Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi

XIII legislatura

Doc. XXIII n. 30

Quinta relazione semestrale sullo stato dei lavori

presentata dal Presidente della Commissione

(PELLEGRINO)

ai sensi dell'articolo 2, comma 4, della legge 17 maggio 1988, n.172, richiamata dall'articolo 1 della legge 23 dicembre 1992, n.499 e successive modificazioni

Comunicata alle Presidenze il 13 luglio 1999

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I N D I C E

  1. La ricomparsa di episodi di terrorismo. L’assassinio del professor D’Antona.

  2. Caso Moro.

  3. Le informazioni fornite dal SISDE sui "documenti cecoslovacchi".

  4. La bozza di relazione e le consulenze a tempo ed oggetto determinato

  5. Procedimenti giudiziari in corso.

  6. I documenti sequestrati a Robbiano di Mediglia

  7. Sviluppi del caso Ustica

  8. La Commissione terrorismo e stragi su un sito Internet

 

La ricomparsa di episodi di terrorismo. L’assassinio del prof. D’Antona.

La fase storica successiva all’attentato mortale del 1988, ai danni del prof. Ruffilli, da parte delle Brigate Rosse, non aveva fatto registrare episodi terroristici particolarmente gravi e significativi attribuibili a formazioni dell’estrema sinistra extraparlamentare o anarchiche. Negli anni più recenti peraltro si erano manifestati minacciosi ed eterogenei segnali premonitori di un crescente, variegato attivismo contrassegnato da attentati minori, atti di violenza, minacce, intimidazioni, volantinaggi. Aveva anche ripreso vigore l’elaborazione teorica e documentale clandestina improntata all’oltranzismo rivoluzionario ed intransigente e basata sui temi della condanna del neocapitalismo borghese, della tecnocrazia e del riformismo, con accenti particolarmente critici verso la politica della sinistra di governo.

Per quanto concerne la pura e semplice sigla delle Brigate Rosse, essa era affiorata solo in un paio di occasioni. Con maggiore frequenza erano invece apparse le sigle del "partito comunista combattente", dei "nuclei comunisti combattenti", dei "nuclei territoriali antimperialisti" e dei "gruppi anarchici insurrezionalisti".

Che vi fosse comunque un pericoloso agitarsi di frange estremistiche e di strategie e progettualità da parte di formazioni e gruppi ispirati al radicalismo ed all’antagonismo di classe era stato a suo tempo segnalato anche dal prefetto Ferrigno, capo della Polizia di prevenzione, ed era stato dettagliatamente esposto dallo stesso nel corso della sua audizione in Commissione che risale al 19 dicembre 1996.

Fino al maggio 1999 si erano registrati attentati ed azioni aventi spiccato o prevalente carattere dimostrativo e gli obiettivi della contestazione violenta si erano limitati a provocare danni a strutture o ad organizzazioni nazionali ed estere, nonché a valorizzare i temi dell’opposizione all’atlantismo e del classismo tradizionale: questa fase di "astensione" dalla violenza estrema diretta alle persone è stata drammaticamente interrotta il 18 maggio u.s. dall’attentato mortale del quale è stato vittima il professor D’Antona.

Il grave fatto di sangue ha indotto la Commissione ad una riflessione approfondita e critica sul complesso delle misure e delle attività di prevenzione e di contrasto adottate da parte delle forze di sicurezza, nonché sulla capacità di queste di operare con la dovuta tempestività. La Commissione si è anche domandata se nel decennio trascorso vi sia stata un’adeguata valutazione delle probabilità di una nuova ondata di terrorismo, anche come possibile reazione all’indirizzo politico della nuova classe dirigente ed in opposizione alle strategie sociali ed economiche perseguite dai governi riformisti.

Sulla base delle considerazioni innanzi accennate, e con l’attenzione rivolta alla possibilità del ripetersi di altri fatti di sangue (peraltro minacciosamente preannunciati dal volantino delle Brigate Rosse diffuso in concomitanza dell’assassinio del professor D’Antona) la Commissione ha chiesto ed ottenuto l’audizione del sottosegretario di Stato per l’interno, onorevole Sinisi, svoltasi in data 25 maggio 1999 e tenuta, in gran parte, in seduta segreta.

