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Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti

MISSIONE IN CAMPANIA

17 SETTEMBRE 1997 - SALERNO

INDICE

Incontro con il prefetto e con il subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. *

Incontro con il comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. *

Incontro con i sindaci di Eboli e Montecorvino Pugliano e con il commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. *

Incontro con il sindaco di Salerno, con l'assessore all'ambiente e con il presidente della commissione ambiente della provincia di Salerno. *

Incontro con il responsabile del CRR e con gestori di discariche. *

Incontro con rappresentanti di gruppi ambientalisti. *

 

Gli incontri cominciano alle 12,20.

 

Incontro con il prefetto e con il subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno.

PRESIDENTE. Salutiamo il prefetto di Salerno, che ha voluto prendere parte a questo incontro nonostante i suoi problemi di salute, ed il subcommissario per l'emergenza rifiuti solidi urbani in provincia di Salerno, dottor Buonomo.

A loro chiediamo di fornirci un quadro complessivo sulla situazione della provincia di Salerno.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Per quanto riguarda le discariche, il piano regionale è stato attuato solo parzialmente. Al momento sono in funzione l'impianto di Montercorvino Pugliano e quello di Polla. Vi sono invece difficoltà per la realizzazione di altre discariche. Mi riferisco, in particolare, a quella di Ceraso, dove la progettazione esecutiva e, quindi, l'appalto non possono ancora partire dal momento che la sovrintendenza ha chiesto ulteriori accertamenti finalizzati alla verifica dell'esistenza di reperti archeologici nella zona. La struttura subcommissariale ha già effettuato un primo accertamento, consistito in una serie di carotaggi. Tale verifica ha dato esiti negativi. La sovrintendenza ha ora chiesto di eseguire accertamenti con scavi a mano. Proprio l'altro giorno si è svolta una riunione in prefettura nel corso della quale abbiamo espresso l'auspicio che questa sia l'ultima richiesta da parte della sovrintendenza. L'intento è di evitare che gli accertamenti chiesti da tale organismo finiscano per diventare come il famoso albero di Bertoldo nella foresta nera. La vicenda va quindi definita in tempi brevi. Riteniamo pertanto di poter effettuare le escavazioni a mano in tempi brevi e, di conseguenza, partire con gli appalti.

Grossi problemi si pongono invece per la discarica di Sala Consilina, il cui consiglio comunale, all'unanimità, si oppone, insieme ad altri esponenti locali, alla realizzazione della discarica, per tutta una serie di ragioni che vanno dalle esigenze paesaggistiche a quelle sanitarie, anche in relazione alla vicinanza di Paestum e di altre strutture architettonicamente interessanti. Un colloquio avuto recentemente con il sindaco di Sala Consilina non ha aperto grandi spazi. Alcuni sostengono la necessità di ridimensionare la discarica per realizzare invece una discarica più piccola, al servizio di un numero minore di comuni. A questa proposta si contrappone un aspetto di natura economica, dal momento che una discarica di piccole dimensioni rischierebbe di far lievitare terribilmente i costi di gestione.

Vi è, quindi, una situazione di sostanziale stallo ed ho motivo di ritenere, almeno che non si voglia forzare la mano anche in termini di polizia, che allo stato delle cose, se a Sala Consilina non si creano condizioni di minimo consenso, sarà difficile realizzare la struttura.

PRESIDENTE. Vorrei sapere se, con riferimento alle discariche di cui sta parlando, vi sia stata una qualificazione tecnica da parte del servizio geologico nazionale o dell'istituto di geologia, nel senso cioè di verificare che si tratti - per così dire - di impianti cantierabili.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Sì.

PRESIDENTE. Poiché ci parlava di problemi di consenso, è evidente che una delle condizioni necessarie ai fini del consenso stesso è che siano effettuate le verifiche tecniche previste.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Si tratta di opposizioni di ordine locale. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, proceduralmente eseguiamo accertamenti preventivi, con una serie di sondaggi; il servizio geologico nazionale dichiara quindi l'idoneità delle aree dal punto di vista sia geologico sia idrogeologico. Successivamente, la struttura commissariale redige i progetti e, quindi, si avviano le procedure di appalto.

L'emergenza rifiuti, dichiarata con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del febbraio 1994, ha visto coinvolta la struttura commissariale in provincia di Salerno proprio a partire da quell'epoca. Globalmente la popolazione residente in provincia è pari ad 1 milione 65 mila abitanti, quindi con una necessità di disporre di circa 600 mila metri cubi annui per soddisfare l'esigenza dello smaltimento in discarica. Inizialmente vi è stato un incentivo per la raccolta differenziata, ma i risultati non sono stati positivi.

In provincia di Salerno erano già state finanziate con la legge n. 441 del 1987 una serie di discariche comunali. Di queste ne sono state finanziate circa 87; per ciascun comune, la legge n. 441 finanziava l'adeguamento delle discariche comunali. Quindi, ad un certo punto, ciascun comune aveva una propria discarica. Sono stati finanziati adeguamenti delle discariche esistenti e in realizzazione ne sono andate circa 70.

E' evidente che questa situazione ce la siamo ritrovata nel 1994. In sostanza, alcuni comuni, soprattutto concentrati in alcune aree, si erano dotati di discariche. Le aree prevalentemente interessate a questa realtà erano il cilentano... Il piano regionale divideva la provincia in quattro bacini: l'agro sarnese-nocerino (Salerno e la valle dell'Irno); il bacino Salerno-3 (Vallo di Diano, Piana del Sele e parte del Golfo di Policastro e tutta la zona cilentana)... La zona cilentana successivamente dichiarata parco, all'epoca si era dotata di alcune discariche comunali, presso le quali avveniva lo smaltimento. Il grosso della produzione dei rifiuti, quello proveniente dalla città di Salerno, dall'agro sarnese-nocerino, dall' hinterland (Battipaglia e Pontecagnano, in particolare), era destinato a Napoli, alla grossa discarica della Di.fra.bi. Con la dichiarazione di emergenza, si è cercato di avere un pieno utilizzo delle discariche comunali, realizzando abbinamenti con comuni viciniori.

In provincia di Salerno avevamo una sola discarica, peraltro privata, quella dell'ISMAR di Eboli-Battipaglia, realizzata da un privato sulla base di un progetto approvato dalla regione Campania; la dichiarazione di esercizio fu fatta dal prefetto delegato dell'epoca. Successivamente, questa discarica è stata requisita e gestita dal pubblico. Originariamente il provvedimento prevedeva una gestione affidata ai comuni di Eboli e di Battipaglia in consorzio; successivamente la gestione è stata affidata all'ENEA.

Si è poi cercato di realizzare discariche comprensoriali. Allo Stato, come giustamente diceva sua eccellenza il prefetto, in provincia di Salerno abbiamo realizzato due discariche, quella di Montecorvino Pugliano, di circa 1 milione e mezzo di metri cubi e quella di Polla, di circa 110 mila metri cubi. I volumi residui attualmente disponibili sono pari a 900 metri cubi a Montecorvino e a circa 80 mila a Polla. Considerata l'attuale situazione ed alla luce delle poche discariche comunali ormai in via di esaurimento, abbiamo stimato la possibilità di un'autonomia gestionale fino al 31 marzo 1999.

Come la Commissione sa bene, il prefetto è delegato soltanto per quanto attiene al compimento del programma delle discariche, mentre l'attuazione del piano è demandata al commissario. La struttura si era impegnata a coniugare i tempi dell'attuazione del piano con i tempi necessari per far fronte a quest'ultimo. In sostanza, ci eravamo prefisso l'obiettivo di raggiungere un'autonomia a livello provinciale.

Nel frattempo è intervenuto un decreto del prefetto (il provvedimento risale al 1996) che, in considerazione del consistente trasporto di rifiuti da una provincia all'altra, introdusse il principio della provincializzazione dei rifiuti. Ci trovammo, quindi, di fronte ad un'autonomia triennale che stimavamo sufficiente a portare in attuazione il piano regionale. Per rendere autonoma la provincia di Salerno, sotto questo profilo, vi sarebbe necessità di altri 800 mila metri cubi da realizzare.

Tornando al piano, è stata programmata la realizzazione della discarica di Giffoni Valle Piana, in corso di realizzazione e della quale a fine mese attiveremo un primo lotto, pari a circa 685 mila metri cubi. Vi è poi il progetto Ceraso, di 200 mila metri cubi (rimane un deficit di circa 315 mila metri cubi), che si era cercato di localizzare tra Campagna e Sala Consilina.

PRESIDENTE. Il sito di Ceraso è quello su cui grava - per così dire - l'azione della sovrintendenza?

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Sì, ci portiamo avanti questo problema dal luglio 1996. Credo che ora ci troviamo di fronte alle richieste finali. Il progetto è già redatto; tra l'altro, la zona non è vincolata sotto il profilo archeologico, ma solo "indiziata".

Nell'ambito delle discariche in parte sono smaltiti anche rifiuti assimilabili agli urbani, cioè quei rifiuti che, previa istruttoria, su richieste fatte dalle aziende, sono esaminati... Un'ordinanza del prefetto ha previsto che tutti i rifiuti provenienti da cicli produttivi che si possano considerare assimilabili agli urbani possano essere smaltiti in queste discariche. Abbiamo stimolato le aziende, nel senso che abbiamo chiesto loro quale fosse il ciclo produttivo ed abbiamo incentivato la raccolta differenziata presso le aziende stesse. Alla fine, i residui assimilabili sono smaltiti sia a Montecorvino sia a Polla.

PRESIDENTE. Al di là di alcune sfasature sulle date, ove si consideri che questa mattina, durante il sopralluogo presso la discarica di Montecorvino Pugliano, ci è stata indicata una previsione di esaurimento riferita al 1998...

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Le nostre valutazioni si basano su una serie di conteggi. Le esigenze stimate sono pari a 600 mila metri cubi l'anno; se si considera la capacità ricettiva della discarica, è evidente che il dato non può che essere quello da noi indicato, anche se suscettibile di variazioni dovute ad una serie di fattori. La discarica ha una capacità di 1 milione e mezzo di metri cubi; fino ad oggi ne sono stati occupati circa 600 mila, per cui il residuo non può che essere quello da noi indicato.

ROBERTO NAPOLI. Il prefetto Romano ci ha detto che sta autorizzando all'uso della discarica anche altri comuni; è evidente che, in questa prospettiva, i tempi si abbrevierebbero.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Il mio discorso è riferito alla globalità; quindi non sto entrando nel merito della discarica di Montecorvino. E' evidente che, se si bloccasse Polla, i tempi globali sarebbero abbreviati. Ripeto: il mio ragionamento è riferito alla globalità dei rifiuti. Le discariche comunali si stanno man mano chiudendo ed è ovvio che dovremo convogliare nuove quantità di rifiuti verso la discarica di Montecorvino.

PRESIDENTE. Dal punto di vista della gestione globale, si pone un problema della sicurezza.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno.I tempi relativi alla disponibilità volumetrica sono sostanzialmente quelli che abbiamo indicato, anche se suscettibili di variazioni.

PRESIDENTE. Nel contesto della provincializzazione, il problema che si pone è quantificabile in oltre 300 mila metri cubi. In sostanza, nell'attività del subcommissario va individuato - in realtà, l'individuazione è già avvenuta ma vi è un contenzioso con il comune di Sala Consilina - un volume di oltre 300 mila metri cubi. Questo mi è sembrato di capire dalle informazioni che abbiamo acquisito.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Per Sala Consilina abbiamo già redatto un progetto, dopo aver esperito tutte le indagini previste. La previsione era di 200 mila metri cubi. Come lei ricordava, il progetto non è decollato a causa delle forti opposizioni a livello locale. L'obiettivo era quello di assicurare un periodo di attività della discarica di almeno 3 anni.

PRESIDENTE. In questo momento la gestione dei rifiuti solidi urbani è delegata non alle podestà che solitamente dovrebbero esercitare tale compito ma ad un commissario. Indubbiamente, anche di fronte a problemi di consenso, stimolare le amministrazioni comunali a muoversi con molto più impegno sulla raccolta differenziata per la separazione dei rifiuti è fondamentale, anche per ridurre i volumi di discarica e, quindi, allungare la vita delle discariche stesse. In questo senso la Commissione formula una raccomandazione, anche perché una indicazione in tal senso è contenuta nel secondo punto della direttiva europea recepita dal decreto legislativo dello scorso febbraio. Come sicuramente saprà, il primo punto riguarda le industrie, nel senso di raccomandare la produzione di merci che abbiano il massimo livello di riciclabilità già in fase progettuale.

Durante un'audizione alla quale abbiamo proceduto durante la giornata di ieri, un rappresentante del NOE di Napoli ci ha parlato del ritrovamento di fusti contenenti presumibilmente rifiuti tossico-nocivi in una falda argillosa nei pressi della discarica di Montecorvino. Quale attività di controllo è esercitata sui traffici e sui trasporti illeciti? Avete riscontrato la presenza di organizzazioni criminali nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti?

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Le forze dell'ordine sono particolarmente sensibilizzate su questo problema. La prova di tale impegno è rinvenibile nei dati statistici forniti dalla Guardia di finanza e dai carabinieri. In particolare, nel 1997 i carabinieri hanno eseguito 1.465 ispezioni ed accertato 462 violazioni. Tra queste ultime, va annoverato anche il ritrovamento in territorio di Montecorvino Pugliano dei fusti ai quali ella, presidente, ha fatto poc'anzi riferimento. Il problema è all'attenzione della procura distrettuale antimafia; non so a che punto siano arrivate le indagini, ma proprio in considerazione dell'organo specifico che le sta conducendo, sono indotto a ritenere che sicuramente vi sia stato il coinvolgimento di associazioni a delinquere di stampo mafioso (in caso contrario, l'attività inquirente sarebbe svolta dal tribunale ordinario).

Dal canto suo, la Guardia di finanza ha effettuato una serie di accertamenti e di sequestri di discariche abusive, in numero davvero considerevole. I sequestri sono stati subito convalidati dalla magistratura, ma rimangono ancora attive discariche teoricamente sempre utilizzabili. Per fare un esempio, se qualcuno ha il problema di liberarsi di un vecchio frigorifero, può sempre gettarlo in una discarica, anche quando quest'ultima sia stata sequestrata dalla magistratura.

Il fatto che siano intervenuti numerosi sequestri e che la violazione di questi ultimi comporti sanzioni pesanti è indicativo dell'impegno delle forze dell'ordine. Mi riprometto di perseguire in questo impegno, soprattutto in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, il cui ambito intendo allargare alla partecipazione dei responsabili della direzione distrettuale antimafia, affinché questi ultimi possano, senza violare il segreto istruttorio, fornirci informazioni utili ai fini dello svolgimento di un'efficace azione nei confronti delle amministrazioni locali eventualmente condizionate dall'attività di gruppi malavitosi.

Citerò un episodio che, pur apparentemente di scarso rilievo, può essere indicativo della particolare attenzione che la comunità presta al problema. Mi riferisco al fatto che le televisioni locali, con frequenza quasi quotidiana, comunicano il numero verde del NOE, affinché i cittadini possano far pervenire eventuali segnalazioni. Credo si tratti di un elemento indicativo del nuovo modo di porsi della collettività di fronte al problema. Ovviamente, queste segnalazioni, oltre che al NOE, sono fatte ai carabinieri ed alla Guardia di finanza, che sviluppano un'attività molto intensa.

In conclusione, non dispongo di elementi precisi per affermare che a tutto questo discorso sia interessata la criminalità organizzata, ma non è escluso che possa essere così.

PRESIDENTE. La ringraziamo per le informazioni e le chiediamo di depositare agli atti della Commissione la documentazione che riporta i dati dell'attività svolta in questo settore dalle forze di polizia.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Senz'altro, signor presidente.

PRESIDENTE. Abbiamo effettuato un sopralluogo presso la discarica ISMAR, in territorio di Eboli-Battipaglia ed abbiamo potuto ulteriormente constatare come questa fase di gestione commissariale, oltre alla questione emergenziale legata alla gestione del cosiddetto periodo transitorio fino all'entrata a regime del piano regionale, si scontra con la drammatica esigenza della bonifica e del risanamento dei siti interessati. E' vero che l'ordinanza prevede compiti precisi, ma la questione dell'avvio delle iniziative di risanamento e la creazione dei presupposti necessari perché il problema possa essere affrontato tempestivamente, anche se non rientra in termini formali nella gestione commissariale, sono pur sempre esigenze avvertite dalle popolazioni e dai rappresentanti dei cittadini. Di queste esigenze investirò il commissario, invitandolo a riflettere sul fatto se non si debba fare qualcosa in più, al di là dei limiti del mandato formale configurato dalle ordinanze governative.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Lei ha ragione, presidente. Si tratta di un'ampia zona degradata sulla quale bisognerebbe intervenire in modo massiccio. Credo tuttavia che sia opportuno chiarire la situazione nei termini reali. La zona di Castelluccio era stata destinata a discarica non controllata...

PRESIDENTE. Sicuramente non controllata, almeno per una lunga fase...!

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. In questa vicenda, in qualche modo, c'entriamo anche noi. Questa discarica è stata portata avanti per circa 20 anni. Tuttora si riscontrano notevoli lasciti di percolato ed emissioni di biogas. Quando siamo intervenuti, l'autorizzazione per la discarica ISMAR riguardava una zona in prossimità di queste discariche, tanto che sembrava che vi fosse commistione fra le due. Nell'ambito della discarica che abbiamo requisito, una quota parte è stata gestita dal vecchio gestore e l'altra parte requisita e gestita da noi. E' previsto che, nell'ambito dell'attività commissariale, si possa procedere alla bonifica del sito; la parte gestita dalla prefettura, in effetti, va bonificata. In più occasioni abbiamo sollecitato le amministrazioni locali, ma purtroppo per poter avviare un discorso vanno seguite determinate procedure. Siccome in passato la gestione era affidata ad un privato, vi era innanzitutto la necessità dell'amministrazione... In effetti, il pubblico non può intervenire e le procedure che volevamo mettere in atto si muovevano nel senso di diffidare il privato ad intervenire, di invitare le amministrazioni locali a dotarsi di un progetto di bonifica e, quindi, di reperire fondi pubblici, prevedendo altresì azioni di rivalsa...

PRESIDENTE. Mi scusi, ma le avevo posto un problema più generale che probabilmente riguarda altri siti della provincia di Salerno. Se restiamo alla situazione specifica, credo che il problema si complichi nel momento in cui si configura una procedura che prevede un'ordinanza del sindaco. La gestione commissariale, con l'intervento di ENEA, configura in qualche modo - anche se non spetta a noi emettere giudizi di merito - una reale difficoltà nel comprendere il rapporto tra pubblico e privato.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. In realtà c'è una separazione tra le due zone; in particolare, vi è un'area limitrofa sulla quale non siamo intervenuti.

