti professionali regolati da convenzioni. Richiama inoltre l'articolo 89, comma 11, che prevede una riforma del processo amministrativo, e che, come si evince dalla relazione tecnica non ha impatto finanziario. Evidenzia inoltre che l'articolo 51, con il quale si istituisce un'Agenzia nazionale italiana per la meteorologia, pur possedendo un impatto finanziario potrebbe presentare un carattere ordinamentale. Infine, per quanto attiene alle norme di carattere localistico o microsettoriale segnala l'articolo 102, che modifica la tabella A di cui all'articolo 1 della legge 31 gennaio 1994, n. 93, recante l'elenco delle associazioni combattentistiche che ricevono un contributo economico dallo Stato, tabella che viene integrata con l'inserimento dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani. Anche in questo caso la norma non ha peraltro effetti finanziari diretti.

La senatrice COMAROLI (LN-Aut) sottopone all'attenzione della Commissione altresì l'articolo 100, in materia di strumenti di debito chirografario di secondo livello, ritenendo che non abbia legami con la finanza pubblica. Chiede inoltre chiarimenti sulla portata dell'articolo 43, in materia di Fondo unico di giustizia (FUG).

Il PRESIDENTE precisa che l'articolo 43 non è stato segnalato perché tratta direttamente la materia di un Fondo, quale il FUG, rientrante all'evidenza nella sfera della finanza pubblica. Quanto alla materia di cui all'articolo 100, conviene che si tratta di un profilo più controverso; tuttavia sono emersi gli impatti rilevanti sul sistema economico generale, ancorché non direttamente sul bilancio dello Stato.

Il vice ministro MORANDO premette che la materia delle inammissibilità è evidentemente di pertinenza parlamentare e che il Governo prenderà atto delle decisioni della Commissione e poi del Presidente del Senato. In ogni caso conferma che il Governo si assume la responsabilità dell'inserimento di tutte le parti di testo, pur non avendo obiezioni specifiche sui criteri utilizzati dal presidente Tonini per il giudizio proposto alla Commissione. Ritiene di rassegnare una osservazione riferita all'articolo 51: il conseguimento della sede a Bologna del Centro europeo per la meteorologia, nel lungo termine rappresenta un risultato di eccellenza per il nostro Paese, con evidenti ritorni in termini di benefici sul piano nazionale e di attrazione di ulteriori investimenti. L'idea di affiancarvi una agenzia nazionale dedicata alla medesima materia è pienamente appoggiata dal Governo, dal momento che si ritiene idonea a rafforzare l'impegno e l'immagine del Paese in questo settore scientifico internazionale. Quanto alle motivazioni che hanno portato alla formulazione dell'articolo 100, ammette che la disposizione possa non avere effetti diretti ed immediati sulla finanza pubblica, ma evidenzia che il percorso di integrazione delle banche italiane nel sistema europeo e di attuazione della direttiva BRDD possiedono rilevanza primaria per il futuro del sistema economico nazionale.

La senatrice RICCHIUTI (Art.1-MDP) dichiara di condividere pienamente le valutazioni del rappresentante del Governo circa l'opportunità di mantenere l'articolo 51 all'interno del testo.

Si associano alle dichiarazioni della senatrice Ricchiuti i senatori URAS (Misto-Misto-CP-S), BARANI (ALA-SCCLP) e LANIECE (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).

Il PRESIDENTE prende atto del consenso manifestato da più parti e comunica sul mantenimento nel testo dell'articolo 51.

La senatrice BULGARELLI (M5S) esprime l'opinione che l'articolo 100 abbia più corretta collocazione nel decreto-legge in materia finanziaria in via di conversione rispetto alla legge di bilancio.

Il PRESIDENTE prende atto delle valutazioni della senatrice Bulgarelli, invitando però a considerare la difficoltà di escludere dal testo misure dirette al sostegno della crescita economica, essendo valutate positivamente altre azioni con il medesimo scopo.

