IGIENE E SANITA' (12ª)

MARTEDÌ 21 APRILE 2015
224ª Seduta

Presidenza della Presidente
DE BIASI
Interviene il sottosegretario di Stato per la salute De Filippo.

La seduta inizia alle ore 14,35.


PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni

Il sottosegretario DE FILIPPO risponde all'interrogazione n. 3-01315, a prima firma della senatrice Padua, relativa ai presidi medici per la misurazione domiciliare della glicemia, specie in Sicilia.
Il Ministero della salute segue con costante attenzione le iniziative connesse alle problematiche riguardanti la prevenzione e la cura del diabete mellito, patologia ricompresa negli ambiti degli interventi e dei servizi erogati dai Livelli essenziali di assistenza.
Al riguardo, nell’ambito della revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza, si è proceduto ad individuare in maniera puntuale una lista positiva di dispositivi erogabili, codificati uniformemente su tutto il territorio nazionale.
La codifica ha lo scopo di estendere a questa tipologia di assistenza il monitoraggio delle prestazioni erogate, con procedure analoghe a quelle in uso per l’assistenza farmaceutica e specialistica, nonché di verificare l'appropriatezza delle prescrizioni mediche, oltre che le spese sostenute in ciascuna Regione o ASL.
Sarà possibile, quindi, intervenire più efficacemente ove fossero rilevate carenze o inappropriatezze.
Lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è attualmente all’esame delle Regioni e del Ministero dell’economia e delle finanze, per le rispettive valutazioni di competenza.
Per gli aspetti di competenza regionale, l’Assessore alla Salute della Regione Sicilia ha inteso segnalare che le questioni relative ai presidi per l’autocontrollo della glicemia sono state affrontate con provvedimenti a firma dello stesso Assessore.
In data 23 dicembre 2014, con decreto assessoriale n. 2264, è stato approvato l’Accordo con Federfarma relativo alla distribuzione dei presidi per l’autocontrollo della glicemia.
Con successivo decreto assessoriale n. 141 del 3 febbraio 2015, si è provveduto a disciplinare la fornitura dei presidi per l’autocontrollo della glicemia da parte delle parafarmacie e sanitarie.
In virtù dell’Accordo con Federfarma Sicilia, tutte le farmacie convenzionate presenti nel territorio regionale si sono impegnate a garantire l’erogazione continuativa dei presidi per diabetici, alle condizioni economiche indicate dallo stesso Accordo.
Infatti, il prezzo di rimborso per ciascuna tipologia di presidio per l’autocontrollo della glicemia, viene riportato in uno specifico Tariffario che costituisce parte integrante dell’Accordo.
Le farmacie assicurano la pluralità di offerta dei prodotti e la libera scelta dei pazienti, applicando le nuove condizioni alle forniture di presidi per diabetici effettuate per le Aziende Sanitarie Provinciali della Regione Siciliana.
Le stesse condizioni e garanzie costituiscono il fondamento del decreto assessoriale n. 141 del 2015, che consente la fornitura dei presidi per l’autocontrollo della glicemia anche per il tramite delle parafarmacie e delle sanitarie, applicando le stesse disposizioni già definite per le farmacie private convenzionate dal citato Accordo del 2014.

La senatrice PADUA (PD) si dichiara soddisfatta della risposta ricevuta, dalla quale si evince che sono state individuate soluzioni adeguate ai problemi affrontati nell'atto di sindacato ispettivo.