PRESIDENTE. Personalmente non condivido le ragioni del gestore ISMAR; sta di fatto che il TAR ha annullato l'ordinanza del prefetto. Se la strada da percorrere è quella suggerita dall'interno della struttura commissariale, non vedo come sia possibile un'iniziativa comunale che non provochi l'opposizione del privato.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Probabilmente sono stato infelice nel descrivere la situazione. Nell'ambito di Castelluccio si pongono due problemi distinti: da un lato, abbiamo la discarica gestita dall'ENEA e, dall'altro, tutta la vasta area intorno che non rientra né nella gestione ENEA né in quella commissariale e che pone un problema diverso. Il mio riferimento all'azione del comune è riconducibile esclusivamente all'area circostante.

PRESIDENTE. Questo, per quanto riguarda la bonifica. Vi è tuttavia un problema che va affrontato in via prioritaria: mi riferisco alla raccolta del percolato ed al controllo relativo al fatto che tale raccolta sia effettivamente avvenuta, trattandosi di una delle cause di grave rischio di inquinamento anche della falda idrica. In sostanza, il problema fondamentale è quello della gestione corretta del percolato. Per quello che abbiamo potuto verificare, questo problema attiene la parte gestita da ENEA.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Il problema del percolato si pone all'interno della discarica, che è impermeabilizzata. Quanto all'area circostante, la questione è data dal fatto che il percolato è in falda. Chiusa la discarica ed effettuata la derequisizione, la stessa è ritornata in possesso del vecchio gestore il quale ha assunto impegni con la delibera di approvazione, tenuto conto anche che la prefettura ha dovuto far fronte agli oneri di requisizione (circa 2,2 miliardi). Noi, come prefettura, avevamo intenzione di intervenire direttamente per effettuare la bonifica ma siamo stati più volte diffidati dal gestore il quale ha sostenuto che, essendo intervenuta la derequisizione, avrebbe dovuto provvedervi egli stesso, con ciò mettendoci in difficoltà. Nello stesso tempo, ha chiesto alla prefettura i soldi per procedere a quel tipo di attività. Ci siamo quindi posti il problema della società ISMAR Srl, con 20 milioni di capitale, non iscritta a nessun albo, che chiedeva in prima persona di effettuare la bonifica richiedendo che i soldi fossero dati dalla prefettura. E' stato quindi emesso un decreto che, a fronte delle richieste dell'ISMAR, prevedeva che quest'ultima effettuasse la bonifica e che la prefettura, per la sua parte, provvedesse al rimborso. Quello della bonifica e quello dello smaltimento del percolato non sono due discorsi distinti, ove si consideri che lo smaltimento del percolato è uno delle operazioni della bonifica.

A fronte di questa situazione, è stata sollevata un'eccezione davanti al TAR; dopo di che, la prefettura farà ricorso al Consiglio di Stato. Il problema, comunque, è emergente e va risolto, tanto che una delle proposte è che sia la struttura commissariale ad intervenire direttamente, con la possibilità che in un secondo momento richieda i soldi all'ISMAR. Questa situazione si è verificata perché più volte la struttura commissariale è stata diffidata ad intervenire in quanto il gestore - ripeto - riteneva si trattasse di un suo impegno, assunto con l'approvazione del progetto.

PRESIDENTE. Chi aveva disposto la requisizione?

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Il prefetto delegato.

PRESIDENTE. Perché in un secondo momento è intevernuta la derequisizione?

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Perché la discarica era esaurita.

PRESIDENTE. In linea di massima, credo che tale provvedimento abbia complicato la situazione.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. In effetti, si sarebbe dovuto procedere e realizzare la bonifica, ma vi erano condizioni del tutto particolari. Esisteva un contratto di fitto, con tanti risvolti amministrativi. La proposta attuale è che la struttura commissariale intervenga direttamente per realizzare la bonifica, ferma restando la possibilità di azioni di rivalsa nei confronti del commissariato.

PRESIDENTE. Dopo i chiarimenti che ella ha illustrato, credo si debba procedere in questo modo: in virtù degli ampi poteri che le ordinanze governative attribuiscono alla struttura commissariale, in nome della salute pubblica, a procedere deve essere la struttura commissariale. Il problema della rivalsa interviene in un secondo momento.

ROBERTO NAPOLI. Mi dispiace, Buonomo, che ella abbia omesso alcuni riferimenti.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Sicuramente si è trattato di omissioni non volute.

ROBERTO NAPOLI. Non ho detto questo. Siamo qui per cercare di capire.

PRESIDENTE. Abbiamo chiesto al dottor Buonomo di fornirci un quadro sintetico ed è quindi probabile che alcuni riferimenti siano stati omessi. Del resto, abbiamo la possibilità di chiedere integrazioni ponendo domande specifiche.

ROBERTO NAPOLI. Lei sa bene che la discarica di cui stiamo parlando ha formato oggetto di atti ufficiali del comune di Battipaglia e che vi sono state anche indagini della magistratura. A tale riguardo le chiedo di fornirci un'integrazione che considero fondamentale. Nel 1980, quando la ditta "La Stradale", successivamente fusasi per dar vita all'ISMAR, ha assunto l'incarico, quest'ultimo era riferito esclusivamente all'interramento dei rifiuti. Si tratta di un dato che risulta dagli atti ufficiali. La stessa ditta è stata invitata più volte a procedere all'adeguamento dell'impianto tecnico-strutturale, così come previsto dalla legge n. 481 del 1997 e dal DPR n. 915 del 1982, provvedimento disatteso per anni, con il ricorso all'emergenza territoriale, visto che alternative, in quella fase, non ve n'erano. Se non partiamo da questo punto fisso, probabilmente non comprendiamo perché oggi c'è una discarica che va bonificata, né a chi spetti la responsabilità e chi avrebbe dovuto farlo. Da questo punto di vista, gli atti sono estremamente chiari, perché vi era una ditta che percepiva soldi dai comuni e da coloro che conferivano rifiuti. Questi soldi dovevano essere utilizzati per adeguare gli impianti, ma ciò non è mai avvenuto. Credo si tratti di un elemento fondamentale.

Inoltre, quando la regione Campania, con la delibera del 1992, ha esaminato l'adeguamento dell'impianto fatto dall'ISMAR, quest'ultima ha provveduto soltanto alla messa in sicurezza della discarica, così come abbiamo potuto verificare questa mattina durante il sopralluogo. Un elemento fondamentale da considerare è quindi l'accertamento della responsabilità della ditta che, dal 1980, ha gestito la discarica, partendo da un'ordinanza che prevedeva soltanto l'interramento dei rifiuti ed autodenominandosi gestore della discarica che, come sapete certamente, era sorta nel 1978 a seguito di un'ordinanza del sindaco dell'epoca, dottor Concilio, per un'emergenza sul terreno del signor Vito Cavaliere. Questa vicenda lei la conosce benissimo ed è giusto che io la ricordi, perché altrimenti rischiamo di non comprendere la situazione. La ditta non soltanto non ha adeguato l'impianto, ma quando l'ordinanza del commissario prefettizio Catalano ha imposto alla ditta stessa di procedere alla bonifica dell'impianto, bonifica che si sarebbe dovuto realizzare con le risorse accumulate negli anni, ha fatto ricorso al TAR. Il TAR ha ritenuto giustificate le motivazioni della ditta e vi è stata la sospensiva e l'annullamento del decreto.

Oggi si pongono perciò due problemi: chi e con quali risorse deve fare la bonifica e quali sono i tempi necessari. Il primo è un problema che il presidente Scalia ha posto con chiarezza: può essere lei, subicommissario prefettizio che di fatto rappresenta in questa provincia il prefetto Romano. Per quanto riguarda le risorse, vi sono quelle accantonate dall'ENEA, che si è occupato della gestione nell'ultimo periodo e dall'ISMAR, che se ne è occupato per ben diciassette anni consecutivi. Quindi, il problema che dobbiamo affrontare riguarda i tempi. E' necessario, infatti, intervenire in tempi brevissimi per le colonne per l'eliminazione del biogas, per le condizioni igienico-sanitarie della città e perché il laghetto che si è formato all'interno della discarica per il recupero del percolato rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini.

Poiché la responsabilità su questi problemi è del subcommissario, vorremmo capire esattamente quali siano i percorsi che si intendono seguire. Lei ha anche accennato a un ricorso che sarebbe stato fatto al Consiglio di Stato.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. No, che deve essere fatto.

ROBERTO NAPOLI. Stamattina non sapevamo se il ricorso fosse stato fatto. Lei ci dice che sarà fatto e noi ci auguriamo che venga fatto al più presto.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Non sappiamo se sarà fatto. Può essere.

GIOVANNI IULIANO. Il subcommissario Buonomo, che è molto esperto su tutta la questione rifiuti in provincia di Salerno, ha accennato alle nuove discariche per i rifiuti solidi urbani che devono essere realizzate a Giffoni Valle Piana, a Ceraso e, forse (ma c'è un punto interrogativo) a Sala Consilina, accennando anche ad opposizioni locali. A me pare che non si tratti solo di opposizioni locali e che sia intervenuto anche il WWF, oltre a parlamentari, tra cui io stesso, con interrogazioni. Tra l'altro, quella di Ceraso mi risulta localizzata a 1.500 metri dagli scavi archeologici di Velia. Vorrei quindi qualche indicazioni in più a tale proposito. Aggiungo che è da almeno un anno che stiamo andando alla ricerca di un'area: siamo andati a Puglietta, e ci siamo trovati tra l'oasi di Persano e il parco regionale dei Monti Picentini; poi siamo andati a Sala Consilina e la discarica è stata individuata a un paio di chilometri dalla Certosa di Padula; stiamo parlando di parco del Cilento, di cui alla legge quadro sulle aree protette.

PRESIDENTE. Con divieto di discarica nelle aree protette.

GIOVANNI IULIANO. Mi rendo conto, perciò, che ci si trova in una continua emergenza, e so benissimo quali sono le difficoltà per reperire le discariche; ma non vorrei che si sottovalutasse l'importanza del patrimonio ambientale e culturale che si trova nei luoghi in discussione. Il vero problema alla fine sarà quello di verificare i tempi di attuazione del piano regionale dei rifiuti, con la costruzione di due, tre o cinque impianti di termodistruzione. Anche qui si porranno problemi di localizzazione, visto che la popolazione di Battipaglia sostiene di "aver già dato" e di non volere un altro impianto di termodistruzione. Vorrei dunque notizie tecniche sulle discariche da realizzare per sapere se effettivamente riguardino luoghi vicini a reperti archeologici non generici, ma di una certa importanza.

Mi riallaccio in conclusione alla questione posta dal collega Napoli. Avendo bene inquadrato il problema della bonifica della discarica di Castelluccio, credo che chiedere il parere all'Avvocatura dello Stato e fare ricorso al Consiglio di Stato in una situazione di assoluta emergenza faccia perdere ulteriormente tempo. Mi chiedo se non sia il caso di valutare una nuova requisizione dell'area per andare a bonificarla direttamente. I costi si valuteranno dopo, perché credo che se ci perdiamo appresso alla giustizia amministrativa non risolveremo un bel niente. Ritenete opportuno valutare questa ipotesi?

CARMINE COZZOLINO. Vorrei innanzitutto sapere come sia risolto in provincia di Salerno il problema dei rifiuti ospedalieri provenienti dalle strutture sanitarie e dagli studi professionali. Ieri ho appreso che a Napoli operano ditte specializzate che raccolgono questi rifiuti, anche se ho saputo che gli inceneritori di cui sono dotate alcune strutture ospedaliere non funzionano al 100 per cento. Dovremmo anzi sapere quali sono gli ospedali dotati di queste strutture e se le fanno funzionare o meno. Allo stato attuale, ci risulta che ditte specializzate raccolgono questi rifiuti e rilasciano regolare ricevuta: ma da questo momento in poi non si sa che fine facciano i rifiuti.

Vorrei inoltre sapere cosa accada dei rifiuti industriali, domanda alla quale è già stato in parte risposto. Qual è la loro destinazione in provincia di Salerno?

PRESIDENTE. Aggiungerei con particolare attenzione per i tossico-nocivi, che devono essere seguiti proprio con particolare attenzione.

ANTONIO CARCARINO. Rivolgerò una domanda diversa da quelle dei colleghi, che ho trovato comunque interessanti. Signor prefetto, in località Agerola mi risulta che, su intervento del suo predecessore, dottor Romano, furono dismesse alcune attività di produzione di latticini e derivati del latte in quanto i loro rifiuti attraverso canaloni venivano immessi in questo bellissimo mare che tutto il mondo ci invidia. Pare che negli ultimi tempi le cose siano cambiate. Allora domando: queste attività sono state riaperte perché ci sono state novità positive o per un intervento autorevole?

PRESIDENTE. Mi domando se Agerola si trovi in provincia di Salerno o di Napoli.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. E' in provincia di Napoli ma scarica in quella di Salerno.

ROBERTO LASAGNA. Vorrei che qualcuno mi spiegasse il giudizio negativo del TAR. Domando al presidente se la Commissione non possa accedere a questo giudizio, che visto da fuori sembra molto strano.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Vi è stata una tardiva costituzione dell'Avvocatura dello Stato.

PRESIDENTE. Ricordo al collega Lasagna che, poiché questa Commissione ha i poteri dell'autorità giudiziaria, può acquisire tutti gli atti che le possono essere utili. Mi auguro comunque che dalle risposte che ci verranno fornite possiamo capire le intenzioni operative del commissariato, anche per non accumulare nei nostri archivi troppe carte.

ROBERTO LASAGNA. E' importante perché può creare un precedente anche per altre regioni.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Non è che sia stato l'unico elemento che ha determinato...

ROBERTO LASAGNA. Però è stato portato come l'elemento principale.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. No, c'è qualcos'altro.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. E' innanzitutto necessario fare un po' di chiarezza sulla discarica ISMAR, essendo la problematica complessa. Da una parte, vi è la vecchia discarica di Battipaglia, quella ventennale; dall'altra parte, vi è la vecchia discarica di Eboli, anch'essa ventennale. Attualmente, entrambe non sono bonificate e creano una serie di problemi, con emissione di biogas. Io non sono voluto entrare nel merito delle responsabilità; noi non c'entriamo, o per lo meno la gestione commissariale...

PRESIDENTE. Ha trovato una situazione.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Ha trovato una situazione di fatto. Né tantomeno ricerchiamo accertamenti di responsabilità (se sia stato il comune, chi sia stato per primo e così via). Il fatto è che esiste questa grossa problematica. Su questo tipo di discorso, e a cavallo delle due discariche, si è inserita la questione dell'ISMAR, che è più limitato, e che ci vede coinvolti. Non so se l'ISMAR, che era il vecchio gestore, avesse l'appalto del ricoprimento o no, perché non siamo entrati nel merito. Comunque era l'ISMAR ad aver chiesto di realizzare una discarica controllata di prima categoria. Il controllo doveva accertare che i lavori fossero eseguiti a regola d'arte, nel senso che fosse messa l'argilla eccetera. Alla fine, la discarica è entrata in esercizio e successivamente è stata requisita.

PRESIDENTE. A questo punto conta anche la diacronia, cioè la scala dei tempi. Sembrerebbe strano che si autorizzi l'ISMAR a fare una discarica sopra le due discariche...

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Non è sopra, ma a cavallo delle due.

PRESIDENTE. Avendola vista direttamente, non ho usato casualmente la parola "sopra": sembra proprio sopra. Pare strano, perciò, che sia autorizzata una discarica di prima categoria, sia pure fatta molto bene, senza tenere conto della situazione pregressa, che significa biogas, percolato eccetera. Detto in parole povere, come si può fare una discarica sopra un'altra discarica?

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Presidente, nell'ambito del merito tecnico in effetti non entriamo. Il progetto di questa discarica e la relativa ubicazione sono antecedenti all'emergenza. La discarica era stata approvata dalla regione Campania, previa istruttoria di ordine tecnico e con autorizzazione rilasciata dal presidente della regione.

PRESIDENTE. Anche se ci troviamo in data antecedente i compiti commissariali, credo che la regione Campania, nell'autorizzare questa discarica, forse avrà richiesto all'ISMAR di provvedere anche alla bonifica della zona.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. No.

PRESIDENTE. E' stata autorizzata a fare una discarica sulla discarica?!

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. A realizzare quella discarica in quel determinato punto con una serie di indicazioni ma ignorando tutto ciò che si trovava intorno. Abbiamo trovato una situazione in costruzione; dopo il completamento dei lavori, la discarica è stata requisita, data la situazione di emergenza, dal prefetto delegato. Pertanto, i rifiuti della provincia di Salerno si vanno a smaltire in questa discarica, che in effetti è nata molto prima. In questa discarica bisogna andare a realizzare la bonifica. Ma allorquando realizzeremo la bonifica non avremo risolto il problema del comprensorio, perché tutto intorno vi sono delle discariche non controllate che risalgono ad allora. Tuttora vi è un rilascio di percolato nelle falde acquifere. Noi siamo coinvolti nel problema di queste discariche: bisogna smaltire il percolato, bisogna compiere le azioni di bonifica eccetera. Siamo quindi coinvolti nel contenzioso con il vecchio proprietario.

PRESIDENTE. Vorrei essere molto chiaro. Quando prima parlavo di bonifica, ipotizzando un'azione del commissariato, mi riferivo ad una bonifica globale. Al di là del contenzioso giudiziario, il problema non riguarda soltanto gli ultimi anni della gestione ISMAR di una discarica autorizzata sopra due vecchie discariche: si tratta di un problema complessivo, perché è necessario bonificare tutta un'area che per decenni è stata interessata da un insediamento tutt'altro che a norma, e che quindi pone problemi pregressi di grande rilevanza. Pertanto, nel parlare di bonifica, mi riferivo al problema in senso lato, indipendentemente dalle vertenze giudiziarie in atto.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Le vertenze giudiziarie sono relative soltanto all'aspetto che ho ricordato. Per quanto riguarda il problema complessivo, non rientra nei poteri del prefetto delegato la possibilità di effettuare un intervento globale. Siamo nell'impossibilità di intervenire. Un intervento si potrebbe fare forse con un raccordo con l'altro commissario.

PRESIDENTE. Caldeggiamo vivamente il raccordo con l'altro commissario!

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Di certo, bisogna risolvere il problema degli interventi compiuti dove vi è stata una gestione commissariale.

Il senatore Iuliano ha rivolto una domanda sulle nuove discariche da realizzare. In tutta l'attività della struttura subcommissariale di Salerno abbiamo seguito un principio di ordine generale: l'ubicazione di questi siti deve essere in prossimità di altre discariche o nell'ambito di cave dismesse. Ovviamente, ci siamo dovuti muovere in un territorio circoscritto, perché vi sono zone protette o vincolate dal punto di vista archeologico o ambientale. Abbiamo quindi ispezionato la fascia residua che avevamo a disposizione. A Montecorvino vi è una vecchia cava di argilla dismessa: era quindi il luogo ideale dove realizzare una discarica. Il sito di Giffoni Valle Piana è in prossimità di una vecchia discarica.