La senatrice COMAROLI (LN-Aut) conviene sulla circostanza che, in via diretta o indiretta, tutte le norme proposte all'esame del Parlamento abbiano conseguenze economiche; tuttavia invita la Commissione ad attenersi ad un criterio di giudizio rigoroso, evitando di restringere le materie che il Regolamento esclude dai contenuti propri della legge di bilancio.

Il PRESIDENTE, all'esito del dibattito propone pertanto l'espressione di un parere così formulato: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge di bilancio per il 2018 e per il triennio 2018-2020, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 126, commi 3 e 4, del Regolamento, sentito il rappresentante del Governo, perviene alle seguenti conclusioni:
per quanto attiene alla verifica di cui all'articolo 126, comma 4, del Regolamento, occorre ricordare che la riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, introdotta dalla legge 4 agosto 2016, n. 163, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, ha apportato alcune innovazioni alla disciplina contabile, che hanno trovato per la prima volta attuazione nel corso della precedente sessione di bilancio.
Per il disegno di legge di bilancio, peraltro, a differenza di quanto avveniva per la legge di stabilità, non si prevede alcun vincolo di copertura finanziaria, posto che il bilancio dello Stato, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 243 del 2012, soggiace ad una regola di equilibrio per effetto della quale il valore del saldo netto da finanziare o da impiegare si raccorda con il percorso programmatico stabilito per gli obiettivi di finanza pubblica. Di tale coerenza si deve dare conto sia nella relazione tecnica che nella nota tecnico-illustrativa, allegate al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 21, commi 12-bis, lettera c), e 12-quater, lettera a), della legge n. 196 del 2009.
Alla luce di tali criteri, si segnala in premessa che la manovra, sia con riguardo al suo ammontare che alla composizione della stessa tra le diverse misure di entrata e di spesa, ivi comprese quelle destinate al reperimento delle risorse a copertura dell'intervento, è volta a mantenere il percorso di consolidamento fiscale, che prevede per l'Italia il conseguimento del proprio obiettivo di medio termine del pareggio strutturale di bilancio (Medium Term Objective, MTO) nel 2020.
Si rammenta che nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza di settembre il livello di indebitamento netto programmatico per il 2018 è stato fissato al -1,6% rispetto al dato tendenziale del -1,0%. Il corrispondente valore in termini strutturali è stimato al -1% nel 2018, -0,6% nel 2019 e al -0,2% nel 2020, con un percorso di riduzione più graduale di quanto stabilito nel DEF, garantendo comunque un miglioramento del saldo strutturale dello 0,3% nel 2018.
L'impatto netto della manovra in termini di indebitamento netto per il 2018 è negativo per poco meno di 11 miliardi (0,6 punti percentuali di Pil) coerentemente con quanto prospettato nella Nota di aggiornamento nel passaggio dal quadro tendenziale a quello programmatico.
Per quanto concerne i profili finanziari programmatici, la relazione tecnica espone una tavola di raccordo tra il saldo netto da finanziare e il conto della pubblica amministrazione, che rappresenta la coerenza tra i saldi riferiti al bilancio dello Stato e l'obiettivo programmatico definito nella Nota di aggiornamento del DEF. Si tratta in sostanza del raccordo tra il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, quale risultante dal quadro generale riassuntivo del disegno di legge di bilancio, e l'indebitamento netto programmatico dello Stato, ossia comprensivo degli effetti della manovra di finanza pubblica sul comparto dello Stato, e del raccordo tra il predetto indebitamento netto e quello programmatico delle amministrazioni pubbliche nel loro complesso. In definitiva emerge che i valori del saldo netto da finanziare risultante dal disegno di legge di bilancio sono pari a circa: 45 miliardi nel 2018, 25 miliardi nel 2019 e 13 miliardi nel 2020, quelli dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni ammontano invece a circa: 28 miliardi nel 2018, 16 miliardi nel 2019 e 4 miliardi nel 2020. Tali valori sono coerenti con quelli approvati con le risoluzioni parlamentari dello scorso 4 ottobre.
Si propone pertanto di sottoporre all'attenzione del Presidente del Senato un parere di nulla osta in relazione ai profili di cui all'articolo 126, comma 4, del Regolamento.
Per quanto concerne la verifica del contenuto proprio, va ricordato che l'articolo 21 della legge n. 196 del 2009, in attuazione dell'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio.
Pertanto, ai fini delle determinazioni presidenziali di cui all'articolo 126, comma 3, del Regolamento del Senato, si formulano le seguenti osservazioni.
Nel testo non si ravvisano norme di delegazione esplicita ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione.
Per quanto concerne le norme di carattere ordinamentale e peraltro prive di effetti finanziari si segnalano: Infine, per quanto attiene alle norme di carattere localistico o microsettoriale si segnala l'articolo 102 che modifica la tabella A di cui all'art. 1 della legge 31 gennaio 1994, n. 93, recante l'elenco delle associazioni combattentistiche che ricevono un contributo economico dallo Stato, tabella che viene modificata per inserire l'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani. Anche in questo caso la norma non ha peraltro effetti finanziari."

