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COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA

SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'

ILLECITE AD ESSO CONNESSE

57.

SEDUTA DI MERCOLEDI' 14 OTTOBRE 1998

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA

I N D I C E

 

Esame della proposta di relazione sulla regione Lazio

 

La seduta comincia alle 13,30

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Esame della proposta di relazione sulla regione Lazio.

PRESIDENTE. Desidero innanzitutto far presente che il vicepresidente Gerardini non può essere presente all'odierna seduta; quindi, la discussione del documento relativo agli incentivi alle imprese per lo sviluppo sostenibile, di cui egli è relatore, è rinviato alla prossima settimana. Invito ora il senatore Iuliano a prendere la parola per illustrare la proposta di relazione sulla regione Lazio; anche su questo documento la discussione inzierà la prossima settimana

GIOVANNI JULIANO. Proseguendo nella sua attività di indagine nelle diverse regioni italiane, la Commissione ha dedicato una specifica attenzione alla situazione del ciclo dei rifiuti nel Lazio: la relazione su questa regione segue quelle già dedicate a Piemonte, Liguria e Campania. La scelta di inserire il Lazio dopo quelle regioni è stata determinata anche dalle informazioni in possesso della Commissione che indicavano questo territorio come soggetto a rischi sia ambientali sia di infiltrazioni criminali.

Si tratta di informazioni che hanno trovato un sostanziale riscontro nelle missioni svolte e nelle audizioni tenute. La relazione, che io qui sintetizzo, contiene infatti il resoconto dei numerosi sopralluoghi effettuati dalla Commissione: in particolare vanno qui ricordati quelli svolti a Pomezia, Ardea, Latina e Monterotondo, dove è stato possibile constatare il danno causato da quella particolare forma di illegalità che nella relazione viene definita "holding del riciclaggio fantasma". In sostanza è stato rilevato come frazioni di rifiuti raccolti in maniera differenziata nel nord Italia, e in particolare nella provincia di Milano, siano state abbandonate in capannoni industriali dismessi, divenuti così vere e proprie discariche abusive.

La particolare gravità di tali episodi ha indotto la Commissione a convocare in audizione l'autorità giudiziaria, che ha scoperto tale traffico, per avere un quadro più dettagliato della situazione. La relazione illustra nel dettaglio il meccanismo illegale, invitando il Parlamento ad una riflessione sulle società criminali che sono riuscite ad utilizzare anche le innovazioni introdotte dal decreto Ronchi per ottenere un giusto profitto, arrecando non solo un grave danno all'ambiente ma truffando quegli enti locali che hanno pagato per un importante servizio - il recupero del materiale - che in realtà non è avvenuto.

La relazione illustra inoltre nel dettaglio due episodi nei quali l'attività di indagine ha consentito di ottenere concreti risultati. Il primo è relativo alla scoperta a Pontinia di un sito nel quale dovevano essere trattati fusti metallici per il trasporto di rifiuti pericolosi liquidi: il sopralluogo della Commissione ha consentito di evidenziare come il sito fosse del tutto sprovvisto dei macchinari necessari e si configurasse piuttosto come un deposito abusivo di rifiuti pericolosi. Venne pertanto convocata l'autorità giudiziaria competente, che dispose il sequestro dell'area, avviando l'indagine per accertare eventuali scarichi irregolari di rifiuti pericolosi. Nel secondo caso, illustrato nella relazione anche con una serie di tavole, la Commissione ha avviato l'indagine a seguito della presentazione di un esposto, secondo il quale nel comune di Riano Flaminio erano sepolte alcune migliaia di fusti contenenti rifiuti pericolosi. In questo caso è stata adottata una tecnologia all'avanguardia in dotazione all'Istituto nazionale di geofisica, che consente l'individuazione di materiale metallico in profondità. Gli scavi effettuati a seguito di tale indagine, hanno portato effettivamente alla scoperta di numerosi fusti, anche se in numero sensibilmente inferiore rispetto a quanto riportato nell'esposto. L'azione della Commissione ha comunque consentito di fornire finalmente ai cittadini di Riano Flaminio un'informazione puntuale, attesta da molto tempo.

Gli altri sopralluoghi di cui si dà conto nella relazione si sono svolti presso l'impianto di selezione e compostaggio di Colfelice (in provincia di Frosinone) presso la ex-Chimeco di Guidonia (in provincia di Roma) e presso la BPD difesa e spazio di Colleferro (sempre in provincia di Roma).