GIOVANNI IULIANO. Sardone.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Sardone, che è comune di Giffoni Valle Piana. L'amministrazione ci ha indicato qual era il sito, abbiamo fatto i sondaggi, e tutto è andato regolarmente. A Polla vi è lo stesso tipo di discorso, trattandosi di una zona isolata.

Per quanto attiene alla discarica individuata a Ceraso, la zona è al di fuori del parco, non è protetta dai beni ambientali, non è vincolata dai beni archeologici, si trova in prossimità di una discarica comunale realizzata qualche anno fa (all'epoca non vi fu alcun intervento della soprintendenza per verifiche di ordine archeologico); per quanto attiene alla distanza da Velia, non è stata misurata, ma penso che il sito sia molto distante dai templi. La zona su cui agire è comunque molto circoscritta, perché ci sono nelle vicinanze Pompei, Paestum e Velia. Ma comunque non siamo a ridosso dei templi. La prima abitazione sparsa, in una zona completamente isolata, è a tre chilometri, tant'è vero che il comune di Ceraso all'epoca vi aveva collocato la discarica comunale.

Per quanto riguarda Sala Consilina, la discarica prevista è ubicata a fianco della discarica comunale attualmente in esercizio. Inoltre, a fianco della discarica vi è una cava che ha devastato completamente il territorio e che attualmente è in esercizio con autorizzazione regionale. In effetti, siamo a circa un chilometro dal monastero di Sant'Angelo in Fundis e a tre chilometri dalla discarica di Padula. Le organizzazioni ambientaliste hanno sollevato obiezioni di ordine ambientale. Avrei capito l'idea di non realizzare la discarica se si fossero chiuse sia la cava sia la discarica comunale, per effettuare un risanamento ambientale della zona. Ma se il discorso riguarda solo il nuovo sito, mentre la discarica comunale di Sala Consilina deve continuare a "mangiarsi" il territorio, ritengo che le obiezioni siano mistificanti.

Se si continuassero a portare avanti argomentazioni come quelle delle distanze dai parchi o altre analoghe, in provincia di Salerno non realizzeremmo più alcuna discarica. L'unica cosa auspicabile è che la gestione commissariale cessi perché il problema dei rifiuti è risolto. Sono il primo ad essere contrario alla realizzazione delle discariche, ma non vedo altre metodologie per arrivare a coniugare certe esigenze. I volumi attualmente disponibili potrebbero allungare i tempi nella misura in cui riuscissimo a raggiungere gli obiettivi contenuti nel decreto Ronchi, cioè a raggiungere il 25 per cento con la raccolta differenziata. Se i tempi del piano non sono rapidi probabilmente andremo incontro ad una nuova emergenza. Se non abbiamo un segnale che il piano di smaltimento regionale è partito, troveremo sempre un'eccezione da parte delle popolazioni locali, in quanto, come sempre avviene in Italia, non vi è niente di più definitivo del provvisorio. Noi infatti andiamo a dire che è una soluzione provvisoria per far fronte alle soluzioni definitive previste nel piano. Se non si avranno segnali forti circa la partenza del piano di smaltimento, probabilmente non faremo più le discariche.

Il senatore Cozzolino mi ha rivolto una domanda sui rifiuti ospedalieri e sui rifiuti industriali. Non è materia che seguiamo noi, perché la struttura subcommissariale è delegata soltanto ai rifiuti solidi urbani.

CARMINE COZZOLINO. Se non rientra fra i vostri compiti di istituto potete anche non rispondere. La domanda era rivolta a sapere dove questi rifiuti raccolti da ditte specializzate siano conferiti. Finiscono in discarica?

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. No, poiché la gestione è pubblica i rifiuti ospedalieri o tossico-nocivi non arrivano in discarica, dove vengono portati soltanto i rifiuti solidi urbani e assimilati. Da quello che so, i rifiuti ospedalieri sono ritirati da ditte specializzate. Vi sono vagoni ferroviari che vanno addirittura in Sardegna, dove ci sono inceneritori, o presso inceneritori nell'Italia settentrionale. Vi è un grosso business che gira intorno a questo settore. Considerando gli elevati costi di smaltimento, devo ritenere che il tutto avvenga regolarmente. Non ne ho notizia, ma dovrebbero esserci le bolle ecologiche in partenza e quelle timbrate dallo smaltitore.

Lo stesso dicasi per quanto riguarda i rifiuti industriali. Attualmente non vengono smaltiti in ambito provinciale, ma al di fuori: non mi risulta che in provincia di Salerno vi siano discariche di seconda categoria in grado di smaltire questi rifiuti.

Per quanto riguarda Agerola, anche se non ho competenza in materia, posso dire che scarica effettivamente a Furore.

PRESIDENTE. Agerola è un comune della provincia di Napoli che scarica nella provincia di Salerno.

ATTILIO BUONOMO, Subcommissario per l'emergenza RSU in provincia di Salerno. Sì, ma vi è stato un intervento della Cassa del Mezzogiorno. Il comune di Agerola doveva completare l'impianto di depurazione, che credo sia in corso di completamento. All'uscita dell'impianto di depurazione esiste una canalizzazione in galleria che bypassa il fiordo di Furore e scarica in condotte sottomarine. Credo che, provvisoriamente, stiano scaricando in condotte sottomarine i liquami sia di Agerola sia di Furore.

PRESIDENTE. Credo che il prefetto possa darci, anche per rispondere alla domanda del senatore Lasagna, una copia della sentenza del TAR.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Sì, anche se ho detto che la sentenza non è l'unico elemento. Il tribunale, accogliendo un'eccezione sollevata dall'avvocato della ditta, non consente all'Avvocatura dello Stato di depositare una serie di documenti, perché è in ritardo.

ROBERTO LASAGNA. Perché è in ritardo?

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Questo non glielo so dire: dovrebbe chiederlo all'Avvocatura dello Stato. Entrando nel merito, le considerazioni di merito non sono molto convincenti. Ecco perché il prefetto di Napoli ha proposto all'Avvocatura dello Stato di fare ricorso al Consiglio di Stato. Per quanto concerne gli aspetti di natura amministrativa, a Napoli ci si deve chiedere se percorrere strade alternative per aggredire il problema al di là delle pandette o delle sentenze.

ROBERTO LASAGNA. Immagino che vi sarà stata un'inchiesta interna sui ritardi dell'Avvocatura dello Stato. Che conseguenze ha avuto?

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Non glielo so dire.

ROBERTO LASAGNA. Sarebbe interessante saperlo.

NATALE D'AGOSTINO, Prefetto di Salerno. Non credo si possa chiedere all'Avvocatura dello Stato perché non si è costituita in tempo: ci saranno state mille motivazioni.

Farò avere alla Commissione...

PRESIDENTE. Tutta la documentazione che ritenete utile e segnatamente quella che è stata formalmente richiesta nel corso dell'incontro.

Vi ringraziamo.

 

Incontro con il comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno.

PRESIDENTE. Colonnello D'Angiolella, la preghiamo di farci un quadro generale dell'azione di contrasto svolta dalla Guardia di finanza rispetto a tutte le attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. In particolare, sulla base di informazioni che mi sono pervenute, ritengo che lei possa illuminarci su un tema assai particolare, che potrebbe far sorridere ma che invece sta assumendo importanza crescente. Mi riferisco alla lombricoltura come attività di probabile copertura di interramenti illeciti o abusivi di rifiuti anche pericolosi.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Premetto che, essendo a Salerno da soli due mesi, non potrò essere molto esauriente: potrò comunque sempre documentarmi meglio. Mi scuso anche perché la Guardia di finanza non ha capacità analoghe a quelle dei carabinieri, che dispongono di una organizzazione centrale come il NOE: la Guardia di finanza opera nell'ambito delle sue prerogative, quindi in attività di polizia giudiziaria o di polizia amministrativa. Questo può far apparire che si tratti più di episodi che di una attività organizzata per la difesa del territorio. Il comando generale non ha ancora preso un provvedimento del genere; il comandante provinciale, perciò, si avvale dei mezzi che ha a disposizione all'interno del territorio, però non svolge un'attività a largo raggio.

Dispongo di dati sintetici dal 1993 ad oggi. Esiste sicuramente un problema di discariche abusive, cioè collocate in posti diversi da quelli autorizzati. Ciò avviene per vari motivi, ma credo che la ragione principale risiede nel fatto che l'esistenza di poche discariche, e comunque distanti, fa sì che ognuno cerchi di crearsi un suo sito dove portare i materiali più disparati. Dall'esame dei sequestri operati negli ultimi anni (tredici, per quanto ci riguarda) emerge la seguente situazione: continua imperterrita l'azione di gruppi organizzati o di singoli che creano discariche abusive per il materiale più vario, da quelli di risulta delle lavorazioni, come il cascame di pomodoro, agli pneumatici ed a materiali plastici.

Poi vi sono le situazioni particolari.

PRESIDENTE. Lei ha parlato dell'episodicità apparente dell'azione della Guardia di finanza. Forse la Guardia di finanza potrebbe essere particolarmente efficiente nei controlli sui trasporti, che configurano anche aspetti di evasione. Il comando generale e poi quelli provinciali sono in grado di effettuare questo tipo di monitoraggio?

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Siamo in grado di farlo perché siamo presenti sulla strada per l'attività di controllo dei beni viaggianti. Ma non mi risultano sequestri o fermi o altre attività in tal senso. Evidentemente, il percorso dal luogo di caricamento dei rifiuti a quello di scarico è pilotato oppure scortato da autovetture che fanno da staffetta. Mi risultano, invece, sequestri di discariche abusive. Effettivamente, la presenza della Guardia di finanza sulle strade consente di tenere sotto controllo il trasporto dei rifiuti.

PRESIDENTE. Il fatto che non risultino sequestri di trasporti, visto che esistono molte discariche abusive, può far ritenere che i trasporti siano effettuati di notte o con particolari cautele, come lei ha detto.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Esatto. Chi scarica abusivamente prende tutte le opportune cautele.

PRESIDENTE. Da questo, però, anche se mi rendo conto delle difficoltà operative, potrebbero venire dei suggerimenti sul tipo di contrasto che la Guardia di finanza potrebbe condurre.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Indubbiamente occorre da parte nostra una maggiore attenzione. Poiché si fa riferimento più che altro al carico commerciale, non si fa attenzione a carichi non commerciali. Se passa un camion che porta in modo evidente dei rifiuti, la pattuglia può essere portata a non effettuare il controllo.

PRESIDENTE. Questa è una raccomandazione che rivolgiamo a tutti gli organi addetti al contrasto, trattandosi di una cultura da coltivare.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. La prendo come una sensibilizzazione a operare questo tipo di controlli su strada.

Tra i vari episodi venuti all'attenzione della Guardia di finanza, quindi tra i vari sequestri di aree dove erano presenti i rifiuti, quello che ha aspetti particolare riguarda un presunto allevamento di lombrichi gestito dalla società Lombrisud nel comune di Salento, all'interno del parco nazionale del Cilento, fra Torchiara e Laurino. Il documento di Legambiente che ho letto fa riferimento a due episodi del genere. Il secondo episodio, però, riguarda l'attività dei carabinieri. Il primo sequestro è particolare perché riguarda un caso nel quale erano state predisposte tutte le attrezzature per far figurare un allevamento di lombrichi. In realtà, nelle quindici vasche sequestrate sono state rinvenute tonnellate di liquami fognari e fanghi industriali portati in quella località come se si trattasse di una vera e propria discarica, pur mascherata dall'attività apparente. Abbiamo eseguito anche un controllo fiscale sulla società e sul capitale e ci siamo resi conto che si trattava di una società fittizia, ossia di una società apparentemente sorta per l'allevamento di lombrichi ma in realtà finalizzata all'utilizzazione di una vera e propria discarica abusiva.

Per il resto, si tratta di vere e proprie discariche nelle quali sono raccolti i rifiuti più vari.

Altri due sequestri sono stati effettuati ad Angri, a Battipaglia ed a Sant'Antonio di Pontecagnano. In quest'ultimo caso si trattava di un impianto completo di triturazione, lavaggio ed imballaggio di rifiuti plastici, perfettamente organizzato ma privo di autorizzazione. L'impianto era stato realizzato nella fase di passaggio tra la vecchia e la nuova normativa in materia di deposito di rifiuti; è probabile che, alla luce della nuova normativa, questi rifiuti speciali possano entrare a far parte della categoria dei rifiuti recuperabili, per cui la situazione potrebbe evolversi. Nel caso che ricordavo, comunque, l'elemento caratterizzante è dato dal fatto che, rispetto a tutta l'attività posta in essere, mancava qualsiasi autorizzazione.

L'interesse della Guardia di finanza è ricondotto all'ambito più generale dell'attività di polizia giudiziaria, cioè di un'attività svolta per conto della magistratura. Molto spesso, quindi, non conosciamo i retroscena e gli sviluppi di determinate vicende.

In alcuni casi abbiamo svolto anche attività di carattere amministrativo, in particolare esercitando controlli di carattere fiscale; questi ultimi, più che tendere ad un recupero dell'imponibile (che, nel caso di società che gestiscono economicamente certe situazioni, può comunque essere esercitato), hanno perseguito la finalità di capire fino a che punto vi fosse un'attività organizzata imprenditorialmente e non si trattasse invece di un semplice accordo tra camionisti e proprietari del terreno.

Le indagini non ci hanno portato ad evidenziare connessioni tra gli episodi accertati (ripeto: si tratta di discariche pure, collegate al trasporto ed allo stoccaggio di rifiuti) e l'azione di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata. Se fossero state individuate connessioni del genere o se fossero stati denunciati personaggi aventi contatti con la criminalità organizzata, la questione sarebbe sicuramente approdata ad altre strutture investigative, in particolare la DIA o il GICO. In definitiva, alla luce delle indagine effettuate e di quelle in corso, posso escludere che vi sia questo tipo di connessioni; non escludo tuttavia che la DIA o il GICO possono avere in corso indagini finalizzate proprio ad accertare questo tipo di connessioni.

PRESIDENTE. La Guardia di finanza effettua sicuramente controlli al porto; Salerno è stata a suo tempo interessata dall'arrivo di container con caratteristiche particolari, che hanno formato oggetto di indagine da parte del CRR. Può fornirci informazioni al riguardo?

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Non mi risulta che negli ultimi anni siano avvenuti sequestri di container contenenti rifiuti di qualsiasi genere. La circostanza da lei segnalata, tuttavia, funge da stimolo per una maggiore attenzione in sede di controllo sul porto di Salerno che, in teoria, si potrebbe anche prestare ad operazioni di questo tipo. Tuttavia, in base alle notizie fornite dai miei collaboratori e anche alla luce di quanto ho potuto constatare personalmente, direi che è difficile che possa sfuggire all'attività di controllo un tipo di situazione del genere. Sia la Guardia di finanza sia la dogana effettuano una rigorosa analisi del trasporto, nel senso di verificare la provenienza ed il tipo di merce dichiarata. In sostanza, il tutto passa attraverso una apposita griglia che, pur elaborata sostanzialmente ai fini delle nostre esigenze istituzionali, sarebbe tuttavia sufficiente a far emergere eventuali trasporti sospetti o strani.

CARMINE COZZOLINO. Come ho avuto modo di sostenere anche presso il comando generale, l'azione della Guardia di finanza in provincia di Salerno è stata finora molto attenta. Di recente sono stato ospite presso il gruppo marittimo ed ho potuto verificare direttamente sia la preparazione dei militari sia l'efficacia con la quale erano state portate avanti alcune indagini, anche in materia di difesa del demanio. Sulla scorta di questa verifica, ho comunicato i miei complimenti al comando generale.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Ne sono a conoscenza.

CARMINE COZZOLINO. Mentre il NOE dei carabinieri ha una sua organizzazione, la stessa situazione non è riscontrabile per la Guardia di finanza; rientra comunque nei compiti istituzionali l'importante mole di iniziative che il Corpo sta promuovendo e realizzando sul territorio.

A Scafati, una zona particolarmente a rischio, la Guardia di finanza, assente in quella realtà dal 1974, ha cominciato ad operare con un nucleo diretto da un ufficiale, il quale attualmente sta organizzando il servizio. Inoltre, sempre a Scafati, sorgerà presso la ex villa Galasso il centro logistico meridionale della Guardia di finanza, che si prevede possa ospitare anche una compagnia allievi.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Si tratta di una compagnia del GICO, quindi di una struttura investigativa specializzata.

CARMINE COZZOLINO. Il potenziamento in atto non può che fare piacere, soprattutto se si considera che si tratta, come dicevo prima, di una zona a rischio.

L'azione della Guardia di finanza, lo ribadisco, è stata svolta con molta incisività. Si pone tuttavia un problema, che ho già segnalato anche nel corso dei precedenti incontri, legato allo smaltimento dei rifiuti industriali tossici, in particolare di quelli provenienti dalle case di cura e dagli ospedali. Per questo tipo di rifiuti dovrebbero esistere in ciascuna struttura ospedaliera, e sanitaria in genere, inceneritori o sistemi di distruzione. In realtà, nella gran parte dei casi non esistono impianti di questo tipo o, quando questi esistano, non sono utilizzati. Ne consegue un trasporto collegato, in partenza, ad un rilascio di ricevute. Le chiederei, se fosse possibile, di intensificare i controlli in questo settore, in particolare per verificare le ragioni che non consentono alle strutture esistenti di essere funzionanti e, soprattutto, per accertare quali siano le destinazioni di questi rifiuti ed in che modo gli stessi siano smaltiti.

Infine, pur a fronte dei notevoli risultati conseguiti, credo sarebbe importante potenziare l'azione del nucleo che si occupa del traffico marittimo.

RAFFAELE D'ANGIOLELLA, Comandante del gruppo provinciale della Guardia di finanza di Salerno. Anzitutto, senatore Cozzolino, la ringrazio per i complimenti. Effettivamente la sezione navale ha costituito al suo interno un piccolo nucleo specializzato al quale si deve la gran parte dei sequestri effettuati. Va comunque considerato che noi operiamo non sulla base di un monitoraggio, che renderebbe sicuramente più organizzata la nostra attività, ma in base ad input esterni, ossia su iniziativa dei magistrati o a seguito di denunce dei cittadini. Ciò non toglie che siamo sempre presenti e che assicuriamo il controllo di tutto il tratto di costa di nostra competenza.

Nel 1993 furono ritrovati alcuni fusti; l'episodio aveva fatto pensare ad una discarica sottomarina. In realtà, si è appurato che si trattava di una serie di fusti sicuramente abbandonati da navi di passaggio, espressione quindi più di malcostume che di attività organizzata.

Quanto ai controlli, già effettuiamo verifiche incrociate; mi farò comunque carico di inserire questo tipo di controllo nell'ambito della nostra attività.

PRESIDENTE. La ringraziamo e le auguriamo buon lavoro.

 

Incontro con i sindaci di Eboli e Montecorvino Pugliano e con il commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia.

PRESIDENTE. Nel ringraziarvi per la vostra presenza, vi invito a fornirci gli elementi di conoscenza a vostra disposizione ai quali riteniate che la Commissione possa essere interessata ai fini dello svolgimento della sua attività di inchiesta.