Il sottosegretario DE FILIPPO risponde, quindi, all'interrogazione n. 3-01421, a prima firma della senatrice Donno, relativa all'inserimento dell'endometriosi tra le malattie croniche invalidanti.
L’endometriosi, disordine genetico poligenico multifattoriale, caratterizzata per la presenza di tessuto endometriale ectopico, che determina una reazione infiammatoria cronica, è una malattia cronica ancora poco conosciuta.
Non esistono dati nazionali sull’entità dell'endometriosi, se non quelli relativi ai ricoveri e alle dimissioni per tale patologia, che ha un tempo medio di diagnosi di circa 9,3 anni, secondo due studi americani (4,7 anni prima che la paziente consulti il medico e 4,6 anni per l’identificazione e la conferma della diagnosi); non è ancora definito un trattamento standard (sia farmacologico che chirurgico), mentre diversa è l’evoluzione della patologia a seconda della reattività individuale.
Ne soffrono circa tre milioni di donne, di cui il 10 per cento in Europa.
Pertanto, si tratta di una patologia il cui approccio deve avvenire a vari livelli di intervento: attività di educazione sanitaria, formazione dei medici sulla conoscenza della patologia e degli strumenti diagnostici, conoscenza e approfondimento delle cause, definizione dello standard di terapia sia farmacologica che chirurgica.
Per quanto riguarda l'inserimento della patologia in esame nel decreto sulle malattie croniche, è necessario tener presente che esiste uno stadio 0 in cui il soggetto è a rischio di endometriosi, e per il quale l’intervento più idoneo riguarda l’attività di prevenzione e informazione; alcune forme di questa patologia che hanno una regressione spontanea o evolvono verso un percorso non endometriosico (percorso annessiale); alcune forme che possono essere risolte chirurgicamente.
Pertanto, solo alcune condizioni (gravi e infiltranti corrispondenti al III e al IV stadio) presentano caratteristiche di irreversibilità, con alterazione della qualità della vita e perdita dell’autonomia e, anche dopo una terapia medica e/o chirurgica, presentano una elevatissima possibilità di recidive della sintomatologia e delle lesioni.
Pertanto, le forme cliniche, a seconda del livello di gravità, hanno un differente fabbisogno di prestazioni, e rispondono diversamente ai criteri previsti dal decreto legislativo n. 124 del 1998, cronicità, invalidità, onerosità della quota di partecipazione.
Ai fini dell’inserimento nel decreto n. 329 del 1999, nella proposta di aggiornamento dell’elenco di malattie croniche allegato allo stesso decreto ministeriale n. 329 del 1999, inclusa nella più complessiva proposta di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, è stata inserita la "endometriosi moderata e grave, con un pacchetto di prestazioni specialistiche ambulatoriali utili al monitoraggio dell’evoluzione della malattia e alla prevenzione degli aggravamenti.
Tale proposta è attualmente all’esame delle Regioni e del Ministero dell’economia e delle finanze, per le valutazioni di competenza.
Infatti, l'endometriosi compromette non solo la salute sessuale della donna che ne viene colpita, ma anche la vita sociale e lavorativa.
I costi economici individuali per la paziente e per il Servizio sanitario nazionale per accertamenti diagnostici, terapie farmacologiche croniche, ricoveri ospedalieri, trattamenti chirurgici, sono molto alti.
A causa della sintomatologia subdola con cui insorge tale malattia, la diagnosi certa di endometriosi si fa tardivamente (di solito dopo circa 9 anni dall’insorgere dei sintomi), a seguito di ricerche diagnostiche lunghe e dispendiose.
Pertanto, è necessario prevedere un percorso diagnostico-assistenziale specificatamente dedicato alla presa in carico globale delle donne affette da tale malattia, effettuando un'accurata anamnesi, in cui devono essere valutate le caratteristiche della sintomatologia dolorosa, prima di procedere all’indagine laparoscopica e al prelievo istologico dirimenti la diagnosi.
