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CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA

 COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA

SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'

ILLECITE AD ESSO CONNESSE

55.

SEDUTA DI MERCOLEDI' 9 SETTEMBRE 1998

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA

 

 Audizione del presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas, professor Pippo Ranci.

 

La seduta comincia alle 14.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Avverto che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.

Audizione del presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas, professore Pippo Ranci.

PRESIDENTE. Nel ringraziare il professore Pippo Ranci, nonché i professori Ammassari e Garribba, vorrei chiarire, più per il verbale che per i nostri graditi ospiti, come mai la Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti abbia deciso di ascoltare l'Autorità per l'energia elettrica e per il gas.

L'audizione odierna, che abbiamo voluto svolgere in questa sede, stante l'obiettiva importanza che può avere, è in realtà correlata all'attività svolta dalla Commissione stessa, più esattamente da un gruppo di lavoro istituito ad hoc sulle scorie radioattive, nonché alla elaborazione che sta portando avanti nell'ipotesi di costituire un'agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi. In questa prospettiva di lavoro abbiamo già ascoltato il presidente dell'ENEL ed è dalla sua audizione, che ha avuto luogo il 13 maggio scorso, che vorrei partire, perché nel corso della stessa, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti dell'ENEA e dell'ANPA, fu espressa in modo abbastanza chiaro la posizione dell'ENEL su questa materia: in particolare, a proposito del problema della privatizzazione - di una SpA per la verità ancora molto sui generis, in quanto di proprietà del Tesoro - il presidente fece capire chiaramente che più l'ENEL poteva liberarsi dei residui della produzione nucleare, che ha esercito per un certo numero di anni, meglio era da vari punti di vista, soprattutto da quello della liberalizzazione del mercato e delle procedure di privatizzazione.

Circa un mese dopo, il presidente dell'Autorità ha svolto in Parlamento la sua relazione, dalla quale abbiamo appreso alcune cose che, adesso, cercherò di riassumere. Rispetto alla cosiddetta partita dei rimborsi degli oneri nucleari, la legge istitutiva conferiva all'Autoritàun potere di verifica delle somme richieste dall'ENEL e dalle aziende coinvolte nel mancato nucleare, per così dire. Va ricordato che esistevano delibere CIP che all'epoca riconoscevano all'ENEL qualcosa come 10.712 miliardi, che lasciavano finestre aperte - diciamo così - per cui la cifra complessiva ammonta a 15.000 miliardi, di cui, se non ricordo male, 12.000 già incamerati dall'ENEL e dalle aziende che avevano appalti e commesse nel settore; rispetto ai 3.000 miliardi che andrebbero a maturazione da qui al giugno 1999, secondo la società circa440 miliardi sarebbero in qualche modo non dovuti come rimborsi degli oneri nucleari. Sempre nella relazione presentata dall'Autorità alla Camera si faceva presente che per l'altra partita all'ENEL venivano riconosciuti 4.500 miliardi.

Per quanto riguarda la prima cifra che ho citato, è abbastanza evidente che vi è una sorta di mare in cui hanno "nuotato" anche aziende che avevano commesse e appalti, ma che il grosso della cifra è stato comunque incamerato dall'ENEL. Considerati, inoltre, gli altri 4.500 miliardi a cui si faceva riferimento nella relazione dell'Authority, non si è lontani dal vero nel dire che l'ENEL ha avuto riconosciuti per vari motivi, non solo per i rimborsi degli oneri nucleari, che rappresentano la fetta più cospicua, qualcosa come 19.000 miliardi. Buona parte di questi soldi sono stati già incassati attraverso la fatturazione delle bollette e del sovrapprezzo del kilowattora, ma è indubbio, se mi è consentita una espressione un po' naïf, che l'ENEL ha avuto e continua ad avere una vera "barca di soldi".