ACHILLE LENGE, Commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. Sono commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia dall'inizio dello scorso mese di maggio. Uno dei primi problemi che mi sono trovato ad affrontare è stato proprio quello della discarica. Un sabato mattina, insieme al senatore Napoli (il quale, gentilmente, mi ha fatto da cicerone), abbiamo effettuato un sopralluogo della discarica e mi sono reso conto de visu del problema. Il comune ha fatto tutto ciò che doveva fare. L'ultimo atto è consistito nella nomina, con delibera di giunta del 27 gennaio 1997, di un tecnico del comune designato per il collaudo in corso d'opera. Poiché, però, il comune di Eboli non ha proceduto in questo senso, la commissione non ha funzionato.

Il comune non ha molte competenze in materia; sono comunque pronto ad affrontare il problema, a seconda del modo in cui evolverà.

Vi un altro problema. Il piano regionale ha previsto la collocazione nel comune, in un sito individuato, di un inceneritore. Il comune ha già provveduto ad inoltrare ricorso al TAR, che sarà seguito anche da altri ricorsi di associazioni ambientaliste, ad adiuvandum.

Quanto alla raccolta differenziata, appena insediato mi sono interessato al problema ed ho dato impulso alla stessa. Ora pare che il regolamento sia pronto e, quindi, nei prossimi giorni riuscirò a deliberarlo.

PRESIDENTE. Il subcommissario delegato per la provincia di Salerno ipotizzava la possibilità di azioni da parte del comune di Battipaglia nei confronti dei gestori della discarica ISMAR. Lei ha esaminato questo problema?

ACHILLE LENGE, Commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. No, io non ho affrontato specificatamente alcun problema. Le competenze - ripeto - non sono del comune. Quest'ultimo ha competenze per quanto riguarda la tutela della salute della popolazione o, ad esempio, con riferimento ad ipotesi di inquinamento della falda acquifera.

PRESIDENTE. Le chiedevo se abbia fatto qualcosa con riferimento ad azioni giudiziarie nei confronti dei gestori della discarica.

ACHILLE LENGE, Commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. Non ho adottato alcun provvedimento.

PRESIDENTE. La pregherei, allora, di collegarsi con il subcommissario. Indubbiamente un confronto ed un raccordo può essere utile, anche se noi abbiamo suggerito una diversa linea di azione che non configura una titolarità di iniziativa da parte del comune. Ciò nonostante - ripeto - credo che un raccordo con il subcommissario possa risultare utile.

ACHILLE LENGE, Commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. Mi metterò senz'altro in contatto.

GERARDO ROSANIA, Sindaco di Eboli. Ho chiesto di essere ascoltato dalla Commissione in considerazione del fatto che la discarica in questione incide anche sul nostro territorio, almeno per un terzo della sua estensione. Ci siamo trovati di fronte a questo problema fin dal momento del nostro insediamento, nel luglio dello scorso anno. D'intesa con l'amministrazione di Battipaglia, abbiamo promosso un consiglio comunale congiunto dal quale erano emerse alcune precise indicazioni. In particolare, in quell'occasione avevamo chiesto che i comuni di Eboli e di Battipaglia fossero investiti e coinvolti nella partita relativa all'intervento di bonifica della discarica in questione. Ciò perché quest'ultima, gestita dall'ENEA, sorge su due precedenti discariche, di cui una insistente sul territorio di Eboli e l'altra sul territorio di Battipaglia, discariche sostanzialmente abusive che hanno continuato ad esistere senza che fosse realizzata alcuna iniziativa di salvaguardia. Il problema dell'inquinamento è legato proprio alle due vecchie discariche, ancora prive di recinzione (quella recintata è la nuova discarica, gestita dall'ENEA), sulle quali pascolano gli animali e che sono accessibili a tutti.

All'epoca, i due consigli comunali manifestarono l'auspicio di un progetto complessivo di bonifica del sito e chiesero di essere chiamati ad una sorta di alta sorveglianza, anche per il tramite di propri tecnici, nonché di essere coinvolti in sede di predisposizione del progetto. Il progetto predisposto dall'ISMAR, sostanzialmente approvato e quindi trasmessoci, non risponde affatto a questi requisiti. Riteniamo, infatti, che si tratti di un mero intervento di arredo urbano - non di più - che non affronta il problema della bonifica complessiva del sito.

Rispetto a questa situazione, il comune di Eboli ha affermato con estrema chiarezza di non essere d'accordo sul progetto; nel momento in cui non condividiamo quest'ultimo né siamo stati coinvolti nella sua predisposizione, ci rifiutiamo di nominare qualsiasi figura che possa in qualche modo avallare questo tipo di operazione.

PRESIDENTE. Il problema ci è tanto chiaro che, nel corso del precedente incontro, la Commissione ha segnalato al subcommissario l'esigenza di affrontare il problema in toto, con riferimento cioè non soltanto al biogas non captato e alla percolazione ma anche alla bonifica del sito, anche se probabilmente un compito di questo genere non rientra nelle strette competenze previste dall'ordinanza di Governo. Si tratterebbe comunque di porre in essere iniziative ed atti preliminari che si muovano nella direzione di affrontare un problema legato ad un pregresso ventennale, che riguarda un'intera area e non soltanto quella che potremo definire la discarica sulla discarica. Da questo punto di vista, sarà mia cura sollecitare il commissario di Governo, prefetto Romano, affinché sia finalmente affrontata una questione che trova tutta la Commissione estremamente sensibile.

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Sono sindaco di Montecorvino Pugliano, nonché commissario per la gestione della discarica...

PRESIDENTE. ...insieme, se ben ricordo, al sindaco di Giffoni Valle Piana.

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Sì, il quale è subcommissario limitatamente alla gestione della discarica Sardone di Giffoni.

Credo che il problema della discarica di Montecorvino Pugliano vi sia stato prospettato in maniera abbastanza compiuta. L'elemento fondamentale che vorrei sottolineare in questa sede è l'impegno sulla data di chiusura della discarica. E' vero che quest'ultima è nata con questa amministrazione ma è anche vero che essa deve chiudere prima che la stessa amministrazione vada via.

Ci siamo insediati il 4 maggio 1995; due giorni dopo arrivò il decreto per l'immissione in possesso. Non elencherò tutte le strumentalizzazioni che le varie fazioni politiche avversarie hanno fatto. L'impegno assunto personalmente con le prefetture di Napoli e di Salerno è che questa discarica dovesse servire - come in realtà è avvenuto - a risolvere i problemi della città di Salerno.

Già precedentemente Montecorvino Pugliano subì quello che io definisco un attentato al suo territorio. L'esigenza che voglio manifestare questa mattina davanti a voi è relativa ad un impegno sul rispetto del termine di chiusura della discarica, indicato nel mese di maggio 1998. La mia preoccupazione, insieme a quella della comunità che rappresento e dei comuni vicini, è molto forte. Purtroppo, all'orizzonte non vediamo nulla. Non ho ben capito, da qui a un anno, dove saranno versati i rifiuti; va inoltre considerato che i 39 comuni originari sono diventati 62, senza considerare le ditte private autorizzate dalla prefettura.

Vorrei rappresentare un altro problema, legato al riferimento, che ho fatto poc'anzi, all'attentato al territorio. Il comune di Montecorvino Pugliano è già stato - per così dire - oggetto per circa dieci anni di una discarica abusiva. In questa discarica, gestita da un privato, sono stati riversati rifiuti tossici e speciali. I carabinieri, come risulta dai verbali, sequestrarono camion provenienti addirittura da Lucca. La discarica non aveva alcuna protezione e si trovava su un suolo di misto, tanto che i pozzi a valle risultano tutti inquinati. Nella mia qualità di sindaco, massima autorità sanitaria del territorio, ho provveduto ad emettere un'ordinanza nei confronti del privato. Vi è stato però ricorso al TAR ed ora tutto dorme presso l'organo amministrativo regionale. Non ho poteri per intervenire e credo che la sede istituzionale competente sia questa: chi ha poteri deve intervenire su una vicenda che desta notevole preoccupazione.

Il problema della discarica di Colle Barone va quindi affrontato tempestivamente, soprattutto in considerazione del fatto che i pozzi a valle risultano inquinati. Tra l'altro, nelle vicinanze è situato un serbatoio di acqua che alimenta parte di Pontecagnano ed anche la città di Salerno. Sotto questo aspetto, si pongono anche grossi problemi di ordine pubblico.

GIUSEPPE SPECCHIA. La discarica è chiusa?

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Sì, è chiusa ed è collocata a circa 400-500 metri di distanza dalla discarica che avete visitato questa mattina.

GIUSEPPE SPECCHIA. Lei, quindi, solleva un problema di risanamento e di bonifica dell'area.

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Esatto.

PRESIDENTE. Vorrei precisare, anche per non alimentare speranze che poi sarebbero deluse, che non rientra tra i compiti ed i poteri della Commissione l'intervento su un caso tanto delicato e complesso quale quello della discarica di Colle Barone.

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Mi scusi se la interrompo, presidente, ma vorrei dirle che sono nella condizione di produrre una precisa documentazione.

PRESIDENTE. Stavo dicendo che i nostri poteri sono limitati, al di là del fatto che tra i componenti della Commissione vi sono parlamentari eletti in queste aree, i quali sicuramente hanno una sensibilità ed un'attenzione particolare alla specifica problematica. La Commissione in quanto tale, attraverso una lettera del presidente, potrà fare un'ulteriore segnalazione ai due commissari coinvolti nella vicenda, con particolare riguardo all'inquinamento dei pozzi.

La ringrazio per la disponibilità a fornirci la documentazione in suo possesso, che senz'altro acquisiremo agli atti. Intanto, solleciteremo l'attenzione delle autorità preposte dalle ordinanze di Governo alla gestione dell'emergenza ad esercitare particolare attenzione su un territorio che, come il sindaco di Montecorvino ci ha ricordato, ha già pagato tributi rilevanti in termini di inquinamento e di salute pubblica.

ROBERTO NAPOLI. Credo che il problema fondamentale che in questo momento si pone per il commissario prefettizio di Battipaglia e per il sindaco di Pugliano sia legato anzitutto alla bonifica della discarica Eboli-Battipaglia (credo sia giusto definirla in questi termini, visto che la stessa interessa entrambi i comuni); il sindaco di Eboli faceva riferimento a valutazioni tecniche in ordine al progetto presentato dall'ISMAR. E' bene precisare che vi è stato un ricorso dell'ISMAR al TAR; quest'ultimo ha adottato un provvedimento di sospensione e siamo in attesa di sapere se l'Avvocatura dello Stato farà eventualmente ricorso al Consiglio di Stato. Ci troviamo quindi in una fase di esame amministrativo più che tecnico. Nell'incontro di ieri con il prefetto Romano abbiamo manifestato l'esigenza di individuare con chiarezza l'autorità che deve procedere alla bonifica della vecchia e della nuova discarica.

Un ulteriore problema è quello del termodistruttore a Battipaglia. Come risulta chiaramente agli atti della regione, l'individuazione del termodistrutture a Battipaglia - anzi, più ad Eboli che a Battipaglia - è avvenuta da parte dei consorzi SA-3 e SA-4. Questo risulta da atti ufficiali. Da parte della provincia - anche questo è un dato che risulta agli atti - non vi è stata alcuna opposizione; il commissario prefettizio di Battipaglia, dal canto suo, ha prodotto un regolare ricorso al TAR, eccependo l'illegittimità dell'individuazione.

La mia domanda è la seguente: il comune di Eboli, sul problema del termodistruttore, tenuto conto della illegittimità della individuazione ed anche della volontà manifestata dal ministro Ronchi di procedere ad una riduzione del numero degli impianti speciali nell'intera regione (che probabilmente, dai cinque originari, dovrebbero essere ridotti a due o a tre), non ritiene di promuovere un'azione ufficiale per manifestare il dissenso rispetto alla individuazione?

Credo siano queste le considerazioni fondamentali che possono essere fatte nell'ambito istituzionale della nostra Commissione, fermo restando che valutazioni di altra natura potranno senz'altro essere formulate in altre sedi.

GIOVANNI IULIANO. Credo che il sindaco Palo e il commissario Lenge abbiano qualche traccia dell'accordo concluso per individuare a Montecorvino Pugliano la discarica che avrebbero dovuto essere utilizzata fino al marzo 1998. Vi chiedo se all'epoca abbiate parlato anche di volumi. La preoccupazione maggiore, infatti, è legata all'entità volumetrica (in quella zona si tratta di un milione e mezzo di milioni di metri cubi).

Inoltre, vorrei sapere dal commissario Lenge se gli risulti che il comune di Battipaglia, naturalmente anche in epoche precedenti alla sua gestione, abbia fornito indicazioni per individuare il sito del termodistruttore nel territorio dello stesso comune.

PRESIDENTE. Formalmente non spetta a questa Commissione fungere da intermediario tra autorità preposte ed autorità locali. Tuttavia, in ordine al problema testé sollevato dal collega Iuliano, è ben vero che il subcommissario ci ha informato che, in una valutazione globale attinente alla discarica della provincia di Salerno, la previsione per la discarica di Montecorvino Pugliano è riferita al marzo 1999.

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Sì, ma il discorso riguardava l'intera provincia, nel senso che coinvolge anche Giffoni e Polla.

PRESIDENTE. Sì.

GIOVANNI IULIANO. Mi preoccupo del fatto che, se effettivamente si andassero a ridurre i volumi, l'intenzione del commissariato di Governo è di prolungare fino al 2000...

PRESIDENTE. E' così. Per l'interesse che la Commissione ha nei rapporti con gli enti locali, è opportuno si sappia che l'ipotesi perseguita dalla struttura di commissariamento è quella di utilizzare la discarica nel senso che la questione dei tempi sia subordinata alla volumetria.

GIUSEPPE PALO, Sindaco di Montecorvino Pugliano. Al senatore Iuliano preciso che non vi è alcun accordo, ma esiste solo il decreto prefettizio, dell'allora prefetto Catalani, che indicava un periodo di utilizzazione di circa due anni e che teneva conto anche della volumetria.

ACHILLE LENGE, Commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. Per quanto riguarda l'individuazione del sito, non so se in passato vi sia stata qualche designazione ufficiale. Comunque, anche se c'è stata, non ne ho traccia. E' probabile che, in considerazione del fatto che qualsiasi iniziativa si realizzi sul territorio genera occupazione, sia stato dato un assenso, sia pure di massima. Quando poi si arriva al momento della realizzazione, però, intervengono ripensamenti. Sotto un profilo ufficiale, c'è stato un decreto del presidente della giunta regionale e noi abbiamo fatto ricorso al TAR.

PRESIDENTE. Quindi, il ricorso al TAR del comune di Battipaglia è nei confronti di un decreto della regione Campania.

ACHILLE LENGE, Commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia. Sì, del piano.

PRESIDENTE. Del piano in quanto tale.

GERARDO ROSANIA, Sindaco di Eboli. Per quanto riguarda l'opposizione del comune di Eboli all'ubicazione del termodistruttore nella nostra area, specifico che già era stata espressa attraverso atti deliberativi della giunta. In varie occasioni pubbliche, anche qui in prefettura, abbiamo fatto rilevare come il consorzio SA-2 non esista: non si convoca e non riesce a determinare alcunché. Specifico che il consorzio SA-2 è quello che comprende anche i comuni di Eboli e di Battipaglia, e che quindi dovrebbe essere interessato al fatto che in tale area si va ad ubicare un termodistruttore. L'assurdo è che l'ubicazione del termodistruttore nella nostra zona è stata decisa dagli altri consorzi e non dal nostro, perché non si riunisce e non funziona. Quindi, a parte le nostre obiezioni, su questo faremo un ricorso ufficiale al TAR, essendo noi esplicitamente contrari a questa ubicazione. Riteniamo, infatti, che la zona di Eboli-Battipaglia a questo punto sia a rischio, perché con la presenza a monte di quelle discariche...

ROBERTO NAPOLI. Chi dovrebbe convocare il consorzio?

GERARDO ROSANIA, Sindaco di Eboli. Il comune di Salerno, che è il comune capoluogo. Lo abbiamo sollecitato più volte e stiamo cercando di capire se è possibile che un gruppo di comuni facenti parte del consorzio promuovano una sorta di autoconvocazione.

ROBERTO NAPOLI. Lei sa che c'è stata una convocazione ad ottobre 1996?

GERARDO ROSANIA, Sindaco di Eboli. Che però non so che tipo di...

PRESIDENTE. Va bene. Vi ringraziamo e vi auguriamo buon lavoro, pregandovi di lasciare la documentazione.

 

Incontro con il sindaco di Salerno, con l'assessore all'ambiente e con il presidente della commissione ambiente della provincia di Salerno.

PRESIDENTE. Signor sindaco, lei sa quali sono le materie di competenza di questa Commissione d'inchiesta. Sia ieri a Napoli sia oggi a Salerno abbiamo già avuto un panorama generale e di dettaglio sulla questione rifiuti. Vorremmo che lei completasse questo panorama facendoci sapere il punto di vista della sua amministrazione comunale e le informazioni in suo possesso anche in merito ad eventuale episodi a carattere criminoso che fossero a sua conoscenza.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Partendo subito da quest'ultimo problema, specifico che non abbiamo conoscenza di fatti di particolare rilievo dal punto di vista della criminalità organizzata, della camorra, almeno nell'ambito del territorio comunale. Sotto questo profilo, conserviamo la caratteristica di città "assediata" fra l'agro nocerino-sarnese e la piana del Sele, ma non abbiamo presenze pervasive nella città di Salerno.

Il problema vero è invece costituito dalla questione non risolta della localizzazione e realizzazione dell'impianto di termodistruzione. Circa due anni fa abbiamo avuto un'emergenza sul problema delle discariche, perché alcune erano sature. Era necessario aprire un'altra grande discarica in cui far confluire i rifiuti solidi urbani di tutto il bacino, e alla fine si è individuata la discarica di Montecorvino Pugliano, che ci darà respiro per due anni, credo.

PRESIDENTE. Di meno.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Di meno. Rimane il problema della decisione sulla localizzazione dell'impianto di termodistruzione. Il nostro comune ha discusso delle ipotesi di localizzazione, ma non vi è alcuna area nel territorio comunale che, dal punto di vista geologico, sia tale da poter ospitare una discarica. Anche per questo ci siamo orientati sull'area di Montecorvino Pugliano. Ospitiamo già nel territorio del comune di Salerno un impianto di depurazione che raccoglie i liquami di altri 13 comuni, quindi diciamo che già ospitiamo la nostra piccola discarica. Per il resto, non possiamo fare altro. Il problema che solleviamo è dunque quello di decidere rapidamente la localizzazione e le procedure per realizzare e gestire l'impianto di termodistruzione. In mancanza di ciò, rischiamo di tornare ad una situazione pesante rispetto alla quale è difficile ipotizzare una soluzione.