La senatrice COMAROLI (LN-Aut) annuncia il voto contrario sulla proposta di parere al fine precipuo di stigmatizzare la ristrettezza di tempi a disposizione dei senatori per valutare con cognizione di causa i profili finanziari e contenutistici del testo.

Verificata la presenza del numero legale, la Commissione approva.

IN SEDE REFERENTE

(2942) Conversione in legge del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili
(Seguito dell'esame e rinvio)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 24 ottobre.

Il presidente TONINI dichiara aperta la discussione generale e invita coloro che intendono farlo a prendere la parola.

La senatrice RICCHIUTI (Art.1-MDP) esprime l'opinione che il provvedimento in esame assolva dichiaratamente ad una duplice funzione normativa: da un lato contribuisce alla correzione dei conti del 2017, dall'altro anticipa misure economiche collegate alla manovra di bilancio 2018-2020. Nel presentare, quindi, un'articolazione che si compone di 21 disposizioni, balza subito agli occhi che si è di fronte, per l'ennesima volta, ad un decreto omnibus, più che ad un decreto fiscale. Basti pensare alla sorprendente scelte di inserire all'art.7, dai commi 7 a 10, disposizioni volte a disciplinare la durata in carica e la proroga dei vertici delle Forze Armate e della Guardia di Finanza, con una chiara estraneità di materia e un carattere ordinamentale improprio per un atto normativo con queste caratteristiche. Approfondendo le poche norme in materia fiscale, sostiene che si continua a perseguire una politica economica che non assume come priorità il contrasto all'evasione fiscale, e non premia la regolarità e la tempestività nel pagamento dei tributi. All'articolo 1 viene infatti prevista la possibilità di una "Estensione della definizione agevolata dei carichi". La nuova rottamazione delle cartelle con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con questo decreto, assumerà addirittura una triplice dimensione. Riguarderà i carichi dal 1° gennaio al 30 settembre 2017, mentre la precedente rottamazione comprendeva i carichi fino al 31 dicembre 2016. Il provvedimento, poi, per la vecchia definizione agevolata, fissa anche i termini per il pagamento delle rate in scadenza nei mesi di luglio e settembre 2017, individuando come nuova data il 30 novembre 2017. In tal modo i contribuenti che per errori, disguidi o mancanza di liquidità non avevano potuto effettuare i versamenti vengono riammessi alla sanatoria senza ulteriore addebito. Infine, è contemplato anche un "ripescaggio" per i contribuenti che sono stati esclusi dalla precedente definizione agevolata: è prevista, infatti, la remissione in termini dei soggetti che, pur avendo presentato istanza di adesione ai sensi del decreto-legge n. 193 del 2016, sono decaduti dal beneficio per non aver saldato prima tutte le rate scadute del vecchio piano di dilazione con Equitalia, in essere alla data del 24 ottobre 2016. Insomma, si consente si consente una nuova possibilità a coloro che non hanno versato la prima o la seconda rata della "rottamazione". E poi, chi aveva avuto accesso alla definizione agevolata 2016 e aveva onorato i piani rateali in essere con l'adempimento dei versamenti dovuti con sacrificio, dovrà assistere addirittura, per la nuova definizione agevolata 2017, ad un'operazione di "sanatoria nella sanatoria". Stigmatizza il messaggio sociale che viene dato alla comunità con un intervento che appare essere un vero e proprio condono che reca peraltro grave danno alla credibilità dello Stato e al rapporto di fedeltà fiscale tra Stato e cittadini. Sembra dirsi ai contribuenti che potevano agevolmente evitare il pagamento delle imposte dovute, caratterizzando l'intervento come elettoralistico e captatorio di consensi. Ritiene del resto debole anche l'impostazione economica perseguita nella lotta all'evasione. Non è sufficiente, infatti, come peraltro chiesto più volte da Art.1-MDP, la disposizione all'art. 3 sullo Split payment (scissione dei pagamenti) dell’Iva sull’acquisto di beni e servizi esteso a tutte le società controllate della pubblica amministrazione (enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, società controllate direttamente e indirettamente e quelle partecipate). Questa norma senz'altro positiva non appare risolutiva per avviare una procedura efficace e positiva ai fini del contrasto all'evasione fiscale. Sarebbe stato molto opportuno inserire nel decreto fiscale la trasmissione telematica dei dati delle fatture, che comporta per gli operatori un impatto, sia tecnologico che organizzativo, limitato. Questa diversa scelta avrebbe avuto il pregio di rafforzare un progetto che prevede, da un lato, offerta di servizi e semplificazione degli adempimenti per gli operatori IVA e, dall'altro, il potenziamento dei sistemi di controllo dell'Amministrazione, nel quadro di un rapporto di reciproca