Successivamente il presidente Pellegrino, nel corso della seduta dell’Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi in data 17 giugno 1999 - dopo aver ricordato che fra i compiti assegnati alla Commissione vi è, come primo, quello di accertare i "risultati conseguiti e lo stato attuale della lotta al terrorismo" - ha comunicato la sua intenzione di redigere, per poi sottoporlo al giudizio della Commissione, un documento riepilogativo sul terrorismo brigatista con particolare riferimento agli anni successivi al 1988. Ciò sul fondato presupposto che, nel corso di tale periodo, il grave fenomeno (apparentemente attenuatosi e secondo alcuni votato all’estinzione) sia in realtà restato presente nella realtà sociale italiana e non sia stato adeguatamente conosciuto, analizzato e valutato. Lo stesso presidente Pellegrino non ha mancato di richiamare l’attenzione su alcune allarmanti dichiarazioni rese da brigatisti latitanti, detenuti e/o "irriducibili" dopo l’attentato al professor D’Antona, con le quali si esprimevano solidarietà agli autori del crimine e veniva dichiarata l’intenzione di proseguire ed intensificare la lotta armata di classe.

 

Caso Moro: l’ulteriore documentazione acquisita; le notizie sul musicista Markevitch; i contatti con i magistrati della Procura della Repubblica di Roma.

Sulla vicenda del rapimento e dell’assassinio del Presidente della Democrazia cristiana l'attenzione della Commissione si è soffermata a lungo ed a più riprese. Si è proceduto ad una serie di audizioni, tutte rivelatesi di vivo interesse: nell’ordine, sono stati ascoltati il dottor Tullio Ancora, il senatore Luciano Barca, il dottor Giovanni Moro, l’avvocato Giannino Guiso, il signor Alberto Franceschini e l’onorevole Claudio Signorile.

Un particolare rilievo hanno assunto, nel giudizio di alcuni commissari, le dichiarazioni del signor Franceschini riferite alla possibilità che la condotta delle Brigate Rosse sia stata condizionata da presenze e finalità esterne ad esse e sia stata collegata con organizzazioni ufficiali o ufficiose o strutture di intelligence di altri paesi. Le dichiarazioni di Franceschini hanno, tra l’altro, indotto la Commissione ad acquisire materiale documentale e fotografico reperito presso gli archivi della Corte d’Assise di Torino e concernente il primo processo ai capi "storici" delle BR.

E’ continuata l’acquisizione di tutto il materiale documentale disponibile relativo alla vicenda Moro. Il Ministero dell’interno ed il SISDE hanno fornito quanto in precedenza si erano impegnati a trasmettere. In particolare va segnalato che in data 7 aprile è pervenuto ulteriore e copioso materiale dalla segreteria speciale del Gabinetto del Ministro. Il SISDE, a più riprese, nel marzo e nell’aprile 1999, ha inviato per iscritto risposte che il suo Direttore si era impegnato a comunicare a seguito della sua audizione avvenuta il 25 novembre 1998.

Va anche segnalato che in data 26 giugno 1999 il Ministero dell’interno, Direzione centrale della polizia di prevenzione, ha completato l’invio, iniziato nel 1995, di una complessa documentazione concernente fatti e nominativi dell’estremismo politico di destra e di sinistra nonché i profili e le notizie sui personaggi che lo hanno popolato e contraddistinto. Il materiale risulta frutto di una ricerca sistematica condotta sia presso gli organi centrali dell’Amministrazione che presso le singole prefetture.

Un vivo interesse si è manifestato da più parti con riferimento ad una notizia pubblicata dall’Ansa in data 28 maggio 1999, nella quale veniva ipotizzato nella persona del musicista di origine russa Igor Markevitch colui che avrebbe ospitato in Firenze il comitato esecutivo delle BR nei cinquantacinque giorni del sequestro dell’onorevole Moro. Le notizie di stampa precisavano anche che su tale nominativo, emerso nel corso delle indagini condotte a Brescia sull’attentato di piazza della Loggia, sarebbe stato aperto un fascicolo processuale trasmesso poi per competenza alla Procura di Roma. Su questa vicenda, ancora priva di riscontri e conferme attendibili, la Commissione ha comunque chiesto informazioni alla direzione della Polizia di prevenzione ed ha assegnato un incarico di ricerca archivistica ad uno dei suoi consulenti.