PRESIDENTE. Nel momento in cui il sindaco osserva che Salerno in qualche modo "ha già dato" perché ospita un impianto per lo smaltimento di fanghi e rifiuti speciali, mi chiedo se il comune di Salerno, che è il più grande della provincia, non abbia altre possibilità. Il territorio disponibile e le condizioni geologiche escludono questa eventualità? Glielo dico perché il problema del reperimento di aree per discariche o impianti di termodistruzione è stato posto nelle audizioni precedenti. Vorrei quindi sapere se non rientri nei programmi dell'amministrazione comunale qualche altro impianto oltre a quello citato.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Sicuramente no. Credo che su questo dobbiamo avere una posizione di grande responsabilità e oggettività. Il fatto che si scateni questa logica di municipio è un po' penoso: guardiamo ai parametri oggettivi, come l'estensione del territorio, il rapporto tra popolazione e territorio e le condizioni idrogeologiche. Se, rispetto a questi parametri, si ritiene di scegliere il comune di Salerno per me va benissimo; se, rispetto a questi parametri, non ci sono le possibilità di sceglierlo, si fanno altre scelte. Non credo che possiamo trasformare anche questo in un problema ideologico o di guerre di municipio. Il territorio del comune di Salerno è quello che è: abbiamo sicuramente una densità di popolazione incomparabilmente più elevata di altri comuni; per intenderci, il territorio del comune è minore, in termini assoluti, di quello dei comuni di Eboli, di Battipaglia o di Campagna, pur avendo più di 200 mila abitanti reali (cioè al di là di quelli dell'anagrafe). Se prendiamo i dati sui rifiuti solidi urbani che trasportiamo ogni giorno, la popolazione residente risulta superiore ai 200 mila abitanti.

Pertanto, quello che abbiamo sempre sollecitato è un ragionamento oggettivo, legato a parametri che riguardano il territorio, la sua configurazione, il rapporto abitanti-territorio e le condizioni idrogeologiche. Si deve decidere sulla base di questo. Ripeto che se, sulla base di questi parametri, si dovesse decidere per una localizzazione in zona, non avrei alcun problema di bandiera da sollevare. Però, dico sinceramente che le ricognizioni effettuate non solo da noi, ma anche da altri enti come la provincia, la regione e la protezione civile, ci dicono che non vi è una localizzazione possibile. Perciò bisogna necessariamente individuare un'altra area, che per problemi di mobilità e per questioni di spazio minimo sia tale da consentire la localizzazione.

PRESIDENTE. Nel corso del precedente incontro abbiamo ascoltato i sindaci di Eboli e Montecorvino Pugliano e il commissario di Battipaglia. Proprio ascoltando il sindaco di Eboli è emerso che il problema della localizzazione del termodistruttore fatta sulla base del piano regionale nel territorio comunale di Battipaglia, ma al confine con quello di Eboli, solleva una serie di questioni. In particolare, sembra che questa determinazione sia avvenuta anche con il contributo di alcuni consorzi, tranne però il SA-2, di cui è capofila proprio il comune di Salerno. Il sindaco di Eboli ci ha detto di aver sollecitato più volte il comune di Salerno ad attivare la conferenza del consorzio, affinché il consorzio stesso esprimesse una sua valutazione su questa localizzazione.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Il sindaco di Eboli è un'"anima bella", diciamo così, un poeta: mi ha inviato due lettere quando si era nel vivo della discussione sulla localizzazione della discarica per chiedere la convocazione dell'assemblea del consorzio, di cui il comune di Salerno è capofila. Ovviamente, vi era una resistenza da parte del comune di Montecorvino Pugliano, in cui è stata individuata la localizzazione per la discarica, ad accettare tale scelta. Diciamo che allora si è cercato di equilibrare il sacrificio richiesto al comune di Montecorvino Pugliano favorendo l'attribuzione di poteri commissariali al suo sindaco. Si è cercato di fare ciò, con molto buon senso, d'intesa con altri vertici istituzionali, che non ritengo corretto tirare in ballo. Diciamo che c'è stata una mia responsabilità per non aver fatto la convocazione... Il senso era comunque quello: vi si chiede un sacrificio perché avete lo spazio disponibile e perché dal punto di vista idrogeologico è possibile farlo; come segno di attenzione e anche come elemento di garanzia per voi è possibile che il sindaco di Montecorvino Pugliano diventi commissario, e quindi abbia la possibilità di avere una presenza diretta sulla gestione della discarica. Dunque, la cosa è andata avanti un po' così. Diciamo che non abbiamo accelerato i tempi per riunire l'assemblea.

PRESIDENTE. Il suo ragionamento è chiaro rispetto al problema della discarica. Poiché il piano regionale risale al 14 luglio, probabilmente le cose che mi sta dicendo sono avvenute in data anteriore. E' proprio il 14 luglio, infatti, che, con il piano regionale, emerge la localizzazione sul territorio comunale di Battipaglia al confine con quello di Eboli. Da quello che ho capito, è a questo punto che si colloca, se non la richiesta scritta del sindaco di Eboli, un problema reale. La localizzazione indubbiamente pone dei problemi per le popolazioni interessate, perciò credo che, al di là del ragionamento storico che il sindaco di Salerno ci ha fatto, egli debba forse ascoltare i comuni del consorzio.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Sono il più aperto, sono addirittura squadernato: apriamoci e ridiscutiamo tutto. I punti di partenza sono due: esiste un problema e vi è la necessità di trovare una soluzione. Partiamo da qui. I colleghi di Battipaglia e di Eboli dicono che la soluzione individuata non va bene, e li comprendo (probabilmente noi avremmo avuto lo stesso problema).

PRESIDENTE. Il commissario prefettizio presso il comune di Battipaglia ha fatto ricorso al TAR. Il sindaco di Eboli chiede la convocazione dell'assemblea del consorzio. Noi in qualche modo, non credo in proprio, ci facciamo portatori di un'istanza che ha un fondamento e un nucleo razionale ben evidente.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Presidente, comprendo che ci sono problemi perché la questione sicuramente non è facile. Ma certamente non la risolviamo passando le carte agli avvocati, bensì affidandoci a valutazioni tecniche. L'individuazione del sito nell'area del consorzio industriale di Battipaglia-Eboli non è opera del comune di Salerno, ma della regione Campania, che ha valutato - credo ascoltando i responsabili del consorzio ASI, e quindi facendo un ragionamento di merito sul territorio, sulla mobilità, sugli assi stradali e autostradali presenti, sulla distanza del sito dai nuclei di popolazione, dagli ospedali e dalle grandi infrastrutture - la questione e ha ritenuto di fare questa scelta, che io ritengo la più ragionevole e la più fondata dal punto di vista dei parametri oggettivi.

Mi rendo conto del fatto che questo può determinare problemi e devo aggiungere che se, anziché governare i problemi, ci mettiamo con le bandiere in mano dichiarandoci prigionieri politici i problemi diventano irrisolvibili. Se invece compiamo uno sforzo di razionalità, probabilmente la questione diventa più governabile. Se, anziché dire che il termodistruttore rovina ed inquina, cominciamo a fare un ragionamento di merito dicendo che si può ipotizzare un impianto di termodistruzione se le sue caratteristiche tecniche sono tali da non provocare inquinamento e da fare avere anche a noi ciò che esiste a Copenaghen (nel pieno dei quartieri cittadini) o a Parigi o a Stoccolma, concentrandoci sulle questioni di merito, possiamo far comprendere alla gente che, con determinate garanzie tecniche, stiamo parlando in realtà di una fabbrica vera e propria.

Immagino anche una serie di incentivi e di garanzie in più da dare ai comuni ospitanti, perché vi è sempre un'area di opinione giustamente preoccupata. Quindi, ritengo ragionevole una parola in più in termini di gestione e di occupazione, come una compensazione ma non per il danno, bensì direi per il disagio di opinione che si crea. Ma osservo in tutta sincerità che, se non arriviamo una buona volta al merito del problema, fra due anni rischiamo di trovarci ancora qui a palleggiarci l'impianto di termodistruzione. Ridadisco alla Commissione che, per quanto mi riguarda, non ho problemi di principio. Se, partendo da valutazioni oggettive, si decide per Salerno, per me va bene. Ma sulla base delle valutazioni tecniche e della popolazione residente non vedo un buco in cui individuare la localizzazione. Nel territorio di Salerno si troverebbe infatti a 2-3 chilometri in linea d'aria dall'ospedale più grande della regione dopo il Cardarelli di Napoli, cioè il San Leonardo. Ospitiamo già un carcere e un cementificio in quell'area, per cui non so, dal punto di vista della mobilità, come saremmo costretti ad organizzarci. Ripeto che si tratta di valutazioni di merito che è bene fare ed è bene fornire anche ai colleghi di altri comuni. Non bisogna fare imbrogli o cose sottobanco, ma solo guardarsi negli occhi e dire con sincerità, sulla base delle valutazioni tecniche, ciò che è ragionevole fare.

PRESIDENTE. Assessore Dambrosio, fino a questo momento abbiamo parlato in particolare dell'inceneritore, ma ovviamente il tema della gestione dei rifiuti in provincia di Salerno interessa la Commissione sotto tutti i punti di vista. Nel corso degli incontri di ieri a Napoli e di oggi a Salerno abbiamo avuto un quadro abbastanza completo della situazione, ma se vuole può aggiungere alcune considerazioni su aspetti particolari.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. Il consorzio SA-2 è commissariato per le ragioni illustrate poco fa dal sindaco De Luca. Ho ricevuto varie sollecitazioni da parte di alcuni sindaci, tra cui anche quello di Eboli, per attivare effettivamente il consorzio. Ricordo di aver svolto varie riunioni sul tema, ahimé invano, data la mancata presenza dei sindaci. Addirittura, la riunione del 25 marzo 1997, sollecitata dal sindaco di Eboli, ha visto assente proprio il sindaco di Eboli. Il tema specifico era quello della costituzione del consorzio SA-2.

Vorrei sottolineare che sia il comune di Salerno sia, in precedenza e con insistenza, il comune di Battipaglia si sono rese disponibili - almeno per quanto riguarda il comune di Salerno - ad ospitare nel territorio comunale, laddove fosse possibile tecnicamente, un impianto di termodistruzione. L'amministrazione comunale di Battipaglia ha insistito in varie occasioni ufficiali, non ultima una riunione svoltasi in prefettura il 31 gennaio 1996, a proposito della discarica ex ISMAR...

ROBERTO NAPOLI. In quale prefettura si è svolta questa riunione?

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. La riunione si è svolta presso la prefettura di Napoli.

ROBERTO NAPOLI. Allora, si tratta della riunione svoltasi il 12 gennaio 1996.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. La ringrazio per la precisazione, senatore Napoli. Comunque, la data risulta a verbale.

In quell'occasione ci si attivò perché nel territorio di Battipaglia fosse collocato un impianto di termodistruzione. Era presente anche il sindaco di Montecorvino Pugliano, località che attualmente ospita una discarica, il quale dichiarò la disponibilità della sua amministrazione.

Questo per quanto riguarda il problema degli impianti. La vera questione è che fino a poco tempo fa, cioè fino alla pubblicazione del piano, non avevamo alcun momento effettivo di programmazione in materia di rifiuti sul territorio. Adesso, invece - e, debbo dire, anche con una certa efficacia - la struttura del commissario di Governo comincia ad organizzare e programmare sul territorio i primi interventi necessari dettati da un'emergenza sostanzialmente endemica.

Credo che la realtà della provincia vi sia ben nota e chiara, con particolare riferimento alle caratteristiche del territorio, reso peculiare, da un lato, dalla presenza della costiera amalfitana e dall'agro nocerino-sarnese, pressoché impossibilitate ad ospitare impianti di smaltimento e, dall'altro, di aree nelle quali si registra effettivamente una forte produzione di rifiuti, con limite territoriale Eboli-Capaccio-Agropoli; infine, la realtà, molto bella dal punto di vista territoriale ma non scevra da difficoltà per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, del vallo di Diano e del Cilento. In quest'ultima zona le scelte impiantistiche sono estremamente difficoltose dal punto di vista sia ambientale sia economico.

La realtà dei consorzi di bacino vede come esperienza lusinghiera quella del consorzio SA-4 ed è invece deficitaria nella struttura della legge regionale e con riferimento agli altri tre consorzi. Come saprete, il consorzio SA-3 è commissariato, il consorzio SA-1 non è commissariato ma non è operante, il consorzio SA-2, nonostante le più vive sollecitazioni da parte di taluno, è caratterizzato da una situazione per la quale non ci si riesce a sedere intorno ad un tavolo. Ho indetto almeno tre riunioni, convocando gli amministratori comunali facenti parte del consorzio SA-2. Alcuni partecipano, sia pure in scarsa percentuale, mentre la maggior parte è assente. Evidentemente, è difficile costringerli a sedersi intorno ad un tavolo.

ALFONSO DE NARDO, Presidente della Commissione ambiente della provincia di Salerno. Ci troviamo in una situazione di emergenza e, per adesso, l'unica possibilità per risolvere il problema dei rifiuti è di ricorrere alle discariche, così come si sta facendo con la gestione commissariale, ma questo significa trovare 600 mila metri cubi disponibili all'anno.

Leggendo il piano regionale, ho maturato la convinzione che tutte le scadenze definite dal piano stesso non facciano intravedere, per il momento, la possibilità di un reale superamento del problema dell'emergenza. Vi è tutta una serie di scogli di carattere organizzativo che debbono essere superati. In particolare, si registra una incongruenza tra il piano regionale di smaltimento ed il decreto legislativo Ronchi, da un lato, e la preesistente legge regionale emanata in materia, la n. 10 del 1993, dall'altro, dal punto di vista dell'individuazione degli organismi che debbono curare le fasi della raccolta e dello smaltimento, che vanno al di là della competenza comunale, ossia i consorzi di bacino. Non vi è assolutamente congruenza tra la definizione territoriale dei consorzi di bacino e l'ambito ottimale definito dal decreto legislativo (che, per quanto riguarda Salerno, dovrebbe coincidere con l'intero territorio provinciale), tanto che l'intero territorio è suddiviso in quattro bacini. A regime, ciascuno di questi consorzi dovrebbe essere gestore di un quarto di impianto di termodistruzione - lo dico a titolo di boutade - e di metà impianto di compostaggio, se vogliamo guardare alla dotazione degli impianti prevista dal piano di smaltimento rifiuti. Si tratta di un aspetto che credo debba essere sottolineato; perché le cose possano funzionare, è necessario creare aggregazioni tra i diversi soggetti, in primo luogo tra i comuni, tali da configurare modelli gestionali positivi e convenienti e, quindi, idonei a far partire concretamente il meccanismo.

Non sono pochi i casi in cui i comuni realizzano formalmente la raccolta differenziata, ma questo tipo di iniziative funziona nel momento in cui si stabilisce un rapporto con una società od un'impresa che si prenda cura - chissà come e chissà dove - di scaricare i rifiuti. Non è quindi peregrina l'idea che tutto questo si faccia ma che tuttavia in molti casi il tutto sia riversato, indistintamente, nella stessa discarica indifferenziata. Questa situazione potrebbe essere superata soprattutto mirando all'anello terminale della catena, quello della reimmissione in un ciclo produttivo.

A qualche anno di distanza dall'inizio delle esperienze commissariali, vi sono elementi che lasciano ancora molto perplessi. Il commissario dovrebbe avere la funzione di dare un colpo di acceleratore alle procedure; purtroppo, situazioni come quella del commissariato consorzio SA-2 si mostrano del tutto inadeguate ad affrontare ed a risolvere le problematiche sul tappeto.

GIUSEPPE SPECCHIA. Al di là delle questioni riguardanti l'individuazione di chi dovesse esercitare il controllo, in particolare se dovessero essere i sindaci od i commissari, vi è un dato emergente che non può sfuggire alla nostra attenzione. In una situazione di estrema difficoltà, credo che soprattutto gli enti locali dovrebbero attivarsi per trovare insieme punti di convergenza che portino ad una soluzione ottimale per tutti. Constatiamo invece come sia difficile riunirsi e trovare soluzioni comuni, per lo più in presenza di precise prese di posizione da parte di alcuni comuni che, ad esempio, non solo si sono opposti al termodistruttore, ma addirittura stanno ricorrendo in via amministrativa.

In tale contesto, presidente, sarebbe auspicabile che la nostra Commissione stimolasse regioni, province, comuni, consorzi e commissari ad operare insieme, a trovare un punto d'incontro per una verifica che vada al di là dei problemi derivanti dalle localizzazioni previste dal piano regionale. Tutto questo, a mio avviso, dovrebbe avvenire con la massima tempestività, visto che le soluzioni che sono state prospettate per quanto riguarda le discariche risolverebbero il problema per tempi molto brevi.

Ritenete che sia giunto il momento di trovare un momento comune per affrontare le gravi questioni sul tappeto?

Quanto alla raccolta differenziata, poiché abbiamo appreso che in provincia questo tipo di raccolta non è decollata, vorremmo sapere come vadano effettivamente le cose e quali iniziative si intende promuovere perché possano essere fatti passi in avanti in questa direzione. Tutta la comunità nazionale, ormai, guarda infatti alla- fase della raccolta differenziata.

Al sindaco di Salerno chiedo anche di indicarci eventuali problemi con riferimento ad altri tipi di rifiuti. In particolare, per quanto riguarda Salerno, se vi siano problemi per gli inerti, i rifiuti industriali e quelli tossico-nocivi.

ROBERTO LASAGNA. Comprendo bene che tra Battipaglia, Eboli, Salerno ed altri comuni vi possa essere un conflitto non tanto di interessi ma di localizzazione di discariche e di impianti di termodistruzione. Tuttavia, non posso fare a meno di svolgere alcune considerazioni. Non sono di queste parti e sono purtroppo condizionato da un'immagine del meridione d'Italia diversa da quella che mi è stata prospettata ieri da Bassolino. Il sindaco di Napoli ha dipinto una situazione ben precisa in ordine alla raccolta differenziata ed a tutto il modo di gestire il ciclo. Cosa accade, sindaco, per quanto riguarda la raccolta differenziata? Sappiamo tutti che, senza la raccolta differenziata, non succede assolutamente nulla, se non si parte dalla volontà delle responsabilità locali nel gestire bene ciò che ha fatto con grande successo il sindaco Bassolino. Non vedo differenza tra Salerno e Napoli e, se c'è, qualcuno me la deve spiegare. Se Bassolino dice di aver raggiunto lo stesso livello di Trento, la cosa mi rende non triste ma felice, come italiano e come componente di questa Commissione.

Credo che la battaglia sul punto in cui localizzare il termodistruttore cominci ad essere non tanto legata ad un discorso di localizzazione ma, piuttosto, a ciò che viene immesso nell'impianto di termodistruzione. Cerchiamo di deciderlo a priori, anche perché, da quello che ho capito, Bassolino ci sta mettendo molto poco...!