trasparenza. Come si vede, quindi, dalla lettura di alcune disposizioni in materia fiscale contenute nel Titolo I del Testo, ritiene si sia di fronte nuovamente ad un'occasione mancata, ad un rinvio sine die di soluzioni risolutive e addirittura, nel caso della "rottamazione", a scelte politiche profondamente sbagliate. Diversamente, per quanto riguarda la prima parziale sterilizzazione dell’incremento dell'Iva e delle accise, contenuta all'articolo 5, appare evidente che si tratta di una disposizione attesa e di impatto positivo per l'economia italiana, ma invita anche a riflettere in modo problematico sulle origini e sul reale costo di una clausola sulla tenuta dei conti pubblici che ha segnato le scelte di bilancio del nostro Paese negli ultimi sei anni. Procedendo con l'analisi del provvedimento, al di là del pacchetto fiscale, si ritrovano disposizioni che fanno emergere altre criticità. Nella parte dedicata al rifinanziamento temporaneo e parziale delle missioni di pace all’estero, ricorda di aver già segnalato in precedenza le preoccupazioni sulla forzatura contenuta all'art. 7 nella parte in cui si interviene sul mandato dei vertici delle Forze di polizia e del personale militare. Altre perplessità emergono dalla lettura dell’articolo 15, che autorizza la spesa di 420 milioni di euro per l’anno 2017 per il finanziamento del contratto di programma – parte investimenti 2017 – 2021 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la società Rete ferroviaria italiana (RFI) Spa, con lo scopo di far fronte alle esigenze relative alle opere e ai programmi di intervento non ancora finanziati. Nonostante si debba riconoscere l’impegno nel campo del trasporto ferroviario, tuttavia la politica economica del governo in materia andrebbe rafforzata in una visione d'insieme per almeno due aspetti: da un lato il Piano strategico nazionale del trasporto ferroviario pendolare e della mobilità sostenibile, dall'altro il rafforzamento del "Ferrobonus" per il potenziamento del trasporto ferroviario delle merci. La parte del decreto fiscale che interviene in materia di politiche sanitarie lascia altrettanto insoddisfatti. É criticabile la scelta contenuta nell'articolo 16, laddove si prevede la messa in liquidazione dell'Ente strumentale alla Croce Rossa Italiana (CRI), a far data dal 1° gennaio 2018, provando esplicitamente ad avviare il trasferimento di beni mobili e immobili, che sono esenti dal pagamento delle imposte o tasse previste per la trascrizione, nonché di ogni imposta o tassa. Inoltre, la finalità meritoria propria dell'articolo 18, con un accantonamento di 9 milioni di euro per l'anno 2017 in un caso e di 12,5 milioni di euro per il 2017 in un altro caso, previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni, verrebbe di fatto neutralizzata se risultasse vero, come riportano alcune notizie di stampa, che si tratta di un finanziamento in favore di strutture sanitarie già individuabili, perché uniche in Italia a rispondere alle caratteristiche descritte nella norma. Infine, sulle coperture finanziarie, all’articolo 20 del provvedimento, spicca in particolare la proroga della concessione dei giochi (in particolare dei Gratta e Vinci), senza che venga fatta alcuna gara. Si tratta di una previsione particolarmente critica che dovrebbe far riflettere, trattandosi di un allungamento della concessione, in scadenza nel 2019, di altri 9 anni. Proprio il Gratta e vinci garantisce a Lottomatica le maggiori entrate: quasi 6 miliardi di euro da gennaio ad agosto 2017, con un incremento dello 0,8 per cento sull’anno precedente, più dello stesso Lotto che nello stesso periodo ha incassato molto meno, circa 4 miliardi e 600 milioni con una flessione di quasi il 7 per cento sul 2016. Particolari perplessità, oggetto anche di una denuncia pubblica di MDP, suscita il comma articolo 5 dello stesso articolo, relativo al versamento all’entrata del bilancio dello Stato delle somme relative al prestito ILVA di cui all’articolo 1, comma 6-bis del decreto-legge n. 191 del 2015 pari complessivamente a 534 milioni di euro per l’anno 2018. Il prestito ponte di mezzo miliardo che il Governo aveva destinato a fine 2015 al piano di risanamento per il disastro ambientale e sanitario dell'Ilva non è stato erogato. 534 milioni degli ottocento stanziati dal decreto-legge n. 191 del 2015 non sono stati spesi e ora il Governo, con una singolare partita di giro, li ha smistati per finanziare misure che con il disastro ambientale dell'Ilva non hanno nulla a che fare. Ritiene incomprensibile il motivo per cui una somma così ingente ad oggi non sia mai stata impiegata alla luce del dramma ambientale, industriale e occupazionale che la città di Taranto sta soffrendo ormai da anni. In conclusione, la valutazione politica del gruppo parlamentare di Articolo 1 - Mdp sul decreto fiscale, risulta essere profondamente critica e negativa.