Su richiesta formulata dalla Procura di Roma, con lettera del 29 maggio 1999, il Presidente della Commissione, a chiarimento di alcune notizie di stampa ed in relazione a dichiarazioni a lui attribuite, ha fornito alla Procura stessa ogni elemento utile alla ricostruzione della vicenda dell’onorevole Moro, che possa desumersi sia dalle più recenti audizioni condotte dalla Commissione, sia dall’analisi delle notizie apparse sulla stampa e/o commentate nella pubblicistica recente.

Il Presidente inoltre nell’annunciare, come prima detto, ai colleghi dell’Ufficio di Presidenza la sua intenzione di redigere un documento di riepilogo e di orientamento sui fatti più recenti del terrorismo brigatista, ha anche aggiunto che a tale documento se ne affiancherà un altro dedicato agli sviluppi delle indagini sul caso Moro ed ai possibili nuovi spunti investigativi che sono stati prefigurati al riguardo.

 

Le informazioni fornite dal SISDE sui "documenti cecoslovacchi".

La Commissione non aveva mancato già nel passato di rivolgere la dovuta attenzione al tema dei possibili collegamenti ideologici e/o operativi fra le forze dell’eversione e del terrorismo italiani e le organizzazioni estremistiche attive in altri Paesi, nonché con alcuni servizi segreti stranieri. Si tratta certo di un campo di indagine che diviene difficile allorché si tratti di individuare e decifrare nella loro portata effettiva, ed alla luce della realtà storica degli anni del dopoguerra e della guerra fredda, gli eventuali rapporti intercorsi con centrali operanti oltre confine.

Già negli anni passati la Commissione ha avuto modo di acquisire ampio materiale concernente i rapporti fra formazioni e partiti politici italiani e le strutture di alcuni Paesi dell’ex blocco comunista, e ciò con particolare riferimento alla Repubblica cecoslovacca.

In questo ambito si è inserita la notizia di una vicenda riportata in un articolo apparso nel n. 20 del settimanale "Panorama" del 21 maggio 1998. Secondo l’autore dell’articolo, la Procura di Roma richiese al SISDE i documenti che sarebbero stati consegnati nel settembre del 1990 dall’allora presidente cecoslovacco Havel alle autorità italiane nel corso di una visita di Stato nel nostro paese. I documenti avrebbero riguardato l’attività delle Brigate Rosse e i rapporti di queste con autorità cecoslovacche o esponenti di quel regime, nonché lo stesso rapimento dell’onorevole Moro.

Il SISDE in un primo tempo precisò che presso quel Servizio "non esisteva una documentazione riconducibile a quella richiesta"; successivamente, nell’agosto del 1998, inviò alla Procura di Roma un carteggio relativo a contatti intercorsi nel 1990 fra il Servizio stesso e organismi del nuovo Stato cecoslovacco postcomunista.

Tale carteggio è stato poi acquisito dalla Commissione che lo ha ricevuto in data 12 aprile 1999 dalla magistratura romana. Esso carteggio viene custodito, come da richiesta, sotto il vincolo della massima riservatezza.

 

La bozza di relazione e le consulenze a tempo ed oggetto determinato.

Facendo seguito ad una decisione intervenuta in sede di Ufficio di Presidenza allargato in data 20 gennaio 1999 - e sulla base dell’impegno che la Commissione ha da tempo assunto di giungere in tempi brevi alla redazione di una prima relazione di sintesi riferita ai fatti di eversione e di terrorismo accaduti fra il 1969 ed il 1975 - è stato conferito al senatore Follieri l’incarico di predisporre un documento da offrire poi al dibattito in sede di Commissione. Al senatore Follieri presterà la sua collaborazione e la sua consulenza il dottor Domenico Rosati, al quale era stato già affidato nel mese di gennaio un incarico a tempo determinato successivamente rinnovato e prolungato fino al 30 settembre prossimo venturo.