Per quanto concerne la situazione criminale nel Lazio, la relazione dà conto della denuncia fatta in sede di audizione dalla Direzione distrettuale antimafia, secondo la quale i clan della criminalità organizzata sarebbero ormai operanti in comuni alle porte di Roma, anche nel ciclo dei rifiuti. La relazione evidenzia come tale denuncia non sia stata confermata dall'attività giudiziaria, anche se ciò è dovuto anche al fatto che le attuali previsioni normative non contribuiscono ad un'azione investigativa efficace, impedendo ad esempio l'uso di strumenti quali le intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Relativamente all'attività degli uffici giudiziari, la relazione sottolinea l'importanza delle inchieste condotte dalla procura di Roma e, in tempi più recenti, dalle autorità giudiziarie della provincia di Frosinone. Si tratta di inchieste che, nel concreto, hanno portato all'individuazione di numerose discariche abusive, anche di rifiuti pericolosi, ma che non hanno ancora consentito di accertare la presenza della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti nel Lazio. Un ulteriore inchiesta, di cui la relazione espone i punti, è quella della procura di Velletri contro gli amministratori del comune di Anzio in merito alle vicende legate all'assegnazione dell'appalto di nettezza urbana; un caso segnalato per la sua gravità anche dal prefetto di Roma in sede di audizione.

Per quanto riguarda l'attività giudiziaria, comunque, la relazione sottolinea come l'attenzione della magistratura sui problemi ambientali non abbia trovato riscontro in adeguate iniziative ed ipotesi processuali atte a portare a sbocchi positivi le pur gravissime aggressioni al territorio generate da illecite attività compiute nel settore rifiuti. Secondo la relazione ciò è dovuto anche al fatto che la magistratura laziale soffre ancora di una cultura eccessivamente penalistica, che ha portato a spingere le indagini sul tema dei rifiuti più sulla ricerca di forme (purtroppo inesistenti), di reati ambientali che non sul terreno delle collusioni tra criminalità, imprenditoria e pubblica amministrazione, che hanno determinato la formazione di enormi patrimoni volti ad alimentare veri e propri cartelli criminali.

Riguardo alla gestione amministrativa del ciclo dei rifiuti, la relazione innanzitutto sottolinea come la regione Lazio non sia ancora dotata di un piano adeguato alla normativa nazionale; pur essendo le più recenti decisioni dell'ente regionale, senz'altro in linea con le prescrizioni del decreto legislativo 22/97, esse tuttavia non sono sufficienti ad avviare una gestione davvero moderna del ciclo dei rifiuti. Le modifiche e le innovazioni tecniche apportate in entrata di alcune discariche consentono certo di limitare l'ingresso dei rifiuti in tali siti, ma in misura ancora insufficiente rispetto alle previsioni della normativa nazionale. Fa eccezione in positivo la provincia di Frosinone, per la quale l'impianto di Colfelice - voluto dall'amministrazione regionale - consente un utilizzo davvero residuale della discarica. Di contro l'eccezione negativa è rappresentata dalla provincia di Rieti, dove non è attivo alcun impianto di smaltimento; ciò impone il trasporto dei rifiuti in altre provincie della regione e determina tra l'altro tensioni nella popolazione locale residente nelle aree di ricezione di detti rifiuti.

Un ritardo si registra poi per quanto riguarda l'agenzia regionale di protezione ambientale; pur essendo stata varata la legge regionale per l'istituzione di detta agenzia, come espressamente richiesto dalla legge 61/94, essa non è ancora diventata operativa; tale fatto, venendo a mancare il punto di sintesi e di promozione di tutti i controlli in sede ambientale, determina un giudizio critico nei confronti dell'azione della regione e delle provincie laziali.

La relazione evidenzia poi un'attività sempre crescente delle forze dell'ordine nel settore dei controlli; attività tuttavia di fatto contrastata dalla già richiamata debolezza del quadro sanzionatorio in materia ambientale. Per questo la relazione invita nuovamente il Parlamento a dare seguito al documento approvato da questa Commissione il 26 marzo scorso in materia di criminalità ambientale, che prevede tra l'altro l'introduzione nel codice penale del titolo VI-bis, delitti contro l'ambiente, nonché disposizioni sostanziali e processuali contro il fenomeno criminale dell'ecomafia..

Viene infine dato atto dell'attività svolta sul territorio del Lazio dalle associazioni ambientaliste, che ha fatto emergere molte delle questioni di cui si è poi occupata la magistratura e che ha costitutito uno stimolo ed una sollecitazione all'attività dei pubblici poteri, anche quale momento di equilibrio e mediazione fra le posizioni più estreme sostenute da formazioni spontanee di cittadini che hanno ritenuto in alcuni casi di far valere le proprie ragioni rifiutando ogni soluzione.

PRESIDENTE. Nel ringraziarla per il lavoro svolto, senatore Iuliano, mi permetto di segnalare l'esigenza che nella relazione venga delineata più diffusamente la situazione complessiva della gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sia nella città di Roma che nella sua provincia.

Il seguito dell'esame della proposta di relazione sulla regione Lazio è rinviato ad altra seduta.

Comunicazioni del Presidente..

PRESIDENTE. Avverto che domani, giovedì 15 ottobre 1998, alle 13,30, è prevista la riunione del gruppo di lavoro sui traffici illeciti nazionali ed internazionali, di cui sono coordinatore.

Avverto inoltre che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 21 ottobre 1998, alle 11,30, per la discussione della proposta di relazione sul Lazio e del documento relativo agli incentivi alle imprese per lo sviluppo sostenibile.

La seduta termina alle 14.5

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