La senatrice COMAROLI (LN-Aut) evidenzia come il tratto caratteristico del provvedimento sia la scarsa programmazione degli interventi, che si traduce in una rilevante serie di contraddizioni all'interno dell'articolato. Cita, tra gli altri, l'articolo 2 che dispone la sospensione degli obblighi contributivi per le popolazioni colpite dall'alluvione di Livorno, nulla dicendo sulle pendenze contributive, in difformità da quanto disposto per i danni del terremoto. Sottolinea la scarsa considerazione che si è data alle conseguenze negative del cosiddetto split payment per l'equilibrio finanziario di cassa delle imprese fornitrici. Analogamente, incongruo appare l'incentivo concesso dall'articolo 4 per investimenti pubblicitari alle sole aziende della carta stampata. Esprime poi preoccupazione per la quantificazione dell'articolo 6, in tema di missioni internazionali, da più parti ritenuta sottostimata. Considera poco comprensibile l'intervento che agevola i pensionamenti nelle forze armate, in un periodo in cui ai cittadini comuni è chiesto uno sforzo di segno opposto. Sottolinea che l'articolo 17 pone in essere un ennesimo intervento per l'area di Bagnoli, che non appare risolutivo nemmeno in questo frangente. Conclude con un riferimento all'articolo 18 che distoglie somme dal settore sanitario in modo allarmante e con una nota di preoccupazione collegata all'intervento sulla cosiddetta voluntary disclosure il cui gettito appare essere stato enormemente sottostimato.