Spetta ai Medici di Medicina Generale o ai Servizi territoriali, a cui la donna si rivolge, individuare tempestivamente il caso, indirizzando così la paziente allo specialista ginecologo per una conferma diagnostica e per la sua successiva gestione, attraverso una rete di assistenza sul territorio che deve prevedere strutture dotate di personale sanitario competente, che siano punto di raccordo con i Centri di Alta Specializzazione.
Tale rete diagnostico-terapeutica deve accompagnare la donna in tutto il suo percorso in modo costante e continuato.
A sostegno del percorso diagnostico-assistenziale, è fondamentale prevedere la formazione e l'aggiornamento di tutte le figure professionali a vario titolo coinvolte.
Per consentire alle Regioni di sviluppare specifici progetti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita e di salute delle donne affette da malattie croniche invalidanti della sfera uro­genitale, tra le quali anche l'endometriosi, nell’Accordo sugli Obiettivi di Piano, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni del 20 febbraio 2014, è stata prevista un’apposita linea progettuale, diretta proprio all'implementazione di percorsi diagnostico­assistenziali e di supporto per migliorare la vita delle donne affette da queste patologie, e allo scopo è stata vincolata la somma di 15 milioni di euro.
Inoltre, a livello regionale, oltre al Friuli Venezia Giulia e alla Puglia, Regioni citate nell’interrogazione, anche altre Regioni si sono adoperate sul tema con proprie leggi regionali, in particolare la Sardegna (con legge regionale n. 26 del 4 dicembre 2014) e il Molise (legge regionale n. 1 del 10 febbraio 2015).
Il Ministero della salute, al fine di informare e sensibilizzare le donne ad una più pronta identificazione della patologia e ad un approccio diagnostico terapeutico, finalizzato anche alla prevenzione della sterilità legata a questa condizione, già nel 2012 ha lanciato una specifica campagna di comunicazione dal titolo "Quello che non so di me", con video cinematografico, spot, opuscolo, cartolina.
Sempre al fine di diffondere la conoscenza della malattia, soprattutto tra le adolescenti, un’apposita pagina sull'endometriosi è stata inserita nell’opuscolo informativo "La fertilità è un bene comune. Prenditene cura", prodotto dal Ministero della salute e destinato alle giovani delle scuole superiori.
Recentemente, di "endometriosi e dolore sessuale" si è parlato anche nella Conferenza Europea sulla salute della donna, che si è svolta nell’ottobre 2014 nell’ambito delle iniziative del semestre di Presidenza italiana del Consiglio d’Europa, ed è stata un’importante occasione di confronto e scambio tra i paesi U.E. su questa tematica.
Nell’imminente Piano Nazionale Fertilità è previsto uno specifico riferimento all'endometriosi tra le patologie da conoscere e riconoscere, in quanto possono compromettere la fertilità della donna.
In merito agli effetti invalidanti di tale patologia, sono state oggetto di attenta valutazione da parte del Ministero della salute le relative richieste provenienti dalle Associazioni di pazienti, tanto che l'endometriosi è stata inclusa, nei suoi quattro stadi clinici, nelle nuove tabelle dell’invalidità civile prodotte da un’apposita Commissione ministeriale nel novembre 2011. Nel corso del complesso iter di approvazione delle Tabelle, si è registrata una fase di sospensione, dovuta alle richieste di approfondimento da parte delle Regioni.
Queste ultime hanno espresso, in Conferenza Stato-Regioni, parere negativo, ritenendo le Tabelle inadeguate a tradurre i bisogni della disabilità, soprattutto in ordine ai moderni orientamenti in materia.
Le criticità segnalate dalle Regioni sono state, peraltro, condivise dalle Commissioni parlamentari competenti.
Da ultimo, al fine di migliorare la conoscenza epidemiologica sull'endometriosi, sui relativi accertamenti diagnostici e sui trattamenti terapeutici adottati, nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di istituzione dei sistemi di sorveglianza e dei registri previsto dal decreto-legge n. 179 del 18 ottobre 2012, convertito con la legge n. 221 del 17 dicembre 2012, in corso di predisposizione, è stata prevista l’istituzione di un apposito registro nazionale.
Il registro di patologia potrà consentire di stabilire appropriate strategie di intervento e di verificarne l’efficacia.