Salerno è sicuramente la realtà determinante della futura politica della raccolta in questa zona. Il modo in cui sarà gestita la raccolta dei rifiuti urbani, solidi o liquidi che siano, sarà determinato da Salerno. Dalle considerazioni che ho ascoltato finora è emerso un antagonismo molto spinto, dovuto a fattori storici. In questo modo non fate altro che aggravare la situazione, perché siete voi a chiamare la canzone e siete voi ad avere la lira. E' evidente che chi chiama la canzone è quello che paga. Quindi, dovete essere voi a decidere.

Per quanto riguarda il compattamento, cosa ipotizzate in vece di una discarica parziale, di un termodistruttore in una zona di un comune limitrofo? Cosa date in cambio? Non vi chiedo di rispondere oggi, ma queste sono le domande che si fanno gli altri.

E' chiaro che la localizzazione nel tempo è una condanna per sempre. Perché non pensate a varianti? Non è necessario avere una localizzazione nel tempo che sia perenne; si possono ottenere varianti e modifiche, si possono ottenere molte cose, visto che tutto il sistema legato alla raccolta ed alla distruzione dei rifiuti di tutti i generi sta passando attraverso una dinamica molto rapida e tra dieci anni discuteremo di cose che oggi non immaginiamo nemmeno. Penso, ad esempio, alla distruzione del materiale ospedaliero: tre anni fa, si trattava di un dramma in tutta l'Italia mentre oggi, dopo che una serie di organizzazioni si sono messe a produrre termodistruttori iperspecializzati, non ci sono abbastanza gambe, né fegati, né milze, né pezzi di corpo umano da termodistruggere.

In definitiva, capisco il vostro approccio al problema, ma credo di potervi suggerire che ne esistono tanti altri. Penso anche di poter suggerire al presidente la promozione di iniziative finalizzate a ristabilire condizioni di serenità e di concordia fra le varie realtà che operano su un territorio tanto martoriato.

ROBERTO NAPOLI. L'assessore Dambrosio ha fatto riferimento al verbale del 12 gennaio 1996 relativo alla riunione svoltasi presso il commissario prefettizio di Napoli, presenti il presidente della provincia, il delegato del sindaco De Luca, i sindaci di Battipaglia, di Montecorvino Pugliano ed altri. Da questo verbale, che è un verbale d'intesa e non, quindi, un atto ufficiale, si ricava che fu sottoscritto che la discarica di Battipaglia sarebbe stata definitivamente chiusa il 30 aprile 1996, con un'onere aggiuntivo a carico dei comuni che conferivano presso la stessa discarica, primo fra tutti Salerno che credo scaricasse lì i suoi rifiuti dal 1978. In quella riunione, il rappresentante del comune di Salerno, proprio perché comune che non aveva mai avuto una discarica sul suo territorio, fu il primo ad offrire la disponibilità alla localizzazione di un impianto di termodistruzione sul territorio, se ve ne fossero state le condizioni tecnico-ambientali. Questo è ciò che risulta a verbale.

Dal punto 3 del verbale, inoltre, risulta che, su precisa iniziativa del commissario Catalani con riferimento a quale, dopo la chiusura della discarica di Battipaglia, potesse essere la soluzione praticabile, tenuto conto che dal 1° maggio 1996 i comuni che fino ad allora avevano conferito a Battipaglia avrebbero cominciato a conferire i rifiuti solidi urbani presso Montecorvino Pugliano, fu chiesto al sindaco di Battipaglia ed a quello di Montecorvino Pugliano di dare eventualmente la disponibilità per studiare sul territorio un'ipotesi tecnica. Questi sono gli atti.

Sempre in tema di atti, constato come l'assessore provinciale all'ambiente non abbia ben studiato, purtroppo, il piano dei rifiuti regionali. Di questo mi sono accorto anche nel leggere il suo intervento del 23 gennaio 1997, antecedente alla stesura del piano, svolto in sede di consiglio provinciale, il cui testo ho qui con me. A pagina 336 dello stesso piano, così come risulta agli atti, vi è scritto: "Ipotesi di localizzazione impianto di termodistruzione nella provincia di Salerno - ASI di Battipaglia: tale localizzazione è stata suggerita dal consorzio SA-3 e SA-4". Gli unici atti ufficiali dai quali ha attinto la regione Campania, che deve tenere conto delle deliberazioni dei consorzi, sono quelli che risultano agli atti e che indicano come due consorzi che non hanno responsabilità territoriale diretta abbiano suggerito la localizzazione del termodistruttore in un'area diversa. E' come se qualcuno decidesse cosa fare a casa dell'assessore Dambrosio!

Ecco il motivo per il quale il sindaco di Battipaglia pro tempore ed il sindaco di Eboli hanno proposto ricorso al TAR per illegittima ed impropria localizzazione. Lei, assessore, questo lo dovrebbe sapere.

La lettera b) dell'articolo 21 del decreto Ronchi indica espressamente che le bonifiche delle discariche e dei siti inquinanti sono di responsabilità della provincia. Quali atti il suo assessorato ha posto in essere in questa provincia per bonificare la discarica di Battipaglia, sia quella vecchia sia quella nuova? Da quanto ne so, fino a questo momento non risulta che la provincia di Salerno, su cui grava la responsabilità prevista dall'articolo 21, lettera b), del decreto Ronchi, abbia fatto alcunché. Se vuole, le posso mandare tutta la documentazione, anche degli organi di stampa, dalla quale risulta che il problema è stato sollevato da mesi. Lei ne è certamente a conoscenza. Da questo punto di vista, credo che ella dovrebbe rispondere con atti e non con osservazioni. Condivido quanto diceva il sindaco di Salerno, nel momento in chi ha affermato che ai problemi occorre dare soluzioni concrete evitando contrapposizioni ideologiche.

Come ho detto, i consorzi SA-3 e SA-4 indicano la localizzazione a Battipaglia. Le chiedo: sono state prese in considerazione altre ipotesi, che pur abbiamo rappresentato? Penso, per esempio, al consorzio di Salerno, all'area industriale di Buccino, all'utilizzo parziale del cementificio Italcementi che... (Commenti dell'assessore Dambrosio). Certo, visto che utilizzano i rifiuti solidi urbani per l'alimentazione e visto che nel decreto Ronchi è espressamente citato l'utilizzo di strutture a consumo energetico particolare, tra cui proprio i cementifici!

Chiedo, inoltre: l'assessorato all'ambiente del comune di Salerno, che non ha mai avuto sul suo territorio né una discarica né altro tipo di impianti, ha condotto uno studio per ricercare soluzioni alternative a quanto impropriamente proposto per una città che tuttora convive con una discarica, come i colleghi della Commissione hanno potuto direttamente verificare questa mattina, convive cioè con una situazione di gravissimo rischio ambientale, avendo due vecchie discariche non ancora bonificate ed una terza che non viene bonificata per effetto della nota sentenza TAR di qualche giorno fa?

Credo sia questo il modo giusto per affrontare i problemi, non contrapponendo i comuni o ritenendo, come sostiene il sindaco De Luca, che quella sia la soluzione più agevole. Io potrei dire che ci sono altre soluzioni agevoli e di qualcuna di queste ne ho fatto già menzione. Fino a quando il consorzio SA-2 non sarà convocato, ai sensi della legge n. 142 e del decreto Ronchi n. 22 del febbraio 1997, le responsabilità ambientali restano della provincia, che suggerisce le soluzioni alle regioni. Assessore, non è la regione che decide - lei lo sa bene - ma la regione prende atto di quanto le province decidono! Le regioni - ripeto - prendono atto, così come è stato fatto attraverso il commissario Postiglione, hanno un loro organismo tecnico ma prendono atto delle indicazioni della provincia.

Ritengo si tratti di un aspetto che va doverosamente precisato, anche perché rimanga agli atti. Siamo qui come Commissione d'inchiesta, tra l'altro su sollecitazione del sottoscritto e del collega Iuliano, perché a livello istituzionale, in modo sereno e corretto, si concorra a trovare le soluzioni di questo problema, evitando contrapposizioni politiche ed ideologiche. Credo che in questo senso vada inteso il nostro contributo.

Per ultimo, constato la sovrapposizione di due date: quella che il sindaco di Montecorvino Pugliano ha citato con grande preoccupazione (maggio 1998) e quella indicata ieri a Napoli, il 31 marzo 1999, che dovrebbe essere il periodo ultimo del completamento del milione e mezzo di metri cubi previsto per la discarica di Montecorvino. Non c'è dubbio che, se il numero dei comuni che conferiscono nella discarica di Montecorvino aumenta, i tempi di riempimento della discarica diminuiranno. Se entro la fine di quest'anno non sarà trovata una soluzione definitiva per l'impianto di termodistruzione in questa provincia, a meno che Ronchi non riduca gli impianti in ambito regionale a due o tre, per cui Salerno uscirebbe fuori, conferendo eventualmente a Santa Maria Capua Vetere (ipotesi ieri configurata a Napoli), ci ritroveremmo, da qui a pochissimo tempo, a non sapere dove conferire i rifiuti solidi urbani di questa provincia.

GIOVANNI IULIANO. Tra ieri ed oggi abbiamo effettuato un sopralluogo a Napoli e Salerno ed abbiamo constatato una situazione di commissariamento straordinario che dura ormai da oltre tre anni. Il sindaco ed i rappresentanti provinciali ritengono che gli enti locali siano ormai in grado di passare alla gestione ordinaria oppure pensano che al 7 novembre 1997 si dovrà riprodurre per l'ennesima volta l'ennesima proroga della soluzione di un problema che sta diventando ormai soltanto emergenza?

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Con riferimento alla raccolta differenziata ed al confronto con Napoli, debbo subito dire che la nostra è una realtà territoriale modesta e che tuttavia, in generale, come atteggiamento, diciamo così, storico, è molto riluttante ad assumere Napoli come termine di confronto. Per quanto ci riguarda, abbiamo completato il sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Lo abbiamo ormai da due anni per la carta; abbiamo un'intesa con Replastic per la plastica; abbiamo attivato la raccolta differenziata del vetro e, quest'anno, quella dei medicinali scaduti, delle pile e dei rifiuti tossici. Da questo punto di vista, abbiamo completato un percorso.

Unico problema che scontiamo è la ricaduta da Napoli per quanto riguarda i dipendenti della discarica di Salerno. Essendosi realizzato un accordo a livello regionale che prevedeva la sistemazione di un po' di personale napoletano, varia umanità, che gestiva la discarica di Napoli, abbiamo avuto qualche problema perché, ovviamente, in qualche caso hanno deciso che, poiché l'orario di chiusura è alle 17, che alle 17,7 secondi bisogna chiudere o magari che la domenica mattina non si dovesse fare lo straordinario. Ci siamo quindi trovati con la città sporca, con buona pace dei nostri amici di Napoli. A parte questo, riteniamo di aver completato il programma della raccolta differenziata dei rifiuti per quanto riguarda Salerno.

Non mi ritrovo nella configurazione di un ventaglio di comuni impegnati in una guerra municipalista. Non mi ritrovo per niente: io non sono impegnato in alcuna guerra. Nel corso di riunioni istituzionali, quando vi sono state, ho espresso una posizione assolutamente oggettiva. Ciò che è accaduto dopo riguarda altre istituzioni che hanno responsabilità e competenze che io non ho ed altri comuni che hanno deciso di fare altre scelte.

La mia unica responsabilità è di non aver convocato, in quanto comune capofila, l'assemblea del consorzio SA-2. Ho già cercato di chiarire la ragione di buonsenso per cui è passato un po' di tempo. Anch'io, a questo punto della situazione, ritengo che si debba rientrare nella norma, attivando procedure democratiche ed impegnando in maniera esplicita gli enti locali per risolvere i problemi. Tra l'altro, ho l'impressione che, con i commissari ed i subcommissari, si rischi di aggravare la situazione anziché risolverla.

Per quanto riguarda la localizzazione, noi non c'entriamo assolutamente nulla. La regione Campania, sulla base degli approfondimenti tecnici propri, effettuati dalle strutture del subcommissario di cui non ricordo il nome...

ROBERTO NAPOLI. Si chiama Buonomo.

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Buonomo: che Dio lo abbia in gloria! La regione ha effettuato un approfondimento tenico. Sulla base del contributo tecnico dell'amministrazione provinciale (ricordo che vi è stata un'indagine della provincia finalizzata a fornire ipotesi di localizzazione), la regione ha ritenuto di individuare un sito. Punto e basta!

Ovviamente, noi siamo rispettosi degli orientamenti della regione Campania: ci mancherebbe altro! Credo che dobbiamo fare tutti uno sforzo di rigore. Se dobbiamo attenerci a valutazioni di merito, è un conto; se invece dobbiamo giocare e fare i furbi, visto che affrontare un problema alla luce del sole di fronte alla propria comunità è un po' faticoso, non sono affatto d'accordo. Se dobbiamo giocare a chi rifiuta più tenacemente la localizzazione, il gioco è semplicissimo, ma non credo che porti a qualche risultato.

Ripeto: noi non abbiamo dichiarato alcuna guerra, ma ci siamo soltanto attenuti ad una decisione assunta dalla regione Campania, che a noi pare ragionevole. Non credo - mi rivolgo al senatore Napoli - che esistano molte altre alternative e soluzioni agevoli. Ho una qualche conoscenza del territorio provinciale e non mi pare proprio. Non mi pare, ad esempio, che Buccino possa essere preferibile ad una localizzazione nella Piana, perché si tratterebbe di una localizzazione molto più decentrata rispetto al grosso della popolazione che produce rifiuti solidi urbani. Non sarebbe sicuramente preferibile dal punto di vista della mobilità (non c'è assolutamente paragone!). Non intervengo nel merito delle caratteristiche geologiche, ma dal punto di vista di ciò che mi è dato conoscere, sicuramente la localizzazione di gran lunga più ragionevole, anche perché siamo in area industriale, è proprio quella riferita a quest'area.

Non è affatto vero che il comune di Salerno non abbia ospitato discariche. Ho appena finito di dire che noi raccogliamo i liquami - non procedo ad ulteriori specificazioni - di tredici comuni della nostra provincia. Ciò avviene senza alcuna lamentazione: li raccogliamo perché ospitiamo l'impianto di depurazione nel quale confluiscono i liquami, oltre che di Salerno, di decine di altri comuni della valle dell'Irno. Quindi, il nostro contributo a farci carico per la parte compatibile con la nostra configurazione territoriale e geologica, lo stiamo già fornendo e - ripeto - senza lamentarci.

Immaginare che in una città che vive a ridosso del suo lungomare, che è schiacciata sotto la collina, che è all'inizio della costiera amalfitana, si possa fare non so che cosa, mi pare, per la verità, un po' bizzarro. Ribadisco anche in questa sede che, se sul piano tecnico-scientifico dell'analisi geologica, si ritiene che questa sia la cosa migliore, io non ho problemi. Non ritengo che sia così, sulla base delle riflessioni e delle indagini tecniche e geologiche eseguite fino ad oggi da provincia, regione e subcommissari.

Per quanto riguarda gli oneri aggiuntivi, abbiamo avuto un piccolo problema che affronteremo la prossima settimana. Quando abbiamo deciso di portare i nostri rifiuti nella discarica di Montecorvino Pugliano, abbiamo dato una disponibilità a risarcire anche con qualche erogazione finanziaria aggiuntiva, pagando un po' di più il trasporto dei rifiuti.

ROBERTO NAPOLI. Può quantificare?

VINCENZO DE LUCA, Sindaco di Salerno. Non abbiamo quantificato, ma abbiamo espresso una volontà, che ovviamente non può significare che noi, per smaltire i nostri rifiuti, dobbiamo pagare la "mazzetta" non si sa a chi. Se si decide che nell'ambito del consorzio la tariffa deve essere aumentata di un tot perché occorre risarcire Montecorvino Pugliano, non ho problemi. Ma se qualcuno immagina che il comune di Salerno, da solo, prenda dieci lire a chilogrammo e le trasferisca direttamente sul bilancio del comune di Montecorvino, questo significherebbe invitarci a passare un guaio, perché nessuna Corte dei conti ratificherà mai una decisione assolutamente immotivata.

Sono disponibile, nell'ambito di un discorso di bacino, a valutare le possibilità di "risarcimento", di ristoro per quelle realtà comunali che si fanno carico di un problema. Questo, però, nell'ambito del bacino; non può diventare una trattativa privata tra i comuni perché questo poi determinerebbe situazioni davvero spiacevoli (o mi dai qualcosa in più oppure non faccio passare i tuoi rifiuti).

Quanto alla dotazione tecnica, ci siamo dotati di quaranta autocompattatori di ultima generazione.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. Risponderò con serenità alle domande serene che mi sono state poste.

Quanto alla situazione della raccolta differenziata in provincia di Salerno, devo rappresentarvi una serie di inviti, di sollecitazioni. La nostra amministrazione è in carica dai primi di giugno del 1995. Il 10 o l'11 luglio dello stesso anno abbiamo convocato i 158 sindaci della provincia di Salerno per sollecitarli, allora, ancora una volta, all'attivazione dei consorzi di bacino e, contestualmente, all'attivazione dei meccanismi di raccolta differenziata. Qualcosa, da queste sollecitazioni, abbiamo raccolto; in molti altri casi le sollecitazioni sono valse a poco. Non è il caso di dire quello che si è fatto e quello che si poteva fare, però vorrei sottolinearvi un concetto: le raccolte differenziate, per avere un successo che non sia "di facciata", devono essere supportate anche dal punto di vista economico. Intendo dire che, fin quando sarà consentito conferire in discarica materiale a 60-75 lire al chilo (credo che questo sia l'attuale prezzo in Campania), ogni sforzo per incrementare la raccolta differenziata, cioè un meccanismo che è anzitutto economico, è, al di là delle pie intenzioni e delle manifestazioni pur didatticamente utili nei confronti della popolazione, un falso problema. Finisce infatti per diventare una diseconomia.

Chi vi parla credo molto nel meccanismo della raccolta differenziata. Non è certamente quello dei contenitori stradali - anche se rappresentano un grosso sforzo - il problema; ma una raccolta differenziata seria, quella che si può leggere nel decreto Ronchi, deve attuarsi con la raccolta della parte secca, quella della parte umida, impianti di preselezione del secco e impianti di compostaggio dell'umido. Si tratta di situazione che presuppongono scelte impiantistiche che non sono state fatte. Oggi il rischio è quello di fare la raccolta differenziata e poi, come probabilmente già accade in qualche posto della regione Campania, andare a gettare tutto in discarica.

Non sto qui ad elencare le iniziative o il fatto che abbiamo sollecitato la convenzione per la raccolta della carta o della plastica: il problema è complessivo. Non parlo, perciò, dell'organizzazione attuata lungo la fascia costiera o della specifica convenzione con la Replastic, perché non è questa la sede: il problema di fondo è strutturale, perché questo meccanismo deve essere reso economico. Ripeto che nella regione Campania il prezzo del conferimento in discarica è quello che ho detto.

La legge finanziaria per il 1996 prevedeva un meccanismo di differenziazione del prezzo di conferimento in discarica a seconda della quantità, della qualità e del volume dei rifiuti. Che io sappia, questo meccanismo non è stato assolutamente posto in essere, ed è rimasto inattuato. Ciò non favorisce il meccanismo della raccolta differenziata. Probabilmente, in altre zone d'Italia il prezzo del conferimento in discarica è ben più elevato, probabilmente del doppio o del triplo, mentre qui costa ancora 67-68 lire al chilo (ma non vorrei essere impreciso).

Stiamo chiedendo ad ogni comune di dotarsi di un regolamento comunale, oppure di adeguarlo se già ne dispongono, che segua le linee guida dettate nel piano regionale. E' uno sforzo che stiamo portando avanti proprio in questo periodo, visto che proprio la settimana scorsa abbiamo convocato riunioni su questo specifico argomento.

Passo alle richieste di chiarimenti del senatore Napoli. Per quanto riguarda le bonifiche delle discariche, non vorrei aver letto male il decreto Ronchi, anche se devo ritenere di averlo letto male. La bonifica dei siti inquinati è di competenza dei comuni e non delle province. L'articolo 21, lettera b), parla della disciplina di gestione dei rifiuti a proposito dei comuni.

ROBERTO NAPOLI. Anche a proposito delle province.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. A proposito delle province parla del "controllo e la verifica degli interventi di bonifica e del monitoraggio ad essi conseguente". Questa è altra cosa dal provvedere alla bonifica delle discariche, trattandosi del meccanismo di controllo delle situazioni di inquinamento ambientale, nel principio generale della legge n. 142.

Purtroppo, non ho avuto una richiesta a tema preventiva, ma mi prendo l'impegno personale di fornire alla Commissione tutti i verbali di tutti gli accertamenti e le sollecitazioni partiti dall'ufficio e da chi vi parla per sollecitare la bonifica, e la chiusura, della discarica di Battipaglia. Da ultimo, mentre si era sviluppato un contenzioso tra la società concessionaria e l'altro organismo, vi è stata un'intimazione a mia firma alla ditta che oggi ha il possesso della discarica affinché ritirasse circa il 30 per cento del percolato...

PRESIDENTE. Questa mattina abbiamo chiesto al subcommissario per le discariche, ingegner Buonomo, di farsi egli stesso portatore presso i commissari di Governo, cioè il prefetto di Napoli e il presidente della regione, di questo problema delle bonifiche, che è estremamente delicato.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. E che va finanziato.

PRESIDENTE. E che va finanziato. E' auspicabile un'iniziativa dei commissari, perché ci rendiamo conto che la questione delle risorse finanziarie e della strumentazione tecnica spesso supera le possibilità dei comuni e delle province.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. Per quanto riguarda il problema della localizzazione degli impianti, credo che abbiate a disposizione copia della delibera del consiglio provinciale con cui il consiglio stesso ha espresso intesa condizionata al piano regionale di smaltimento dei rifiuti. Potrei limitarmi a riportarmi alla mia relazione contenuta in quella delibera e al provvedimento d'intesa per significare qual è la posizione della provincia, cioè quella di una verifica tecnica secondo il contenuto dell'ordinanza Napolitano, con cui si è imposto al commissario di Governo di effettuare l'adeguamento del piano regionale. Visto che il decreto Ronchi ci impone di andare in aree industriali, si tratta di fare una scelta e una comparazione fra i vari siti dal punto di vista tecnico-ambientale. Ricordo che nella prima stesura del piano regionale vi era una comparazione soltanto tra Battipaglia e Buccino, mentre mancavano altri siti. Credo invece che il consiglio provinciale abbia voluto una comparazione tecnica, perché è da una comparazione tecnica anche sotto il profilo ambientale che si può valutare qual è la migliore localizzazione. Questo è un compito specifico del commissario di Governo.

In tempi non sospetti abbiamo preso accordi con l'Italcementi cercando di verificare la possibilità di smaltimento... Mi dispiace di non aver la possibilità di poter immediatamente documentare quanto dico.

PRESIDENTE. Può sempre inviarci la documentazione.

FRANCESCO SAVERIO DAMBROSIO, Assessore all'ambiente della provincia di Salerno. Volevamo verificare se l'Italcementi poteva inserire nel suo ciclo di produzione dei quantitativi di RDF di buona qualità. Abbiamo avuto una risposta interlocutoria. Avevo fatto io personalmente questa richiesta all'Italcementi prima ancora che, con l'ordinanza Napolitano, si chiedesse al commissario di Governo di verificare la possibilità di utilizzare sul territorio impianti a combustione (era quindi una verifica sul sistema industriale esistente).

E' esatta l'osservazione del senatore Napoli circa il fatto che i consorzi SA-3 e SA-4 abbiano anch'essi sollecitato il commissario di Governo alla localizzazione dell'impianto a Battipaglia. Questa è una circostanza indiscutibile. Non è che si è scelta Battipaglia perché i consorzi SA-3 e SA-4 l'hanno indicata: si sceglie Battipaglia (o Salerno o Buccino) perché si fa una comparazione fra le varie possibilità ubicazionali. Non la si è scelta certamente perché i consorzi SA-3 e SA-4 hanno detto che si può fare il termodistruttore a Battipaglia. Non è stata una decisione ragionata, ma non l'abbiamo presa noi: credo che la domanda vada rivolta a chi l'ha assunta.

PRESIDENTE. Vi ringraziamo. Prendiamo atto della volontà espressa dal sindaco, anche in funzione di quanto ha testé affermato l'assessore provinciale all'ambiente, di una convocazione del consorzio SA-2 per motivi di opportunità al tempo stesso sociale e ambientale e di confronto tra gli enti locali. Nella chiarezza delle posizioni che ciascuno ha assunto e che sono state qui ribadite, prendiamo perciò atto molto formalmente dell'impegno preso dal sindaco. E' necessario, infatti, creare intorno a queste scelte livelli di consenso spesso difficili da ritrovare e che invece devono essere promossi ad ogni costo: neanche di fronte all'emergenza, infatti, le discariche o i termodistruttori si possono creare con i carri armati. Nessuno pensa a questo, perché anzi si deve trovare la strada per avere il massimo consenso della popolazione, che deve essere informata e deve trovarsi di fronte a scelte definite dal punto di vista tecnico-scientifico e da quello delle motivazioni economiche e ambientali.

Vi ringraziamo nuovamente.

 

Incontro con il responsabile del CRR e con gestori di discariche.

PRESIDENTE. Ascoltiamo ora il dottor Bellino, responsabile del CRR, e alcuni esponenti dell'ENEA, che hanno gestito nella fase finale la discarica di Castelluccio.

La Commissione è stata ampiamente informata sui problemi dei rifiuti nelle giornate di ieri e di oggi. Vorremmo da voi un completamento del quadro a nostra disposizione, soprattutto con riguardo alla discarica di Castelluccio.

GIUSEPPE PICA, Ingegnere dell'ENEA. Partecipo a questo incontro in quanto ho avuto la responsabilità amministrativa della discarica durante il periodo di affidamento all'ENEA della gestione.

PRESIDENTE. Questo affidamento è stato contemporaneo all'affidamento all'ENEA della discarica Di.fra.bi di Pianura?

GIUSEPPE PICA, Ingegnere dell'ENEA. Un mese dopo. Ebbi il compito di curare la parte amministrativa, quindi l'effettuazione delle spese e degli incassi, oltre alla gestione del personale.

PRESIDENTE. Mi scusi, ma un po' mi devo stupire. All'epoca criticammo molto - ma l'emergenza purtroppo è l'emergenza - l'idea di affidare la gestione di una discarica ad un ente di ricerca applicata. Ma quella della Di.fra.bi era una gestione tecnica, nel senso che riguardava il prelievo del biogas, i dispositivi per il percolato, eccetera, per cui una competenza tecnica dell'ENEA era in qualche modo configurabile. Ma lei mi sta parlando di una gestione amministrativa.

GIUSEPPE PICA, Ingegnere dell'ENEA. La gestione è stata totale, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici sia per quanto concerne quelli amministrativi e gestionali. L'ente ha assolto a tutti i compiti, dal pagamento degli stipendi ai dipendenti, alla consegna dei modelli 101, all'acquisizione di beni e servizi e alla stipula di contratti con i fornitori. E' stata una gestione totale in sostituzione del vecchio gestore.

CORRADO PATIMO, Chimico dell'ENEA. E' per questo motivo che, come ENEA, nominammo un direttore amministrativo-gestionale per le problematiche specifiche e un direttore tecnico per le problematiche tecniche. L'ingegner Pica era il direttore amministrativo gestionale e l'ingegner Petrungaro, anch'egli qui presente, era il direttore tecnico della discarica. Sono entrambi assai competenti nei rispettivi settori.

PRESIDENTE. Nel sopralluogo che abbiamo compiuto questa mattina abbiamo visto che la superfetazione di una discarica su discariche preesistenti ha comportato problemi rilevanti, dal punto di vista visivo e purtroppo anche da quello olfattivo, per la vallata. Vi è inoltre un rilevante problema concernente il percolato. Vorremmo perciò da voi - al di là del contenzioso giuridico in atto - una descrizione tecnica in funzione della situazione ambientale e sanitaria.

CORRADO PATIMO, Chimico dell'ENEA. Il problema del percolato è stato risolto dall'ENEA completamente fino a quando ha avuto la gestione della discarica. Abbiamo smaltito 21 mila tonnellate di percolato, cioè quanto siamo riusciti ad estrarre dalla discarica fino a quel momento.

PRESIDENTE. Sta parlando della parte superiore?

CORRADO PATIMO, Chimico dell'ENEA. Di tutte e due le parti.

PRESIDENTE. Vorremmo capire molto bene, poiché la situazione è complessa. Vi sono due discariche preesistenti, su cui qualcuno ha dato l'autorizzazione a fare un'altra discarica. Vorremmo capire, perciò, se queste 21 mila tonnellate si riferiscono alle vecchie discariche di Eboli-Battipaglia, che hanno funzionato per una ventina di anni, o alla discarica ISMAR, più recente.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Quando l'ENEA ha avuto l'incarico di gestire la discarica, intendendo quella impermeabilizzata centrale, l'invaso era già realizzato ed era parzialmente riempito. Non conosco con precisione le quantità, però la prefettura di Napoli o gli organismi tecnici che hanno effettuato i rilievi topografici possono fornirvi dati più precisi sulle quantità smaltite nel periodo che va, presumibilmente, dal febbraio al dicembre 1994. Noi, come ENEA, conosciamo la storia visibile dal 20 dicembre 1994. Abbiamo gestito la discarica secondo le norme di legge, con i controlli da parte sia della provincia e del gruppo tecnico di diagnostica sia del NOE dei carabinieri e delle ASL. In tutto il periodo, abbiamo suddiviso la parte di lotto che rimaneva in sublotti e strati, per fare in modo che i cattivi odori fossero quanto meno limitati, grazie a ricoperture di terreno. Abbiamo smaltito il percolato della sola discarica data in gestione.

PRESIDENTE. Quella dell'ISMAR, per capirci.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. No, io la chiamerei la discarica impermeabilizzata. Non so la storia che non riguarda l'invaso impermeabilizzato.

PRESIDENTE. E' stato chiaro. Quindi le 21 mila tonnellate si riferiscono soltanto a quella parte.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Sì, però correggo il numero: esattamente, sono 12.700.

PRESIDENTE. Questo numero riguarda tutto il periodo di gestione ENEA?

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Esatto. Lo smaltimento è iniziato a gennaio 1995, qualche mese dopo la requisizione e il successivo insediamento dell'ENEA, ed è continuato fino all'ultimo giorno, cioè l'8 luglio 1996. Lo smaltimento è andato scemando nel tempo, anche perché si riuscivano ad emungere quantità di percolato più alte in primavera ed in autunno, quando le piovosità sono maggiori, mentre nei periodi estivi le quantità erano più basse, dato che il tempo di percolamento era più basso. Abbiamo avuto una media all'incirca di 100 metri cubi al giorno, con punte, nei periodi più critici, di 200 metri cubi al giorno e con magre di 50 nell'ultimo periodo. In tale fase, addirittura, dovevamo emungere il percolato un giorno sì e un giorno no.

Inoltre, per accelerare il processo di smaltimento, negli ultimi due o tre mesi ci preoccupammo di realizzare delle vasche tecniche, perché i pozzi di prelevamento erano due. Realizzammo le due vasche tecniche dove la pendenza naturale portava all'accumulo, per intenderci dalla parte di Battipaglia. Con queste biovasche aggiuntive siamo riusciti a prelevare più percolato. Comunque, a giugno e luglio le quantità erano ridotte. Abbiamo anche provveduto a sistemare un primo strato di argilla, con una tipica attività di bonifica.

PRESIDENTE. Sì, l'abbiamo visto con i nostri occhi.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Per ridurre la parte soggetta alle precipitazioni. Non so cosa sia successo dall'8 luglio in poi, perché non ho avuto la possibilità di accedere alla discarica...

PRESIDENTE. E' rimasto un manto argilloso.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Se il percolato era scemato nel tempo lasciando un foro aperto nel centro, le piogge di un anno intero hanno confluito nell'invaso rendendo vani i nostri sforzi per portare via il percolato.

PRESIDENTE. Vorrei sapere se lei sia in grado di fare una stima, una valutazione, tenendo conto del periodo di tempo abbastanza significativo in cui la discarica è stata sotto la vostra gestione, del ritmo di percolato che siete riusciti ad estrarre. E' inoltre in grado di fare una stima su quanto percolato la discarica abbia al suo interno?

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Dare dei numeri è molto difficile.

PRESIDENTE. Ci basta un ordine di grandezza. Avete estratto 12.700 tonnellate in circa un anno e mezzo. E' ragionevole ipotizzare che, tenendo conto di un regime di piogge medio...

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Circa 1 metro l'anno.

PRESIDENTE. Secondo lei, quindi, da quella discarica quante tonnellate si dovrebbero grossomodo estrarre?

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Se mi chiede quanto percolato c'è da smaltire oggi, non glielo so dire, perché non so quanto ne è stato smaltito dopo il luglio 1996.

PRESIDENTE. Parta allora dal presupposto dell'intervento che avete effettuato e del fatto che il mantello d'argilla tiene, come abbiamo potuto vedere di persona.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Devo sempre riferirmi all'8 luglio 1996. Non potrei giurare su una cifra, perché dovrei fare delle analisi...

PRESIDENTE. Non vogliamo giuramenti, solo una stima.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Potrei dire, prendendo il dato con le molle, che sia stato portato via grosso modo un 70 per cento del percolato. Però ripeto che è un numero buttato lì, che non ha alcun significato.

PRESIDENTE. Nel fornirci questi dati non dico che ci rende ottimisti però attenua il pessimismo che ha colto tutti noi nel vedere la situazione: se non altro, nella parte terminale della discarica, quella cioè in cui sono stati messi i teli, una bella quantità di percolato, diciamo la maggior parte (senza dire se il 60 o il 70 per cento) è già stata raccolta, e questa è un'informazione di cui non disponevamo.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Però tenga presente che nell'ordinanza che il prefetto di Napoli fece quando approvò il progetto di bonifica si prevedeva che l'emungimento del percolato dovesse avvenire per ulteriori cinque anni dal momento in cui tutto fosse coperto. Si prevedeva che la capacità di emungere non fosse immediata, perché i tempi di percolamento sono dilatati nel tempo. Ho buttato lì un numero ma se alla Commissione serve una valutazione più precisa mi riservo di fare un'analisi, come ENEA.

PRESIDENTE. Sì, gliela chiediamo perché può dare risposta ad una parte delle preoccupazioni della popolazione.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Perizie al riguardo sono già state fatte dall'UTE di Napoli nell'ambito della valutazione del percolato residuo che si è generato durante la gestione dell'ENEA per valorizzarlo nei confronti della società ISMAR che ha preso in carico la gestione da un certo momento in poi.

PRESIDENTE. Vi chiediamo di raccogliere voi stessi questi dati dell'UTE e di farli pervenire alla Commissione con una vostra valutazione.

PIETRO FRANCESCO PETRUNGARO, Ingegnere dell'ENEA. Va bene.

GIUSEPPE PICA, Ingegnere dell'ENEA. In termini soltanto indicativi e ragionando di grossi numeri, anche in considerazione del fatto che, man mano che la discarica si riempiva, veniva ricoperta da uno strato di argilla, per cui la sua esposizione in termini di superficie alle piogge veniva a diminuire nel tempo, sempre in riferimento alla data dell'8 luglio 1996 e tenendo conto del processo di vaporizzazione, ritenevamo che vi potessero essere allora alcune migliaia di metri cubi, che non superassero comunque le cinque o sei migliaia. Questa è, in linea generale, la nostra stima. Ma ripeto che è molto complesso farla, e anche la letteratura scientifica non può venirci in aiuto.

PRESIDENTE. Per questo la Commissione vi ha chiesto, data la conoscenza che avete maturato di quella situazione, una stima che sia la più aggiornata e credibile possibile, ben sapendo che si tratta comunque di una stima e di niente di più, che però può essere utile ad una serie di ragionamenti che faremo.

E' qui presente anche il dottor Bellino, responsabile del CRR. Ricordo che nella Commissione monocamerale d'inchiesta della precedente legislatura si fece cenno a ritrovamenti di container spiaggiati sulla costa salernitana, mi pare proprio nel porto di Salerno. La situazione era strana perché questi container recavano all'esterno tracce di materiali radioattivi mentre all'interno niente poteva far pensare che avessero ospitato tali materiali. Su questo problema di difficilissima soluzione tecnica sono state fatte le ipotesi più bizzarre. Vorrei sapere dal dottor Bellino se rispetto ad allora vi siano state altre acquisizioni.

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Il problema si è complicato ulteriormente. I campionamenti proseguono con cadenza quasi settimanale. Probabilmente fra poco finalmente usciremo in mare. Per ora ci siamo limitati a fare campionamenti da riva o con piccole imbarcazioni. Abbiamo campionato vari tipi di alghe.

PRESIDENTE. Le alghe sono quelle attaccate all'esterno dei container?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Sì. La prima anomalia ha riguardato la quantità di torio 234. Questa anomalia è stata ancora verificata in un tipo di alghe enteromorfe - di cui non ricordo in questo momento il nome specifico - che arrivano dal largo. Probabilmente sono estratte da pescatori con reti a strascico e le correnti le portano. Su questo tipo di alghe dobbiamo registrare una quantità di torio 234 superiore a quella che si può misurare su qualunque altro tipo di alga prelevata lungo la costa. Tenete presente che effettuiamo i campionamenti da punta Licosa fino a Sorrento.

Inoltre, con l'aiuto di amici pescatori che ci dicono dove sono andati a pescare, misuriamo interiora di pesci. Per fortuna, nelle carni di tutti i pesci che abbiamo esaminato i quantitativi di torio 234 sono assolutamente normali. Ma nelle interiora a volte capita una presenza maggiore di torio 234. Per la spiegazione di questo fatto siamo ricorsi ad apparecchiature molto sofisticate che abbiamo in laboratorio, ma il problema rimane aperto perché il torio 234 ha un comportamento particolare nell'ambiente. Non siamo ancora in grado, perciò, di definire con certezza l'origine del torio 234. Noi continuiamo a studiare la questione, e disponiamo di qualcosa come oltre un centinaio di matrici misurate.

PRESIDENTE. Questi container appartengono a quelle che brevità sono definite "navi a perdere"?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Sì, una è la Koraline e l'altra è la Marco Polo. Quest'ultima non è affondata: si è spiaggiata e ha perso il carico.

PRESIDENTE. Di quella quanti container sono arrivati fino a Salerno?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Uno, che è arrivato galleggiando. Dai campionamenti effettuati è risultato che il carico di questi container era costituito da granuli di polietilene: basta fare una passeggiata verso la foce del Sele, Agropoli o punta Licosa per trovare ancora granuli portati dalle correnti. Questo significa che vi sono dei container che perdono questi granuli, che le correnti portano sulla spiaggia.

PRESIDENTE. La Marco Polo dove era spiaggiata?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Su delle secche al largo di Tunisi.

PRESIDENTE. E quindi le correnti hanno portato i granuli fino alla costa salernitana. E gli altri tre container?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. No, sono cinque, anzi sei, quelli della Koraline, affondata al largo di Ustica. La magistratura non ha ancora piena fiducia sul punto di affondamento della nave. L'affondamento è avvenuto due anni fa.

PRESIDENTE. La prego di fare avere alla Commissione tutta la documentazione in materia.

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Attualmente ho lo stesso problema con il magistrato, al quale ho chiesto ufficialmente di lasciarmi ancora del tempo, perché ora posso dare soltanto una serie di misure, senza la possibilità di estrarre ...

PRESIDENTE. La Commissione è sì interessata a tutta la vicenda, ma vorrebbe conoscere la prima parte delle ricerche da lei effettuate, in modo che da questa documentazione risultino con chiarezza il nome della nave, la data di affondamento, la descrizione delle correnti e tutte le operazioni che avete fatto in questi anni.

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Va bene.

PRESIDENTE. E' ovvio, inoltre, che ogni ulteriore esito dell'indagine ci interessa. Poiché questa Commissione dovrà tornare su questo capitolo, è opportuno che abbia a disposizione in modo formale tutta la documentazione.

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Stiamo ancora cercando, inoltre, la presenza di qualche altro radioisotopo che possa essere di aiuto. La situazione è complicata ulteriormente dagli scarichi a mare dei depuratori, che ovviamente non depurano ciò che è radioattivo, che ritroviamo a mare.

PRESIDENTE. Beh, è un po' difficile trovare il torio 234!

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Sì, questo è vero, però negli ultimi due anni ho denunciato ufficialmente la presenza di torio 232, che è ugualmente di interesse nucleare, perché da esso si estrae l'uranio 233, che è fissile. Il torio 232...

PRESIDENTE. Come mai parla del torio 232?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Perché ce n'è tanto in giro, e per me, che da anni mi occupo del settore, si tratta di una presenza del tutto inaspettata. Il torio 232 è presente in quantità consistente in una serie di prodotti di uso corrente.

PRESIDENTE. In che senso di uso corrente? Nella farmacopea, nell'alimentazione?

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. No, il trucco è in una legge dello Stato. Basta andarla a leggere per vedere in quanti e quali prodotti vi sono sostanze radioattive in quantità considerevoli. E' un decreto ministeriale del 15 dicembre 1970. In pratica, il torio 232 è presente in quantità consistente per esempio nelle retine da campeggio, nelle lampade a gas. La mia prima denuncia risale all'aprile 1996. La cosa è partita da Salerno e i sequestri principali sono stati fatti su mandato del comando della compagnia della Guardia di finanza di Salerno. Gli importatori e i principali grossisti sono stati raggiunti proprio attraverso la guardia di finanza, che ha seguito le fatture.

PRESIDENTE. Le chiediamo tutta la documentazione che può fare avere alla Commissione. Se, fra i gruppi di lavoro che la Commissione costituirà, ve ne sarà uno sui rifiuti radioattivi, potremmo senz'altro riparlarne.

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Aggiungo soltanto che le retine contengono, alla partenza, torio 232 e torio 228, in una quantità che oscilla intorno ai 200 milligrammi per retina. Il problema è che, man mano, dalla produzione in poi, vengono fuori altri "figli". Mentre il torio 232 e il torio 228 restano insolubili, tutti i "figli" sono solubili. L'immersione di una retina in acqua provoca la cessione di tutti i "figli". Per esempio, il radio 228 è considerato tra i più radiotossici, e passa tranquillamente in acqua. La mia preoccupazione era che, nel momento in cui sono iniziati i sequestri, si provvedesse in qualche modo ad evitare che i detentori potessero tranquillamente buttare queste retine nella spazzatura, poi portata in discarica, creando una cessione costante e perenne dei "figli" del torio 232.

Il torio 232, in Italia, almeno ufficialmente, è stato semplicemente importato in retine già fatte, di solito prodotte a Malta e in India. Però esisteva una ditta in particolare che produceva circa un milione di retine l'anno. E' chiaro che questa ditta non poteva importarle: molto verosimilmente produceva retine importando nitrato di torio senza...

PRESIDENTE. Autorizzazione.

LUCIO BELLINO, Responsabile del CRR. Anche il semplice trasporto di un pacco di retine richiedeva l'autorizzazione al trasporto di sostanze radioattive. L'importazione doveva avvenire in classe VII, quella del materiale a rischio radioattivo. Invece il materiale ha viaggiato per mare senza alcun contenitore particolare, anche in presenza di un altissimo rischio di solvibilità in acqua. La ditta Auer, cioè la ditta italiana di cui ho parlato, anche se poi abbiamo scoperto che è una multinazionale, nel nostro paese è scomparsa, nel senso che ha chiuso. Negli ultimi tre anni di attività - gli unici su cui la finanza è riuscita ad acquisire documentazione - ha prodotto tre milioni di retine. Questo significa che sono stati messi sul mercato 200 chili di torio 232 all'anno. I lavoratori di questa ditta che fine hanno fatto? Ricordo semplicemente che le retine più piccole contengono 600 Becquerel di torio, mentre i limiti di inalazione per persona all'anno sono 2 Becquerel. Il rischio di superare questo limite era perciò evidente. Le polemiche che poi si sono avute con i membri dell'ANPA sono state dovute al fatto che l'ANPA ritiene che queste retine non costituiscano un rischio sanitario per la popolazione.

PRESIDENTE. Vi ringraziamo molto.

 

Incontro con rappresentanti di gruppi ambientalisti.

PRESIDENTE. Ieri a Napoli la Commissione ha ascoltato i rappresentanti regionali delle associazioni ambientaliste. Vi preghiamo perciò di integrare i dati che abbiamo appreso ieri.

CARMINE GAGLIARDO, Presidente del nucleo ecologico ambientale di Battipaglia. Ringrazio la Commissione per aver accolto la nostra istanza: siamo lieti di avervi avuto a Battipaglia. Questa mattina ho avuto modo di scambiare qualche opinione con alcuni membri della Commissione. So che successivamente la Commissione si è recata anche a Montecorvino Pugliano: immagino che avrete rilevato l'enorme differenza esistente tra gli sversatoi di Battipaglia, compreso l'ultimo (perché si tratta di uno sversatoioe non può essere considerato una discarica), e l'impianto di discarica che si sta avviando a Montecorvino. Anche quello denota dei problemi, comunque non paragonabili a quelli che abbiamo incontrato da anni a Battipaglia.

Come sapete, le discariche di Battipaglia - mi riferisco alle vecchie - sono dei veri e propri sversatoi, perché non hanno alcuna protezione: le immondizie sono state portate e buttate lì alla rinfusa. Si dice anche che sotto vi sia materiale "poco raccomandabile", ma questa affermazione dovrebbe essere verificata.

Riguardo al problema che desidero ora porre in evidenza, me la devo purtroppo prendere con le istituzioni, cioè con la regione Campania e con la provincia; non però con l'amministrazione provinciale degli ultimi due anni, che ha fatto moltissimo per Battipaglia. La regione Campania, con un decreto del 1992, quando ordinò l'adeguamento della discarica di Eboli-Battipaglia, impose alla ISMAR di bonificare i vecchi siti. Tutto fu fatto, fuorché quello. Fu dato seguito ai lavori della nuova discarica ed i vecchi siti sono rimasti abbandonati, continuando a provocare danni. Come avrete potuto constatare questa mattina, la zona delle discariche, da due anni a questa parte, è adibita a colture di grano e, quest'anno, anche di insalate. Sulle stesse aree, inoltre, pascolano le pecore. E' evidente come tutti questi elementi influiscano sul grave degrado della città di Battipaglia, dove tra l'altro è attiva una fabbrica dei veleni, situata nei pressi del cimitero. Questo impianto produce smalti e piastrelle e, come ben sapete, non potrebbe operare in area cimiteriale. I prodotti che usa e che ha usato...

ROBERTO NAPOLI. Usa o ha usato?

CARMINE GAGLIARDO, Presidente del nucleo ecologico ambientale di Battipaglia. Ha usato... Attualmente...

PRESIDENTE. In questo momento la fabbrica è in attività?

CARMINE GAGLIARDO, Presidente del nucleo ecologico ambientale di Battipaglia. Sì, è in attività. Vi procurerò un filmato dal quale, tra l'altro, si deduce che in questa fabbrica si lavora di notte, mentre di giorno è chiusa.

PRESIDENTE. E' la classica fantasia meridionale...!

CARMINE GAGLIARDO, Presidente del nucleo ecologico ambientale di Battipaglia. Presidente, non è fantasia! La fabbrica lavora a commesse e lo fa di notte.

Se al problema delle discariche degli sversatoi aggiungiamo quello connesso a questa fabbrica e la questione del depuratore che insiste nella zona industriale di Battipaglia...

Stanno per concludersi i lavori per un essiccatore di fanghi. Poiché nella regione Campania non esistono impianti di essiccazione, ciò significherà che tutti i fanghi della regione saranno dirottati a Battipaglia per l'essiccazione. Quando questo impianto sarà realizzato (ne parlo in termini ipotetici, perché noi non lo consentiremo)... Vi prego di credermi: a Battipaglia il termodistruttore non si farà! (Commenti del senatore Napoli). Nel bollettino della regione Campania si legge che è in fase di messa in funzione un impianto di essiccazione e di depurazione dei fanghi a Battipaglia.

Il presidente Rastrelli, inoltre, si è messo in testa di localizzare a Battipaglia un impianto di termodistruzione, pur trattandosi di una zona altamente degradata e di estensione territoriale limitatissima, con un'enorme speculazione edilizia. In tale contesto è evidente che, quando si rilevano i dati di mortalità per problemi di neosplasie, si raggiunge una percentuale del 34,6 per cento di mortalità, a fronte di una media nazionale compresa tra il 22 ed il 25 per cento.

Spero che questa Commissione, al di là delle sue funzioni specifiche, possa intervenire anche su questo problema del termodistruttore che si vorrebbe insediare a Battipaglia e che ci dia una mano. I battipagliesi hanno già subito danni enormi: se questa mattina avete percorso la strada del cimitero, in particolare viale della Libertà, avrete visto sicuramente una serie di case, che un tempo avevano un valore e che oggi, invece, nessuno vuole più comprare. In quella zona non si può respirare...! Del resto, il senatore Napoli lo sa bene, visto che un suo fratello abita in quella zona ed è stato addirittura fondatore dell'associazione di cui sono presidente. Dico questo, per dimostrare come sia da considerare anche un danno economico, subito dai cittadini di Battipaglia e non risarcito, accanto all'alto indice di mortalità...

PRESIDENTE. ...che, come danno alla salute, è irrisarcibile.

CARMINE GAGLIARDO, Presidente del nucleo ecologico ambientale di Battipaglia. Sì, ma bisognerebbe pensare a questo aspetto in termini diversi, anche se non è facile individuare le cause che incidono sull'elevato indice di mortalità. In quella zona si riscontrano anche numerosi casi di malattie respiratorie.

Non credo di dover aggiungere altri elementi e rinvio alla documentazione che ho già rassegnato agli atti della Commissione. Vi ringrazio per la gentilezza e la cortesia che ci avete dimostrato.

MICHELE BUONOMO, Direttore regionale di Legambiente. Poiché intervengo per ultimo, mi asterrò da grandi discorsi e cercherò di essere il più possibile sintetico. L'intervento del dottor Gagliardo ha descritto in termini precisi la situazione della nostra zona ed ha messo in evidenza la grande questione della discarica di Eboli-Battipaglia. Vorrei telegraficamente richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti, che probabilmente vi saranno già stati descritti nel corso dei precedenti incontri. Nella nostra provincia abbiamo dovuto constatare notevoli ritardi rispetto all'attuazione non dico del decreto legislativo n. 22 (sarebbe chiedere troppo!) ma della legge regionale n. 10 del 1993. Basti ricordare che nella nostra provincia funziona uno soltanto dei consorzi per lo smaltimento dei rifiuti, il consorzio SA-4.

Come Legambiente, stiamo spingendo sui sindaci perché facciano finalmente partire i consorzi. Probabilmente, da questo punto di vista si è registrata una leggera inversione di tendenza e si riscontra una maggiore volontà di risolvere il problema; ciò nonostante, resta ancora tantissimo da fare.

Accanto a quanto diceva il dottor Gagliardo, segnalo l'esigenza di prestare attenzione a quanto avviene anche in altre realtà. Penso, per esempio, a Montecorvino, dove è situata una discarica che raccoglie i rifiuti della maggior parte dei comuni della provincia di Salerno - e non solo! - e che, in una situazione di emergenza nell'emergenza, diventa l'unica discarica disponibile anche per i comuni non ricompresi nella provincia stessa.

Sicuramente, il funzionamento della discarica non è ottimale; spesso, infatti, ci sono state segnalate disfunzioni, alcune serie altre meno serie, ma comunque indicative dell'attenzione indirizzata al funzionamento della discarica stessa.

PRESIDENTE. La discarica di Montecorvino è a norma. Il commissario-sindaco di Pugliano ci ha confermato che sono già in corso i termini per la realizzazione delle captazioni di biogas e noi stessi abbiamo constatato la cura con la quale sono stati disposti i teli. Da questo punto di vista, - diciamo così - per presa visione diretta, si tratta di una discarica che rientra sicuramente nelle categorie di quelle a norma.

MICHELE BUONOMO, Direttore regionale di Legambiente. Rispetto a quelle precedenti, lo è sicuramente. Persistono, tuttavia, alcuni problemi. In una certa fase, ad esempio, abbiamo constatato come i teli volassero via. Comunque, se si è proceduto ad un successivo adeguamento, la cosa non può che farci piacere.

Un'ulteriore emergenza con la quale dobbiamo confrontarci è collegata allo smaltimento dei rifiuti agricoli. Nella nostra provincia, che pure è a vocazione agricola, in questo settore si fan ben poco. Capita spesso che, attraversando di notte il territorio provinciale, si vedano - soprattutto, si "sentano" - i roghi delle pastiche utilizzate in agricoltura. Ritengo che anche su questo aspetto bisognerebbe intervenire, facendo pressione sulla provincia e sui comuni affinché si attivi un adeguato sistema di smaltimento. Tra l'altro, vi sono già alcuni raccoglitori, più o meno legali, per cui la situazione andrebbe regolarizzata.

PRESIDENTE. C'è un problema in materia di rifiuti agricoli che, soprattutto nella stagione della raccolta, interessa direttamente il Sarno e, come tale, rientra nel più generale problema connesso a questo bacino. Il prefetto Romano ci ha detto ieri che nel duemila il Sarno dovrebbe finalmente essere ricondotto ad una situazione gestibile. Il problema che sta sollevando è diverso, giacché riguarda il telame e le plastiche utilizzate per le serre. A tale riguardo, i consorzi - o, per lo meno, l'unico consorzio che funzioni - non hanno attivato meccanismi di raccolta e di smaltimento?

ROBERTO NAPOLI. Esistono un consorzio per la plastica ed uno per le batterie esauste.

MICHELE BUONOMO, Direttore regionale di Legambiente. In realtà, mi riferivo ai consorzi previsti dalla legge regionale n. 10. Paradossalmente, il territorio rientrante nella competenza dell'unico consorzio funzionante (SA-4) è quello meno interessato a questa problematica; la questione riguarda soprattutto la zona dell'agro nocerino-sarnese e quella della piana delSele. Non più di tre o quattro mesi fa, la Guardia di finanza ha sequestrato alcuni centri di raccolta; l'operazione è stata effettuata dal nucleo operativo della Guardia di finanza attivo presso il porto di Salerno.

PRESIDENTE. Questo dimostra come una qualche attenzione sia comunque rivolta a fenomeni di questo tipo, nell'ambito di un'azione di controllo e di contrasto.

MICHELE BUONOMO, Direttore regionale di Legambiente. Sì, ma dopo tre giorni il giudice ha emesso un provvedimento di dissequestro! Probabilmente, si tratta di snellire alcune procedure per giungere ad una soluzione del problema.

ROBERTO NAPOLI. Al presidente del nucleo ecologico vorrei ricordare che il sindaco di Salerno ha ammesso la mancata convocazione dell'assemblea del consorzio SA-2, convocazione che spetta a lui in quanto responsabile del comune più grande del consorzio stesso. Contemporaneamente, il sindaco di Salerno ha manifestato l'impegno ufficiale a convocarlo al più presto. Non vi è dubbio che la soluzione del problema dei 42 comuni afferenti il consorzio SA-2 sia legata all'attivazione degli organi.

Quello attuale è un momento istituzionale importante; fino ad oggi, si è andati avanti con decisioni che, seppur dettate da buona volontà, non sono sempre state rispondenti alle disposizioni.

Dal canto suo, il presidente della Commissione ha assunto un impegno ad attivare tutti gli strumenti perché si superi l'handicap della sentenza del TAR che ha annullato la disposizione del commissario prefettizio e si proceda al più presto alla bonifica dei siti, sia i vecchi che il nuovo, nella prospettiva di risolvere i due problemi principali, quello della captazione del biogas e quello del recupero del percolato. Se la Commissione riuscirà ad attivare queste iniziative, avrà svolto un compito che va ben oltre la semplice analisi dei dati.

PRESIDENTE. Abbiamo preso atto dell'impegno del sindaco di Salerno di convocare gli organi del consorzio SA-2.

GIUSEPPE SPECCHIA. Il signor Buonomo ha denunciato che durante le ore notturne nel territorio della provincia vengono bruciati materiali rientrati nella categoria dei rifiuti agricoli. I roghi riguardano anche i contenitori di concimi, di pesticidi e di medicinali?

MICHELE BUONOMO, Direttore regionale di Legambiente. Sì. Noi, ovviamente, ci limitiamo a segnalare certi episodi. Siamo tuttavia consapevoli che per le forze dell'ordine è particolarmente difficile intervenire, soprattutto di notte, anche in considerazione della estensione del territorio provinciale.

PRESIDENTE. Vi ringraziamo.

Gli incontri terminano alle 17,30.

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