Il senatore URAS (Misto-Misto-CP-S) preannuncia che presenterà alcuni emendamenti, volti a migliorare il testo del provvedimento, alcuni su temi già proposti all'attenzione del Parlamento nel corso dell'iter di conversione del decreto-legge sul sostegno al Mezzogiorno.

Nessun altro chiedendo di intervenire, il PRESIDENTE invita il relatore e il rappresentante del Governo a svolgere le loro repliche.

Il relatore LAI (PD) riconosce che negli interventi svolti in sede di discussione generale, sono stati sollevati temi di interesse e che su di essi si potrà ragionare al momento della valutazione delle proposte emendative. Nel merito ritiene di anticipare la propria valutazione sul rapporto tra definizione agevolata dei carichi tributari e lotta all'evasione fiscale: ritiene che lo spirito dell'intervento sia quello non di un minor rigore, bensì di un supporto alle imprese, specie medie e piccole, per consentire loro di riprendersi dopo gli anni della crisi. Richiama anche una sollecitazione venuta dal senatore Azzollini e riguardante la possibilità di mantenere le donazioni specifiche anche con le modifiche all'assetto della Croce Rossa. Conclude ricordando che alcuni temi, come il trasporto pubblico, vanno esaminati tenendo conto anche di quanto già previsto nel testo del disegno di legge di bilancio, mantenendo una visione complessiva.

Il vice ministro MORANDO conviene, da parte sua, che il decreto in via di conversione e la legge di bilancio vadano letti come parti di un unico contesto economico. Nello specifico cita il caso della trasmissione telematica dei dati delle fatture, inserito nel testo della legge di bilancio già trasmesso. Concorda che possono essere profusi sforzi di miglioramento, soprattutto in direzione di una limitazione degli adempimenti a carico dei contribuenti. Evidenzia che gli strumenti connessi alla fatturazione elettronica hanno avuto concreti effetti positivi nella lotta all'evasione, pur rimanendo fondamentale l'impegno a una riduzione dei tempi di rimborso dell'Iva in eccesso. Sulla questione del prestito all'Ilva puntualizza che nessuna risorsa è stata sottratta al piano di recupero ambientale, che prosegue ordinariamente, ma che l'intervento oggi all'attenzione rappresenta la sola restituzione all'Erario di somme anticipate a carico della finanza pubblica e poi recuperate a seguito dell'accordo con l'ex proprietà Ilva. Rispetto poi al tema della concessione per le lotterie istantanee, segnala che l'orientamento del Governo é quello dell'indizione di una procedura competitiva, cosicché nella legge di bilancio potrà essere previsto che i proventi della gara sostituiscano, dal punto di vista finanziario, quelli dell'eventuale proroga. Anche sul tema del trasporto pubblico, sottolinea che vi sono interventi di rilievo nell'ambito del disegno di legge di bilancio, proprio nelle direzioni auspicate dalla senatrice Ricchiuti. In punto di stime di adesione alla collaborazione volontaria per il rientro dei capitali, sottolinea che in prima battuta vi era stato un difetto di gettito atteso, mentre con la seconda fase dell'operazione si era prodotta una stima rivelatasi eccessiva in positivo. Conclude sottolineando che le operazioni di stima di fenomeni così complessi possano presentare margini di errore, ma che comunque le due deviazioni, nel caso di specie, si sono compensate. Infine sul tema della cosiddetta "rottamazione" delle cartelle, evidenzia che non si riapre alcun termine, ma ci si limita a consentire la partecipazione a coloro che avevano manifestato intenzione di aderire senza potersi procurare in tempo la liquidità nei termini di versamento.

Il seguito dell'esame è dunque rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA

(2914) Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alla 9a Commissione sugli emendamenti. Esame. Parere in parte non ostativo e in parte contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione)

Prosegue l'esame sospeso nella seduta del 26 ottobre.