La senatrice DONNO (M5S) si dichiara parzialmente soddisfatta, rilevando che potrà esprimere compiuta soddisfazione soltanto a seguito dell'inclusione dell'endometriosi nel provvedimento di revisione dei Livelli essenziali di assistenza.

Il sottosegretario DE FILIPPO risponde, infine, all'interrogazione n. 3-01503, a prima firma della senatrice Maturani, sull'effettività del diritto della donna di partorire in anonimato.
Il Ministero della salute condivide pienamente l'esigenza di promuovere interventi di sanità pubblica finalizzati al contenimento di episodi quali quello citato dall'atto di sindacato ispettivo.
A tal fine, è indispensabile adottare un approccio complessivo all’intero percorso nascita, di cui il parto costituisce l'evento culminante.
La complessità del fenomeno considerato richiede, inoltre, una strategia molteplice di intervento.
La nascita di un bambino è un evento straordinario nella vita di una donna, che incide profondamente nella sua vita concreta, emotiva, relazionale; non tutte le donne riescono ad accogliere la loro maternità, per una complessità di motivazioni che occorre ascoltare, comprendere e conoscere.
Durante la gravidanza, specie in situazioni di difficoltà di varia natura della madre a rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino, è indispensabile che la donna sia seguita in maniera qualificata, per la tutela sua e del nascituro, in modo da evitare decisioni affrettate e spesso drammatiche, al momento del parto.
Occorre sostenere, accompagnare, informare le donne, affinché le loro scelte siano responsabili.
Il Ministero della salute riconosce la fondamentale importanza della relazione e comunicazione con la donna.
La normativa in vigore consente alla madre di non riconoscere il bambino, di partorire in anonimato e di lasciarlo nell’ospedale dove è nato (decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000, articolo 30) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica.
Molte Regioni ed anche alcune città italiane, per prevenire il fenomeno dell'abbandono traumatico del neonato, hanno promosso campagne informative in proposito, potenziando i Servizi a tutela della donna in difficoltà e orientando gli ospedali specializzati a seguire il parto in anonimato.
Tempestive e adeguate informazioni alla donna in gravidanza e interventi concreti in suo aiuto, di tipo sociale, economico e psicologico, permettono di garantire il diritto alla salute della gestante e del nascituro, un parto protetto nella struttura ospedaliera e la possibilità di esercitare la libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna, se riconoscere o meno il bambino.
Il ruolo del Consultorio Familiare, come previsto dall’Accordo Stato Regioni del 16 dicembre 2010, e come già ricordato nel Progetto Obiettivo Materno Infantile del 2000, è strategico nel perseguimento dell’obiettivo in questione.
In entrambi i documenti citati, è indicato con estrema chiarezza che i Consultori Familiari, quali servizi dedicati alla promozione della salute e alla prevenzione, per ben svolgere la loro funzione socio-sanitaria, devono essere in rete con gli altri servizi sanitari del territorio ed ospedalieri, ma anche con i servizi sociali e con le associazioni del terzo settore, che devono operare secondo il modello del processo di crescita e con la modalità dell’offerta attiva.
E' vero che le modalità operative del servizio sono anche quelle dell’erogazione di prestazioni all’utenza spontanea ma, soprattutto, deve essere privilegiata l’offerta attiva alla popolazione bersaglio per ogni specifico obbiettivo di salute individuato.
Nell'offerta attiva, se efficace, si creano le condizioni perché si espliciti una richiesta di aiuto altrimenti silente.
Va anche detto che la realtà odierna, spesso, si confronta con Consultori Familiari che potrebbero essere potenziati per numero e per organici.
La volontà del Ministero della salute è quella di supportare le Regioni e, proprio al fine di evitare le problematiche come quelle sollevate dalla interrogazione in esame, si sta procedendo alla pubblicazione dell’aggiornamento della mappatura dei Consultori Familiari e, in collaborazione con l’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza - istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali - e nel prossimo Piano nazionale infanzia e adolescenza, si prevede un potenziamento della rete dei Consultori Familiari per garantire le loro funzioni di sostegno alla genitorialità.