Restando in tema di consulenze su argomenti specifici ed a tempo determinato, quelle in precedenza affidate, nel corso del 1998, ai professori Bradley Smith e Victor Zaslavsky – concernenti ricerche e studi da condursi presso gli archivi degli Stati Uniti e dell’ex Unione Sovietica – si sono concluse o sono in fase conclusiva. Il professor Smith ha trasmesso nel marzo 1999 un breve compendio dei risultati del suo lavoro condotto presso gli archivi britannici ed americani. Il prof. Zaslavsky ha consegnato un suo primo elaborato con dati e notizie afferenti ai rapporti di carattere politico ed ideologico e soprattutto finanziario, diretti ed indiretti, intercorsi sia negli anni dell’immediato dopoguerra che in quelli più recenti fra esponenti od organismi dell’Unione sovietica e formazioni politiche ed organizzazioni sindacali e culturali della sinistra europea, in particolare di quella italiana. Lo stesso professor Zaslavsky completerà il compito affidatogli con una successiva relazione, che egli conta di trasmettere subito dopo la pausa estiva e che sarà centrata sulla eventuale documentazione disponibile, utile a chiarire i possibili collegamenti intercorsi nel dopoguerra fra il terrorismo interno e forze, organizzazioni e gruppi di interesse stranieri.

 

Procedimenti giudiziari in corso.

Fra i procedimenti penali in corso concernenti fatti di terrorismo e di eversione, ed ai quali si è fatto ampio riferimento nella precedente relazione semestrale (pp. 12 e 13), un’importanza particolare hanno assunto le nuove indagini sulla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Tali indagini sono giunte ad una svolta importante perché si sono concluse, in data 8 giugno 1999, con la decisione del GIP di Milano di rinviare a giudizio quattro imputati, tutti collocabili nell’area della destra eversiva dell’epoca, fra i quali anche il presunto autore materiale di quell’attentato. Il processo si celebrerà a partire dal febbraio del 2000 e si presenta senz’altro complesso per le implicazioni di vario tipo che esso comporta e per le novità che esso introduce nella quasi trentennale vicenda giudiziaria, a seguito delle serrate indagini, basate su nuove testimonianze, condotte in un primo tempo dal giudice istruttore di Milano dottor Guido Salvini e poi rimesse per competenza alla Procura della Repubblica di quella sede giudiziaria.

E’ ancora in corso la fase indagativa del nuovo procedimento per la strage di piazza della Loggia in Brescia (maggio 1974). La durata di queste indagini, che avrebbero dovuto esaurirsi in 24 mesi, è stata già prorogata di un anno con la legge n. 336 del 1998. Il nuovo termine, prossimo a scadenza, è apparso anch’esso insufficiente, tant’è che è stato già presentato al Senato un disegno di legge che prevede un’ulteriore proroga, anche questa di un anno, limitata, come la precedente, ad una ristretta e particolare fattispecie di reati fra i quali rientrerebbe anche quello della strage di Brescia.

 

I documenti sequestrati a Robbiano di Mediglia.

A più riprese, sia in sede plenaria che in Ufficio di Presidenza, alcuni membri della Commissione avevano sollecitato contatti e ricerche presso tutte le possibili autorità giudiziarie competenti al fine di potere acquisire notizie relative ai documenti che nel 1974 le forze dell’ordine sequestrarono in un covo delle Brigate Rosse, nella località di Robbiano di Mediglia. L’interesse a tali documenti si ricollega al fatto che si è ipotizzato che fra di essi vi potesse essere una cosiddetta "controinchiesta" condotta a suo tempo dalle Brigate Rosse in relazione alla strage di piazza Fontana e che questa "controinchiesta" avrebbe potuto evidenziare aspetti ancora non chiariti o addirittura inediti di quell’episodio.

Una fitta serie di contatti telefonici ed epistolari hanno reso possibile chiarire che, esauritosi il procedimento penale al quale si riferiva, il materiale in questione (consistente in 205 reperti elencati in un processo verbale di sequestro redatto dal Nucleo speciale di polizia giudiziaria del Comando della prima brigata dei carabinieri di Torino, in data 25 ottobre 1974) era stato in un primo tempo depositato presso il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei carabinieri di Torino e successivamente, nel 1992, distrutto a seguito di ordinanza emessa il 13 ottobre di quell’anno dalla Corte di Assise di Torino.