Il relatore URAS (Misto-Misto-CP-S) illustra gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, segnalando, per quanto di competenza, che comportano maggiori oneri le proposte 5.7, 12.1, 12.2, 12.3, 12.4 e 12.5. Occorre acquisire una relazione tecnica per la valutazione degli emendamenti 3.0.1, 3.0.4, 3.0.5, 5.1, 10.1, 10.0.1 e 10.0.2. Occorre inoltre valutare le proposte 3.1, 3.0.2 (con l'analogo 14.0.1), 9.1, 13.4 (con gli identici 13.5 e 13.6), 15.1, 15.2, 17.20 e 17.0.1 (lettera f)). Non vi sono osservazioni sui restanti emendamenti.

Il vice ministro MORANDO concorda con il relatore circa le proposte che comportano maggiori oneri e quelle che necessitano di relazione tecnica. Quanto invece agli emendamenti per i quali si è chiesta una valutazione, considera onerose le proposte 3.1, 3.0.2, 14.0.1, 9.1 e 17.0.1. Ritiene necessaria una relazione tecnica sugli emendamenti 15.1, 15.2 e 17.20, mentre esclude profili onerosi rispetto alle altre proposte segnalate.

Il relatore URAS (Misto-Misto-CP-S) propone pertanto l'espressione del seguente parere: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di propria competenza, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 5.7, 12.1, 12.2, 12.3, 12.4, 12.5, 3.0.1, 3.0.4, 3.0.5, 5.1, 10.1, 10.0.1, 10.0.2, 3.1, 3.0.2, 14.0.1, 9.1, 15.1, 15.2, 17.20 e 17.0.1 (lettera f)). Il parere è non ostativo sui restanti emendamenti.".

La Commissione approva.

(2864) Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alla 2a Commissione sul testo e sugli emendamenti. Esame. Parere non ostativo sul testo. Parere in parte non ostativo e in parte contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sugli emendamenti)

Il relatore LANIECE (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) illustra il disegno di legge in titolo ed i relativi emendamenti, osservando, preliminarmente, in relazione al testo, che il provvedimento risulta provvisto della relazione tecnica aggiornata prevista dall'articolo 17, comma 8, della legge di contabilità e finanza pubblica. Per quanto di competenza, in considerazione del carattere ordinamentale delle disposizioni e dell'introduzione di una clausola di invarianza finanziaria in prima lettura, non vi sono osservazioni da formulare.
Quanto agli emendamenti, segnala che occorre valutare la proposta 4.0.2. Non vi sono osservazioni sui restanti emendamenti.

Il vice ministro MORANDO concorda circa la non onerosità del testo del provvedimento, mentre ritiene necessario disporre di una relazione tecnica sull'emendamento 4.0.2.

Nessun altro chiedendo di intervenire, il relatore LANIECE (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) propone pertanto l'espressione del seguente parere: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo ed i relativi emendamenti esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo sul testo. In relazione agli emendamenti, il parere è contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulla proposta 4.0.2. Il parere è non ostativo sui restanti emendamenti.".

Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, la proposta di parere è approvata.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante revisione ed integrazione del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante codice della nautica da diporto e attuazione della direttiva 2003/44/CE (n. 461-bis)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 1 della legge 7 ottobre 2015, n. 167. Esame. Parere non ostativo)

Il relatore SANTINI (PD) illustra lo schema di decreto in titolo segnalando che lo stesso è emanato in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 167 del 2015, che conferisce al Governo la delega per la riforma del settore della nautica da diporto. L'articolato è stato approvato in seconda deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri e recepisce la condizione posta dalla Commissione Bilancio della Camera dei deputati, volta a garantire le entrate fiscali e contributive in relazione alle operazioni di dismissione di bandiera (ora articolo 12, comma 1, lettera d), capoverso 2-ter). Per i profili di competenza, anche in relazione ai chiarimenti resi dal Governo durante l'esame della priva versione del testo, non vi sono osservazioni. Propone pertanto l'espressione di un parere non ostativo.

Il vice ministro MORANDO si associa alle valutazioni del relatore.

Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, la proposta di parere è approvata.