La senatrice MATURANI (PD), nel dichiararsi soddisfatta della risposta, formula l'auspicio che possa essere quanto prima attuato l'atto parlamentare di indirizzo con il quale, nel 2013, furono prospettati interventi in materia di prevenzione e cura delle depressioni legate al parto.


IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 3) Documento di economia e finanza 2015 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole con condizioni e osservazioni)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 16 aprile.

La PRESIDENTE avverte che avranno luogo ora le repliche e l'illustrazione della proposta di parere formulata dalla relatrice. Potrà altresì essere oggetto di illustrazione la proposta di parere alternativo, caratterizzata da un dispositivo contrario, presentata dalle senatrici Taverna e Fucksia.

La Commissione prende atto.

La relatrice SILVESTRO (PD) osserva, in sede di replica, che dalla discussione sono emerse numerose indicazioni meritevoli di considerazione. Tra esse, ha ritenuto di inserire nella proposta di parere, sotto forma di condizioni o di osservazioni, quelle relative al "ripensamento" dell'attuale modello di assistenza, alle finalità del riordino degli enti vigilati dal Ministero della salute, al processo di deospedalizzazione, al potenziamento dei servizi sanitari pubblici concernenti l'integrazione socio-sanitaria e la prevenzione, al processo di definanziamento del Servizio sanitario nazionale (anche con riguardo alle spese concernenti il personale sanitario) e infine al tema dell'health technology assessment e a quello degli investimenti in strutture e tecnologie.
Dà quindi lettura della propria proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, pubblicata in allegato.

Ha quindi la parola la senatrice FUCKSIA (M5S), la quale, nel dare per illustrato lo schema di parere alternativo, pubblicato in allegato, rimarca che il Documento di economia e finanza è disorganico nella trattazione degli argomenti di rilievo sanitario e poco chiaro nella prospettazione dei dati relativi alla spesa. Soggiunge che occorrerebbe assicurare che tutti i risparmi conseguiti nell'ambito del settore sanitario possano essere reinvestiti nel medesimo settore, soprattutto al fine di risolvere le complesse problematiche concernenti il personale sanitario.

Il sottosegretario DE FILIPPO, intervenendo in replica, rileva anzitutto che la proposta di parere formulata dalla relatrice reca, sotto forma di condizioni o di osservazioni, puntualizzazioni condivisibili.
Segnala che il Documento presenta un'impostazione coerente con i contenuti del Patto per la salute e mette in rilievo l'importante disegno di legge quadro in materia di autismo recentemente approvato dalla Commissione in sede deliberante.
Per ciò che attiene alle preoccupazioni riguardanti il finanziamento del sistema sanitario, assicura che intendimento del Governo è di procedere ad un'opera di accorta spending review e non a tagli dei fondi. Soggiunge, in proposito, che dai dati disponibili relativi al 2014 emerge che solo tre regioni rimarranno assoggettate a piano di rientro e che l'andamento della spesa sanitaria appare di segno crescente.
Fa quindi rilevare che, per quanto concerne il controverso riferimento al "ripensamento" del modello assistenziale, il Ministero della salute interpreta tale passaggio del Documento come conferma dei principi di equità e universalità del Servizio sanitario nazionale, che non verranno scardinati ma applicati in armonia con gli altri principi sanciti dall'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 502 del 1992.

Si passa alle dichiarazioni di voto.

Il senatore D'AMBROSIO LETTIERI (FI-PdL XVII), pur manifestando apprezzamento per la proposta di parere redatta dalla relatrice, mantiene le perplessità già espresse nel corso della discussione generale, che risultano aggravate dal senso di imbarazzo che traspare dalle condizioni e dalle osservazioni introdotte nel testo appena illustrato. Esprime l'avviso che il Ministero della salute debba recuperare autorevolezza nel proprio rapporto con il Ministero dell'economia e delle finanze: anche nell'intervento di replica svolto dal sottosegretario De Filippo, è parso poco rassicurante - all'oratore - che l'interpretazione del passaggio controverso del Documento sia stata data a nome del Ministero della salute e non dell'intero Governo. Sottolinea, inoltre, che la recente approvazione del disegno di legge quadro in materia di autismo non può essere caricata di un'enfasi eccessiva né utilizzata come schermo dietro al quale nascondere l'inadeguatezza delle politiche sanitarie delineate dal Documento.
Rileva che occorrerebbe avviare un new deal per il settore sanitario, del quale, a suo avviso, nel Documento in esame non si rinviene traccia.
Tutto ciò premesso, dichiara che il proprio Gruppo voterà contro la proposta di parere formulata dalla relatrice.