Per quanto concerne in particolare il reperto catalogato con il numero 204, e comprendente fra l’altro anche una cassetta con le scritte "Memoriale" sul lato A e "Valpreda" sul lato B, essa cassetta, a conclusione dell’attività istruttoria condotta a Torino (la sentenza istruttoria relativa è datata 31 ottobre 1975), risulterebbe inviata per competenza al giudice istruttore di Catanzaro.

Le notizie richieste e ottenute dalla Corte di Assise di Catanzaro in data 10 giugno informano che, peraltro, detta cassetta non è stata reperita presso gli archivi di quella Corte e che le ricerche effettuate "dal personale di cancelleria sui registri e sui reperti afferenti al noto processo Valpreda hanno avuto esito negativo".

Va comunque segnalato che un elenco completo dei reperti oggetto del sequestro avvenuto nel 1974 è restato agli atti del processo condotto a Torino contro i brigatisti del cosiddetto "gruppo storico" (Curcio, Franceschini, Cagol, Buonavita, Bertolazzi ed altri) e la Commissione ne ha acquisito copia.

 

Sviluppi del caso Ustica.

In attesa del deposito, ritenuto imminente, della sentenza-ordinanza del giudice incaricato, con il vecchio rito, dell’istruttoria sul disastro aereo di Ustica, i membri della Commissione che si riconoscono nell’area politica di centro-destra hanno ritenuto utile predisporre e diffondere in data 27 aprile 1999 un loro documento contenente analisi e valutazioni su quanto accaduto in occasione della tragedia e sugli avvenimenti ed i comportamenti, sia quelli connessi all’episodio che quelli successivi, da parte di responsabili dell’Aeronautica, di coloro che svolsero le prime indagini e degli uomini politici che ebbero all’epoca responsabilità sull’accaduto.

 

La Commissione terrorismo e stragi su un sito Internet

A seguito dell'incontro svoltosi in data 4 novembre 1998 tra rappresentanti delle Amministrazioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica sul tema del sito Internet relativo alle Commissioni bicamerali, ed in linea con quanto in quella sede convenuto, la Commissione ha provveduto alla definizione di una propria scheda di presentazione delle attività svolte, con particolare riferimento ai lavori della corrente legislatura.

Pertanto, nell'ambito del sito Internet denominato Parlamento (www.parlamento.it), sotto la voce Organismi bicamerali, la Commissione si colloca accanto alle altre Commissioni d'inchiesta (sul fenomeno della mafia, sul ciclo dei rifiuti, sul dissesto della Federconsorzi) fornendo informazioni che prevedono sia una succinta illustrazione delle attività svolte e dei dati essenziali riguardanti la Commissione, sia la pubblicazione integrale dei resoconti stenografici delle audizioni effettuate nel corso della XIII legislatura e dei resoconti sommari delle sedute.

L'accesso al sito Internet (www.parlamento.it/parlam/bicam/terror/home.htm) permette quindi di ottenere informazioni sulla composizione della Commissione e sui suoi riferimenti normativi. E’ possibile accedere all'elenco dei parlamentari e alle loro schede individuali riepilogative dell'attività da loro svolta in Parlamento, ai testi della legge istitutiva e a quelli delle sue successive proroghe e modificazioni, nonché al testo del Regolamento interno della Commissione.

Quindi, a seguito della modifica del Regolamento interno della Commissione, approvata nella seduta del 21 gennaio 1998 - con la quale è stato previsto un regime di circolazione e diffusione ordinaria ed immediata degli stenografici al fine di soddisfare una avvertita esigenza di trasparenza e di completezza dell'informazione - si è provveduto ad inserire nella rete i testi dei resoconti stenografici delle audizioni della XIII legislatura (dopo la revisione effettuata dall'audito stesso e, ovviamente, per le sole parti non coperte da segreto), l’elenco cronologico delle sedute e l’indice alfabetico degli auditi.

Si è provveduto inoltre ad immettere nel sito anche i testi di tutte le relazioni semestrali sullo stato dei lavori presentate dal presidente Pellegrino nel corso della XIII legislatura, secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 4, della legge istitutiva della Commissione.

PELLEGRINO, presidente

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