Questa premessa è obbligatoria perché nel momento in cui l'ENEL ritiene auspicabile la costituzione di una società separata per la gestione delle scorie nucleari, ipotizzando che lo sia al punto tale da non essere più sua, dall'Autorità gradiremmo una valutazione rispetto ai problemi della privatizzazione dei possibili oneri. Inoltre, nel caso in cui si costituisse questa agenzia, per la quale proponiamo un'ipotesi, che poi la Commissione valuterà, di proposta di legge esecutiva, vorremmo che sia chiaro ciò che l'ENEL conferisce, in termini di risorse economiche, nonché tecnico-organizzative e umane, dal punto di vista "patrimoniale", di modo che anche per la Commissione sia chiaro come muoversi nel formulare il suo documento e l'ipotesi suddetta.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. La ringrazio, presidente, anche a nome dei miei colleghi, professor Ammassari e professor Garribba, per questo invito, di cui siamo molto lieti. Avendo predisposto un documento di osservazioni sugli oneri connessi alla chiusura delle centrali nucleari e sulle attività nucleari residue dell'ENEL, che credo vi sia già stato consegnato, mi limito a pochi cenni, in modo da risparmiare tempo per la discussione.

Tra i compiti di questa Autorità, istituita dalla legge n. 481 del 1995 e operativa da quasi due anni, vi è la regolamentazione delle tariffe e della qualità del servizio. In materia di tariffe il 12 marzo scorso abbiamo presentato alla Commissione industria del Senato le nostre proposte; vi è poi stato un ampio giro di audizioni e stiamo avvicinandoci ai provvedimenti attuativi.

Il documento che vi abbiamo consegnato e l'audizione odierna riguardano alcuni riflessi della riforma tariffaria e alcune specifiche osservazioni sul problema all'attenzione della Commissione. In particolare, vengono qui richiamati i temi che sono stati oggetto di una nostra delibera, del 12 giugno scorso, relativa alla verifica, a cui lei, signor presidente, ha fatto cenno, degli oneri connessi alla sospensione e alla interruzione dei lavori per la realizzazione di centrali nucleari, nonché alla loro chiusura. Tra questi oneri vi sono quelli riconosciuti per la sistemazione del combustibile nucleare irraggiato e per la messa in sicurezza e per lo smantellamento delle centrali nucleari dell'ENEL.

Nel fornire queste indicazioni è opportuno ricordare che in questo momento è dinanzi al Governo, per delega del Parlamento, il recepimento di una direttiva europea sul settore elettrico che pone alcune condizioni relative alla possibilità di addebitare all'utenza oneri che, a vario titolo, non siano il costo diretto di fornitura del servizio.

A proposito del quadro normativo ai fini del riconoscimento degli oneri nucleari mi limito a ricordare le cifre dell'annessa tabella: prima del nostro intervento di revisione risultavano riconosciuti, complessivamente, 10.738 miliardi, più gli interessi per pagamento differito di 4.582 miliardi; quindi, un totale di 12.351 miliardi di pagamenti effettuati e di 2.969 miliardi di pagamenti residui al 31 dicembre 1997.

La legge n. 481 ha conferito all'Autorità il compito di accertare la sussistenza dei presupposti delle voci in tariffa e la congruità dei criteri adottati a suo tempo per determinare i rimborsi. La delibera, quindi, ha riguardato, essenzialmente, la verifica di congruità dei criteri, che è stata positiva nel complesso, salvo i punti riguardanti le modalità di calcolo degli interessi, il riconoscimento degli oneri relativi a studi per la localizzazione di altre centrali nucleari rispetto a quelle costruite e il trattamento delle scorte nucleari. Su questi tre punti vi è stata una revisione che è stata fatta impostando la valutazione di congruità rispetto a due criteri: quello della connessione (un onere è o non è connesso rispetto a ciò che la legge prescrive?); quello della quantificazione dell'onere stesso.