La senatrice FUCKSIA (M5S) dichiara che anche il proprio Gruppo voterà contro la proposta di parere avanzata dalla relatrice.

La senatrice DIRINDIN (PD), ringraziata la relatrice, annuncia il voto favorevole del proprio Gruppo e, con l'occasione, osserva che le precisazioni fornite dal sottosegretario De Filippo, per quanto attiene all'andamento della spesa sanitaria, non le sembrano del tutto persuasive.

Il senatore Maurizio ROMANI (Misto-MovX), nel richiamare le argomentazioni già svolte durante la discussione generale, annuncia il voto contrario del proprio Gruppo, rilevando come dal Documento in esame emerga, in sintesi, la prosecuzione della politica di tagli al settore sanitario.

Il senatore AIELLO (AP (NCD-UDC)) annuncia, sulla proposta di parere formulata dalla relatrice, il voto favorevole del proprio Gruppo, frutto di una valutazione sostanzialmente positiva del Documento.
Manifesta tuttavia il proprio disagio rispetto alle problematiche legate alla prevenzione, al ruolo egemone svolto dal Ministero dell'economia e delle finanze nella definizione delle politiche sanitarie e al processo di riorganizzazione della rete ospedaliera; in relazione a tale ultimo argomento, auspica un coinvolgimento dei competenti organi parlamentari.

La PRESIDENTE osserva che l'auspicio testé formulato potrà essere oggetto di approfondimento in sede di Ufficio di Presidenza.
Avverte che sarà posta ai voti per prima la proposta di parere formulata dalla relatrice; ove quest'ultima risulti approvata, la proposta di parere alternativo non potrà essere messa in votazione.

La Commissione prende atto.

Previa verifica del numero legale, la PRESIDENTE pone quindi in votazione la proposta di parere favorevole, con condizioni e osservazioni, formulata dalla relatrice.

La Commissione approva.


(Doc. LXXXVII-bis, n. 3) Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea, per l'anno 2015
(Parere alla 14a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio.)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 16 aprile.

La PRESIDENTE, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara chiusa la discussione generale e, in relazione all'andamento dei lavori presso la Commissione di merito, propone di rinviare alla prossima settimana la conclusione dell'esame.

La Commissione conviene.

Il seguito dell'esame è, quindi, rinviato.

La seduta termina alle ore 15.30.



SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLE SENATRICI TAVERNA E FUCKSIA
SUL DOC. LVII, N. 3
E CONNESSI ALLEGATI


La 12a Commissione

esaminato il Documento economico e finanziario 2015 in particolare per le parti e le materie di competenza,

premesso che:

la sezione II del Documento economico e finanziario, paragrafo III. 3 prevede per il 2015 una spesa sanitaria in termini di Pubblica amministrazione pari a 111.289 milioni, sostanzialmente invariata rispetto all'anno 2014 pari a 111.028 milioni, con un tasso di crescita pari allo 0,2 per cento;
per il personale si prevede un livello di spesa pari a 35.737 milioni; per l'assistenza farmaceutica è prevista una spesa pari a 8.029 milioni, per la medicina di base è prevista una spesa pari a 6.695 milioni; per le altre prestazioni (ospedaliere, specialistiche, riabilitative, integrative ed altra assistenza) è prevista una spesa pari a 24.151 milioni;