IN SEDE CONSULTIVA

(2443) Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e pedagogista, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Vanna Iori ed altri; Paola Binetti ed altri
(Parere alla 7a Commissione sugli emendamenti. Seguito e conclusione dell'esame. Parere in parte non ostativo, in parte contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione e in parte condizionato, ai sensi della medesima norma costituzionale)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 26 ottobre.

Il relatore LAI (PD) ricorda, in relazione agli emendamenti, che occorre valutare, al fine di escludere possibili effetti onerosi, le proposte 2.4, 2.5, 4.1/2, 4.1/9, 4.1, 7.1, 7.2, 13.1/1, 13.2/2, 13.1/3, 13.1/5, 13.1/9, 13.1, 13.3, 13.4, 13.5, 13.6, 13.7, 13.9, 13.10, 13.11, 13.12, 13.13, 13.14 e 13.16. Comportano maggiori oneri le proposte 4.1/10, 4.1/11, 4.6, 4.7, 7.3, 7.4, 13.1/4, 13.1/8, 13.1/10, 13.2, 13.8 e 14.1. Occorre acquisire una relazione tecnica per valutare la proposta 12.0.1. Per quanto riguarda gli ulteriori emendamenti trasmessi 4.1 (testo 2) e relativi subemendamenti, 13.1 (testo 2 corretto) e relativi subemendamenti, 10.100 e 10.101, occorre acquisire una relazione tecnica sulle proposte 4.1 (testo 2)/8 e 13.1 (testo 2 corretto)/10. Comporta maggiori oneri la proposta 13.1 (testo 2 corretto)/15. Occorre valutare l'emendamento 13.1 (testo 2 corretto) e tutti i relativi subemendamenti nonché la proposta 10.101. Non vi sono osservazioni sui restanti emendamenti e subemendamenti. Occorre infine valutare la proposta 14.100 che recepisce con una modifica la condizione posta sul testo dalla Commissione bilancio.

Il vice ministro MORANDO ritiene che la prima valutazione da svolgere riguardi l'emendamento 14.100, con il quale si recepisce la condizione posta sul testo dalla Commissione bilancio. Al riguardo ritiene corretto il recepimento, segnalando tuttavia che appare ultroneo il riferimento alla futura contrattazione collettiva, dal momento che rientra nella normalità dei rapporti del pubblico impiego, affacciando il dubbio che vi siano oneri obbligatori da affrontare nel breve periodo. Quanto alle restanti proposte emendative esprime un parere contrario sulle proposte 4.1/2, 4.1, 7.1, 7.2, 13.1 (comma 4), 4.1/10, 4.1/11, 4.6, 4.7, 7.3, 7.4, 13.1/4, 13.1/8, 13.1/10, 13.2, 13.8 e 14.1. Gli emendamenti 12.0.1, 4.1 (testo 2) e 13.1 (testo 2 corretto) necessitano, a suo avviso, di relazione tecnica; il giudizio si estende ai relativi subemendamenti. L'emendamento 10.101 può considerarsi finanziariamente neutro solo ove si approvi il già citato 14.100 nel testo originario posto dalla richiamata condizione della Commissione bilancio. Non ritiene vi siano osservazioni critiche sulle restanti proposte.

Nessun altro chiedendo di intervenire, il relatore LAI (PD) propone pertanto l'espressione del seguente parere: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo esprime, esprime, per quanto di propria competenza, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 4.1/2, 4.1, 7.1, 7.2, 13.1 (limitatamente al comma 4), 4.1/10, 4.1/11, 4.6, 4.7, 7.3, 7.4, 13.1/4, 13.1/8, 13.1/10, 13.2, 13.8, 14.1, 12.0.1, 4.1 (testo 2) e relativi subemendamenti e 13.1 (testo 2 corretto) e relativi subemendamenti. Il parere sull'emendamento 10.101 è condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'approvazione della proposta 14.100. Sul medesimo emendamento il parere è di nulla osta, con la seguente condizione, ai sensi della medesima norma costituzionale: sopprimere le parole: «ma viene demandata alla contrattazione collettiva». Il parere è non ostativo sui restanti emendamenti.".

La Commissione approva.

La seduta termina alle ore 13,10.