La revisione sul punto che ho richiamato ha portato ad una riduzione degli oneri riconosciuti di circa 445 miliardi di lire, di cui circa 390 in meno per l'ENEL e 55 in meno per le imprese appaltatrici. Dico "circa", nonostante l'apparente precisione della cifra, perché in realtà, sulla base di criteri da noi definiti con precisione, il calcolo esatto è stato demandato alla cassa conguaglio per il settore elettrico.

Quindi, grosso modo, la tabella a pagina 6 del documento dà un ammontare previsto di oneri riconosciuti per 10.591 miliardi e pagamenti residui per 2.524 miliardi, dei quali 1.990 all'ENEL e 534 alle imprese. Rilevanti ai fini della discussione di oggi sono gli oneri relativi alla messa in sicurezza e allo smantellamento o decommissioning delle centrali e alla sistemazione del combustibile irraggiato.

Vorrei far notare che la cifra prescinde completamente da quei 4.500 miliardi che lei, presidente, ha richiamato, i quali derivano semplicemente da un ritardato pagamento dell'onere termico, quindi sono qualcosa che ha a che fare con la gestione normale del servizio elettrico, sono somme che l'ENEL avrebbe dovuto ricevere dalla cassa conguaglio nel corso degli ultimi quattro anni e non ha ricevuto.

PRESIDENTE. Mi permetta di interromperla, ma vorrei precisare che ho citato quella cifra solo per dire che l'ENEL aveva avuto una "barca di soldi" e che, essendo la cassa conguaglio poco più comprensibile del libro dei morti tibetano e notoriamente infarcita di personale ENEL, in un certo senso gioca in casa. Ciò è poco anglosassone, ammesso che sia vero che gli inglesi fanno in modo di distinguere la funzione del controllore da quella del controllato.

Mi consenta di esprimere una mia opinione, poiché ho il sospetto che se si fossero usati, ad esempio, i criteri proposti in una relazione della Corte dei conti alle Camere del 30 giugno 1993, relazione che io ben conosco e che è stata del tutto ignorata dalle Camere e dal Governo, probabilmente la verifica dell'Authority avrebbe portato a mettere addirittura in discussione somme che l'ENEL aveva già ricevuto attraverso la fatturazione.

Volevo semplicemente dire che quando parlo di "barca di soldi", credo di sapere quel che dico.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Non lo mettevo in dubbio, ma sottolineavo la diversa natura dei 4.500 miliardi rispetto agli altri. Tra l'altro siamo così sensibili all'argomento che riguarda la cassa conguaglio che questa è stata oggetto di un provvedimento di commissariamento da parte dell'Autorità.

PRESIDENTE. L'argomento non attiene alle competenze della Commissione, ma posso esprimere le mie personali felicitazioni perché ciò è accaduto.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Circa gli oneri residui, la disattivazione di una centrale nucleare si può scomporre in due fasi, una prima di messa in custodia con sicurezza passiva e una seconda, più complessa e onerosa, di smantellamento o decommissioning. L'onere complessivo da reintegrare era stato a suo tempo stimato dal Comitato interministeriale prezzi, sulla base dell'accantonamento effettuato dall'ENEL nei suoi fondi (fondo smantellamento impianti e fondo trattamento e smaltimento del combustibile nucleare), come la differenza tra la consistenza di questi fondi alla data della chiusura programmata delle centrali e l'accantonamento realizzato alla data della chiusura anticipata delle centrali stesse. Su quel criterio questa Autorità non ha ritenuto di dover fare osservazioni di incongruenza, poiché sembra appropriato, nel senso che non vi è dubbio che si tratti di oneri connessi.

Per quanto riguarda il criterio della quantificazione, è difficile stimare in modo congruo gli oneri in quanto riferiti ad operazioni che si concluderanno in un periodo lungo, presumibilmente in situazioni normative e di tutela ambientale diverse, progressivamente più stringenti e pertanto con oneri crescenti rispetto a quelli attualmente prevedibili. Neppure a livello internazionale vi è una storia attendibile rappresentativa di centrali nucleari che abbiano completato queste operazioni. Quindi, è difficile fare operazioni di congruità comparativa.