nel periodo 2016-2019 si prevede che la spesa sanitaria, prendendo a riferimento l'anno 2015, cresca ad un tasso medio annuo dell'1,9 per cento;
nel Documento economico e finanziario di prevede che il contributo del Servizio Sanitario Nazionale alla complessiva manovra a carico delle regioni definita dalla Legge di Stabilità 2015, è quantificato in 2.352 milioni a seguito dell'Intesa Stato-Regioni raggiunta il 26 febbraio 2015. Nel Programma nazionale di riforma si ricorda che nel luglio 2014 è stata sancita l'intesa sul Patto per la salute 2014-2016. La legge di stabilità 2015 ha reso attuativo il Patto per la salute che aveva fissato il livello di finanziamento per il Servizio sanitario Nazionale in 112 miliardi per il 2015 e in 115,5 miliardi per il 2016, rideterminato in attuazione della citata Intesa del febbraio 2015 in circa 109,7 miliardi di euro nel 2015 e 113,1 miliardi nel 2016;
oltre alle previsioni di lungo termine, nel Programma Nazionale di Riforma , il Governo elenca cinque azioni da mettere in campo nel triennio 2015-2018 per migliorare la programmazione e l'assistenza sanitaria: ripensare il servizio sanitario in un'ottica di sostenibilità ed efficacia; patto per la salute per il triennio 2014-2016; ridisegnare il perimetro dei LEA e adottare l'approccio Health Technology Assesment (HTA); revisione e aggiornamento del sistema di remunerazione delle prestazioni sanitarie e servizi migliori; legge cornice sull'autismo;
l'azione di ripensare il servizio sanitario in un'ottica di sostenibilità ed efficacia si pone l'obiettivo di predisporre un nuovo Piano nazionale di Prevenzione. Nella sezione I del Programma di stabilità per l'Italia, si prevede un livello della speranza di vita al 2060 pari a 85,5 anni per gli uomini e a 89,7 anni per le donne e un tasso di fecondità totale al 2060 pari a 1,61;
in particolare nella Tavola IV. 4 "Spesa pubblica per pensioni, sanità, assistenza degli anziani, istruzione e indennità di disoccupazione (2010-2060)" si prevede che nel periodo 2015-2060, la spesa legata all'invecchiamento (age related) in rapporto al Pil si attesta intorno ad una media del 28 per cento del Pil. Dal 2015, la spesa si riduce al 27 per cento del Pil fino al 2030 per poi risalire e raggiungere il il 28,4 per cento del Pil nel 2040. La previsione del rapporto fra spesa sanitaria e Pil raggiungerà il 6,8 per cento nel 2025 per poi assestarsi al 7,6 per cento circa nell’ultimo decennio del periodo di previsione(2050-2060);
la sostenibilità finanziaria del SSN nel lungo periodo diventerà sempre più difficile. Per poter ridurre la spesa sanitaria rispetto al Pil è necessario attuare politiche sanitarie rivolte alla prevenzione in quanto essa riduce i costi ed evita l'insorgenza delle malattie. Curare non significa solo curare la malattia, ma è importante prevenire la cura in assenza di malattia. L'invecchiamento della popolazione deve essere una sfida comune nel lungo periodo per tutti gli Stati Europei per tale ragione, visti i dati evidenziati nel documento, bisognerebbe puntare anche alla promozione dell’invecchiamento attivo; la politica sanitaria deve integrarsi con le politiche sociali attraverso anche la creazione di progetti di promozione sociale che sollecitino la partecipazione attiva delle persone al fine di migliorare la qualità della vita;
tra le azioni del Governo viene individuata la revisione e aggiornamento del sistema di remunerazione delle prestazioni sanitarie e servizi migliori e,tra gli altri, c'è l'obiettivo di potenziare il ruolo delle farmacie convenzionate, in particolare la Farmacia dei Servizi;
nel Programma Nazionale di Riforma per quanto concerne l'Agenda per la semplificazione 2015-2017 (scheda n. 62), tra le misure di semplificazione previste per il settore "Welfare e salute" sono individuate alcune azioni principali: la prenotazione per tutti i cittadini delle prestazioni sanitarie online o per telefono in tutte le regioni entro dicembre 2016; l'accesso ai referti on line e in farmacia in tutte le Regioni entro dicembre 2016. L'obiettivo, secondo il Documento economico e finanziario, è quello di eliminare file inutili e ridurre costi e perdite di tempo per milioni di italiani;
