Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari
(Legge 4 agosto 2008, n. 132, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 192 del 18 agosto 2008)

La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere è stata istituita con la legge 4 agosto 2008, n. 132. Composta da venticinque senatori e venticinque deputati, essa svolge, in base all'articolo 1, comma 1, della legge istitutiva, i seguenti compiti.

Poteri di verifica di attuazione normativa

Un primo gruppo di compiti concerne: la verifica dell'attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646 che ha, tra l'altro, introdotto nel codice penale l'articolo 416-bis; la verifica in generale dell'attuazione delle leggi dello Stato e degli indirizzi del Parlamento con riferimento al fenomeno mafioso e alle altre principali organizzazioni criminali; la verifica dell'attuazione di altre leggi specifiche riguardanti le persone che collaborano con la giustizia e le persone che prestano testimonianza e la promozione delle iniziative legislative e amministrative necessarie per rafforzarne l'efficacia (si tratta in particolare della legge 15 marzo 1991, n. 82 che per prima ha previsto misure per la protezione dei testimoni di giustizia, nonché per la protezione e il trattamento sanzionatorio di coloro che collaborano con la giustizia; del decreto legislativo 29 marzo 1993 n. 119, contenente una nuova disciplina relativa al cambiamento delle generalità per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia; della legge 13 febbraio 2001, n. 45 che modifica la disciplina della protezione e del trattamento sanzionatorio di coloro che collaborano con la giustizia e reca disposizioni a favore delle persone che prestano testimonianza e del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'interno 23 aprile 2004, n. 161 concernente misure di protezione per collaboratori di giustizia e testimoni); la verifica dell'attuazione delle disposizioni di cui alla legge 23 dicembre 2002, n. 279,relativamente all'applicazione del regime carcerario di cui all'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, alle persone imputate o condannate per delitti di tipo mafioso.

E' attribuito alla Commissione anche il compito di accertare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri formulando le proposte di carattere normativo e amministrativo ritenute opportune per rendere più coordinata e incisiva l'iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e più adeguate le intese internazionali concernenti la prevenzione delle attività criminali, l'assistenza e la cooperazione giudiziaria anche al fine di costruire uno spazio giuridico antimafia a livello di Unione europea e promuovere accordi in sede internazionale.

Poteri di inchiesta sulle organizzazioni criminali nazionali e internazionali

Un secondo gruppo di compiti concerne: l'accertamento e la valutazione della natura e delle caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni, comprese quelle istituzionali, con particolare riguardo agli insediamenti stabilmente esistenti nelle regioni diverse da quelle di tradizionale inserimento e comunque caratterizzate da forte sviluppo dell'economia produttiva, nonché ai processi di internazionalizzazione e cooperazione con altre organizzazioni criminali finalizzati alla gestione di nuove forme di attività illecite contro la persona, l'ambiente, i patrimoni, i diritti di proprietà intellettuale e la sicurezza dello Stato, con particolare attenzione alla promozione e allo sfruttamento dei flussi migratori illegali. A questo fine, si affida alla Commissione il compito di approfondire la conoscenza delle caratteristiche economiche, sociali e culturali delle aree di origine e di espansione delle organizzazioni criminali.

Poteri di inchiesta sui rapporti tra mafia e politica

Un terzo gruppo di compiti riguarda: l'indagine sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo a quelle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso; il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e la proposta di misure idonee a prevenire e a contrastare tali fenomeni, verificando l'efficacia delle disposizioni vigenti in materia, con riferimento anche alla normativa concernente lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli amministratori locali.

Poteri di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel sistema economico

Un quarto gruppo di compiti si riferisce a: l'accertamento delle modalità di difesa del sistema degli appalti e delle opere pubbliche dai condizionamenti mafiosi, delle forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, di investimento e riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività delle organizzazioni criminali; la verifica dell'impatto negativo, sotto i profili economico e sociale, delle attività delle associazioni mafiose o similari sul sistema produttivo, con particolare riguardo all'alterazione dei princìpi di libertà della iniziativa privata, di libera concorrenza nel mercato, di libertà di accesso al sistema creditizio e finanziario e di trasparenza della spesa pubblica comunitaria, statale e regionale finalizzata allo sviluppo e alla crescita e al sistema delle imprese.

Poteri di inchiesta sui patrimoni illeciti e sul riciclaggio

Un quinto gruppo di compiti attiene a: la verifica della congruità della normativa vigente per la prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e dell'impiego di beni, denaro o altre utilità che rappresentino il provento della criminalità organizzata mafiosa o similare, con particolare attenzione alle intermediazioni finanziarie e alle reti d'impresa; la verifica dell'adeguatezza delle strutture e l'efficacia delle prassi amministrative, formulando le proposte di carattere normativo e amministrativo ritenute necessarie, anche in riferimento alle intese internazionali, all'assistenza e alla cooperazione giudiziaria; la verifica dell'adeguatezza delle norme sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo e la proposta di misure al fine di renderle più efficaci.

Poteri di verifica dell'adeguatezza degli apparati di contrasto alle mafie

Un sesto gruppo di compiti fa riferimento alla verifica dell'adeguatezza delle strutture preposte alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni criminali nonché al controllo del territorio anche consultando le associazioni, a carattere nazionale o locale, che più significativamente operano nel settore del contrasto alle attività delle organizzazioni criminali di tipo mafioso

Potere di riferire al Parlamento

La Commissione riferisce al Parlamento al termine dei suoi lavori, nonché ogni volta che lo ritenga opportuno e comunque annualmente.

Il comma 3 dell'articolo 1 della legge istitutiva precisa che eguali compiti sono attribuiti alla Commissione con riferimento alle altre associazioni criminali comunque denominate, alle mafie straniere, o di natura transnazionale ai sensi dell'articolo 3 della legge 16 marzo 2006, n. 146, e a tutti i raggruppamenti criminali che abbiano le caratteristiche di cui all'articolo 416-bis del codice penale, o che siano comunque di estremo pericolo per il sistema sociale, economico ed istituzionale.

Ai sensi dell'art. 82, comma 2, della Costituzione, le Commissioni d'inchiesta procedono alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Al riguardo, va segnalato che tale principio è ribadito invariabilmente in tutte le leggi istitutive fino alla XIV legislatura. Nella XV legislatura e, attualmente, nella XVI legislatura, invece, la legge istitutiva ha aggiunto che "la Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale".

Il Regolamento interno della Commissione è stato approvato nella seduta del 2 dicembre 2008.


NOTA STORICA

Nel corso delle precedenti legislature sono state istituite, per legge, otto Commissioni parlamentari antimafia.

La Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia fu istituita per la prima volta dalla legge 20 dicembre 1962, n. 1720, nel corso della III legislatura, con Presidente l'onorevole Paolo ROSSI. Successivamente, nella IV legislatura essa fu presieduta dal senatore Donato PAFUNDI, nella V legislatura dall'onorevole Francesco CATTANEI e nella sesta legislatura dal senatore Luigi CARRARO. I lavori terminarono nel 1976, al termine della VI legislatura.

La seconda Commissione antimafia fu istituita, per la durata di tre anni, dalla legge Rognoni-La Torre (legge 13 settembre 1982, n. 646), con Presidenti il senatore Nicola LAPENTA e poi l'onorevole Abdon ALINOVI. Essa non aveva poteri d'inchiesta e fu istituita solo allo scopo di verificare l'attuazione delle leggi dello Stato in riferimento al fenomeno mafioso e alle sue connessioni. I suoi lavori terminarono nel 1987, al termine della IX legislatura, per effetto della proroga disposta dalla legge 31 gennaio 1986, n. 12.

La terza Commissione antimafia fu istituita, nel marzo 1988 (legge 23 marzo 1988, n. 94), per la durata di tre anni, con Presidente il senatore Gerardo CHIAROMONTE. Aveva poteri d'inchiesta e terminò i suoi lavori, dopo la proroga disposta dalla legge 27 luglio 1991, n. 229, con la fine della X legislatura, nel 1992.

La quarta Commissione antimafia fu istituita nell'agosto 1992, con poteri d'inchiesta (decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356), con Presidente l'onorevole Luciano VIOLANTE, ed ha svolto l'inchiesta parlamentare per la durata della XI legislatura.

La quinta Commissione antimafia fu istituita nel giugno 1994 (legge 30 giugno 1994, n. 430), con Presidente l'onorevole Tiziana PARENTI, e ha svolto l'inchiesta parlamentare per la durata della XII legislatura.

La sesta Commissione antimafia è stata istituita con la legge 1° ottobre 1996, n. 509, con Presidente il senatore Ottaviano DEL TURCO, sostituito nell'ultima parte della legislatura dall'onorevole Giuseppe LUMIA, ed ha svolto l'inchiesta parlamentare per la durata della XIII legislatura.

La settima Commissione antimafia è stata istituita con la legge 19 ottobre 2001, n. 306, con Presidente il senatore Roberto CENTARO, ed ha svolto l'inchiesta parlamentare per la durata della XIV legislatura.

La ottava Commissione antimafia è stata istituita con la legge 27 ottobre 2006, n. 277, con Presidente l'onorevole Francesco FORGIONE, ed ha svolto l'inchiesta parlamentare per la durata della XV legislatura.