La scelta del Comitato valutazione oneri nucleari e conseguentemente del CIP è stata quella di attestarsi sulla valutazione di bilancio, presumibilmente prudente, effettuata in tempi passati dallo stesso ENEL, accantonando risorse tendenzialmente sufficienti allo scopo, considerando lo stato della normativa e delle conoscenze.

Si può notare, a titolo di esempio a livello internazionale, che spesso sono stati ipotizzati tempi di smantellamento di centrali superiori ai 20-30 anni dalla data di fine esercizio.

In questa situazione, poiché il CIP aveva disposto che la cassa conguaglio provvedesse all'istituzione di un apposito conto di gestione degli oneri nucleari, l'Autorità ha ritenuto di sottoporre a separata e specifica contabilità gli oneri relativi alla futura gestione delle attività nucleari residue. Quindi, ha provveduto a separare la loro contabilità. Con delibera dell'Autorità, la cassa conguaglio deve istituire due ulteriori conti, il conto per il rimborso degli oneri nucleari alle imprese appaltatrici (separate quindi dall'ENEL) e il conto per il rimborso all'ENEL di oneri relativi alle attività nucleari residue, cosicché il vecchio conto resterà utilizzato solo per la gestione dei rimborsi all'ENEL degli oneri riconosciuti diversi da quelli relativi al riprocessamento.

PRESIDENTE. Su operazioni situate decenni dopo la chiusura della centrale non mi è chiara la presenza di aziende appaltatrici.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Abbiamo diviso tutti gli oneri nucleari, sia quelli passati ancora non completamente pagati sia i cosiddetti residui (combustibile e smantellamento), in un unico conto. Abbiamo istituito tre conti: uno per le imprese appaltatrici, che riguarda il passato, due per l'ENEL (uno per il passato, che è da finire di pagare, uno per il futuro).

Infatti, la direttiva europea prevede, all'articolo 24, che gli Stati membri, i cui impegni o garanzie di gestione accordate prima dell'entrata in vigore della direttiva non possono essere adempiuti a causa della direttiva stessa (questo implica che qualche onere sugli utenti possa non essere più riconoscibile in base alla direttiva: tutti gli oneri che non sono direttamente attinenti al servizio corrono questo rischio, ma qui si entra in un discorso difficile), possano richiedere un regime transitorio che può essere concesso dalla Commissione. Poiché non sappiamo cosa verrà e cosa non verrà riconosciuto, abbiamo ritenuto opportuno distinguere il passato dal futuro in modo che a Bruxelles siano fatte segnalazioni separate.

Vi è poi l'esigenza di distinguere le attività direttamente finalizzate all'erogazione del servizio elettrico da altre funzioni e attività, assicurando una corretta disaggregazione e imputazione dei costi, anche ai fini delle operazioni di determinazione tariffaria. Ciò consentirebbe di costituire una società o struttura separata in cui siano segregate tutte le attività nucleari residue.

PRESIDENTE. La separazione contabile, secondo le modalità che lei ha ricordato, è la premessa necessaria per un'eventuale separazione societaria per quello che riguarda le attività di chiusura del nucleare.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Ho parlato di separazione contabile nella cassa conguaglio per il settore elettrico. Altra cosa è la separazione contabile e amministrativa all'interno delle società.

PRESIDENTE. Tra le due separazioni però vi è un nesso, perché è difficile istituire una società separata dall'ENEL senza aver avuto prima una separazione contabile del tipo di quella di cui lei ha parlato.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Stiamo per emanare la direttiva sulla separazione contabile che riguarda tutto ciò che serve alla riforma del settore nella direzione indicata dalla direttiva europea, la quale richiede la separazione contabile e amministrativa, in armonia con la legge n. 481. Ma questo è un altro problema che riguarda la separazione tra generazioni, rete di trasmissione, attività di distribuzione e tutto ciò che serve a consentire l'operare di diversi soggetti.

In particolare, in quel contesto, prevediamo la separazione di queste attività all'interno dell'ENEL e, simmetricamente, nella cassa conguaglio la separazione degli oneri da reintegrare, cosicché qualsiasi decisione - che non spetta a noi assumere ma al Parlamento e al Governo - relativa all'eventuale istituzione di un'apposita entità troverà il terreno pronto sia nella direttiva per la separazione contabile e amministrativa dell'ENEL sia nella decisione relativa ai conti di cassa conguaglio.

In conclusione, il problema centrale riguarda la possibilità che gli oneri riconosciuti a rimborso siano sufficienti per le attività che dovranno essere svolte nei molti anni a venire. In linea generale, pur nell'incertezza delle valutazioni attuali, riteniamo che questa possibilità ci sia. Occorre tenere conto del fatto che gli oneri nucleari di qualsiasi tipo, se riconosciuti, devono essere considerati nell'ampia categoria dei cosiddetti oneri di sistema che vengono compresi nella tariffa ma non sono inerenti all'attività industriale specifica di fornitura del servizio. Questi oneri di sistema, in un contesto riformato, non devono essere eccessivi, perché, se lo sono, possono compromettere o limitare in modo non accettabile le caratteristiche di accessibilità e di uso della rete elettrica, poiché è solo sulla rete che si riescono ad "acchiappare" tutti i soggetti quando vi è la concorrenza sul mercato. Se su quel passaggio si caricano troppi oneri di sistema, diventa grande l'incentivo a scegliere vie alternative quale l'autoproduzione.

PRESIDENTE. Ma gli oneri di sistema possono valere anche - questa mi sembra l'interpretazione che si sta dando - a futura memoria, cioè per attività pregresse anche di molti anni e non più corrispondenti ad un esercizio effettivo da parte delle o della società esercente la rete?

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. L'espressione, nella sua accezione completa, comprende tutto e quindi sono oneri di sistema i 4.500 miliardi, gli oneri nucleari del passato, quelli del futuro, il sostegno delle fonti rinnovabili...

PRESIDENTE. Mi tolga una curiosità: nel momento in cui separassi, ad esempio, i momenti di produzione, generazione, distribuzione e trasmissione ed avessi delle società corrispondenti, pubbliche o private, probabilmente private, su chi andrebbero caricati questi oneri di sistema?

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Questo è il punto cui facevo riferimento. Al momento, la strada che riteniamo più percorribile tecnicamente è quella di caricarli sulla trasmissione, che rappresenta il collo di bottiglia attraverso cui passare. Poiché gli oneri se di sistema sono da tutti gli utenti del sistema debbono essere pagati, bisogna trovare un punto e mettere la gabella dove va il passante, non dove questo non passa. Sottolineavo però che a questo riguardo vi sono difficoltà perché se l'onere di sistema collocato sulla trasmissione è eccessivo, l'incentivo a by-passare la trasmissione diventa grande e tecnicamente è possibile per dei privati organizzarsi attraverso l'autoproduzione, a meno che lo Stato non vada a gravare l'autoproduzione di tali oneri, ma in quel caso siamo su strumenti che non sono semplici e probabilmente scivoliamo verso l'area fiscale, da un punto di vista di attuabilità dello strumento. Dicevo, quindi, che gli oneri non debbono essere eccessivi. Noi non riteniamo di poter formulare delle stime complete per tutto il futuro e questo per il motivo detto; sicuramente, al momento, in questi oneri riconosciuti vi è copertura per le operazioni prevedibili.

Vi è poi un cenno, l'ultimo che faccio in chiusura del mio intervento; un eventuale scorporo dall'ENEL di tutte le attività connesse ai materiali combustibili e centrali nucleari riteniamo potrebbe comportare un aumento di valore di mercato dell'ENEL non trascurabile; e quindi noi riteniamo che in questo incremento di valore in futuro potrebbe essere trovata copertura, con una parziale utilizzazione di questo incremento di valore, all'eventuale fabbisogno aggiuntivo che oggi non siamo in grado di stimare. Mentre non riterremmo di dovere oggi, nell'incertezza, aumentare ancor più i già pesanti oneri di sistema che, per il motivo cui facevo cenno prima, è bene non siano troppo elevati.

PRESIDENTE. La ringrazio, professor Ranci. Mi permetta di correggerla parzialmente, perché alla separazione della contabilità non é conseguita nella legge istitutiva dell'Authority la separazione delle concessioni relative alla generazione elettrica, alla trasmissione e alla distribuzione, che restano tutte in capo all'ENEL SpA. Ricordo un ordine del giorno, all'epoca approvato in sede parlamentare, che traduceva appunto la non volontà della maggioranza di inserire nella legge la separazione delle concessioni.

Nel testo scritto si afferma che le risorse di cui l'ENEL dispone in appositi fondi "sono sufficienti a far fronte a tutti i costi che si dovranno sostenere per dare soluzioni definitive ai problemi della sistemazione dei rifiuti e dei materiali nucleari". Questa affermazione è molto importante perché a monte di ogni possibile considerazione sulla difficile quantificazione delle risorse che serviranno e della eventuale valorizzazione che verrebbe all'ENEL dallo scorporo di queste attività, in modo autorevole si afferma che l'ENEL già dispone di questi fondi. Insisto su questo perché nell'ipotesi cui prima accennavo, ove cioè si costituisse una agenzia per la cura della parte scorporata dall'ENEL, sulla base di questa valutazione dovremmo ritenere giusto che i fondi di cui l'ENEL già dispone, come viene detto testualmente nel testo appena citato, vadano a questa agenzia per svolgere le attività scorporate dall'ENEL. Vi sarebbe poi la questione della valorizzazione che ne deriverebbe, ma questa sarebbe logicamente e forse anche cronologicamente successiva.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Dirò qualcosa su questo punto, ma maggiori dettagli potranno essere forniti dal professor Sergio Garribba. Vorrei sottolineare che nella frase citata si afferma testualmente che "gli oneri riconosciuti a rimborso, aggiungendosi ad altre risorse di cui l'ENEL dispone in appositi fondi" (cioè ciò che è stato già accantonato) "sono sufficienti" (a nostro avviso)" a far fronte a tutti i costi che si dovranno sostenere per dare soluzioni definitive ai problemi della sistemazione dei rifiuti e dei materiali nucleari". Questo non è tutto, non c'è lo smantellamento; ciò che dicevo prima è che l'insieme di questi fondi, degli oneri riconosciuti...

PRESIDENTE. In questo non c'è lo smantellamento?

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Altrimenti non sarebbe necessario quel cenno all'eventuale valorizzazione, perché quella è una voce che riguarda più il futuro e l'imprevedibile e per la quale non è possibile pronunciare oggi un'affermazione decisa come questa.

Il professor Garribba può forse completare questo aspetto, avendo più di me competenza in materia.

SERGIO GARRIBBA, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Signor presidente, nella relazione consegnata alla Commissione è contenuta una appendice dove troviamo una tavola che riporta in dettaglio, centrale per centrale, l'importo degli oneri nucleari riconosciuti dall'Autorità all'Enel ai valori del 31 dicembre e la consistenza dei fondi accantonati dall'ENEL, come risultano dal bilancio 1997. Vi può essere qualche imprecisione, anche perché mi permetto di ricordare che in passato l'esistenza di un conto unico per il rimborso degli oneri nucleari lasciava piena discrezionalità all'ENEL nell'allocazione di questi rimborsi e quindi l'ENEL poteva decidere quanto assegnare alle imprese, quanto per la custodia con messa in sicurezza passiva delle centrali e così via. Noi riteniamo che questa discrezionalità vada tolta per i motivi esposti dal professor Ranci. Ci risulta però difficile dare una lettura accurata dei bilanci dell'ENEL e capire esattamente la provenienza delle diverse cifre. Riteniamo che tali cifre vadano proposte a questa Commissione parlamentare ed eventualmente, qualora si arrivi all'ipotesi di una agenzia o ente pesante, vale a dire con il conferimento anche patrimoniale di attività, andrebbe chiesta all'ENEL o fatta una analisi di dettaglio più accurata di quelle che sono le consistenze di questi fondi e delle attività cui realmente si riferiscono.

PRESIDENTE. Prendendo spunto proprio da quanto ci ha ora detto, le chiedo: l'Autorità "ha in penna" una delibera concernente la discrezionalità con cui l'ENEL amministra i fondi cui faceva prima riferimento? Questo sarebbe rilevante sotto il profilo delle conseguenze. E' allo studio una delibera di questo genere o è un auspicio?

SERGIO GARRIBBA, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Più che un auspicio; gli oneri nucleari riconosciuti a rimborso devono essere reintegrati in tariffa; in questo momento, dalle 9,1 lire per chilowattora al 30 giugno 1997 si è passati a 1,27 lire per chilowattora; quindi è necessario il cosiddetto reintegro tariffario. Questo verrebbe meglio congegnato con riferimento alla riforma dell'ordinamento tariffario cui sta lavorando l'Autorità. Allora, anche in una logica di conti separati (ma queste sono ipotesi), sarebbe più logico rimborsare prima le imprese appaltatrici, che hanno tassi di interesse più elevati, poi l'ENEL ed infine, con tempi diversi, far fronte agli oneri nucleari per le cosiddette attività nucleari residue, che hanno tempi decisamente più lunghi. Questo vorrebbe la logica, mentre in passato, mettendo insieme i diversi conti e le diverse voci, si caricava tutto sull'utente in modo uniforme.

PRESIDENTE. Mi perdoni l'insistenza, ma allora la logica potrebbe poi coincidere anche con delibere che l'Autorità ha tutta la potestà di prendere in questo senso?

SERGIO GARRIBBA, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Autorità e cassa conguaglio per il settore elettrico.

PRESIDENTE. Non essendovi richieste di intervento da parte dei commissari, do la parola al professor Ranci, che l'ha chiesta per alcune precisazioni.

PIPPO RANCI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas. Grazie, presidente. Ho chiesto la parola per alcune precisazioni con riferimento alle previsioni temporali. Nella sua introduzione lei ha fatto un cenno, mi pare,al giugno 1999 e, in effetti, non siamo al momento in grado di dire entro quando l'utente avrà finito di pagare questi oneri. Mi sembra comunque eccessivamente ottimistico pensare a giugno 1999. La velocità con cui questi oneri sono caricati in tariffa è stata, come ricordava il professor Garribba, da noi abbassata, dalla velocità di 9,1 lire siamo passati a quella di meno di 2, inizialmente quando abbiamo avviato gli studi per la verifica di congruità. In via prudenziale abbiamo abbattuto questa voce per non rischiare di far pagare all'utente più di quanto dovuto. Adesso dobbiamo riprendere velocità perché a quella di 2 lire si va troppo in là; vi è poi la direttiva ed il fatto che questi oneri relativi a operazioni passate debbono terminare rapidamente. Qui però, per l'utente, l'onere si somma a quello dei 4.500 miliardi cui lei prima faceva riferimento, che sono lo sbilancio del vecchio conto onere termico, cosa che a nostro avviso va pagata.

Allora, profittando della favorevole congiuntura sui prezzi del petrolio, l'utente sta oggi ripagando molto velocemente, al ritmo di 17 lire il chilowattora, l'onere termico; per quello possiamo essere tranquilli che si chiuderà entro i primissimi mesi del 1999; a quel punto potrà essere accelerato il ripagamento degli oneri nucleari (se lo accelerassimo ora andremmo a far aumentare la tariffa per pochi mesi), ma in quel momento andremo grosso modo a coincidere con la riforma e quindi dovremo anche aver cura di far sì che laddove questa comporta aumenti tariffari, laddove cioè l'utente sta pagando significativamente di meno del costo correttamente imputabile - e per certe categoria di utenti questo è vero - si creino situazioni tollerabili. Grosso modo, considerato il margine di queste 17 lire kilowattora, che verranno a cessare con i primi mesi del 1999, e la prospettiva di un mercato petrolifero, che non sembra destinato ad impennarsi, vi è la possibilità di esaurire, entro un tempo non molto lungo, ma non entro il mese di giugno 1999, il debito nucleare.

PRESIDENTE. Se non entro il mese di giugno - data che mi sembrava fornita dall'Autorità, ma posso essermi sbagliato - sicuramente entro dicembre, perché una volta che quelle 17 lire non sono più pagate per gli oneri termici, in gran parte possono saldare questa partita; del resto, per la cosiddetta energia elettrica immessa in rete dall'ENEL non vi è un cartellino colorato che distingua quella prodotta da quest'ente rispetto a quella importata, tant'è che, se non ricordo male, anche su quella l'ENEL prende il sovrapprezzo termico. Considerato, quindi, che quelle 17 lire possono essere tranquillamente trasferite su circa 250 miliardi di kilowattora, il conto è presto fatto.

SERGIO GARRIBBA, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas.

Vorrei rispondere, signor presidente, ad una sua sollecitazione iniziale relativa al tipo di agenzia internazionale per la gestione rifiuti. L'argomento esula dai compiti dell'Autorità, però la interessa per le conseguenze....

PRESIDENTE. Avevo chiesto dei suggerimenti, quindi ben vengano.

SERGIO GARRIBBA, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas.

Una prima osservazione è che non vi sarebbe un aumento del valore di mercato dell'ENEL se l'onere nucleare riconosciuto fosse esuberante; anzi, in quel caso vi sarebbe una diminuzione del valore di mercato. Dunque, se si parla di un aumento del valore di mercato dell'ENEL vuol dire che qualcuno ritiene che gli oneri nucleari riconosciuti al rimborso per queste attività nucleari residue non sono sufficienti. Quindi, quant'è questo aumento di valore di mercato? Indubbiamente esso dipende dal contesto e anche da un'agenzia nazionale, perché se essa è credibile, capace e in grado di agire in tempi certi riduce le differenze; riduce, in sostanza, l'ammontare dell'onere che si deve comunque riconoscere per le attività nucleari a chiusura. Credo, quindi, che un'agenzia o un ente nazionale debbano essere anzitutto credibili, trasparenti, certi, capaci di agire (il termine "pesanti", per usare le parole del ministro Bersani, lo aggiungerei alla fine). E' soprattutto importante che il progetto di legge a cui sta lavorando il Parlamento sia portato a termine entro tempi ragionevolmente brevi e con un risultato significativo e trasparente.

PRESIDENTE. Nel ringraziare i componenti l'Autorità per il contributo offerto ai lavori della Commissione, dichiaro conclusa l'audizione odierna.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Avverto che la missione in Calabria e Basilicata si svolgerà il 24 ed il 25 settembre prossimi ed invito i rappresentanti di gruppo a far pervenire negli uffici di segreteria i nominativi dei partecipanti.

Avverto inoltre che il prossimo 15 settembre, alle ore 13, si riunirà il gruppo di lavoro sulle normative regionali coordinato dal vicepresidente senatore Specchia; il 16 settembre, alle ore 13, si riunirà anche il gruppo di lavoro sui traffici illeciti nazionali ed internazionali da lui coordinato, cui seguirà, alle ore 14, la riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 15.15.

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