il concetto della semplificazione in materia di sanità digitale è stato introdotto già da alcuni anni nella legislazione. Alla luce delle disposizioni vigenti non vi è contezza al livello nazionale della situazione in cui versano le regioni riguardo i sistemi di prenotazione elettronica e il livello di accessibilità dei cittadini alle prenotazioni sanitarie attraverso le farmacie. Per quanto concerne, infatti, le prenotazioni elettroniche si ricorda l'articolo 47-bis del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, che stabilisce al comma 1 che"si privilegia la gestione elettronica delle pratiche cliniche, attraverso l'utilizzo della cartella clinica elettronica, così come i sistemi di prenotazione elettronica per l'accesso alle strutture da parte dei cittadini con la finalità di ottenere vantaggi in termini di accessibilità e contenimento dei costi". Per quanto riguarda l'accesso ai referti on-line e in farmacia si ricorda che il decreto legislativo 3 ottobre 2009,n. 153 all'articolo 1 reca "Nuovi servizi erogati dalle farmacie nell'ambito del SSN" e stabilisce al comma 2, lettera f), che "la effettuazione di attività attraverso le quali nelle farmacie gli assistiti possano prenotare prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, e provvedere al pagamento delle relative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino, nonché ritirare i referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale effettuate presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate [..]";
per quanto concerne l'azione riguardante l'autismo, la Commissione Igiene e sanità ha dato il via libera alla prima legge-cornice sull'autismo. Bisogna sottolineare che il disturbo dello spettro autistico costituisce una propria emergenza e i soggetti che ne sono affetti sono in continuo aumento negli ultimi anni. Al fine di realizzare la piena integrazione e inclusione sociale dei soggetti affetti da autismo nell'ambito della vita familiare, sociale e nei percorsi dell'istruzione scolastica o professionale e del lavoro è necessario che venga istituito un Fondo per la cura dei soggetti con Disturbo dello spettro autistico destinato a stabilizzare e incrementare gli interventi nell'ambito del progetto individuale di persone autistiche, così come è disposto per altre importanti misure in ambito sociale per gli anni 2015-2019 che sono indicate nel Documento economico e finanziario: Fondo per le politiche sociali (1,5 miliardi nel periodo) e al Fondo per le non autosufficienze (1,4 miliardi);
per quanto riguarda l'azione Patto per la salute, nel Documento economico e finanziario viene richiamato l'aggiornamento dei LEA che è attualmente in corso di istruttoria. In Commissione sanità è in discussione il disegno di legge "Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie". Lo screening neonatale allargato permetterebbe di disporre di dati epidemiologici su un numero maggiore di patologie per la programmazione e la realizzazione di interventi di sanità pubblica, oltre a consentire un contenimento dei costi per il Servizio sanitario nazionale a lungo termine. Per quanto concerne i LEA sarebbe opportuno, pertanto, introdurre lo screening neonatale per le malattie metaboliche ereditarie ed intervenire così sin da subito con una diagnosi appropriata e tempestiva in grado di contenere gli esiti fortemente invalidanti;
il Governo ci presenta un Documento economico e finanziario 2015 che non propone riforme strutturali in riferimento al comparto della sanità. Dai dati enunciati si evidenzia un taglio per la sanità di ben 2.352 milioni che penalizza ulteriormente il comparto sanitario e non garantisce così un diritto costituzionalmente garantito.
Esprime parere contrario.



PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
SUL DOC. LVII, N. 3
E CONNESSI ALLEGATI

La 12a Commissione,
esaminate le parti di competenza del Documento in titolo (d'ora in poi "Documento");
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole,
con le seguenti condizioni: